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FOCUS
I ritmi circardiani
nell’alimentazione
Pagina 14
NATURA
CHE CURA
Un valido supporto
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SPECIALE BELLEZZA
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La malattia
di Parkinson
FOCUS
Piante e rimedi
I ritmi circadiani
nell’alimentazione
06
12
14
FLASH NEWS
SPECIALE BELLEZZA
Pillole di salute
L’aiuto per conservare
una pelle sana
08
16
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04 | EVENTO DI NOVEMBRE IN FARMACIA
EVENTO DI NOVEMBRE IN FARMACIA | 05
MISURAZIONE
DELLA PRESSIONE
ED ECG
Consigli
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Un semplice esame che da oggi possiamo effettuare liberamente, in modo rapido, senza code,
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L’
elettrocardiogramma, meglio
conosciuto con l’abbreviazione di ECG, è una tecnica per
la diagnosi dello stato di salute del
cuore nata agli inizi del 1900. Si
basa sul principio che le contrazioni del muscolo cardiaco generano
degli impulsi elettrici e, grazie alla
rilevazione di questi ultimi, è possibile stabilire, se l’attività elettrica
del nostro organo vitale è normale
o se siamo in presenza di condizioni
patologiche. Nel caso in cui vi fossero dei problemi cardiaci il tracciato
dell’ECG risulterà diverso da quello
caratteristico di una condizione normale. I problemi cardiaci, che principalmente possono essere rilevati
con l’elettrocardiogramma, sono
l’angina pectoris, l’infarto e diversi
malfunzionamenti generali del cuore, determinati da una scarsa contrattilità oppure difettosa chiusura
delle sue valvole. Possono, inoltre,
essere rilevate possibili problematiche cardiache dovute ad una scarsa
irrorazione del sangue a livello del
muscolo cardiaco, la cosiddetta cardiopatia ischemica, oppure ad alterazioni del ritmo meglio conosciute
con i termini di aritmie, extrasistoli,
fibrillazioni. La registrazione dell’elettrocardiogramma può essere effettuata a riposo oppure sotto sforzo. Il
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arteriosa ed assieme al Vischio svolgono un’azione antiossidante.
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primo metodo evidenzia le patologie
legate all’arrivo di poco sangue ossigenato, oppure le aritmie o l’ipertrofia cardiaca. L’elettrocardiogramma
da sforzo, invece, stabilisce i limiti
dell’attività fisica nei pazienti con
un cuore meno efficiente per scarso
apporto di ossigeno da parte delle
arterie coronariche. Dei due metodi
quello che si effettua in Farmacia è
l’elettrocardiogramma a riposo con il
quale si può determinare il grado di
salute del nostro cuore. Rappresenta
un esame molto semplice, non richiede nessuna preparazione, non è
invasivo, è privo di dolore e di rischi.
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Passiflora favoriscono il rilassamento in caso di
stress. Il Biancospino favorisce la regolare funzionalità dell’apparato cardiovascolare e della
pressione arteriosa.
1.
Eliminare completamente il fumo
da tabacco. È noto, infatti, che tale vizio, oltre a favorire il cancro al polmone, aumenta la rigidità delle arterie, favorendo in tal modo notevoli problemi
a livello cardiovascolare.
2.
Un’attività fisica frequente di tipo
aerobico come una camminata o una
corsa mantiene il cuore e il sistema
circolatorio in salute e in buona efficienza.
3. Ai pasti evitare l’assunzione continua di cibi ad alto contenuto di grassi,
come formaggi, insaccati e dolci.
4.
Il sovrappeso e l’obesità creano
un elevato affaticamento a livello del
cuore. Mantenere un peso nella norma rappresenta il miglior modo per
godere sempre di buona salute.
5.
Non improvvisarsi “atleti” quando
è da un po’ di tempo che non fate attività fisica. La ripresa deve essere graduale e il vostro cuore vi ringrazierà.
