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VEDERE A
TORINO
©
N. 9, NOVEMBRE 2016/GENNAIO 2017, UN’EDIZIONE ALLEMANDI,
SUPPLEMENTO A «IL GIORNALE DELL’ARTE» N. 369 NOVEMBRE 2016
IL GIORNALE DELL’ARTE
TUTTA L’ARTE DA VEDERE DA NOVEMBRE A GENNAIO
Vedere a Torino
Come va l’arte a 5Stelle?
La città, la sindaca e l’arte cercano di stabilire se è possibile una convivenza e quale.
Amministratori pubblici senza soldi ma con pretese, bastano privati e fondazioni?
di Franco Fanelli
Nel mese di novembre oltre ad Artissima e a Flashback si svolgono a Torino due serito la città tra i 52 posti da visitare nel mondo. Ma la
rassegne che hanno come obiettivo la proposta di un’alternativa rispetto ai modelli sensazione è che occorra intervenire, e presto, per non
un po’ cristallizzati del classico «sistema dell’arte»: si tratta di The Others e della ne- continuare a perdere pezzi e primati dopo il Salone del
onata Nest. Sono due fiere sostanzialmente simili, almeno nei moventi ed entrambe Libro. È importante che inizi a funzionare a pieno ritmo
particolarmente aperte agli spazi indipendenti e ad altri nuovi soggetti che hanno il binario Rivoli-Gam, ma anche aprirsi, come opportupreso forma nel circuito del mercato e della cultura. Ora, «clonare», sia pure con namente segnala Beatrice Merz, a una collaborazione
qualche differenza, una fiera, anziché rafforzare quella che già esiste, non è il miglior multidisciplinare, dalle arti visive al teatro, dalla musica
modo di «fare sistema»; dal canto loro, i creatori di The Others e di Nest, Roberto alla gastronomia. È necessario, come dichiara Patrizia
Casiraghi e Olga Gambari, considerano al capolinea il modello tradizionale di fiera Asproni, presidente della Fondazione Torino Musei,
e Artissima quasi un corpo a sé rispetto alla città. La verità, come sempre, potrebbe evitare la «saturazione» determinata dall’«omologazione
stare nel mezzo: è altamente improbabile che i meccanismi del mercato ad alto li- dell’offerta». In sostanza, urge differenziare e non limitarvello, quelli praticati da Artissima, siano destinati a sparire, ma nello stesso tempo, si alle mostre temporanee.
evidentemente, la possibilità e la richiesta di proposte alternative esistono. Inoltre La sensazione è di essere arrivati alle soglie di una
la città deve fare i conti con la propria realtà. E la realtà, per il 2016, racconta, tra transizione, con tutte le criticità che questo comporta
l’altro, della perdita del Salone del Libro come esclusiva torinese dopo lo «scippo» nel momento in cui si tratta di inventare un nuovo
di Milano. C’è chi sostiene che quanto accaduto sia la conseguenza dell’incapacità modello. La cultura, comunque, resta il terreno su cui
di rinnovamento e/o di ulteriore miglioramento da parte di una rassegna che negli si deciderà buona parte del futuro della città postinduanni si era affermata come appuntamento di grande richiamo. L’inchiesta pubbli- striale. Lo dimostra il fatto che la sindaca Chiara Apcata alle pagine 6 e 7, consuntivo del «meglio» e del «peggio» verificatosi in città sul pendino, eletta nella scorsa primavera a capo di una
sempre insidioso terreno della proposta culturale legata alle arti visive, mette in luce giunta 5Stelle dopo decenni di governo di quel centrosialtri dati di fatto. Il primo: un «sistema Torino» esiste; non è sempre vero, però, che nistra che ha creato, d’intesa con la Regione e i privati,
funzioni l’interscambio tra le istituzioni. Il secondo: i tagli ai fondi pubblici stanno il fortunato «sistema Torino», abbia chiesto la testa della
accentuando il ruolo di primo piano delle realtà private (le fondazioni, tra cui la citata Patrizia Asproni, «colpevole», in sostanza, di agire
giovane Camera che ha da poco scelto Walter Guadagnini come nuovo direttore) in eccessiva autonomia. Motivo del contendere, dopo
nell’organizzazione della vita culturale della città. Ma proprio sul fronte privato non l’uscita «non concertata» con l’amministrazione comuè possibile ignorare le difficoltà in cui si dibattono le gallerie d’arte contemporanea nale del bando per l’elezione del nuovo direttore di Ar›4
(per le quali Artissima resta una fondamentale boccata d’ossigeno) anche, segnala tissima (la successione o la conferma di Sarah
Fulvio Gianaria, presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea Crt,
per il mancato sostegno di «una nuova fascia
di acquirenti giovani», certo poco incoraggiati
da problemi, prevalentemente fiscali, comuni a tutta la realtà italiana. E ancora: Torino
TORINO
ha un’Accademia che continua a «produrre»
Come vedono Torino oggi
6, 7
giovani artisti (la scorsa Biennale di Venezia
Flashback
8
Artissima / The Others
9
erano «made in Turin» due convocati al PaNest e Dama/ Paratissima /
diglione Italia), ma la città, nei suoi soggetti
La Fondazione Crt 10
La Gam / Palazzo Madama
11
pubblici e privati, deve trovare il modo non
La Galleria Sabauda /
solo per coccolarseli tra i propri cortili, bensì
Palazzo Chiablese / Il Museo Egizio
12
La Pinacoteca Albertina /
promuoverli extra moenia.
La Reggia di Venaria / Il Mao
13
Per tanti anni il «sistema Torino» ha fatto invi- Dall’alto in senso orario Giovanni Ferrero, Walter Guadagnini,
Il Castello di Rivoli / Camera 14
15
dia ad altre città. Nel 2016 è anche arrivata la Roberto Casiraghi, Olga Gambari, Francesca Leon, Chiara Appendino Il Forte di Bard e Piero Fassino
Il Calendario delle mostre 16, 17
nomination del «New York Times», che ha inIl sito megalitico di Saint-Martin-de-
Sommario
N. 9 NOVEMBRE 2016 | GENNAIO 2017
«vedere a/in» è un supplemento di «il giornale dell’arte» edito da allemandi srl,
piazza emanuele filiberto 13, 10122 torino,www.allemandi.com
Umberto Allemandi, direttore responsabile
Franco Fanelli, vicedirettore
Barbara Antonetto, caporedattore
Alessandro Allemandi, web publisher
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Guest editor: Jenny Dogliani (autrice di tutti i testi
non diversamente firmati o siglati)
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Registrazione del Tribunale di Torino: n. 3277 del 7/12/82
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IL GIORNALE DELL’ARTE
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e le dichiarazioni riferite dal giornale
impegnano esclusivamente i rispettivi
autori. Si consiglia di verificare al telefono oppure online date e orari delle
manifestazioni.
Corléans / Il Castello Gamba
La Fondazione Mazzetti / Il Mauto
La Fondazione Accorsi-Ometto /
La Fondazione Ferrero La Fondazione Sandretto / Il Mef /
La Fondazione Merz / Il Pav Lo Spazio Don Chisciotte /
La Pinacoteca Agnelli Le gallerie Tag AccorsiArte / La Galleria Raffaella
De Chirico / La notte bianca La Galleria Narciso Il giro delle aste /
La fiera di antiquariato di Saluzzo La Galleria Giamblanco /
La Galleria Aversa 19
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30
VEDERE A TORINO | 3
Vedere a Torino
‹ 3 Cosulich Canarutto sono un altro grande punto interrogativo, tenendo conto che il miglioramento è
spesso basato su una virtuosa continuità), un’impasse
nell’organizzazione di una mostra di Manet (poi annullata e «non recuperata», manco a dirlo, da Milano) organizzata da Skira, il cui presidente, Massimo Vitta Zelman, prima di procedere, intende confrontarsi proprio
con la nuova amministrazione per capire se e quanto
potrà sostenere la mostra. Nel momento in cui questo
«Vedere a Torino» va in stampa, Patrizia Asproni ha rassegnato le dimissioni. Avrebbe precisato, tuttavia, che
si tratta di un gesto di protesta per il mancato rispetto
delle competenze e del lavoro svolto. L’importante è
che la sindaca e la sua giunta, che si proclamano con il
loro movimento portatori del rinnovamento e delle discontinuità, si rendano conto
che la «decrescita felice» non esclude una proposta culturale fatta, necessariamente,
di grandi eventi e, insieme, di appuntamenti forse meno «popolari» di quelli legati al
tartufo o al cioccolato, ma ugualmente necessari e che tra l’internazionale Artissima
e la vernacolare Paratissima c’è una differenza. (Così come sarebbe necessario un
rapporto diciamo più sciolto con la stampa, visto che è stato impossibile raggiungere,
per questa inchiesta, l’assessora alla cultura Francesca Leon). La Appendino dichiara
che i 5Stelle amano la cultura, ma proprio non le va giù l’idea che le mostre sugli impressionisti a Torino siano nate dai rapporti personali tra il suo predecessore, Piero
Fassino, Massimo Vitta Zelman e il direttore del Musée d’Orsay Guy Cogeval. Secondo lei, i rapporti dovrebbero essere puramente istituzionali. Ora, a parte il fatto che
le istituzioni sono fatte di persone tra le quali i rapporti personali contano eccome,
fu grazie al sogno e ai rapporti personali di un politico illuminato, Giovanni Ferrero,
che nel 1984, proprio nell’anno di nascita della sindaca, apriva il Castello di Rivoli.
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4 | VEDERE A TORINO
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Francesco Poli
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Come vedono Torino oggi
Quali sono stati i punti forti e i punti deboli del «sistema Torino» nell’ultimo anno?
PATRIZIA ASPRONI, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE
TORINO MUSEI. I dati della
cultura a Torino, sia dal punto
di vista della produzione che
dell’offerta verso il pubblico,
sono molto positivi, infatti Torino
è stata inserita nei ranking mondiali come città
fortemente attrattiva per il turismo culturale. Il
modello gestionale applicato ai musei della Fondazione Torino Musei ha presentato dei risultati
eccellenti, sia nel primo semestre che nel trend
degli ultimi mesi, indice di un sistema che funziona. Abbiamo però bisogno di aumentare la consapevolezza di far parte di un sistema che non
è più esclusivamente nazionale, ma sempre più
globalizzato. Dobbiamo quindi operare in modo
da creare un’offerta su misura per i vari pubblici,
lavorare sull’audience engagement, offrire strutture sempre più efficaci ed efficienti e coordinare meglio la nostra comunicazione, in modo da
presentare un’immagine unitaria verso l’esterno.
Sono di grande importanza le varie attività organizzate dai musei, che sedimentano la fidelizzazione dell’utenza per quanto riguarda i cittadini
e attraggono i turisti per l’originalità dell’offerta.
L’omologazione dell’offerta genera saturazione;
creare occasioni di coinvolgimento originali al di
là delle mostre temporanee rende un museo punto di riferimento per tutta la comunità.
SALVO BITONTI, DIRETTORE
DELL’ACCADEMIA ALBERTINA. A differenza di altre città
italiane, Torino ha un sistema
cosiddetto «dell’arte», in particolare contemporanea, tra i migliori possibili, attraverso una rete
museale ed espositiva assai efficace. Mi pare, in
linea di massima, che la proposta espositiva lo
scorso anno sia stata coerente con le attese di
una città che da industriale ha virato ormai verso le ambizioni di una capitale culturale di livello
europeo. Importante è non perdere questa direzione ma consolidarla nel tempo e programmare
con grande anticipo proposte espositive di carattere internazionale, atte a calamitare un pubblico
proveniente anche dall’estero. Forse una grande
mostra di respiro internazionale nell’anno che sta
per chiudersi è mancata.
EMANUELE CHIELI, PRESIDENTE DI CAMERA (CENTRO ITALIANO PER LA FOTOGRAFIA).
Credo che sotto il profilo culturale la città di Torino abbia continuato a dimostrare nell’ultimo
anno un buon dinamismo: qualità, varietà, innovatività e sperimentazione definiscono una proposta culturale che fa della città un
importante propulsore nel Paese. In questo contesto nell’ottobre 2015 si è inserita Camera (ultima arrivata tra le istituzioni cittadine) colmando
uno spazio importante e riportando la fotografia
al centro dell’offerta culturale torinese, con una
forte impronta internazionale. Camera vuole es6 | VEDERE A TORINO
sere un punto di riferimento nel panorama della
fotografia, inserendosi tra i principali attori internazionali ma mantenendo al contempo una grande attenzione al territorio e alle sue eccellenze:
abbiamo avviato molte collaborazioni attive con
altre realtà culturali locali all’insegna della qualità, mettendoci a disposizione del dialogo e di un
percorso di crescita comune per il territorio, nei
confronti del pubblico e a sostegno dell’arte e degli artisti del nostro tempo. Un esempio tra tutti: la
collaborazione, stretta in occasione della mostra
di Ai Weiwei, sia con Palazzo Strozzi, per gli aspetti
di continuità e interrelazione dei progetti espositivi, sia con Artissima, per la promozione a livello
internazionale della produzione artistica torinese
(Foto di Andrea Guermani).
SARAH COSULICH CANARUTTO, DIRETTRICE DI ARTISSIMA. Il punto di forza è
senz’altro la capacità di coordinarsi nelle occasioni importanti e sapersi dimostrare uniti per
massimizzare la forza complessiva della città e della sua rete contemporanea.
In occasione di Artissima, per esempio, esiste un
dialogo proficuo e aperto con le varie istituzioni,
dai progetti comuni al coordinamento delle inaugurazioni, dalle collaborazioni agli scambi di pubblico, in modo che tutti possano avere visibilità e
offrire al visitatore che arriva da fuori la miglior
esperienza della Torino artistica. Il punto debole
è la generale mancanza di una visione strategica futura che permetta a ogni istituzione di porsi obiettivi concreti in una città che non può più
contare sulle condizioni del passato. Partendo dal
presupposto che rispetto ad alcuni anni fa sono
cambiati l’economia pubblica della cultura e i
singoli finanziamenti, ma anche gli equilibri e le
dinamiche del mondo dell’arte, è fondamentale
che vengano fatte scelte precise per ricreare un
assetto realistico, costruttivo e concertato. Questo affinché non vengano messi a rischio gli importanti investimenti fatti e la stessa sussistenza
dell’eccellenza contemporanea della città, a mio
parere una delle sue grandi forze identitarie (Foto
di Delfino Sisto Legnani).
FULVIO GIANARIA, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE PER L’ARTE MODERNA
E CONTEMPORANEA CRT.
Direi che i punti di forza del
sistema torinese dell’arte
contemporanea vanno individuati nei molti momenti espositivi proposti sia
dalle grandi istituzioni museali pubbliche che
dalle fondazioni e dagli spazi privati. Le mostre
di grande richiamo unitamente a quelle di particolare qualità (si pensi a Villar Rojas inaugurata alla Fondazione Sandretto nel novembre
2015) hanno dato vita a un’offerta imponente
e interessante. Gli eventi di novembre guidati
da Artissima e Luci d’artista si mantengono a
livelli di eccellenza. A questo ricco quadro aggiungerei i segni di vitalità giunti dal mondo più
appartato dei giovani artisti, dei giovani curatori
e degli spazi non profit. Per contro si manifestano debolezze importanti dovute alla progressiva
contrazione delle risorse pubbliche destinate al
sistema alla quale si accompagna un certo disimpegno dei privati. Basta pensare alle difficoltà delle gallerie private che non sono sostenute
da una nuova fascia di acquirenti giovani.
CHRISTIAN GRECO, DIRETTORE DEL MUSEO EGIZIO.
Quando penso a Torino vedo
una città in continuo divenire,
alla ricerca del suo dna e che
trova nella cultura, nei suoi
musei e nei suoi monumenti,
la sua cifra identitaria. Uno degli aspetti del capoluogo piemontese che mi ha particolarmente
colpito è la volontà di fare rete che ho trovato tra
gli operatori culturali e le istituzioni cittadine, sempre impegnate a collaborare per offrire al pubblico torinese e ai turisti (in costante aumento in
città) un prodotto polivalente, una proposta culturale variegata e aperta alle esigenze di tutti. Tra
gli aspetti da potenziare nel «sistema Torino» vi è
certamente il dialogo tra le istituzioni, al di là della
loro mission, vision o del loro valore intrinseco, a
favore dello sviluppo di relazioni multidisciplinari
in grado di ampliare e offrire nuove prospettive
di ricerca e di fruizione del patrimonio culturale.
MASSIMO LAPUCCI, SEGRETARIO GENERALE DELLA FONDAZIONE CRT. Se
per «sistema» si intende un
insieme di elementi tra loro
interconnessi e in grado di
comportarsi come un tutt’uno, senza ulteriori reconditi significati, allora
direi che certamente Torino, specie nell’ultimo decennio, ha saputo costruire una propria
identità come punto di riferimento nazionale
in ambito arte e cultura grazie alla capacità
di trasformarsi attraverso un mix di sperimentazione e pianificazione: dandosi obiettivi di
medio e lungo periodo condivisi dalle istituzioni e declinandoli in azioni concrete. Ciò è
ancora fondamentalmente vero anche per l’ultimo anno, seppur il cosiddetto sistema abbia
mostrato segni di manifesta debolezza, specie
per quelle iniziative che, pur consolidate, sono
rimaste vittima della propria seducente autoreferenzialità, incapaci di ascoltare un cambiamento già presente nei fatti. Da questo punto di vista, così come sollecitato da tempo da
soggetti filantropici come le stesse fondazioni
(dalle quali, va detto, ormai dipende spesso la
stessa sopravvivenza di gran parte delle istituzioni culturali del territorio) è arrivato il momento del coraggio delle scelte, di fare cioè la
cosiddetta «lista delle priorità» anche in ambito
arte e cultura, puntando su ciò che davvero
conta e funziona. E i conti alla fine devono tornare sempre, anche per la cultura, o non si
va lontano: inutile illudersi. Va ridefinito il ruolo di alcuni fattori distintivi nel tessuto urbano
Come vedono Torino oggi
come anche, ad esempio, i luoghi dell’arte e,
in particolare, dell’arte contemporanea, puntando a una configurazione che sia più al passo con una città che, nel tempo, ha sviluppato
una capacità attrattiva prima sconosciuta.
BEATRICE MERZ, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE
MERZ. Intanto sarebbe bene
chiedersi una buona volta che
cosa significhi «sistema Torino».
Si continua a parlare di questo
«convitato di pietra» senza definirne i contorni. Il fatto stesso che stiamo perdendo il Salone del Libro è la prova che il cosiddetto sistema o non esiste o forse non funziona.
Altrimenti sarebbe stato in grado di proteggerlo.
Forse il vero punto debole è che si ragiona per
comparti separati senza riunire allo stesso tavolo
le varie anime della cultura, dal teatro all’arte, dalla musica al cinema, dai libri al cibo… A controbilanciare questa dispersione ci sono per fortuna
la cocciutaggine e l’entusiasmo delle persone e
delle istituzioni che continuano a produrre cultura, nazional popolare o di nicchia non importa,
purché di qualità. Per qualità intendo che abbia
la vocazione ad accrescere, anzi allargare, l’autonomia culturale dei cittadini.
ANTONELLA PARIGI, ASSESSORE ALLA CULTURA DELLA
REGIONE PIEMONTE. I punti di forza sono nella capacità
di lavorare insieme. Lo scorso
settembre abbiamo inaugurato
la mostra di Ed Atkins, frutto di
una collaborazione tra Castello di Rivoli e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, un impegno
che vede pubblico e privato insieme, altro aspetto
positivo. L’anno scorso Artissima ha lavorato con
tutti i rappresentanti del sistema. Più che di debolezze invece parlerei di scommesse, una è quella
di ridare a Rivoli capacità produttiva rispetto al
sistema, riposizionamento a livello internazionale e ampliamento dei flussi di frequentazione del
museo. Per quanto riguarda i nuovi equilibri con
il Comune ci sono delle domande aperte, stiamo aspettando un tavolo di confronto per capire
come procedere.
ALBERTO PEOLA, GALLERISTA. I punti di forza sono stati la
nomina di Carolyn Christov-Bakargiev, la nascita di Camera, la
conferma di Artissima e di tutte
le altre manifestazioni che da
anni rendono Torino, nella prima settimana di novembre, la capitale dell’arte
contemporanea. Il non essere riusciti a prolungare in altri periodi dell’anno l’attrattiva artistica di
Torino è invece uno dei punti non soddisfacenti. I
punti deboli del sistema dell’arte dipendono però
anche dalla situazione economica del Paese, dal
peso crescente delle aste e dall’Iva al 22%, fattori
che hanno portato a una progressiva «rarefazione» della figura del collezionista.
