Panorama, n.19, 15 ottobre 2016

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Anno LXIV- N. 19 | 15 ottobre 2016 | Rivista quindicinale - kn 14,00 | EUR 1,89 - Spedizione in abbonamento postale a tariffa intera - Tassa pagata ISSN-0475-6401
Carpaccio
semplicemente
magnifico
Il pittore ritorna
protagonista
nella «sua» città
in occasione dei 500
anni della celebre
Pala di Capodistria
sommario
dossier comunità: Tra i connazionali della slavonia
Lipik, la cultura è pane quotidiano
Lipik, 150 chilometri a est di Zagabria.
Qui vive una comunità italiana che si è
insediata in questa zona a metà ’800 e
che da diciassette anni opera in modo
organizzato per salvaguardare e tramandare ai giovani la propria
cultura e le tradizioni
editoriale
Due mesi di prova. Le minoranze nazionali
concedono l’appoggio «condizionato»
4
PRIMO PIANO
Fiducia a scatola chiusa? Tutti sperano che
l’esecutivo a guida Plenković riesca ad assicurare alla Croazia crescita economica, stabilità
politica, rilancio demografico, sicurezza fiscale,
maggiore tutela delle minoranze, più democrazia, più tolleranza, nuovi posti di lavoro
5
SDP, il ritorno alle radici. La sinistra è
alla ricerca di un presidente e di una nuova
identità
8
attualità
Polonia, vince la protesta nera. Varsavia
fa marcia indietro sulle norme che avrebbero
imposto un divieto pressoché totale all’interruzione di gravidanza
10
Un importante vettore di sviluppo. Turismo sociale: per la prima volta a Zagabria
il 26.esimo Congresso Mondiale ISTO; Turismo sostenibilie: tra le destinazioni «green»
c’è anche Pola
11
36
Robert Langdon, la saga affonda nelle
«Origini». Dan Brown annuncia il quinto
capitolo della serie che ha come protagonista
il celebre professore
La nuova scommessa di Ildefonso
Falcones. Lo scrittore spagnolo esce con
«Gli eredi della terra», seguito del romanzo
bestseller che lo ha lanciato dieci anni fa
56
MADE IN ITALY
Caseus Veneti, la festa del formaggio. Il
Veneto ha un primato ineguagliato, il 90%
del suo latte va alla trasformazione casearia,
quasi il 70% in formaggi Dop
42
RUBRICHE
Italia e Slovenia, affinità di vedute. Positive le impressioni della visita dell’onorevole
Laura Boldrini a Capodistria e Lubiana
18
ANNIVERSARI: Greenpace, 45 anni di
lotte per la tutela dell’ambiente; SALUTE:
I dolori fisici comuni e il loro significato
emotivo specifico; ALIMENTAZIONE: Uva,
un concentrato di benessere; COMPORTAMENTO: Il bon ton al tempo dei social;
CURIOSITÀ: Ristoranti senza cellulare:
qui si mangia con lo sconto se riununci al
telefonino; MODA: Basta ingorghi dentro il
guardaroba; Jeansmania. Anche la prossima
stagione è denim
44
EVENTI
multimedia
L’Italia oltre i confini. Due giornate all’insegna dell’italofonia e dell’italianità. Appuntamento a Trieste il 21 e 22 ottobre
Le miglio App gratuite per Android. Alla
scoperta del modo migliore per ottenere il
massimo dal vostro device
56
Von der Leyen: prossima eisen Kanzlerin? Conosciamo la donna che potrebbe
succedere ad Angela Merkel
14
Un Carpaccio capodistriano tutto da
gustare. Splendida collana di appuntamenti in
occasione dei 550 anni della celebre Pala 30
PASSATEMPI
Cruciverba 59
PUBBLICAZIONI
Uno sguardo romantico e attento sulle
terre dell’Adriatico orientale. La Libreria
editrice internazionale Italo Svevo di Trieste
dà alle stampe il volume di Joseph Lavallée,
«Viaggio pittoresco e storico nell’Istria e
Dalmazia, redatto secondo l’itinerario di LouisFrançois Cassas»
35
LIBRI
Il mondo è dei vecchi, folli e ribelli?
Giampaolo Pansa racconta senza tabù l’«età
scomoda»
MOSTRE
Focus su Pietro Nobile
Sono esposti a Roma, a Palazzo Poli,
una cinquantina di disegni del “Viaggio
artistico in Istria” del noto architettoingegnere ticinese raffiguranti località,
paesaggi e monumenti della nostra
penisola
32
L’ITALIA VERSO IL 4 DICEMBRE
Referendum
e voto all’estero
Anche gli italiani all’estero parteciperanno
al voto referendario del prossimo 4 dicembre. Ecco le modalità da seguire per esprimere le proprie preferenze
20
Anno LXIV | n. 19 | 15 ottobre
Redattore capo responsabile
Ilaria Rocchi
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Progetto grafico-tecnico
Sanjin Mačar
Redattore grafico-tecnico
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Collegio redazionale
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REDAZIONE
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Via re Zvonimir 20a Rijeka - Fiume, Tel. 051/228-770
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PANORAMA esce con il concorso finanziario della Repubblica di Croazia e
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Errol Superina
Consiglio di amministrazione
Oskar Skerbec (presidente), Roberta Grassi Bartolić (vicepresidente),
Roberto Bonifacio, Samuele Mori, Dario Saftich, Borna Giljević
Panorama
3
editoriale
di Ilaria Rocchi
A
lla fine anche gli otto deputati delle etnie hanno dato, all’unisono,
una spintarella (non decisiva ma
indubbiamente forte e importante)
all’investitura di Andrej Plenković.
Una firma concessa a denti stretti,
considerata la recente, poco confortante esperienza con certi esponenti del suo partito. I prossimi
due mesi saranno una specie di “banco di prova”
Le minoranze
nazionali
concedono
l’appoggio
«condizionato»
a Plenković
4
Panorama
della durata di questo sodalizio politico tra minoranze (nazionali) e maggioranza (al potere).
Infatti, con il mandatario e l’HDZ è stato stabilito
che gli argomenti d’interesse comune per tutte le
etnie entreranno a far parte della piattaforma di
Governo, mentre i punti sintetici prioritari riguardanti le singole realtà comunitarie saranno la
base per la stesura di un programma operativo
che dovrà essere approvato entro 60 giorni dalla formazione del consiglio dei ministri croato.
“Abbiamo voluto dare una chance al premier
Due mesi
di prova
incaricato – ha spiegato il deputato della Comunità nazionale italiana, Furio Radin –, ma
nulla è ancora definitivo. Bisognerà vedere se
nel programma di Governo saranno inseriti i
temi concordati, quali saranno i ministri proposti
e, visto che il mandato dei deputati eletti nella
XII circoscrizione è uguale a quello dei colleghi
eletti sulle liste dei partiti, vedremo anche il programma nella sua interezza, ovvero lo spazio
dedicato alla scuola, alla cultura, ai temi sociali...”. Dunque, il suo atteggiamento al momento
del voto sarà determinato anche da questi tre
aspetti cruciali, oltre che allo specifico status riservato alla CNI e alle altre comunità nazionali.
Intanto, sulla linea portata avanti finora, Radin ha incassato il placet dell’Unione Italiana
(della sua Giunta esecutiva, seguirà la ratifica
dell’Assemblea), che ha ravveduto, nelle intese
di base, nei contenuti del programma di Governo per il quadriennio 2016-2020 riferiti a
tutte le comunità nazionali e nei punti prioritari
riguardanti gli italiani, concordati tra Plenković
e Radin, “garanzie sufficienti in tema di diritti
minoritari e di diritti specifici della CNI in Croazia”.
In effetti, Plenković si è meritato il beneficio della
fiducia: per le prese di posizione adottate finora,
per il fatto che ha voluto, fin dall’inizio e in maniera determinata e inequivocabile, imbarcare sulla
rotta di una Croazia moderna, civile ed europea
quell’equipaggio che è portatore e al contempo
guardiano dei valori e delle prassi che aprono la
strada al Paese che si è prefisso di (ri)costruire. In
altre parole, le istanze delle minoranze nazionali
sono diventate interesse comune, pubblico, afferente a tutta la società e non a una parte di essa.
Quindi, è un dato positivo questa consapevolezza
che il trattamento riservato alle comunità nazionali sarà la cartina di tornasole della nuova era
della democrazia croata. L’attuazione dei diritti
minoritari (e in generale dei diritti umani fondamentali) entra così nel focus politico permanente
del futuro Esecutivo e della maggioranza al potere. Staremo a vedere se ciò si tradurrà anche
nell’implementazione di alcuni passaggi previsti
dal Trattato italo-croato del 1996 (siglato il 5 novembre di vent’anni fa, è in vigore nel luglio 1997).
Ma Plenković andrebbe sostenuto anche per un
altro motivo: oltre a cercare di assicurare riforme
e crescita economica, si è impegnato anche a
cambiare l’atmosfera che si respira nel Paese, a
creare un clima di tolleranza, di rispetto, di dialogo civile e costruttivo. E non è cosa da poco, perché nonostante tutti i possibili diritti sulla carta
e concessioni, nessuna minoranza nazionale
riuscirà a (soprav)vivere bene e a lungo se il resto
della Nazione resterà “malato”.
primo piano
Fiducia
a scatola
chiusa?
di Diana Pirjavec Rameša
U
n governo stabile e
operativo. È questa la
condizione per poter mandare avanti il
Paese dopo un lungo periodo di crisi politica, di assestamenti, di clamorosi scandali,
destituzioni, polemiche, episodi di
intolleranza, partiti che si sfaldano
e nuove forze politiche che emergono. Un terremoto istituzionale che
ha avuto il suo apice con il crollo del
governo Orešković a sei mesi dal suo
insediamento.
La Croazia ha festeggiato il 25.esimo
dell’indipendenza tenendo gli occhi
puntati sul nuovo premier nella speranza che le cose possano cambiare.
Gli elettori, un po’ stanchi e parecchio sfiduciati, sperano che l’esecutivo guidato da Andrej Plenković riesca ad assicurare crescita economica,
stabilità politica, rilancio demografico, sicurezza fiscale, maggiore tutela
delle minoranze, più democrazia,
più tolleranza.
fLe 91 firme da record
Tutti sperano che l’esecutivo guidato
da Andrej Plenković riesca ad
assicurare crescita economica,
stabilità politica, rilancio demografico,
sicurezza fiscale, maggiore tutela
delle minoranze, più democrazia, più
tolleranza, nuovi posti di lavoro
Bisogna dire che con il suo modo di
fare pacato e riflessivo ha ottenuto
un notevole consenso anche tra chi
minacciava di fare “opposizione a
oltranza”. Mai nessun premier incaricato si è presentato davanti al Capo
dello Stato con 91 firme. Non vi è
riuscito il socialdemocratico Ivica
Račan e nemmeno Sanader, molto
popolare all’epoca, né tantomeno
Zoran Milanović, la cui popolarità è
andata sfaldandosi negli anni.
Si tratta, nel caso di Plenković, di
un considerevole successo, ma anche di un grande onere, quello di
trovare un giusto equilibrio, indispensabile per superare le nume-
rose spaccature che si sono manifestate all’interno del corpo politico
nazionale. Una delle prime mosse
che ha portato a termine non appena eletto a presidente dell’HDZ è
stato mettere a tacere gli ultranazionalisti, che stavano trascinando il
partito nella direzione di una periPanorama
5
primo piano
colosa virata verso l’estrema destra.
E apparentemente ci è riuscito.
Plenković sta cambiando il modo
di fare politica introducendo nuovi
standard nella comunicazione abbassando le tensioni di cui siamo
stati testimoni in passato e il folklore
che si stava sviluppando attorno ad
alcuni alti funzionari di partito. Ma
ciò non è ancora una garanzia sufficiente né un motivo per tranquilizzare un corpo elettorale che nell’arco
di un anno è andato due volte alle
elezioni. Il primo grande test sarà la
composizione del governo e le mosse che questi farà all’indomani della
nomina.
Per il momento le incognite sono
numerose. In un certo senso gli
elettori hanno dato, per l’ennesima
volta, il proprio sostegno a “scatola
chiusa” e non è detto che in un prossimo futuro non saltino fuori delle
sorprese, nodi problematici che derivano dagli accordi pattuiti, come
per esempio la posizione del nuovo
governo in merito all’aborto o il pacchetto di leggi che dovrebbe regolare
la riforma del sistema scolastico, ma
anche le politiche migratorie oppure
i rapporti con i Paesi contermini.
fStile che ispira fiducia
Plenković ha promesso un governo
stabile, moderato e riformista, che
dovrebbe distanziarsi sensibilmente
dall’esecutivo uscente, anch’esso formato da HDZ e Most, ma spostato
molto più a destra e su posizioni
apertamente nazionaliste e intolleranti. In ogni caso, al nuovo premier,
il cui stile, la biografia e i risultati ottenuti all’Europarlamento ispirano
fiducia, va riconosciuto il merito di
esser stato in grado di concludere le
trattative con la lista Most in meno
di un mese.
Sebbene fosse palese fin dal primo
momento qual era la lista “preferenziale” dei possibili interlocutori, a
rafforzare la sua posizione negoziale
era l’aumentato consenso elettorale
all’HDZ (che da solo, senza i partner
storici, è riuscito a incassare più voti),
l’annunciato – e inaspettato – appoggio di altre forze. A un certo punto
ha fatto indirettamente sapere che
avrebbe potuto anche fare a meno
di Most per formare il governo. Ma
considerandoli dei partner seri – e affidabili, considerato che nei confronti del suo predecessore Orešković,
che hanno difeso fino all’ultimo, si
sono rivelati “fedeli” – ha continuato a trattare con Petrov, accettando
buona parte delle sue richieste.
Gli incontri che Plenković ha avuto con Most e partner politici sono
stati condotti a termine in modo
tranquillo, lontano dalle telecamere
e senza che nulla di sostanziale trapelasse. L’accordo garantisce a Most,
oltre alla carica di presidente del
Parlamento, ma solo per i primi due
anni della legislatura, anche quattro
ministeri (interni, giustizia, ambien-
Le trattative
sono servite
per definire una
serie di priorità
nell’azione
di governo
e della nuova
maggioranza
parlamentare.
A Most vanno
quattro dicasteri
su diciotto,
mentre Petrov
sarà per due anni
a capo del Sabor
te e pubblica amministrazione).
Il premier ha ottenuto l’appoggio
delle minoranze (condizionato a una
durata di sei mesi) e di alcuni partiti
minori. In suo favore ha giocato lo
sfaldamento dell’SDP, il ritiro di Zoran Milanović, e l’appoggio insperato
del Partito contadino croato (HSS)
che ha portato in dote ben cinque
firme, oltre al sostegno di 4 deputati
del gruppo di Milan Bandić, uno dei
pensionati e uno di Živi zid.
fDiverse incognite
Purtroppo, nel momento in cui
scriviamo, ben poco è trapelato sui
dettagli degli accordi con Most da
una parte e con alcuni partiti minori dall’altra. Né molto si sa del programma. È invece risaputo che il
nuovo esecutivo sarà un attimino più
snello rispetto a quello precedente e
avrà 18 ministeri, due in meno del
Governo Orešković. I vicepremier
saranno quattro, ma avranno anche
la responsabilità di un dicastero.
Per quanto riguarda la “quota” HDZ,
Zdravko Marić resterà alle Finanze,
Davor Ivor Stier assumerà gli Affari esteri, Davor Božinović sarà
Capo di gabinetto, vedremo Damir
Krstičević alla Difesa e Ivan Kovačić
alla Pubblica amministrazione.
Quasi certo, visti anche i risultati
ottenuti, che il Turismo resterà nelle
mani di Anton Kliman, mentre Tomislav Tolušić manterrà il Ministero per lo Sviluppo regionale e i Fondi
europei e Oleg Butković il Traffico,
la marineria e le infrastrutture (sono
tutti HDZ). Most conserva la Giustizia (ricoperto probabilmente da
Ante Šprlje, già ministro del governo Orešković), gli Interni (si profila
una riconferma per Vlaho Orepić),
la Tutela dell’ambiete e politiche enrgetiche (affidate a Slaven Dobrović).
Nel momento in cui scriviamo le
trattative sono ancora in corso e il
toto ministri è ancora aperto. Corre voce che nell’esecutivo ci saranno
anche due donne di cui una, Nina
Obunjen, potrebbe ricoprire il dicastero della Cultura. Ci potrebbero
essere anche delle modifiche dell’ultima ora, visto che nessuno dei partiti coinvolti vuole svelare pubblicamente la sua rosa dei nomi.
A quanto pare, il contestato Zlatko
Hasanbegović (Cultura) resta fuori
gioco. O forse solo in panchina, tenuto conto dell’ampio consenso di
cui gode in seno HDZ e che in questo
partito ci sono tesserati scontenti, afferenti alla corrente dell’ex presidente
Karmarko, ma anche alcune figure
storiche rimaste senza incarichi im-
portanti. Qualche rimostranza e toni
dissonanti sono comprensibili... ma
è un problema che Plenković avrà di
certo messo nel conto.
fE gli scontenti?
I risultati di Crodemoskop danno la
popolarità di Plenković praticamente raddoppiata in un mese: dal 13,4
p.c. di settembre si è così passati a
ottobre a un buon 21,9. Un risultato
di tutto rispetto, visto che si tratta di
un personaggio politico che il corpo elettorale non conosce ancora a
fondo. Come dire, un volto nuovo in
un’arena politica che negli scorsi 25
anni è riuscita a produrre politici di
grande caratura, ma anche numerose macchiette.
Il compito di Plenković, quello di
trovare un compromesso tra le due
anime dell’HDZ quella nazionalista
e conservatrice e quella europeista,
sarà un’impresa dai risultati per nulla scontati. Accontentare gli appetiti
di tutti è praticamente impossibile.