06 | NATURA E PREVENZIONE
NATURA E PREVENZIONE | 07
Piante
e
rimedi
Eventi patologici come l’ipertensione o la restrizione del lume delle arterie, in seguito al deposito di
colesterolo all’interno delle pareti di questi vasi sanguigni, richiedono al cuore una maggiore forza di
contrazione per poter spingere il sangue in tutto il nostro corpo e questo, con l’andar del tempo, può
compromettere la funzionalità cardiaca
Molto importante da un punto di
vista qualitativo per gli Omega-3
risultano: il metodo di estrazione,
ottimale, se avviene a temperature
inferiori ai 100°C e in assenza di ossigeno, e la purificazione da metalli
pesanti.
BIANCOSPINO
Effetto sedativo delle tisane
Il Biancospino è un arbusto il cui
nome deriva dal greco “kratos”, che
significa forza, “oxus” accuminato e
“anthos” fiore. Secondo un’antica
leggenda questa pianta, grazie alle
sue spine aguzze, era in grado di allontanare gli spiriti del male tanto
da essere utilizzata come simbolo
di protezione in numerose cerimonie, tra le quali anche i matrimoni.
Le tisane, costituite da fiori, foglie e
talvolta anche dai frutti di Biancospino, svolgono un effetto sedativo
generale, ma soprattutto a livello
del cuore.
OMEGA-3
Salute delle arterie
Numerosi studi clinici evidenziano
che gli Omega-3 sono in grado di ridurre il rischio di patologie a livello
dei vasi sanguigni e del cuore. Altre
ricerche indicano che sono molto
utili anche per l’accrescimento del
sistema nervoso sia del feto che dei
bambini, in quanto l’organismo non
è in grado di produrli, tanto da essere denominati anche Vitamina F.
OLIVO
Olio antiossidante
L’Olivo è una pianta originaria del
Medio-Oriente e sia per i popoli europei che per quelli orientali è sempre stato considerato un simbolo
di pace e di sacralità. Dal frutto si
estrae l’olio con azione antiossidante in quanto ricco di Acido Oleico e
Vitamina E. Da un punto di vista fitoterapico si utilizzano le foglie che
presentano proprietà di abbassare
la pressione arteriosa, la glicemia
ed il colesterolo.
PINO MARITTIMO FRANCESE
L’antiossidante poliedrico
Dalla corteccia di questa pianta si
ottiene un estratto ricco in sostanze
chiamate oligomeri procianidinici
(OPC). È un rimedio che, somministrato in quantità opportuna, presenta numerose azioni benefiche a
livello cardiovascolare, diabetologico, ginecologico, andrologico, flebologico e oftalmologico. Una parte dei diversi studi clinici dimostra
che questo estratto naturale, oltre
a svolgere funzioni antiossidanti,
agisce anche come aiuto alla prevenzione dell’osteoporosi nonché
come antinfiammatorio nelle artriti e ottimo flebotonico nell’insufficienza venosa delle gambe. A queste azioni associa anche la capacità
di ridurre i disturbi legati alla menopausa e ai dolori mestruali.
VALERIANA
La radice della serenità
Tale pianta era conosciuta ed utilizzata sia nella medicina dell’antica
Grecia sia in quella dell’antica Cina.
Dalla radice essicata di Valeriana
officinalis si ottengono degli estratti
dall’odore poco gradevole, che, tuttavia, svolgono un efficace effetto
sedativo nei confronti dall’ansietà
dimostrato da numerosi studi clinici. A questo effetto si aggiunge
quello di migliorare la qualità e incrementare il tempo del sonno nei
soggetti che soffrono di insonnia.
Grazie, quindi, a questa sue caratteristiche sedative risulta un ottimo rimedio, qualora determinate problematiche come una lieve alterazione
della pressione oppure un’aumentata frequenza cardiaca siano legate
ad una situazione di ansia.
08 | FLASH NEWS
Pillole
di
salute
ALCOL: 8,5 MLN DI ITALIANI
A RISCHIO. SI INIZIA GIÀ A 11 ANNI
Sono più di 8,5 milioni gli italiani che consumano alcol in modo
rischioso per la salute: si tratta di
adolescenti tra gli 11 e 17 anni, che
non dovrebbero mai consumare
bevande alcoliche, i giovani di 1824 anni con il fenomeno del “binge drinking”, le abbuffate di alcol, e
gli anziani tra i 65 e 74 anni con un
consumo giornaliero non moderato.