FRANCESCO
PROFUMO,
PRESIDENTE DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO. Torino è
da sempre una delle città italiane più attente alla cultura contemporanea, luogo di nascita
di movimenti artistici, sede di
istituzioni e spazi dedicati alle espressioni più d’avanguardia, contesto culturale vivace in grado di
sollecitare riflessioni sui linguaggi espressivi contemporanei, città con un attento mecenatismo,
un raffinato collezionismo privato e una ricca
rete di gallerie. Questi elementi negli anni hanno
permesso alla nostra città di posizionarsi nel panorama internazionale dell’arte contemporanea
con una precisa identità culturale di alta qualità
che oggi però ha bisogno di essere rivitalizzata attraverso un convinto sostegno alla produzione e
alla ricerca. Occorre parallelamente lavorare allo
sviluppo di una cornice strategica concertata che
permetta di valorizzare e rafforzare l’azione dei
diversi attori del sistema e di potenziare, sia a livello locale sia a livello internazionale, le ricadute
culturali, economiche e sociali del loro operato.
ALESSANDRO
RISCOSSA,
AVVOCATO E COLLEZIONISTA. Nell’anno 2016 il sistema dell’arte a Torino ha dato
segnali positivi. A causa della
crisi anche i fondi destinati
ai musei dagli enti pubblici si
sono ridotti, ma un punto di forza è la loro buona reazione. Non tutto il male viene per nuocere: il dialogo (da tempo in essere) tra le istituzioni
museali pubbliche e i privati ha avuto una svolta importante e le fondazioni bancarie (in realtà
riconducibili ai cittadini) hanno ben operato con
interventi mirati. Analogamente ottimo l’operato
delle importanti fondazioni private da tempo attive in città e da alcune da poco costituite, ottenuto il riconoscimento della P.A. regionale. Nuove
gallerie sono sorte e come quasi tutte le «vecchie»
si sono proposte con manifestazioni di taglio ragguardevole presentando, alcune almeno, anche
artisti di vaglia internazionale. Costituiscono un
punto di forza anche le importanti attività in corso da parte delle già citate fondazioni bancarie,
che dovrebbero concludersi a breve con la messa
a disposizione di nuovi spazi dedicati anche all’arte contemporanea, così surrogandosi (credo) alla
Gam e al Castello di Rivoli ai quali, causa l’attuale situazione economico-finanziaria, non possono
essere destinate le idonee somme da parte degli
enti pubblici. Ancora due considerazioni sui punti
di forza: una su Artissima, che negli anni ha avuto un eccellente sviluppo, è considerata ottima
manifestazione anche all’estero e vede sempre
di più presenze di artisti, soprattutto giovani, di
sicuro livello internazionale, gallerie, curatori, critici, collezionisti e operatori in genere; l’altra sul
progresso degli artisti torinesi (di nascita o di adozione) che risultano, soprattutto dal 2016, tra i
più seguiti, e non solo in Italia, dai più importanti
addetti ai lavori. Mi rifiuto di considerare punto
debole la circostanza che la crisi abbia costret-
to gli enti pubblici erogatori a limitare le somme
da mettere a disposizione delle strutture museali,
certamente in attesa di riprenderle appena possibile. Come ho detto il sistema dell’arte a Torino
si è bene comportato; la riduzione di «presenze»
nell’anno è stata assorbita senza grandi traumi e
non resta che attendere il futuro con fiducia.
PATRIZIA SANDRETTO RE
REBAUDENGO, PRESIDENTE
FONDAZIONE SANDRETTO
RE REBAUDENGO. Punti di
forza: i programmi che sostengono le produzioni culturali
all’incrocio tra discipline, che
immaginano e incentivano un sistema basato
sulla collaborazione tra spazi istituzionali e piccole realtà di ricerca. Ad esempio il bando «Ora!»
con cui la Compagnia di San Paolo ha individuato nel 2016 venti progetti nati, su scala locale e
nazionale, dall’incontro tra expertise consolidate
e idee innovative. Oppure «Resò» e «Zonarte», con
cui la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea Crt promuove il sistema e le sue figure
chiave: artisti, professionisti, educatori. O ancora
«Hangar Creatività», le borse under 35 dell’Assessorato alla Cultura e Turismo della Regione
Piemonte che puntano sulla cultura progettuale
e sul talento degli artisti. Spero che programmi
come questi possano far nascere anche una
nuova audience, avviando un ricambio generazionale e superando la staticità dei pubblici: a mio
parere uno dei punti deboli del nostro sistema
(Foto di Alessandro Albert).
MARIO TURETTA, DIRETTORE DELLA VENARIA REALE.
Nell’ambito museale ed espositivo generale, e non solo per
il mondo specifico dell’arte
contemporanea, Torino e il suo
circondario possono vantare
un sistema di attrazioni diversificate che anche
nel corso dell’ultimo anno sono state meta di un
numero crescente di turisti provenienti da fuori regione, da tutta Italia e anche dall’estero che hanno premiato, tra le altre cose, la cura e le proposte
dei servizi pensati per molteplici target di visitatori. Un fattore di parziale e (spero) momentanea
debolezza resta che ancora molto c’è da fare per
integrare al meglio queste attrazioni dal punto di
vista logistico, mentre l’elemento di forza consiste
senza dubbio nel fatto che le stesse già iniziano
a essere percepite come «sistema culturale» proprio del nostro territorio, con notevoli margini di
sviluppo in tal senso. Questo vale ad esempio per
le Residenze Reali che stiamo proponendo come
un unico insieme, una nuova imperdibile «meta
esotica» del turismo culturale italiano per vivere
esperienze molteplici: dallo svago culturale alla
conoscenza storica, dall’immersione in contesti
artistici, paesaggistici e naturali straordinari alle
prelibatezze enogastronomiche che abbondano
nei loro territori, senza tralasciare i percorsi dedicati all’arte contemporanea che sono sempre più
presenti e abbinati alle stesse Residenze.
VEDERE A TORINO | 7
Vedere a Flashback
Occorre essere sincretici
43 gallerie nella IV edizione di Flashback
«Natura morta
con cesto, coppe
di frutta e due
scimmie» di Jan van
Kessel il giovane
(De Jonckheere,
Ginevra)
A fondere in una visione complessiva la ricerca e il mercato, l’arte antica e contemporanea italiana e internazionale e le molteplici culture che le hanno generate è la
IV edizione di Flashback (al Pala Alpitour Isozaki dal 3 al 6 novembre), la fiera
diretta e fondata da Ginevra Pucci e Stefania Poddighe dedicata quest’anno al
«Nuovo sincretismo». Le gallerie selezionate sono 43, otto in più rispetto al 2015,
cresce il numero degli espositori internazionali: quattro svizzeri, uno londinese e
due con sedi in Italia e all’estero. Tra chi ha deciso di partecipare per la prima volta
nomi d’eccezione come Galleria dello Scudo di Verona, Gian Enzo Sperone di Sent
(Svizzera), Raffaele Verolino di Modena, De Jonckheere di Ginevra e Benjamin Proust
Art Limited di Londra. Tra le riconferme, invece, i milanesi Longari e Mirco Cattai, i
torinesi Giamblanco, Biasutti & Biasutti e Benappi, Enrico Frascione di Firenze e la
Galleria del Laocoonte di Roma. Per quanto riguarda le opere proposte non mancano alcuni inediti come la «Madonna con il Bambino in gloria e i santi Rocco e
Sebastiano» del Guercino (Galleria Aleandri Arte Moderna di Roma), dipinta per
l’oratorio di Nonantola nel 1632-34 e ritenuta dispersa fino alla fine del Novecento, e
l’Astrolabio di Fusoris, costruito verso la fine del Trecento (Galleria Zabert di Torino). Per favorire il collezionismo, vera anima di ogni fiera, è stato messo a punto un
servizio gratuito di art advisory disponibile su prenotazione. A sviluppare il tema
del sincretismo è un ricco programma culturale fatto di mostre, performance musicali, conferenze e videoproiezioni. Nello spazio antistante l’ingresso accoglie i
visitatori il progetto di Alessandro Bulgini «Opera viva Barriera di Milano»: il
curatore Christian Caliandro ha invitato sei artisti, Zanbagh Lotfi, Andrea Mastrovito, Saul Melman, Aryan Ozmaei, Gian Maria Tosatti e Alessandro Bulgini, a esporre
su un manifesto largo sei metri e alto tre le proprie opere nate dal dialogo con
il quartiere di Barriera di Milano, tra i più multietnici
della città. Al progetto si collega il workshop didattico
«Saving the beauty. Collezioni di bellezza», incentrato sul collezionismo e la conservazione dell’opera
d’arte e svolto nel medesimo quartiere da Atelier Heritage. Il 5 e 6 novembre negli spazi di Flashback le
attività di laboratorio sono aperte a tutti su prenotazione. Ad animare la fiera anche uno spazio dedicato
alla videoarte, con quattro video di altrettanti autori
(Gianfranco Baruchello, Giuseppe Chiari, Luca Maria
Patella e Gino De Dominicis), un focus sulla musica
folk tradizionale e contemporanea, visite guidate e
approfondimenti di galleristi e curatori e una serie di
talk sulle contaminazioni tra arte, religione, pensiero
scientifico, umanistico, etica e morale. q Jenny Dogliani
TORINO. Pala Alpitour Isozaki, via Filadelfia 82, corso Sebastopoli
123, gio-dom 11-20, tel. 011/1946424, www.flashback.to.it,
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8 | VEDERE A TORINO
Vedere ad Artissima e The Others
Artissima
decolla dall’aeroporto
Sette premi, una nuova sezione, 193 gallerie
e un progetto di Thomas Bayrle
Si svolge all’Oval Lingotto dal 4 al 6 novembre la XXIII edizione di Artissima,
la quinta diretta da Sarah Cosulich Canarutto il cui successore scelto tramite
un bando scaduto il 15 settembre, al quale lei stessa ha partecipato nonostante
le perplessità sulla tempistica del concorso, sarà reso noto al termine della fiera.
Sono 193 le gallerie selezionate (207 nella precedente edizione), al 65% straniere
di 34 Paesi tra cui, per la prima volta, Iran, Cina, Colombia e Sudafrica. Articolata
su 20mila metri quadrati, con più di 2mila opere esposte, 50 curatori e direttori
di musei coinvolti, la fiera costa in totale 2,5 milioni di euro, coperti all’85% da
autofinanziamenti provenienti dagli affitti delle gallerie, che vanno dai 180 euro
al metro quadrato delle New Entries ai 240 euro al metro quadrato della Main
Section (con un incremento di 300mila euro dal 2012 a oggi), dagli sponsor (aumentati del 180%) e dalla vendita dei biglietti (52mila visitatori nel 2015) e, per il
restante 15%, da enti pubblici e Fondazioni. Da non dimenticare la cifra messa a
disposizione dalla Fondazione Crt per lo shopping in fiera di Castello di Rivoli
e Gam, in linea con quella dell’anno scorso che ammontava a 450mila euro. Le
novità di quest’anno, che rilanciano il progetto di ricandidatura della Cosulich,
non ancora reso noto, sono: una fiera sempre più curata e «museale» con una
nuova sezione, Dialogue; la ridistribuzione delle gallerie, con avanguardie e artisti
emergenti in posizione privilegiata; una sempre maggiore valorizzazione del collezionismo, attraverso un’area espositiva che, accanto a opere dei principali musei
del territorio, propone quelle delle tante importanti collezioni private piemontesi,
e un profondo coinvolgimento della città, con l’installazione «Flying Home» ideata da Thomas Bayrle per lo spazio ritiro bagagli dell’aeroporto torinese. «Artissima
cerca sempre di ripensare il suo ruolo di fiera pubblica in una capitale internazionale dell’arte
contemporanea. Vogliamo dimostrare che Torino è un luogo di cultura innovativa e site specific», ha dichiarato la Cosulich. Crescono i premi in palio, dai sei della scorsa edizione ai sette di quest’anno, con un montepremi totale di 50mila euro. Accanto ai 30
stand di Dialogue, in ciascuno dei quali sono messi a confronto tre artisti, le canoniche Main Section, con 105 espositori tra cui Franco Noero e Mazzoleni (Torino),
Massimo Minini (Brescia), Tega e Lia Rumma (Milano), Tucci Russo (Torre Pellice),
Cabinet (Londra), Christine König (Vienna); Per4m, con otto gallerie (alla perfor-
«L’abbeveratoio» di Santiago Serra, 2015. Courtesy l’artista e
Prometeogallery di Ida Pisani (Milano, Lucca)
mance migliore il Premio K-Way Per4m del valore di
10mila euro) e Art Edition, con le stampe e multipli proposti da otto gallerie. Nel corridoio centrale le
giovani proposte e le avanguardie ovvero, 41 gallerie
della sezione New Entries, che si contenderanno il
Premio Owenscorp New Entries (5mila euro), e 19 di
Back to the Future, con altrettanti artisti attivi tra
fine anni Settanta-inizio anni Ottanta scelti (questa
una novità) non da direttori di musei della loro stessa
generazione, ma da giovani curatori nati negli stessi
anni (qui in palio il Premio Sardi per l’arte Back to the
Future: 5mila euro). A proporre artisti emergenti sono
anche i 23 espositori di Present Future, a uno dei
quali andrà il Premio Illy Present Future. Da ricordare,
inoltre, Premio Reda, Premio Fondazione Ettore Fico e
il nuovo Mutina Project «This is not a prize».
Sempre all’Oval ci sarà la mostra curata da Simone
Menegoi con opere provenienti dai musei del territorio e, per la prima volta, da collezioni private piemontesi. Infine le visite guidate di curatori e collezionisti,
le conversazioni coordinate da Stefano Cagol e il servizio di art advisory offerto da Unicredit. q J.D.
TORINO. Oval Lingotto, via Nizza 294, ven-dom 12-20, tel.
011/19744106, www.artissima.it, «Artissima» dal 4 al 6 novembre
È nomade l’altra The Others
La natura frattale di Thomas Bayrle
Costruito negli anni Ottanta dell’Ottocento lungo le rive
della Dora e abbandonato nella primavera di quest’anno per il piano di revisione ospedaliera della Regione
Piemonte, l’ex Ospedale Regina Maria Adelaide ospita dal 3 al 6 novembre la sesta edizione di The Others.
Diretta da Andrea Casiraghi, la fiera notturna rivolta
alla scena artistica emergente e non ufficiale lascia
per la prima volta l’ex Carcere Le Nuove. La manifestazione, divenuta itinerante, contribuirà di volta in volta a riattivare spazi anticonvenzionali caduti in disuso. I numeri della
fiera sono: oltre trenta espositori italiani e internazionali come Werner Widmer Theodoridis di Eschlikon, Mc2 Gallery di Milano, Vision Quest di Genova, L’Etrangere di Londra,
Kech’Collective di Marrakech, E3 Arte Contemporanea di Brescia, Cultrise di Roma, Galerie Antonio Nardone di Bruxelles e Riccardo Costantini di Torino; tre premi: al miglior
progetto curatoriale, alla migliore opera inedita negli stand e al più meritevole artista di
«Exhibit», la mostra sul tema del nomadismo culturale allestita negli spazi delle palestre
con opere di artisti rappresentati da gallerie torinesi. Corredano la fiera incontri, performance, workshop per bambini nonché aree di ristoro nel cortile interno dell’ex ospedale
(nella foto, «Abbandono» di Chiara Fucà, 2016, Eggers2.0, Torino).
Tradizionalmente identificato come non luogo per eccellenza, l’aeroporto diventa un punto nevralgico di produzione culturale cittadina grazie al progetto di Thomas
Bayrle (1937) intitolato «Flying Home», curato da Sarah
Cosulich Canarutto nell’area ritiro bagagli dell’Aeroporto
di Torino (Caselle), dal 4 novembre al 28 maggio. Il lavoro
dell’artista tedesco è incentrato sulla velocità, la tecnologia e l’interconnessione. L’installazione accoglie i visitatori in arrivo a Torino, anche se il titolo (Volare a casa) è
pensato in particolare per i torinesi. «Flugzeug», un aereo
di 96 metri quadrati composto da un milione di piccoli
aerei ritagliati a mano, realizzato nel 1984 e presentato
all’ultima Documenta, viene qui, per la prima volta, accompagnato da immagini che rendono visibile il lavoro
manuale e collettivo di backstage. Simile a un oggetto
frattale, «Flying Home» allude al rapporto tra individuo e
società, atomo e universo, prodotto e consumo.
TORINO. Ex Ospedale Regina Maria Adelaide, lungo Dora Firenze 87, gio 21-1, ven-sab 17-1, dom 11-20,
tel. 011/850660, www.theothersfair.com, The Others 2016 dal 3 al 6 novembre
CASELLE (TO). Aeroporto Internazionale Sandro Pertini, strada
Aeroporto 12, area ritiro bagagli, www.artissima.it,
www.aeroportoditorino.it, «Thomas Bayrle. Flying Home» dal 4
novembre al 28 maggio
VEDERE A TORINO | 9
Vedere ad Artissima, Dama, Nest, Paratissima e theGIFER
Indipendenti non necrotizzati
Il panorama fieristico torinese si arricchisce di quattro appuntamenti. Nest è la prima edizione di un festival dedicato ai centri italiani di produzione artistica indipendente, parte del network internazionale
Nesxt che comprende enti non profit, associazioni
e collettivi. Nello spazio Q35 dal 4 al 6 novembre si
possono visionare i progetti di 20 spazi selezionati tra cui Wunderkammer (Trento), Museo d’Inverno
(Siena), Bocs (Catania) e Cose Cosmiche (Milano).
Accanto a essi una sezione dedicata alla grafica
con produzioni di una decina di collettivi ed editori come Print About Me (Torino) e Chicken Broccoli
(Roma). Il tutto accompagnato da un programma di
performance, concerti, conferenze, proiezioni, djset
e workshop con ospiti italiani e internazionali. Non manca un circuito off attivo sino al 6
novembre con mostre ed eventi in una ventina di spazi cittadini; a parteciparvi collettivi
e gallerie torinesi come Diogene, Spazio Ferramenta e Galleria Moitre e due ospiti stranieri, Galerie ambulante-Association ART’ccessible (Marsiglia) e Pasaj (Istanbul). «Attorno
a Nesxt, spiega la direttrice artistica Olga Gambari, si sta aggregando un’energia e una
progettualità di reale networking nuovo e positivo, estraneo a situazioni necrotizzate e a
strategie collettive ormai obsolete e asfittiche» (nella foto, Le dictateur, Milano). Al richiamo
dell’indipendenza risponde anche la prima edizione di Dama, piccola fiera ispirata a Le
città invisibili di Calvino in Palazzo Saluzzo Paesana dal 2 al 6 novembre. Nove gallerie
internazionali, di cui soltanto due italiane, presentano lavori di non più di due artisti in
dialogo con l’architettura settecentesca. Tra gli espositori il torinese Giorgio Galotti, con
Sarah Jane Hoffmann e Piotr Skiba, e Antenna Space di Shanghai con Yu Honglei. Infine
altri due festival: theGIFER, dedicato a opere in formato digitale Gif, dal 2 al 6 novembre in
vari spazi cittadini come le stazioni della metropolitana e il Museo Nazionale del Cinema,
e Torino Graphic Days, dedicato al visual design con workshop conferenze, performance,
mostre e djset da Toolbox dal 3 al 6 novembre. q J.D.
TORINO. Q35, via Quittengo 35, www.nesxt.org, Nest dal 4 al 6 nov./Sedi varie. www.nesxt.org,
Circuito off di Nest dal 27 ott. al 6 nov./Palazzo Saluzzo Paesana, via della Consolata 1 bis, mer
18-22, gio-ven 11-19, sab 11-24, dom 11-17, Dama dal 2 al 6 nov./Sedi varie. www.wearethegifers.
tumblr.com. theGIFER. International Gif Art Festival dal 2 al 6 nov./Toolbox Coworking, via Agostino
da Montefeltro 2, www.graphicdays.it, Torino Graphic Days dal 3 al 6 nov.