A un dato punto il premier, nonché
presidente dell’HDZ, dovrà fare delle scelte e queste saranno di certo un
grande test per gli equilibri interni al
partito. Non è da escludere qualche
piccola vendetta in segno più che altro di stizza.
Panorama
7
primo piano
L
a socialdemocrazia in
Croazia deve riscrivere
quanto prima un nuovo
capitolo della propria
storia, ma soprattutto
deve voltar pagina. La crisi che
attanaglia l’SDP, e non da ieri, sta
sfociando nella “quasi” farsa delle
elezioni per il nuovo presidente.
Le primarie potrebbero essere l’occasione di una grande svolta o se
vogliamo del recupero di quella
piattaforma ideologica che, impostata negli anni Novanta dall’allora
presidente Račan, nessuno dei suoi
successori ha poi saputo sviluppare. Rischiamo ora di assistere alla
disgregazione di un partito dalle
strategie molto confuse, dilaniato
dal dilemma se spostarsi più a sinistra o rimanere al centro.
Zoran Milanović, ex premier ed ex
presidente del partito, lascia una
segreteria disfunzionale in preda al
disordine e a una miriade di candidati. Sono nove al momento e non
sarà facile per i tesserati, su di cui
pesa la consapevolezza che l’SDP ha
perso sette elezioni di fila, decidere a
chi dare la propria fiducia. Il primo
turno elettorale è previsto per il 19
novembre, il secondo si svolgerà in
pieno periodo dell’Avvento, ossia il 3
dicembre.
ccDavor Bernardić
ccTonino Picula
Nove personaggi per una
poltrona. La sinistra è alla
ricerca di un presidente. E di
una nuova identità, dopo la
virata centrista imposta da
Zoran Milanović, ritiratosi
all’indomani della débâcle
politica dell’11 settembre
di Diana Pirjavec Rameša
SD
il rit
alle r
fSenza carisma e idee
Quest’inflazione di candidati serve
forse anche a sviare l’attenzione dai
numerosi errori politici compiuti
negli ultimi tempi, ma nel contempo è la conferma che le correnti
contrapposte si stanno facendo una
guerra accanita. Una guerra sotterranea, che si sta combattendo lontano dagli occhi dei media, ma pur
evidente. Lo si capisce dai rumor
che l’ingresso in scena di alcuni
nomi ha scatenato, ma anche dallo smistamento di sostegni da un
nome all’altro.
Qualche esempio? In un primo
momento il gruppo SDP litoraneo
montano capeggiato dal presidente
della Regione, Zlatko Komadina,
aveva supportato la candidatura di
Tonino Picula, eurodeputato più
8
Panorama
ccDuško Polovina
volte chiamato a dirigere il partito,
per poi concentrare tutta l’attenzione su Davor Bernardić, già in lizza
per il posto di sindaco di Zagabria.
La decisione di Picula di scendere
in campo e farlo senza rinunciare
all’incarico a Bruxelles ha scatenato
ccDomagoj Hajduković
diversi dissensi e gli ha fatto perdere
il vantaggio che indubbiamente aveva inizialmente.
Oltre a Bernardić e Picula, si sono
fatti avanti Karolina Leaković, Domagoj Hajduković, Duško Polovina,
Vesna Škulić, Gordana Sobol, Ranko
leader carismatico che potrebbe tirar fuori il partito da quello stato
di anemia/apatia – o se vogliamo di
“ibernazione” – in cui si ritrova attualmente.
fAvanti i progressisti
al bando i populisti
DP
ccRanko Ostojić
torno
radici
ccKarolina Leaković
Ostojić e Orsat Miljenić; alcuni sono
noti, perché hanno ricoperto iincarichi di governo o in seno al Parlameno; altri sono meno conosciuti al
vasto pubblico, ma non per questo
estranei al corpo elettorale socialdemocratico.
ccOrsat Miljenić
ccGordana Sobol
ccVesna Škulić
La maggior parte dei candidati è entrata in politica agli inizi degli anni
’90, hanno ben poco da spartire con
la vecchia guardia ex comunista, sia
nello stile di gestione che in quanto
a ideologia. Ermerge però un dato
di fatto: non s’intravede ancora il
La socialdemocrazia europea in generale, e non solo quella croata, sta
attraversando una profonda crisi valoriale, che non le permette di riproporsi come forza capace di affrontare le sfide epocali che questo tempo
ci sta ponendo a livello globale. L’Europa ha vitale bisogno di una rinnovata socialdemocrazia. Ha bisogno
di una solida forza progressista.
Dal punto di vista economico è ormai evidente che insistere sull’austerità e il liberismo, imposti dai
Paesi del Nord, non solo ha dato
le necessarie risposte alla dilagante crisi (finanziaria prima e sociale
poi), ma addirittura ha contribuito
a renderla più profonda e duratura.
E poi, sugli altri temi caldi – in primis quello delle migrazioni – laddove la destra prova a celare la sua
incapacità di trovare soluzioni reali
ricorrendo a pericolosi atteggiamenti nazionalistici, che rendono
ancora più difficile la gestione dei
flussi, la sinistra invece si nasconde
dietro a una falsa e talvolta inefficace – perché si ferma a livello dichiarativo e di piattaforma – solidarietà.
Una condizione è necessaria: la sinistra deve ammettere la sua profonda crisi identitaria, ideale, e deve
smettere di rincorrere i populismi,
ormai ampiamente diffusi in tutti
gli stati europei, di cui è schiava.
Innanzitutto, deve avere il coraggio
di pensare e proporre una visione
di lungo periodo, nella consapevolezza che i populismi continueranno, in un primo momento, a (r)
esistere. È l’unico modo per combatterli davvero e provare a risollevare sé stessa e il disegno europeo,
assumendo una prospettiva diametralmente opposta a quella dei
nazionalismi, e non come ha fatto
Milanović, che ha fatto girare la storia di un nonno “ustascia”.
Panorama
9
attualità
Marcia indietro
sulle norme
che avrebbero
imposto un divieto
pressoché totale
all’interruzione
di gravidanza
D
opo opo la grande protesta “nera” delle
donne, la Polonia fa marcia indietro
sulla legge anti-aborto, che introduceva di fatto il divieto totale di interruzione di gravidanza, voto in linea con il
cambio di rotta di alti esponenti del PiS, Prawo
i Sprawiedlywosc (Diritto e Giustizia), il partito
nazionalconservatore di maggioranza assoluta.
È una vittoria chiara del movimento di protesta
femminile, bipartisan e comprendente anche
donne seguaci del PiS e, insieme, un segnale di
pragmatismo del governo in carica dal 25 ottobre dell’anno scorso.
Il 3 ottobre scorso si era svolto il “lunedì nero”:
le donne polacche erano scese in piazza “vestite a lutto” e avevano scioperato. ”Le manifestanti ci hanno fatto riflettere, e ci hanno dato
una lezione di umiltà”, ha dichiarato Jaroslaw
Gowin, ministro di Scienza e Pubblica istruzione. Il contestato – e ora bocciato – progetto di
legge era stato approvato dal Sejm il 23 settembre scorso con i sì dei deputati dello stesso
partito di Kaczynski che ora lo hanno respinto.
La nuova legge in materia doveva sostituirsi
alla già più che restrittiva legge del 1993, che
consente l’interruzione di gravidanza in rare
10
Panorama
Polonia
vince la protesta nera
situazioni: se la vita della madre è in pericolo,
se c’è il rischio di danni irreversibili al feto o se il
concepimento è avvenuto con stupro o incesto
(circostanze sottoposte a verifica da parte di
un procuratore). Le stime indicano che oggi in
Polonia gli aborti clandestini (o praticati all’estero) sono tra i 100.000 e i 150.000 all’anno,
di gran lunga più numerosi di quelli legali, tra i
1.000 e i 2.000. La normativa ritirata prevedeva addirittura verifiche sugli aborti spontanei
e una pena fino a 5 anni di carcere sia per le
donne che per i medici che praticassero un’interruzione di gravidanza.
E se in Polonia ultimamente si respira aria da bigottismo medioevale – secondo un sondaggio
condotto da TNS Polska solo il 25% dei polacchi
vorrebbe disposizioni più liberali in merito all’aborto, mentre il 12% più restrittive –, nemmeno
altrove va meglio. Infermiere, ostetriche e associazioni delle donne sono dovute scendere in
campo in Slovenia reagendo con prontezza alla
proposta di far diventare a pagamento (anche
solo parzialmente) la pillola anticoncezionale, in
modo da far risparmiare soldi al sistema di assicurazione sanitaria del Paese (che proprio grazie
alla diffusione del contraccettivo è a livello eu-
ropeo uno dei Paesi con il più basso numero di
gravidanze giovanili e di aborti).
Di recente a Vukovar, la “Comunità di preghiera
40 giorni per la vita”, ha cercato di dissuadere,
con un’azione davanti all’ospedale, una donna
intenzionata a interrompere la gravidanza. Dal
1991 in Croazia si attende il pronunciamento
della Corte Costituzionale in materia. Il dibattito è rimasto in sospeso per 25 anni: nel 1991
infatti, il Movimento croato per la vita e la famiglia aveva presentato la richiesta di dichiarare
l’aborto incostituzionale. I giudici, a fine 2015,
avevano dichiarato di essere pronti a rimettere in discussione la norma. La discussione è
stata finalmente intavolata in questi giorni.
La legge sull’aborto era stata approvata in Croazia per la prima volta nel 1952, all’epoca delle
autorità socialiste. Dopo diverse modifiche, si è
arrivati all’ultima formulazione, che ammette
l’interruzione di gravidanza entro dieci settimane dal concepimento e riconosce ai medici il
diritto all’obiezione di coscienza. Secondo i dati
forniti dal ministero della Sanità, in poco più di
20 anni il numero degli aborti nel Paese è sceso
drasticamente, passando da circa 50mila casi
agli inizi degli anni ’90 a circa tremila nel 2014.
N
ella società contemporanea il turismo è
un settore economico in costante espansione, in particolar
modo il turismo sociale è una risorsa vincente per ogni tipo di Paese,
sia esso sottosviluppato, in via di sviluppo o sviluppato.
Tuttavia indipendentemente dal
ruolo di primo piano che il turismo può assumere nell’economia
mondiale, esso resta e resterà sempre un fatto eminentemente culturale, come occasione d’incontro e
di scambio fra popoli e tradizioni, fra modi di vivere e visioni del
mondo; una possibilità concreta di
sperimentare le tensioni e le convergenze fra il locale e il globale, il
particolare e l’universale.
Oggi più che di turismo si parla di
turismi, il che implica la necessità
di un approccio multidisciplinare,
per questo è considerato un settore
trasversale che va a indagare altri
settori dell’economia quali la statistica, la geografia, la semiotica, la
sociologia, ecc.. Così il turismo si
rivela uno “specchio” della società
contemporanea, e vista la complessità dello stesso chiunque vi
opera deve essere opportunamente
consapevole che esistono vari tipi
di turismo, come quello appunto il
turismo sociale.
fTre componenti base
Il termine turismo sociale ha fatto la sua prima comparsa nel XX
secolo, tra la fine degli anni ‘40 e
l’inizio degli anni ’50. Tale termine
indicava le attività turistiche promosse da organizzazioni che operavano senza fini di lucro a favore
dei ceti popolari.
In un’accezione più recente di turismo sociale esso è visto come un
servizio sociale, inteso come momento d’incontro, di relazione e di
scambio di esperienze reciproche e
di culture tra persone di città e regioni diverse; inoltre nella pratica
turistica il turismo sociale è inteso
come momento di affermazione e
recupero della propria personalità,
Turismo sociale
per la prima volta a
Zagabria il 26.esimo
Congresso Mondiale
ISTO
Un importante
vettore
di sviluppo
a cura di Diana Pirjavec Rameša
in tempi e spazi diversi. In conclusione una definizione esaustiva di
turismo sociale deve fondarsi su tre
componenti di base.
Primo: le persone che lo praticano
per vari motivi, quali economici,
fisici, culturali, politici, religiosi,
ecc., non vedono garantito il diritto “inalienabile” alle vacanze.
Secondo: le persone che si occupano dell’organizzazione del turismo
sociale non devono avere fini di
lucro, o che almeno devono porsi
come traguardo esplicito quello
dell’accessibilità economica alla
pratica turistica del maggior numero di persone. Terzo: il turismo
sociale deve avere un contenuto
(educativo, esperienziale, relazionale, solidale e sociale) fortemente caratterizzante.
fLa modalità
«ragazza alla pari»
Vista la grande crisi economica
che ha colpito la Croazia oltre che
l’Italia e altri Stati europei e la forPanorama
11
te disoccupazione che si registra
in numerosi Paesi, molti giovani
hanno pensato di approfittarne per
fare un’esperienza diversa che arricchisca il proprio curriculum vitae e partire per lavorare all’estero
e anche questo rientra nel turismo
sociale. Esistono infatti diversi tipi
di turismo sociale, ma tutti consistono in un’esperienza significativa
in grado di formare una persona
sotto diversi aspetti.
Una forma comune di turismo sociale è quella di partire per un paese
straniero come “ragazza alla pari”;
questo permette di viaggiare spendendo poco, offrendo l’opportunità
non solo di visitare intere città come
Londra e Dublino, ma anche di imparare e/o perfezionare una lingua e
di guadagnare pure.
PIXSELL
attualità
fRipensare gli obiettivi
Per la prima volta il 26° Congresso
Mondiale ISTO (Organizzazione
Internazionale del Turismo Sociale)
si terrà in Croazia, paese che ha conquistato una posizione di rilievo nel
turismo europeo.
Il congresso si terrà dal 18 al 21 ottobre 2016 presso l’Hotel Internacional e sarà una diretta continuazione
della precedente edizione, tenutasi a
San Paolo, in quanto sarà l’esito delle decisioni avviate: da un lato per
aprire la portata delle azioni di ISTO
e in secondo luogo per rafforzare
l’Organizzazione per servire i suoi
membri con una visione più dinamica del turismo sociale. Si tratta di
una sfida importante.
Nei giorni in cui si svolgerà l’As-
semblea Generale, si terranno incontri anche settoriali o regionali e
le sessioni tematiche del Congresso
stesso, dove si cercherà di discutere
il legame tra inclusione e il turismo
e vedere come l’uno è un vettore
di sviluppo per l’altro. Ma proprio
come i suoi predecessori si spera che
anche questa conferenza sia l’occasione di interessanti scambi, incontri
e convivialità.
L’Organizzazione Internazionale del Turismo Sociale, creata nel
1963 con sede a Bruxelles, è un’organizzazione non profit la cui missione è quella di promuovere un
migliore accesso al tempo libero,
vacanze e turismo per tutti, anche
i giovani, le famiglie, gli anziani e
le persone con disabilità. L’Organizzazione, inoltre, promuove il
turismo sostenibile e la solidarietà
a beneficio della popolazione locale e con il rispetto del patrimonio
naturale e culturale.
L’ISTO ha due obiettivi principali.
Il primo è quello di sensibilizzare
i governi, le istituzioni internazionali e le autorità locali e regionali
competenti per le politiche sociali nel campo del turismo e le best
practice che facilitano vacanze per
tutti. Il secondo è quello di diventare una vera e propria piattaforma
di scambio e servizi per i membri,
stimolando lo scambio di esperienze, know-how e lo sviluppo del
progetto.
D. P. R.
Si chiede migliore
accesso al tempo
libero, vacanze
a portata di tutti,
sostenibilità,
rispetto del
patrimonio
culturale e naturale
12
Panorama
attualità
Destinazioni «green»:
c’è anche
POLA
S
ei location in Croazia sono state incluse nella lista
2016 delle cento destinazioni “verdi” più belle al
mondo. A Lubiana – che, grazie alla politica adottata negli ultimi 10-15 anni, è stata eletta Capitale
Verde Europea del 2016 –, a margine della Giornata mondiale del turismo e nell’ambito della
conferenza dedicata a quello responsabile, l’organizzazione
no-profit Green Destinations (con sede in Olanda), TravelMole, Destination Stewardship Center, Asian Ecotourism
Network (AEN) e Consiglio globale per il turismo sostenibile
(GSCT) hanno riconosciuto lo sforzo compiuto verso un turismo responsabile e l’appeal sul turismo sostenibile di Lussinpiccolo, dell’isola di Veglia, della regione del Gorski kotar,
di Pola, di Drniš e di Delnice.
A far compagnia alla “sestina” croata, per l’Italia ci sono
Cogne, la provincia di Forlì-Cesena in Emilia Romagna e la
frazione Monte Pisano, a Calci, in Toscana: e poi le norvegesi Isole Svalbard, la Repubblica di Palau in Oceania, l’area
statunitense delle Cascate del Niagara, Are in Svezia, Città
del Capo in Sud Africa, la regione della Bretagna francese e
tante altre località sparse dal Costa Rica, alla Corea del Sud,
passando per i grandi parchi africani e la stessa Lubiana. Le
località candidate a livello mondiale erano circa un migliaio.
Nel dossier dovevano essere segnalati anche i progetti futuri.Per quanto riguarda Pola, si ricordano gli oltre tremila
anni di storia della città e la capacità, da parte dell’amministrazione cittadina, di preservare le risorse naturali e il
patrimonio culturale in un modo sostenibile. In primo piano i risultati ottenuti nel promuovere il trasporto verde e
la gestione dei rifiuti solidi, il miglioramento della qualità
dell’aria, degli spazi pubblici verdi e la conservazione delle
tradizioni. Su Delnice il discorso si è spostato sul piano della
riduzione della dipendenza dai combustibili fossili nei trasporti pubblici, il trattamento delle acque di scarico, la tutela
della fauna e la vivacità della scena culturale. Drniš è balzata
agli onori per il Parco nazionale della Krka (Cherca) e le gole
del fiume Čikola, poste sotto tutela dal 1965, ma anche i resti di fortezze medievale e chiese, come pure del Monastero
francescano sull’isola di Visovac, il canto popolare ojkavica
(sancita dall’UNESCO quale espressione del patrimonio culturale immateriale dell’umanità). Di Lussinpiccolo si evidenzia la pluralità delle risorse naturali e culturali, come pure
le strategie di sviluppo del turismo sostenibile; per l’isola di
Veglia sono indicate le bellezze naturali, il mare pulito (si citano le dieci spiagge d’eccellenza, premiate con le Bandiere
Blu) le attrazioni culturali e, in particolare, la riserva ornitologica di Prvić, nella parte nord-orientale dell’isola di Veglia,
habitat ideale dei grifoni.
