Scuola, Anief: Precariato, per il Miur il TFA non è tra le priorità del

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Scuola, Anief: Precariato, per il Miur il TFA
non è tra le priorità del 2017: dimenticanza o
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(AGENPARL) – Roma, 26 ott 2016 – Tuttavia, in estate il sottosegretario Gabriele
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Ugo Giano
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Toccafondi, in risposta a una interrogazione parlamentare, ha dichiarato che è stata già
depositata la documentazione relativa al nuovo tirocinio formativo attivo che metterà a
disposizione 16.436 posti, di cui 11.328 comuni (3.270 per le scuole medie e 8.058 per le
superiori) e 5.108 sul sostegno (392 alla scuola dell’infanzia, 1.749 alla scuola primaria,
1.932 alla secondaria di primo grado e 1.035 per le superiori). Solo poche settimane fa il
Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha rassicurato sull’avvio del terzo ciclo TFA,
seppur relativo a sole classi di concorso con posti vacanti. Non portare a compimento
tale progetto a breve comporterebbe un danno enorme, ad iniziare dai precari non
abilitati a cui la riforma ha sbarrato l’ingresso nella terza fascia delle graduatorie
d’istituto. Anief, infine, mantiene tutte le sue perplessità sul nuovo reclutamento,
ancora attualmente allo studio degli esperti del Governo.
Marcello Pacifico (presidente Anief): il terzo ciclo Tfa diventa un passaggio
imprescindibile: serviranno, infatti, almeno un paio d’anni perché il nuovo sistema entri
in vigore. Tanto vale, allora, che lo si faccia subito, ancor di più se tutti i documenti sono
stati già depositati. Nel frattempo, vanno tirati già i troppi paletti in materia sinora
piantati dal Miur: a cominciare dall’ultimo Concorso docenti, per il quale è necessario
superare immediatamente il tetto del 10% degli idonei e consentire lo scorrimento delle
graduatorie di merito per il 50% delle immissioni in ruolo; ruoli, peraltro, da garantire
subito ai vincitori rimasti senza posto per tante e troppe classi di concorso che
attendono con trepidazione un riconoscimento per il loro merito.
C’è un “buco” temporale di almeno un paio d’anni nella revisione del reclutamento dei
nuovi insegnanti, avviato dal Miur attraverso la Legge 107/2015, che può essere coperto
solo in un modo: avviare il prima possibile il terzo ciclo abilitante TFA su discipline e per
il sostegno. Al Miur, come al Governo, lo sanno bene, perché in estate il sottosegretario
al Miur, Gabriele Toccafondi, in risposta ad una interrogazione parlamentare, ha
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dichiarato che è stata già depositata la documentazione relativa al nuovo tirocinio
formativo attivo che metterà a disposizione 16.436 posti, di cui 11.328 comuni (3.270 per
le scuole medie e 8.058 per le superiori) e 5.108 sul sostegno (392 alla scuola
dell’infanzia, 1.749 alla scuola primaria, 1.932 alla secondaria di primo grado e 1.035 per
le superiori).
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Il tempo, però, passa e di quell’annuncio si è persa la memoria, anche al Miur. Scorrendo,
infatti, l’Atto di indirizzo ministeriale sugli obiettivi da raggiungere nell’anno 2017, non
vi è traccia del Tfa: “il Ministero – commenta oggi Orizzonte Scuola – scrive in maniera
laconica “Ridefinire il rapporto funzionale tra formazione iniziale e reclutamento del
personale docente”. Stop, niente chiacchere. Potrebbe significare tutto e niente: di
mezzo la delega sul reclutamento, della quale non si conoscono gli sviluppi, nonostante
dovrebbe essere approvata entro gennaio 2017 (ma non si faccia affidamento alla data, si
rischia di rimanere delusi)”.
“E tra l’implementazione della nuova riforma e l’abbandono del vecchio sistema (50%
delle assunzioni da GaE e 50% da concorso), dovrebbe sistemarsi appunto il III ciclo TFA
e un nuovo ciclo di TFA sostegno, a lungo attesi. E se per altre materie il Ministro ha
voluto essere esplicito, ad es. è scritto nero su bianco che ci sarà il concorso per
Dirigente Scolastico e per DSGA, su TFA e TFA sostegno le notizie si volatilizzano. A
dire il vero solo poche settimane fa il Ministro ha rassicurato sull’avvio del III ciclo TFA,
solo per classi di concorso con necessità di posti. Ma non ha detto né quando, né quali
sono queste classi di concorso. Inutile ripetere il danno che ne deriverà ai docenti,
soprattutto a coloro ai quali – conclude la rivista specializzata – la legge 107/2015 sbarra
l’ingresso anche nella III fascia delle graduatorie di istituto, relegandoli al limbo delle
domande di messa a disposizione (perchè, ammettiamolo, i supplenti servono)”.
