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AL.SI.P.PE ALLEANZA SINDACALE POLIZIA PENITENZIARIA VIA DEGLI ARCELLI 00164 (ROMA) TELEFONO 3931383562 EMAIL [email protected] SITO INTERNET WWW.ALSIPPE.IT AFFILIAT I O.S.A.P.P
NUMERO
1731
DI
VENERDI
28 OTTOBRE
2016
Agente
della
polizia
penitenziaria aggredito da
detenuto
nella
Casa
Circondariale di Trieste
A CURA
DELLA SEGRETERIA GENERALE AD USO INTERNO APERTO AL CONTRIBUTO
E’ di tre agenti di Polizia penitenziaria
feriti il bilancio dell’aggressione avvenuta
l’altro giorno nella Casa Circondariale di
Corso Vercelli ad Ivrea. Era gia’ da
qualche giorno che i detenuti avevano
inscenato delle proteste nelle sezioni
detentive, provocando disordini . Nei
giorni successivi ulteriori e ben piu’ gravi
difficolta' nei reparti, venivano create dai
detenuti
quando
cominciavano
a
dare fuoco a suppellettili e materassi ,il
personale
di
Polizia penitenziaria
interveniva prontamente per spostare i
detenuti dai reparti interessati ai
disordini che via via si andavano
riempiendo di fumo dovuto agli incendi
provocati dai reclusi , ma venivano
aggrediti, e tre agenti penitenziari hanno
riportato varie contusioni durante gli
scontri. La Segreteria Generale Alsippe
augura al personale aggredito una pronta
guarigione
Segreteria Generale
Agente aggredito da un detenuto al
Coroneo. La guardia è stata colpita mentre
invitava il carcerato a rientrare nella sua
cella. Accolto all'ospedale è stato dimesso
con prognosi di dieci giorni. Un agente della
polizia penitenziaria in servizio al Coroneo è
stato aggredito nel primo pomeriggio di ieri
da un detenuto straniero, affetto da
problemi psichiatrici. La guardia aveva
invitato l'uomo a rientrare nella sua cella,
quando il detenuto gli si è scagliato contro.
Soccorso da alcuni colleghi, l'agente è stato
trasportato all'ospedale, dal quale, dopo le
cure del caso, è stato dimesso con una
prognosi di dieci giorni.(IL PICCOLO)
DÌ
TUTTI_
terremoto, sono stati trasferiti i detenuti
del carcere di Camerino. La triplice
evasione si è verificata stamattina tra le 6
e le 6:15. Nel reparto G9 del carcere, dove
erano detenuti i tre albanesi, sono
rinchiusi detenuti per reati comuni e i
cosiddetti "precauzionali", ossia soggetti
accusati di violenze sessuali o ex
appartenenti alle forze dell'ordine che
vanno tenuti separati da altri ristretti. In
base alle prime ricostruzioni, i tre evasi
sono riusciti a raggiungere il muro di
cinta e da qui si sono calati con delle
lenzuola. Nella notte erano stati trasferiti
a Rebibbia i detenuti del Carcere di
Camerino evacuati per il terremoto e in
tutto sono 39 le persone spostate nel
carcere romano.(Tg Com 24 )
Terremoto , carcere di
Camerino evacuato, detenuti
trasferiti al carcere romano
di Rebibbia, tre agenti
penitenziari feriti durante la
scossa
Tre detenuti evadono dal
carcere di Rebibbia
Tre
agenti
penitenziari
aggrediti da detenuti
Tre detenuti albanesi evasi da Rebibbia,
si sono calati con le lenzuola dal muro di
cinta.Avrebbero approfittato del caos
innescato dal trasferimento dei carcerati
di Camerino evacuati per il terremoto Tre
detenuti sono evasi dal carcere di
Rebibbia Nuovo complesso. A quanto si
apprende sono tre uomini di nazionalità
albanese. Sarebbero evasi calandosi con
delle lenzuola all'altezza di una garitta in
un luogo dove, in passato, si sono
registrate altre evasioni. Forse hanno
approfittato del caos che si è creato nella
notte perché a Rebibbia, dopo il
Sisma, evacuato il carcere di Camerino
2.30. Il carcere di Camerino è stato
evacuato e i detenuti sono stati trasferiti
al carcere romano di Rebibbia. Lo ha reso
noto il sindaco, Gianluca Pasqui. “Non
abbiamo notizia di dispersi o di persone
rimaste sotto le macerie, ci sono circa 40
persone che sono ricorse alle cure dei
sanitari,
alcune
per
ferite
non
particolarmente gravi e altre per malori
dovuti allo choc. Non ci risultano per
fortuna vittime e feriti gravi. Questo è
quello che conta”, ha aggiunto il sindaco.
