anno 7 - Santi Quattro Evangelisti

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Transcript anno 7 - Santi Quattro Evangelisti

Provocazioni” del Vangelo della Domenica per le famiglie

XXIX D

OMENICA DEL

T

EMPO

O

RDINARIO

(

Lc 18,1-8

): R

IFLESSIONE

: «P

ERSEVERARE

»

“Vi chiedo” “Vi chiedo” “Vi chiedo” continua ad insistere la povera vedova verso un giudice dal cuore duro. “E va bene” risponde lui. Pur di superare le sue difficoltà, la povera vedova non si stanca di chiedere con insistenza: addirittura ha insistito così tanto che il giudice la vede e la sente anche quando sta mangiando la minestra! Sappiamo essere perseveranti nella preghiera anche nelle prove?

P

REGHIERA Quando non otteniamo quello che vogliamo subito ci arrabbiamo e smettiamo di pregare. Donaci, Signore, un po’ della perseveranza della povera vedova del vangelo:

I

MPEGNO DELLA SETTIMANA Colora il disegno (tratto dal sito della diocesi di Malaga). Chiediamo tutti insieme con perseveranza il dono sappiamo che tu sei contento anche quando ti tampiniamo della pace nella città di Aleppo, martoriata dalla guerra. Rendiamoci disponibili a portare la pace con le nostre preghiere con la fiducia dei bambini verso i loro genitori. Amen. nelle relazioni che viviamo quotidianamente (a scuola, al lavoro, in famiglia).

Don Alberto

APPUNTAMENTI ORATORIO

Sono iniziati gli incontri della Pastorale Giovanile dei nostri oratori. Ecco i giorni e gli orari dei vari incontri: PreAdolescenti (1-2-3 media ) dalle 18 alle 19.30: - per RP e GD lunedì a RP ; - per SR e SA martedì a SR Adolescenti (1-2-3 Superiore) dalle 20.30 alle 22: - per RP e GD lunedì a GD ; - per SR e SA martedì a SR 18enni (4-5 Superiore): domenica dalle 19 alle 22 a San Rocco per tutte e quattro le parrocchie giovedì 20 ottobre C ONSIGLIO D ’ ORATORIO a San Rocco sabato 22 ottobre I NCONTRO DEI GIOVANI DEL DECANATO DI M ONZA per rivivere l’esperienza della GMG presso l’oratorio di San Carlo a Brugherio dalle ore 16

VITA DI COMUNITA’

lunedì 17 ottobre Si riunisce il C ONSIGLIO P ASTORALE ai Santi Giacomo e Donato, presso l’aula Paolo VI, ore 21.00 venerdì 21 ottobre P OMERIGGIO PENITENZIALE :, come al solito: - a RP dalle ore 15.30 alle ore 21.00; - a SR dalle ore 15.30 alle ore 19.30 sabato 22 ottobre V EGLIA M ISSIONARIA IN D UOMO A M ILANO , ore 20.00. W ORKSHOP in Piazza Mercanti, a partire dalle 14,30. C HIESA S ANTI G IACOMO E D ONATO : venerdì 21 ottobre domenica 23 ottobre Celebrazione di 4 Battesimi, ore 11.00 nel ricordo della dedicazione del “nuovo altare ”(23 ottobre 1997) C ELEBRAZIONI C RESIME : E’ la Dedicazione della chiesa (21 ottobre 1937) questa domenica (16.10

) Tutti i cresimandi vivono un ritiro con i loro genitori a Bevera, presso i missionari della Consolata. domenica 23 ottobre domenica 30 ottobre Celebrazione della Cresima a San Rocco , ore 15.00 Celebrazione della Cresima a RP , ore 16.00

. E’ sospesa la Messa delle ore 18.00

a Regina Pacis. S EGNALIAMO : giovedì 20 ottobre, ore 21.00

, presso la chiesa San Giuseppe: I NCONTRO DI AVVIO DELLA L ECTIO D IVINA , animata dall’Azione Cattolica. domenica 30 ottobre e lunedì 31 ottobre, ore 20.45 e martedì 1 novembre, ore 17.00: Musicall “C REDO NELLA MISERICORDIA ”, realizzato dalla C OMUNITÀ C ENACOLO DI S UOR E LVIRA in collaborazione con la Parrocchia San Giuseppe della Pace.