Paratissima tra le stelle
Con più di 600 artisti, dieci mostre, otto sezioni (Arti visive, International, Fotografia,
G@p/Galleries at Paratissima, Design, Video, Fashion e Kids), due Nazioni ospiti (Cuba,
Cina), quattro premi e i lavori vincitori delle edizioni gemelle della manifestazione a Skopje,
Lisbona e Cagliari, si svolge dal 2 al 6 novembre a Torino Esposizioni la XII edizione di
Paratissima. Intitolata «To the star», rende omaggio ad astronomia e astrologia attraverso
il numero dodici, associato, tra l’altro, ai segni zodiacali e alle lunazioni di un anno solare
(nella foto, un particolare della scorsa edizione). Tra gli appuntamenti: la mostra curata
da Francesca Canfora e Cristina Marinelli «Space Appeal. Il richiamo siderale», con poster della Nasa e opere di Karel Thole, Luisa Valentini, Enrico De Paris, Michael Najjar,
Santissimi, Mauro Benetti, Giovanni Albanese, Dario Goldaniga, Daniele D’Acquisto, Mario Pandiani e Raffaele Fiorella; «Zoom-In», un progetto del collettivo cubano Fucina des
Artistas che indaga i concetti dell’essere, abitare, costruire e creare; nove mostre curate
dai diciassette giovani curatori della terza edizione di N.I.C.E. (New Independent Curatorial
Experience); un focus sulla fotografia, con opere di artisti emergenti e internazionali come
Franco Pagetti, Gabriele Galimberti, Daesung Lee, Giulia Mangione, Gabriele Duchi, Erika
Zolli e Irene Gittarelli. E infine «P 360-Art in the city», un circuito di mostre in 49 sedi nei
quartieri di San Salvario, Vanchiglia e Borgo
San Paolo, come Spazio Arsenale, Campus
San Paolo e Art Hotel Olympic, con l’intento
di promuovere l’arte emergente e la creatività non ufficiale durante tutto l’anno.
TORINO. Torino Esposizioni, corso Massimo
d’Azeglio 15, tel. 011/2073075, Paratissima XII.
To the star dal 2 al 6 novembre/ Sedi varie.
www.paratissima.it, tel. 392/2846691, «P 360-Art
in the city» dal 2 al 30 novembre
10 | VEDERE A TORINO
I fondamenti di una
Fondazione fondamentale
TORINO. Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea Crt, via
XX Settembre 31, tel. 011/5065604, www.fondazioneartecrt.it
Tra i principali sostenitori del sistema dell’arte contemporanea torinese vi è la Fondazione per l’Arte
Moderna e Contemporanea Crt, uno dei pilastri di
Artissima alla quale contribuisce, oltre che con il budget messo a disposizione per lo shopping in fiera di
Castello di Rivoli e Gam (15 le opere scelte lo scorso
anno da Carolyn Christov-Bakargiev per un valore commerciale di 450mila euro; nella foto «Frammenti di
riflessione (exoteric gate)» di Nanda Vigo, 1976), anche con un programma di ospitalità per curatori «con
portafoglio» di importanti musei stranieri.
Ad Artissima, nello spazio «In Mostra» curato da Simone
Menegoi, è esposta la fotografia «New York 1957» di
Ugo Mulas, una della circa 750 opere di oltre 180 artisti raccolte dalla Fondazione in poco più di dieci anni
con un investimento totale di 36 milioni di euro, uno
degli investimenti più ragguardevoli del mondo in favore
del contemporaneo. La fiera è inoltre l’occasione per
presentare i molteplici progetti autunnali della Fondazione, a incominciare da Zonarte, il network dei dipartimenti educazione delle principali istituzioni torinesi
votate al contemporaneo che annunciano il programma
di incontri, eventi e workshop che comprende l’«Education_Art/Contest», un progetto partecipato finalizzato a costituire un glossario scientifico per la ricerca
storico artistica e le pratiche di educazione all’arte. In
quest’ambito si inserisce anche il secondo ciclo di lezioni di arte contemporanea di Francesco Poli intitolate
«Dove va la scultura contemporanea», alla Gam il 15 e
22 novembre (ore 18, ingresso gratuito, prenotazione
obbligatoria). Da non dimenticare Resò, IV edizione del
programma internazionale di residenza presentato con
la conferenza «Let’s Talk Resò» (Meeting Point di Artissima venerdì 4 novembre alle 12,30) e con un lavoro di
Flavio Palasciano e Mattia Macchieraldo (nello spazio
In Mostra), e la quinta edizione del corso per curatori
«Campo». Organizzato dalle Fondazioni Crt e Sandretto
Re Rebaudengo, esso offre tre tirocini semestrali nell’organizzazione di Artissima, Nest e al Castello di Rivoli.
Tra i meriti di Fondazione Crt infine il sostegno ai principali appuntamenti della settimana dell’arte contemporanea torinese, da Contemporary Art Torino Piemonte a
Ouverture (opening collettivo delle gallerie del circuito
Tag-Turin Art Galleries), The Others, Nest e Dama.
Vedere a Torino nelle sedi pubbliche
Eclettica artista
torinese scomparsa
ultranovantenne
nel settembre 2015,
vincitrice del Leone
d’Oro alla carriera
alla 50ma Biennale di
Venezia (2003), Carol
Rama ha la sua prima
grande retrospettiva
internazionale, con
circa duecento opere
realizzate dal 1936 al 2005.
Organizzata da Macba di
Barcellona, Musée d’Art
Moderne de la Ville de
Paris, Espoo Museum
of Modern Art, Irish
Museum of Modern Art di
Dublino e Gam di Torino,
la mostra itinerante è
giunta all’ultima tappa
nel museo torinese fino al
5 febbraio.
Itinerante, diagonale
e alternativa
La Gam racconta Carol Rama
Degli anni Trenta e Quaranta figurano gli acquerelli delle serie «Appassionata» e «Dorina», una pittura erotica e violenta che negli anni Cinquanta condusse Carol
Rama all’adesione al Movimento dell’Arte concreta. Del
decennio successivo la stagione dei bricolage con occhi di vetro, denti e artigli animali mescolati a segni e
interventi cromatici rabbiosi e vitali. Negli anni Settanta l’esordio delle gomme di bicicletta, utilizzate alla
stregua di pelle e carne per dare voce al corpo e alla
sessualità. Dei decenni successivi, infine, i disegni con
un’anatomia distorta fatta di parti di corpi flaccidi e in
decomposizione. Altro artista legato a Torino fu Giacomo Balla, che vi nacque nel 1871 e vi rimase fino al
1895, un periodo documentato nella Wunderkammer
della Gam (dal 5 novembre al 27 febbraio) con rare fotografie di Mario Gabinio, il dipinto di Giacomo Grosso
«Ritratto di Olimpia Oytana Barucchi», lo studio di Balla
Il cardinale sotto le stelle
Canonico della Cattedrale di Sant’Eusebio a Vercelli, cardinale e ambasciatore pontificio nel Nord
Italia dal 1205, legato a Parigi e Limoges nel
1208, nunzio apostolico in Inghilterra nel 121618, Guala Bicchieri (Vercelli 1150-Roma 1227)
costituì durante la sua carriera ecclesiastica
un’imponente collezione di oreficerie, smalti di Limoges, paramenti sacri, reliquiari e codici minati provenienti dai principali centri dell’arte gotica
dell’Europa settentrionale. Tale raccolta fu lasciata in eredità all’abbazia di Sant’Andrea di Vercelli
(prima fabbrica gotica edificata in Italia) da lui fondata nel 1219. Dall’11 novembre al 6
febbraio a Palazzo Madama sono esposti i pezzi della collezione pervenuti sino a noi, circa una ventina: tra questi il grande cofano di Palazzo Madama, un gruppo di medaglioni
con animali e creature fantastiche e un manoscritto miniato di area renana. Fino al 23
gennaio, ad animare le sale un tempo abitate dalla prima Madama reale, sono anche
le opere della mostra «I segreti della porcellana. Materie prime, capolavori barocchi e
forme contemporanee», che spaziano dalla produzione medicea a quella Meissen, alla
manifattura di Sèvres. Accanto a numerosi manufatti della collezione figurano trattati
scientifici, diari di viaggi in Oriente e una campionatura di terre e minerali utilizzati nelle fabbriche cinesi ed europee. Il tutto è intervallato dalle ironiche opere del collettivo
torinese The Bounty Killart, ispirate alle porcellane settecentesche (nella foto «Guitar
hero»). A completare l’offerta espositiva sono infine settanta fotografie (esposte sino
al 13 novembre) scattate in zone di guerra da 14 donne fotoreporter, tra queste Linda
Dorigo, Jodi Hilton, Andreja Restek, Annabell Van den Berghe e Laurence Geai, e il progetto dell’artista italiana Grazia Toderi e dello scrittore turco Orhan Pamuk intitolato «War
and stars»: una serie di otto video che verrà presentata al Mart di Rovereto il prossimo
aprile, lanciata in anteprima al Planetario di Pino Torinese Infini-To (dal 4 al 6 novembre),
con una proiezione nella cupola emisferica, e a Palazzo Madama (dal 4 novembre al 16
gennaio) con alcune immagini circolari e ovali ideate da Toderi e Pamuk ispirandosi al
piccolo planetario ligneo dell’ebanista Pietro Piffetti. q J.D.
TORINO. Palazzo Madama, piazza Castello, lun/mer-dom 10-18, tel. 011/4433501, www.palazzomadamatorino.
it, «Grazia Toderi e Orhan Pamuk. Words and Stars» dal 4 nov. al 16 genn., «In prima linea. Donne
fotoreporter in luoghi di guerra» fino al 13 nov., «Lo scrigno del cardinale. Guala Bicchieri collezionista di
oreficerie, smalti e manoscritti tra Vercelli, Limoges, Parigi e Londra, all’inizio del 1200» dall’11 nov. al 6
febb., «I segreti della porcellana. Materie prime, capolavori barocchi e forme contemporanee» fino al 23
genn., «Emanuele D’Azeglio. Il collezionismo come passione. Dal Burlington Club di Londra al Museo Civico
di Torino» dal 2 dic. al 6 mar., «La camera di vetro (nuovo allestimento)» fino al 18 mar. 2018
«La macelleria» di Carol Rama, 1980
per il Ritratto di Clelia Ghedini Marani e opere di
Federico Boccardo, Giuseppe Pellizza da Volpedo,
Pilade Bertieri, Felice Carena e Antonio Maria Mucchi. All’energia alternativa guarda invece la prima edizione del progetto triennale realizzato dalla Gam con
la Fondazione Spinola Banna. Cinque artisti selezionati
con bando parteciperanno a un programma di residenza
e ricerca che si concluderà con una mostra in entrambe
le sede. A presentare l’iniziativa alcuni lavori di Elena
Mazzi (tutor del progetto) esposti nell’atrio e nelle scale
della Gam dal 6 novembre. Un luogo di creatività condivisa fu anche lo studio di Michelangelo Pistoletto,
aperto nel 1967-68 a dieci giovani registi indipendenti
che realizzarono un corpus di film. Fino al 22 gennaio
nella Videoteca Gam è proiettata «Comunicato speciale» (di Pistoletto e Michele Renato Ferraro), l’unica
pellicola di quel gruppo di film rimasta nella collezione
dopo la mostra «Conceptual Art, Arte Povera, Land Art»
curata da Germano Celant nel 1970. Fino al 6 novembre
prosegue inoltre la mostra sullo studio del biocentrismo
e delle nuove forme di Liberty nell’arte del XX e XXI secolo «Organismi. Dall’Art Nouveau di Émile Gallé
alla Bioarchitettura», con opere di Patrick Blanc,
Santiago Ramón y Cajal, Mario Cucinella e Pierre
Huyghe, mentre dal 14 dicembre al 7 maggio sarà la
volta di «Dalle macerie al museo. 1942-59: una visione moderna per la Gam», rassegna sulla distruzione
e ricostruzione della città e del museo durante la seconda guerra mondiale, attraverso fotografie, documenti
d’epoca e alcune delle principali acquisizioni di quel
periodo: Chagall, Ruggeri, Accardi, Capogrossi, Burri e
Fontana tra gli altri. Nello stesso periodo, infine, anche
una piccola rassegna con documenti d’archivio e una
scultura di Sofu Teshigahara, in ricordo della mostra
internazionale dedicata alle nuove tendenze artistiche
fiorite a Tokyo, Parigi e New York, curata per la Gam nel
1962 da Michel Tapié. q Jenny Dogliani
TORINO. Gam e Videoteca Gam, via Magenta 31, mar-dom 10-18,
tel. 011/4429518, www.gamtorino.it, «Organismi. Dall’Art Nouveau
di Émile Gallé alla Bioarchitettura» fino al 6 nov., «Michelangelo
Pistoletto e Renato Ferraro» fino al 22 genn., «La passione secondo
Carol Rama» fino al 5 febb., «Protoballa. La Torino del giovane Balla»
dal 5 nov. al 27 febb., «Atlante energetico di Elena Mazzi» dal 6
nov., «Dalle macerie al museo. 1942-59: una visione moderna per
la Gam» e «Archivi 2. 1962: Europa, America, Giappone. La mostra
“Strutture e stile” alla Gam» dal 14 dic. al 7 magg.
VEDERE A TORINO | 11
Vedere a Torino nelle sedi pubbliche
Fanciulli
irrequieti
e collezioni
regali
I punti di forza della Galleria Sabauda
Il milione egizio
«I figli di Carlo I
d’Inghilterra» di Anton van
Dyck, 1635 (particolare)
TORINO. Galleria Sabauda,
Manica Nuova di Palazzo
Reale, via XX Settembre 86,
mar-dom 9-19,
tel. 011/5641729,
www.museireali.beniculturali.
it, «Boldini guarda Van Dyck.
Bambini nel tempo» fino all’8
gennaio, «L’occhio fedele.
Incisori olandesi del Seicento»
dall’8 novembre al 26
febbraio, «Tutte le meraviglie
del mondo. La collezione di
Carlo Emanuele I di Savoia»
dal 16 dicembre al 7 maggio
L’irrequietezza e la vivacità dell’infanzia erano le stesse
nell’Inghilterra del Seicento e nella Parigi della Belle
Époque. A dimostrarlo sono due dipinti esposti nella
Galleria Sabauda fino all’8 gennaio: «I figli di Carlo I
d’Inghilterra» di Anton van Dyck del 1635 e il «Ritratto
del piccolo Subercaseaux» di Giovanni Boldini del
1891. Appartenente alla collezione della Galleria Sabauda
(che comprende oltre 5mila opere datate dal XIV al XX
secolo, tra cui 900 dipinti, 180 sculture e 6mila lavori
grafici acquisiti tra Otto e Novecento), il primo dipinto è un ritratto ufficiale dei
principini d’Inghilterra, commissionato da re Carlo I come dono da inviare ai parenti
di casa Savoia. Conservato nelle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara,
il secondo è invece il ritratto di uno dei due figli del diplomatico cileno Ramón
Subercaseaux Vicuña, eseguito per amicizia dal pittore ferrarese nel proprio studio.
Sfidando l’insofferenza dei bambini a stare in posa per ore, entrambi i pittori affidarono
agli abiti preziosi ed eleganti l’atmosfera aulica delle rispettive composizioni, fissando
negli sguardi vivaci e ribelli dei pargoli l’innocente esuberanza della fanciullezza.
Tra i prossimi appuntamenti del museo una retrospettiva sull’incisione olandese
del Seicento con 33 fogli di artisti esposti dall’8 novembre al 26 febbraio. Fra tutti,
Rembrandt, il maestro cui tutti guardarono, autore di suggestive raffigurazioni della
campagna attorno ad Amsterdam e di vedute cittadine, abilissimo nell’uso della luce
e del chiaroscuro, sottile conoscitore dell’iconografia classica, e poi Adriaen van
Ostade, le cui scene di genere provano il suo sapiente uso del chiaroscuro e Jan
Both, affascinato dai bucolici paesaggi nei pressi di Roma. Inoltre dettagliate vedute
di Anthonie Waterloo, un suonatore di ghironda di Cornelis Visscher ispirato
a un dipinto di Adriaen van Ostade, lavori di Paulus Potter, fondatore del genere
animalista e altro ancora. A seguire, dal 16 dicembre al 7 maggio, una mostra sulla
collezione di Carlo Emanuele I di Savoia, che volle circondarsi di incisioni, dipinti,
rilievi, affreschi, intagli, progetti di architetture, bronzi, miniature, sculture, libri
figurati e curiosi, preziose legature, antichità e mirabilia. q Jenny Dogliani
Inaugurato il primo aprile 2015 e diretto da Christian
Greco, il nuovo Museo Egizio ha raggiunto a dodici
mesi e tre settimane dall’apertura un milione di visitatori. Fondato da Carlo Felice nel 1824 nel Palazzo
dell’Accademia delle Scienze (dove si trova tuttora),
secondo (per collezione) solo a quello del Cairo, il
museo offre un percorso cronologico che spazia dal
4.000 a.C. al 700 d.C., con circa 3.300 oggetti e
ritrovamenti come la Tomba di Merit, il Canone Reale
(Papiro di Torino) e la Tomba di Maia (nella foto una
delle sale del Nuovo Regno), più 26mila reperti custoditi nei magazzini. Vi sono inoltre una biblioteca specializzata aperta a tutti; un laboratorio di restauro,
che in meno di tre anni di attività ha potuto contare
su 80mila euro per intervenire su numerosi reperti, in
particolare, sulla Tomba di Kha; audioguide anche in
lingua araba e app per smatphone e tablet. Tra i prossimi appuntamenti, l’incontro con Giorgio Buccellati
e Marilyn Kelly-Buccellati («Coraggio fra le rovine.
L’archeologia come presenza morale in Siria») il 15
novembre alle 18. Il tema sarà lo scavo condotto in
Siria a Tell Mozan (l’antica Urkesh), interrotto dallo
scoppio della guerra nel 2011 ma rimasto attivo a
livello di conservazione e collaborazione con la popolazione locale, consapevole e orgogliosa della propria
storia e identità. A dimostrare, insomma, come l’archeologia possa diventare un elemento di unione in
un momento di crisi tale da minacciare la sopravvivenza stessa di civiltà millenarie.
TORINO. Museo Egizio,
via Accademia delle
Scienze 6, museo: lun
9-14, mar-dom 9-18,30;
biblioteca: lun-ven 9-17,
tel. 011/5617776, www.
museoegizio.it, «Coraggio
fra le rovine. L’archeologia
come presenza morale in
Siria» 15 novembre
Immersi nella Belle Époque (con Toulouse-Lautrec)
Centosettanta opere dell’artista simbolo della Parigi bohémien, Henri de Toulouse-Lautrec,
sono esposte a Palazzo Chiablese sino al 5 marzo. Curata da Stefano Zuffi, la mostra comprende litografie a colori, manifesti pubblicitari, disegni, grafiche e illustrazioni per giornali
interamente provenienti dalle collezioni dell’Herakleidon Museum di Atene (nella foto «Femme au Tub, Elles», 1896, © Herakleidon Museum). Aristocratico ribelle affetto da una malattia genetica alle ossa che non lo fece crescere oltre il metro
e mezzo, Toulouse Lautrec fu un assiduo frequentatore della vita notturna parigina di fine secolo, tema principale della sua arte. Con stile innovativo e
tratto immediato raffigurò soggetti scandalosi e istanti di quotidianità, bevitori di assenzio, ballerine del Moulin Rouge, scene circensi, stelle effimere
del cabaret, dive dell’Opéra. Suddiviso in dieci sezioni tematiche, il percorso si apre con quattro sale dedicate a pubblicità per locali notturni che hanno
tra i protagonisti Aristide Bruant, Yvette Guilbert e Jane Avril. A seguire la sezione dedicata ai cavalli. «Henri amava gli animali meno delle donne ma più
degli uomini. Andava pazzo per i cavalli e non si era mai consolato di non poterli montare», scriveva l’amico editore Thadée Natanson. E poi i disegni a
matita e a penna, i mezzi con cui la sua mente evadeva da un corpo costretto a lunghe convalescenze. Due le sezioni dedicate alla produzione editoriale
in cui figurano, tra l’altro, le vignette per i periodici illustrati «Le Rire» ed «Escarmouche». Infine le collaborazioni con gli amici intellettuali, poeti, editori e
mecenati, documentate per esempio dal manifesto del 1895 per «La Revue Blanche», nato nell’abitazione del direttore dell’omonima rivista, vero salotto
dell’alta società di quegli anni; e poi l’amore, quello impossibile provato per una dama misteriosa incontrata in un viaggio in nave «La passeggera della
cabina 54» del 1896, le raffigurazioni di donne sole e silenziose sospese tra cronaca e caricatura, solitudine, passioni represse, sensualità forzata.