Lussinpiccolo, l’isola di
Veglia, la città dell’Arena,
Drniš e Delnice tra le
cento location «verdi»
più belle al mondo
Panorama
13
attualità
GERMANIA
Il voto
amministrativo
conferma
l‘affanno di
Cdu e Merkel
tanto che la
Cancelliera
pensa all’addio
alla politica. Il
suo successore
potrebbe
essere ancora
una donna.
Conosciamola
Von der Leyen:
prossima
eisen
Kanzlerin?
14
Panorama
a cura di Fabio Sfiligoi
G
La stampa l’ha
ribattezzata la
«madre della
nazione tedesca»
per essere stata
ministra della
Famiglia. Ma a lei il
soprannome non è
mai piaciuto. È stata
anche ministra
del Lavoro
li ultimi risultati elettorali della Cdu in affanno nelle amministrative sono un segnale
chiaro: in Germania la
Cancelliera Angela Merkel ha perso
il suo appeal con gli elettori, probabilmente per le sue politiche troppo
permissive in tema di immigrazione.
Chi è vicino a Frau Merkel riferisce
che il suo addio alla politica possa
essere molto più vicino di quanto si
possa pensare. Di fatto potrebbe non
essere del tutto contraria ad un’uscita anticipata dalla politica. E così
spunta già il nome del successore.
Sarebbe ancora una donna: Ursula
von der Leyen, attuale ministro della
Difesa ed ex ministro della Famiglia.
Ma cosa farà “Angelona” dopo l’addio alla politica? A quanto pare
potrebbe riscoprire le passioni del
passato come ad esempio la fisica.
Secondo alcune indiscrezioni, la
cancelliera sogna da tempo di girare il mondo per ampliare ed approfondire la sua conoscenza in campo
scientifico. Tra le tappe segnate c’è
un osservatorio in Cile, ma anche
il Cern di Ginevra. Insomma, dopo
il flop elettorale di settembre, potrebbe giungere presto il tempo
dell’addio alla politica. Ma con la
Merkel non sono escluse sorprese:
per troppi anni ha amministrato il
potere in Germania e in Europa con
le sue scelte. Di certo l’uscita non
sarebbe così rapida e in punta di
piedi... La Merkel da qui all’inverno dovrà sciogliere anche le riserve
su una nuova possibile candidatura
alle politiche del 2017.
fRottamazione
Ma in Germania soffia un venticello
di rottamazione? Angela Merkel non
si è ancora pronunciata sulla ricandidatura, soprattutto dopo la sconfitta alle regionali e l’avanzata del
neopartito Alternativa per la Germania (AfD), ma forse sta già pensando a chi lasciare il testimone anPanorama
15
attualità
che se non è detto del tutto per der
Kanzlerin. Secondo l’editorialista
politica Caroline Fetscher del quotidiano ‘De Tagesspiegel’, “Dopo la
Merkel ci sarebbe soltanto la Merkel”. La Merkel partiva da livelli di
popolarità del 90 p.c. oggi siamo
comunque attorno al 50 p.c.: è una
percentuale comunque alta, molto
più alta di quella di cui godono altri
leader. Recentemente è stato fatto
un sondaggio sulle preferenze dei
cittadini tra Angela Merkel e la “Le
Pen tedesca”, Frauke Petry. Merkel
ha dominato. Petry spaventa l’elettorato moderato e la maggior parte
dell’opinione pubblica.
Gli attenti osservatori delle vicende politiche teutoniche fanno notare che nei corridoi del Bundestag
per il posto della Merkel circola il
16
Panorama
Ursula von der Leyen è il terzo
politico accusato di plagio del proprio
dottorato. Prima di lei, nel 2011, KarlTheodor zu Guttenberg, e nel 2013 il
ministro dell’Istruzione, Annette Schavan
nome di Ursula von der Leyen. La
stampa tedesca l’ha ribattezzata
la “madre della nazione tedesca”,
per essere stata ministra della Famiglia, ma a lei il soprannome
non piace. È stata anche ministra
del Lavoro e gli Affari sociali e dal
2013 è ministro della Difesa. Assomiglia di più a un Cancelliere di
ferro un Eisen kanzlerin.
La Von der Leyen è uno dei personaggi chiave nel “team Merkel”.
Nata nel 1958 a Bruxelles, è figlia
di uno dei personaggi storici della Cdu, l’ex presidente della Bassa
Sassonia, Ernst Albrecht. Ha vissuto in Belgio e si è laureata in Economia all’Università di Göttingen,
ha studiato alla London School of
Economics e si è laureata in Medicina ad Hannover.
fOmbre nel curriculum
Ma il suo curriculum vitae ha alcuni punti oscuri: lei sostiene la
correttezza di tutte le informazioni ufficiali, ma il settimanale ‘Welt
am Sonntag’ ritiene che Von der
Leyen abbia falsificato i dati sulla frequentazione all’Università
di Stanford. Nel curriculum vitae
pubblicato dal governo tedesco si
legge che ha partecipato nel 1993
come uditrice ad un programma
dell’Università americana e nel
1995 di avere lavorato come analista nell’amministrazione ospedaliera del servizio sanitario del
campus. Un errore che all’ex ministro della Difesa, Karl-Theodor
zu Guttenberg, nome promettente
della politica tedesca, è costato il
posto e la carriera. Stessa fine per
Annette Schavan, ministra dell’Istruzione nel 2013, e per Silvana
Koch-Mehrin, vicepresidente del
Parlamento Europeo, che si è dovuta dimettere nel 2011. Ma Von
der Leyen ha resistito. È iscritta
alla Cdu dal 1990, ma la passione politica è arrivata soltanto nel
2001, quando ha occupato un
incarico regionale ad Hannover.
Ursula, con quel suo, piglio e dai
modi tipicamente tedeschi (almeno per come appaiono nell’immaginario collettivo), dice di essere
un’europeista convinta.
gannò il cancelliere” perché avrebbe preso contatti con altri gruppi
parlamentari progressisti a favore
delle quote rosa. Il ‘Der Spiegel’
la chiama “la solista”. Quella della
professionalità delle donne è una
delle cause che più le sta a cuore.
Madre di sette figli, il ministro conosce le difficoltà per conciliare
lavoro e maternità. Sul tema ha
detto: “Tirare su 7 figli è una lunga
storia. Ricordo molto bene quando ero giovane, facevo il dottore,
come mio marito. Quando ho avuto il primo figlio, a 29 anni, è stato
il periodo più difficile. Ci siamo
dovuti abituare a conciliare lavoro
e famiglia. È stato molto complicato allora: essere di turno notturno all’ospedale, ad esempio. Perciò
capisco molto bene le donne e gli
uomini che hanno problemi quando cominciano ad avere una famiglia e i bimbi sono molto piccoli”.
fGiro di boa nel 2020
Amante degli animali e della natura, passa le vacanze in una casa a
1.700 metri che fino a qualche anno
fa non aveva corrente elettrica. “Noi
abbiamo una giovane generazione
di donne perfettamente istruite e
che vogliono essere in posizione di
leadership – ha spiegato –. Vediamo
che nelle piccole e medie imprese non ci sono problemi: le donne
occupano il 30 p.c. delle posizioni
di vertice. Il problema riguarda le
grandi imprese: nei consigli di sorveglianza, nei consigli di amministrazione ci sono pochissime donne, adesso la mia pazienza è finita.
Perciò dico che abbiamo bisogno
delle quote, così che a livello dei
consigli di sorveglianza e di amministrazione ci sia un numero cruciale di donna, il 30 p.c.. Nel 2020
questo cambierà la mentalità”.
fLa solista
Ha approvato misure per il controllo del deficit – con la resistenza
dei suoi colleghi democristiani più
conservatori –, un piano di sussidi
per i più sfavoriti chiamato “Hartz
IV”, la firma di un convegno con
la Spagna per l’assunzione di 5mila
lavoratori spagnoli all’anno e il salario mensile per gli uomini che
vogliono prendere il permesso di
paternità durante un anno. Nel
2011 aveva proposto di chiedere
ai Paesi beneficiari dei salvataggi
economici nell’Unione europea di
consegnare le riserve in oro come
garanzia, ma il progetto è stato
smentito il giorno dopo dalla Merkel. Von der Leyen ha anche un debole per le quote rosa. Il quotidiano ‘Bild’ pubblicò un articolo con
il titolo “Ursula von der Leyen in-
Europeista convinta. «Il nostro
futuro di europei esigerà che un
giorno ci dotiamo anche di un
esercito comune», dice l’attuale
ministro della Difesa tedesco
Ursula von der Leyen
Panorama
17
attualità
Positive a tutti i livelli le impressioni della visita dell’onorevole
Laura Boldrini in Slovenia. A Capodistria ha incontrato
i connazionali, a Lubiana il suo omologo Milan Brglez, il
ministro degli Esteri, Karl Erjavec, e il sindaco Zoran Janković
P
ositive a tutti livelli. Queste le impressioni della presidente della Camera
dei Deputati italiana, Laura Boldrini,
sulla sua due giorni in Slovenia. A più
di sei mesi di distanza dalla tappa a
Spalato – dove in occasione della
XIV Conferenza dei presidenti dei Parlamenti
dell’Iniziativa adriatico-ionica aveva incontrato
il presidente dell’Assemblea Nazionale slovena, Milan Brglez, nonché i vertici dell’Unione
Italiana e della locale Comunità degli Italiani
– Boldrini è giunta a Capodistria per tornare a
colloquio con i rappresentanti della Comunità
nazionale italiana e i connazionali di quest’area,
mentre a Lubiana ha avuto modo di rivedere il
suo omologo sloveno, Milan Brglez, parlare il
ministro degli Esteri, Karl Erjavec e con il sindaco
di Lubiana, Zoran Janković, ma anche intrattenersi con lo scrittore Boris Pahor.
“Mi ha fatto piacere vedere come queste persone sono legate all’Italia, l’amore che nutrono
per l’Italia e la grande considerazione per la
cultura, sentimenti che in Italia si stanno purtroppo affievolendo sempre di più”, ha dichiarato a Palazzo Gravisi-Buttorai in riferimento
alla CNI. “È importante valorizzare la Comunità
italiana in Slovenia – ha aggiunto –, mi piace
pensare che la nostra Comunità faccia da ponte
tra due culture, tra due Paesi, così come fa la
comunità slovena in Italia. Io sono convinta che
dalla diversità arriva il meglio”.
fCNI, ruolo chiave
L’onorevole Boldrini ha voluto nel suo intervento ribadire l’importanza che la CNI in Slovenia
e Croazia riveste per lo Stato italiano, un ruolo chiave. Ad accoglierla sono stati i massimi
esponenti della CNI, a partire dei deputati ai
Parlamenti sloveno e croato, rispettivamente
Roberto Battelli e Furio Radin – quest’ultimo
anche presidente dell’Unione Italiana –, il
presidente della Comunità autogestita costiera
della nazionalità italiana e vicesindaco di Capodistria, Alberto Scheriani, il presidente della
Giunta esecutiva dell’UI, Maurizio Tremul, il
presidente dell’Università Università Popolare
di Trieste, Fabrizio Somma, e il direttore generale dell’ente morale triestino, Alessandro Rossit, i presidenti delle CAN comunali, delle Comunità degli Italiani e delle altre associazioni
dei tre comuni costieri, i dirigenti delle scuole e
della RTV di Capodistria.
A fare gli onori di casa a Palazzo GravisiButtorai, il presidente della CAN locale, Fulvio
Richter, e quello della Comunità degli Italiani
“Santorio Santorio”, Mario Steffè. L’on. Boldrini
era accompagnata dall’ambasciatore d’Italia a
Lubiana, Paolo Trichilo, e dalla console generale italiano a Capodistria, Iva Palmieri.
Fra i vari temi toccati e riguardanti la posizione della CNI in Slovenia, Scheriani ha esortato
l’onorevole Boldrini a trasmettere alle autorità slovene la preoccupazione della minoranza
principalmente per quanto riguarda le problematiche della scuola e delle difficoltà che
in questi ultimi anni si trovano ad affrontare
Radio e TV Capodistria.
“I problemi aperti sono due – ha puntualizzato Tremul – e riguardano la grande disparità
nell’attuazione dei diritti giuridico-costituzionali da parte della Slovenia nei confronti della
Comunità italiana, soprattutto per quanto riguarda il bilinguismo, e la percezione che si ha
della comunità, che spesso è legata ai tragici
avvenimenti della seconda Guerra mondiale e
del dopoguerra”.
Tremul ha sollevato anche la questione del
bilinguismo, auspicando una maggiore applicazione di tale diritto, “ad esempio negli uffici
pubblici”. Per quanto riguarda la percezione,
l’immagine della CNI, il presidente della Giuna
UI ha sottolineato che quest’ultima “costituisce una ricchezza, un grande patrimonio storico-culturale, dunque servirebbe, ad esempio,
una campagna di sensibilizzazione nelle scuole. “Siamo fortemente convinti che le nostre
comunità nazionali possano svolgere ruolo importante di ponte e di raccordo. Noi abbiamo
l’esperienza positiva di una Comunità italiana
in Slovenia e di una slovena in Italia, integrate
e alle quali sono riconosciute diritti”.
Intenso e incisivo il discorso della presidente
Boldrini, che si è impegnata a farsi portavoce
delle istanze della CNI, ma ha esortato anche
a riconoscere quanto di buono la Repubblica di
Slovenia ha fatto e continua a fare per tutelare
la presenza della minoranza italiana. Le parole
chiave dell’intervento hanno toccato il tema
più importante della politica internazionale
attuale: l’Europa, la solidarietà tra Stati, la
condivisione di valori che “se sono stati ideati
in tempo di guerra, ancor più in tempo di pace
dovrebbe essere facile portarli avanti”. Laura
Boldrini ha ricordato il tempo in cui oltrepaseeLaura Boldrini a Capodistria
18
Panorama
ccLaura Boldrini firma il libro degli ospiti in Parlamento a Lubiana
Italia e Slovenia
affinità di vedute
sare il confine in Istria non era affatto semplice
e si è rivolta agli italiani di Slovenia e Croazia
perché loro più di tutti possono dare l’esempio.
“I confini tra i due Paesi, di fatto, non esistono
più e così dovrebbero essere tutte le frontiere”,
ha puntualizzato Boldrini, che ha espresso
anche la certezza che i flussi migratori vanno
regolati per via politica, poiché la costruzione
di muri ai confini non è la soluzione giusta.
Queste barriere causano difficoltà alle comunità locali, creano paure anche in chi non può
attraversare legalmente i valichi, sebbene soddisfi le condizioni per farlo”.
fPer un’UE migliore
Sottolineata anche l’affinità di vedute, tra Italia
e Slovenia, su come affrontare le tante sfide future, i problemi cruciali, le direzioni da prendere in Europa. “Il significato della mia visita qui
è di rilanciare gli ottimi rapporti tra i due Parlamenti e tra Italia e Slovenia. Portiamo buone
pratiche, in riferimento anche in continuazione
nel dialogo tra Stati nell’Unione”, ha ribadito la
presidente della Camera nel corso di una con-
ferenza con la stampa in Parlamento, a Lubiana, riferendosi ai rapporti tra i due Paesi vicini.
Boldrini ha parlato della Slovenia come di un
“Paese amico dell’Italia” segnalando che è
“importante riaffermare i rapporti tra Paesi e
soprattutto tra istituzioni perché i Parlamenti,
essendo i luoghi del dialogo e del confronto,
hanno più libertà di movimento rispetto ai governi”, soprattutto quando si attraversano momenti delicati. Si è accennato così alla crescita,
all’integrazione, su cosa di fa dopo Brexit... “Siamo in un periodo in cui ci giochiamo il futuro
dell’Europa – ha rilevato – e l’unico modo per
tenere in piedi l’Unione Europea è cambiarla”.
L’Unione infatti non si può basare soltanto sui
fondi strutturali, ma sulla condivisione di idee
e valori.
In questa occasione Laura Boldrini ha ricordato
l’iniziativa dei principali Parlamenti europei,
fra i quali anche quello sloveno, per giungere,
probabilmente il prossimo anno nel sessantesimo degli accordi di Roma, a una Conferenza,
sempre nella capitale italiana, che avvii il processo della creazione di quelli che ha definito
gli “Stati Uniti d’Europa”. L’onorevole ha voluto
anche ricordare che il presidente Brglez è tra i
firmatari della Dichiarazione per una maggiore coesione tra i Paesi dell’Ue, e che “guarda
all’Unione come a un processo in evoluzione;
quindi, la strada da percorrere è andare avanti
nel processo di integrazione”. E asssieme a Laura Boldrini, il presidente della Camera di Stato
slovena cercherà di far passare il messaggio
che Italia e Slovenia si battono per evitare lo
scioglimento dell’UE e cercano di lavorare per
un’Europa migliore.
“Abbiamo bisogno di una casa comune, ma
per evitare che crolli dobbiamo consolidarla
e avvicinarla ai cittadini”, ha ribadito Boldrini.