Gli spettacoli saranno ad ingresso gratuito presso la sala Gold della Fiera Milano City MI-CO . Prenotazione sul sito: www.comunitacenacolo.it “

Santi Quattro Evangelisti

E Regina Pacis - Santi Giacomo e Donato San Rocco – Sant’Alessandro Monza

L’In-Formatore A

NNO

VII N

UMERO

7 -

16.10.2016

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Q UESTA DOMENICA È LA FESTA DELLA DEDICAZIONE DELLA CHIESA CATTEDRALE : Es 17,8-13; Sal 120(121); 2 Tim 3,14-4,2; Lc 18,1-8 Salmodia I settimana – ciclo domenicale C: martedì 18 settembre,S. Luca, evangelista: Proprio IL D UOMO DI M ILANO Dalle indicazioni pastorali del Card. Angelo Scola per quest’anno: Il cammino della nostra Chiesa diocesana è segnato dalla

VISITA PASTORALE secondo una modalità feriale

. Si tratta di un “tempo favorevole” per “la conversione pastorale e missionaria”. E’ lo stile a cui richiama Papa Francesco. Sinodo vuol dire, infatti, “camminare insieme” (syn-odos). Vivere sinodalmente significa assumere il dono della comunione come metodo di azione, fatto di ascolto, di condivisione e di reciproca testimonianza. Una Visita Pastorale in tre fasi: A Dopo la prima fase dell'incontro con l'Arcivescovo in ogni decanato

(per noi l’incontro si terrà al teatro Manzoni martedì 29 novembre, ore 20.30)

, il cammino prosegue in due decisive fasi successive. B La seconda, sotto la guida del Vicario Episcopale, coadiuvato dai Decani e dagli Organismi di comunione, si fa carico di

visitare capillarmente

talune realtà pastorali precise con l'intento di sostenerne il cammino. A partire dal lavoro dell'assemblea ecclesiale si cercherà di aiutarci a sciogliere qualche nodo particolarmente complesso. Con umiltà si potrà rinunciare a qualche esperienza o iniziativa pratica per favorire una unità fraterna che manifesti a tutti il volto gioioso e carico di speranza di zone, decanati, comunità pastorali, parrocchie,aggregazioni, iniziative.

Tra noi il Vicario Episcopale sarà presente dal 12 al 19 febbraio.

C Nella terza fase, sotto la guida del Vicario Generale, si porterà a termine il lavoro di verifica. Esso consisterà in un giudizio di comunione (discernimento) teso ad individuare il passo da compiere. Verificare, infatti, non significa anzitutto fare un bilancio di ciò che va bene e di ciò che invece non va. Significa piuttosto identificare il passo preciso cui lo Spirito chiama una comunità. La nostra Comunità, attraverso il Consiglio Pastorale, si sta preparando ad accogliere e vivere intensamente questo dono.

Don Giuseppe

Domenica prossima Giornata Missionaria Mondiale PAPA FRANCESCO IN EVANGELIUM GAUDIUM, n.24

«Una Comunità evangelizzatrice si mette mediante opere e gesti nella vita quotidiana degli altri, accorcia le distanze, si abbassa fino all’umiliazione se è necessario, e assume la vita umana, toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo. Gli evangelizzatori hanno così “odore di pecore” e queste ascoltano la loro voce».

LA TOCCANTE TESTIMONIANZA DI UNA PEDIATRA DELLA NOSTRA COMUNITÀ PASTORALE: Antefatti

Sono stata imbarcata come medico volontario dal 5 al 20 luglio 2016 nell'ambito dell'operazione Mare Sicuro. Avevo sentito di questa possibilità da un collega pediatra che si era imbarcato nel periodo invernale. Il tema sanitario della migrazione mi aveva comunque coinvolto già da circa 2 anni attraverso l'organizzazione con alcuni colleghi dì un piccolo ambulatorio pediatrico per i bambini migranti di passaggio presso la Stazione Centrale di Milano, prima sul “mezzanino”, ora negli spazi di via Sammartini. Trovo che fare della propria professione un’attività anche di volontariato, quindi di prestazione non retribuita in progetti umanitari, sia una delle grandi fortune e opportunità che offre la professione medica, specie quella del pediatra, e in questa fase della mia vita ho la fortuna di potermi permettere con una certa facilità questo servizio. La motivazione principale è stata il fatto che non posso pensare al Mediterraneo come ad una tomba di migliaia di esseri umani inermi, senza sentirmi interrogata personalmente a dare il mio piccolissimo contributo perché questa tragedia, di cui ci verrà chiesto conto, sia evitata.