È questo uno dei dati che emerge
dalla relazione del Ministero della
Salute al Parlamento sull’alcol. Negli
ultimi dieci anni nel nostro Paese c’è
stato un progressivo cambiamento
dei comportamenti di consumo di
alcol. È sempre meno diffuso il modello tradizionale basato sul bere
vino durante i pasti di ogni giorno,
che persiste tra adulti e anziani,
mentre si consolida il consumo occasionale e fuori pasto. Continua ad
essere una criticità il fenomeno del
“binge drinking” soprattutto tra i più
giovani. Nel 2013 ha consumato almeno una bevanda alcolica il 63,9%
degli italiani, pari a 34,6 milioni di
persone, e il consumo fuori pasto
ha riguardato 14 milioni di persone.
Tuttavia non manca una nota positiva: in Europa l’Italia è tra i Paesi con
i più bassi consumi. Secondo i dati
dell’Organizzazione mondiale della
sanità (Oms), aggiornati al 2010, il
consumo medio pro capite di alcol
puro in Italia è stato di 6,10 litri nella
popolazione al di sopra dei 15 anni,
valore vicino a quello raccomandato
dall’Oms in Europa per il 2015, che
è di 6 litri l’anno.
AVEVA RAGIONE SHAKESPEARE,
ROSMARINO MIGLIORA MEMORIA
Il rosmarino migliora la memoria.
Aveva quindi ragione William Skakespeare quando, nell’Amleto, faceva
dire ad Ofelia: «Ecco del rosmarino,
questo è per il ricordo». L’aroma di
questa erba, infatti, aiuta gli anziani in particolare nel tenere a mente
le cose da fare, come ad esempio i
medicinali da prendere a un preciso
orario. Lo dimostra una ricerca della
Northumbria University, nel Regno
Unito, presentata alla British Psychological Society’s Annual Conference
a Nottingham. Per lo studio 150 persone over 65 sono state suddivise in
due gruppi: il primo è stato posizionato in una stanza nella quale erano
stati diffusi oli essenziali di lavanda
o rosmarino, il secondo in una stanza in cui non vi era alcun aroma. I
partecipanti sono stati poi sottoposti
a dei test tesi soprattutto a valutare
la cosiddetta memoria prospettica,
cioè quella proiettata alle cose da
fare. Ad esempio è stato chiesto loro
Trattamenti specifici per le mani
di ricordare di trasmettere un messaggio in uno specifico momento o
cambiare procedure quando accadeva una particolare cosa. È stato
effettuato anche un test dell’umore,
prima e dopo l’ingresso nelle stanze. I risultati hanno mostrato che il
rosmarino migliorava significativamente la memoria prospettica e la
lucidità, mentre la lavanda aumentava calma e contentezza. Un’altra ricerca degli stessi studiosi ha mostrato che anche il tè alla menta piperita
è di aiuto per la memoria, mentre
la camomilla la rallenta e diminuisce anche il senso di allerta, proprio
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12 | SPECIALE 2° E 3° ETÀ
SPECIALE 2° E 3° ETÀ | 13
LA MALATTIA
DI
PARKINSON
L’evoluzione variabile da persona a persona.
Vanno programmati interventi individualizzati.
Riabilitazione come terapia preventiva.
L
a malattia di Parkinson anche
nella persona anziana si manifesta all’esordio prevalentemente
con i segni ed i sintomi descritti dal
farmacista inglese James Parkinson
nel 1817: bradicinesia (lentezza e faticabilità nell’inizio e nell’esecuzione
dei movimenti volontari), rigidità muscolare (aumento del tono muscolare apprezzabile come una resistenza
continua), tremore a riposo (tremore
nelle porzioni distali degli arti, accentuato dallo stress emotivo). Ne consegue un disturbo del cammino, caratterizzato da andatura a piccoli passi,
atteggiamento “piegato” del corpo in
avanti, e, talora, instabilità con rischio
di caduta.