L’altra faccia, insomma, della Belle Époque. q J.D.
TORINO. Palazzo Chiablese, piazza San Giovanni 2, tel. 011/024301, www.mostratoulouselautrec.it, «Toulouse-Lautrec. La Belle Époque» fino al 5 marzo, «Affinità elettive. La collezione
di Gian Enzo Sperone» dal 18 marzo al 17 settembre 2017
12 | VEDERE A TORINO
Vedere a Torino e Venaria nelle sedi pubbliche
Il tempo senza tempo di un gentiluomo pittore
All’Albertina le opere degli ultimi 15 anni di Filippo di Sambuy
La storia è come una spirale avvolta su se stessa, ove il
divario tra passato e presente non esiste di per sé, ma
soltanto nella percezione quotidiana che l’uomo ha del
tempo. Nell’opera di Filippo di Sambuy è la collisione
tra l’antico e il contemporaneo a generare significati,
frammenti di senso e di valori di cui la società postmoderna è alla ricerca. Sono i temi alla base della produzione dell’artista degli ultimi quindici anni, al centro
della personale «AlleRetour» curata da Francesco Poli e
allestita nella Pinacoteca Albertina fino al 13 novembre. Installazioni, sculture, dipinti e disegni dialogano
con le opere della collezione permanente a sottolineare
che l’arte supera la dimensione del tempo. Tra i lavori
esposti gli stemmi nobiliari del regno sabaudo dipinti
per la Palazzina di Stupinigi, ove le raffigurazioni legate
alle virtù di antiche casate si trasformano in composizioni che scivolano verso l’astrazione. I simboli segreti
di Castel del Monte sono reinterpretati in una visione
sospesa tra religione e fantascienza. Il volto di Federico
II di Svevia, i cui ritratti furono distrutti dagli Angioini per ragioni politiche, riemerge come uno spettro
attraverso l’energia del suo sguardo carpita dall’unico
busto giunto sino a noi. Poi le nuvole, simili a galassie
spiraliformi e vorticose ispirate ai chakra orientali, e
i ritratti omeopatici, in cui l’artista cerca di penetrare
con la matita oltre le molecole della pelle per entrare
in sintonia con le varie anime. Infine due ritratti eseguiti da Giacomo Grosso (docente di Giacomo Balla e
Felice Casorati) raffiguranti Ernesto di Sambuy, bisnon-
«Ritratto di Giacomo Grosso» di Filippo di Sambuy, 2016
no dell’artista, sindaco di Torino nel 1883-86,
deputato, senatore e presidente dell’Accademia
Albertina nel 1887-94. A Giacomo Grosso, che
fu tacciato d’immoralità alla prima Biennale di
Venezia del 1895 per i suoi soggetti allora definiti di dubbio gusto erotico, va ora l’omaggio di
Filippo di Sambuy: un ritratto grande e leggero
delicatamente sovrapposto a una composizione
di nudi femminili al quale l’artista continuerà a
lavorare pubblicamente per completarlo sabato
5 novembre nelle sale del museo alle 21,30, in
occasione della notte delle arti contemporanee. Dal 18 novembre al 13 dicembre,
le sale della Pinacoteca si apriranno infine ai disegni dell’icona noir del mondo dei
fumetti, Dylan Dog. La mostra curata da uno dei suoi storici disegnatori, Fabrizio Accatino, presenta una selezione di tavole, cover, bozzetti e illustrazioni inedite. q J.D.
TORINO. Pinacoteca Albertina, via dell’Accademia Albertina 8, lun-mar/gio-dom 10-18, tel. 011/0897370,
www.accademialbertina.torino.it, «Filippo di Sambuy. AlleRetour» fino al 13 novembre, «Omaggio a Giacomo
Grosso» sabato 5 novembre alle 21,30, «Dylan Dog 30» dal 18 novembre al 13 dicembre
Il popolo dei Brueghel, lo sfarzo dei Romanov
Condottiero mongolo, fondatore della dinastia Yuan, primo imperatore della Cina, nipote di Gengis Khan, Kublai
Khan tentò invano di conquistare il Giappone per due volte, nel 1274, con una spedizione di 45mila uomini decimati da un uragano, e nel 1281, con una flotta di 1.170
giunche da guerra sconfitte, oltre che dalla resistenza
dei samurai dal tifone «Kamikaze», il vento divino da cui
presero il nome i piloti suicidi giapponesi della seconda
guerra mondiale. A documentare i resti della seconda disfatta è la mostra «La flotta perduta di Kublai Khan»,
che fino al 20 novembre presenta al Mao gli scatti della
spedizione archeologica subacquea dell’Iriae (International Research Institute for Archaeology and Ethnology).
Alla Cina contemporanea guardano una performance e
un’installazione audiovisiva di Roberto Paci Dalò (1-27
novembre), dedicate al ghetto di Shanghai. Dal primo dicembre al 19 febbraio burattini da Paesi di tutto il mondo
ripercorreranno le antiche origini del teatro di figura. Fino
al 7 novembre prosegue la personale di Victor López
González con fotografie e installazioni sulle migrazioni.
Tra il XVI e il XVII secolo sono state attive cinque generazioni di Brueghel, una dinastia
di pittori che ha segnato la tradizione fiamminga rivoluzionandone stile e iconografia.
A documentare la vicenda è la Reggia di Venaria con «Brueghel. Capolavori dell’arte
fiamminga» fino al 19 febbraio. Curata da Sergio Gaddi e Andrea Wandschneider, la mostra presenta una selezione di dipinti realizzati in 150 anni e suddivisi in sette sezioni.
Il percorso si apre con Pieter Brueghel il Vecchio (1525/30 ca-1569), capostipite della
famiglia, l’innovatore che ha permeato la fantasia visionaria di Hieronymus Bosch (di cui
è esposto il dipinto «I sette peccati capitali») con una visione intrisa di realismo e umanità ben documentata da «La Resurrezione». La rottura con la tradizione prosegue poi con
Jan Brueghel il Vecchio (1568-1625), che accogliendo le tesi della Riforma protestante
e delle teorie calviniste, ha celebrato il primato della natura sull’uomo. Queste le basi
da cui è maturato il senso di finitezza umana tipico della generazione successiva, sapientemente raffigurato da Jan Brueghel il Giovane (1601-1678) in «Paesaggio boscoso
con la Vergine, il Bambino, san Giovannino e un angelo». La transitorietà dell’esistenza,
accompagnata agli aspetti più duri del vivere quotidiano, sublimata in una gelida atmosfera invernale, è anche al centro di «La trappola per uccelli» di Pieter Brueghel il Giovane (1564-1638), autore inoltre di «Danza nuziale all’aperto», 1610 ca (nella foto) e di
numerose allegorie cui è dedicata un’intera sezione. Non mancano poi le nature morte,
veri monumenti al tema della vanitas, uno tra tutti «Vaso con tulipani e dalie» di Ambrosius Brueghel (1617-1675). Completano la rassegna lavori di Abraham Brueghel (16311697 ca) e di artisti coevi alla dinastia come Paolo Fiammingo e Marten van Cleve. Con
la mente rivolta a opere altrettanto antiche è il nuovo video dei Masbedo «Handle with
care». Il duo ha sviluppato una riflessione sui gesti del restauro, la costruzione dell’immagine e la relazione tra materialità e immaterialità dell’opera d’arte. Il video, insieme
ad altre opere inedite, è esposto nella Citroneria delle Scuderie Juvarriane fino al 15
gennaio. Fino al 29 gennaio nella reggia juvarriana si può visitare anche «Le meraviglie
degli zar» con un centinaio di dipinti, abiti, porcellane, arazzi e oggetti provenienti dal
Palazzo imperiale di Peterhof, fatto edificare da Pietro il Grande sulle rive del Mar Baltico
vicino a San Pietroburgo e ampliato dai successivi sovrani russi della dinastia Romanov.
TORINO. Mao-Museo d’Arte Orientale, via San Domenico 11,
mar-dom 10-18, tel. 011/4436927, www.maotorino.it, «La flotta
perduta di Kublai Khan» dal 21 fino al 20 novembre, «Victor
López González. Transition» fino al 7 novembre, «Ye Shanghai»
dall’1 al 27 novembre, «Le figure dei sogni. Marionette, burattini,
ombre nel Teatro Orientale» dall’1 dicembre al 19 febbraio
VENARIA. Reggia di Venaria, piazza della Repubblica 4, mar-ven 9-17,
sab-dom 9-18,30, tel. 011/4992333, www.lavenariareale.it,
«Le meraviglie degli zar» fino al 29 genn., «Brueghel. Capolavori
dell’arte fiamminga» fino al 19 febb., «Masbedo. Handle with care» fino
al 15 genn., «La regia scuderia. Il bucintoro e le carrozze regali» fino al
29 genn., «Le Belle arti» fino al 29 genn., «Giuseppe Penone. Anafora»
fino al 29 genn., «Sculture moderne alla Venaria Reale» fino al 29 genn.
La maledizione di Kublai Khan
VEDERE A TORINO | 13
Vedere a Torino e Rivoli nelle sedi pubbliche
Crociate nel castello ipnotico
Wael Shawky con Ed Atkins
C’è una lacuna
incolmabile tra i
processi storici e la loro
interpretazione, una
discrepanza alimentata
dal substrato culturale
dei protagonisti
coinvolti. Ciò impedisce
la formulazione di una
verità storica unica e
assoluta.
«Fragments»
di Ai Weiwei, 2005 © Ai Weiwei
Questa la tesi di Wael Shawky, artista egiziano, classe
1971, cui il Castello di Rivoli dedica la prima personale
italiana. Curata da Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria nella Manica Lunga dal 2 novembre al 5
febbraio, la mostra presenta opere recenti e inedite tra
cui la trilogia video «Cabaret Crusades» del 2010-15, dedicata alla storia delle crociate dal punto di vista arabo.
I film sono realizzati con marionette, un modo per permettere allo spettatore di guardare la realtà attraverso
la lente della finzione. Nel primo episodio «The orror
show file», i burattini provengono dalla collezione Lupi
Ai Weiwei, da New York alla Città Proibita
Artista e attivista politico nato a Pechino nel 1957, Ai
Weiwei è tra i nomi più noti della Cina contemporanea. A
ripercorrerne la poetica dagli esordi a oggi e il ruolo nel
dibattito culturale, sociale e politico in Cina e in Occidente è la mostra «Around Ai Weiwei: Photographs 19832016», allestita fino al 12 febbraio presso Camera-Centro Italiano per la Fotografia. Curata da Davide Quadrio
la rassegna presenta una selezione di video e fotografie
(alcuni inediti). Apre il percorso «The Forbidden City during the Sars Epidemic» del
2003, un autoscatto scelto dall’artista che lo ritrae nella Città Proibita completamente deserta durante l’epidemia di Sars. Tra i lavori esposti anche il monumentale «Soft
Ground», un tappeto lungo 45 metri con una riproduzione fotografica a dimensione
naturale di tracce lasciate dai carrarmati a sud-ovest di Pechino durante la crisi di
piazza Tienanmen, e la serie newyorkese di ottanta scatti in bianco e nero «New York
Photographs 1983-93, raffiguranti Ai Weiwei in momenti pubblici e privati.
TORINO. Camera-Centro Italiano per la Fotografia, via delle Rosine 18, lun/mer/ven-dom 11-19, gio 11-21,
tel. 011/0881150, www.camera.to.it, «Around Ai Weiwei. Photography works 1989-2016» fino al 12 febb.
del Museo della Marionetta di Torino, mentre nel secondo «The path to Cairo» e nel terzo «The secrets of Karbala» sono stati realizzati dall’artista in vetro e in ceramica
in collaborazione con artisti francesi e veneziani. Per chi
volesse approfondire l’opera di Wael Shawky è possibile
ammirare altri suoi lavori nella Fondazione Merz dal 2
novembre al 5 febbraio. A trasformare il terzo piano del
Castello in un ipnotico ambiente audiovisivo, fino al 29
gennaio, è invece Ed Atkins (Oxford, 1982), originale
sperimentatore di tecnologie digitali, tecniche di montaggio, postproduzione e video cui il museo dedica una
personale insieme alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Il senso di vuoto e la difficoltà di comunicazione,
l’interspazio tra i molteplici mondi della realtà virtuale
e la riflessione sul tempo in un mondo artificiale senza tempo sono alcuni dei temi affrontati in video come
«Alarm for Castello di Rivoli», «Ribbons», «Warm, Warm,
Warm Spring Mouths», «Happy Birthday!!!» e «Hisser».
Dal 3 novembre all’8 gennaio, il Castello ospita inoltre
la personale della giovane Alina Chaiderov, nata a San
Pietroburgo nel 1984, vincitrice del Premio Illy Present
Future nella scorsa edizione di Artissima. Da ricordare
infine l’installazione «Fragment» di Ai Weiwei del
2005 giunta in prestito dalla collezione di Uli Sigg, il
quale ne ha fatto dono al museo M+ che aprirà nel 2019
a Hong Kong. L’opera dà l’avvio a un programma di collaborazione e scambi tra i due musei. q J.D.
RIVOLI. Castello di Rivoli, piazza Mafalda di Savoia, mar-ven 10-17,
sab-dom 10-19, tel. 011/9565222, www.castellodirivoli.org, «Ed
Atkins» fino al 29 gennaio, «Wael Shawky» dal 3 novembre al 5
febbraio, «Alina Chaiderov» dal 3 novembre all’8 gennaio
Dear Sir
Torinesi in Giappone, giapponesi a Torino
Torino che tanti, da Soldati a Mila, definirono la città più provinciale e insieme la più europea d’Italia, ancora oggi, seppur soffocata da troppi conservatori,
ha saputo comunque, dall’Arte povera a Sperone, continuare a esprimere esperienze contemporanee di livello internazionale. Per celebrare i 150 anni di
rapporti ufficiali tra Italia e Giappone (il primo trattato di amicizia e commercio tra i due Paesi fu stipulato il 25 agosto del 1866), a Torino il compito è stato
affidato al Mao, dove si sono svolti corsi sulla carta washi, di ikebana, di vestizione del kimono, di cucina e di fotografia. Nessuno ha però pensato che nel
1876, quando venne fondata a Tokyo la Scuola d’Arte Kôbu, il primo centro creato dallo Stato giapponese per l’insegnamento delle arti in stile europeo,
vollero tre italiani a insegnarvi: il pittore Antonio Fontanesi, lo scultore Vincenzo Ragusa e l’architetto Giovanni Vincenzo Cappelletti. Dovrebbe esser cosa
nota e risaputa, perché nel 1976 il centenario di fondazione di quell’istituto (poi Accademia Imperiale) fu ricordato con due importanti mostre a Tokyo e
Kyoto, organizzate con grande ufficialità. Le rassegne dimostrarono la duratura influenza dell’insegnamento di Fontanesi sui suoi allievi giapponesi e le conseguenze per la locale cultura artistica. Sono passati solo quarant’anni. Si poteva rievocare la stagione avviata nel 1959 quando, grazie all’attivismo del
critico Michel Tapié de Céleyran, furono a Torino non solo il maestro Sofu Teshigahara (1900-79), ma anche molti componenti del Gruppo Gutai, capitanati
da Jiro Yoshihara (1902-72), fondatore di un movimento artistico ancor oggi notissimo e apprezzato dalla critica e dal mercato. Si potevano magari riproporre gli artisti torinesi che allora esposero e soggiornarono in Giappone come Franco Garelli, Franco Assetto e tanti altri. In Galleria d’Arte Moderna, qualcuno che conosca la materia c’è di sicuro e, visto che fanno parte della medesima Fondazione Torino Musei, ci si poteva aspettare una sinergia virtuosa.
Persino per l’arte dell’Ottocento, che pure il grande pubblico apprezza e si illude di capire, non si riescono a fare passi avanti. A 150 anni dalle battaglie dei migliori artisti di allora, che avevano visione nazionale e internazionale, ancor oggi lo si considera un fenomeno regionale complice la miopia
e l’ignoranza di molti collezionisti, mercanti e studiosi. Nella mostra «Carlo Pittara e la Scuola di Rivara» (dizione-slogan di Marziano Bernardi, 1937),
che presenta alla Fondazione Ometto-Accorsi sino al 15 gennaio dipinti di grande qualità raccolti perlopiù da Giuliana Godio, il curatore Giuseppe Luigi
Marini ripropone dopo oltre otto decenni il pensiero di Bernardi, ma non i giudizi critici di Lionello Venturi, Roberto Longhi, Corrado Maltese, Luigi Mallé
e Sandra Pinto. Marini, il quale a ragione rimprovera (p. 40) Emilio Zanzi per aver inserito nel 1939, in una mostra sul medesimo tema, «otto lavori di
Eugenio Gays, tirato per i capelli nel gruppo storico dei rivariani», espone opere di Giovanni Battista Carpanetto (1863-1928) e di Francesco Romero
(1840-1905). Carpanetto, anche per mere ragioni anagrafiche, non fu un rivariano seppure a Rivara dipinse per fatti suoi. Quanto a Romero, non ebbe il
minimo contatto con i rivariani nei tempi «giusti»: dunque, perché inserirlo in mostra con due dipinti, sì di soggetto rivariano, ma del 1896 e del 1897?
q Piergiorgio Dragone Storico e critico d’arte, già professore di Storia dell’arte contemporanea Università di Torino
14 | VEDERE A TORINO
Vedere a Bard
Erwitt, Newton e Chagall tra reporter e supereroi
Nel Forte di Bard dipinti, premi, fotografie e 43 sculture
«Lady Macbeth» di Francesco
Messina, 1980-92
BARD (AO). Forte di Bard,
mar-ven 10-18, sab-dom
10-19, tel. 0125/833811,
www.fortedibard.it, «Marc
Chagall. La vie», «Elliott Erwitt.
Retrospective», «Avengers: Age
of Ultron» e «Madri italiane.
Marco Del Re» fino al 13 nov.,
«World Press Photo» dal 7 dic.
all’8 genn., «Helmut Newton»
dal 17 dic. al 4 giu., «Wildlife
photographer of the year.
Ipotesi» dal 4 febb. al 4 giu.
Un universo poetico e surreale, popolato di violinisti,
saltimbanchi, acrobati, coppie di innamorati sospesi
nell’aria, animali e fiori: la visionarietà di Marc Chagall emerge con tutta la sua forza nell’imponente tela
«La Vie» del 1964 di proprietà della Fondation Marguerite et Aimé Maeght di Saint-Paul-de-Vence, ora al
centro della retrospettiva del Forte di Bard fino al 13
novembre. Curato da Gabriele Accornero, il percorso
documenta la vicenda artistica e biografica del bielorusso con 265 opere tra dipinti, acquerelli, gouache,
litografie, ceramiche e tappezzerie, inclusa la serie di
105 tavole sulla Bibbia. Pari a Henri Cartier-Bresson per
la capacità di fissare la fugacità del reale, autore di
alcune tra le principali icone del Novecento, Elliott
Erwitt è il protagonista di un’altra retrospettiva che il
Forte ospita fino al 13 novembre. Realizzata in collaborazione con Magnum Photos Paris, la mostra presenta
137 fotografie a colori e in bianco e nero divise per
soggetti e scattate dal 1948, anno della celebre «Veduta di New York, Usa», al 2005. Sino al 13 novembre si
possono inoltre visitare le rassegne «Avengers: Age
of Ultron», sul dietro le quinte dell’omonimo film
della Marvel, e «Madri italiane. Marco Del Re», una
personale con una selezione di bassorilievi in gesso
raffiguranti prosperose immagini femminili. A seguire, dal 7 dicembre all’8 gennaio, il tradizionale appuntamento espositivo con gli scatti del «World Press
Photo», il prestigioso concorso di fotogiornalismo
fondato ad Amsterdam nel 1955 che quest’anno ha
premiato 41 fotografi di 21 Paesi: al primo posto «Hope
for a New Life» dell’australiano Warren Richardson.