Vita di bordo

Abbiamo navigato per 15 giorni in mare aperto, senza vedere terra. Non mi stancavo di contemplare il mare: nel viola del tramonto o nel rosato dell'alba, piatto e lucente come una tavola o arrabbiato con le 'ochette' bianche che si rincorrevano indomite, con gli spruzzi dei banchi di pesci sorvolati dai gabbiani affamati o solcato dai delfini che si affiancavano alla nave nella luce della sera, uno spettacolo incredibile al quale non mi sono mai assuefatta. Ai miei nuovi amici dicevo che mi sentivo come di fronte ad un ologramma di indicibile bellezza e non mi capacitavo di essere proprio lì a contemplare tanta magnificenza. Le stelle erano uno spettacolo grandioso: il carro piccolo e il grande, la Polare, la cintura di Orione, Cassiopea, il Cigno, la Via lattea mai così popolata e ricca, le stelle cadenti come bengala. Di fronte all'imponenza del creato ti senti pulviscolo e riaffiorano le domande sul senso del nostro essere al mondo, sulla destinazione del viaggio che stiamo vivendo, domande sopite quando si è stritolati dal quotidiano e incapaci di alzare Io sguardo e contemplare e farci interrogare da ciò che ci circonda. E non può che sgorgare dal cuore un grazie per tutto ciò che ci è stato donato così immeritatamente e gratuitamente e sentire la responsabilità di giocare con passione ed entusiasmo il tempo dato con e per chi ci sta al fianco.

SAR (search and rescue, ricerca e salvataggio: si intendono le operazioni di soccorso)

Il viaggio in mare è generalmente di poche ore, ma spesso questo è solo l’ultimo tratto di un viaggio di mesi in condizioni di estrema precarietà, esposti a violenze di ogni tipo e le cicatrici e le ferite dei loro corpi raccontano delle traversie subite. Hanno gli occhi pieni di terrore e angoscia, ma basta stringere loro le mani e dire "welcome", dire loro che ora sono al sicuro, che si aprono subito al sorriso. Si affrontano subito con un triage in continuo divenire le situazioni di gravità: le disidratazioni, le sincopi, le ustioni, le ferite, le fratture, i vomiti le cefalee. Nel corso dei primi quattro salvataggi (circa 130 persone per ogni evento), dopo averli raccolti e accuditi, ci è stato chiesto di trasbordare i migranti su navi civili europee. In 15 giorni abbiamo tratto in salvo più di1500 persone. Nell’ambito dell’ultimo intervento abbiamo recuperato 1146 persone (da un barcone e da due gommoni), un vero e proprio record per le dimensioni del pattugliatore (88 mt di lunghezza), più di 20 gravide, un centinaio di bambini, moltissimi lattanti. Non essendo possibile trasferire tutte queste persone su un'altra nave ed essendo alla fine del nostro periodo di navigazione, è stato affidato a noi il compito di portarli dal Mar Libico a Palermo, dedicandoci a loro per più di 50 ore consecutive. La notte per difendere dal freddo gli uomini accolti sul ponte volo abbiamo distribuito le metalline, le coperte termiche: il loro luccichio al chiarore della luna piena nel vento del Mediterraneo in rotta verso l'Italia mi suggeriva che c'è luce anche nel buio della fuga e dell'abbandono quando qualcuno si fa prossimo.

