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Tac
la
>sm— Il tecnico con lo spolverino rosso sbuca dalla piantagione
e garantisce: «Come tutti gli oli
vegetali di qualità, il nostro olio
di palma è sicuro, proviene da
fonti sostenibili ed è lavorato a
temperature controllate». Una
bestemmia per i seguaci di quella che l'ad di Ferrero Italia, Alessandro d'Este, chiama ' l'ideologia del senza". Per i suoi 70 anni
la multinazionale della Nutella
si regala lo sfizio di andare contro corrente con uno spot pro
olio di palma. Mentre altri produttori, come Balocco e Barilla,
aumentano i fatturati proprio
annunciando alla clientela che i
loro prodotti ne sono privi.
È scoppiata la guerra della palma. E a metterci il carico da novanta arriva al convegno organizzato a Milano da Ferrero il viceministro dell'agricoltura, Andrea Olivero. Che dice, senza peli sulla lingua: «Esiste un terrorismo della disinformazione che
fa leva sull'ignoranza e ha dietro
interessi economici precisi».
Complotto?
Non è la prima volta che se ne
parla. Sulla battaglia tra le lobbies degli oli ha scritto un libro
Alain Rival, direttore per il
sud-est asiatico del Cirad, l'organismo francese per lo sviluppo e
la coperazione internazionale.
«La polemica contro l'olio di palma - sostiene Rival - nasce negli
anni Sessanta negli Usa. Si fece
credere all'epoca che tutti gli oli
derivati da prodotti dei paesi tropicali fossero cattivi». Così die-
Il colosso della Nutella
ha siglato un accordo:
solo ingredienti che
non turbano l'ambiente
tro la polemica ci sarebbero «in
realtà le lobbies della soia e della
colza». Uno scontro in piena regola trai coltivatori europei e quelli indonesiani e malesi dove cresce la palma. Con episodi curiosi:
«Per due volte - dice Rival - la lobby della soia ha provato a far approvare al parlamento francese
l'introduzione di dazi doganali
sull'olio di palma. Ma Malesia e
Indonesia hanno fatto capire
che se l'Europa avesse alzato i dazi avrebbero trasferito alla
Boeing le commesse di Airbus. E
il provvedimento è rientrato».
Si gioca pesante, insomma. I
contrari all'olio di palma, invitati al convegno milanese, replicano che «ogni ragazzo mangia in
media 30-40 grammi di olio di
palma al giorno» e che si tratta
«di un ingrediente che contiene
sostanze pericolose». Ferrero ribatte che «stiamo continuamente migliorando la qualità dei nostri prodotti» e che «sarebbe utile avere lo stesso tipo di analisi
approfondita anche sui prodotti
che non contengono l'olio di palma». Quanto alla polemica sulla
deforestazione legata alla colti-
a
vazione della palma, Ferrero ha
stretto un patto con Greenpeace
e Wwf per produrre l'olio senza
turbare gli equilibri ambientali.
La rappresentante di Greanpeace al convegno conferma «l'impegno comune». Ma non basterà a
spegnere la polemica. Almeno fino a quando la scritta "non contiene olio di palma", continuerà
a far salire i fatturati.
©RIPROOUZIONE RISERVATA
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Il 50% circa dell'olio di palma è
composto da acidi grassi saturi
(percentuale simile al burro),
ha scritto a febbraio l'Istituto
superiore di sanità. Un eccesso
di questi grassi è considerato
pericoloso per il cuore. Altri olii
hanno percentuali molto inferiori (quello di oliva arriva al
massimo al 26%). «Si raccomanda di non superare il 10%
delle calorie giornaliere con l'assunzione di acidi grassi saturi»
spiega Stefania Ruggeri, nutrizionista del Crea (Consiglio per
la ricerca in agricoltura), e docente all'università di Tor Vergata. «E già con carni e formaggi è facile andare oltre questa
quota».
IL
Uno studio del 2014 dell'Istituto Mario Negri sembra escluderlo. «Abbiamo esaminato degli studi - spiega la coordinatrice Elena Fattori - che mettevano a confronto i livelli nel sangue di colesterolo buono, cattivo e di varie sottoclassi. Non abbiamo trovato rischi particolari
per quanto riguarda l'olio di palma rispetto agli altri olii vegetali».
A marzo di quest'anno l'Efsa
(Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha pubblicato uno studio in cui rileva alcune molecole potenzialmente
cancerogene nell'olio di palma.
Gli altri olii vegetali ne contengono dosi significativamente
più basse. Sotto accusa ci sono
tre sostanze della classe degli
"èsteri del glicidolo" che si generano durante il processo di raffinazione quando si superano i
200 gradi di temperatura. «La
spremitura a freddo - spiega
Ruggeri - costa molto di più».
Le dosi di olio di palma che consumiamo normalmente sono
comunque al di sotto della soglia di rischio, precisa l'Efsa.
— 5 N6 —
Non risulta. Il consumo nel
mondo è in aumento e in Italia
era stabile fino al 2015 (ultimi
dati disponibili). Ogni anno se
ne consumano circa 386mila
tonnellate.
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dove arriva,
quanto se ne consuma
P OWZI E PAONDWmE
I principali Paesi produttori
PIIODUTTIVITA
Tonnellate di olio per ettaro
7
Produttori emergenti
Valori in milioni di tonnellate
Sudamerica
Africa
e America
occidentale
centrale
Thailandia
Valori in milioni di tonnellate
325 ila 386 ila
2005
2015
FONTE EUROPEAL PALM OIL ALLIANCE,
UNIONE ITALIANA OLIO DI PALMA SOSTENIBILE