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Svolta
regolarmente
l’udienza
del
processo
Alcatraz che vede coinvolti 5
agenti penitenziari accusati
di
aver
favorito
una
evasione,
era
stata
rinvenuta
una
lettera
anonima che minacciava di
far esplodere il tribunale
Ex jihadista minaccia di far esplodere il
tribunale La Digos del capoluogo sta
indagando per arrivare all’autore della
lettera anonima«Sono un ex jihadista.
Domani mi faccio esplodere in tribunale. O
davanti alla chiesa di San Martino». Una
lettera anonima recapitata in tribunale
l’altro ieri ha fatto scattare tutte le misure di
sicurezza del caso. Ieri mattina il palazzo di
giustizia di piazza Cacciatori delle Alpi era
circondato da carabinieri e agenti della
polizia di Stato.
Il presidio veramente imponente non è
sfuggito a nessuno: avvocati e giornalisti
compresi. Nessuna bomba è stata
posizionata in tribunale, o in procura,
nessun attentato è stato mosso a chiese o
altri edifici religiosi.Ora si cerca di capire
però il perché di questa missiva e di
scoprirne l’autore. Ieri non c’erano processi
particolarmente delicati. C’era sì la grande
udienza dell’inchiesta Alcatraz, con 5 agenti
della polizia penitenziaria a processo per
aver favoreggiato l’evasione di tre detenuti
in cambio, dice la procura, di sesso e soldi.
Ma l’udienza si è di fatto svolta senza
scossoni. Vero è che uno dei testimoni ha
dichiarato in aula di aver ricevuto una
chiamata anonima con la quale qualcuno gli
intimava di non presentarsi. Ma il processo
è iniziato da mesi e non c’è stato alcun
tentativo di inficiarlo.
Non ci sono stati altri strani casi di
intimidazione. Si tratterebbe della lettera
minatoria di un folle o di un mitomane.
“Lettere strane o particolari arrivano
purtroppo molto spesso – spiega Giorgio
Zanzi Prefetto di Varese – Non voglio
aggiungere altro o parlare della vicenda”.
Sull’accaduto c’è il massimo riserbo. Certo è
che la minaccia, seppur da parte di un
mitomane, è stata presa seriamente.
Nonostante l’altro ieri, quando la missiva è
stata recapitata, gli uffici non siano stati
sgomberati. E nonostante ieri, seppur con
un dispiegamento di forze di polizia
notevole, nessuna udienza sia stata sospesa.
Se lo scopo del fantomatico ex jihadista era
quello di spaventare e paralizzare la
giustizia l’obbiettivo è stato mancato
clamorosamente.
E’ la Digos della Questura di Varese
adesso che sta indagando per arrivare
all’autore della missiva di minaccia.
La lettera sarà analizzata alla ricerca di
impronte, dna o altre tracce utili ad
identificarne l’autore.
L’inchiesta mira soprattutto ad accertare
il perché di questa missiva. Negli ultimi
mesi a Varese sono state due le grandi
operazioni che hanno portato ad arresti
ed espulsioni di presunti fiancheggiatori
di cellule terroristiche.
La situazione è estremamente delicata.
Anche perché parrebbe che la Digos stia
lavorando ad una nuova inchiesta. Per il
tribunale, e soprattutto per la procura,
devono essere ore frenetiche. Ragazzata,
bufala o minaccia seria Varese non può
vivere nella paura.(La provincia di
Varese)
Al
vaglio
l’ipotesi
di
riapertura di due carceri ,
utilizzate per minorile
oppure per detenzione
attenuata
Basilicata .potrebbero essere riattivati le
carceri di Chiaromonte e Lagonegro
.Carceri di Chiaromonte e Lagonegro di
nuovo attive? Potrebbe essere così.
Il presidente della Regione Basilicata
Marcello Pittella in collaborazione con i
sindaci di Lagonegro e Chiaromonte, il
presidente il procuratore del Tribunale di
Lagonegro, sta valutando l'ipotesi di
riaprire le carceri dei due comuni o
almeno soltanto di uno. Il piano di
fattibilità
del
dipartimento
amministrazione penitenziaria valuterà i
costi e l'utenza dell'intera operazione,
anche perché il regolamento prevede
carceri con almeno 100 posti mentre
Chiaromonte e Lagonegro possono
garantirne al massimo 35.
