TRENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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Transcript TRENTUNESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

TRENTUNESIMA DOMENICA DEL T.O. (anno C)
IO CREDO, RISORGERO’
La liturgia, specialmente quella eucaristica, celebra le meraviglie dell’amore di Dio per noi. Esse sono il segno e il frutto
della comunione che ci unisce per sempre a lui, Padre nostro. Proprio in questa comunione d’amore sta il motivo della
nostra risurrezione dopo la morte. L’Eucaristia che celebriamo, ancora una volta ce lo ricorda e ce lo rende presente.
Unica condizione richiesta: la fede!
La Liturgia della Parola di questa domenica ci ripropone dunque la verità più importante per ognuno di noi, la risurrezione per la vita eterna. Come i martiri del Primo Testamento, come i cristiani di Tessalonica, come i discepoli di Gesù,
così anche noi siamo esortati a rendere sempre più forte la nostra speranza nel Dio che ci ama; egli infatti “non è il Dio
dei morti, ma dei viventi”:
2Mac 7,1-2.9.14: “Il re dell’universo ci risusciterà a vita nuova ed eterna”.
Salmo 16: “Al risveglio mi sazierò della tua immagine”.
2Ts 2,16-3,5: “Il Signore guidi i vostri cuori all’amore di Dio e alla pazienza di Cristo”.
Lc 20,27.38: “Tutti vivono per Dio”.
CI METTIAMO ALLA PRESENZA DI DIO…
Con un atto sincero di fede, nel silenzio e nel raccoglimento del cuore, ci poniamo alla presenza di Dio, è lui che ci dà la
vita. E’ lui che, in Cristo, risveglierà il nostro corpo per essere sempre con lui. Aiutiamoci nel nostro silenzio interiore
ripetendo la confessione di fede dei martiri. “Signore, tu ci risusciterai a vita nuova ed eterna”.
ASCOLTIAMO LA PAROLA DEL SIGNORE (pausa di silenzio)
SCINTILLE DI MEDITAZIONE
Le tre letture bibliche di oggi e il Salmo responsoriale ci invitano a vedere la nostra vita presente come preparazione a
quella eterna in Dio. Esse sottolineano tre momenti sui quali possiamo soffermarci per riflettere e per pregare essi sono il dono della vita, il dramma della morte corporale, la risurrezione nell’eternità.
Il dono della vita. Essa non viene da noi, né è da noi sostenuta. Dio ci ha creati e ci mantiene in vita non perché
abbia bisogno di noi, ma per amore. Sta qui la ragione profonda della nostra eternità che, per ognuno di noi, è cominciata proprio con la vita terrestre e continuerà dopo la morte. Dice infatti Gesù: “Dio non è dei morti, ma dei viventi”;
già il Primo Testamento affermava: “Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita”
(Sap 11,26). Pertanto, la nostra vita non è che la preparazione a quella eterna, definitiva, felice. Alla luce della Parola
rivelata possiamo ben affermare che, di fatto, mediante la fede e l’amore, noi siamo già nella vita eterna! La morte
non fa altro che manifestare ciò che già siamo, sia pure nel mistero proprio del nostro essere creature. Quale ottimismo dovrebbe darci la certezza cristiana della vita eterna già presente!
Il dramma della morte. Noi, a causa del peccato, viviamo il passaggio dalla terra al cielo come un dramma. Tuttavia, la Parola di Dio e la testimonianza dei santi ci dicono che la fede, pur non eliminando la sofferenza della morte, la
cambia in offerta d’amore. L’esempio più alto ce lo ha dato Gesù stesso che, morente, ha gridato: “Dio mio, Dio mio,
perché mi hai abbandonato?”, ma poi, in un totale abbandono, sussurra: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”.
La risurrezione, pienezza della vita eterna. Tutti conosciamo quanto sia difficile oggi credere nella risurrezione
dopo la morte. Noi, credenti e praticanti, ogni domenica ne professiamo la verità dicendo: ‘Aspetto la risurrezione dei
morti e la vita del mondo che verrà’. Come cristiani noi non separiamo la morte dalla risurrezione e dalla vita eterna.
Siamo infatti certi che la morte del nostro corpo è stata svuotata dal suo ‘veleno’ perché unita alla morte di Cristo in
croce, per cui non è più una condanna al nulla, ma passaggio alla vita eterna. Riflettiamo e preghiamo: ritroveremo la
pace del cuore che la speranza sempre porta con sé, non solo ma ne saremo testimoni gioiosi nel nostro ambiente di
vita.
IN DIALOGO ‘CUORE A CUORE’ CON IL SIGNORE
Signore, aiutami a rispondere a queste difficili domande: Come contrastare la perdita della speranza cristiana minacciata dal consumismo? Non sentiamo forse in noi il bisogno di più Parola di Dio? Di più preghiera?
Di una partecipazione all’Eucaristia domenicale più attiva, più responsabile e più coerente con la nostra vita
ordinaria, “finché egli venga”?