Ferite chirurgiche. Gli antibiotici a uso topico non accelerano la

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Transcript Ferite chirurgiche. Gli antibiotici a uso topico non accelerano la

Ferite chirurgiche. Gli antibiotici a uso topico non accelerano la guarigione
Lo sostiene una nuova revisione del database Cochrane. Mentre la maggior parte delle incisioni
chirurgiche sono chiuse con punti o graffette, altre non possono essere chiuse con le stesse
procedure se i bordi della pelle non sono allineati o se vi è un elevato rischio di infezione.
(Reuters Health) – Non ci sarebbero sufficienti prove a supporto che l’utilizzo di antibiotici o
antisettici per le ferite chirurgiche che non rimarginano, acceleri il processo di guarigione
rallentando la crescita di microrganismi pericolosi. Lo sostiene una nuova revisione del database
Cochrane. Mentre la maggior parte delle incisioni chirurgiche sono chiuse con punti o graffette,
altre non possono essere chiuse con le stesse procedure se i bordi della pelle non sono allineati o se
vi è un elevato rischio di infezione.
Queste ferite allora si lasciano aperte per dare loro la possibilità di guarire, cosa che può richiedere
parecchio tempo, essere più dolorosa e richiedere anche periodiche medicazioni. In gergo chirurgico
si dice che queste ferite chirurgiche guariscono per seconda intenzione, piuttosto che per intenzione
primaria come nelle ferite chiuse. “Attualmente non sono disponibili molte informazioni su quante
persone vanno incontro a questo tipo di problematica o quale sia la percentuale di interventi
chirurgici che comportano una guarigione con questa modalità – ha dichiarato Gill Norman
dell’Università di Manchester, autore dello studio – Una recente ricerca inglese stima che quattro
adulti su 10.000 convivano con una ferita di questo tipo, e che per due di essi il trattamento è
consistito nella guarigione per seconda intenzione”.
La revisione degli studi
Gli autori hanno revisionato 11 studi randomizzati sull’impiego di antibiotici o antisettici ad uso
topico o sistemico sulle ferite chirurgiche aperte che sono state eseguite tra il 1998 e il 2013, con un
totale di oltre 800 pazienti inclusi e tre studi sui bambini. Tre studi sono stati condotti negli Stati
Uniti, due in Italia, i restanti in altri Paesi europei, Asia o Africa. Quattro hanno utilizzato il
trattamento antisettico, quattro opzioni antimicrobiche alternative e tre non hanno utilizzato
antimicrobici. C’è in ogni caso una moderata evidenza riguardo la pomata antibiotica ad uso topico
sull’aumentata probabilità di guarigione nelle tre settimane dopo l’intervento chirurgico per
emorroidi, rispetto ad una pomata senza antibiotici.
Così come scarse sono le evidenze sul fatto che gli antibiotici o gli antisettici farebbero diminuire il
tempo di guarigione, aumentare il numero di ferite guarite e ridurre le infezioni. Gli studi revisionati
sono piccoli e potrebbero non riflettere quello che accade nella pratica clinica. Dal momento che
non ci sono prove attendibili sull’utilità dell’utilizzo di antibiotici/antisettici, le decisioni cliniche si
rifanno alle linee guida nazionali e internazionali con un occhio ai costi e alla disponibilità dei
trattamenti, alla sicurezza e ale preferenze del paziente. D’altra trattamenti alternativi come
l’applicazione di medicazioni sotto vuoto, sono ancora molto dubbi.
Fonte: JAMA Dermatology 2016
Kathryn Doyle
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
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