L’IMPORTANZA
DELLA COMUNICAZIONE
La malattia di Parkinson rappresenta
una delle patologie degenerative più
frequenti nelle persone anziane; infatti aumenta progressivamente nella
popolazione ultrasessantacinquene.
La diagnosi di malattia di Parkinson,
che è connessa ad inevitabili preoccupazioni legate alla disabilità, richiede
un approccio clinico e strumentale,
necessario per programmare interventi terapeutici (farmacologici e non
farmacologici) individualizzati. Al termine delle procedure diagnostiche
è fondamentale la comunicazione
della diagnosi spesso difficile, poiché
implica anche una prognosi, cioè un
indicazione sul futuro della malattia.
In particolare, quali problemi si prospettano per le terapie, quali modalità di approccio al disturbo motorio
ed agli eventuali problemi psicologici,
somatici, di autosufficienza? Su questo tema esiste ancora oggi un atteggiamento di prudenza, anche perché
l’evoluzione della malattia è variabile
da persona a persona. È perciò importante stabilire cosa, ma soprattutto
come, comunicare, sia al malato sia ai
familiari.
UNA FAMIGLIA BEN INFORMATA:
BENEFICI PER IL PAZIENTE
Per instaurare un completo rapporto
di fiducia familiari e paziente devono
comprendere che esiste chi li seguirà
nel tempo e li aiuterà ad affrontare gli
inevitabili cambiamenti ed a ridurre la
sofferenza. Inoltre una comunicazione
non “pietistica” serve per predisporre,
insieme alla persona ammalata, un
programma di interventi anche non
farmacologici. È importante convincere la persona e la sua famiglia che
è possibile fare molto per cambiare i
percorsi della malattia. È dimostrato,
infatti, che una famiglia informata,
che ha accettato fin dall’inizio ed ha
deciso di affrontare serenamente il
decorso della malattia, ha un importante effetto benefico anche sul malato: chi ha la fortuna di avere familiari
comprensivi e ben informati vive più
a lungo e meglio, nonostante il decadimento funzionale, e rimane più a
lungo nella propria casa.
ATTIVITÀ FISICA E FISIOTERAPIA
La progressione della malattia induce
un aggravamento dei sintomi motori,
che, nel tempo, possono portare ad
immobilità. Questo fenomeno può
essere contrastato dalla terapia farmacologica dopaminergica, meglio
se associata ad un trattamento fisiokinesiterapico. È dimostrato, infatti, che
l’attività fisica regolare e la fisioterapia
hanno un evidente beneficio in tutte
le fasi della malattia. In passato la riabilitazione veniva prescritta solo quando la persona era divenuta disabile,
mentre ora si intende come una terapia preventiva, soprattutto allo scopo
di mantenere il trofismo muscolare e
ridurre il rischio di caduta. Infatti, con
il progredire della malattia e dell’età,
aumenta la frequenza di fratture
dell’anca. Il risultato della fisioterapia
è migliore quando vengono utilizzati
strumenti specifici di ausilio del cammino, attraverso stimoli che facilitano
la frequenza del passo: uditivi (rumori
ripetitivi attraverso un auricolare), visivi
(lampi luminosi ottenuti da un diodo
posizionato su occhiali) o somatosensoriali (vibrazioni pulsate da un cilindro in miniatura posto su una polsiera). Dopo avere ottenuto il beneficio
con gli interventi fisioterapici, bisogna
mantenersi in allenamento per non
perdere i benefici acquisiti: proseguire
quotidianamente gli esercizi al domicilio, esercitare il passo ed aumentare
la durata delle camminate hanno un
positivo effetto di mantenimento del
tono e trofismo muscolare, oltre che
dello schema motorio del passo.
14 | FOCUS
FOCUS | 15
I RITMI
CIRCADIANI
NELL’ALIMENTAZIONE
L’alimentazione è una formidabile arma per difendere ed incrementare il nostro stato di salute.
Seguire i ritmi circadiani dell’organismo con gli alimenti della dieta mediterranea consente di
raggiungere ottimi risultati e sentirsi subito molto meglio
L’
organismo umano è una macchina meravigliosa, ma anche
molto complessa.