Si potrebbe pensare ad una struttura per
garantire la cosiddetta detenzione
attenuata, per esempio quella per le
ragazze madri che potranno scontare la
pena assieme ai loro figli fino al
compimento del sesto anno di vita del
bambino. Tra le ipotesi anche quella del
carcere minorile.
Il prossimo incontro si svolgerà dopo la
presentazione del piano di fattibilità per
valutare ulteriori verifiche. (lasiritide.it)
14 punti per ridisegnare il
sistema penitenziario
Misure alternative, lavoro, istruzione,
affettività e reinserimento sociale tra i
cardini delle priorità per il nuovo anno
che segue la rotta tracciata dagli Stati
generali.Meno carcere e una detenzione
più vicina alla vita reale per preparare i
detenuti al rientro nella società, più
misure alternative e procedure di accesso
semplificate per scontare la pena fuori
dalle mura. Maggiori occasioni di lavoro
retribuito sia all'interno che all'esterno
degli istituti ma anche attività di
volontariato e reinserimento sociale dei
condannati. Pieno riconoscimento del
diritto all'affettività e grande attenzione
per i minori, le donne e gli stranieri. È
concentrato in 14 punti il nucleo dell'Atto
di indirizzo 2017 (il documento che
definisce le priorità politiche da realizzare
nel prossimo anno) del ministro della
Giustizia Andrea Orlando in tema di
carcere ed esecuzione della pena: uno tra
gli obiettivi di intervento urgenti e
"indispensabili per ricondurre il sistema
giudiziario agli standard qualitativi che il
Paese e la comunità internazionale si
attendono".Ecco
i
punti
che,
ripercorrendo la rotta tracciata un anno
fa dai lavori degli Stati generali
sull'esecuzione penale (il percorso di
ricerca avviato dallo stesso Guardasigilli
per ripensare il sistema carcere in Italia
dopo le condanne arrivate dall'Europa),
potranno, secondo Orlando, "fornire
preziosi
contributi
al
dibattito
parlamentare in corso".Il primo punto
riguarda il trattamento rieducativo dei
detenuti, che dovrà essere il più possibile
individuale, e percorsi penitenziari
differenziati. Il secondo, l'accesso
potenziato alle misure alternative e
procedure più semplici per scontare la
pena all'esterno. Seguono "le attività di
giustizia riparativa come momenti
qualificanti del percorso di recupero
sociale, sia in ambito intramurario, sia
nell'esecuzione delle misure alternative,
l'incremento delle opportunità di lavoro
retribuito, interno ed esterno, e delle
attività di volontariato individuale e di
reinserimento sociale dei condannati". Al
quinto punto c'è l'utilizzo della
teleconferenza sia per i processi (con
modalità che garantiscano il rispetto del
diritto di difesa) che per favorire le
relazioni affettive, come nel caso dei
colloqui con familiari residenti all'estero.
Al sesto, la sanità e la salute mentale, con
la
"revisione
delle
disposizioni
dell'ordinamento penitenziario alla luce
del riordino della medicina penitenziaria,
tenendo conto della necessità di
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potenziare l'assistenza psichiatrica negli
istituti di pena".Il pieno riconoscimento del
diritto all'affettività delle persone detenute
e internate e la disciplina del suo esercizio
sono al settimo punto mentre il tema
"stranieri", con la "previsione di norme che
favoriscano l'integrazione" è al punto
successivo. Seguono la necessità di
adeguare l'ordinamento penitenziario alle
esigenze educative dei detenuti minorenni e
la previsione di norme che garantiscano il
rispetto della dignità umana attraverso la
responsabilizzazione dei detenuti, a cui
sono strettamente legate una vita
penitenziaria il più possibile vicina a quella
esterna e la sorveglianza dinamica: il
delicato meccanismo che trasforma la
sorveglianza-custodia
in
sorveglianzaconoscenza."La tutela del rapporto tra
detenute e figli minori e la previsione di
norme che considerino gli specifici bisogni e
diritti delle donne detenute" sono
all'undicesimo e dodicesimo punto, mentre
concludono la lista delle indicazioni "la
revisione del sistema delle pene accessorie"
per rimuovere gli ostacoli al reinserimento
sociale ed escludere che siano di durata
superiore alla pena principale, e "la
revisione delle previsioni in materia di
libertà di culto e dei diritti ad essa
connessi"."Prima ancora che si compia il
percorso legislativo così delineato sottolinea il ministro Orlando nell'Atto di
indirizzo -, gli spunti di riflessione emersi
dagli Stati generali potranno trovare la
massima
latitudine
applicativa,
traducendosi in indicazioni suscettibili di
immediata
attuazione,
nell'attività
amministrativa,
sotto
l'aspetto
organizzativo e strutturale". Per Orlando
"resta, infatti, attuale ed indifferibile"
assicurare ai detenuti condizioni di vita
adeguate al rispetto della dignità umana,
facilitando,
contemporaneamente,
attraverso percorsi rieducativi adeguati, "un
consapevole reinserimento nel contesto
sociale" che garantisca sicurezza e abbatta
al
minimo
il
tasso
di
recidiva.
