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Fonte: Avvenire | Data: 27/10/2016 | Pagina: 26 | Autore: Antonio Giuliano | Categorie: A.Ge.S.C.
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Fonte: Avvenire | Data: 27/10/2016 | Pagina: 26 | Autore: Antonio Giuliano | Categorie: A.Ge.S.C.
CYBER-DIPENDENTI
I nuovi schiavi del Web
ANTONIO GIULIANO
L’intervista
e ormai non ci sorprendono più i bimbi sul seggiolone intenti a smanettare tablet e cellulari, non per
questo dobbiamo rassegnarci ai rischi di una società incapace di vivere
senza connettersi. Una realtà che deve
necessariamente alcune spingere discipline umanistiche a cambiare approccio. Ne è convinto da tempo lo psichiatra e psicoterapeuta Tonino Cantelmi, che ha introdotto in Italia i corsi di cyber-psicologia e da anni mette
in luce i pericoli della Rete, come nel
volume La pietra della follia con Chiapiù soddisfacente: consente espressiora D’Urbano (Città Nuova, pp. 206, euni narcisistiche di sé, esalta l’emotiviro 14).
smo, è provvisoria e senza garanzie di
Già negli anni Novanta lei parlava di
durata. Una relazione autentica implidipendenza dal Web...
ca invece un grande lavoro, interesse
«C’è ancora chi pensa che Internet sia
per l’altro, voglia di mettersi in discusuno strumento come gli altri. E invece
sione e di crescere. Il problema è che
la tecnologia digitale è un mondo da adopo la sbornia di relazioni digitali ubitare che ci modifica radicalmente:
no si trova più solo di prima. Gioca un
cambiano le dimensioni affettive, volisenso illusorio di onnipotenza per cui
tive e cognitive dell’uotutto sembra alla nostra
mo. È una vera mutazioportata. Ma quel che
ne antropologica. Ho
sembra ci abbia liberalanciato i corsi di cyberto in realtà ci ha reso
psicologia, quest’anno
schiavi. La tecnologia ci
all’Università Europea di
consente di stare semRoma, perché i futuri
pre connessi, di creare
psicologi prendano atto
una società che non
che l’impatto della tecstacca mai la spina.
nologia sulla mente è deSempre lì a twittare,
vastante. Prendiamo lo
condividere, senza più
sviluppo dei nostri bamdifferenze tra giorno e
bini. Non si può più stunotte, tra feriale e festidiare come gioca il bimvo, tra casa e ufficio,
Tonino Cantelmi
bo oggi rispetto a dieci
viaggiamo verso una
anni fa. Abbiamo uno sbicolossale dipendenza
lanciamento sulla dimensione percetdalla connessione».
tiva del bambino prima e dell’adoleSembra davvero più importante “conscente poi esposto precocemente ad edividere” che vivere.
sempio ai videogiochi. I nativi digitali
«I social ci hanno abituato a vivere l’esono rapidi e “geniali” nell’apprendesperienza socializzandola. Chi è mio are a usare un iPhone, ma meno attenti
mico? Non è quello con cui faccio ee capaci di memorizzare. Non conosperienza, ma colui con il quale condiscono i nostri percorsi di ragionamenvido ciò che vivo. E difatti la ricerca del
to e accumulazione dati e possono fa“mi piace” a tutti i costi è il trionfo del
re fatica ad acquisire alcune compenarcisismo digitale. Per un “like” siamo
tenze scolastiche di base».
disposti a tutto anche alQuello del Web è un mondo parallelo?
le perversioni. Non a ca«Quando parliamo di reale e virtuale
so facciamo i conti con
diciamo una grande sciocchezza. Il virun progressivo abbassatuale può essere molto reale. Viviamo
mento della soglia del
ormai su due registri contemporaneapudore. E sarà sempre
mente. Coloro che sono incapaci di vipeggio perché i social ci
vere l’esperienza digitale sono i disaspingono a rappresentadattati del terzo millennio. Al contrario
re noi stessi con l’unico oquelli che vivono solo il digitale sono i
biettivo di ottenere consennuovi schiavi, tra cui molti adolescenso. Più le rappresentazioni
ti ma anche tanti adulti incapaci per esono coinvolgenti, estreme ed
sempio di corteggiare una donna se
non attraverso chat o social».