È ormai appurato che l’organismo
segue dei ritmi ben precisi, organizzati su base giornaliera, detti ritmi
circadiani. Questi vengono scanditi
dalla secrezione delle sostanze deputate alla regolazione, soprattutto
ormoni e neuromediatori.
Questi ritmi non sono casuali, ma
derivano dalla storia evolutiva del
genere umano. Dal punto di vista
fisiologico e metabolico noi siamo
molto simili all’uomo del neolitico,
che viveva a stretto contatto con la
natura, facendosi dettare da essa i
ritmi di base della fisiologia.
Anche le società contadine, che hanno soppiantato quelle dei cacciatori/
raccoglitori, sono state caratterizzate
da un fortissimo legame con i cicli
della natura. Il sorgere ed il calare del
sole hanno, da sempre, scandito il ritmo sonno-veglia della maggior parte
del genere umano fino alla introduzione dell’illuminazione elettrica.
I ritmi circadiani di secrezione di
molti ormoni e neuromediatori sono, a loro volta, legati al ciclo
sonno-veglia e permettono il corretto svolgersi delle funzioni metaboliche di anabolismo (costruzione)
e catabolismo (destrutturazione). Il
progresso tecnologico ha consentito all’uomo, nel giro di poco più
di un secolo, di affrancarsi dall’obbligo di seguire i ritmi della natura, adeguandosi piuttosto a quelli
della produzione industriale prima
e della società dei servizi dopo.
Gli effetti collaterali indesiderati di
questo processo di distacco dai ritmi circadiani colpiscono lo stato di
salute psicofisica di molte persone,
generando spesso sintomatologie
varie ed aspecifiche (i cosiddetti
Mus), che successivamente possono
sfociare in vere e proprie patologie
cronico-degenerative. Non sempre è
possibile, anche volendo, tornare a
seguire i ritmi circadiani per quanto riguarda il sonno-veglia ed anche
per l’attività fisica, che andrebbe posizionata nella finestra mattutina e
mai alla sera.
Seguire un’alimentazione circadiana
è, invece, alla portata di tutti.
Si ottengono ottimi risultati in termini di salute psicofisica, riducendo le
manifestazioni stress-correlate ed aumentando l’energia a disposizione.
Inoltre migliora la composizione corporea, diminuendo il grasso totale ed
il pericolosissimo grasso viscerale. Gli
alimenti sono, generalmente, a Pral
negativo, ovvero in grado di ridurre
l’acidosi e salvaguardare a lungo termine la salute delle ossa. Lo schema
di base di un’alimentazione circadiana è uguale per tutti: le personalizzazioni possono essere effettuate da
professionisti esperti in base all’analisi differeziale della composizione
corporea.
Gli ingredienti sono quelli della
“vera” dieta mediterranea, che predilige frutta, verdura e carboidrati complessi integrali (la pasta raffinata è un
alimento industriale relativamente
recente).
Evitare pane bianco e derivati, insaccati ed affettati, formaggi stagionati
ed i cosiddetti “soft drink”. Come condimento favorire l’olio extra vergine
d’oliva e limitare il sale. La colazione
deve essere ricca di carboidrati provenienti dalla frutta fresca (non meno
di due frutti), dai cereali integrali (es.
fette biscottate con composta di frutta o miele) e si può tranquillamente
inserire anche frutta disidratata come
datteri e fichi secchi, tè e caffè se gra-
diti e, preferibilmente, evitare il latte
vaccino.
PRANZO
Abbinare ad una fonte proteica magra, come pesce o carne bianca, molta verdura. Alternare legumi, pasta o
riso integrali e patate come fonte di
carboidrati. Niente frutta a fine pasto.
CENA
Variare la fonte proteica, differezziandola da quella del pranzo, ed abbondare in verdure di ogni genere. Si
possono cucinare sotto forma di minestrone, passato, oppure, secondo i
gusti, preparate al vapore o saltate in
padella.
I carboidrati andrebbero limitati per
consentire che, durante la notte, vi siano bassi livelli di insulina e possano
agire Glucagone e ormone GH.