Dal 4 febbraio al 4 giugno sarà poi di scena «Wildlife
photographer of the year. Ipotesi», la prima tappa
italiana del tour mondiale della mostra con le cento immagini naturalistiche selezionate per la 52ma
edizione dell’omonimo premio indetto dal Natural
History Museum di Londra in collaborazione con il
Bbc Wildlife Magazine. Infine un altro gigante della
fotografia del Novecento, Helmut Newton, in mostra
dal 17 dicembre al 4 giugno con una vasta selezione di
opere che comprende la serie «Big Nudes» e il «Libro
Sumo». Dal 15 ottobre, lungo i camminamenti esterni
e nei corpi di fabbrica della fortezza ottocentesca è
possibile ammirare un nuovo percorso con 43 opere di scultura della collezione permanente: opere di
Francesco Messina, Andrea Cascella, Umberto Mastroianni, Arnaldo e Giò Pomodoro, Aristide Maillol, Tony
Cragg, Paul Klee e David Tremlett. q Jenny Dogliani
VEDERE A TORINO | 15
Vedere a Torino e dintorni: che cosa, dove e quando
FM Aeroporto di Torino
(Caselle)
www.artissima.it
Thomas Bayrle. Flying home
dal 4 novembre al 28 maggio
1 Archivio di Stato
piazzetta Mollino 1
www.archiviodistatoditorino.it
Art for Excellence
dal 17 nov. all’1 dicembre
2 Biblioteca Nazionale
Universitaria
piazza Carlo Alberto 3
[email protected]
Piemonte, bonnes nouvelles
fino al 31 dicembre
3 Borgo Medievale
viale Virgilio 107
www.borgomedievaletorino.it
Il libro Cuore di De Amicis
fino al 26 febbraio
4 Camera-Centro Italiano per
la Fotografia
via delle Rosine 18
www.camera.to
Around Ai Weiwei
fino al 12 febbraio
FM Castello di Racconigi
p.za Carlo Alberto (Racconigi), 0172/84595, www.
castellodiracconigi.it
Passeggiate tra foliage
fino all’8 novembre
FM Castello di Rivoli
piazza Mafalda di Savoia
(Rivoli), 011/9565222
www.castellodirivoli.org
Ed Atkins
fino al 29 gennaio
Wael Shawky
dal 3 nov. al 5 febbraio
Alina Chaiderov
dal 3 nov. al 8 gennaio
5 Cinema Massimo
via Verdi 18, 011/8138574
www.dongfilmfest.com
Dong Film Fest
dal 4 al 6 novembre
FM Ex Ospedale
Regina Maria Adelaide
lungo Dora Firenze 87
www.theothersfair.com
The Others 2016
dal 3 al 6 novembre
FM Fondazione 107
via Sansovino 234
www.fondazione107.it
Amianto
fino al 20 novembre
Apnea
16 | VEDERE A TORINO
dal 4 al 20 novembre
6 Fondazione
Accorsi-Ometto
via Po 55, 011/837688
www.fondazioneaccorsi-ometto.it
Carlo Pittara e la Scuola
di Rivara
fino al 15 gennaio
Dal Futurismo al ritorno
all’ordine. Pittura italiana
del decennio 1910-20
dal 2 febbraio al 4 giugno
FM Fondazione Merz
via Limone 24
www.fondazionemerz.org
Wael Shawky
Al Araba Al Madfuna
dal 2 nov. al 15 febbraio
FM Fondazione
Giorgio Amendola
via Tollegno 52
www.fondazioneamendola.it
Carlo Levi e i sei di Torino
fino al 31 dicembre
FM Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo
via Modane 16
011/3797600, www.fsrr.org
Ed Atkins
fino al 29 gennaio
Josh Kline. Unemployment
dal 4 nov. al 29 gennaio
Harun Farocki. Parallel I-IV
dal 4 nov. al 29 gennaio
FM Gal. Civica F. Scroppo
via Roberto d’Azeglio 10
(Torre Pellice)
www.galleriascroppo.org
Barbara Baiocchi e
Jean-Claude Chincheré
fino al 7 gennaio
7 Galleria Sabauda
via XX Settembre 86
011/5641729, www.museireali.beniculturali.it
Boldini guarda Van Dyck
fino al 8 gennaio
Incisori olandesi del ’600
dall’8 nov. al 26 febbraio
La collezione di Carlo
Emanuele I di Savoia
dal 16 dic. al 7 maggio
8 Gam e Videoteca Gam
via Magenta 31
www.gamtorino.it
Organismi. Da Émile Gallé
alla Bioarchitettura
fino al 6 novembre
Michelangelo Pistoletto e
Renato Ferraro
fino al 22 gennaio
La passione secondo
Carol Rama
fino al 5 febbraio
ProtoBalla
dal 5 nov. al 27 febbraio
Dalle macerie al museo
1942-59
dal 14 dic. al 7 maggio
Archivi 2. 1962: la mostra
«Strutture e stile» alla Gam
dal 14 dic. al 7 maggio
9 Giardino di Pal. Cisterna
via Carlo Alberto 23
Arte alle Corti. Astore,
Borrelli, Cordero, D’Oria,
Grassino, Lucà, Messina,
Tranquilli, Varotsos
fino al 10 novembre
10Giardini Reali
piazzetta Reale 1
Arte alle Corti.
Maura Banfo, Carlo
Ramous, Davide Rivalta
fino al 10 novembre
FM Grattacielo Sanpaolo
corso Inghilterra 3
www.fondazione1563.it
Working Papers. Dieci
artisti per Fondazione 1563
fino al 7 novembre
11Mao-Museo d’Arte
Orientale
via San Domenico 11
www.maotorino.it
Esposizione di una stele
funeraria islamica
fino al 13 novembre
Le spade dei samurai
fino al 25 novembre
Victor López González
fino al 7 novembre
La flotta perduta
di Kublai Khan
fino al 20 novembre
Marionette, burattini,
ombre nel Teatro Orientale
dall’1 dic. al 19 febbraio
FM Mau-Museo d’Arte
Urbana
via Rocciamelone 7/c
www.museoarteurbana.it
Caterina Bilabini, Daniele
D’Antonio. Percorsi
fino al 8 novembre
Armando Riva,
Roberta Toscano
dall’11 al 29 novembre
Mau & Co. VII edizione
il 3 dicembre
FM Mauto-Museo
dell’Automobile
corso Unità d’Italia 40
www.museoauto.it
Touring Superleggera 90
fino al 20 novembre
Giorgetto Giugiaro
dal 24 nov. al 26 febbraio
FM Mef-Mus. Ettore Fico
via Francesco Cigna 114
www.museofico.it
Fotografie in Italia 193268. Collez. Guido Bertero
fino al 29 gennaio
Eugenio Tibaldi
fino al 29 gennaio
Ettore Fico
fino al 29 gennaio
FM Mercato di p.za Foroni
via Santhià 13/A,
www.museofico.it
Mef in Market. Il Museo
Ettore Fico va al mercato
fino al 26 novembre
12Miit-Museo Internazionale
di Italia Arte
corso Cairoli 4
www.museomiit.it
Umberto Parisi
fino al 6 novembre
13Museo Nazionale
del Cinema
via Montebello 20
www.museocinema.it
Gus Van Sant. Icone
fino al 9 gennaio
14Museo Nazionale della
Montagna
via Giardino 39
www.museomontagna.org
Piero Ghiglione.
Giornalista dell’avventura
fino al 15 gennaio
Le montagne di seta
dal 16 dic. al 30 maggio
FM Officina della Penna
strada Abbadia di Stura 200,
011/0343090
Scripta volant
fino al 15 gennaio
FM Oval Lingotto
via Nizza 294
www.artissima.it
Artissima
dal 4 al 6 novembre
www.restructura.com
Restructura. 29° edizione
dal 24 al 27 novembre
FM Pala Alpitour Isozaki
via Filadelfia 82,
corso Sebastopoli 123,
011/1946424,
www.flashback.to.it
Flashback
dal 3 al 6 novembre
FM Palazzina di Caccia
di Stupinigi
piazza Principe Amedeo 7
www.ordinemauriziano.it
Fabrizio Gavatorta
fino al 13 novembre
15Palazzo Asinari
di San Marzano
via Maria Vittoria 4
Arte alle Corti.
Richard Long
fino al 10 novembre
16Pal. Birago di Borgaro
via Carlo Alberto 16
Arte alle Corti.
Enrica Borghi
fino al 10 novembre
17Palazzo Carignano
piazza Carlo Alberto 8
011/542888
Arte alle Corti.
Botto & Bruno
fino al 10 novembre
18Palazzo Chiablese
piazza San Giovanni 2
www.piemonte.beniculturali.it
Arte alle Corti. Gianni Dessì
fino al 10 novembre
Toulouse-Lautrec
fino al 5 marzo
La collezione
di Gian Enzo Sperone
dal 18 marzo al 17 settembre
19Palazzo Cisterna
via Carlo Alberto 23
011/5611337
www.operae.biz
Arte alle Corti. Bernar
Venet, Giovanni Anselmo
fino al 10 novembre
Operae. Independent
Design Festival
dal 3 al 6 novembre
20Palazzo Civico
piazza Palazzo di Città 1
011/4422244
Arte alle Corti. Tony Cragg
fino al 10 novembre
21 Palazzo dell’Università
degli Studi
via Po 17
Arte alle Corti.
Velasco Vitali
fino al 10 novembre
22Pal. Graneri della Roccia
via Bogino 9, www.artphotobonomo.it
Patrizia Mussa
fino al 9 novembre
23Palazzo Madama
piazza Castello
www.palazzomadamatorino.it
Grazia Toderi e Orhan
Pamuk. Words and Stars
dal 4 nov. al 16 gennaio
Donne fotoreporter in
luoghi di guerra
fino al 13 novembre
Lo scrigno del cardinale
Guala Bicchieri
dall’11 nov. al 6 febbraio
I segreti della porcellana
fino al 23 gennaio
Emanuele D’Azeglio
dal 2 dicembre al 6 marzo
La camera di vetro
fino al 18 marzo 2018
24Pal. Falletti di Barolo
via delle Orfane 7
www.arscaptiva.it
Ars Captiva 2016
dal 14 dic. al 8 gennaio
25Palazzo Reale
piazzetta Reale 1
www.beniarchitettonicipiemonte.it
Arte alle Corti.
Davide Rivalta
fino al 10 novembre
Armonie di corte. Antichi
strumenti musicali della
collezione Giulini
dal 6 aprile al 3 settembre
26Pal. Saluzzo Paesana
via della Consolata 1 bis
www.palazzosaluzzopaesana.it
Arte alle Corti. Gregorio
Botta, Flavio Favelli
fino al 10 novembre
Dama
dal 3 al 6 novembre
27 Polo del 900
corso Valdocco
angolo via del Carmine
www.polodel900.it
Oppressioni e liberazioni
nel Novecento
fino al 27 novembre
FM Pav-Parco Arte Vivente
via G. Bruno 31
www.parcoartevivente.it
Joseph Beuys e il concetto
ampliato di ecologia
Vedere a Torino e dintorni: che cosa, dove e quando
dal 5 novembre al 19 marzo
28Pinacoteca Albertina
via dell’Accademia Albertina
8, 011/0897370 www.accademialbertina.torino.it
Filippo di Sambuy
fino al 13 novembre
Dylan Dog 30
dal 18 nov. al 13 dic.
FM Pinacoteca Agnelli
via Nizza 230/103 www.
pinacoteca-agnelli.it
Rosemarie Trockel
dal 4 nov. al 26 febbraio
FM Q35
via Quittengo 35
www.nesxt.org
Nest
dal 4 al 6 novembre
FM Reggia di Venaria
piazza della Repubblica 4
(Venaria Reale)
www.lavenariareale.it
Meraviglie degli zar
fino al 29 gennaio
Brueghel. Capolavori
dell’arte fiamminga
fino al 19 febbraio
Masbedo. Handle with care
fino al 15 gennaio
La regia scuderia
fino al 29 gennaio
Le Belle arti
fino al 29 gennaio
Giuseppe Penone. Anafora
fino al 29 gennaio
Sculture moderne alla
Venaria Reale
fino al 29 gennaio
FM Rotatoria piazza
Bottesini
piazza Bottesini
Opera Viva
fino al 13 novembre
Sedi varie
www.nesxt.org
Circuito off di Nest
fino al 6 novembre
Sedi varie
www.wearethegifers.tumblr.com
The Gifer. International Gif
Art Festival
dal 2 al 6 novembre
Sedi varie
www.paratissima.it
P 360-Art in the city
dal 2 al 30 novembre
Sedi varie
www.contemporarytorinopiemonte.it
Luci d’artista
fino al 15 gennaio
Sedi varie
www.contemporarytorinopiemonte.it
Notte bianca delle arti
contemporanee
il 5 nov. dalle 21 alle 24
29Spazio Don Chisciotte
via della Rocca 37/B
011/19771755, www.
fondazionebottarilattes.it
Roberto De Marchi
fino al 6 novembre
Là dove interviene il disegno. La fotografia
dal 17 nov. al 28 gennaio
FM Toolbox Coworking
via A. da Montefeltro 2, www.
graphicdays.it
Torino Graphic Days
dal 3 al 6 novembre
30Torino Esposizioni
corso Massimo d’Azeglio 15,
www.paratissima.it
Paratissima XII. To the stars
dal 2 al 6 novembre
31AccorsiArte
via f.lli Calandra 9
342/0929640
www.accorsiarte.com
Lorenzo Barberis
dal 5 al 19 novembre
Giacomo Manzù
dal 5 al 19 novembre
32 Adelinquere Arte
Contemporanea
via Mazzini 40
www.nomeproject.com
Paolo Cirio
dal 3 al 12 novembre
33Alberto Peola
via della Rocca 29
011/8124460
www.albertopeola.com
Gioberto Noro. Aperture
dal 5 nov. al 23 dicembre
34Archivio Salvo
via Bonafous 6
011/5539231
Jonathan Monk
dal 5 nov. al 22 dicembre
FM Barriera
via Crescentino 25
011/2876485, www.asso-
ciazionebarriera.com
Alfredo Aceto
dal 6 nov. al 6 dicembre
35Burning Giraffe Art Gal.
via E. Bava 8/A
www.bugartgallery.com
Giuseppe Lo Schiavo
fino al 26 novembre
Silvia Argiolas
dall’1 dic. al 21 gennaio
36Caretto & Occhinegro
via Maria Vittoria 10
www.carettoeocchinegro.com
Si scrive C&O
si pronuncia Brueghel
fino al 19 febbraio
FM Crag Gallery
via Nole 57, 347/3420598
www.cragallery.com
Alessandro Cardinale
fino al 27 novembre
37Davide Paludetto
via degli Artisti 20
www.davidepaludetto.com
Aron Demetz, Paolo Grassino, Nicus Lucà
fino al 20 novembre
38Elena Salamon
piazza IV Marzo
www.elenasalamon.com
I grandi maestri dell’arte
moderna
dal 24 nov. al 23 dic.
39/FM Franco Noero
www.franconoero.com
(via Mottalciata 10/b)
Henrik Olesen
dal 2 nov. al 15 gennaio
(piazza Carignano 2)
Robert Mapplethorpe
dal 2 nov. al 28 gennaio
FM Fusion Art Gallery
piazza Peyron 9/G
www.fusionartgallery.net
Laurina Paperina
dal 5 nov. al 3 dicembre
Guidi Salvini
dal 10 dic. al 14 gennaio
FM Gagliardi & Domke
via Cervino 16
www.gagliardiedomke.com
Glaser Kunz. Solo show
dal 5 nov. al 21 dicembre
40Galleria Aversa
via Cavour 13, 011/532662
www.galleria-aversa.it
Scorci di Torino e altre
opere fra ’800 e ’900
fino a dicembre
41Gal. Biasutti & Biasutti
via Bonafous 7/L
www.biasuttiebiasutti.com
Piero Livio
fino al 5 novembre
Small paintings
dal 15 nov. al 14 gennaio
42Galleria d’Arte Pirra
corso Vittorio Emanuele II
82, www.galleriapirra.it
Henry Maurice Chaours
fino al 15 novembre
43Galleria Del Ponte
c.so Moncalieri 3
www.galleriadelponte.it
Nuove proposte
dal 25 nov. al 28 gennaio
43/B Galleria delle Arti
via Cavour 8
www.caggianoarte.it
Jorge Luis Miranda
dal 5 al 30 novembre
44Galleria Febo e Dafne
via della Rocca 17
www.feboedafne.org
Eric Zener
dal 5 nov. al 7 gennaio
45Galleria Fogliato
via Mazzini 9, 011/887733
www.galleriafogliatotorino.
com
Beppe Avvanzino
dal 5 nov. al 3 dicembre
Tino Aime
dal 9 dic. al 21 gennaio
46Galleria Giamblanco
via Giolitti 39, 011/5691502
www.giamblanco.com
Quattro secoli di pittura
dal 25 nov. al 22 dicembre e
dal 10 al 28 gennaio
47Galleria Luigi Caretto
via Maria Vittoria 10
www.galleriacaretto.com
Favole del paesaggio
nordico
dal 10 al 20 novembre
47/B Galleria Moitre
via Santa Giulia 37
www.galleriamoitre.com
Adi Haxhiaj, Silvia Idili,
Artsiom Parchynski
fino al 3 dicembre
48Galleria Narciso
piazza Carlo Felice 18
011/543125
www.gallerianarciso.com
Marisa Laurito
dal 5 nov. al 21 gennaio
49Galleria Opere Scelte
via M. Pescatore 11/D www.
operescelte.com
Federico Luger
dal 2 nov. al 10 dicembre
50Giampiero Biasutti
via della Rocca 10
011/8390690, www.giampierobiasuttinovecento.com
Adami, Baj e Tadini
fino al 30 novembre
Ruggeri, Salvo, Knap e
Tabusso
dal 5 dic. al 25 febbraio
FM Giorgio Persano
via Principessa Clotilde 45,
011/4378178
www.giorgiopersano.org
Nicola De Maria
dal 5 nov. al 28 gennaio
51Guido Costa Projects
via Mazzini 24
011/8154113
www.guidocostaprojects.com
Tom Johnson
dal 5 nov. al 31 gennaio
52In-Arco
piazza Vittorio Veneto 3,
011/8122927,
www.in-arco.com
Angeli, Festa, Schifano
fino al 3 dicembre
53Liconi Arte
via della Rocca 28
www.liconiarte.com
Matteo Pingiori
dal 4 nov. al 3 dicembre
54Luce Gallery
corso San Maurizio 25
011/8141011
www.lucegallery.com
Nathaniel Mary Quinn
dal 5 nov. al 12 gennaio
55Mazzoleni
piazza Solferino 2
www.mazzoleniart.com
Mazzoleni 1986-2016
fino al 21 gennaio
56Metroquadro
corso San Maurizio 73/F,
www.metroquadroarte.com
Alberto Nurisso. My way
dal 3 al 17 novembre
57Neochrome
via Stampatori 4, www.
neochromegallery.com
Jon Pilkington
fino al 6 novembre
FM Noire Gallery
via Piossasco 29
www.noiregallery.com
David Tremlett
fino a gennaio
Sol LeWitt
fino a gennaio
58Norma Mangione
via M. Pescatore 17
011/5539231
www.normamangione.com
Ruth Proctor
dal 5 nov. al 22 dicembre
FM Old-American Design
and Art
via Duchessa Jolanda 13/A,
011/7713048
Giorgio Rastelli
fino al 9 dicembre
59Paola Meliga
via Maria Vittoria 46/C
www.fotoartistiche.org
Emanuela Battista &
Roberto Scarpone
dal 5 nov. al 31 dicembre
60Photo&Contemporary
via dei Mille 36
011/889884, www.photoandcontemporary.com
Arno Rafael Minkkinen
fino al 26 novembre
FM Privateview
via Goito 16, 011/6686878
www.privateviewgallery.com
Ted Larsen
dal 5 nov. al 24 dicembre
61Pron Art&Design
via della Consolata 8
011 5783476, www.pron.it
Gianluca Cucco
fino al 19 novembre
62Quartz Studio
via Giulia di Barolo 18/D
www.quartzstudio.net
Allora & Calzadilla
dal 4 nov. al 7 gennaio
63Raffaella De Chirico
via Giolitti 52/
via della Rocca 19,
011/835357, www.dechiricogalleriadarte.com
The last time
dal 5 nov. al 31 gennaio
64 Riccardo Costantini
via Giolitti 51
011/8141099
www.rccontemporary.com
Alessandro Filippini
dal 5 nov. al 9 dicembre
Octavio Floreal
da metà dicembre
FM Spazio Art Garage
via Tirreno 19
Guglielmo Spotorno
fino al 20 novembre
FM Spazio Mouv
via Silvio Pellico 3
www.spaziomouv.it
Michele Lorenzelli
dal 3 nov. al 11 dicembre
Gian Piero Viglino
dal 15 dic. al 29 gennaio
65Square 23 Street
Art Gallery
via San Massimo 45
www.square23.net
Peeta solo show
fino al 26 novembre
FM Studio di Felice Casorati
via del Rubino 1 (Pavarolo),
www.pavarolo.casorati.net
Felice Casorati. Grafiche
fino al 30 novembre
FM Tucci Russo
via Stampatori 9 (Torre Pellice),
www.tuccirusso.com
Robin Rhode. Primitives
fino al 26 febbraio
66Weber & Weber
via San Tommaso 7
011/19500694
www.galleriaweber.it
Bruno Lucca
dal 5 nov. al 23 dicembre
VEDERE A TORINO | 17
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(Vallée d’A
66 563252
Tél. +39 01
www.regione.vda.it
www.castellogamba.vda.it
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Vedere in Val d’Aosta
Valdostani
di quattromila anni fa
Turner e la sequoia gigante
Il sito megalitico di Saint-Martin-de-Corléans
Veduta dell’area archeologica
AOSTA. SITO MEGALITICO
DI SAINT-MARTIN-DECORLÉANS, Museo e Parco
archeologico, lun-dom
9-19 (dal 25 marzo al 30
settembre), lun-dom 1013/14-18 (dall’1 ottobre al
24 marzo), chiuso il primo
gennaio e il 25 dicembre,
tel. 0165/552420,
www.regione.vda.it
Scoperto nel 1969 in seguito a scavi edilizi, il sito megalitico di Saint-Martin-de-Corléans, di proprietà della
Regione Valle d’Aosta che ha provveduto a preservarlo
istituendo Museo e Parco archeologico, comprende
22 strati e si estende per circa un ettaro di superficie e
sei metri di profondità. Le strutture più antiche risalgono al tardo Neolitico e sono antecedenti al 4000 a.C.: si tratta di solchi di aratura
realizzati presumibilmente con funzione di culto. Alla medesima fase sono riconducibili anche i pozzi, grandi fosse circolari contenenti macine, macinelli e cereali.