In altre parole, l’UE dovrebbe essere in grado
di risolvere i problemi. Non bisogna cedere a
chi non riconosce i successi dell’Unione e desidera rinchiudersi entro i confini nazionali. I
presidenti hanno concordato che le ottime relazioni instaurate tra Italia e Slovenia possono
essere un modello per tutta l’Europa. Come
un esempio di buone prassi, l’on. Boldrini ha
portato le positive esperienze dei due Paesi
nella tutela delle comunità nazionali slovena
in Italia e italiana in Slovenia.
Panorama
19
italiani nel mondo
In Croazia e Slovenia potranno esp
gli iscritti all’AIRE e quanti hanno lasc
per motivi di studio, di lavoro o cure m
Referendum, ecco
votano gli italiani a
C
on Decreto del Presidente della
Repubblica del 27 settembre 2016,
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
n. 227 del 28 settembre 2016, sono
stati convocati per domenica 4 dicembre 2016 i comizi elettorali per il
REFERENDUM POPOLARE CONFERMATIVO
avente a oggetto il seguente quesito: Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento
del bicameralismo paritario, la riduzione
del numero dei parlamentari, il conteni-
mento dei costi di funzionamento delle
istituzioni, la soppressione del CNEL e la
revisione del titolo V della parte II della
Costituzione” approvato dal Parlamento
e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88
del 15 aprile 2016?
Gli italiani all’estero potranno esprimere il
proprio voto per corrispondenza. Oltre ai
connazionali residenti in Croazia e Slovenia,
iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), potranno votare per poste
pure coloro che per motivi di lavoro, studio
o cure mediche si trovino temporaneamente in Croazia e Slovenia per un periodo di
almeno tre mesi nel quale ricade la data di
svolgimento della consultazione elettorale,
nonché i familiari con loro conviventi.
Gli elettori residenti all’estero e iscritti
nell’AIRE riceveranno come di consueto il
plico elettorale al loro indirizzo di residenza.
Qualora ciò non avvenisse, la Farnesina sul
proprio sito spiega cosa fare. Prima di tutto,
comunicarlo alla propria sede diplomatica di
riferimento. Tutti i connazionali sono comunque invitati a consultare, per maggiori informazioni, i siti web delle Ambasciate d’Italia
a Zagabria e Lubiana, nonché i competenti
eeIl ministro Maria Elena Boschi: “Il voto degli
italiani all’estero in occasione del referendum costituzionale è molto importante”
20
Panorama
primere la propria preferenza
sciato temporaneamente l’Italia
mediche e i rispettivi familiari
o come
all’estero
Consolati generali di Capodistria e Fiume.
Chi invece, essendo iscritto nell’AIRE, intende
votare in Italia, dovrà far pervenire all’ufficio
consolare competente per residenza (ambasciata o consolato) un’apposita dichiarazione
su carta libera che riporti: nome, cognome,
data e luogo di nascita, luogo di residenza,
indicazione del comune italiano d’iscrizione
all’anagrafe degli italiani residenti all’estero,
l’indicazione della consultazione per la quale
l’elettore intende esercitare l’opzione.
Gli elettori italiani che per motivi di lavoro,
studio o cure mediche si trovano temporaneamente fuori dall’Italia per un periodo di
almeno tre mesi nel quale ricade la data di
svolgimento del Referendum, nonché i familiari con loro conviventi, potranno partecipare al voto per corrispondenza organizzato dagli uffici consolari italiani ricevendo la scheda
al loro indirizzo estero. Tali elettori dovranno
– entro i dieci giorni successivi alla data di
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del
Decreto del Presidente della Repubblica di
convocazione dei comizi elettorali – far pervenire al Comune d’iscrizione nelle liste elettorali un’apposita opzione. L’opzione, valida
solo per il voto cui si riferisce, e di cui si trova
un fac simile sul sito, può essere inviata per
posta, telefax, posta elettronica anche non
certificata, oppure fatta pervenire a mano al
Comune anche da persona diversa dall’inte-
ccSei un elettore iscritto all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero? Riceverai la scheda
elettorale per posta a casa
ressato. Di recente il Ministero dell’Interno
ha comunicato che è stato prorogato fino al
2 novembre (la scadenza fissata dalla legge è l’8 ottobre) il termine entro il quale gli
elettori italiani temporaneamente all’estero
possono richiedere di votare per posta. Quindi i Comuni di riferimento sono stati invitata
ad accettare in via amministrativa tutte le
richieste che arriveranno entro la nuova data.
“Il voto degli italiani all’estero in occasio-
ne del referendum costituzionale è molto
importante”, ha dichiarato il ministro delle
Riforme, Maria Elena Boschi, durante un suo
tour istituzionale in Sud America. Anche gli
italiani nel mondo, infatti, parteciperanno
alla consultazione, decidendo così se approvare o meno le riforme. Secondo i dati del Viminale, gli elettori residenti fuori dai confini
dello Stivale sono 4.029.231, di cui 2.090.052
maschi e 1.939.179 femmine. (av)
Panorama
21
eventi
L’Italia oltre i confini
A
un anno di distanza dal primo
appuntamento, torna il 22 ottobre, per la seconda edizione,
il convegno “Essere italofoni”,
promosso dall’omonimo gruppo
pubblico sorto su facebook, e che
oggi conta oltre 10mila membri, in collaborazione con l’Associazione Trieste Pro Patria
e la Lega Nazionale di Trieste. L’incontro si
colloca nel contesto di due giornate all’insegna dell’italofonia e dell’italianità. Infatti,
come spiegano gli organizzatori, l’evento è
volutamente organizzato nel fine settimana
più vicino a una delle date simbolo per il capoluogo: l’anniversario del ritorno di Trieste
all’Italia del 1954. Infatti, anche l’edizione
2016 è promossa in quelle giornate della
settimana e, più precisamente, venerdì 21 e
sabato 22 ottobre.
Nella prima giornata, ovvero il 21 ottobre alle
ore 20, presso la Sala Conferenze della Lega
Nazionale di Trieste (via Donota 2) si terrà una
conferenza con i responsabili de “la Voce del
Ribelle” dal titolo “Omologazione Globale o Sovranità Nazionale?”. Verranno quindi trattate
le tematiche sulla questione linguistica come
parte della dipendenza culturale dal modello
anglosassone e veicolo di una determinata
visione della vita, il ruolo della TV e del circo
mediatico, le alternative alla colonizzazione
dell’immaginario collettivo in termini di sovranità culturale e sovranità linguistica e cenni di
resistenza individuale e comunitaria.
La seconda giornata, quella del 22 ottobre,
si strutturerà in due parti. Nella prima parte,
che avrà luogo sempre presso la Sala Conferenze della Lega Nazionale, si terrà il convegno “L’Italia oltre i confini”. Interverranno
i rappresentanti delle comunità italofone di
molti Paesi europei, portando all’attenzione
della platea le proprie esperienze in merito
all’utilizzo della lingua italiana nelle varie
nazioni del continente e non solo. Nella prima edizione gli esponenti che hanno avuto
l’opportunità di partecipare a questo convegno provenivano dall’Istria, da Fiume, dalla
Dalmazia, da Nizza, dalla Corsica, dal Canton
Ticino e da Malta: avrebbe voluto esserci anche
un rappresentante degli italiani di Crimea, ma
per alcuni motivi non è riuscito a raggiungere
il lcapoluogo giuliano ed ha comunque inviato
22
Panorama
Due giornate all’insegna dell’italofonia e
dell’italianità. Appuntamento a Trieste
il 21 e 22 ottobre
un messaggio da leggere in sala. Hanno preso
la parola anche i rappresentanti delle varie associazioni degli esuli giuliano-dalmati.
Per quanto riguarda le adesioni di quest’anno, il programma di massima prevede in
apertura (ore 9.30) le allocuzioni dei rappresentanti delle associazioni promotrici – di
Paolo Sardos Albertini, presidente della Lega
Nazionale, di Nino Martelli, presidente di
Trieste Pro Patria, e di Massimiliano Fabbri,
fondatore del gruppo FB “Essere italofoni –;
a seguire i contributi di Paolo Radivo, direttore del giornale ‘L’Arena di Pola’, e di Maurizio
Tremul, presidente della Giunta esecutiva
dell’Unione Italiana.
fTestimonianze
Le varie voci dell’italianità saranno rese dalle testimonianze-racconti di Marc-Antoine
Francesci (Bastia, Corsica), Ernie Gigante
Dešković (Abbazia, Croazia), Valentina Petaros (Scoffie, Slovenia), Giorgio Martinic (Spalato, Croazia), Luciano Milani Danti (Ronco s.
Ascona - Ticino, Svizzera) e Dean Brhan (Cit-
tanova, Croazia). La chiusura sarà affidata a
Martelli e Sardos Albertini.
In serata, con partenza alle ore 18 da piazza
Guglielmo Oberdan, un corteo in ricordo del
ritorno di Trieste alla Madre Patria del 1954 e di
tutte le tragiche vicende annesse quali i morti
del 1953, le foibe, l’esodo e l’eccidio di via Imbriani, affinché sia la storia delle nostre zone
che di conseguenza le drammatiche vicende
delle nostre genti non vengano dimenticate.
L’Associazione Trieste Pro Patria, inoltre, affronterà durante la manifestazione anche temi
d’attualità quali, ad esempio, la questione sulla
sempre maggiore cessione della sovranità italiana in vari campi, l’imposizione da parte dei
poteri sovranazionali dello scioglimento degli
Stati nazionali, ecc.. Sia in via Imbriani che in
piazza Sant’Antonio verranno deposti mazzi
di fiori presso le rispettive targhe, in ricordo
dei caduti del 5 maggio 1945 e dei morti delle
giornate di Trieste del novembre 1953.
Sarà anche questa volta un viaggio nella memoria per ritrovare un’identità unitaria italiana nella Venezia Giulia, Quarnaro, Dalmazia e
Dalmazia montenegrina.
I.R.
eventi
Un progetto riporta
a casa uno degli
aristi più affermati
della Venezia
rinascimentale e
uno dei pilastri
dell’eredità
culturale dell’Atene
dell’Istria. Si
festeggiano i 500
anni della famosa
pala d’altare della
«Madonna in
trono con Bambino
e santi». Senza
dimenticare le
altre opere, tra
cui il dipinto con
l’entrata del podestà
Contarini nella
cattedrale della città
Un Carpaccio
capodistriano
tutto da gustare
di Jana Belcijan
I
l 2016 a Capodistria si distingue in particolar modo per le celebrazioni del Cinquecentenario dalla creazione della pala d’altare
Madonna col Bambino in trono, i santi
Gerolamo, Giuseppe, Rocco, Sebastiano,
Nazario – patrono di Capodistria –, Teodoro (Giorgio ?) di Vittore Carpaccio, custodita
nella cattedrale cittadina, che ha dato il via
alla serie di eventi denominata “Carpaccio 500”,
sparsi lungo tutto l’arco dell’anno. Tra i momenti più attesi la riapertura di Casa Carpaccio,
palazzina che affaccia sull’omonima piazza: è
uno dei più significativi esempi di architettura
gotico-veneziana in città (di proprietà privata,
in anni recenti ha ospitato una discoteca e una
Panorama
23
scuola di ballo). Secondo la tradizione, ospitò
Vittore, ma di certo è che ci visse il figlio Benedetto, pittore come il padre, di cui fu continuatore e interprete, e la cui presenza a Capodistria
– dove gli fu conferita anche la cittadinanza –
è attestata dal 1540.
Tra gli appuntamenti di maggior rilievo dedicati al celebre artista va indubbiamente ricordato il convegno scientifico internazionale
Carpaccio. Sacra conversatio: Contesto,
iconografia, indagini svoltosi nel Duomo di
Capodistria. La giornata di studio, organizzata
dalla Società umanistica “Histria” in collaborazione con la Parrocchia capodistriana e con la
partecipazione della Comunità degli Italiani
“Santorio Santorio” e del Museo regionale, ha
visto il concorso di esperti del settore di chiara
fama provenienti da Slovenia, Croazia e Italia.
Nel corso dell’incontro si è voluto sviluppare il
contesto della cultura umanistica istriana del
periodo, approfondendone lo stretto rapporto
con la Serenissima, riscoprendo e valorizzando
la tarda attività dell’artista. La citata Pala di
Capodistria – in cui Vittore tocca uno dei punti
estremi e più alti del suo momento classicista
e belliniano – non va infatti separata dall’insieme degli interventi dell’artista eseguiti per
il Duomo: due opere di eccezionale qualità, la
cui bellezza è stata offuscata dal tempo, come
le portelle d’organo con “La strage degli Innocenti” e “La presentazione di Gesù al Tempio”,
imponenti scene bibliche risalenti al 1523,
ultima testimonianza documentata del genio
24
Panorama
creativo di Vittore Carpaccio. I due lavori sono
oggetto (fino al 21 ottobre) al Museo regionale
di Capodistria di un cantiere di restauro aperto al pubblico. Trasferiti a Palazzo Belgramoni
Tacco da Lubiana e dall’Istituto centrale per il
restauro – dove si trovavano già da un po’ –
grazie alla disponibilità della Diocesi, per un
mese intero due restauratrici si sono adoperate
per il recupero sotto gli occhi dei visitatori. Gli
altri pannelli che componevano il complesso
smembrato e in parte perduto nelle vicende
politiche recenti e meno recenti sono in attesa
di – almeno parziale – ricomposizione.
ccCantiere di restauro
aperto al pubblico, al
Museo regionale di Capodistria: in rifacimento due opere del 1523:
le portelle d’organo del
Duomo, con “La strage
degli Innocenti” e “La
presentazione di Gesù
al Tempio”
fRiflessioni sul lascito
Il convegno si è posto anche l’obiettivo di
promuovere e porre in particolare evidenza
il lascito del Carpaccio, artista riconosciuto a
livello mondiale, le cui opere sono custodite
da importanti musei e gallerie in diversi Paesi. Rievocarne, quindi, l’impatto nella città di
Capodistria che in certo qual modo lo sente
anche capodistriano e, contemporaneamente,
rimarcare l’impronta indelebile della cultura
italiana nel territorio, che troppo spesso non
viene riconosciuta o almeno, soprattutto dopo
la Seconda guerra mondiale, ignorata in tale
chiave di lettura.
L’incontro in Duomo si è articolato in numerosi
interventi. E così Radislav Tomič (Istituto per la
storia dell’arte, Zagabria) in Dal polittico del
XV e del XVI secolo in Istria e Dalmazia alla
Una splendida
collana di iniziative,
tra restauri, mostre,
convegni di studio,
percorsi espositivi
interattivi, dolci...
eventi
pala d’altare: caratteristiche stilistiche,
tipologiche e iconografiche, ha trattato i contenuti di alcuni dipinti dei maestri veneziani del
XV e del XVI secolo in Istria e Dalmazia: i polittici
dei membri della famiglia Vivarini sull’isola di
Arbe e a Parenzo, il polittico di Carpaccio a Zara
e le pale d’altare di Capodistria e Pirano.
Sulla costa adriatica orientale la cultura figurativa del XV secolo, definita come un’arte tradizionale, proseguì anche nel secolo seguente. In
tal modo i dipinti commissionati nella seconda
metà del ’500 a celebri autori come Tiziano e
Paolo Veronese per Ragusa e Verbosca sull’isola
di Lesina, mantennero la tradizionale forma
del quadro d’altare costituito da diversi pannelli. Si nota una relativa semplicità tematica
nella quale predominano le rappresentazioni
dei santi locali, mentre l’influsso dei turbamenti religiosi ed ecclesiastici è appena percettibile. Agli inizi dell’età moderna il perdurare
di una forma figurativa, una volta accettata e
fatta propria, è una caratteristica della cultura
artistica in Istria e Dalmazia che trova conferma nella pittura tardogotica e in quella rinascimentale. Su questi polittici le figure, disposte
in una sequenza addizionale, formano un solo
contesto con le teorie dei santi, mentre non
esistono, o sono molto rari, i contenuti iconografici impostati in modo narrativo.
Daniele Ferrara (Polo museale del Veneto), in
Pittura adriatica intorno a Carpaccio, ha
focalizzato l’attenzione sull’insieme dei rap-
porti diretti e indiretti tra Carpaccio, la pittura
e la committenza sviluppatasi sulle sponde
italiana e dalmata, la circolazione di temi figurativi legati alla minaccia turca nell’intero
bacino adriatico, fortemente caratterizzanti
l’opera del maestro veneziano e di altri artisti
operanti nelle regioni meridionali.
Emerge il dato della grande circolazione di artisti e botteghe e di una profonda mescolanza
di culture e di episodi artistici ancora poco noti
nell’ambito degli studi sul Rinascimento adriatico. Si pone all’attenzione in particolare la figura di Michele Greco da Valona, testimoniato
dalle sue opere agli inizi del Cinquecento tra
l’Abruzzo e il Molise: si viene così a ricomporre
sulla fascia costiera italiana uno scenario più
completo interessante per i confronti con l’altra
sponda dell’Adriatico.
Edvilijo Gardina (Museo regionale di Capodistria), in Vittore Carpaccio, Sacra conversazione’ 1516 ha posto in evidenza come nei
luoghi di culto della costa adriatica orientale
rari sono i nomi riferiti a pittori di prestigio. Nel
1516 le espressioni artistiche dell’Istria furono
offuscate dalla monumentale Pala d’altare realizzata da Vittore Carpaccio.
fLa «perfezione»
L’arrivo a Capodistria del celebre artista è legato al presbiterio, sottoposto da poco ad una
completa ristrutturazione, la cui possente
ancona rimase per quasi due decenni priva di
una pala. Carpaccio, ispirandosi alle esperienze di Bellini, e alle proprie, dipinse la “perfetta
Sacra conversazione”. Il quadro monumentale,
incastonato nell’ancona rinascimentale, con la
sua prospettiva magica collegava il presbiterio
alla navata principale che manteneva l’antico
apparato basilicale. Si ipotizza che committente della maestosa opera fosse il podestà Sebastiano Contarini, ritratto dal pittore veneziano
nel 1517 mentre, accompagnato da esponenti
della più alta aristocrazia sulla piazza cittadina,
compiva il suo solenne ingresso. Con Vittore Carpaccio la città confermò il suo ruolo di
“Atene dell’Istria”; ruolo mantenuto dal figlio
Benedetto, che trasferì la bottega del padre a
Capodistria.