SPUNTINI
A metà mattina e pomeriggio è consigliabile assumere almeno due frutti di
stagione. Chi avesse fretta può ripiegare sulla frutta disidratata: fichi secchi o
datteri nutrono ed abbassano il Pral.
ACQUA
Assumere meno acqua di quella necessaria vanifica quasi totalmente gli
effetti di una alimentazione anche
perfetta! La necessità di acqua di
una persona dipende dalla propria
composizione corporea e può essere misurata con un esame Bia. Per
approssimazione possiamo dire che
raramente si scende al di sotto dei 2
litri al giorno, mentre i soggetti fisicamente “importanti” (molto pesanti
o molto atletici) possono facilmente
arrivare a 3,5 litri al giorno.
16 | SPECIALE BELLEZZA
SPECIALE BELLEZZA | 17
L’AIUTO
PER CONSERVARE
UNA PELLE SANA
Da cosmetici a integratori l’aiuto per mantenere una pelle sana.
Col tempo si accentuano le rughe e gli inestetismi cutanei.
L’uso di specifici integratori antirughe è uno strumento utile per supportare l’utilizzo dei cosmetici
L’
accentuarsi delle rughe e dei
vari inestetismi cutanei è una
chiara conseguenza del trascorrere del tempo. Al contrario di
quanto si possa pensare, il mantenimento di una pelle sana non
passa solo dall’applicazione topica
di creme e cosmetici di vario tipo,
ma anche dalla protezione metabolica e nutrizionale delle strutture cutanee. La normale dieta, da
sola, può non essere sufficiente a
portare concentrazioni adeguate
di nutrienti alla pelle, così come
la cosmesi da sola non è così efficace, in quanto apporta dall’esterno benefici più limitati. L’uso
di specifici integratori antirughe è
uno strumento utile per supportare l’uso dei cosmetici: è perciò
così possibile trattare la cute sia
dall’esterno che dall’interno in
una duplice azione. Gli integratori,
proposti in ambito dermatologico
e cosmetologico, sono molteplici.
Sulla base dei meccanismi biologici, legati all’invecchiamento della
cute, sono stati studiati differenti
integratori in grado di rallentare
alcuni dei processi coinvolti nella
degenerazione cutanea. I principali ambiti di azione sono: contrastare lo stress ossidativo, apportare
vitamine per un nutrimento cellu-
lare, oligoelementi per il mantenimento della funzione metabolica
ed integrare con sostanze che la
pelle nel tempo perde. Per questo motivo gli integratori antirughe
utilizzati vengono, generalmente,
classificati a seconda del loro ambito d’azione.
GLI INTEGRATORI ANTIOSSIDANTI
I radicali liberi dell’ossigeno sono
responsabili di alcune delle caratteristiche tipiche della degenerazione cutanea, come il danneggiamento delle fibre collagene e
il danno a carico delle membrane
cellulari. È per questo che gli integratori antiossidanti sono stati
proposti come prima arma preventiva. Il resveratrolo, i vari carotenoidi, i polifenoli e l’acido alfa lipoico
rappresentano solo alcuni dei numerosi antiossidanti utilizzati nella
formulazione degli integratori antirughe. In questo senso tali nutrienti si sono rivelati utili nel contrastare l’azione lesiva dei radicali
liberi, nel contribuire a mantenere
integra la matrice extracellulare e
nel proteggere la cellula e le sue
strutture da eventuali danni, dimostrandosi efficaci anche nel mantenere una pelle sana e giovane.
GLI INTEGRATORI VITAMINICI
La vitamina A, la vitamina C e la vitamina E sono sicuramente le vitamine più comunemente utilizzate.
La loro presenza è legata alla potente azione antiossidante ed alla
funzione nutritiva e regolatoria nei
confronti delle cellule cutanee. È
noto, infatti, che la vitamina C può
contribuire alla sintesi di collagene ad opera dei fibroblasti, garantendo così un sostegno adeguato
della matrice extracellulare, la cui
funzione è essenziale per l’anco-
raggio delle cellule e dei tessuti.
Gli studi al riguardo dimostrano
come la sinergia tra vitamine ed
altri antiossidanti possa garantire
un netto miglioramento dell’aspetto cutaneo.
