Cesano Boscone. Sopprime il cane decapitandolo

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Transcript Cesano Boscone. Sopprime il cane decapitandolo

Cesano Boscone. Sopprime il cane
decapitandolo
Un uomo di 43 anni di Cesano Boscone, vicino Milano, ha ucciso il proprio
cane decapitandolo in casa perché sopprimerlo dal veterinario costava troppo.
Poi ha conservato la testa, per cercare di recuperare il microchip. A
denunciare l’episodio la moglie del 43enne. L’Enpa: “Episodio
raccapricciante”
in foto: (Immagine di
repertorio)
Un uomo di 43 anni di Cesano Boscone, vicino Milano, ha ucciso il proprio
cane sgozzandolo e poi decapitandolo in casa perché sopprimerlo dal
veterinario costava troppo. Il macabro episodio è accaduto mercoledì
pomeriggio. Ad avvisare i carabinieri è stata la moglie dell’uomo, che lo ha
visto entrare in camera da letto con la testa dell’animale e il coltello da
cucina usato per decapitarlo. Adesso il 43enne, con un precedente per truffa,
è indagato per uccisione di animale. L’uomo, che non ha opposto resistenza ai
carabinieri, avrebbe agito in stato di ebbrezza ed è stato portato al reparto
psichiatrico dell’ospedale San Carlo, a Milano.
Secondo quanto accertato finora il cane della coppia, una femmina di nome
Maia, viveva da 13 anni con i due ed era sempre stata bene accudita. Negli
ultimi tempi la cagnetta si era ammalata e le sue condizioni erano
progressivamente peggiorate, al punto che un veterinario aveva suggerito di
sopprimerla. Proprio con questo intento il 43enne era uscito nel pomeriggio
di avantieri. Poi, però, una volta saputi i costi dell’operazione dal medico,
avrebbe deciso di sopprimere il proprio animale da sé. Dopo averlo sgozzato e
decapitato ha conservato il corpo di Maia in auto e ha tenuto la testa con
sé. Secondo gli investigatori, era un modo per evitare che qualcuno si
accorgesse che l’animale, dotato di microchip, non era più in vita.
L’Enpa si costituirà parte civile: “Episodio raccapricciante”
Il comportamento dell’uomo, rientrato in casa visibilmente ubriaco, ha
spaventato la moglie, che ha subito avvertito le forze dell’ordine. L’Ente
nazionale protezione animali, sezione di Milano, ha annunciato che si
costituirà parte civile nell’eventuale processo: “Un episodio davvero
raccapricciante – ha dichiarato il presidente Ermanno Giudici -. “Questi
crimini violenti nei confronti degli animali sono la dimostrazione della
sottovalutazione del problema da parte dell’apparato legislativo, che
identificano il maltrattamento come un reato minore, punito con pene spesso
aggirabili e mai detentive perché al di sotto dei limiti previsti dalla
procedura. Le persone responsabili di reati violenti nei confronti degli
animali, inoltre, dovrebbero essere sempre tenute sotto controllo perché il
salto di specie è sempre possibile e anzi, in una percentuale rilevante di
casi, è purtroppo un fatto certo. Per questo occorre introdurre misure nuove
per il maltrattamento di animali, come la libertà vigilata e l’interdizione
dal poter detenere animali per le persone responsabili, già in fase di
indagini preliminari”.
Di Francesco Loiacono
Fonte: http://milano.fanpage.it
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