All’Età del Rame risalgono invece grossi pali lignei sollevati dal suolo e con tutta
probabilità disposti secondo allineamenti astronomici per costituire un santuario a
cielo aperto. Di questi elementi, che tra la fine del IV e l’inizio del II millennio a.C.
caratterizzavano il profilo del sito, oggi restano le buche di alloggiamento. Nessun
dubbio sulla diffusione e l’importanza di culti astrali nella regione che risulta abitata
da gruppi di cacciatori sin dal VIII-VII millennio a.C.: astronomia e religione erano
qui indissolubilmente intrecciate. L’attenzione alla natura e ai suoi «misteriosi» fenomeni fu un aspetto primario per tutte le popolazioni preistoriche, ma a Saint-Martin
la connessione tra fenomeni celesti e culto dei morti fu davvero unica. All’Età del
Rame appartengono anche gli allineamenti di stele antropomorfe, monoliti celebrativi dedicati al culto di guerrieri, eroi e divinità che rappresentano il primo
elemento di megalitismo dell’area. Realizzati in scisto bruno rosato e marmo bardiglio grigio, di forma trapezoidale o rettangolare, decorati talvolta con sembianze
umane, talaltra raffiguranti abiti, ornamenti e armi, tali elementi si dividono in tre
tipologie: menhir senza lavorazioni, lastre a profilo poligonale con foro oblungo e
stele decorate. In seguito il sito assunse una funzione funeraria in virtù della quale
venne interamente modificato, tra l’altro anche attraverso l’innalzamento di megaliti, monumenti funebri costruiti con grandi blocchi di pietra tra i quali figurano un
grosso dolmen con una piattaforma triangolare di pietra alla base e un’imponente tomba per sepolture collettive delimitata da una grande fossa e da un muro
circolare. Si riconoscono inoltre tombe a cista (costituite da sei o più lastre di pietra
che formano una cassetta), dolmen semplici con piattaforme semicircolari e dolmen a corridoio. La funzione funeraria del sito proseguì nell’Età del Bronzo, quando
numerose stele furono riutilizzate per costruire nuove tombe sopra sepolture precedenti, e perdurò sino all’Età romana. A scandire la visita del sito, tra i più estesi e
integri d’Europa, è il percorso del museo, le cui passerelle all’ingresso conducono
in profondità offrendo una scenografica visione d’insieme. Il museo, costruito con
numerosi affacci per consentire un costante dialogo tra interno ed esterno, è articolato in sezioni tematiche che attraverso reperti e approfondimenti su apparati
didattici e multimediali ricostruiscono la storia del sito, dalle arature ai pozzi, agli
allineamenti di pali, alle stele antropomorfe, alla fase conclusiva delle tombe. q J.D.
Costruito in pietra nel 1903-05 sulla balza rocciosa
Crêt-de-Breil a Châtillon su progetto dell’ingegnere Carlo
Saroldi, come dono del barone torinese Carlo Maurizio
Gamba all’amata sposa Angélique Passerin d’Entrèves,
il Castello Gamba (nella foto in alto, © Venturini), acquistato nel 1982 dalla Regione Valle d’Aosta, custodisce
la collezione regionale di arte dell’Ottocento, moderna
e contemporanea: oltre 1.200 opere tra dipinti, sculture, grafiche e fotografie. Il percorso permanente, allestito su tre piani, ne presenta 150 disposte secondo un
ordine cronologico (nella foto in basso, una delle tredici
sale), a cominciare da alcune vedute paesaggistiche della Valle d’Aosta realizzate tra gli altri da William Turner,
Federico Ashton, Lorenzo Delleani e Cesare Maggi. Successivamente sono rappresentati importanti esponenti
del Novecento che vanno da Felice Casorati a Carlo Carrà, Lucio Fontana, Giacomo Manzù, Umberto Mastroianni, Mimmo Paladino, Arnaldo e Giò Pomodoro, Renato Guttuso e Arturo Martini, seguiti da artisti di scuola
torinese di «ieri», Carlo Levi, Nella Marchesini, Ugo Malvano e Luigi Spazzapan, e di «oggi», Francesco Tabusso, Ugo Nespolo, Giacomo Soffiantino, Mario Calandri
e Carol Rama. Sono rappresentati alcuni tra i movimenti
più importanti dal dopoguerra ai giorni nostri, Astrattismo, Informale, Pop art, Surrealismo e Transavanguardia, oltre a una ricca panoramica sulla produzione degli
artisti locali, da Italo Mus a giovani emergenti. Dotato di
un deposito (visitabile su richiesta), di uno spazio per le
mostre temporanee (dove si è appena conclusa la personale di Massimo Sacchetti) e di un fitto programma
di attività didattiche e
conferenze di approfondimento, il castello
conserva nel salone
d’ingresso il camino
in pietra con lo stemma nobiliare dei proprietari originari e la
boiserie decorata con
motivi a pergamena.
Degno di nota anche il
parco progettato a inizio Novecento dall’architetto paesaggista
Giuseppe Roda con
il contributo del vivaista Luigi Dominici:
50.400 metri quadrati suddivisi in 17mila
di prati e 33mila tra
rocce, vialetti e boschi
disseminati di abeti rossi e di Douglas,
cedri Himalaya, ginkgo biloba, tigli, querce
e roverelle, frassini,
ippocastani, aceri ricci
e di montagna, noci,
ciliegi e alcuni alberi
monumentali come
una sequoia gigante
della California alta
37 metri.
CHÂTILLON (AO). Castello Gamba, località Crêt-de-Breil, mer-dom
10-13/14-17, tel. 0166/563252, www.castellogamba.vda.it
VEDERE A TORINO | 19
DAL NEOLITICO AI GIORNI NOSTRI
UN NUOVO MUSEO
CHE RACCONTA
6000 ANNI DI STORIA
IN VALLE D’AOSTA.
Vieni a scoprirlo!
Vedere ad Asti e Torino
Scuola di Torino e Scuola di Roma
Le mostre di Palazzo Mazzetti ad Asti: Menzio e Cagli
«Natura morta con cavallino»
di Francesco Menzio, 1928
ASTI. Fondazione Palazzo
Mazzetti, corso Vittorio Alfieri
357, mar-dom 10,30-18,30,
tel. 041/530403, www.
palazzomazzetti.it, «Francesco
Menzio. Un maestro del
Novecento. La qualità
sensibile della pittura» e
«Corrado Cagli. Attualità nel
tempo della continuità» fino al
4 dicembre, «Giuliano VangiGraham Sutherland. Un altro
dialogo tra pittura e scultura»
dal 17 dicembre al 17 aprile
Eleganti signore in raffinati interni borghesi, scorci di paesaggio illuminati dalla luce
del sole, nature morte con oggetti semplici, fiori e frutti dalle cromie vibranti: tra gli
artisti piemontesi del Novecento Francesco Menzio (1899-1979) è quello che più di
tutti ha saputo fondere le atmosfere classiche e metafisiche di Casorati con le inclinazioni fauves e postimpressioniste di Matisse, Derain e Modigliani. A ripercorrerne
la vicenda artistica è la Fondazione Palazzo Mazzetti di Asti, in una retrospettiva
curata da Francesco Poli con una cinquantina di dipinti. Esponente tra il 1929 e il
1931 del Gruppo dei Sei di Torino, docente di pittura all’Accademia Albertina dal 1956
e accademico di San Luca dal 1960, Menzio raggiunge la piena maturità già negli anni
Trenta e Quaranta, un periodo documentato con lavori come «Autoritratto allo
specchio con fiori» e «Le Langhe (Bossolasco)». Tra le opere in mostra anche «Natura morta con cavallino» e «Donna con cappello nello studio». Corrado Cagli
(1910-76) fu invece un esponente della giovane Scuola romana, anch’egli influenzato
da Matisse che conobbe a Parigi nel 1938. A celebrarlo a quarant’anni dalla scomparsa è una mostra curata da Angelo Calabrese, Francesco Muzzi e Giuseppe Briguglio
nella stessa sede fino al 4 dicembre. Presenta opere del periodo della Scuola romana
e di quello americano: tra quest’ultime «Natura morta», «Il cranio e la candela» e «Concertino». Cagli passò dal Neocubismo alla Neometafisica all’Informale,
per approdare a personali visioni mitologiche fantastiche. Chiudono il percorso tre
arazzi commissionati dall’Arazzeria astigiana Scassa. Tra i prossimi appuntamenti un
inedito confronto curato da Francesco Poli tra l’ultima fase pittorica del britannico
Graham Sutherland (1903-80), presente con venti oli, un autoritratto e una selezione di gouache su carta, e la produzione scultorea di Giuliano Vangi (1931), di cui
sono esposti una trentina di lavori accompagnati dagli studi preparatori. q J.D.
La corsa
di Giugiaro
Nominato nel 1999 car
designer del secolo, autore di icone a quattro
ruote come la prima Golf
(1974) e la Maserati
3.200 (1998), Giorgetto
Giugiaro è protagonista di
una personale che dal 24
novembre al 26 febbraio
al Museo dell’Automobile ne ripercorre la vicenda biografica e la carriera.
Il museo celebra inoltre
i 90 anni della carrozzeria Touring Superleggera
con automobili, disegni e
modelli in scala dell’atelier fondato a Milano da
Felice Bianchi Anderloni e
Gaetano Ponzoni.
TORINO. Mauto-Museo
dell’Automobile, lun 10-14,
mar 14-19, mer-gio/dom 1019, ven-sab 10-21, corso Unità
d’Italia 40, tel. 011/677666,
www.museoauto.it, «Touring
Superleggera, 90 anni di
eleganza che anticipa il
futuro» fino al 20 novembre,
«Giorgetto Giugiaro» dal 24
novembre al 26 febbraio
La residenza barocca, le collezioni d’arte della cieà e le mostre temporanee
A s t i , C o r s o A l fi e r i 3 5 7 - w w w . p a l a z z o m a z z e e i . i t - Te l . 0 1 4 1 5 3 0 4 0 3
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DAL 15 OTTOBRE AL 4 DICEMBRE 2016
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VEDERE A TORINO | 21
Vedere a Torino e Alba nelle fondazioni
A Rivara
per
dipingere
Pittara
protagonista
di un singolare
cenacolo
Paesaggi storici, scorci
naturali gentilmente
modificati dall’uomo,
poesie campestri,
ricordi romantici e
visioni crepuscolari
costituiscono l’inedito
mix che ha dato luogo
alla rivoluzione realista
della pittura piemontese
nel tardo Ottocento. Un
ruolo di spicco lo ebbe
il cenacolo di Rivara,
sviluppatosi tra il 1870
e il 1873 nel castello
TORINO. Fondazione Accorsi-Ometto,
via Po 55, mar-ven 10-13/14-18, sabdom 10-13/14-19, tel. 011/837688,
www.fondazioneaccorsi-ometto.it,
«Carlo Pittara e la Scuola di Rivara.
Un momento magico dell’Ottocento
pedemontano» fino al 15 gennaio, «Dal
Futurismo al ritorno all’ordine. Pittura
italiana del decennio cruciale 1910-20»
dal 2 febbraio al 4 giugno
22 | VEDERE A TORINO
«Confidenze» di Carlo Pittara (particolare)
cittadino allora di proprietà del banchiere Carlo
Ogliani, cognato di Carlo Pittara.
A documentare tutto ciò è la rassegna «Carlo Pittara e la Scuola di Rivara. Un momento magico
dell’Ottocento pedemontano», realizzata in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio e
curata da Giuseppe Luigi Marini, nella Fondazione
Accorsi-Ometto fino al 15 gennaio. «La Scuola di Rivara, spiega il curatore, rappresentò un momento fertile della
pittura piemontese, influenzando la declinazione del realismo
di molti pittori e rivoluzionando inoltre, in senso moderno, il
gusto del pubblico». Sono esposte 69 opere di dodici artisti: paesaggi agresti dal sapore narrativo dipinti spesso en plein air con tocchi leggeri ispirati agli effetti di
luce di Corot, ai paesaggi intrisi di natura selvaggia di
Alexandre Calame, al naturalismo romantico di Antonio Fontanesi e della Scuola di Barbizon. Tra le opere
in mostra, sette lavori di Ernesto Rayper ambientati
nell’entroterra ligure e nella campagna piemontese,
originalmente elaborata, quest’ultima, anche nelle atmosfere cangianti e preimpressioniste dello spagnolo
Serafín Avendaño. Da ammirare, inoltre, le campagne romane di Vittorio Avondo, gli scorci di villaggi laboriosi di Ernesto Bertea, gli interni eleganti e
signorili di Giovanni Battista Carpanetto e i lavori
di Alfredo d’Andrade, Adolfo Dalbesio, Francesco
Romero, Federico Pastoris di Casalrosso e Antenore Soldi. Ma il vero protagonista, con trenta dipinti
esposti, è Carlo Pittara, che grazie ai soggiorni a Roma
e Parigi passò dal pungente verismo di pascoli e bestiami di «La guardiana delle oche» alla vibrante policromia degli abiti delle dame francesi di «Rive della Senna». Il prossimo appuntamento in Fondazione sarà la
retrospettiva «Dal Futurismo al ritorno all’ordine.
Pittura italiana del decennio cruciale 1910-20» dal
2 febbraio al 4 giugno.
Dinamico e iridescente
La Fondazione Ferrero di Alba rende omaggio a Giacomo
Balla con la retrospettiva «FuturBalla», curata da Ester
Coen e visitabile fino al 27 febbraio. Dalla predilezione
per i poveri e gli emarginati, raffigurati tra fine Ottocento
e inizio Novecento con audaci prospettive e pennellate
luminose, all’adesione al Futurismo documentata con
opere capitali come le «Compenetrazioni iridescenti» e
«Dinamismo di un cane al guinzaglio» (nella foto, © Giacomo Balla, by SIAE 2016). Tra gli appuntamenti di Alba
nel periodo della fiera internazionale del tartufo bianco
(che si svolge sino al 27 novembre), vi è anche la mostra
di 41 acquerelli e due installazioni di Francesco Clemente della serie «After Omeros», ispirata all’omonimo poema epico di Derek Walcott e presentata dalla famiglia
Ceretto nel Coro della Chiesa della Maddalena fino al
13 novembre. Il 4 novembre alle 18.30 in mostra si terrà un intervento di Roberta Castoldi e Alessandra Morra
accompagnate dalla fisarmonica di Massimo Pitzianti e
dal violoncello di Manuel Zigante.
ALBA (CN). Fondazione
Ferrero, via Vivaro 49, lun/
mer-ven 15-19, sab-dom
10-19, tel. 0173/295259,
www.fondazioneferrero.it,
«FuturBalla» fino al 27 febbraio/
Coro della Chiesa della
Maddalena, mar-ven 15-18,
sab-dom 10-18, www.ceretto.
it, «Francesco Clemente. After
Omeros» fino al 13 novembre
Vedere a Torino nelle fondazioni
L’angoscia in digitale
Il progresso tecnologico e la rivoluzione digitale sono la
spada di Damocle che pende sulla società contemporanea occidentale più avanzata, la minaccia incombente alla
libertà d’espressione, alla privacy, alle possibilità occupazionali e al benessere economico, in particolare della
classe media, che sarà spazzata via dalla prossima crisi
prefigurata da Josh Kline. All’artista nato a Filadelfia nel
1979, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo dedica
dal 4 novembre al 29 gennaio la prima personale italiana. Installazioni, sculture, opere audio e video, spesso
realizzati con l’ausilio di avanzati programmi di grafica e
stampanti 3D, trasformano le sale del museo in una sconfinata discarica, uno scenario apocalittico in cui uomini in
giacca e cravatta, rappresentati con dettagli così realistici
da generare inquietudine, sono accovacciati per terra avvolti in sacchi di plastica trasparente, sistemati accanto
a bottiglie di plastica vuote e a oggetti ormai privi di qualsiasi valore d’uso. Il visitatore è a tu per tu con un mondo decadente e anaffettivo di una povertà allarmante che
ha ridotto la società in un conglomerato di rifiuti indistinti.
Non resta più nulla di umano, se non le sembianze di corpi
che giacciono come larve sostituiti in tutto e per tutto dai
loro alter ego virtuali (nella foto, «Aspirational Foreclosure
(Matthew / Mortgage Loan Officer)» 2016, Courtesy the
artist e 47 Canal, New York © Joerg Lohse). È la naturale
conseguenza dell’opera di Ed Atkins la cui installazione
video a tre canali «Safe conduct» (2015) è esposta fino al
29 gennaio insieme a una serie di lavori grafici a essa collegati, in concomitanza con la personale dedicata al giovane artista inglese dal Castello di Rivoli. Immagini ispirate a
filmati di aeroporti che illustrano le procedure dei controlli
di sicurezza sulle note del «Bolero» di Ravel riflettono lo
stato d’ansia della nostra epoca, come tutto sia mediato e
manipolato e la nostra passiva accettazione fisica e psicologica del controllo, determinata dal clima di terrore in cui
viviamo. A completare
l’offerta espositiva della Fondazione è infine
la videoinstallazione a
quattro canali di Harun
Farocki «Parallel I-IV».
Recentemente entrata
nella collezione, l’opera visionabile dal 4 noTORINO. Fondazione Sandretto
vembre al 29 gennaio
Re Rebaudengo, via Modane
16, gio 20-23, ven-dom 12-19,
analizza la relazione tra
tel. 011/3797600, www.fsrr.org,
cinema e videogame, fo«Ed Atkins» fino al 29 gennaio,
calizzandosi sulle regole
«Josh Kline. Unemployment» dal 4
novembre al 29 gennaio e «Harun
alla base dell’animazioFarocki. Parallel I-IV» dal 4 novembre
ne computerizzata.
al 29 gennaio
I tesoro fotografico
di Bertero
Dagli anni della guerra alla Dolce Vita, dal
boom economico alle contestazioni del
Sessantotto, 261 fotografie di un centinaio di artisti documentano i cambiamenti
sociali, economici e di costume che hanno
attraversato l’Italia dal 1932 al 1968. «Realismo, Neorealismo e realtà», al Museo Ettore Fico fino al 29 gennaio, è la prima di
una serie di tre mostre dedicate alla Collezione di Guido Bertero, un fondo di 1.500
scatti di autori italiani e internazionali come Ferdinando Scianna, Gianni Berengo
Gardin, Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Paul Strand e Walker Evans. Suddiviso
in dieci sezioni e curato da Andrea Busto, il percorso della mostra propone opere
di Mario Giacomelli, Federico Patellani, Enzo Sellerio, Carlo Orsi, William Klein,
Osvaldo Civarini e altri. I cambiamenti che hanno interessato nel secolo scorso il
quartiere torinese di Barriera di Milano sono al centro del progetto inedito di Eugenio
Tibaldi intitolato «Seconda chance», curato dal direttore Andrea Busto ed esposto
sino al 29 gennaio. Nato ad Alba nel 1977, dedito a rappresentare la contemporaneità attraverso le aree periferiche e marginali, Tibaldi ha lavorato a stretto contatto
con gli abitanti della Barriera, realizzando dipinti (nella foto, un particolare), bozzetti
e installazioni in cui vecchie fabbriche dismesse in via di riconversione diventano il
germe di nuove utopie.
