La luce era saltata e c`era il panico

Download Report

Transcript La luce era saltata e c`era il panico

6
Corriere di Novara
GIOVEDÌ 3 NOVEMBRE 2016
CRONACA
IL DRAMMATICO RACCONTO DELL’AGENTE DELLA POLIZIA STRADALE CHE HA EVITATO CONSEGUENZE PIÙ GRAVI IN VIA ANDOARDI
«La luce era saltata e c’era il panico»
L’incendio spento dai Vigili del Fuoco ha provocato solo due feriti, madre e figlio
n «Ho sentito un forte boato,
come di un’esplosione, e mi
sono subito affacciato. Ho visto del fumo uscire dall’appartamento al piano rialzato
di una palazzina non distante
da casa mia e così ho deciso di
scendere di corsa, andare a
vedere e portare il mio aiuto.
Sono uscito così come mi trovavo in casa. Non c’era tempo
da perdere per vestirsi meglio. Occorreva andare sul
posto e intervenire». A parlare è l’agente della Polizia stradale di Novara fuori servizio
che, martedì sera, con il suo
pronto intervento, ha probabilmente scongiurato conseguenze ben più gravi nello
stabile di via Andoardi 1, dove, qualche minuto dopo le
18,30, è divampato un incendio in un alloggio abitato da
mamma e figlio, lei settantenne, lui trentenne.
«Quando sono giunto sul posto, saranno state le 18,40 e
qualcosa (scendevo le scale
che erano le 18,38) – continua il poliziotto – ho iniziato
a suonare a tutti i condomini,
affinché uscissero di casa per
trarsi in salvo. Mi sono però
velocemente reso conto come
il fumo si fosse già propagato
ovunque. Difficile, quindi, se
non impossibile, uscire. Sarebbe stato un notevole rischio. La luce era saltata e,
nello stabile, dove vivono anche alcuni bambini, c’era il
panico. Ho detto loro di chiudersi in casa, aprire le finestre
e mettersi un panno o uno
straccio bagnato d’acqua sulla bocca, così da respirare.
UN FORTE BOATO COME UN’ESPLOSIONE
I vigili del fuoco e la
Polizia di Stato sul
posto; a sinistra le finestre dell’appartamento che danno
sulla strada (foto
Martignoni)
Come prima cosa, ovviamente, ho chiamato il 113, affinché fossero allertati i Vigili
del fuoco, che ho atteso sul
posto e che sono giunti con
una scala e due autopompe.
Mentre attendevo l’arrivo dei
soccorsi (sul posto anche due
ambulanze del 118, ndr) – riprende l’agente – ho bussato
all’alloggio da dove tutto è
partito e mi sono trovato davanti una donna anziana, tutta annerita e spaventata. L’ho
soccorsa e l’ho portata fuori
dall’abitazione. Le ho quindi
domandato se in casa ci fosse
qualcun altro. La donna mi
ha detto che c’era il figlio. Sono così rientrato per cercarlo,
ma non lo trovavo. Ho guardato un po’ in casa e l’ho rintracciato in bagno. Ho notato
che aveva un’ustione signifi-
cativa sulla gamba sinistra.
Ho trasportato all’esterno
anche lui. Ho chiuso eventuali rubinetti trovati aperti e
quindi ho atteso con loro l’arrivo dei soccorsi».
Sul posto, oltre alle ambulanze e ai Vigili del fuoco, diverse
Volanti della Polizia di Stato,
che hanno monitorato l’intera situazione. A essere trasportati in ospedale madre e
figlio. La prima, probabilmente per lo shock dovuto all’accaduto, ha avuto un malore, il figlio, invece, ha riportato una serie di ustioni in diverse parti del corpo. In ospedale, per i necessari controlli,
a quanto risulta, anche altri
quattro residenti nella palazzina, che avevano respirato
un po’ del fumo uscito dall’alloggio. Non sarebbero in gravi condizioni e sarebbero già
stati dimessi.
In strada moltissima gente,
tra curiosi e residenti che,
poi, sono comunque usciti di
casa, perché si è resa necessaria, a opera dei Vigili del fuoco, l’evacuazione. Quattordici, complessivamente, le famiglie evacuate temporaneamente dallo stabile a 3 piani,
di proprietà dell’Atc, l’Agenzia territoriale per la casa di
Novara e Vco. Un’evacuazione durata il tempo che i pompieri mettessero in sicurezza
la zona e che i fumi si disperdessero.