Anief, a tutela dei diritti dei docenti precari e degli aspiranti a tale ruolo professionale,
reputa che il tempo dell’attesa si sia ormai esaurito. È evidente che la delega su ‘Nuovo
reclutamento, formazione iniziale ed in servizio degli insegnanti’ non è vicina al
compimento e che la sua attuazione richieda un tempo non indifferente: ecco perché c’è
un “buco” temporale che va coperto con l‘avvio di un nuovo ciclo TFA.
Lo dice, a chiare lettere, anche il suo presidente Marcello Pacifico: “è giunto il momento
di fornire a tante migliaia di giovani laureati precise indicazioni su come potranno
diventare insegnanti. I tempi di approvazione della legge delega che andrà a revisionare
la formazione iniziale, con tanto di praticantato biennale per tutti coloro che vinceranno
il Concorso a cattedra, non è dietro l’angolo. All’approvazione del decreto delegato
seguirà, infatti, la successiva realizzazione dei nuovi regolamenti che dovranno essere
sottoposti a una serie di pareri delle varie istituzioni e degli organismi previsti per
legge”.
“L’attesa che si prospetta non è breve – continua Pacifico – viene da sé, quindi, che
l’avvio del Tfa diventi un passaggio imprescindibile. Tanto vale, allora, che lo si faccia
subito ancor di più se tutti i documenti sono stati già depositati. Nel frattempo, vanno
tirati già i troppi paletti in materia sinora piantati dal Miur: a cominciare dall’ultimo
concorso docenti, per il quale è necessario superare immediatamente il tetto del 10%
degli idonei e consentire lo scorrimento delle graduatorie di merito per il 50% delle
immissioni in ruolo; ruoli, peraltro, da garantire subito ai vincitori rimasti senza posto
per tante e troppe classi di concorso che attendono con trepidazione un riconoscimento
per il loro merito”.
Su queste prospettive, Anief ha espresso già da tempo il suo parere: il primo punto è
che vanno assunti in ruolo, progressivamente, tutti gli abilitati nelle GaE e anche in
graduatoria d’Istituto, nonché gli idonei dei concorsi a cattedra. Per questi ultimi, vanno
avviate delle selezioni riservate per il 40% al personale con 36 mesi di servizio svolto,
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Il Governo, inoltre, intende trasformare gli attuali contratti di assunzione non più in
tirocini provvisori di pratica-supplenza o contratti di formazione-lavoro, i quali
sarebbero poco compatibili con la pubblica amministrazione, ma in veri e propri contratti
a tempo determinato di durata triennale. In questo triennio, i nuovi docenti verranno
affidati a dei tutor che ne seguiranno la formazione iniziale; successivamente, i contratti
di docenza si trasformeranno, al terzo anno e dopo il via libera del Dirigente scolastico
sulla base dei pareri espressi dal Comitato di valutazione, in contratti a tempo
indeterminato. Il sindacato che ha sempre chiesto di non introdurre dei contratti da
tirocinanti, ritiene tale decisione una ‘mezza vittoria’: rimane, infatti, da superare la
bizzarra idea di prolungare di un triennio il periodo di precariato scolastico in Italia, già
per tradizione, lungo oltre ogni logica e direttiva europea.
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A tal proposito, è bene ricordare quanto comunicato all’Anief sul nuovo reclutamento
dei docenti, alcuni mesi dai rappresentanti del primo partito politico di maggioranza,
presso la sede nazionale del PD: la premessa è che per insegnare, d’ora in poi, bisognerà
superare esclusivamente una selezione pubblica, come previsto dalla Costituzione e che
gli attuali abilitati precari, gli unici a poter accedere al Concorso a cattedra da bandire
entro i prossimi dieci giorni, dovrebbero andare ad esaurimento.
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per un altro 40% a personale già abilitato all’insegnamento e per il 20% da destinare al
percorso formazione – assunzione, valorizzazione dei tutor. Sulla collocazione
professionale dei futuri nuovi docenti, Anief reputa positivo che si sottoscrivano dei
contratti a tempo determinato anziché quelli sino ad oggi paventati, ovvero tutoriali o di
tirocinio per il biennio di pratica.
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