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Contratto dipendenza, aumento da 900 euro l'anno
I numeri dell'atto di indirizzo
15.10.16 Doctor33
Ora una copertura economica sul contratto dipendenza c'è,
nero su bianco, almeno per incrementare gli stipendi di
infermieri e medici ospedalieri.
Il nuovo atto d'indirizzo emanato dal Comitato di settore delle
regioni prevede un adeguamento dello 0,8% del monte salari
attuale distribuito in tre anni dal 2016 al 2018, metà sulle voci
fisse e metà sulle variabili.
L'incremento, stimabile in 900 milioni di euro cui si somma
l'indennità di vacanza contrattuale da 300 milioni, avrebbe un
impatto medio in busta da circa 900 euro lordi l'anno.
I numeri vanno approvati dal Ministero dell'Economia, lo
stesso che aveva bocciato il precedente atto per quattro
motivi:
- primo, le regioni non avevano quantificato le risorse di
cui disporre per gli aumenti;
- secondo, indirizzavano ai dipendenti e non al rispetto degli
standard i risparmi conseguitida ristrutturazioni aziendali;
- terzo, creavano un'area delle professioni sociosanitarie e il
"professionista esperto" non previsti da decreti nazionali;
- infine, nel parametrare gli incarichi clinici ai gestionali
facevano conto su scatti di carriera non coperti da risorse,
specie nelle regioni in piano di rientro.
Oggi le posizioni si smussano, anche se le regioni insistono
nel voler destinare al personale coinvolto in ristrutturazioni,
processi di miglioramento organizzativo (volto ad erogare i
Lea e a ridurre le attese) e razionalizzazione almeno parte
- il 50% - delle cifre ottenute con i risparmi conseguiti.
In area medica, il nuovo contratto mira a creare un percorso
di carriera professionale accanto a quello gestionale "con
linee guida sovrapponibili".
Le aziende che riducono gli incarichi gestionali potranno
usare i risparmi per valorizzare gli incarichi professionali.
Il sistema di conferimento degli incarichi va semplificato e
legato a "parametri oggettivi di sviluppo professionale
specifici e misurabili" nonché a procedure di comparazione delle
esperienze professionali e formative. Va superato il disallineamento
tra equiparazione ed assegnazione dell'incarico dopo il quinquennio
di base.
Va definito un sistema premiale, in un'architettura retributiva più
semplice, e va "reso più pregnante e obbligatorio" il contratto
individuale prevedendo esplicite condizioni e procedure di revoca.
L'indennità di esclusività andrà agganciata alla retribuzione
complessiva - ma non in modo automatico - guardando "ai trend di
anzianità dei professionisti".
Per evitare la medicina difensiva il contratto dovrà prevedere un
modello di coperture assicurative minime omogeneo in tutta Italia da
declinare secondo le esigenze delle singole regioni.
Per il rispetto della direttiva orari di lavoro si evidenzia che le ore
straordinarie riferite ai soli servizi H24 rientrano nelle risorse per il
trattamento accessorio.
Va rivisto il sistema dei fondi contrattuali creando un fondo unico.
Nel comparto appare opportuno alle regioni superare i quattro ruoli del
personale (sanitario, professionale, tecnico ed amministrativo)
sostituendole con area del personale sanitario
- medici infermieri ostetrici tecnici
- area dell'integrazione socio-sanitaria, dove collocare l'operatore
sociosanitario, "area fattori produttivi" e
- "area ricerca"; in particolare, in ambito sanitario si chiarisce che figure come
il "professionista esperto" - nata anche per meglio suddividere le
responsabilità- vanno precedute da una modifica normativa nazionale. Il
comitato di settore si riserva di costituire un atto di indirizzo apposito per
l'ingresso nel Ssn del personale della ricerca fin qui non contrattualizzato.
Mauro Miserendino
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