La Sirenetta visto al Teatro Elfo

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VENERDì 28 OTTOBRE 2016
La Sirenetta visto al Teatro Elfo
Lo spettacolo della compagnia Eco di Fondo va
ben oltre il racconto e vuole condividere
emozioni
VALERIA PRINA
[email protected]
SPETTACOLINEWS.IT
Andersen? Copenaghen? La Sirenetta ora a Milano al Teatro Elfo Puccini
prende della favola il titolo, il peso della coda, e va ben oltre,
rivolgendosi a un pubblico adulto. La coda è più che mai metafora di
diversità (mai nominata in altro modo) - una sirena in un mondo di umani
che non avrà mai le gambe -, difficile da accettare perché non accettata
dagli altri e tale da spingere a volersi nascondere. Fuggire dal mondo.
I quattro attori entrano in scena alla Sala Bausch avvolti in una luce blu e
quasi subito li vediamo coprirsi il volto con la maglietta: quella che verrà
evocata è un storia che non si identifica con nomi e cognomi e invece
può riguardare tanti, ma è anche una storia che quei tanti fanno fatica a
far accettare. E subito dopo si sentono i rumori del telegiornale con
l'annuncio di un ragazzo che, deriso per la sua sessualità, si è tolto la vita
buttandosi dalla finestra dopo aver scritto una lettera "Cari mamma e
papà".
Non è un semplice racconto quello che vediamo in scena: è piuttosto
una condivisione di emozioni, sensazioni, sentimenti e desideri. Dunque
non semplici parole, ma linguaggio multiforme, che chiama in causa
mimo, proiezioni, voce fuori campo, ombre dietro un telo di plastica, che
diventa a volte onde del mare o quasi un filtro rispetto alla realtà
rappresentata dagli spettatori. Ma, oltre a condividere sentimenti, si può
anche sorridere degli stereotipi legati all'infanzia, con la Barbie nelle
varie versioni che, con voci diverse, prende forma dietro alla plastica in
versione filtro o dice battute con chiaro riferimento, tipo «Nessuno può
mettere Barbie in un angolo» e con Ken che scopre l'attrazione per
l'orsetto e chiede alla Barbie «che cos'è la normalità?».
I quattro attori (Riccardo Buffonini, Giacomo Ferraù, Libero Stelluti,
Giulia Viana) sono davvero bravi, impegnati in una pièce che li mette a
dura prova sia psicologicamente, perché le loro si sente che sono
emozioni non costruite, ma anche fisicamente. Basti dire che sono a
lungo in scena con gli occhi coperti, a volte in mezzo all'acqua e
addirittura in una vasca da cui sembra difficile emergere e invece
sembra più facile affogare in una scena che sa rendere la drammaticità
della situazione di una sirena che si sente priva di quelle gambe che
invece vede negli altri. E sempre i loro piedi si incrociano per suggerire
l'idea di una coda di sirena.
Per nulla convenzionale è la messinscena, mai banale o scontata, ma
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nemmeno semplicemente ad effetto, capace invece di comunicare
sentimenti con una piacevole levità.
Lo spettacolo è uno dei cinque di giovani compagnie selezionato da
Next per circuitare in più teatri.
La Sirenetta
regia Giacomo Ferraù con la collaborazione registica di Arturo Cirillo
drammaturgia Giacomo Ferraù e Giulia Viana
con Riccardo Buffonini, Giacomo Ferraù, Libero Stelluti, Giulia Viana
disegno luci Giuliano Almerighi
coordinamento coreografico Riccardo Olivier
produzione Eco di fondo / Campo Teatrale con la collaborazione di
LAB121 sostenuta nell'ambito del progetto NEXT 2015
a Milano al Teatro Elfo Puccini dal 25 al 30 ottobre 2016
e il 4 novembre a Cantù, il 13 gennaio a Bolzano, il 28 e 29 gennaio a Gioia
del Colle e Bisceglie, il 17 marzo a Rovereto, dal 23 al 26 marzo a Roma al
Teatro dell'Orologio, il 28 aprile ad Asti, il 13 e 14 maggio a Torino, il 7 e 8
giugno al Piccolo Teatro Grassi a Milano, l'11 e 12 giugno a Roma al Teatro
India
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