Un rogo che non ha cagionato danni importanti alla palazzina, che ha avuto solo la
facciata annerita nella zona
delle due finestre che si affacciano sul cortile interno.
Stando alle prime ricostruzioni degli inquirenti, a determinare l’esplosione, sarebbe stata una bottiglia di alcool, di quelle usate per disinfettare le ferite.
Monica Curino
IL PREFETTO: «NESSUNO HA RIFIUTATO SOLIDARIETÀ MA NON TUTTI HANNO LE STRUTTURE, HO DATO 10 GIORNI DI TEMPO»
Emergenza migranti: mercoledì si deciderà cosa fare
n Su 88 Comuni della provincia di Novara questa volta erano presenti i rappresentati di 59 di essi, sindaci o
assessori. Alla riunione indetta dal prefetto per affrontare il problema dell’accoglienza migranti lunedì mattina la risposta degli amministratori è stata positiva,
Niente a che vedere con la
precedente riunione quando
davanti al prefetto Francesco Paolo Castaldo si erano
presentati solo i rappresentati di tre Comuni su 88. Al
tavolo dei relatori accanto al
prefetto vi erano il questore
Gaetano Todaro, il Comandante provinciale dei Carabinieri Colonnello Domenico Mascoli, il Comandante
provinciale della Guardia di
Finanza Colonnello Giovanni Casadidio, il Comandante provinciale del Corpo
Forestale dello Stato Vice
Questore Aggiunto Valerio
Cappello, il vice prefetto
Marco Baldino, il rappresentare della provincia Giuseppe Cremona, il sindaco
di Novara Alessandro Cannelli. Al termine della riunione svoltasi rigorosamente a porte chiuse per i media,
il prefetto ha rilasciato una
breve dichiarazione: «Ho
convocato i sindaci del Novarese perchè volevo verificare con loro la situazione.
Ne è scaturito un momento
Alcuni amministratori fuori dalla prefettura
L’arrivo di sindaci e assessori
Gli amministratori durante la riunione
Il tavolo dei relatori (foto Martignoni)
di confronto importante.
Sono convinto che arriveranno risposte costruttive su
una tematica così delicata.
Voglio precisare che non vi
sono Comuni che si rifiutano, tutte le amministrazioni
della provincia hanno dimostrato di essere solidali, sol-
il campione di tennis tavolo
di Orta, tutte storie rese possibili dall’accoglienza sviluppata dai Comuni. Tornando alla riunione di oggi
ho dato dieci giorni di tempo poi mi aspetto delle proposte dalle amministrazioni».
tanto non tutti sono in grado
di gestire l’emergenza. Per
questo stiamo cercando di
portare avanti alcuni progetti. Ricordiamo anche le
realtà positive emerse nel
Novarese. Le ragazze del coro di Borgomanero, il torneo
di calcio trasmesso sulla rai,
Durante al riunione, secondo indiscrezione, non sono
mancate momenti di confronto anche decisi ma con
una certa unità di intenti tra
gli amministratori.
Lo testimonia il sindaco di
Vicolungo e consigliere provinciale di minoranza Mar-
zia Vicenzi: «Credo che tutte
le amministrazioni comunali alla fine hanno condiviso
lo stesso punto di vista. Siamo consci delle pressioni e
delle difficoltà che la prefettura deve affrontare a livello
nazionale. Così come nessuno vuole non essere solidale.
Vi sono però Comuni che
non hanno strutture adatte
all’accoglienza e in quel caso
arrivano le cooperative a gestire il tutto passando sopra
la testa dell’amministrazione. Al sindaco a quello punto rimane solo la gestione
dell’ordine pubblico senza
possibilità di poter far nulla.
Una realtà questa che non va
bene».
Il sindaco Vicenzi sottolinea
poi un’altra problematica:
«La provincia di Novara ha
già dato. A livello regionale
vi sono altre realtà provinciali che non hanno ancora
esaurito le quote. Noi siamo
oltre certe cifre stabilite. Su
questo c’è una linea comune.
Vogliamo una più equa ripartizione. Comuni come
Novara, Oleggio, Gozzano
lo testimoniano. Altro fattore da tenere presente è che in
realtà di poche decine di abitanti, magari in gran parte
anziani, mandare un numero pari o superiore di migranti non favorisce certo
l’integrazione».
m.d.