Sara Menato (Università degli Studi di Padova,
Dipartimento dei beni culturali), in La pala di
Carpaccio per la cattedrale di Capodistria.
Riusi e invenzioni, ha fatto presente che
tale opera firmata nel 1516 s’inserisce in un
momento della carriera carpaccesca nel quale
Vittore ha appena licenziato tre teleri del ciclo
di Santo Stefano – fucina cruciale di novità di
cui si leggeranno gli esiti lungo tutta la sua
carriera e in quella del figlio Benedetto – ed
è impegnato in altre imprese. Di particolare
rilievo sono le conquiste nel senso dell’organizzazione dello spazio, il rinnovato interesse per
il dialogo tra le figure, la nuova sensibilità compositiva che, pur nel permanere di un rigoroso
impianto prospettico, è in grado di rinnovarsi
Da Venezia all’Istria
Sulle ali della pittura
e di una comune eredità
di cultura e civiltà
si rivalutano antichi
legami e corrispondenze
secolari tra le due
coste dell’Adriatico
grazie all’uso di raffinatissime architetture prospettiche giocate sui toni del bianco. Di queste
novità si vedono gli esiti anche nella Pala di
Capodistria, che deve essere stata preparata da
una serie numerosa di disegni.
Barbka Gosar Hirci (Centro di restauro presso
l’Ente per la tutela del patrimonio culturale
Panorama
25
eventi
della Slovenia), ha ripercorso gli interventi
di conservazione e di restauro sui dipinti dei
Carpaccio (Vittore e Benedetto) a Capodistria;
Ivan Matejčić (Parenzo, Altari rinascimentali in Istria – Imago lignea) si è soffermato
sulla problematica della difficile attribuzione
e datazione dei lavori di intagliatori lignei e
altri maestri artigiani autonomi in Istria.
Salvator Žitko (Società di storia del Litorale meridionale di Capodistria, La Porta della Muda
ovvero l’“Ingresso di Contarini” del 1516)
ha parlato delle dodici porte nella cinta muraria di Capodistria, di cui si è oggi conservata
solo la Porta della Muda, detta
anche Porta del ponte, che
proprio attraverso un ponte collegava
la città ad un terrapieno; quest’ultimo attraversava Castel Leone e arrivava in terraferma
all’altezza di San Canziano. La porta, che in
passato fungeva da stazione di dazio, fu fatta
costruire nel 1516 da Sebastiano Contarini appena assunta la carica di podestà e capitano.
La costruzione viene attribuita al maestro lapicida Marino Vedel che, molto probabilmente,
lavorava su disegni della bottega dei Lombardi
a Venezia. La porta imita l’arco di trionfo antico, la cui forma e il simbolismo degli elementi
figurativi indicano un prodotto esplicitamente
rinascimentale. I costruttori dedicarono una
maggior attenzione alla facciata, connotata
da tipiche linee rinascimentali. Il carattere
veneziano è ben visibile nell’articolazione
poco profonda dei pilastri, nelle teste di leone
riferite alla Serenissima e nel volto giovanile
delle raffigurazioni del sole che si ritrova nello
stemma della città. Circa al centro delle lesene
vi sono due epigrafi che glorificano il nome del
26
Panorama
podestà, motivo per cui è stata adottata la definizione di “Ingresso di Contarini”.
fSapori e dintorni
Si aggiunge alle celebrazioni carpacciane anche il gusto: i pasticceri e cioccolatieri della
pasticceria “Triglavska” di Capodistria hanno
ideato il dolcetto “Carpaccio 500”, che combina
i sapori tipici di quei tempi, come sale, pepe,
zenzero, farina di mandorle e cioccolato amaro.
Il 12 ottobre ha invece riaperto al pubblico Casa
Carpaccio, situata nell’omonima piazza capodistriana. Si tratta di uno degli edifici cittadini
più antichi, con i suoi 700 anni di storia.
In stile veneziano-gotico,
a due piani, risalente al XIV secolo,
la tradizione popolare vuole che Vittore fosse
nato proprio in questa palazzina. Pare tuttavia
documentato che nella casa abitasse il figlio
Benedetto, che rimase qui fino alla metà del
XVI secolo.
Casa Carpaccio diventa sede di un percorso
espositivo dedicato al pittore veneto con riproduzioni digitali interattive (accompagnate da
touch screen per le spiegazioni) di alcune sue
opere realizzate per la città, compresa la replica della nota “Entrata del podestà Sebastiano
Contarini nel Duomo di Capodistria”, olio su
tela del 1517, oggi conservato al Museo Sartorio di Trieste (fa parte della collezione di 21
capolavori dell’Istria che furono portati a Roma
durante la Seconda guerra mondiale e “dimenticati” per più di cinquant’anni, fino al restauro,
Casa Carpaccio
Riapre al pubblico
una delle palazzine
più antiche della città:
risale al XIV secolo.
Secondo la tradizione
popolare fu residenza
di Vittore, ma più
probabilmente ospitò
il figlio Benedetto
a metà ’500
avviato nel 2002).
L’Associazione studentesca costiera
dedica alla Pala il suo tradizionale ciclo autunnale di concerti “Simfonic voices”, con esibizioni
di eccellenti gruppi musicali e corali che proporranno melodie rinascimentali: il 29 ottobre sarà
in scena l’Orchestra da Camera “Utopia e realtà”,
diretta da Ragnar Rassmunsen e Urša Lah, l’8
novembre toccherà al coro della Filarmonia slovena diretto da Martina Batič; il 19 novembre si
esibirà il duo Eva Dolinšek (cembalo) e Patrick
Quaggiato (percussioni); chiuderà il ciclo il 30
novembre il coro misto “Obala” di Capodistria
accompagnato dall’ensemble barocca dell’Accademia musicale di Lubiana.
dossier comunità
di Ardea Velikonja
L
ipik, 150 chilometri a est
di Zagabria. Qui vive una
comunità italiana praticamente sconosciuta: quella
della Slavonia. I primi
connazionai si stabilirono in questa regione nel 1850, ai tempi degli
Asburgo. Gente povera del nord-est
alla ricerca di un lavoro. Ancora
oggi i più non parlano l’italiano ma
un arcaico dialetto bellunese. La
Comunità degli Italiani come istituzione nasce 17 anni fa con l’obiettivo di portare avanti e salvaguar-
CI di Lipik
la cultura italiana
è il nostro pane
quotidiano
La presidente Lionella Brisinello:
«L’obiettivo è mantenere la nostra cultura e
tramandare le tradizioni ai giovani»
Panorama
27
dossier comunità
dare le tradizioni. Presidente del
sodalizio è Lionella Brisinello, che
ricopre l’incarico da circa un anno,
ovvero dalle ultime elezioni in seno
all’Unione Italiana. In precedenza,
per due mandati consecutivi, è stata
invece vicepresidente della CI.
La CI di Lipik ha alle spalle una
storia interessante, che la stacca
dalle altre del panorama della
Comunità nazionale italiana in
Croazia e Slovenia.
“La CI di Lipik è stata fondata il 9
marzo 1999. Raduna le famiglie italiane che emigrarono dall’Italia alla
fine del XIX secolo. La grande parte
ha origini bellunesi, ma ci sono parecchie famiglie di origine friulana,
precisamente dalla provincia di Udine. Dal 2001 la nostra Comunità fa
parte dell’Associazione Bellunesi nel
Mondo. Nel 2003, grazie al sostegno
dell’Unione Italiana e dell’Università Popolare di Trieste nonché con i
fondi assicurati dal Governo italiano, siamo riusciti ad ottenere una
bella sede in cui svolgiamo tutte le
nostre attività. In tutto quello che
abbiamo fatto abbiamo sempre avuto l’appoggio dell’UI, dell’UPT e della Municipalità di Lipik e speriamo
di continuare così”.
Com’è strutturata l’attività e quali sono le iniziative che portate
avanti nel corso dell’anno?
“Da quando abbiamo la propria
sede le attività sono aumentate e
tutto è più facile. Le nostre attività le
svolgiamo settimanalmente. Quando stiamo preparando delle manifestazioni o ci sono incontri dove
ci presentiamo con un programma
culturale ci ritroviamo anche più
spesso. In pratica, tutti giorni nella
nostra sede si fa qualcosa. Abbiamo
in totale 298 soci effettivi, più una
trentina di sostenitori. Un bel numero per una cittadina così piccola.
Le attività che svolgiamo comprendono un corso di italiano per adulti, il coro, il gruppo folkloristico, il
gruppo della lavorazione delle ciabatte tradizionali, il gruppo sportivo di bocce e la filodrammatica,
nella quale sono radunate diverse
28
Panorama
ccUna delle tante manifestazioni organizzate alla CI
attività per bambini e per ragazzi in
italiano e anche in dialetto italiano
locale, tra cui recite, canti, filastrocche, spettacolini e via di seguito”.
fPresenti da 150 anni
Qual è l’attività più seguita dal
pubblico minoritario e non?
“Tutte le attività sono ben seguite
tanto dalla minoranza quanto da
altri del posto. Le nostre manifestazioni e i programi culturali sono
sempre molto seguiti da tutti perché la cultura italiana fa parte della
quotidianità di queste zone, dove
la minoranza italiana vive da quasi
150 anni”.
Quali rapporti intende mantenere con i giovani che sono il futuro
della CNI?
ccLa visita dei Bellunesi nel Mondo
“I giovani sono una parte molto
importante della nostra CI e sono
attivi in tutte le nostre sezioni. Noi
li stimoliamo comprando i libri per
le lezioni di lingua italiana, organizzando le gite di studio, diamo loro
la possibilità di inserirsi in tutte le
attività che abbiamo. Interessante
il dato che in ogni attività che svolgiamo partecipano tre generazioni,
i nonni, i figli e i nipoti che, sono
sicura, saranno il nostro futuro. Io
sono maestra alla scuola elementare di Lipik e mi ritengo avvantaggiata nel poter motivare i giovani
che studiano italiano e che hanno
origini italiane di venire in Comunità e partecipare alle nostre attività. Per il momento di problemi veri
e propri non ce ne sono, c’è un bel
gruppo di bambini e ragazzi e sono
sicura che porteranno avanti il lavoro della CI”.
Quali sono i desideri della CI?
ccI bambini della filodrammatica
“Noi siamo una Comunità che è
contenta di come lavora e di quello
che ha. Il nostro desiderio è proseguire con le attività che abbiamo
avviati, mantenere e tramandare la
nostra cultura e le tradizioni alle
giovani generazioni. Ci siamo accorti però che la lingua è un problema, ovvero la maggior parte
Panorama
29
ccIl gruppo folkloristico che si è esibito in balli tipici bellunesi
ccLa visita della delegazione di Lipik a Belluno
ccLa CI alla rece
dei soci capisce l’italiano ma non
lo parla e quindi abbiamo deciso
che durante tutte le attività si parli
esclusivamente l’italiano così coloro che non lo parlano faranno un
po’ di pratica. Per quanto riguarda
la situazione economica del nostro sodalizio, penso che è simile a
quelle delle altre Comunità”.
Questa è la sede definitiva della
vostra Comunità?
“La nostra sede è situata nel palazzo del Centro multiculturale di
Lipik. Disponiamo di 82 m2, composti da due stanze, ufficio, e l’aula per le lezioni, riunioni, ecc. Per
questa sede nel 2003 è stato firmato
un contratto d’affitto della durata di
39 anni. Tutto questo grazie all’impegno dell’UI e dell’UPT. La sede è
completamente arredata con mobili adeguati e attrezzatura tecnica”.
fLingua d’ambiente
Dato che non avete né asili né
scuole in lingua italiana, come
fate per includere nella vita della
CI i bambini? E gli adulti, partecipano pure alle iniziative?
“La lingua italiana si studia in
tutte le tre scuole di Lipik e di
Pakrac come seconda lingua.
Molti ragazzi la scelgono come
seconda lingua da studiare, e non
solo i ragazzi di origine italiana.
Gli adulti hanno la possibilità
di frequentare corsi che grazie
all’UI organizziamo due volte
all’anno. Sono due corsi di 35 ore
ciascuno e ogni anno l’interesse è
30
Panorama
molto grande”.
Come sono i rapporti con la Municipalità?
“I rapporti con la Municipalità
sono molto buoni. La minoranza
italiana è una delle più numerose e possiamo dire che ci danno
molta importanza. Noi partecipiamo a molte manifestazioni che la
Città di Lipik organizza. Una volta
l’anno si celebra la Giornata delle
minoranze nazionali di Lipik alla
quale partecipiamo. L’anno scorso
la nostra Comunità è stata la promotrice di tutto il programma culturale e dell’offerta gastronomica
con cibi tradizionali italiani. È stato un grande successo. Il Comune
ci ha aiutati economicamente a or-
ganizzare l’evento. I rappresentanti
della Città di Lipik sono sempre
presenti a tutto ciò che la nostra
Comunità organizza: incontri con
altre CI, programmi culturali, mostre, ecc., e sottolineano sempre
che la minoranza italiana arricchisce la vita della nostra città”.
Cosa ne pensa della proposta di
inserire una quota d’iscrizione
alla CI e alle attività?
“Noi in questo momento non siamo d’accordo con questa proposta.
I nostri soci partecipano in tanti
modi per mandare avanti tutte le
nostre attività e non sarebbe giusto
che pagassero ancora una quota
d’iscrizione. Per il futuro vedremo”.
ente manifestazione etno-gastronomica “Il mondo nel piatto” di Zagabria
ccLe tipiche ciabatte fatte a mano, presentate alla festa delle minoranze
ccUna allegra gita a Lussinpiccolo
ccCorso d’italiano per adulti presso la Comunità degli Italiani di Lipik
ccLa mostra “Tutte le strade portano a Roma”
ccIl coro del sodalizio
Panorama
31
I suoi «taccuini
istriani» sono
esposti a Roma, a
Palazzo Poli, grazie
alla collaborazione
tra l’Istituto
centrale per la
grafica, il Polo
museale del Friuli
Venezia Giulia,
l’Archivio di Stato
di Fiume e la
Società Umanistica
«Histria» di
Capodistria.
In visione una
cinquantina
di disegni
ccPietro Nobile (Capriasca 1776 - Vienna 1854)
in una miniatura di Karl Jakob Theodor Leybold
(Vienna, 1819, Collezione privata Pier Carlo
Nobile, Giubiasco)
R
itorna da dove partì disegnando:
Roma. È qui, infatti, che il giovane
Pietro Nobile (Capriasca 1776 – Vienna 1854), borsista presso l’Accademia
di San Luca dal 1797 alla prima metà
dell’Ottocento, affinò la sua arte “ritraendo” i
monumenti tipici dell’antichità. Ora la “città
eterna” lo abbraccia attraverso le sue opere, gli
schizzi, vedute e ritratti che realizzò due secoli
fa durante i suoi viaggi in Istria in qualità di
ingegnere e ingegnere in capo della Direzione della Fabbriche di Trieste. A Roma l’Istituto
centrale per la grafica, il Polo museale del Friuli
Venezia Giulia, l’Archivio di Stato di Fiume e la
Società Umanistica Histria di Capodistria pro-
32
Panorama
PIETRO
NOBILE
un architetto
mitteleuropeo
mostre
pongono la mostra internazionale Pietro Nobile. Viaggio artistico in Istria, aperta fino al
6 novembre 2016 nelle Sale Piccole di Palazzo
Poli. L’esposizione (che nel tempo ha assunto
un carattere itinerante, già offerta ad Abbazia,
Capodistria, Fiume e Trieste) ha ottenuto il patrocinio dell’International Council of Museums
e si svolge inoltre con il sostegno della Regione Istriana, del Ministero della Cultura della
Repubblica di Slovenia, dell’Agenzia pubblica
per il libro della Repubblica di Slovenia, dell’Agenzia per l’attività di ricerca della Repubblica
di Slovenia, di Luka Koper-Fondo “Vivere con il
porto”, della Regione Litoraneo-montana, del
Comune di Pirano, del Comune Città di Capodistria e della Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Capodistria.
In visione una cinquantina di disegni eseguiti
a matita e a penna dall’architetto-ingegnere
ticinese provenienti dall’Archivio di Stato di Fiume e raffiguranti località dell’Istria, oggi croata
italiana e slovena, realizzati tra il 1807 e il 1818.
In questo periodo Nobile soggiornò spesso nella
nostra penisola, occupandosi della progettazione di strade, della sistemazione di porti, della
progettazione di fari e di importanti restauri, a
partire da quello dell’Arena romana di Pola.
Protagonista importante nel panorama architettonico della Mitteleuropa, Nobile nacque
in Ticino (1776), studiò a Roma (Accademia
di San Luca) e a Vienna (Scuola di Architettura
presso l’Accademia di Belle Arti, della quale in
seguito divenne direttore, nel 1819, quando
fu nominato anche membro del Consiglio
aulico per l’edilizia), lavorò a Trieste e in Istria
(1807-1818) per poi trasferirsi per motivi di lavoro nella capitale austriaca, dove morì (1854).
