Liberare le anime dal Purgatorio. Tra preghiera e superstizione

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Gruppo di Ricerca e Informazione Socio–religiosa
Arcidiocesi di Matera–Irsina
Liberare le anime dal Purgatorio
Tra preghiera e superstizione
Sono molto diffuse le preghiere attribuite ad alcuni Santi cui sono collegate delle presunte promesse circa
la liberazione di un certo numero di anime dal Purgatorio o altre indulgenze. Queste vengono inoltre
spesso accompagnate da dichiarazioni circa l’approvazione di alcuni Papi.
Fanno parte di questa tipologia, ad
esempio, le promesse legate alla recita
delle “orazioni di Santa Brigida”
oppure la preghiera “Ti adoro Croce
Santa” che recitata 33 volte
libererebbe 33 anime dal Purgatorio.
Rispetto a queste preghiere occorre
però
distinguere
due
aspetti
importanti. Il primo è la preghiera in
sé che, sia essa espressa con le parole
suggerite da un testo (che dovrebbe
comunque
avere
approvazione
ecclesiastica)
sia
quando
è
semplicemente la preghiera del cuore
che certamente raggiunge Dio, fa parte della vita di fede di ogni cristiano e di questa ne è nutrimento.
Il secondo invece riguarda il collegamento tra la pratica della preghiera – che, lo ribadiamo, essere buona
e giusta – e il risultato che si pretende di ottenere. Questo “automatismo”, basato sulla causalità
presunta, è quello che determina il rischio di passare dalla pia pratica della recita di una preghiera alla
superstizione.
Questo tipo di credenza è molto vicina infatti alla mentalità magica, secondo la quale si pretende di poter
ottenere degli effetti (la liberazione delle anime) applicando una precisa azione “tecnica” (recitare un
preciso numero di volte una orazione). A tal proposito, ci mette in guardia dalla superstizione e quindi
dalla deviazione dal vero culto che dobbiamo a Dio, il Catechismo della Chiesa Cattolica (n.2111): << La
superstizione è la deviazione del sentimento religioso e delle pratiche che esso impone. Può anche
presentarsi mascherata sotto il culto che rendiamo al vero Dio, per esempio, quando si attribuisce
un'importanza in qualche misura magica a certe pratiche, peraltro legittime o necessarie.>>
Tornando alle varie promesse che si trovano annesse a queste preghiere, è fondamentale sottolineare che
l’eventuale approvazione della Chiesa si riferisce soltanto al testo della preghiera e non alle promesse o
indulgenze correlate. Infatti, relativamente a quest’ultimo aspetto, la Chiesa si è chiaramente espressa (e
non poteva essere diversamente essendo, come detto, una pratica superstiziosa) condannandole come
false.
Leggiamo le conclusioni del Decreto riportato in Acta Sanctae Sedis n. 31 (1898-1899) a pagina 727:
“Perciò gli Em.mi Padri, riuniti in Vaticano il 5 maggio 1898 in Congregazione Generale, dopo matura
valutazione, con unanime votazione hanno sottoscritto: i predetti fogli sottoposti a questa Sacra
Congregazione sono assolutamente da vietare e, come detto, le indulgenze ad essi annesse sono da
ascriversi tra quelle false ed apocrife.
Fatta, in seguito, di questo relazione presso il S. Padre Leone XIII nell’udienza del 26 maggio 1898, dal
sottoscritto Cardinale Prefetto, sua Santità ha approvato e confermato la sentenza degli Em.mi Padri e
dato il mandato di preparare un decreto generale, per effetto del quale i fogli inseriti nella parte
sottostante, o se ne esistono di altri che di poco differiscono da questi, anche se editi in diversi formati,
siano censurati e le Indulgenze, riportate negli stessi, siano assolutamente condannate come false ed
apocrife.” (I fogli di cui si parla sono le diverse preghiere con annesse indulgenze).
In particolare, circa le promesse legate alle orazioni di Santa Brigida è stato fatto divieto di pubblicarle e
diffonderle in quanto in nessun modo è provata la loro origine soprannaturale (Acta Apostolicae Sedis,
XLVI (1954), p.64).
E ancora in Acta Sanctae Sedis n. 32 (Regola VIII) a pagina 243 leggiamo:
Come le cose indicate, sono da respingere i volantini e gli opuscoli in cui si promette ai fedeli, che recitano
una o l’altra preghiera, la liberazione di una o più anime dal Purgatorio: e sono da ritenersi apocrife le
indulgenze che è prassi consolidata aggiungere a detta promessa.
Preghiamo quindi, anche con le belle orazioni di Santa Brigida o di altri Santi, ma affidiamo gli effetti della
nostra preghiera alla Misericordia di Dio che certamente guarda il cuore e non conta le parole.
Daniele Santese
[email protected]