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Giovedì 27 ottobre 2016
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CASTEL GANDOLFO
Rapporto Caritas 2016 La fascia tra i 18 e i 34 anni la più colpita
Il Papa apre la sua casa
I giovani sono i nuovi poveri
di MATTEO COLOMBO
D
i Castel Gandolfo ricordo il lago, il clima mite
e una trattoria in cui si mangiava la pasta cacio
e pepe. L’ultima volta che sono stato lì, ho fatto
amicizia con un parroco che si è seduto al mio tavolo
e mi ha raccontato aneddoti e curiosità legati ai soggiorni del Papa. C’era ancora Giovanni Paolo II.
Si capiva che la storia di quel posto, a differenza degli
altri paesi dell’area dei castelli romani, in un certo
senso è legata alle vicende del Pontefice. Non sarebbe
così famoso altrimenti e non sarebbe stato meta di migliaia di turisti. Ecco perché la decisione di Papa Francesco di non utilizzare più il palazzo apostolico come
residenza estiva, ha creato malcontento in chi, col turismo, ha fatto una fortuna.
Nei giorni scorsi è arrivata la notizia che Bergoglio ha
fatto aprire il suo appartamento di Castel Gandolfo
trasformandolo in un museo, spalancando le porte dell’ala più riservata e intima. Da “isola sigillata” a “luogo colmo di bellezza regalato al popolo” ha detto Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, durante
l’anteprima dell’apertura al pubblico, riservata a un
gruppo di 170 giornalisti e operatori accreditati presso
la Sala Stampa della Santa Sede. Francesco, dunque,
ha fatto qualcosa in più dei suoi predecessori. Ha condiviso un patrimonio di arte e di cultura con il mondo
intero perché la gente possa sentire che i cosiddetti
“tesori” vaticani sono suoi. Perché il Papa non possiede nulla, nemmeno la veste che indossa. E perché l’arte è democratica, è popolare, è di tutti.
Le Ville Pontificie, dopo l’apertura dei Giardini di
Villa Barberini e degli spazi museali della Galleria dei
Ritratti dei Pontefici, diventano ancora più accessibili
a turisti, curiosi e appassionati. Quei turisti che albergatori, ristoratori e baristi attendevano più numerosi.
Non è una novità permettere l’accesso al pubblico di
dimore private. Lo fanno i Comuni, le associazioni
culturali, il FAI. La novità sta nell’impronta che Bergoglio sta dando al suo pontificato: un carattere di accoglienza e di ospitalità, a vari livelli. Sarà visitabile
la camera da letto del Papa (celebre per essere stata riservata da Pio XII alle partorienti); la cappella privata
(in cui hanno pregato insieme Benedetto XVI e Francesco); la biblioteca; lo studiolo privato; il salone degli Svizzeri (dove un tempo montava servizio l’omonimo corpo di guardia); la sala del Trono e quella del
Concistoro. Sandro Barbagallo, curatore del Reparto
collezioni storiche dei Musei Vaticani, ha spiegato ai
giornalisti che Papa Francesco non è stato il primo
Papa a non risiedere qui, sottolineando come “la non
presenza di Papa Francesco a Castel Gandolfo non è
uno sorpresa né uno scandalo: rientra perfettamente
nella storia di questo palazzo e nella sensibilità personale di ogni Pontefice”. Francesco non ha abolito per
il palazzo il titolo di Villa Pontificia: “Ha solo permesso a chiunque di visitarla”. Nessuna ipoteca, dunque, per il futuro: “Quella di Bergoglio sarà una decisione permanente fino a quando un Pontefice vorrà
che sia così”. Se per ora il Papa non sarà presente fisicamente a Castel Gandolfo, poco importa: piazza San
Pietro non dista poi tanto. Ma un Papa che ci apre la
sua “casa” e ci invita a visitarla è un Papa che vuole
essere nostro amico.