Realizzò importanti opere in tutto il territorio
dell’Impero asburgico e oltre, da Salisburgo a
Leopoli, Chlumec, Cracovia, Marienbad (Mariánské Lázně), Praga, Milano, Wiesbaden,
Lugano, ecc. È noto soprattutto per la porta
urbica (Burgtor) e il Tempio di Teseo (Theseumtempel) a Vienna, nonché la Chiesa di
Sant’Antonio Nuovo a Trieste. Come architetto
personale del cancelliere Clemens Wenzel von
Metternich firmò anche i progetti degli edifici
delle tenute del principe austriaco.
fOpere per il territorio
Questa specifica e affascinante rassegnaomaggio (accompagnata da un ricco catalogo
trilingue) si tiene nel 200° anniversario del
percorso che l’imperatore Francesco I d’Asburgo-Lorena – una delle più notevoli personalità mai arrivate nella penisola della capra e il
primo sovrano a mettere piede a Capodistria
– compì in terra istriana nel 1816, accompagnato proprio da Pietro Nobile nelle vesti di
architetto, ingegnere e pianificatore al servizio
della Casa austriaca.
Il tour iniziò il 7 maggio 1816 e comprese, oltre
a Capodistria, Isola, Pirano, Visinada, Parenzo,
Rovigno, Dignano, Pola, Gimino e Pisino. Tra le
opere di particolare rilievo per l’Istria furono
la reintroduzione dei tribunali civili a Capodistria, Pirano, Parenzo, Rovigno, Pola, Albona e
Pinguente (1813), l’allestimento del “Catasto
franceschino” (1817-1824), l’erezione del faro
di Salvore (1817-1818), il restauro delle antichità di Pola (1818), l’istituzione della DioeceeeProgetto (1836) per il faro da ergersi sullo
scoglio Porer presso Capo Promontore (Pola)
Panorama
33
Tra servizio pubblico
ed esercizio ludico,
emergono da questa
raccolta i numerosi
resti dell’antichità, il
ricco patrimonio e
il paesaggio di tutta
la penisola istriana
sis Tergestina et Iustinopolitana (1828-1830),
la realizzazione dell’Acquedotto “Carolina” di
Pola (1833), il ripristino dei titoli nobiliari e la
progettazione di diverse strade regionali di cui
in buona parte usufruiamo ancora oggi.
fLa cartella «fiumana»
I disegni che fanno parte della cartella “Viaggio artistico attraverso l’Istria” custodita presso
l’Archivio fiumano – non si conoscono ancora
tutti i dettagli del percorso dei materiali da
Vienna a Trieste, passando per Lazzaretto, fino
a Fiume – raffigurano tutte le principali locali-
In relazione alla tutela
dei monumenti, il
disegno acquerellato
del manto esterno
dell’antifteatro di
Pola rappresenta una
delle più importanti
rappresentazioni
34
Panorama
tà della regione, sia costiere che dell’interno, e
offrono, attraverso la penna sensibile dell’artista, l’opportunità di vederne caratteri e profili
nella loro condizione primigenia, oggi spesso
anche se non sempre perduta: uno stimolo a
conservare le qualità di questo paesaggio culturale di grande suggestione.
Si tratta complessivamente di un’ottantina di
disegni di vedute, paesaggi e schizzi afferenti
a Pola, Rovigno, Orsera, Parenzo, Val di Torre,
Cittanova, Umago, Pirano, Isola, Capodistria,
Muggia, Dignano, Valle, Sanvincenti, Canfanaro, Duecastelli, Corridico, Antignana, Pisino, Draguccio, Monticchio, Montona, Bagni
di Santo Stefano, Visinada, Grisignana, Buie,
Castelvenere, Belle Grotte, Albona, Rabaz,
Fianona, Laurana e Moschenizze. A questi si
aggiungono tre ritratti di persone che Nobile
incrociò nei suoi soggiori: quello di Giovanni
Valich, canonico di Bersezio; quello comune
di don Nicolò Micovilovich, deputato di Sanità, e di Giovanni Rossanda, capitano del
porto di Promontore; e quello della famiglia
Mezolich di Promontore (la donna, l’uomo e
i loro quattro bambini sono raffigurati in costumi popolari). Da questi lavori, e anche da
altri della raccolta, emerge una vena “ludica”,
ossia si percepisce che Nobile usava spesso di-
segnare per piacere personale, unendo come
si suol dire l’utile al dilettevole.
Notevole è la produzione di “documenti” sui
monumenti dell’antichità classica – soprattutto di Pola e del suo anfiteatro romano (e,
difatti, la locandina della mostra romana riproduce un particolare del disegno acquerellato del manto esterno dell’Arena), ma anche
del Ninfeo, del Tempio di Augusto, della Porta
Gemina e di quella d’Ercole, del complesso
dell’Arco dei Sergi, con la Port’Aurea –, in cui
traeva ispirazione per le sue creazioni architettoniche eseguite nello spirito neoclassico.
Nondimeno lo interessò il paesaggio istriano,
che cercò di rappresentare con precisione in
ogni dettaglio, registrando, per quanto riguarda i resti dei monumenti, lo stato delle
cose nel modo in cui lui l’aveva riscontrato
come punto di partenza per la conseguente
opera di restauro e per riflessioni pertinenti
la conservazione.
Nobile si applicò al suo incarico con la metodologia scrupolosa del ricercatore. Maestro
poledrico e sensibile, va affiancato a tutti gli
effetti ai “mostri sacri” di questo genere di fonti
imprescindibili per la conoscenza del territorio,
quali lo sono il Valvasor, il Cassas, il Petronio...
I. R.
pubblicazioni
Uno sguardo romantico e attento
sulle terre dell’Adriatico orientale
a cura di Ilaria Rocchi
L
a Libreria editrice internazionale Italo
Svevo di Trieste (dietro c’è Sergio Zorzon, nome famosissimo nel ramo con
alle spalle un’attività pluridecennale nel
campo librario, sia antico che moderno)
impegnata in un’impresa straordinaria: la pubblicazione di un prezioso volume, mai uscito
prima d’oggi in traduzione nella lingua italiana,
Viaggio pittoresco e storico nell’Istria e nella Dalmazia, redatto secondo l’itinerario di
Louis-François Cassas di Joseph Lavallée (FirminDidot, Parigi 1802), ornato di stampe, piani,
carte e disegni rilevati sui luoghi visitati dal Cassas e incisi in rame dai migliori artisti dell’epoca.
Si tratta di numerose vedute di Trieste e di altre
città giuliane e dalmate, con preziosi particolari
di monumenti e altri elementi di alto valore artistico e archeologico. Johann Wolfgang Goethe,
autore di un celebre e prezioso “Viaggio in Italia”,
alla fine del Settecento si trovò ad ammettere
che “i disegni di Cassas sono straordinariamente
belli. Vi ho tratto una quantità d’idee”.
Ci troviamo di fronte a un’opera che gode
a oggi di una notorietà molto sentita nei
musei, nelle biblioteche, negli archivi pubblici e privati e presso tutti gli antiquari e
collezionisti a livello internazionale. Il lavoro
fu accolto con entusiasmo non soltanto in
Francia, tant’è che la traduzione di parti del
testo e la riproposizione di alcuni elementi
eeSopra, veduta
di Trieste
A sinistra: la
“Carte de l’Istrie
et de la Dalmatie:
pour servir a
l’intelligence des
voyages du Cen
[Louis Francois]
Cassas”, 1802
La Libreria editrice
internazionale Italo
Svevo di Trieste
manda in stampa un
prezioso volume di
Joseph Lavallée
(FirminDidot, Parigi,
1802), mai uscito prima
d’oggi in traduzione
nella lingua italiana:
«Viaggio pittoresco
e storico nell’Istria
e Dalmazia, redatto
secondo l’itinerario
di Louis-François
Cassas», ornato di
stampe, piani, carte
e disegni rilevati
sui luoghi visitati
dall’erudito vedutista
francese
Panorama
35
grafici apparvero in una serie di edizioni speciali, seppure di formato ridotto, uscite subito
dopo l’edizione parigina del Lavallée-Cassas:
a Vienna, nel 1803, ci fu l’“Historisch-mahlerische Reise durch und Istria Dalmatine”, con
17 incisioni dell’ungherese János Blaschke e
di Joseph Gestner, nato a Osijek ma vissuto e
attivo a Vienna; a Londra nel 1805 arrivò una
traduzione in lingua inglese, con l’aggiunta
di sei stampe acquaforte-acquatinta di tonalità giallo-paglierino del pittore e illustratore
Thomas Hall; più recentemente, nel 1997,
l’editore “Hrvatski zapisnik” di HannoverČakovec ci ha invece offerto “Spon, Adam,
Cassas e Lavallée in Croazia”, con traduzioni
in croato e la curatela di Ljudevit Krmpotić.
Cronaca di un successo annunciato, dunque: il
volume di Lavallée-Cassas corrispondeva alla
perfezione al gusto per l’esotico, per i viaggi, per
la conoscenza di terre, popoli e usanze che imperversò in epoca romantica. Il libro, stampato
nella Parigi napoleonica, a dieci anni circa dalla
nascita della Repubblica francese, si presentò
allora come un monumento dell’arte contemporanea. Illustri i sottoscrittori: per primo lo stesso
Napoleone, gran parte dei suoi generali; ma non
mancavano il Re d’Inghilterra, l’Imperatore della
Russia e altri principi e autorità straniere, nonché
quasi tutte le librerie dei territori dell’Impero
d’Austria e di quelle parigine.
fDa Trieste in giù
Cassas sbarca a Trieste il 1° luglio di quell’anno,
accompagnato da un gruppo di personalità francesi e milanesi, tra i quali il visconte Alexandre
de Beauharnais, futuro primo marito dell’imperatrice Giuseppina, nonché padre del principe
Eugenio e della regina Ortensia. Il 3 luglio si imbarca per la Dalmazia accompagnato dal console
Bertrand che, stanco, si separa da lui a Fiume e lo
precede a Trieste, dove lo accoglierà al ritorno il
10 agosto. L’artista si ferma a Trieste fino alla fine
del mese abbozzando i disegni delle tavole del
libro. I disegni da lui realizzati verranno successivamente pubblicati come incisioni e riprodotti
in 69 stampe su rame nei due tomi del suo libro
“Voyage pittoresque et historique de l’Istrie et
de la Damatie”, pubblicato a Parigi nel 1802. Gli
acquerelli originali sono custoditi al Victoria &
Albert Museum di Londra.
Le superbe tavole inserite nel volume, costituito
di 192 pagine di testo, sarebbero divenute uno
straordinario strumento per la conoscenza delle
terre dell’Adriatico, delle vedute e delle rovine
archeologiche istriane e dalmate. L’opera si apre
36
Panorama
© Victoria and Albert Museum, London
pubblicazioni
ccAcquerello raffigurante la Porta Marina di Zara (Voyage pittoresque et historique de l’Istrie et de la Dalmatie, 1802)
con uno splendido frontespizio in cui si notano
numerosi frammenti lapidei trovati a Trieste e
dappertutto il territorio trattato: sullo sfondo
risalta, vistoso, il Tempio di Esculapio di Spalato.
Una bellissima carta geografica mostra il Golfo di
Venezia con tutta la costa orientale dell’Adriatico,
fino ai confini della Bojana, che divide la Dalmazia con l’Albania.
Cinque tavole sono dedicate agli aspetti caratteristici della città e del porto di Trieste, molte
altre svelano le bellezze di Pola, le sue antichità
romane, i suoi templi, l’anfiteatro, l’Arco di Trionfo, chiamato anche Porta Aurea, il Palazzo del
Podestà, descrivendoli tutti con minuziosi dettagli; non mancano la visione dei castelli di Luegg
(Predjama), costruito all’entrata di una grande e
profonda caverna, e quello di Novoscoglio, che
si trovava nei pressi della valle ove scorre il fiume Recca: un’immagine mostra alcune case dei
villaggi nei pressi di San Canziano, dove si vede
l’immensa grotta nella quale si precipita il fiume;
in una graziosa tavola disegnata in mare, a poca
distanza di “S. Salvori”, si nota sullo sfondo alzarsi
una vetta, che è la cima del monte Nanos.
Una tavola rappresenta la porta attraverso la
quale si arriva alla città di Zara, costruita con i
resti di un arco di trionfo trovato a Nona; tra le
numerose cascate, profonde e anguste, situate in
parecchi luoghi, la più bella però di tutte è quella
del fiume Cettina, lungo un centinaio di km e che
sorge all’altezza di quasi 400 metri, il cui bacino
sfocia poi nelle acque del mar Adriatico. E ancora:
maestosa è la fortezza medioevale di Clissa; no-
tevoli sono le immagini del Lazzaretto e del Palazzo di Diocleziano a Spalato, descritte con ampi
dettagli, tra cui una sfinge che l’imperatore aveva
portato dall’Egitto o da Roma per abbellire il suo
palazzo; splendidamente riprodotto è l’acquedotto di Salona, che conduceva l’acqua a Spalato,
e molto interessanti figurano le sue rovine, la cui
maggior parte dei materiali, sembra, secondo
noti studiosi inglesi, fossero stati tolti per servire
alla costruzione della Spalato moderna.
Molte tavole descrivono i molteplici frammenti
trovati nei vari territori tra cui Sebenico e Traù, e
tanti altri disegni rappresentano ancora sarcofagi, bassorilievi e sfingi, trovati a Spalato; numerosi sono altri frammenti di monumenti lapidei,
taluni provenienti da Pola, rinvenuti poi a Capodistria, a Lissa e in altre parti dei territori dalmati
e pure nei dintorni di Parenzo e di San Canziano.
A questo punto merita un cenno l’autore del testo, Joseph Lavallée, di origini nobili, capitano
di un reggimento, cavaliere della Legion d’Onore, segretario perpetuo della Società Filotecnica, conoscitore di molte lingue, letterato dotato
d’istruzione ricca e multiforme, appassionato e
profondo conoscitore delle belle arti. Egli divide
il testo del libro in due parti. Nella prima espone,
con ricchezza di fonti bibliografiche, la situazione
geografica, diffondendosi in un ampio quadro
storico sulle popolazioni primitive dei territori e
sul dominio dei Romani e dei Veneziani, dando
largo spazio agli Uscocchi e ai Morlacchi, ai costumi dei triestini, degli istriani e dei dalmati.
Nella seconda parte si rifà al diario redatto dal
ccUna suggestiva veduta di Pirano, “prendendo la Punta di Salvori, guardando Capo d’Istria e la parte inferiore del Golfo di Trieste”
Il fascino del «disegno»
Louis François Cassas (Azay-le-Ferron, 1756 – Versaille, 1827) è stato scultore, architetto, pittore e paesaggista, archeologo ed antiquario. Di famiglia povera, il padre era artigiano, diventa
disegnatore apprendista a soli quindici anni. Sotto la protezione del marchese Louis-François de
Gallifet, proprietario del Castello di Azay-le-Ferron, ha una formazione artistica molto eclettica.
Studia a Tours e Parigi prima di partire per l’Italia. Nel 1778 si reca a Roma, Venezia, Napoli e in
Sicilia, dove trascorre i primi anni della sua giovinezza a studiare i monumenti antichi.
Su commissione di una “société d’amateur des Beaux Arts” nel 1782 compie un viaggio
dall’Istria alla Dalmazia meridionale. Dal 1784 al 1787 lavora su commissione del conte
Choiseul-Gouffier, ambasciatore di Francia presso la Sublime Porta. Realizza una serie di
disegni per il suo libro “Voyage pittoresque de la Grèce” (1809); quindi visita l’Egitto (ottobre – dicembre 1785) e dipinge le antichità di Alessandria, le piramidi di Giza e le moschee
del Cairo. In seguito ritrae Palmyra, nel deserto della Siria, va in Terra Santa e illustra le
rovine di Baalbek in Libano, la Palestina, Cipro e antichi siti del Medio Oriente (in seguito,
con La Porte du Theil, Legrand e Langles, darà alle stampe “Voyage Pittoresque de la Syrie,
de la Phenicie, de la Palestina, et de la Basse Egypte”, appariranno nel 1799 due dei tre
volumi previsti, impresa interrotta nel 1802 a favore della “Description de l’Egypte”).
Cassas rientra a Parigi nel 1792 e nei primi decenni del XIX secolo, sotto la protezione
del duca di Rohan, è presso la scuola della Royal Gobelins (storico laboratorio di tessitura
di arazzi), dove viene nominato ispettore del lavoro e insegnante di disegno nel 1816.
Come architetto, crea una collezione di 745 modellini architettonici di antichi monumenti,
realizzati in sughero e terracotta, esposti nel 1806 insieme con le incisioni dei siti originali e delle rovine cui si è ispirato. I lavori sono stati acquistati da Napoleone e oggi sono
conservati presso la Scuola di Belle Arti di Parigi. Cassas ha anche esposto nell’ambito dei
“Salons”, mostre d’arte periodiche sponsorizzate dall’Académie Royale, nel 1804 e 1814.
Nel 1821 ottiene la “Legion d’honneur”. Si spegne a Versailles il 1° novembre 1827, stroncato a un colpo apoplettico. Dopo la morte, il suo lavoro è a lungo dimenticato. Nel 1973,
la Jugoslavia gli rende omaggio con l’emissione di un francobollo della città di Spalato
riproducente una delle sue incisioni del 1782: la “Vue de Spalatro et du Lazareth”.
Cassas, che successivamente andò perduto. Aggiunge, infine, una diligentissima spiegazione,
uno a uno, dei suoi disegni. Essendo stata l’opera
pubblicata durante il periodo dell’ascesa politica
di Napoleone, essa ebbe molta influenza sull’architettura neoclassica.
Oggi è considerata una rarità, soprattutto per
il fatto che molti antiquari hanno sfasciato i
volumi, distruggendone i testi, per vendere singolarmente le stupende tavole. L’iniziativa della
Libreria Svevo, quindi, rappresenta un evento di
grande portata internazionale. Realizzato in 224
pagine – più una prefazione del prof. Antonio
Trampus, ordinario di Storia Moderna presso
l’Università di Venezia, e altri testi che la seguiranno – con 63 tavole (di cui 9 ripiegate in più
parti), il volume avrà una tiratura iniziale di sole
300 copie (il prezzo dovrebbe essere di 58 euro).
