Buddy Bolden, una leggenda in manicomio

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Buddy Bolden, una leggenda in manicomio | 1 venerdì 04 novembre 2016, 07:00

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Buddy Bolden, una leggenda in manicomio

Ottantacinque anni fa solo come un cane e dimenticato muore in manicomio il trombettista Buddy Bolden di Gianni Lucini

Ottantacinque anni fa, il 4 novembre 1931 tra il disinteresse generale e il silenzio dei media muore, nel manicomio di Jackson, in Louisiana, il trombettista Buddy Bolden. Ha cinquantaquattro anni e da ventiquattro è, di fatto, seppellito vivo in un centro per malati mentali che assomiglia più a una prigione che a un ospedale. Muore così, solo come un cane, un personaggio di primissimo piano nella storia della musica di quel periodo che fra il 1900 e il 1906 ha goduto a New Orleans di grande popolarità. La stessa che negli anni successivi avranno musicisti come

Louis Armstrong

e pochi altri. Il suo fascino di uomo e di musicista nei primi anni del Novecento superano i confini ristretti del circuito del Garden District di New Orleans e la sua tromba inizia a sgretolare le regole del '

ragtime

' per creare i nuovi suoni da cui nascerà il jazz moderno. Ha, però, un problema, anzi due: è nero e alcolizzato. Ecco perché la sua popolarità non impedisce alle autorità costituite di rinchiuderlo, dopo un violento accesso d’ira provocato dall’etilismo acuto di cui soffre. È il mese d’aprile del 1907. Passano quasi due mesi prima che qualcuno stili un documento di ricovero del musicista in cui viene definito «pericoloso per gli altri». Nello stesso si rileva che «non ha

tendenze suicide… non ha distrutto cose o altri oggetti… è quieto.., non ha familiari malati di mente… non ha avuto altri

sintomi come epilessia o malattie ereditarie...». Nonostante tutto non uscirà più dal manicomio. Per ventiquattro lunghi anni vive (?) separato dalla realtà e dalla musica delle grandi orchestre che, grazie anche al suo lavoro, stanno trovando nuove forme espressive. La reclusione forzata finisce il 4 novembre 1931 quando muore. Le cronache dell’epoca non parlano né della sua morte, né dei suoi funerali. Solo il 22 aprile 1933, un anno e mezzo dopo la morte, il giornalista E. Belfield Spriggins scrive di lui sul '

Louisiana Weekly

'. In un lungo servizio, intitolato 'Excavating Local Jazz', rileva l’importanza del suo apporto nel superamento del ragtime e lo ribattezza 'King' Bolden, Re Bolden. Nonostante questo, però, la figura di Buddy Bolden resta, per molti anni, avvolta nel più fitto mistero: ignota la vera data di nascita, ignoti i momenti più significativi della sua vita. La sua memoria si alimenta di aneddoti spesso falsi come quello del trombettista

Bunk Johnson

che, nel corso di una intervista con Frederic Ramsey jr. e Charles Edward Smith, riportata nel loro libro 'Jazzmen', edito nel 1939, dice di aver suonato come seconda cornetta, nella Ragtime Band di Bolden verso il 1895. Aggiunge anche che Bolden aveva un negozio di barbiere in Franklin Street nel quale provava con la sua orchestra i pezzi nuovi, e che dirigeva un giornale a fondo scandalistico chiamato 'The Cricket'. Queste e altre notizie sono state smentite in anni recenti da storici e studiosi come William Russell, Donald M. Marquis, Richard Allen, Paul Crawford, ecc. Bunk Johnson non ha mai suonato con Buddy Bolden visto che nel 1895 aveva circa quindici anni. È il contrabbassista

Pops Foster

a smentirlo nella sua autobiografia: «Bunk dice di aver suonato con Bolden, ma era nella Superior Band, quando Bolden era fuori New Orleans e io ero con lui. La prima volta che vidi Bunk fu nel 1908 a un pic-nic». La vedova di Buddy Bolden, Nora Bolden, intervistata dallo storico Bill Russell, ha riferito che suo marito non solo non ha mai fatto il barbiere, ma non ha mai diretto alcun giornale. Oggi sulla vita di questo mitico cornettista, considerato da molti come il primo a New Orleans a suonare una musica considerata l'anello di congiunzione fra il ragtime e il jazz, non esistono più misteri. https://www.youtube.com/watch?v=BxUtancRUzI

di Gianni Lucini

Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/buddy-bolden-una-leggenda-in-manicomio/ L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.

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