GLI INTEGRATORI DI OLIGOELEMENTI
Gli oligolementi come lo zinco ed
il rame si sono rivelati particolarmente preziosi per la loro funzione
antirughe e risultano efficaci nel
mantenere un sistema immunitario attivo.
GLI INTEGRATORI FUNZIONALI
Si tratta solitamente di estratti di
origine vegetale, come Echinacea
od Uncaria, e di molecole particolarmente utili alla funzionalità cellulare, come acidi grassi della serie
Omega 3, MSM, Collagene ed Acido
ialuronico. Rientrano sia nella strutturazione della matrice extracellulare che nel controllo di processi infiammatori ed autoimmunitari, che
spesso si osservano durante l’invecchiamento. Più del 70% della pelle
è rappresentato dal collagene, che
le dona struttura, compattezza, resistenza e sostegno. Il processo di invecchiamento della pelle determina
una drastica riduzione nel ritmo di
sintesi del collagene, di conseguenza la pelle non riesce più a compensare il danno creato dall’azione
negativa di enzimi, che, attivati dai
raggi solari, cambiano la normale
struttura del collagene, frammentandola, sottraendo, quindi, spessore e compattezza alla cute. In alcuni
studi si è visto che in una pelle molto anziana la sintesi di collagene è
di circa il 70% inferiore rispetto alla
cute giovane, mentre la concentrazione di collagene è inferiore di circa il 50%. La corretta assunzione di
integratori, che contengano prolina,
glicina e li sina, i tre aminoacidi alla
base della sintesi di collagene, migliora sensibilmente lo spessore e il
turgore della cute, facilitando la reidratazione cutanea e sostenendo la
formazione del film lipidico di barriera. Alla base dell’invecchiamento
vi è non solo il danneggiamento
delle membrane, ma anche un graduale declino quantitativo e qualitativo dell’acido ialuronico nel derma.
Considerando, quindi, che la pelle
contiene circa il 50% della totale
quantità di acido ialuronico presente nell’organismo umano, appare
evidente come l’invecchiamento,
caratterizzato dalla perdita progressiva di questa molecola, si manifesti prevalentemente con rughe. È
semplice immaginare il ruolo chiave
dell’acido ialuronico nella prevenzione dell’invecchiamento cutaneo.
L’effetto dell’acido ialuronico, assunto per via orale, è quello di reidratare la pelle conferendo lucentezza
e integrità, proteggere la cute e gli
strati sottostanti dall’azione lesiva
delle radiazioni ultraviolette, esercitando così una sensibile azione antietà, indurre la sintesi di collagene,
contribuendo così alla ricostituzione
fisica della matrice extracellulare del
derma e degli strati più profondi
dell’epidermide. Nonostante i risultati clinici supportino l’utilizzo degli
integratori nel prevenire la formazione delle rughe e nel restituire alla
cute le sue naturali proprietà, è utile
ricordare come questi prodotti non
sostituiscano in alcun modo un corretto stile di vita ed una alimentazione sana ed equilibrata. Per questo
motivo l’uso degli integratori, oltre ad essere supervisionato da un
professionista, dovrebbe ritenersi
utile esclusivamente in un contesto
di sana alimentazione ed adeguato
stile di vita.
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SPECIALE BAMBINO | 19
LA PREVENZIONE
DELLE
INFEZIONI ALLA GOLA
gli asili nido e la scuola materna: in
tali circostanze è, infatti, molto più
facile che si verifichi il contatto con
altri bimbi malati e, quindi, la diffusione di germi attraverso il contatto
diretto con il muco del naso e/o con
la saliva del paziente infetto, oppure
tramite le goccioline respiratorie, che
vengono diffuse nell’ambiente con
i colpi di tosse e gli starnuti o anche
semplicemente parlando o gridando
(come fanno tutti i bambini piccoli). È
importante sottolineare come sia perfettamente inutile la somministrazione
degli antibiotici, che, come noto, sono
inefficaci nei confronti dei virus ed il cui
uso incongruo può portare solo ad un
aumento degli effetti collaterali (diarrea soprattutto e/o reazioni cutanee).