La relazione è stata sostituita dalla connessione?
«Sì, perché è più facile e appare
S
Lo psichiatra Tonino Cantelmi:
«La tecnologia digitale è un mondo
da abitare che modifica radicalmente
le nostre dimensioni affettive, volitive
e cognitive. Cambia lo sviluppo
dei bimbi. Il virtuale può essere molto
reale, fino a rimanerne invischiati»
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dobbiamo rieducare gli adulti, sottolineando la responsabilità dei genitori.
«A noi genitori fa molto comodo silenziare i nostri figli piccoli dandogli
in mano un cellulare. Siamo noi per
primi a infrangere le regole, pranzando con lo smartphone a tavola...
È il tempo degli “adultescenti” dai
profili più seduttivi e competitivi dei
propri figli. Da anni abbiamo rinunciato a educare, perché educare vuol
dire riscoprire il valore della relazione, del farsi carico dell’altro per trasmettergli valori e visioni della vita.
Questo richiede una capacità di “stare” con i figli. E invece oggi perdiamo
occasioni perché noi per primi diamo
emotive, più ottengono grande conai ragazzi il tablet piuttosto che stare
senso».
con loro».
La condivisione può diventare arma di
Cambiano i luoghi per socializzare, dai
ricatto. La cronaca ci riserva di conticorridoi della scuola, le piazze, i bar,
nuo episodi dai risvolti tragici.
l’oratorio agli spazi virtuali…
«Umberto Eco aveva parlato di stupi«Peccato che i ragazzi poi abbiano più
dità, io dico che il Web può essere anamici sui social che nella vita di tutti i
che molto crudele. E non perdona pergiorni. La socializzazione del Web ci ilché la memoria digitale che ha sostilude e ci impoverisce sulla capacità di
tuito tutte le nostre memorie è indicreare delle relazioni affettive costrutstruttibile. Purtroppo i
tive e stabili nel tempo.
grandi padroni del Web
E non a caso la depresfanno poco per impedisione secondo l’Oms
«La connessione
re la circolazione di cernel 2020 sarà la patoloti contenuti. Il cyberbulgia più diffusa. Viviamo
ha sostituito
lismo esprime in maniela relazione. Ma i socal nel pieno di un parara stratosferica la possidosso: la quantità e la
illudono e ci lasciano
bilità di infliggere un domodalità di navigaziopiù
soli.
E
non
possono
lore. Mi ha sempre però
ne in Rete ci dicono che
placare
il
bisogno
sorpreso la risposta sinabbiamo bisogno di
innato nell’uomo
cera “ma io non pensavo
contatti, siamo schiacdi incontro reale
di fare tanto male”. C’è uciati dalla solitudine, da
na perdita di percezione
uno stile che non ci
col prossimo»
delle conseguenze del
consente di entrare in
proprio agire: l’eccessiva
contatto profondo con
virtualizzazione produnoi stessi e con l’altro».
ce l’irresponsabilità. Credo che la scuoDa dove ripartire allora?
la possa e stia facendo tanto nella lot«Una risposta di senso al bisogno di rita al cyber-bullismo. Poi sia chiaro non
trovare noi stessi è il recupero della spipossiamo demonizzare il Web. Lo vorritualità. E allo stesso tempo urge un
remmo solo più “umano”. È come dare
ritorno alla solidarietà concreta, l’inai bimbi un missile in mano, vanno econtro reale col prossimo, per condividucati».
derne timori, sogni e debolezze. I social
Lei sostiene da sempre che per aiunon possono placare l’irriducibile bitare i giovani
sogno di incontro con l’altro proprio
dell’uomo di ogni epoca. La speranza
è una dimensione psicologica
interpersonale. Si
costruisce
nella relazione:
il
bambino impara a sperare
nelle prime relazioni. Non c’è
altra via che ripartire dalla capacità di relazioni autentiche».
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