Da Bologna alla Mongolia

Download Report

Transcript Da Bologna alla Mongolia

VENERDI’ 16 DICEMBRE 2016

ore 21.00

con il patrocinio e il contributo del Comune di Sant’Ilario D’Enza

IL CAI VAL D’ENZA ha il piacere di presentare

DA BOLOGNA ALLA MONGOLIA VIA TERRA LUNGO LA TRANSIBERIANA

di Luigi Mantovani e Milena Merlo Pich , CAI Bologna

L’evento si terrà presso il via Piave 2, Sant’Ilario d’Enza (RE)

Ingresso Libero

Transiberiana e Mongolia

In realtà il titolo suddetto descrive solo parzialmente il viaggio che ho compiuto con la mia famiglia (moglie e figlio di 10 anni) ad Agosto 2008 uno dei viaggi più belli e più lunghi che abbiamo mai fatto e per il quale sintetizzo alcuni dati per poterlo inquadrare meglio : Abbiamo attraversato la bellezza di 10 paesi ( Austria – Slovenia – Croazia - Ungheria – Slovacchia – Ucraina - Russia – Udmurzia – Buriazia – Mongolia) per un totale di circa 20.000 Km percorsi con mezzi svariati (6.000 in camper per la tratta Bologna – Mosca A/R, 6000 in treno lungo la mitica ferrovia Transibe riana, 1000 in autobus per muoversi in Siberia da Irkuts all’isola di Olkhon A/R, 2000 in fuoristrada per visitare la Mongolia e 5000 in aereo per la tratta dalla Mongolia a Mosca). Il muoversi via terra per raggiungere Mosca, anziché utilizzare l’aereo, se da un lato comporta inevitabilmente un allungarsi dei tempi di viaggio (che comples sivamente è durato 31 giorni) offre però il vantaggio di consentire di entrare con progressiva gradualità in paesi che vivono ancora secondo ritmi molto più lenti e tranquilli di quelli della civiltà occidentale. Al riguardo mi è rimasta ancora in mente, durante l’attraversamento della zona dei monti Carpazi in Ucraina, l’accoglienza ricevuta in uno di questi villaggi dove ci eravamo fermati la sera per trascorrere la notte in un piazzale poco fuori dal paese, gli abitanti infatti, al ritorno dal lavoro nei campi , si sono avvicinati a noi offrendoci con molta gentilezza i loro prodotti (mirtilli, funghi, latte appena munto) che abbiamo ricambia to dando alcuni prodotti delle nostre provviste tra cui alcune bottiglie di vino che sono state alquanto apprezzate. Arrivati finalmente a Mosca, dove abbiamo lasciato il camper in custodia presso lo stadio olimpico Luzhniki, siamo saliti sul treno che percorre la mitica linea Transiberiana che arriva fino a Vladivostok, anche se noi ci siamo fermati prima a Ulan Ude per poter invece raggiungere la Mongolia. Questo viaggio in treno, ci ha dato la possibilità di comprendere meglio la vastità della Russia ( e della Siberia) uno degli stati più grandi al mondo dove, per evitare problemi dovuti ai diversi fusi orari che si attraversano, l’ora di riferimento nelle varie stazioni ferroviarie fa sempre riferimento all’ora di Mosca. Per poter spezzare un po’ la lunghez za di questo tratto abbiamo fatto 2 soste intermedie rispettivamente a Novosibirsk e Irkutsk. La prima è una città grande, moderna che contrasta molto con le immagini di povertà delle case di legno un po’ fatiscenti viste dai finestrini durante il lento attraversamento (la velocità del treno va dai 50 ai 60 Km ora) della pianura siberiana. Dopo un giorno di sosta siamo risaliti in treno per arrivare a Irkutsk da dove abbiamo preso il bus per raggiungere l’isola di Olkhon situata in mezzo al lago Baykal, il maggiore bacino d’acqua dolce al mondo essendo lungo oltre 700 Km. Su quest’isola, dove all’epoca di Stalin erano presenti molti gu lag per i deportati politici, ci è sembrato di fare un salto indietro di decenni: tutte le strade sono sterrate, la rete elettrica era esistente solo da 1 anno mentre invece non esisteva ancora la rete idrica, essendo poi priva di ogni struttura alberghiera abbiamo trovato ospitalità presso una semplice casa di pescatori. Qui per fortuna siamo riusciti a trovare una ragazza che parlava un po’ d’inglese che ci ha quindi spiegato meglio la vita locale tra cui l’aspetto religioso basato ancora prevalentemente sullo sciamanesimo ovvero sugli “sciamani” che sono una sorte di preti e stregoni, guaritori e indovini che godono grande considera zione presso i locali. Trascorsi alcuni giorni a fare trekking sull’isola che offre panorami mozzafiato (scogliere, boschi, prati di stelle alpine..) siamo ritornati a Irkutsk per riprendere il treno e arrivare finalmente in Mongolia raggiungendo la capitale Ulaan Baatar. Qui siamo saliti sul fuoristrada dell’agenzia per effettuare il giro dell’interno che avevamo previsto, l’itinerario percorso è stato effettuato tutto su piste e, pur toccando le zone più interessanti è stato limitato alla sola zona centrale del paese (che in realtà è ben più grande con una superficie pari a oltre 5 volte l’Italia) visto che avevamo solo 8 giorni a disposizione. Abbiamo visitato posti di una suggestione incredibile es. la valle delle Aquile (Ayoll Lyn) , il deserto dei Gobi con le caratteristiche dune, la valle di Bayanzag dove sono stati ritrovati la maggior parte dei fossili di dinosauro che è possibile vedere nei diversi musei del mondo, l’antica capitale Kharkhorin risalente ai tempi della dominazione di Chiggis Khaan, il parco nazionale di Kustai dove si trovano ancora gli ultimi esemplari di cavalli selvaggi (Takhi). In assoluto però il ricordo più intenso che ho della Mongolia è la sensazione che ho provato di sentirmi un “nomade tra i nomadi”, poter girare in queste sterminate pianure assaporando un senso di libertà assoluta (niente traffico, niente strade, niente Autovelox, niente Photored ecc…) dormendo noi stessi nelle loro gher ovvero le abitazione tipiche dei pastori mongoli costituite da una costruzione bassa e larga basata su una struttura di legno (facilmente smontabile) con pali che convergono in alto che viene ricoperta da alcuni strati di stuoie di feltro e che garantisce un ottimo isolamento sia dal caldo che dal freddo (nel nostro giro siamo passati dai + 35° delle zone desertiche ai -3° del parco Kustai).

Per informazioni: [email protected]