Reti di ambito, i Collegi dei Docenti non hanno scelta

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Transcript Reti di ambito, i Collegi dei Docenti non hanno scelta

Reti d
di ambito, i Collegi
C
i dei Docent
D
ti non hanno
o
scelta
a: biso
ogna aderire, atto dovuto
d
o
Alessandro
o Giuliani Vennerdì, 14 Ottobbre 2016
Quando si parla di reti di ambito, nelle
n
scuole continuano a regnare in
ncertezza e confusione: eppure si
tratta di novvità previste
e dalla Legge
e107/2015 ((commi dal 70
7 al 74).
In quei com
mmi, si riporttava che “glii uffici scolasstici regiona
ali promuovo
ono, senza nnuovi o maggiori oneri
per la finan
nza pubblica
a, la costituzione di reti t ra istituzioni scolastiche
e del medessimo ambito territoriale.
Le reti, cosstituite entro il 30 giugno
o 2016, sono
o finalizzate alla valorizz
zazione dellee risorse pro
ofessionali,
alla gestion
ne comune di
d funzioni e di attività am
mministrativ
ve, nonché alla
a realizzazzione di prog
getti o di
iniziative didattiche, ed
ducative, spo
ortive o cultu
urali di intere
esse territoriale, da definnire sulla ba
ase di
accordi tra autonomie scolastiche
s
di un medessimo ambito
o territoriale, definiti «acccordi di rete
e»”.
Successiva
amente, “enttro centove
enti giorni d
dalla data di entrata in vigore dellla presente legge, il
Ministro de
ell'istruzion
ne, dell'univ
versità e de
ella ricerca emana app
posite linee guida rigua
ardanti i
princìpi perr il governo delle
d
reti e per
p la definizzione degli accordi
a
di rette”.
Accordi di rrete finalizza
ati ad individ
duare:
a) i criteri e le modalità
à per l'utilizz
zo dei docen
nti nella rete, nel rispetto
o delle dispoosizioni legis
slative
vigenti in m
materia di no
on discrimina
azione sul lu
uogo di lavorro, nonché di
d assistenzaa e di integrazione
sociale dellle persone con
c disabilità
à, anche perr insegname
enti opzionali, specialisttici, di coordinamento e
di progettazzione funzio
onali ai piani triennali de
ell'offerta form
mativa di più
ù istituzioni sscolastiche inserite
nella rete;
b)i piani di fformazione del persona
ale scolastico
o;
c) le risorse
e da destina
are alla rete per il perseg
guimento de
elle proprie finalità;
f
d) le forme e le modalittà per la tras
sparenza e la pubblicità
à delle decisioni e dei reendiconti delle attività
svolte.
Lo scorso m
mese di giug
gno, al Miur sono state p
pubblicate, ben oltre i 120 giorni preevisi dalla riforma, le
linee guida. Che comprendono anc
che la speciifica valenza
a su rete di ambito
a
e di sscopo:
la rete di a
ambito, che riunisce sta
abilmente tuttte le scuole
e statali, dell'ambito terriitoriale indiv
viduato
dall'USR;le
e scuole paritarie partecipano alla re
ete d'ambito, in relazione alle azionii e alle attività che ne
coinvolgono
o finalità e funzioni';
le reti di sc
copo, che si costituiscono spontane
eamente tra
a le scuole, anche
a
oltre ll'ambito di
appartenen
nza, per il pe
erseguimentto di precisi scopi che trrovano riscontro nelle prriorità individ
duate per il
territorio de
ell'ambito o in
i più speciffiche esigenzze locali e/o
o nazionali.
Nelle stessse linee guida, è riportato che “le retti sono forme di aggrega
azioni di istittuzioni scola
astiche
attorno ad u
un progetto condiviso. Con
C l'accord
do di rete di ambito e con l'accordo di rete di sc
copo, le
scuole potrranno, come
e previsto da
alla Legge 10
07/2015, es
sercitare in comune
c
una o più attività, rientranti
nei rispettivvi Piani dell'O
Offerta Form
mativa, allo sscopo di acc
crescere la reciproca
r
coompetenza in
nnovativa
scolastica”..
Tutto chiaro
o, quindi? Non
N proprio. Perché in q uesti giorni, Collegi dei Docenti e C
Consiglio d’Is
stituto sono
impegnati n
nella formazzione delle delibere
d
di ad
desioni alle stesse reti. Ma regna, ddicevamo, l’iincertezza.
C’è chi teme, ad esempio, di ritrovarsi scuola “capofila”, a cui spetterà l’onore (o l’onere?) di gestire le
scuole dell’ambito. Ad iniziare dalla scelta dei supplenti, sino alla definizione degli organici. Con queste
scuole "capofila" di ambito e che gradualemente prenderanno in carico sempre più funzioni
amministrative. Soprattutto, spetterà a questi istituti decidere come investire i fondi della
formazione permanente del personale, in particolare dei docenti, presentata nei giorni scorsi al
Miur. Perchè, gradualmente, gli ex provveditorati sono destinati a sparire.
Per questi motivi, probabilmente "fiutando" l'iperlavoro in arrivo, alcuni istituti si stanno opponendo,
producendo delle delibere che esprimono perplessità, chiedendo chiarimenti sulle scuole con cui
dovranno allearsi e confrontarsi.
In certi casi, si è giunti a chiedere perché costituire la rete con quelle scuole (prescelte dall'Ufficio
scolastico regionale) e non altre. Talvolta,sono state emesse anche delle delibere che bocciano la
richiesta di adesione provenuta dall’Usr. E non deve essere stato un caso isolato. Perché il direttore
generale del Miur, che segue le nuove reti territoriali, ha già chiamato a raccolta i ds degli istituti
“dissidenti”. Per spiegare loro che non è possibile non aderire al progetto. In tal caso, si andrebbe
contro la L. 107/15.
Rimane da capire, per quale motivo, allora, per aderire alla Rete di ambito occorra il consenso degli
organi collegiali (visto che è già tutto pronto). Mai come stavolta, al Miur avrebbero fatto meglio a
definire la procedura, la delibera, come un atto dovuto. E tutti, ad iniziare dai docenti ma anche gli
stessi presidi, avrebbero compreso prima.