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Mercati
Venerdì 28 Ottobre 2016
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È L’OBIETTIVO PER STABILIZZARE L’AZIONARIATO DOPO LA TRASFORMAZIONE IN SPA
Bper, nocciolo duro al 20-25%
Per l’ad Vandelli la soglia è raggiungibile, viste le numerose manifestazioni d’interesse a investire
nella banca. L’ipotesi di nozze con Pop Sondrio o Creval? Noi siamo aperti a questi ragionamenti
di Jole Saggese
Bce chiede a Carige un piano npl
S
i chiude una porta, si apre
un portone. Se la Banca
Popolare dell’Emilia Romagna fa un passo indietro
sulle good bank, ne fa uno avanti
in tema di risiko del settore. In
questa intervista a Class Cnbc
l’amministratore delegato Alessandro Vandelli ha illustrato il
cammino di Bper nei prossimi
mesi.
B
Alessandro
Vandelli
POP. EMILIA ROMAGNA
quotazioni in euro
4,5
Domanda. Il matrimonio tra Bpm e Banco
Popolare potrebbe stimolare nuove fusioni.
Bper dove sta guardando?
Risposta. Non amo
parlare di aree o banche
specifiche. Posso dire che Bper
può completare, e completerà,
molte banche popolari. A fine
novembre ci trasformeremo in
spa; ritengo sia un passaggio significativo che potrà consentire
un’accelerazione dei processi di
aggregazione. Sono momenti di
svolta che impongono una riflessione. Abbiamo sempre detto di
essere pronti a dialoghi costruttivi. E sul mercato ci sono realtà
che molto simili a noi…
D. A questo proposito si è parlato della Popolare di Sondrio
e del Credito Valtellinese.
R. È importante verificare se
IERI
4,0
c’è un interesse. Con
molte banche abbiamo rapporti storici;
se c’è la volontà, le
soluzioni di governance e organizzative poi si trovano. In ogni
caso confermo che Bper è aperta
a questo tipo di ragionamenti.
D. Invece avete ormai chiuso il
dossier sulle good bank?
R. Innanzitutto credo sia importante lasciar lavorare le realtà
che devono gestire un processo
complesso, difficile e aggravato
da una situazione economica
che ancora non aiuta a risolvere
le fragilità esistenti. Noi abbiamo
per un certo periodo esaminato
le opportunità. Ovviamente c’è
un interesse nel risolvere questo
problema nella maniera più am-
La raccolta delle reti
rallenta a settembre
di Paola Valentini
settembre le reti di consulenti finanziari hanno registrato una
A
raccolta netta totale di poco più di 1,1 miliardi di euro, in rallentamento dai 2,1 miliardi di agosto e trainata dai prodotti del risparmio gestito, i cui flussi ammontano a 1,1 miliardi, il 96,5% della
raccolta totale, mentre il saldo delle movimentazioni sui prodotti
amministrati è positivo per 40 milioni. Da inizio anno il bilancio
del sistema delle reti registra una raccolta di 22,7 miliardi. Quasi
il 70% della raccolta netta realizzata sul gestito, spiega Assoreti,
coinvolge il comparto assicurativo-previdenziale, con premi netti
per 774 milioni. Tra i prodotti assicurativi si conferma la preferenza
per le unit linked, sulle quali confluiscono risorse nette per 502
milioni, in calo rispetto al mese precedente, mentre gli investimenti
sulle polizze Vita tradizionali si mantengono sui livelli di agosto,
con premi netti per 230 milioni. I volumi di raccolta riconducibili
alla distribuzione diretta di quote di fondi e sicav risultano pari a 201
milioni: la raccolta netta realizzata sui prodotti domiciliati all’estero
è pari a 299 milioni, mentre prevalgono i disinvestimenti sulle altre
gestioni collettive, con un bilancio nel complesso negativo per 98
milioni. Il saldo delle movimentazioni sulle gestioni patrimoniali
individuali è positivo per 135 milioni: la raccolta netta realizzata
sulle gestioni in fondi (178 milioni) compensa ampiamente i disinvestimenti dalle gestioni in titoli (-43 milioni). Il contributo mensile delle reti al sistema di fondi aperti, attraverso la distribuzione
diretta e indiretta di quote, si attesta pertanto su un ammontare di
913 milioni, il 17,5% delle risorse nette totali confluite nel sistema
fondi (5,2 miliardi). La parte restante si riferisce quindi alla raccolta
realizzata dagli sportelli bancari. A livello di singole società, prima
nel mese risulta Banca Generali con una raccolta di 258,7 milioni,
seguita da Azimut (234 milioni) e da Fineco (224 milioni). Da
inizio anno al top c’è il gruppo Fideuram (5,4 miliardi), che precede Banca Generali (4,08 miliardi) e Mediolanum (3,9 miliardi).
(riproduzione riservata)
4,34 €
+2,36%
3,5
e qualcuno che si è già mosso
decidendo di investire.
3,0
27 lug ’16
anca Carige ha ricevuto dalla Bce nei giorni scorsi una
lettera con due bozze di decisioni: una relativa all’esito
del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale,
lo Srep e la seconda che prevede che la banca proceda entro il
31 gennaio 2017 a sottoporre a Francoforte, come «intervento
precoce», un piano strategico e operativo in merito alla riduzione degli npl, valutandone anche gli impatti in termini di
adeguatezza patrimoniale. Carige intende formulare alla Bce,
con la quale sono già intervenute specifiche interlocuzioni,
le proprie osservazioni entro il termine fissato per il prossimo 3 novembre. Le osservazioni, si legge nel comunicato,
«potranno concernere sia il merito dei contenuti delle bozze
che il quadro normativo al quale le bozze prevedono che le
decisioni si riferiscano».