La migliore prevenzione delle infezioni
della gola consiste nella riduzione del
Con i primi freddi i bambini incominciano ad ammalarsi.
Le infezioni generalmente sono causate da virus che si trasmettono da una persona all’altra.
Consigliabile mantenere in casa un ottimale grado di umidità
te, in età pediatrica, da virus che si
trasmettono da una persona all’altra
attraverso starnuti, colpi di tosse oppure con le mani sporche di muco o,
infine, attraverso oggetti contaminati.
Una volta che l’agente patogeno ha
raggiunto il naso e/o la gola, inizia a
moltiplicarsi ed a diffondersi sempre
più in basso, raggiungendo la laringe,
la trachea e, da qui, i polmoni. Come
conseguenza compaiono vari sintomi,
che vanno dal naso chiuso e colante
al mal di gola, dalla febbre alla tosse, dalla raucedine agli occhi rossi,
dall’ingrossamento delle ghiandole
linfatiche del collo ad un malessere
generale. La durata di queste infezioni
è, in genere, limitata: di solito la febbre si risolve nel giro di due-tre giorni,
l’infiammazione della gola e il raffreddore durano una settimana, mentre
la tosse, qualche volta, può persistere
anche per 10-15 giorni. Spesso rimane un periodo di scarso appetito, di
malavoglia, di poca capacità di concentrazione, tutte condizioni destinate
a risolversi nel tempo.
Quali cure e quale prevenzione
Non esiste una cura risolutiva di queste patologie, che, come abbiamo
detto, interessano soprattutto i bambini, che frequentano e soggiornano
a lungo in ambienti chiusi, come sono
luoghi molto affollati e chiusi, come supermercati o centri commerciali, dove
non esiste un costante ricambio d’aria
e dove è più facile incontrare persone
ammalate. È importante non tenere il
bambino troppo coperto, perché non
è tanto il freddo, che fa ammalare,
ma piuttosto gli sbalzi di temperatura.
Fondamentale è anche evitare l’inalazione passiva del fumo di sigaretta ed
è consigliabile invitare il bambino a
lavare frequentemente le mani. Nella
prevenzione delle infezioni della gola
possono rivelarsi validi alcuni prodotti
naturali, estratti dalle piante: parliamo,
ad esempio, della propoli, una sostanza prodotta dalle api utilizzando le
secrezioni resinose ricoprenti le gemme di alcuni alberi, la cui azione anti-infiammatoria e anti-infettiva è ben
documentata.
Benessere della gola
dei più piccoli
PROPOLI
C
on l’arrivo dei primi freddi e
della brutta stagione i bambini
iniziano ad ammalarsi. Spesso
si tratta di semplici raffreddori, mal di
gola, tosse o patologie che ricordano,
ma in forma più attenuata, l’influenza.
Soprattutto nei primi anni di vita questi episodi infettivi a carico delle alte
vie respiratorie mettono in apprensione i genitori; occorre, tuttavia, precisare che è assolutamente normale che
un bambino si ammali più o meno
frequentemente in questo periodo
dell’anno, soprattutto se frequenta l’asilo nido o la scuola materna.
Le infezioni, che interessano il naso
e la gola, sono quasi sempre causa-
ristagno di muco nasale attraverso il
regolare uso della soluzione fisiologica, rimuovendo, poi, le secrezioni con
l’uso di un aspiramuco. Se il bambino
è grande, va invitato a soffiarsi il naso
da solo, più volte al giorno. Utile risulta abituare il piccolo a respirare con
il naso e non, come in genere capita,
con la bocca: il passaggio dell’aria nelle cavità nasali, oltre a riscaldarla ed
umidificarla, permette di trattenere le
impurità e le particelle patogene (contenenti virus e batteri in sospensione),
che, in questo modo, non raggiungono
le vie respiratorie inferiori. Nella stagione fredda è consigliabile mantenere
un ottimale grado di umidità in casa,
evitando che il calore, che proviene dai
caloriferi, renda eccessivamente secca
ed irritante l’aria che il bambino respira. È opportuno evitare di frequentare
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FAVORISCONO LA
FUNZIONALITÀ DELLE
PRIME VIE AEREE