VOGHERA, CRISI CAMERON
Timidi segnali di speranza
S
P
er la prima volta in Italia la povertà assoluta, che ha raggiunto i picchi
più alti degli ultimi dieci anni, colpisce maggiormente i giovani in cerca
di lavoro e gli adulti rimasti senza impiego. Ecco cosa emerge dal Rapporto
Caritas del 2016. Ma si parla anche della povertà dei rifugiati e dei richiea pagina 6
denti asilo.
FELICI & TAGGATI
di MATTEO COLOMBO
i è svolto la settimana scorsa a Roma
l’incontro tra i responsabili della Cameron, le rappresentanze sindacali e i tecnici
del Ministero dello Sviluppo economico. A
tema il futuro dell’azienda vogherese e soprattutto il destino dei 160 dipendenti di cui
era stato annunciato il licenziamento.
Rezzani a pagina 7
L’INTERVENTO DI CASTAGNELLO
"Buone ragioni per il sì"
Se la bellezza diventa una tiritera
Sta continuando da un po’ di settimane su vari giornali una sorta di dibattito che ha come tema la bellezza perduta delle nostre città. C’è chi dice
che non la si possa trovare più e chi sostiene che si nasconda dietro l’angolo. Fatto sta che se non la smettono, se si fa troppo i poeti e troppo i filosofi, la discussione diventerà una tiritera. Sapete quante volte in questa
rubrica abbia celebrato gli italiani, l’Italia e le sue province come ultimi
depositari di una bellezza che è nostra prerogativa e che gli altri possono
solo tentare di imitare. Ma se si esagera, si deforma la realtà. Prendiamo il
discorso sulla bellezza di una città (Pavia) e di un territorio (l’Oltrepò).
Accanto a cose bellissime (monumenti, musei, ponte coperto, Università,
paesaggi, boschi e colline…), ci stanno cose bruttissime: politici, associazioni, corporazioni incapaci di fare rete e di abbandonare la voglia di primeggiare; protagonisti del “sociale” e del “terzo settore” che non riescono
a realizzare un grande progetto comune per fare partire una startup che
crei sviluppo e posti di lavoro; viabilità (sia in Valle Staffora sia in Valle
Versa) difficoltosa per non dire di strade piene di buche, dissestate, impraticabili, strette, impervie e franose; scarsità di strutture ricettive adeguate (gli agriturismi sono in aumento, ma pochi sono moderni e all’avanguardia). Vogliamo parlare del mondo del vino? Forse, con gli scandali
che sono venuti fuori, è meglio lasciare perdere. Un mio collega mi raccontava l’altro ieri del suo sogno di aprire un B&B in un piccolo paese
dell’Oltrepò, dove abita. Solo che, trovati i fondi, sistemata la casa, perché mai un turista dovrebbe andare a soggiornare lì? Per cosa? Per uno
scorcio da fotografare? Bello, bellissimo, ma non bastano gli scorci, non
bastano i dibattiti, non bastano nemmeno più le buone intenzioni. Non per
disfattismo, ma forse bisognerebbe iniziare a dire il contrario: non venite
in Oltrepò. Andate altrove. Qui è chiuso per ristrutturazione locali: non ce
ne siamo accorti e la bellezza ci stava scappando di mano…
MatteoColomboqb
V
erso il referendum del 4 dicembre: dopo
Renato Balduzzi, Antonio Giorgi, Federico Fornaro e Massimo Berutti, ecco le valutazioni di Gianni Castagnello, Presidente del
Consiglio Comunale di Tortona, che evidenzia le “buone ragioni del sì” e sottolinea l’importanza di recarsi alle urne.
a pagina 2
PASTORALE GIOVANILE
Visita al Sermig di Olivero
A
lcuni giovani delle nostre parrocchie, invitati da don Cristiano Orezzi della Pastorale Giovanile, venerdì 21 ottobre hanno
fatto visita a Torino al Sermig di Ernesto Olivero.
Cignoli a pagina 19