"Per il fenomeno del sovraffollamento
carcerario - spiega il Guardasigilli -, si è
proceduto in questi anni a un ripensamento
complessivo del sistema penitenziario. Nel
gennaio 2013 (mese di pubblicazione della
la nota sentenza "Torreggiani e altri c.
Italia"), i detenuti ristretti nelle carceri
italiane erano 65.755 mentre alla data del
26 agosto 2016 risultavano essere 54.097:
con una riduzione, nell'arco di circa tre
anni, di oltre 11.000 unità, il bilancio non
può che essere positivo".Il ruolo degli Stati
generali. "Gli Stati Generali dell'esecuzione
penale - sottolinea il ministro - hanno
costituito la base di elaborazione preziosa
per gli interventi necessari a definire il
profondo
cambiamento
del
sistema
penitenziario. In quest'ottica, è centrale la
questione delle condizioni di vita all'interno
degli istituti penitenziari, migliorando i
meccanismi che regolano la vita nei
penitenziari puntando soprattutto sulla
crescita delle attività trattamentali, sulla
formazione professionale, il lavoro e il
mantenimento delle relazioni familiari".
Come affermato nella Direttiva del maggio
scorso al Capo del Dap, cita il ministro,
"occorre attuare un Piano nazionale
d'intervento per la prevenzione del suicidio
e per il monitoraggio delle strategie
adottate,
attraverso
la
raccolta,
l'elaborazione e la pubblicazione dei dati
sul fenomeno e sulle esperienze condotte.
Dovranno essere sviluppate opportune
misure di osservazione del detenuto,
differenziate a seconda della fase
trattamentale
e
con
particolare
attenzione ai soggetti tossico-alcool
dipendenti; essere adeguati gli spazi
detentivi destinati all'accoglienza dei
soggetti a rischio; essere organizzati
programmi formativi specifici per tutti gli
operatori, favorendo l'interazione anche
con i collaboratori esterni". Ancora, "sarà
necessario porre attenzione alle esigenze
formative dei detenuti, soprattutto di
quelli minori, per i quali il 23 maggio ho
siglato il Protocollo Giustizia-Miur per
l'istruzione e la formazione in carcere e
nei
servizi
minorili.
Criterio fondante di tali misure conclude il ministro - è stato senza
dubbio l'impegno a superare il vecchio
modello di detenzione, mirando alla
rieducazione e al reinserimento sociale,
potenziando le misure alternative al
carcere e riducendo la custodia cautelare,
verso l'adozione di un modello in linea
con le migliori prassi in ambito europeo".
Legge 104: esonero dal
lavoro notturno
però, non è stato chiarito dall’Inps,
quindi tocca alle sedi territoriali
dell’Istituto e ai datori di lavoro darne
un’interpretazione.Più
precise
le
disposizioni del decreto legislativo [4] che
stabilisce le categorie esonerate dal
lavoro notturno ai sensi della legge 104: il
lavoratore o la lavoratrice – recita il testo
– che abbiano a proprio carico per
prestargli assistenza in prima persona un
soggetto disabile non sono obbligati a
prestare lavoro
notturno,
compresi
eventuali turni direperibilità o di pronta
disponibilità, equiparati
al
lavoro
notturno.Il decreto sancisce anche quali
sono le altre categorie che non possono
essere obbligate a svolgere un lavoro
notturno. Si tratta delle lavoratrici madri
di un figlio di età interiore a tre anni o, in
alternativa, i padri, purché la coppia viva
sotto lo stesso tetto. Restano esonerati
dal lavoro notturno anche il lavoratore o
la lavoratrice che sia l’unico affidatario di
un figlio convivente minore di 12 anni.