Cosa resta

Lavorare in situazioni estreme generalmente affratella, specie se si riesce a collaborare proficuamente e ciascuno sente valorizzato il proprio ruolo e le proprie competenze: tra noi del team sanitario si è respirato da subito un clima di stima e di solidarietà che ci ha permesso di reggere i ritmi pesanti sostenendoci e aiutandoci a vicenda, tanto da concludere la nostra missione sperando di ritrovarci presto per futuri imbarchi a lavorare di nuovo insieme. Restano dentro gli sguardi e i volti delle persone salvate dal mare, i loro incubi, le loro paure. Quel cucciolo di pochi mesi che subito ha sorriso al biberon che ha agguantato vorace con le manine, mentre la sua mamma, vistolo al sicuro, si addormentava stremata. La gravida sola e triste che ha potuto riposare il corpo appesantito. La bimbetta dagli occhi neri velluto che mi abbracciava e mi chiamava mamy, sorridendomi vispa. Il ragazzino eritreo senza genitori che non ci perdeva di vista e ci guardava pieno di domande e aspettative. La vecchietta diabetica e cieca. Il siriano con la crisi tetanica, Il ragazzo somalo che ha toccato timidamente il fonendo che avevo al collo e mi ha detto che anche lui da grande vuole diventare dottore. La giovane nigeriana che si stupiva della nostra gentilezza. Le donne che ci chiamavano sister per chiedere il latte o i pannolini per i loro bambini, sorridenti quando li tenevamo noi in braccio, consentendo loro di riposare un po'. I bimbi allegri e vivaci, subito pronti al gioco con i palloncini improvvisati con i guanti di protezione. Se penso alla cura e alla dedizione che riserviamo ai nostri figli, spesso unici, è inaccettabile che altri bambini vivano in tali condizioni di pericolo e precarietà. Mi chiedo quale mondo possa sopportare di non proteggere e preservare i propri cuccioli che sono il nostro domani e la nostra speranza, quale declino spaventoso ci attenda se anche l'infanzia non è più per noi adulti quel giardino di sacralità e bellezza che nulla deve violare e ferire. Di ognuno avrei voluto conoscere la storia, la famiglia, la terra da cui proviene, i cari che ha perduto, il perché del suo viaggio, le brutalità subite, il bene ricevuto, le potenzialità e le competenze, i sogni e le aspettative. Ma dovevo e potevo solo correre per curare, aiutare, sfamare, idratare, medicare, soccorrere, consolare. Mi resta la convinzione di aver fatto troppo poco per loro, averli solo sfiorati nella loro vicenda, non aver inciso sul loro destino, non aver capito nulla di ciò che sta dietro a questa brutale tratta di esseri umani e aver ricevuto molto più di quel poco dato. Le cicatrici, le ferite, le ustioni sui corpi martoriati restano scolpite nel cuore. Incontrare di persona i migranti, guardarli negli occhi, curarli non consente più di pensare a questa tragedia come qualcosa che interessa altri, non in grado di scalfire la nostra placida e tiepida indifferenza. Sono uomini, donne, bambini che hanno solo avuto la sfortuna di nascere qualche migliaio di chilometri più a sud di noi, come noi, con gli stessi diritti, le stesse aspettative, gli stessi sogni che ciascuno di noi ha. Non può trovare spazio la superficialità di giudizio, dettata dalla paura e dall'ignoranza. A questa emergenza più grande di noi dobbiamo augurarci di saper rispondere con la fantasia e la novità di soluzioni che la trasformino in opportunità e occasione per loro e per noi.

N.B.

Per approfondire proporremo, più avanti, un incontro testimonianza/dialogo con

l’autrice di questa testimonianza (che abbiamo riportato in sintesi).

VOCI DEI NOSTRI MISSIONARI 1. Raccogliamo il drammatico appello di don Giuseppe Grassini , già vicario a

San Rocco ed ora

missionario ad Haiti a sostegno delle popolazioni stremate dal ciclone.

Nelle parrocchie San Rocco e Sant’Alessandro quanto si raccoglie durante le messe festive, sarà inviato a don Giuseppe Grassini. E’ possibile anche a Regina Pacis e Santi Giacomo e Donato offrire il proprio contributo libero, consegnandolo ai sacerdoti o in chiesa in una busta con la dicitura “Pro Haiti”.

2. Padre Claudio Moscatelli

è ritornato in Kenia nella sua missione, ritornerà in Italia ad aprile. Anche

Suor Valeria Opreni

, dopo il rientro a casa per motivi familiari è ritornata in Brasile.

Questi nostri missionari salutano, ringraziano e chiedono la nostra preghiera per loro e per la missione dove operano.