TORINO. Mef-Museo Ettore Fico, via Francesco Cigna 114, mer-ven 14-19, sab-dom 11-19, tel.
011/852510, www.museofico.it, «Realismo, Neorealismo e realtà. Fotografie in Italia 1932-68. Collezione
Guido Bertero», «Eugenio Tibaldi. Seconda chance» ed «Ettore Fico» fino al 29 gennaio
Wael Shawky ritorna all’antico villaggio
di Al Araba Al Madfuna
Egiziano, classe 1971, vincitore della prima edizione del Mario Merz Prize, Wael
Shawky è il protagonista di una personale curata da Abdellah Karroum nella Fondazione Merz dal 2 novembre al 5 febbraio, allestita in concomitanza con la mostra
dedicata allo stesso artista dal Castello di Rivoli. Quello proposto nella Fondazione
Merz è un progetto site specific nato intorno ad «Al Araba Al Madfuna», una trilogia
di film girati tra il 2012 e il 2016, qui esposta per la prima volta nella sua interezza
(nella foto, un fermo immagine). Il visitatore è invitato a percorrere una gigantesca scenografia: un paesaggio artificiale di sabbia popolato da grandi installazioni,
storyboard e disegni su pelle d’animale connessi al lavoro filmico. Mescolando
cinema e teatro, Shawky riflette sui punti di contatto tra il mito e l’attualità, tra
gli insegnamenti tramandati con la tradizione orale e le ricerche sociologiche più
all’avanguardia. Girata nel villaggio da cui prende il nome, situato vicino al tempio
di Seti I, la trilogia è ispirata alle antiche
leggende confluite nelle parabole dello
scrittore egiziano Mohamed Mustagab
(1938-2006).
q Jenny Dogliani
La sconfitta dell’invincibile Beuys
La mostra «La tenda verde (Das Grünes Zelt). Joseph Beuys e il concetto ampliato di ecologia», curata da
Marco Scotini e visitabile dal 5 novembre al 19 marzo, conclude la trilogia espositiva dedicata dal Pav-Parco Arte Vivente alla nascita del rapporto tra arte ed ecologia nell’Europa degli anni Settanta. Nel 1980
l’artista tedesco, scomparso trent’anni fa, si candidò senza successo con i Verdi alle elezioni parlamentari
e allestì un grande tendone verde nella Gustaf-Gründgens-Platz di Düsseldorf da cui lanciò l’appello «Ovunque in futuro si dovranno innalzare tende verdi su tutto il pianeta! Dovranno essere le incubatrici di una nuova
società». Tra le opere in mostra il poster elettorale «Bei dieser Wahl: die Grünen» e immagini e documenti
di azioni come «Überwindet endlich die Parteiendiktatur (Superate una volta per tutte la dittatura dei partiti)», contro la distruzione di un’area boschiva di Düsseldorf, «Aktion im Moor (Azione nella palude)», contro
la distruzione dell’equilibrio idrogeologico in Olanda, e «7.000 querce» (nella foto «Ölkanne F.I.U.», 1980).
TORINO. Fondazione Merz, via Limone 24, mar-dom
11-19, tel. 011/19719437, www.fondazionemerz.
org, «Wael Shawky. Al Araba Al Madfuna» dal 2
novembre al 5 febbraio
TORINO. Pav-Parco
Arte Vivente, via
Giordano Bruno
31, ven 15-18,
sab-dom 12-19, tel.
011/3182235, www.
parcoartevivente.it,
«La tenda verde (Das
Grünes Zelt). Joseph
Beuys e il concetto
ampliato di ecologia»
dal 5 novembre al 19
marzo
VEDERE A TORINO | 23
Vedere a Torino nelle fondazioni
Un’opera di Paolo Ventura
LÀ DOVE
INTERVIENE
IL DISEGNO
LA FOTOGRAFIA
C
TORINO. Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, via Nizza 230/103,
mar-dom 10-19, tel. 011/0062008, www.pinacoteca-agnelli.
it, «Riflessioni. Rosemarie Trockel e le collezioni torinesi» dal 4
novembre al 26 febbraio
IO
TTE
N C HIS
TORINO. Spazio Don Chisciotte, via della Rocca 37b, mar-sab 10,30-12,30/15-19 (sab 5: fino alle 23,
dom 6: 15-19), tel. 011/19771755, www.fondazionebottarilattes.it, «Roberto De Marchi. Forma, materia
e spirito» fino al 6 novembre, «Là dove interviene il disegno. La fotografia. Mario Cresci, Bruno Di Bello,
Franco Vaccari, Paolo Ventura» dal 17 novembre al 28 gennaio/MONFORTE D’ALBA (CN). Fondazione
Bottari Lattes, via Marconi 16, lun-ven 14,30-17, sab-dom 15,30-18,30, tel. 0173/789282, www.
fondazionebottarilattes.it, «Roberto De Marchi. Forma, materia e spirito» fino al 12 novembre
DO
Un uso diverso del disegno e il suo incontro con la grafica e la fotografia è il tema
della collettiva curata da Luca Panaro per lo Spazio Don Chisciotte dal 17 novembre al 28 gennaio. Il percorso presenta una selezione di opere inedite provenienti
dagli studi dei quattro artisti invitati. Tra queste «La coppia» del 1980, una delle rare
litografie di Franco Vaccari, un disegno propedeutico a un’installazione ambientale realizzata dall’artista per la Triennale di Milano nel medesimo anno, nonché
un modo per «scaldare» attraverso l’uso di matite colorate, la fredda produzione
concettuale che in quel periodo non trovava consensi nel mercato. Nello stesso
clima nasceva anche «Segno di luce di quadro in quadro», serie di Bruno Di Bello datata 1977 e composta da disegni di luce in cui la carta è sostituita dalla tela
emulsionata e la matita dalla torcia elettrica. Un procedimento analogo a quello
utilizzato da Mario Cresci in un ciclo di 12 rayogrammi eseguiti inondando di luce
dei fogli di carta fotografica parzialmente coperti da silhouette. Di Cresci figura
inoltre «Misurazioni», un lavoro del 1977 a tecnica mista (collage, fotografia e disegno) sullo studio del movimento di una sagoma di Pinocchio. Per Paolo Ventura,
il più giovane dei quattro, il disegno è invece parte integrante dell’opera finita,
che nel suo caso è composta da una stampa fotografica su cui è intervenuto con
matite e colori. Nello Spazio Don Chisciotte fino al 6 novembre prosegue inoltre la
personale di Roberto De Marchi, correlata a una sezione allestita negli spazi della
Fondazione Bottari Lattes a Monforte d’Alba fino al 12 novembre. La mostra
presenta un nucleo di dipinti realizzati dall’artista torinese tra il 2001 e il 2015. I
soggetti sono in prevalenza quadrati e rettangoli dalle stratificate monocromie,
apparentemente originati da accumuli di luce e oscurità. Sono opere sospese tra
materia e spirito in cui l’astrazione è veicolo di espressione del sacro. q J.D.
Lo specchio e il ritratto sono entrambi legati al tema
della condizione umana, da sempre al centro dell’opera
di Rosemarie Trockel (1952), protagonista del prossimo
appuntamento del ciclo espositivo dedicato dalla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli al collezionismo. Intitolata «Riflessioni. Rosemarie Trockel e le collezioni
torinesi», aperta dal 4 novembre al 26 febbraio e curata
da Paolo Colombo, la mostra mette in relazione varie
opere dell’artista tedesca con lavori da lei selezionati in
alcuni musei torinesi. Mescolando cultura alta e popolare, la Trockel pone l’essere umano di fronte a se stesso,
lasciandolo nudo e inerme al cospetto della propria coscienza, in una dimensione sospesa tra l’interpretazione
psicologica, emotiva e sociologica. La mostra è divisa in
due sezioni: nella prima, dedicata al ritratto, disegni e
dipinti come «Sibilla che legge» di AngeliKa Kauffmann
(dalla Galleria Sabauda), «Santa Maria Maddalena leggente» del Giampietrino (da Palazzo Madama), un volto
maschile barbuto del XVII secolo di scuola fiamminga
(dalla Biblioteca Reale) e «Achille riconosciuto alla corte
del re Licomede» della cerchia di Simon Vouet (dalla
Pinacoteca Albertina) sono messi a confronto con ritratti
maschili e femminili inediti dell’artista. Nella seconda,
invece, le sue sculture in ceramica dall’effetto specchiante ottenuto con polveri di
platino e argento (nella foto,
«Louvre
3»,
2009) dialogano a loro volta
con specchi e
vanitas di varie
collezioni cittadine.
O
Disegni e fotografie inediti
nello Spazio Don Chisciotte,
dipinti a Monforte d’Alba
Ritratti allo specchio
S PA ZI
Luce tiranna
Con il sostegno di
REGIONE
PIEMONTE
MARIO CRESCI • BRUNO DI BELLO • FRANCO VACCARI • PAOLO VENTURA
a cura di Luca Panaro
Inaugurazione giovedì 17 novembre 2016 ore 18.00
mostra: dal 17 novembre 2016 al 28 gennaio 2017
martedì - sabato 10.30-12.30; 15-19
Spazio Don Chisciotte • via della Rocca 37b • Torino
Ingresso libero
info: +39 011 19771755 • [email protected] • www.fondazionebottarilattes.it
24 | VEDERE A TORINO
Vedere a Torino nelle gallerie
In tredici sotto la luna
L’apertura collettiva delle gallerie Tag
Dall’alto, in senso orario,
«Hier Demain» di Alessandro
Filippini (Riccardo Costantini);
«Untitled» di Tom Johnson,
2016, (Guido Costa Projects);
«Schwarze Säcke» di Glaser/
Kunz (Gagliardi & Domke)
Sabato 5 novembre dalle 21 alle 24, in occasione della notte bianca delle arti
contemporanee, le tredici gallerie del circuito Tag-Torino Art Galleries (www.
torinoartgalleries.com) propongono il tradizionale opening collettivo. Nella galleria In-Arco è possibile immergersi negli anni romani della Dolce Vita ammirando
opere realizzate negli anni Sessanta e nei decenni successivi da Mario Schifano,
Franco Angeli e Tano Festa, tre esponenti legati alla Scuola di piazza del Popolo
cui si deve la nascita della Pop art italiana. Lontane dall’euforia di quel momento
«spensierato» sono invece i lavori esposti da Raffaella De Chirico (via della Rocca
19) di Antoine D’Agata, Larry Clark, William Burroughs, Carol Rama, Dr Lakra, Federico Martínez Montoya, Richard Kern e Amalia Ulman ispirati alla
dipendenza dai demoni della contemporaneità: droga, denaro, sesso compulsivo,
cibo e apparenza. Un’indagine sui lati oscuri della mente umana è anche al centro
della personale dedicata da Alberto Peola alla coppia di fotografi Gioberto Noro,
la cui attenzione è rivolta alla dualità intrinseca nel mondo che, nelle loro immagini, vere e proprie architetture d’ombra, si manifesta nel confronto dialettico tra
ciò che si rivela e ciò che si nasconde. Una simile dicotomia è anche alla base dei
disegni di Glaser/Kunz esposti da Gagliardi & Domke, in cui il pigmento nero
sembra coagularsi e prendere vita come l’espressione di una nuova abiogenesi.
Completano la personale «Schwarze Säcke», 18 sacchi neri di juta in cui sembrano
essere confluiti tutti i colori e la gravità, «Uhr», un orologio svincolato dal tempo
e «Kreidekreis» un gesto di creazione e distruzione ripetuto all’infinito. Il rapporto
tra corpo, tempo e natura è l’oggetto delle fotografie in bianco e nero di Arno
Rafael Minkkinen esposte da Photo&Contemporary. Paesaggi immobili, in cui
regnano equilibrio e simmetria immersi in una luce perlacea e diffusa, fanno da
sfondo a parti del corpo che si fondono con essi sino a diventarne la sublimazione.
Il legame tra uomo e spazio è anche al centro degli scatti di Bruno Lucca ispirati
a Viaggio intorno alla mia camera di Xavier de Maistre e presentati da Weber & Weber. Lo sguardo dell’artista si focalizza su piccoli frammenti di uno spazio privato,
seriamente minacciato dalla messa in scena del reale che dilaga nel web. Oggetti e
scorci di paesaggio scorti casualmente sono tutto ciò che rimane del proprio mondo interiore, residuo di ricordi ed emozioni che scivolano sempre più in profondità,
nella stessa dimensione nascosta e inaccessibile oggetto delle opere di Alessandro
Filippini in mostra da Riccardo Costantini. Le sue sculture, frasi e parole scritte
all’interno di forme e oggetti circolari, innescano riflessioni universali sullo scorrere del tempo e sulla convivenza di principi opposti come la vita e la morte, il
tutto e il nulla, la luce e il buio. Ad analizzare l’umana interpretazione del tempo
e dello spazio fisici e mentali è anche la giovane artista inglese Ruth Proctor, cui
dedica una personale Norma Mangione. In mostra, oltre a una serie di installazioni e fotografie, anche un lavoro che coinvolge i visitatori, invitati appena varcata
la soglia a seguire una serie di istruzioni attraverso cui verranno modificate l’abituale percezione e fruizione del luogo. Coglie di sorpresa anche l’americano Tom
Johnson, che da Guido Costa Projects presenta la performance dal titolo «Un
piano nobile per un uomo alto», un’analisi sul potere
psicologico della ricchezza ispirata al saggio Che cos’è il
popolo di William Hazlitt, realizzata in collaborazione
con Aldo Rendina e una sessantina di persone che diventeranno spettatori del pubblico presente. Nelle due
sedi di Franco Noero, invece, la personale di Henrik Olesen, ironico artista concettuale che indaga le
strutture del potere e le dinamiche della conoscenza
con un progetto inedito ispirato a Dhalgren, romanzo
fantascientifico di Samuel R. Delany, e una selezione
di fotografie di Robert Mapplethorpe: nudi maschili
e femminili, celebrità, nature morte, ritratti, paesaggi e interni, sino ai soggetti meno noti del suo lavoro.
Di tutt’altro genere, invece, le personali di Nathaniel
Mary Quinn e Jon Pilkington, rispettivamente da
Luce Gallery e Neochrome. Il primo realizza dipinti figurativi su carta, simili a collage per l’effetto di
crepe meticolosamente inserite fra le varie parti della
composizione; soggetti presi dalla vita reale, in particolare suoi concittadini di Brooklyn, si mescolano ad
atmosfere mostruose e grottesche ispirate a fumetti e
vecchie fotografie. Il secondo dà luogo a un’esplosione
di materia pittorica e forza gestuale; tele popolate di
seducenti geometrie, alternate a forme vagamente organiche immerse in un pullulare di segni, mutano in
caos incerti equilibri. E per gli amanti della pittura più
«tradizionale» da non perdere la personale con opere
inedite e site specific di Nicola De Maria da Giorgio
Persano. q Jenny Dogliani
TORINO. Alberto Peola, via della Rocca 29, mar-sab 15-19, tel.
011/8124460, www.albertopeola.com, «Gioberto Noro. Aperture»
dal 5 novembre al 23 dicembre /Franco Noero, via Mottalciata
10/b, lun-sab 15-19, mar-ven 11-19, tel. 011/882208, www.
franconoero.com, «Henrik Olesen. After Dhalgren» dal 2 novembre
al 15 gennaio; piazza Carignano 2, mar-sab 12-20, «Robert
Mapplethorpe» dal 2 novembre al 28 gennaio /Gagliardi & Domke,
via Cervino 16, mar-sab 15,30-19,30, tel. 011/19700031, www.
gagliardiedomke.com, «Glaser/Kunz. Solo show» dal 5 novembre al
21 gennaio /Giorgio Persano, via Principessa Clotilde 45, mar-sab
10-13/15,30-19, tel. 011/4378178, www.giorgiopersano.org,
«Nicola De Maria» dal 5 novembre al 28 gennaio /Guido Costa
Projects, lun-sab 15-19, via Mazzini 24, tel. 011/8154113, www.
guidocostaprojects.com, «Tom Johnson. Un piano nobile per un
uomo alto» dal 5 novembre al 31 gennaio /In-Arco, piazza Vittorio
Veneto 3, mar-sab 10-13/16-19,30, tel. 011/8122927, www.in-arco.
com, «Piazza del Popolo. Angeli, Festa, Schifano» fino al 3 dicembre
/Luce Gallery, corso San Maurizio 25, mar-sab 15,30-19,30, tel.
011/8141011, www.lucegallery.com, «Nathaniel Mary Quinn. St.
Marks» dal 5 novembre al 12 gennaio /Neochrome, via Stampatori
4, mer-sab 15,30-19, www.neochromegallery.com, «Jon Pilkington.
Paintings should be sisters not twins… like eyebrows» fino al 6
novembre /Norma Mangione, via Matteo Pescatore 17, mar-sab
15,30-19,30, tel. 011/5539231, www.normamangione.com, «Ruth
Proctor» dal 5 novembre al 22 dicembre /Photo&Contemporary,
via dei Mille 36, mar-sab 15,30-19,30, tel. 011/889884, www.
photoandcontemporary.com, «Arno Rafael Minkkinen. The worlds
at my fingertips» fino al 26 novembre /Raffaella De Chirico Arte
Contemporanea, via Giolitti 52/via della Rocca 19, mar-sab 11-19,
tel. 011/835357, www.dechiricogalleriadarte.com, «The last time»
dal 5 novembre al 31 gennaio /Riccardo Costantini, via Giolitti
51, mar-sab 11-19,30, tel. 011/8141099, www.rccontemporary.
com, «Alessandro Filippini. Solo qualche parola» dal 5 novembre
al 9 dicembre, «Octavio Floreal» da dicembre /Weber & Weber, via
San Tommaso 7, mar-sab 15,30-19,30, tel. 011/19500694, www.
galleriaweber.it, «Bruno Lucca. Viaggio intorno alla mia stanza» dal 5
novembre al 23 dicembre
VEDERE A TORINO | 25
Vedere a Torino nelle gallerie
Il (dolce) tormento di un animo gentile
Artista schivo e sensibile poco incline alla ricerca del bello, appassionato di Francis Bacon cui vagamente s’ispira, il
ventiduenne torinese Lorenzo Barberis ha elaborato un personalissimo linguaggio figurativo in cui sembrano precipitare tutte le forme delle avanguardie moderne, da Modigliani a Picasso a Kounellis. Suoi dipinti (nella foto, «La vita»,
2015) e sculture sono esposti dal 5 al 19 novembre nella galleria AccorsiArte in un percorso curato da Daniela
Accorsi e Massimo Canato. Il suo gesto nasce dal tormento di un animo gentile, dalla ricerca di una verità pittorica
ed esistenziale più volte messa in crisi dal mondo contemporaneo. Tra i soggetti ricorrenti, dipinti con pastelli e acrilici su cartone e su tela, o scolpiti, le teste di personaggi chiamati a rompere equilibrio e simmetria di composizioni
attentamente calibrate, spesso accompagnati da vettori che indicano direzioni oblique, pulsioni inconsce che tentano di venire allo scoperto. «Personaggi spesso torturati e mortificati in trappole e gabbie carcerarie rispondono muti e
dignitosi, fonte di espiazione della profonda e castigata personalità dell’artista. Ambigui personaggi alla finestra a seni
scoperti, talvolta ignari dello spettatore, altre volte provocatori esibizionisti nell’atto di ostentare la propria stranezza»
scrive Daniela Accorsi. Insomma, quella di Barberis è una creatività multiforme e magmatica, un flusso di coscienza
e conoscenza che si esprime nella manipolazione plastica del bronzo, in sculture umanoidi e aliene, in geometriche
esplosioni di forme in cui il caos sembra raggiungere, almeno per un istante, uno stato di transitorio equilibrio. In
concomitanza con la mostra di Lorenzo Barberis vengono esposte sculture di Giacomo Manzù tra cui «Tebe in poltrona», gli «Amanti» e un disegno.
