Olio di palma: non fa male, nè all`uomo, nè all`ambiente

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Olio di palma: non fa male, nè all’uomo, nè all’ambiente | 1
giovedì 27 ottobre 2016, 18:15
Ambiente e salute
Olio di palma: non fa male, nè all’uomo, nè
all’ambiente
Ferrero fa canestro: fa sdoganare l'ingrediente dal viceministro all'agricoltura. Che ne pensa Lorenzin?
di Sergio Flore
‘Qualità’ è la parola chiave dell’incontro tenuto da Ferrero a Milano dal titolo ‘Olio di palma: una scelta responsabile, basata
sulla scienza’ sul tema che sta scuotendo l’industria alimentare italiana ed europea: l’olio di palma. Il controverso
ingrediente, il cui mercato sarebbe colpevole di deforestazione, violazione di diritti umani, povertà e danni alla salute, non
smette di far discutere. La polemica ha origini ormai vecchie e risale a una dichiarazione piuttosto allarmistica del
Ministro francese all’ecologia Marie-Ségolène Royal che etichettò l’olio di palma come «uno dei maggiori responsabili
della deforestazione e del surriscaldamento globale». A seguire, ci fu la petizione di Johan Reboul, un giovane attivista
francese, che chiedeva al presidente della Mondelez di eliminare l’uso dell’olio nei suoi prodotti. La petizione raccolse
200.000 firme. In Italia una petizione simile risale addirittura a due anni fa, ed è quella lanciata da ‘Il fatto alimentare’ che si
rivolge all’intera industria alimentare italiana. Già dal 2015 il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione
parlamentare volta a limitare la circolazione dei prodotti contenenti olio di palma. Il dibattito vero e proprio, tuttavia, è
scoppiato in seguito al verdetto dell’EFSA (European Food Safety Authority) il 3 maggio 2016 - che ha rinvenuto nell’olio
di palma tre sostanze tossiche, una delle quali potenzialmente cancerogena. Solo un mese prima, il Ministro della Salute
Beatrice Lorenzin aveva ricevuto il rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità che assolveva l’olio di palma. Nel
frattempo, però, l’effetto mediatico, alimentato da confusione e mala-informazione, aveva già prodotto sul mercato
alimentare una serie di conseguenze, sostanzialmente riconducibili al fatto che molte grandi industrie alimentari avevano
modificato la produzione, sostituendo l’olio di palma con altri olii - alcuni dei quali contenenti una percentuale di grassi saturi
ben maggiore rispetto a quelli contenuti nell’olio incriminato. In questo scenario che vedeva l’industria alimentare
acriticamente adeguarsi alla nevrosi del mercato, Ferrero, in totale controtendenza con il resto dell’industria, oggi irrompe
sullo scenario politico-economico nazionale con il convegno di Milano, per sostenere, in sintesi, due assiomi: quello
sanitario, secondo il quale l’olio di palma fa bene –o comunque, come dice l’Istituto Superiore di Sanità, non fa male-; e
quello ambientale, l’olio di palma può essere sostenibile, quello della Ferrero lo sarebbe. La conferenza di oggi, dando
voce ad un gruppo di esperti tra i più autorevoli del settore era dunque volta a smentire i detrattori dell’ingrediente. I fronti
del dibattito sono stati diversi. Da un lato le considerazioni puramente scientifiche: Elena Fattore (ricercatrice per il
Dipartimento Ambiente e Salute all’Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’), per esempio, sostiene che i
grassi poco salutari di cui si accusa l’olio di palma non siano certo esclusivi di questo prodotto, e la moderazione e
l’equilibrio nei consumi siano il giusto antidoto. Dall’altro quelle ‘psicologiche’ e di marketing: Claudio Bosio (Preside della
Facoltà di Psicologia e Professore di Psicologia del Marketing e dei Consumi, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di
Milano) indica l’enorme mole di bufale in circolazione sul web, e l’ignoranza di fondo che alimenta i sospetti. Dal canto suo,
Ferrero ha sottolineato di poter vantare un’eccezionale qualità di olio di palma, e la sua presenza tra le aziende ‘leader’
nell’uso e nel commercio responsabile del prodotto oltre che nei progressi in fatto di sostenibilità dell’industria. Titolo questo
assegnatogli da una ONG certo non magnanima con corporations e grandi aziende: il WWF. «Noi ci crediamo. Crediamo
nell'olio di palma di qualità e sostenibile, crediamo che oggi sia un prodotto fondamentale per la qualità dei nostri prodotti,
sennò avremmo potuto benissimo cambiarlo. Il rispetto per il consumatore ci porterebbe a ritirare un prodotto dal mercato.
Ferrero fa così», dice Alessandro d'Este, presidente e amministratore delegato di Ferrero Commerciale Italia. Tra gli
esponenti dell’universo ‘ambientalista’ e dell’ecologia presente alla conferenza Chiara Campione, Senior Corporate
Campaigner di Greenpeace Italia, che ha dato atto alla Ferrero di rappresentare un nuovo standard per tutte le altre
aziende operanti nel settore che non vogliono rinunciare a un ingrediente che può, al momento, essere considerato come ‘il
meno peggio’ sia in termini economici che di tutela dell’ambiente. Il vero ‘canestro’ Ferrero lo ha concluso con l’ok all’olio di
palma che, in sede di convegno, ha espresso il vice Ministro alle politiche agricole, alimentari e forestali Andrea Olivero, il
quale, dimostrando molte più certezze del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, senza mezzi termini, ha affermato: «Io
enfaticamente lo chiamo terrorismo della disinformazione alimentare: in questi anni molte, troppe volte abbiamo
assistito a operazioni di disinformazione che fanno leva sull'ignoranza e hanno dietro interessi economici ben
precisi, volti alla sostituzione dei prodotti e a creare turbative sui mercati. Ogni volta che c'è un problema sulle carni o i
latticini nascono campagne che portano ansia nei cittadini, modificano i consumi e in molti casi portano poi a consumi meno
saggi, intelligenti, meno salutari di quanto non fossero i precedenti», sfatando ogni dubbio riguardo alla posizione del
Ministero delle Politiche Agricole sull’argomento. A questo punto le posizioni dei due Ministeri sembrano non essere
perfettamente convergenti. La questione, dunque, si pone più urgentemente che mai: cosa pensa il Ministero della Salute?
L’olio di palma è dannoso o no?
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di Sergio Flore
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