La traduzione in lingua italiana è stata redatta dal prof. Leo Lazzarotto. L’opera riporterà in
apposite pagine iniziali il nome di tutti gli enti
pubblici e privati, associazioni istriane, fiumane
e dalmate, circoli culturali, biblioteche, archivi,
deputazioni di Storia Patria, ecc., che aderiranno
all’iniziativa dandone gli auspici, senza alcun
obbligo d’acquisto, ma con l’invito ad assumersi
l’impegno di divulgare l’importanza dell’opera
nel modo più ampio possibile attraverso segnalazioni, comunicazioni, descrizioni, recensioni,
articoli, commenti, avvisi, ecc.
Panorama
37
Giampaolo
Pansa sempre
«controcorrente»:
racconta senza tabù,
attraverso una serie
di storie incrociate, i
problemi, i bisogni
e i punti di forza
dell’«età scomoda»
cc Giampaolo Pansa (Casale Monferrato, 1935),
giornalista, saggista e scrittore. Dai primi anni 2000
la sua attività saggistica si è concentrata soprattutto
sul racconto dei crimini compiuti dai partigiani
durante il periodo della guerra civile e nei mesi
successivi alla conclusione della Seconda guerra
mondiale. È intervenuto spesso sulla questione dei
confini orientali d’Italia, sull’esodo, sulle foibe, sui
massacri perpetrati da molti partigiani rossi, quelli
che oggi negano l’olocausto italiano a opera dei
criminali titini. Nel 2015 l’Associazione Dalmati
Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio
gli ha assegnato il Premio “Niccolò Tommaseo”
38
Panorama
I
Il mondo è dei
vecchi, folli
e ribelli?
l mondo ormai appartiene a quelli con i capelli bianchi. Lo afferma con convinzione quel
campione di disobbedienza che è Giampaolo
Pansa, classe 1935. Vecchi, folli e ribelli.
Storie private della terza età (Rizzoli), è il
titolo del nuovo libro di questo autore, uno dei
grandi maestri del giornalismo italiano, sempre
“controcorrente”. Questa volta Pansa ha scelto
non un tema storico, come ne “Il sangue dei
vinti”, bensì ha deciso di raccontare, attraverso
una serie di storie incrociate, il mondo degli anziani. Anche se la parola anziani a lui non piace
molto: “Preferisco vecchi, mi sembra una parola
più schietta”, precisa in un’intervista rilasciata a
Matteo Sacchi del Giornale.
Infatti, in questo saggio Pansa fa i conti con il più
grande tabù della nostra epoca e, da irriducibile
contestatore, affronta l’età scomoda per eccellenza senza censure, parlando di sesso e di desiderio, di sfide e progetti, ma anche di bisogni
e di solitudini, di quella fame di giovinezza che
toglie la voglia di guardarsi negli specchi. Perché
i vecchi, al contrario di quanto si crede, non si reputano dei malati incurabili, non si considerano
dei deboli che attendono solo il momento in cui
andranno dal Creatore; ma anzi, non si arrendono. Ma, soprattutto, contano molto (si veda a
esempio la verve con la quale l’ultranovantenne
Napolitano impartisce lezioni e consigli) e il loro
numero cresce di continuo.
“Nelle scelte politiche risultano decisivi – osserva pansa –, lo si è visto in Gran Bretagna nel referendum se uscire o no dall’Europa. Il mercato li
coccola poiché decretano il successo o la sfortuna
di un prodotto. Eppure di loro non si discute mai.
Il motivo l’ho compreso quando ho compiuto
gli ottant’anni. La vecchiaia impaurisce persino
chi ne è ancora distante. E quasi nessuno vuole
occuparsene. Ho provato a farlo con questo libro
per me insolito e in parte autobiografico”, spiega
l’autore nell’introduzione.
Pansa descrive la terza età nella sua forza e
negli “acciacchi” che l’affliggono: la solitudine,
la paura della povertà, il terrore di ammalarsi,
l’angoscia di essere rapinati persino dalla propria banca. Non trascura nemmeno il rapporto
con l’amore (Pansa dà largo spazio anche alla
sessualità nella terza e quarta età, sdoganando
pure il sesso a pagamento, “perché non tutti
hanno la possibilità di mantenere una vita affettiva, ma almeno quella sessuale nessuno ha il
diritto di negargliela”) e l’elisir della vita. L’autore
descrive il differente approccio di uomini e donne: i primi si affidano a quel rimedio miracoloso
che è il viagra; le seconde sono invece più impegnate a combattere (o meglio a nascondere) i
segni del tempo, osando con l’abbigliamento e
dedicandosi sempre più alla cura del corpo.
Ma l’anziano, nell’ottica di Pansa, è vincente solo
a patto che abbia un minimo di disponibilità economica. Quelli poveri, invece, ingrossano la tribù
degli sconfitti; sono gli esclusi di una società che
riflette soltanto sui giovani. “‘Vecchi, folli e ribelli’
è stato pensato come il racconto di un’Italia poco
conosciuta e molto trascurata. Dirà il lettore se
sono riuscito a sbirciarla nel modo giusto”. B. R.
libri
ROBERT
LANGDON
la saga affonda
nelle «Origini»
In contemporanea con il lancio
del film tratto da «Inferno»,
Dan Brown annuncia il quinto
capitolo della serie che ha come
protagonista il celebre professore
D
on Brown ha annunciato per il
2017 l’uscita di Origin, il quinto
volume della saga di romanzi che
hanno come protagonista Robert
Langdon, il professore di simbologia dell’Università di Harvard, già protagonista di “Il Codice Da Vinci”, “Angeli e Demoni”,
“Il simbolo perduto” e “Inferno” (oltre 200
milioni di copie vendute nel mondo, con traduzioni in 56 lingue). Il libro sarà in perfetta
sintonia con quelli che sono i romanzi precedenti scritti da Dan Brown.
Questa volta Landgon sarà alle prese con il
mistero della nascita dell’Universo, cercando
di svelare gli enigmi primordiali legati della
formazione della Terra e del corpo stellare.
I fan di Dan Brown sono quindi pronti a riaccogliere nelle proprie librerie il professor
Langdon ma, nell’attesa, potranno godersi il
nuovo film diretto da Ron Howard, in cui lo
stesso autore del libro è produttore esecutivo.
fIn uscita fra un anno
“Origin” sarà nelle librerie il 26 settembre
2017, esattamente tra un anno, negli Stati
Uniti d’America e in Canada dall’editore Doubleday e in Gran Bretagna, con traduzioni già
prenotate in decine di Paesi del mondo, Italia
compresa (l’editore sarà Mondadori come per
i precedenti volumi di Brown). È stato lo stesso autore a darne notizia con la sua newsletter, diffusa alla vigilia dell’uscita del film “In-
ferno”, portato sul grande schermo
dal regista e attore Ron Howard con
Tom Hanks come interprete principale.
La première mondiale del film si è tenuta
il 6 ottobre scorso nel salone dei Cinquecento, a Firenze – dove hanno avuto luogo buona
parte delle riprese –, con la presenza di regista, cast e dello scrittore statunitense.
fAltro caso difficilie
In linea con il suo stile inconfondibile, Dan
Brown in “Origin” intreccia i codici, la scienza,
la religione, la storia, l’arte e l’architettura
con una miriade di simboli. Come ha spiegato
Doubleday, l’editore Usa, in una nota criptica
almeno quanto i misteri risolti in passato da
Langdon. Le avventure di Langdon, personaggio immaginario che di mestiere fa il
professore ad Harward e l’esperto di simbologia religiosa, ma che nei libri del britannico
diventa il risolutore dei difficili casi che in
ogni libro si intersecano con la vita privata
del docente dai capelli neri e gli occhi azzurri.
Finora abbiamo seguito Langdon nelle avvenuture al CERN di Ginevra in “Angeli e Demoni”, passando per il Louvre di Parigi nel “Codice
Da Vinci”, fino a raggiungere il Campidoglio
di Washington ne “Il Simbolo Perduto”, per
poi scoprire i segreti di Dante Alighieri e della
Divina Commedia nell’ultimo romanzo, “Inferno”. Proprio quest’ultimo sbarca ora nelle
grandi sale e i panni di Langdon sono stati
S’intitola “Origin” il
romanzo in uscita fra un
anno: in esso il professor
Langdon si spingerà nella
pericolosa intersezione delle
due domande più durature
del genere umano. La sua
scoperta farà tremare la
Terra che gli risponderà
indossati, ancora una volta, da Tom Hanks, con
Felicity Jones nel ruolo della dottoressa Sienna
Brooks. “Origin” spingerà il professore nella
pericolosa intersezione delle due domande più
durature del genere umano. La sua scoperta
farà tremare la Terra che gli risponderà. I. R.
Panorama
39
libri
eeLa copertina
dell’attesissimo
seguito della
“Cattedrale del
male”, appena
uscito nelle
librerie. Gli eredi
della terra
(in Italia, edito
da Longanesi,
Collana La Gaja
scienza, 912 pagine) è ambientato tra le terre
profumate di vino
della Catalogna,
negli anni fervidi
del Concilio di
Costanza
a cura di Barbara Rosi
fFenomeno editoriale
no straordinario romanzo di lealtà e vendetta, amori e sogni,
ma soprattutto di fortissime
emozioni. È la presentazione di
Gli eredi della terra, nuovo romanzo di Ildefonso Falcones,
da molti accostato al Ken Follet dei “Pilastri
della Terra”. Scrittore e avvocato spagnolo (è
specializzato in Diritto civile), Falcones è infatti noto come autore del romanzo storicobestseller di dieci anni fa “La cattedrale del
mare” (Editorial Grijalbo, Barcellona), con il
quale ha esordito nel mondo della letteratura.
Il libro ha riscosso subito un successo strepitoso – ha venduto solo in patria quasi un
milione di copie –, diventando un fenomeno che attiene all’editoria più che alla letteratura, trattandosi di un romanzo fluviale
fondato sulle regole eterne del feuilletton,
aggiornato ai tempi della telenovela storica.
“La cattedrale del mare” è stato tradotto in
più di 15 lingue, distribuito in 40 Paesi e ha
venduto oltre 6 milioni di copie in tutto il
mondo. Rimasto per mesi in vetta alle classifiche spagnole, acclamato unanimamente da
pubblico e critica, ha vinto il Premio “Euskadi
de Plata” 2006 per il miglior romanzo in lingua spagnola, “Leggere il miglior libro in spagnolo” nel 2006, il Premio Fondazione José
Manuel Lara al romanzo bestseller nel 2006,
il prestigioso Premio “Giovanni Boccaccio”
2007 per il miglior autore straniero, il Premio
Internazionale “Città dello Stretto” 2008 e il
Premio “Fulberto di Chartres” 2009
Tre anni dopo arriva il suo secondo romanzo,
“La mano di Fatima” (Premio Roma 2010),
mentre nel 2013 è la volta del suo terzo romanzo, intitolato “La regina scalza” (Premio
“Pencho Cros” 2013, Premio “Città di Giardini” 2014). I numeri del “fenomeno Falcones”
sono ormai impressionanti: 9 milioni di copie
vendute in più di 40 Paesi.
U
40
Panorama
A dieci anni dal bestse
suo romanzo più famo
dove seguiamo le avve
La nuo
di Ilde
fIntrighi e misteri
Ora l’autore ritorna nelle librerie (quasi in
contemporanea con l’inizo delle riprese della fiction televisiva “La cattedrale del mare”,
produzione ambiziosa che uscirà nel 2018)
proprio con il seguito della sua prima opera.
Falcones ci riporta in una terra e in un periodo
storico che ama e che conosce molto bene: la
Barcellona del XV secolo, dove all’ombra della
cattedrale di Santa Maria del Mar avvengono
intrighi, avventure e misteri.
“Los herederos de la tierra” (questo il titolo originale) ha visto la luce a fine agosto da Grijalbo
(gruppo editoriale Penguin Random House) in
Spagna e America Latina, e a ottobre in Italia
per la Longanesi (Collana La Gaja scienza, 912
pagine). Il giornale ‘El Pais’ ha offerto sul suo
sito web un assaggio in anteprima del romanzo, proponendo il primo capitolo. “Un grande
bestseller, un romanzo grandioso come una
cattedrale”, scrive ‘El Pais’.
Falcones ci restituisce l’universo ha creato
con il romanzo che gli ha cambiato la vita.
Va subito detto che in “Gli eredi della terra”,
lo scrittore mantiene alcuni dei personaggi
principali del precedente libro – “aggiornando” lo status della posizione sociale che
hanno maturato nel tempo –, affiancandogli
alcune nuove figure, ma sempre correlate con
quelle del precedente romanzo, come i figli
del bene, i figli del maligno...
La trama gira intorno all’epopea di Hugo Llor,
un orfano di 12 anni, che ha la fortuna di incrociare il suo cammino con Arnau Estanyol,
protagonista della prima puntata, ora diventato un grande uomo della città. Due lustri fa
avevamo lasciato Arnau Estanyol quale umile
eller «La cattedrale del mare», lo scrittore spagnolo torna col seguito del
oso. «Gli eredi della terra» ci riporta nella Barcellona del XV secolo,
enture del giovane vinaio Hugo Llor e del suo amico Arnau Estanyol
ova scommessa
efonso Falcones
giovane del quartiere della Ribera, che fra
lotte, tradimenti e Santa Inquisizione aveva
cercato di scalare la società e affermarsi come
architetto. Arnau ritorna, ma con un’altra posizione sociale.
fDalla Ribera al Raval
Dunque, la narrazione riprende dopo tre
anni dalla fine degli eventi raccontati in “La
cattedrale del mare” e, come già detto, ritroviamo Arnau Estanyol, sotto la cui ala protettrice lavora nei Cantieri reali il giovane
Hugo. E questa volta che cos’ha intenzione
di costruire? Il muro di Raval, i cantieri navali, l’Hospital de la Santa Cruz (oggi Hospital
de la Santa Creu)... Ma i sogni di Hugo di poter diventare costruttore si scontrano presto
con la dura realtà, l’ostilità della famiglia
Puig, che acquisisce sempre più potere. Da
quel momento l’esistenza di Hugo diventa
estremamente difficile, divisa tra la fedeltà
alla famiglia Estanyol e la necessità di dover
sopravvivere in una città sempre più ingiusta nei confronti dei poveri.
Costretto a lasciare il quartiere della Ribera,
Hugo troverà lavoro presso Mahir, un ebreo
che gli insegnerà i segreti del vino, nel cuore del Raval, uno dei quattro distretti della
Ciutat Vella, nato in seguito all’ampliamento
delle mura medievali della città (la sua origine è da collocarsi alla metà del secolo XIV,
quando la Peste nera riduce la popolazione di
Barcellona da 30.000 abitanti a 20.000 e il re
Pietro III ordina la costruzione di una nuova
cinta muraria presso l’altro lato del torrente
Rambla, allo scopo di proteggere e chiudere
una zona, quella del Raval appunto, che co-
minciava a urbanizzarsi spontaneamente).
fSi riparte dal 1387
Ecco la trama. Barcellona, 4 gennaio 1387.
Arnau Estanyol, dopo le mille traversie che
hanno segnato la sua vita e la costruzione
della grandiosa Cattedrale del Mare, è ormai
uno dei più stimati notabili di Barcellona.
Giunto in città ancora in fasce e stretto tra le
braccia del padre, un misero bracciante, nessuno sa meglio di lui quanto Barcellona possa
essere dura e ingiusta con gli umili. Tanto che
oggi è Amministratore del Piatto dei Poveri,
un’istituzione benefica della Cattedrale del
Mare, che offre sostegno ai più bisognosi mediante le rendite di vigneti, palazzi, botteghe
e tributi, ma anche grazie alle elemosine che
lo stesso Arnau si incarica di raccogliere per le
strade. Sembra però che la città pretenda da
lui il sacrificio estremo.
Ed è proprio dalla chiesa tanto cara ad Arnau
che giunge il segnale d’allarme. Le campane
di Santa Maria del Mar risuonano in tutto il
quartiere della Ribera; rintocchi a lutto, che
annunciano la morte di re Pietro... Ad ascoltare quei suoni con particolare attenzione c’è un
ragazzino di soli dodici anni. Si chiama Hugo
Llor, è figlio di un uomo che ha perso la vita in
mare, e ha trovato lavoro nei cantieri navali
grazie al generoso interessamento di Arnau.
Ma i suoi sogni di diventare un maestro d’ascia e costruire le splendide navi che per ora
guarda soltanto dalla spiaggia si infrangono
contro una realtà spietata. Al seguito dell’erede di Pietro, Giovanni, tornano in città i Puig,
storici nemici di Arnau: finalmente hanno
l’occasione di mettere in atto una vendetta
ccIldefonso Falcones de Sierra (Barcellona,
1958), scrittore e avvocato spagnolo
che covano da anni, tanto sanguinosa quanto
ignobile... Da quel momento, la vita di Hugo
oscillerà tra la lealtà a Bernat, l’unico figlio di
Arnau, e la necessità di sopravvivere.
Tra le terre profumate di vino della Catalogna,
negli anni turbolenti del Concilio di Costanza,
Falcones ricrea alla perfezione una società
effervescente ma imbrigliata da una nobiltà
volubile e corrotta, nella quale emerge la lotta di un uomo per una vita che non sacrifichi
dignità e affetti. Lo scrittore è senza dubbio
molto abile nella rappresentazione dell’ambiente che meglio conosce e ama, la Barcellona del XIV secolo, tratteggiata in modo molto
preciso ma vivido.
L’autore riesce a unire realtà storica e finzione in modo avvincente ma non irrealistico, e
comunque in grado di comunicare un messaggio di fondo, che in un romanzo storico è
comunque un valore aggiunto.