27 ott ’16
pia possibile. Speriamo che si
trovi una soluzione, ma in questo
momento non stiamo esaminando alcunché.
D. Tornando alla trasformazione in spa, Bper punta ad avere
azionisti stabili?
R. Credo che la creazione di un
nocciolo duro di soci stabili con
il 20-25% del capitale sia un
obiettivo raggiungibile. Ci sono
tante manifestazioni di interesse
nei nostri confronti. Ci sono fondazioni, privati e investitori istituzionali che stanno esaminando
D. Il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti ha dichiarato
che Atlante è stato lasciato solo e non può dunque assolvere
il vero compito per cui è stato
creato, ossia gestire le sofferenze. È d’accordo?
R. È chiaro che noi tutti abbiamo
visto in Atlante il soggetto che in
qualche modo poteva avviare un
percorso importante per le sofferenze del sistema bancario italiano, favorire i processi di dismissione, agevolare la nascita e lo
sviluppo di un mercato efficiente
sul nostro territorio. È chiaro che
il fondo Atlante in una prima fase ha dovuto dedicare risorse più
agli aumenti di capitale che alle
sofferenze. Gli aumenti di capitale sono stati fatti, ma c’è ancora
tanto lavoro da fare sulle banche
venete. Quanto alla soluzione del
problema delle sofferenze, il veicolo c’è e le competenze anche.
Dobbiamo cominciare.
D. Sostenere la crescita e rispettare i paletti dell’Europa: come
si fa in un contesto di mercato
difficile come l’attuale?
R. Il settore bancario italiano si
è rafforzato e ha adeguato il modello di business. Ma le incertezze politiche a livello europeo e i
continui cambiamenti dal punto
di vista regolamentare non facilitano le cose. Le banche hanno
bisogno di regole stabili per poter
programmare il lavoro. (riproduzione riservata)
Coima sgr punta sullo sviluppo con un fondo da 500 mln
di Teresa Campo
unta a 500 milioni di euro di raccolta e al
P
10-12% di rendimento netto annuo il nuovo Opportunity Fund II, fondo di real estate
di Coima sgr che scommetterà su progetti di
sviluppo immobiliari in tutta Italia. «È un
fondo dedicato esclusivamente allo sviluppo del territorio italiano ovvero a progetti di
trasformazione degli edifici, di riutilizzo e
valorizzazione del patrimonio», ha spiegato
l’amministratore delegato Manfredi Catella,
che lo ha presentato a margine del convegno
‘Coima Real Estate Forum’. Il top manager
ha anche specificato che «il fondo partirà con
progetti su Milano, ma non ha limiti geografici». Il nuovo Opportunity Fund II è già stato
sottoscritto da un fondo sovrano (il quarto
ad aver scelto Coima sgr per gli investimenti immobiliari in Italia) con un investimento
di 150 milioni di euro. Perfezionato il primo
closing, Coima sgr ha già avviato la fase di
collocamento di ulteriori quote a importanti
investitori istituzionali domestici e internazionali, puntando a un massimo di 3-5 soggetti.
Il fondo non prevede conferimenti né acquisizioni pre-identificate, ma utilizzerà la raccolta
per svolgere un piano di investimenti affidato
a Coima sgr, affiancata da un advisory committee composto dai rappresentanti dei principali investitori: fungerà da cabina di regia
per valutare le operazioni più strategiche. Gli
investitori principali avranno anche il diritto
di coinvestimento così da poter cogliere maggiori opportunità sul mercato. Considerando
anche la leva finanziaria, il fondo a regime
potrà disporre di una capacità di investimento
di oltre 1 miliardo di euro. Come accennato,
il nuovo fondo potrà investire in operazioni
di valorizzazione del patrimonio immobiliare ponendosi come partner per operatori,
banche ed enti pubblici. «Il territorio italiano
può diventare fattore competitivo nell’ambito
di una politica di sviluppo economico, ma è
fondamentale un approccio imprenditoriale
in grado di contribuire all’innovazione di prodotto e alla riqualificazione e valorizzazione
del patrimonio immobiliare», ha sottolineato
Catella. «La costituzione del primo fondo di
sviluppo italiano, assieme a grandi investitori
istituzionali mondiali, rappresenta un passo
determinante, che siamo certi potrà favorire
progetti strategici per le città italiane». Lo scenario è del resto favorevole, visto che, secondo
le previsioni, a fine 2016 gli investimenti nel
settore immobiliare italiano provenienti da capitali internazionali potrebbero sfondare quota
8 miliardi di euro. Si tratta di capitali di lungo termine destinati a interventi nel turismo,
nella logistica e nel riutilizzo del patrimonio
esistente. Con l’avvio del nuovo fondo Coima
sgr consolida la propria posizione nel mercato
istituzionale italiano con oltre 5,5 miliardi di
euro in gestione attraverso 19 fondi immobiliari. Quanto ai risultati dell’intero gruppo,
Catella ha ricordato che «nell’ultimo anno
Coima ha raccolto oltre 1 miliardo di euro da
investitori istituzionali italiani e internazionali
e ha concluso acquisizioni per circa 900 milioni. Inoltre ha incrementato del 25% il numero
dei propri professionisti, passando da 115 a
150 persone». (riproduzione riservata)