Non possono essere inserite nei turni
di lavoro notturno, dalle 24 alle 6,
nemmeno le donne che hanno accertato
lo stato di gravidanza, dal momento in cui
sanno di aspettare un figlio fino al
compimento dell’anno di età del
bambino. Inoltre, in base all’accordo
nazionale quadro del 2009, i lavoratori
che hanno compiuto i 50 anni di età o che
hanno un’anzianità di servizio di almeno
30
anni possono
chiedere
(e
ottenere) l’esonero dal lavoro serale o dal
lavoro notturno.Che cosa si intende per
lavoro notturno .Viene considerato
“periodo notturno” l’arco di tempo di
almeno sette ore consecutive che
comprende l’intervallo tra la mezzanotte
e le cinque del mattino, come ad esempio
un turno di lavoro tra le 23 e le 7. Il
lavoratore notturno, invece, è colui che
svolge almeno tre ore del proprio turno
durante il periodo notturno (ad esempio
dalle 2 alle 10 del mattino). Più in
generale, viene considerato lavoratore
notturnochi svolge un turno di notte per
almeno 80 giorni l’anno.
Chi ha un disabile a carico non può essere
Sbloccate
oltre
4.700
obbligato a lavorare di notte. Ma
nemmeno chi ha un figlio piccolo o è
assunzioni
per
forze
affidatario di un minore sotto i 12 anni.I
dell'ordine
lavoratori che hanno a proprio carico un
soggetto disabile ai sensi della legge
104 non possono essere adibiti al lavoro
notturno. La legge 104 [1] non si occupa
nello specifico dei turni di notte ma,
secondo il Ministero del Lavoro, la
definizione “a carico” va ricollegata e resa
omogenea a quanto stabilito dalla norma
sui permessi lavorativi.Per il Ministero,
quindi, il disabile va considerato “a
proprio carico” anche per quanto
riguarda
l’esonero
dal
lavoro
notturno quando il lavoratore presta
effettivamente questa assistenza. Non
solo: tenendo in considerazione le
indicazioni dell’Inps [3], va adottato il
principio secondo cui «tale assistenza
non debba essere necessariamente
Sbloccate oltre 4.700 assunzioni tra le
quotidiana, purché assuma i caratteri
forze
dell ordine. È infatti stato firmato
della sistematicità e dell’adeguatezza
dai ministri Madia e Padoan il decreto,
rispetto alle concrete esigenze della
un dpcm, che autorizza ad assumere a
persona con disabilità in situazione di
tempo indeterminato carabinieri, polizia
gravità». Che cosa si debba intendere per
di stato, polizia penitenziaria, guardia di
assistenza “sistematica” e “adeguata”,
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finanza e vigili del fuoco. Il budget a
disposizione è di 271,261 milioni, a valere
sul 2016. Le chiamate, secondo quanto si
apprende, dovrebbero avvenire entro
quest'anno. Il decreto è ora in attesa di
registrazione presso la Corte dei conti. Il
provvedimento Dopo il vaglio dei magistrati
contabili il decreto dovrà essere pubblicato
in Gazzetta Ufficiale. Nel dettaglio, le
assunzioni autorizzate sono un totale di
4.718: per i carabinieri sono 1.756, per la
Gdf 590, per la polizia di Stato 1.140, per
quella penitenziaria 943 e altre 289 fanno
capo ai vigili del fuoco. Le assunzioni fanno
riferimento alle «risorse relative all'anno
2016, derivanti dai risparmi da cessazioni
dell'anno 2015», si legge nel testo del dpcm.
Si tratta di amministrazioni che non
risentono dei paletti messi al turnover e che
hanno ora il via libera per gli ingressi di
allievi, marescialli, commissari, ispettori,
agenti, periti tecnici. Personale che già ha
passato concorsi pubblici e che, appena il
decreto avrà completato l'iter, potrà
prendere servizio.(Il Sole 24 Ore)
Circolari ministeriali e note
D.A.P. ottobre 2016
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problema scrivi a :
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definito con una convenzione per la
stipula di polizze assicurative RC auto e
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familiari. Per eventuali preventivi e
ulteriori informazioni chiamare al
numero di telefono 3931383562 oppure
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fronte e retro
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Nel caso in cui sia un familiare
intestatario
della
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un
autocertificazione che ne attesti la
parentela ai sensi della normativa
vigente, per altre informazioni contattare
l’ufficio ai numeri indicati sopra
La Segreteria Generale in collaborazione
con i rappresentanti regionali provinciali
e locali presenti sul territorio ha stipulato
una serie di convenzioni per gli iscritti
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di servizi con sconti particolari. Per
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potra’ essere richiesta ai responsabili delle
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