TORINO. AccorsiArte, via Calandra 9,
mar-ven 15-19, sab 10,30-12,30/
15-19, tel. 342/0929640,
www.accorsiarte.com, «Lorenzo
Barberis» e «Giacomo Manzù»
dal 5 al 19 novembre
Perversi ma poetici
Luci e beneficenza di notte
Assuefazione e dipendenza sono
due facce di malessere diffuso nella
società contemporanea. Droga, sexting (condivisione di messaggi e immagini dall’esplicito contenuto erotico) e sesso compulsivo, eccesso di
alcol, tecnologia, social network e cibo sono pratiche che nascondono
fragilità e debolezze di chi le esercita, di chi con facilità vi è scivolato ma
non sa uscirne. È il tema di «The last time», collettiva presentata da Raffella De Chirico dal 5 novembre al 31 gennaio. Ispirato alla fatidica frase
«è l’ultima volta» che chiunque abbia una dipendenza ripete nella (spesso
vana) speranza di smettere, la mostra presenta scatti di Antoine D’Agata, fotografo marsigliese dell’Agenzia Magnum Photos che ritrae corpi
corrotti e al tempo stesso purificati dall’abuso di eroina, lavori di Larry
Clark, autore negli anni Settanta del celebre reportage sui giovanissimi
tossicodipendenti di Tulsa in Oklahoma, e gli «shotgun painting» di William Burroughs. Sull’incapacità di resistere all’impulso sessuale e sulle
forme di feticismo a esso correlato riflettono fotografie di Richard Kern
(nella foto, «Lydia blows fetus», 1984), opere di Carol Rama e dell’artista
e tatuatore messicano Dr Lakra, mentre un video del suo connazionale
Federico Martínez Montoya analizza la dipendenza dal denaro documentando la relazione tra le dinamiche del consumo e il valore di scambio.
A narcisismo e ossessione del cibo e della forma fisica guarda infine
l’argentina Amalia Ulman.
Nella città illuminata fino al 15 gennaio dalla 19ma edizione di Luci d’Artista, che comprende 22 opere di Rebecca Horn, Jeppe Hein, Mario Merz,
Giulio Paolini e altri integrate dall’installazione «#MosaicoTorino» dei
Dead Photo Working (un mosaico in divenire composto da foto della città
scattate da utenti di Instagram e proiettate sulla facciata della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), sabato 5 novembre dalle 21 alle 24 si
svolge la notte bianca delle arti contemporanee, con aperture straordinarie e iniziative ad hoc di musei, fondazioni e gallerie. Tra gli appuntamenti
una retrospettiva benefica in memoria
di Alberto Nurisso, giovane talento torinese prematuramente scomparso di
cui nella Galleria Metroquadro, dal 3 al
17 novembre, sono esposti lavori che
vanno dagli onirici e taglienti collage di
disegni su tela dedicati a temi di attualità politica e sociale degli ultimi
anni (nella foto, «Law ’n order», 2012), ai ritratti su pasta (destinati a
scomparire) di iconici personaggi come Mao, ai monocromatici assemblage di giocattoli su tavola, brulicanti e rigorose composizioni di mondi
surreali, al progetto inedito di un mazzo di carte, prodotto in 300 pezzi, le
cui figure sono sostituite da personaggi del mondo della giustizia, un’opera ludica che si fa beffe delle dinamiche del fato (i proventi della vendita
delle carte saranno devoluti alla ricerca sul cancro). Corredano la mostra
opere di The Bounty Killart, Alessandro Caligaris e altri. q J.D.
TORINO. Raffaella De Chirico Arte Contemporanea, via Giolitti 52/via della Rocca 19,
mar-sab 11-19, tel. 011/835357, www.dechiricogalleriadarte.com, «The last time» dal 5
novembre al 31 gennaio
CAROL RAMA
WILLIAM BURROUGHS
DR LAKRA
ANTOINE D’AGATA
LARRY CLARK
T H E
RICHARD KERN
TORINO. Sedi varie, www.contemporarytorinopiemonte.it, «Notte bianca delle arti
contemporanee» sabato 5 novembre dalle 21 alle 24, «Luci d’artista e «#MosaicoTorino»
fino al 15 gennaio
L A S T
MISTER THOMS
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FEDERICO MARTINEZ MONTOYA
November 5, 2016 – January 31, 2017
opening November 5, 2016 | h.18:00 - 00:00
Raffaella De Chirico Contemporary
Via della Rocca, 19/Via Giolitti, 52 - 10123 Turin
Ph. +39 011 835357 - [email protected] - www.dechiricogalleriadarte.com
26 | VEDERE A TORINO
BANKSY
Vedere a Torino nelle gallerie
Continua la saga dei Pinottini: Narciso nuovo corso
Artisti storici e nuove scoperte: Sally Paola Anselmo Pinottini rilancia la storica galleria
«Radici modificate della Grande
Madre» di Marisa Laurito
TORINO. Galleria Narciso,
piazza Carlo Felice 18,
tel. 011/543125, www.
gallerianarciso.com, «Marisa
Laurito. Radici squadrate» dal
5 novembre al 21 gennaio
Marisa Laurito apre il nuovo corso della Galleria Narciso, fondata nel 1960 da Amedeo Pinottini con i figli
Elio e Marzio. Laureato con Augusto Guzzo, assistente di Vittorio Mathieu e poi docente presso la Facoltà
di Magistero di Torino, Marzio Pinottini, scomparso
quest’anno, è stato il pilastro culturale della galleria
che in oltre mezzo secolo ha prodotto 300 mostre e
altrettanti cataloghi presentando giovani artisti come
Jorn, Hartung, Soffiantino, Raphaël, Mafai, Alessandri,
Ruggeri, Tabusso e Burri, intuendo l’importanza dei poveristi e coltivando il Futurismo, ancora scomodo negli
anni Settanta. «Desideriamo mantenere alto il livello culturale delle nostre scelte e proporre anche giovani artisti attivi in
Italia e all’estero con abilità pittoriche importanti», spiega la
direttrice Sally Paola Anselmo Pinottini (succeduta
a Marzio Pinottini), che aggiunge, «le fiere sono un tramite
interessante. Intorno ad Artissima c’è un pullulare di mostre,
Torino diventa la mostra, l’altr’anno sono venuti a trovarci collezionisti da tutto il mondo. Siamo ancora incerti se partecipare
alla prossima ArteFiera di Bologna, penso che quest’anno la salteremo ancora, ma intendiamo reingranarci in questo meccanismo». Curata da Paola Colombari, visitabile dal 4 novembre al 21 gennaio, la personale dell’attrice partenopea
selezionata per il Padiglione del Guatemala all’ultima
Biennale di Venezia, presenta dipinti e installazioni che
analizzano i nei della contemporaneità mescolando
Neo pop, Nouveau Réalisme e Surrealismo. Tra le opere
in mostra «L’attesa disattesa» e «Radici modificate», in
cui gli elementi vegetali si riappropriano dello spazio
dell’uomo; «Non ho rughe purtroppo», una grande fragola in silicone che denuncia impietosa la natura posticcia dell’uomo contemporaneo e del suo nutrimento e,
ancora, «Spaghetto assoluto e solo, su petali di rose con
tris di pomodori all’azoto», un’opera sulla rarefazione
del cibo, degli affetti e dei rapporti umani. Accompagna
la mostra un catalogo con testi di Marzio Pinottini, Sally
Paola Anselmo Pinottini, Daniele Radini Tedeschi, Michela Tamburrino e Paola Colombari. Il volume rilancia
l’attività editoriale della galleria che nel secolo scorso
ha partecipato al dibattito sui nuovi linguaggi artistici.
I prossimi appuntamenti sono, all’inizio del 2017, una
retrospettiva di Jean Arp con dipinti, collage, disegni,
sculture e il carteggio tra Marzio Pinottini, la Fondation
Arp e le due mogli dell’artista; in primavera la personale di un giovane pittore colto lombardo che reinterpreta
tematiche contemporanee con un linguaggio surreale;
il prossimo autunno la mostra di un giovane pittore altoatesino apprezzato in Nord Europa e negli Usa.
VEDERE A TORINO | 27
Vedere in Piemonte in asta e dagli antiquari
Ed ecco a voi antiquariato, auto e design
È l’offerta novembrina delle aste torinesi
Pannemaker) di 3 metri per 5, raffigurante il «Ratto di
Elena». Base d’asta: 18mila euro. Nell’asta di moderno
e contemporaneo, infine (26 novembre-8 dicembre), ha
stime comprese tra 180 e 200mila euro «T1961-70», un
acrilico su tela di 65x105 cm del 1961 di Hans Hartung.
q Vittorio Bertello
TORINO E VERCELLI. Bolaffi, via Cavour 17, Torino, tel.
011/5576300,[email protected], www.bolaffi.it. Sant’Agostino
Aste, corso Tassoni 56, Torino, [email protected], www.
santagostinoaste.it. Meeting Art, corso Adda 7, Vercelli, info@
meetingart.it, www.meetingart.it.
In alto vicino al titolo l’80 lire oro di Vittorio Emanuele I (da Bolaffi); «T1961-70» di Hans Hartung
(da Meeting Art) e una di due poltrone di Augusto Bozzi (da Sant’Agostino)
Il panorama delle aste a Torino e in Piemonte nel mese in cui si svolge Artissima è
come al solito abbastanza nutrito. L’asta Bolaffi di manifesti (che quest’anno si
tiene solo online), aperta fino al 10 novembre, ha come di consueto un’ampia
proposta di affiche di ogni genere. Un manifesto per il film di Akira Kurosawa «I sette
samurai», del 1954, parte da una base d’asta di 1.500 euro, mentre inizieranno da 3.500
euro le offerte per un’affiche del 1954 di Anselmo Ballester per il film «Ombre rosse»
di John Ford del 1939. A fine mese, dal 30 novembre al primo dicembre, sarà la volta
di oltre mille lotti di numismatica. Fra i top lot le rarità di casa Savoia, l’80 lire oro
di Vittorio Emanuele I del 1821 che partirà da 20mila euro, il 5 lire «aquila sabauda»
di Vittorio Emanuele III del 1901, da 35mila euro e il 100 lire Impero 1937, ancora
da 20mila euro. Da Sant’Agostino, oltre a una vendita di automobili d’epoca,
prevista per il 5 novembre, l’appuntamento con il design (fissato per il 15) ha tra
l’altro una coppia di poltrone di Augusto Bozzi (anni ’50) per Saporiti, stimate tra
4.500 e 6mila euro e una «coppa da macchie» di Carlo Scarpa del 1942 disegnata per
Venini, a 9-12mila euro. Nell’asta di Meeting Art (Vercelli) di antiquariato, iniziata
il 29 ottobre e che si articola in due fine settimana, fino al 6 novembre, uno dei
pezzi più importanti sarà un arazzo di Bruxelles del 1650 ca (opera di Erasmus de
Le attrazioni di Della Rocca
La casa d’aste Della Rocca, mentre fino al 6 dicembre
ospita «Teatrarte», una personale di scatti del fotografo
torinese Paolo Pellion, tiene due vendite. Quella di antiquariato (400 lotti ca) è fissata per il 15 novembre: vi
si nota un «Suicidio di Lucrezia» di Guido Reni valutato
tra 180 e 200mila euro (nella foto). Nello stesso appuntamento, tra i circa 120 lotti di arte orientale una figura
tibetana del Buddha del XVII-XVIII secolo ha una base di
10mila euro. La vendita di design è invece fissata per il
24 novembre (300 lotti), con pezzi forti come una poltrona con poggiapiedi di Luigi Caccia Dominioni, del 1960
ca, realizzata per Azucena (8-10mila euro); con le stesse stime, una sedia di Gio Ponti
del 1955 ca, mentre una parete attrezzata del 1962 di Ico Parisi per l’Hôtel Lorena di
Grosseto parte da una base di 8mila euro. Sempre di Ico Parisi la casa d’aste propone
l’allestimento di un piccolo studio privato di inizi anni Sessanta, composto da un tavolo e
un mobile d’appoggio (base 3.500 euro). Giacomo Abate, curatore del settore del design
per Della Rocca, conferma che la casa d’aste rivolge ora attenzione al design degli anni
Settanta e Ottanta. Ecco due esempi: una sala da pranzo di Claudio Salocchi del 1975
ca realizzata per Sormani (5.500 euro) e un lampadario a plafone di Toni Cordero della
fine degli anni Ottanta in acciaio satinato e compensato curvato (3.500 euro). q V.B.
TORINO. Della Rocca, via della Rocca 23, [email protected], www.dellarocca.net
28 | VEDERE A TORINO
Quest’anno a Saluzzo l’antiquariato
è autunnale e musicale
Si tiene solo quest’anno in autunno, dal 24 al 27 novembre,
la 39ma edizione della Mostra
Nazionale di Antiquariato di Saluzzo, che per il protrarsi di alcuni lavori di adeguamento dei
locali che ospitano la rassegna
(le Antiche Scuderie dell’ex Caserma Musso, 2.500 mq) non
ha potuto svolgersi nel suo mese tradizionale, quello
di maggio. La mostra è, come sempre, organizzata dalla Fondazione Amleto Bertoni (con la collaborazione
dell’associazione Art.Ur), ente strumentale del Comune
di Saluzzo costituito per lo sviluppo turistico e la valorizzazione della città e del suo territorio e intitolato ad Amleto Bertoni, imprenditore, educatore e mecenate ritenuto
il padre dell’artigianato saluzzese contemporaneo. Vale
la pena ricostruire la storia della Fondazione. Alla sua
morte, nel 1967, Bertoni dispose un lascito al Comune
per la realizzazione della Sala d’Arte del legno e del ferro
battuto, che avrebbe ospitato le mostre di antiquariato e
di artigianato. Per l’organizzazione di entrambe fu istituito il comitato permanente Sala d’Arte Amleto Bertoni,
mentre la cura degli altri eventi culturali della città del
Marchesato rimase un compito della Pro Saluzzo, allora
un ente per le manifestazioni del Comune. Nel dicembre 1999 le due istituzioni si fusero con la nascita della Fondazione Amleto Bertoni. La mostra avrà un tema,
quello della musica, che si riflette in due esposizioni
collaterali: una dedicata all’arpista, liutaio e imprenditore statunitense Victor Salvi, fondatore della fabbrica
di arpe Salvi Harps di Piasco (Cn), l’altra agli strumenti musicali antichi della collezione di Giuseppe Accardi.
Un’altra collaterale, intitolata «Tra cielo e terra» e curata dallo storico dell’arte Luca Mana, traccia un percorso
tra opere d’arte a soggetto musicale. Sono previsti una
trentina di espositori, in un allestimento completamente
rinnovato e ripensato. La rassegna ha il patrocinio della
Provincia di Cuneo e della Regione Piemonte e un sostegno economico da parte della Camera di Commercio
di Cuneo e della Fondazione Crt (nella foto, Un momento di una delle passate edizioni della Mostra Nazionale
di Antiquariato di Saluzzo). q V.B.
SALUZZO (CN). Fondazione Amleto Bertoni, piazza Montebello 1,
[email protected], www.fondazionebertoni.it
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Ufficio di Monte-Carlo : +377 93 25 88 89 - Ufficio di Parigi : +33 1 53 04 90 74
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Vedere a Torino dagli antiquari
«Storie della passione di Cristo» di Antonio Tempesta (particolare)
Incursioni inaspettate
Che ci fa Pistoletto da Giamblanco?
Fondata nel 1997 da Salvatore Giamblanco e Deborah
Lentini nel centro di Torino, la Galleria Giamblanco
presenta dal 25 novembre al 28 gennaio la tradizionale
mostra annuale. Spiccano tra le opere esposte (alcune
delle quali in anteprima a Flashback, cfr. p.8) alcuni
grandi oli su rame del fiorentino Antonio Tempesta (1555-1630): «L’entrata
di Cristo in Gerusalemme», «La salita al Calvario», «La crocefissione»
e «L’incontro di san Pietro e san Paolo sulla via del martirio». Formatosi
nel clima della cultura tardomanierista, di cui fu un esponente di primo piano
a livello europeo, Tempesta collaborò con Giovanni Stradano agli affreschi di
Palazzo Vecchio a Firenze e giunto a Roma nel 1573 fu autore di alcune delle carte
geografiche dell’omonima sala dei Palazzi Vaticani. Rare le due piccole tele ovali di
soggetto sacro di Vittorio Amedeo Cignaroli (1730-1800), pittore di corte ai tempi
del re di Sardegna Vittorio Amedeo III: «Il riposo durante la fuga in Egitto»
e «Cristo salva san Pietro dalle acque». In mostra anche opere dei genovesi
Valerio Castello, Alessandro Magnasco e Antonio Francesco Peruzzini,
nature morte di Giovanni Stanchi, Abraham Brueghel e Andrea Belvedere
e autoritratti di varie epoche, compresa un’incursione nel Novecento con Ottavio
Mazzonis e Michelangelo Pistoletto. Tra i prossimi appuntamenti della galleria
la partecipazione a Modena Antiquaria dall’11 al 19 febbraio. q J.D.
TORINO. Galleria Giamblanco, via Giolitti 39, lun 14-19,30, mar-gio 10-13/15-19,30, ven 10-20, sab 1019, tel. 011/5691502, www.giamblanco.com, «Quattro secoli di pittura» dal 25 novembre al 22 dicembre e
dal 10 al 28 gennaio
Com’era Torino nell’800 e ’900
Coperta da un cangiante manto di neve, attraversata da cavalli e
carrozze, illuminata da
un tiepido sole autunnale: la Torino dell’Otto
e Novecento rivive nella
collettiva esposta nella
Galleria Aversa fino a
dicembre (escluse le
opere vendute visibili sino al 5 novembre). Tra le trenta
opere esposte, per la maggior parte dipinti, non mancano alcune sculture come «I contadini» di Leonardo Bistolfi, una coppia di figure in cui l’impostazione veristica
sfuma verso un taglio decisamente più moderno, e un
piccolo bronzo con medesimo soggetto di Francesco
Messina. Per quanto riguarda i lavori pittorici invece, si
passa dalle atmosfere simboliste e crepuscolari di un
raffinato acquarello di Marco Calderini, raffigurante i
Giardini Reali, a uno scorcio dello stesso luogo rappresentato con malinconico verismo da Lorenzo Delleani,
da un’eterea e quasi surreale «Superga sotto la neve»
di Cesare Maggi (nella foto) alle impulsive pennellate
di Luigi Spazzapan che fissano sulla tela lo scorrere del
canale Michelotti. E poi, ancora, paesaggi sabaudi ed
esotiche vedute di Giuseppe Canella, Carlo Bossoli, Giovanni Lomi e molti altri.
TORINO. Galleria Aversa, via Cavour 13, mar-sab 10-12,30/15,0019, tel. 011/532662, www.galleria-aversa.it, «Scorci di Torino e altre
opere fra ’800 e ’900» fino a dicembre (escluse le opere vendute)
SAM FRANCIS Senza titolo, 1991 (particolare). Acrilico su carta, 245 x 145 cm. Stima €100.000 – 150.000
ASTA DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
9 novembre 2016 – Palazzo della Permanente, Via Turati 34 Milano
30 | VEDERE A TORINO
Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea
Via Brera 8, 20121 Milano
[email protected]
T. +39 02 36569105 | www.finarte.it
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TORINO
QUATTRO SECOLI DI PITTURA
25 novembre - 22 dicembre 2016
10 - 28 gennaio 2017
GALLERIA GIAMBLANCO
Via Giovanni Giolitti, 39
10123 TORINO
Tel.+39.011.5691502 Fax.+39.011.5691686
Cell 338.5722525
Cell 347.5642884
catalogo Allemandi
Antonio Tempesta (Firenze 1555-Roma 1630) Incontro tra San Pietro e San Paolo sulla via del martirio Olio su
rame, 41,9 x 59,7 cm - dettaglio di uno di quattro dipinti ad olio su rame - expertise del prof. Massimo Pulini
Presenti a Flashback - PalaAlpitour Isozaki
3 - 6 novembre 2016 - stand 18
e-mail [email protected]
sito internet www.giamblanco.com
www.dipintiantichigiamblanco.it