Panorama
41
a cura di Ardea Velikonja
E
dizione da record quella di Caseus Veneti 2016, concorso regionale formaggi del Veneto ospitato per la sua dodicesima edizione presso Villa Contarini
di Piazzola sul Brenta (Pd). La manifestazione viene patrocinata e sostenuta
dalla Regione del Veneto e dal Consorzio di
tutela Grana Padano Dop in collaborazione con
i consorzi Asiago Dop, Montasio, Monte Veronese, Casatella Trevigiana, Provolone Valpadana,
42
Panorama
formaggio Piave. In gara 385 formaggi esaminati da una giuria di esperti dell’Onaf (Organizzazione nazionale assaggiatori formaggio),
78 aziende produttrici, grandi caseifici, piccole
malghe della Pedemontana ed affinatori, 37
categorie ed altrettante medaglie d’oro
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia,
nella giornata di premiazione ha ricordato che:
“Nel 2005 alla prima edizione c’erano 50 formaggi, oggi quasi 400. Un fatto straordinario,
nessuna regione come il Veneto può vantare
una ricchezza simile e questi numeri sono la dimostrazione anche di quanta innovazione ci sia
Caseu
la festa d
in questo settore e mi compiaccio di aver visto
tanti giovani. Questo settore deve affermarsi a
livello internazionale proprio attraverso innovazione, qualità, sicurezza alimentare e grande
identità legata alla tipicità. Non dimentichiamo
che in Veneto ci sono 160mila aziende agricole che rappresentano 6 miliardi di Pil, seconda
agricoltura dopo quella Lombarda, 350 prodotti tipici dei 4.500 nazionali”.
Nell’agricoltura veneta il lattiero caseario è
una parte fondamentale, oltre 3mila gli allevamenti di bovine dove si produce il 10%
del latte italiano (1,13 milioni di tonnellate
nel 2015 per un valore alla produzione di 416
milioni di €). Ma è la trasformazione casearia,
in prodotti tipici esportati in tutto il mondo, a
made in italy
Dalle piccole malghe pedemontane
pregiate forme di marchi di fama
internazionale. Il Veneto ha un primato
ineguagliato, il 90% del suo latte va alla
trasformazione casearia, quasi il 70% in
formaggi Dop
cc400 i formaggi esposti
ccDal buon latte un ottimo formaggio
us Veneti
del formaggio
rappresentare la punta di diamante del settore: 171 le industrie lattiero casearie con
oltre 3mila occupati e un fatturato stimabile
in oltre 1 miliardo di euro l’anno.
“Un’agricoltura – ha ricordato l’assessore
regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan –
sempre più giovane con 400 le imprese di
giovani appena nate in Veneto. E con un Psr
già operativo abbiamo previsto 16 milioni
di sostegno proprio al lattiero caseario, cha
ha assegnati anche 2 milioni per la promozione internazionale e 500 mila euro per
la promozione delle Dop”. “Il Veneto ha un
primato ineguagliato, il 90% del suo latte va
alla trasformazione casearia, quasi il 70% in
formaggi Dop – ha infine ricordato il presi-
dente AproLaV, Terenzio Borga – i consumatori
devono ricordare che comprare un formaggio
veneto significa salvare una stalla, mantenere
viva la nostra storia e tradizione”.
Un Caseus con un risvolto solidale, il direttore
del Consorzio Grana Padano, Stefano Berni, ha
annunciato che le 300 forme di Grana Padano
Dop prodotte ad Expo 2015 presto saranno
messe in vendita e i 100mila euro di ricavato
serviranno al funzionamento del reparto di
malattie nutrizionali nell’ospedale pediatrico
di Haiti. Solidarietà anche a Villa Contarini: i
quintali di formaggi tipici acquistati dai visitatori andranno infatti a sostegno di Life Inside
Onlus e Città della Speranza e delle popolazioni terremotate del centro Italia. Testimonial di
questa gara di beneficienza la giornalista Rai
Eleonora Daniele
Per la prima volta speciali lezioni di cucina con
chef emergenti, Sette chef per sette formaggi
+Uno, ovvero tutti i Dop della regione a cui si
aggiunge una Specialità Tradizionale Garantita, la mozzarella della Latteria di Soligo, con la
partecipazione di Adua Villa. Ai fornelli si sono
succeduti: Silvia Moro del Ristorante Aldo Moro
di Montagnana (Pd); Carlo Nappo, ristorante al
Podere (Pn); Andrea Rossetti del ristorante Do
Campanili di Cavallino Treporti (Ve); Leandro
Luppi del ristorante Vecchia Malcesine, Malcesine (Vr); Alberto Basso, del ristorante 3 Quarti
di Grancona (Vi); Ljublica Komlenic, Ristorante
Sporting by Lju, Caorle (Ve); Alessio Longhini
del Ristorante Stube Gourmet di Asiago (Vi).
Non potevano mancare gli appuntamenti dedicati alle degustazioni dei grandi formaggi
Dop a cura dei Consorzi di Tutela e lezioni di
“Come Nasce il formaggio” con i casari intervenuti. Al Presidente Zaia il Consorzio del Grana
Padano ha consegnato una copia del recente
libro edito da Mondadori “Grana Padano-Una
storia di qualità”, che fa conoscere la storia di
questo straordinario prodotto dalle origini ai
giorni nostri.
Panorama
43
eIle 15 settembre del
1971 un gruppo di
volontari partiva da
Vancouver, in Canada,
a bordo del peschereccio Phyllis Cormack,
poi ribattezzato Greenpeace, per cercare di
fermare i test atomici
sull’isola di Amchitka,
in Alaska
anniversari
a cura di Nerea Bulva
U
n gruppo di volontari tenta di fermare
i test atomici sull’isola di Amchitka, in
Alaska, partendo dal
Canada con il peschereccio Phyllis
Cormack. Era il 15 settembre 1971:
così 45 anni fa nasceva l’organizzazione ambientalista Greenpeace.
Quel primo viaggio coincide con
un primo successo: anche se l’imbarcazione non è mai arrivata a
destinazione, perché intercettata
dagli americani, l’operazione ha
suscitato una forte opposizione
nell’opinione pubblica ai test atomici, che portò al loro bando.
In questi anni Greenpeace è cresciuta e continua a crescere: conta
oltre tre milioni di sostenitori, 36
mila volontari in tutto il mondo, a
cui si aggiungono migliaia di attivisti, ricercatori e un numero sempre
crescente di alleati. Dalla battaglia
contro i test antiatomici alla lotta ai
cambiamenti climatici la storia di
Greenpeace continua con l’obiettivo ambizioso di vincere le sfide più
difficili per la difesa del Pianeta.
eeIn azione per impedire l’affondamento
della Brent Spar
nel Mare del Nord
(1995)
Greenp
45 anni di lotte per la
fLe nuove sfide
Ora per l’organizzazione ambientalista la lotta ai cambiamenti climatici è la sfida più sentita al momento dato che bisognerà raggiungere
l’obiettivo ambizioso di non superare 1 grado e mezzo di aumento
della temperatura globale e avviare
la transizione verso le rinnovabili al 100% per tutti in accordo con
44
Panorama
quanto stabilito alla Conferenza sul
Clima di Parigi dello scorso dicembre. Sappiamo che tra le maggiori
conseguenze negative dei cambia-
menti climatici vi è l’acidificazione
degli oceani. Gli oceani assorbono
troppa Co2 e la loro acidificazione
danneggia la vita marina. Da questo
eeI gommoni
contro una
portaerei
americana
(1988)
La nuova 
Rainbow
Warrior di
Greenpeace
(2011)
peace
a tutela dell’ambiente
ccIn azione contro la caccia alle balene (2000)
ccUna delle navi di Greenpeace tra i ghiacci dell’Artico
Dalla battaglia contro
i test atomici ai
cambiamenti climatici:
queste e molte altre le
sfide dell’organizzazione
ambientalista
punto di vista nel giorno del proprio
compleanno e non solo Greenpeace
ha chiesto una maggiore tutela degli
oceani a partire dalle aree protette.
Per difendere gli oceani bisogna
contrastare la pesca illegale e collaborare con altre organizzazioni per
evitare che gli oceani continuino a
trasformarsi in vere e proprie discariche per la plastica.
Continua inoltre la battaglia di
Greenpeace per fermare la deforestazione e per tutelare le foreste
primarie. La protezione delle foreste sostiene la biodiversità e mantiene il clima in equilibrio.
fSempre a favore
del pianeta
Ancora oggi Greenpeace continua
a battersi sia contro le testate nucleari sia contro il rilascio di sostanze
tossiche nell’ambiente. I test nucleari, anche se si sono rallentati grazie
all’opposizione pubblica, rappresentano ancora un interesse globale
e la speranza di Greenpeace è che
le Nazioni Unite intervengano per
mettere al bando le testate atomiche.
Come ricorda la stessa organizzazione c’è anche una vecchia battuta secondo la quale in ogni bar di
Vancouver è possibile trovare una
persona che affermi di aver contribuito alla nascita di Greenpeace, il
cui nome fu proposto da Bill Darnell. La scelta evidenziava bene
l’interesse per la pace (si era ancora in piena guerra fredda all’epoca)
ma anche per la tenuta del pianeta.
Oggi l’organizzazione che alle spalle ha tante lotte, alcune davvero
iconiche, continua a battersi su più
fronti: dalla difesa delle popolazioni indigene nella foresta amazzonica alla tutela delle terre artiche,
dal cambiamento climatico alla
protezione per le comunità che
subiscono pressioni da parte delle
multinazionali per le risorse del
loro territorio in tutto il mondo.
Panorama
45
salute
I
dolori del corpo sono collegati allo stato
emotivo che si vive. Quando si è particolarmente stressati, impauriti o si hanno gravose responsabilità è possibile che si accusino
fastidi e problemi a carico di varie parti del
corpo, come per esempio la schiena, il collo
o le braccia. I dolori, principalmente muscolari
e alle articolazioni, elencati di seguito sono,
come ogni altro sintomo fisico, connessi ad una
situazione dolorosa mentale ed emotiva. Questo
non deve sorprendere più di tanto sia perché è
da sempre risaputo fin dagli albori della medicina sia perché il corpo e la mente sono davvero
un’unica entità che esprime e modella se stessa
in rapporto con l’ambiente che la circonda.
Le spiegazioni fornite sono un invito ad indagare
dentro di sé e scoprire che effettivamente quel
dolore è sorto dopo un determinato fatto e che
è il risultato di una cronicizzazione del pensiero/
emozioni, che anziché fluire sono stati trattenuti
più del dovuto creando delle contrazioni fisiche.
Le emozioni negative protratte nel tempo creano dei blocchi energetici che si somatizzano trasformandosi in disagi e quindi in malattie. Permettersi di sentire quella emozione e pensiero
spiacevoli, mantenendo la presenza, portando
la luce della consapevolezza dove l’ombra dell’ego aveva fatto la sua radice, è possibile sciogliere
queste tensioni fisiche e mentali, rinnovando la
propria vita.
Ogni tipo di dolore può essere direttamente connesso ad uno specifico stato emotivo, non è altro
che una manifestazione esterna del nostro stato
emotivo: l’organismo può mostrarci il problema
con esattezza affinché sia possibile farlo sparire.
fSofferenza fisica
ed emotiva
Dolore muscolare: rappresenta la difficile capacità di muoverci nella vita. Ci indica quanto
siamo flessibili con le nostre esperienze nel lavoro, a casa e con noi stessi.
Mal di testa: limita il processo decisionale. Le
emicranie compaiono quando viene presa una
decisione, ma non si agisce. Cerca di radicarti e
uscire dal pensiero ossessivo.
Dolore al collo: compare nelle persone che vivono uno stato di inflessibilità, rigidità, severità
e autodisciplina. Cerca di lasciare andare questa
severità: la vita è un gioco, passa del tempo con i
bambini e gli animali che sono in grado di ricordarci la bellezza della vita.
Cervicale: chi soffre ripetutamente di questo
particolare dolore tende ad essere dominato da
46
Panorama
Corpo e
mente non
sono due
mondi
separati,
ma sono
due parti,
in continua
influenza
reciproca, di
un tutt’uno
un’attività riflessiva esagerata e da una grande ostinazione. Segnali, questi, che rivelano
una scarsa cedevolezza nei confronti delle
proprie emozioni, del desiderio di lasciarsi andare, di abbandonarsi. Questi tipi di sofferenza si legano frequentemente a un eccessivo
dominio del “mondo” della testa (razionale)
sugli istinti.
Dolore alle gengive: è collegato a decisioni
che non vuoi prendere o che non tolleri.
Dolore alle spalle: indica che ti stai facendo
carico di una emozione, che appunto la stai
“portando sulle spalle”. Non hai il controllo
sulle situazioni e prendi con più leggerezza
questo compito.
Mal di stomaco: si verifica quando “non hai
digerito una situazione” e appunto ti è rimasta
sullo stomaco. Lo stomaco è uno degli organi
più sensibili e dove si somatizza di più. Molto probabilmente è una situazione in cui sei
stato giudicato negativamente o comunque
ha a che fare col rapporto emotivo con le altre
persone.
Dolore alla parte superiore della schiena:
senti la mancanza di supporto emozionale.
Forse ti senti solo e che nessuno ti appoggia
e ti vuole bene.
Dolore alla parte centrale della schiena
(toracica): indica senso di colpa, paure inespresse, emozioni represse, odio e rancore.
È la chiusura del cuore. Il nostro corpo, sotto
l’effetto di una umiliazione, tende a “piegarsi”
o meglio a “ripiegarsi” su noi stessi.
Dolore alla parte bassa della schiena (lombare): preoccupazioni economiche e senso di
inadeguatezza e incertezza.
I dolori fisici
comuni
ed il significato
emotivo
specifico
Secondo l’antica medicina
tradizionale cinese questi
disturbi sono collegati allo
stato che si vive al momento.
Tanti fastidi possono essere
determinati da stress o dalla
difficoltà nell’accettare la vita
Dolore all’osso sacro: stai trascurando una
situazione che deve essere sbloccata e risolta.
Ha a che vedere con le radici quindi qualcosa
di molto basilare e portante nella tua vita materiale.
Dolore al gomito: stai effettuando resistenza ad un cambiamento nella tua vita. Forse è
giunto il momento di accettare le variazioni e
i cambiamenti.
Dolore al polso: più di altre articolazioni, è
coinvolto nei rapporti interpersonali (dare la
mano) e denota l’equilibrio tra rigidità e flessibilità.
Dolore alle braccia: stai portando un grosso
carico emozionale.
Dolore alle mani: non riusciamo a connetterci con gli altri. Forse, in senso figurato, non
stiamo tendendo la mano al prossimo. Cerca
di fare nuovi amici, ristabilisci le connessioni.
Dolore ai fianchi: paura di intraprendere
nuovi cammini o immobilità nella propria
vita. Può indicare che sei restio ai cambiamenti e al movimento.
Dolore articolare: così come i muscoli, le articolazioni sono flessibili. Apriti a nuovi modi
di pensare, nuove lezioni di vita ed esperienze.
Dolore alle ginocchia: possono indicare problemi nelle relazioni con gli altri. Può indicare
anche l’impossibilità di adattarsi agli altri.
Può esprimere il grande disagio a vivere delle
situazioni umilianti: rifiuto di sottomettersi
(“incapacità di inginocchiarsi”).
Mal di denti: non ti piace una determinata
situazione in cui ti trovi, forse tuo malgrado.
Dolore alle caviglie: non ci concediamo il
diritto al piacere. Forse è tempo di essere più tolleranti con se stessi.
Dolore che causa stanchezza: indica noia, resistenza ed apatia. Cerca di aprirti a nuove esperienze.
Dolore ai piedi: indica depressione, paura ad
avanzare, mancanza di radicamento e di concretezza. I piedi sono un organo che ha più di 7000
connessioni nervose con tutto il corpo.
Se la negatività mentale stimola il dolore fisico,
viceversa il piacere fisico stimola l’espansione, il
rilassamento ed il benessere. Quindi cerchiamo di
attrarre situazioni piacevoli nella nostra vita, cosa
che uno stato mentale negativo non può permettere. Abbandoniamo le vecchie abitudini e condizionamenti ricevuti, lasciamo andare i traumi e
riscopriamo la meraviglia e la bellezza che sono
proprio qui, oltre il sonno della coscienza.
Panorama
47
alimentazione
Ricca di
proprietà
antiossidanti e
antitumorali,
è il simbolo
dell’autunno:
idrata,
disintossica,
combatte
l’invecchiamento
precoce e...
soddisfa la voglia
di dolce
Rinforza
i capelli
48
Panorama
Uva
un concentrato
di benessere
L’
Regola
il colesterolo
uva arricchisce la nostra alimentazione e sembra fatta apposta per
assistere il nostro corpo durante il
delicato passaggio dalle stagioni
calde a quelle più fredde. Si torna
dalle vacanze, si riprendono i ritmi quotidiani, si ha bisogno di una sferzata di energia,
nonché di una pulizia dell’organismo. Le sue
numerose proprietà rendono questo frutto
Depura
il fegato
un concentrato di energia in grado di risvegliare il corretto metabolismo. Da limitare
nei casi di diabete, è una preziosa alleata
nell’alimentazione quotidiana. Idrata, è antiage e ha un effetto drenante positivo per la
circolazione e la salute del cervello.
Ritratta in tantissimi dipinti e sculture, l’uva
sin dall’antichità è protagonista indiscussa.
Evidentemente già in passato si conosceva-
Fa bene
alla pelle
Aiuta a
mantenersi
giovani
no le proprietà benefiche che essa possiede.
La vite (vitis vinifera) ha colonizzato la terra
milioni di anni fa, non solo si utilizzano i
frutti da secoli ma anche le foglie.
Conosciute per le sue proprietà rinfrescanti e defaticanti, in passato, le foglie erano
utilizzate per fare impacchi e infusi. Ancora
oggi sono utilizzate per produrre pomate
e lozioni in particolare con una qualità di
vite dalle foglie rosse perchè ricche di polifenoli ad azione antiossidante e antiinfiammatoria.
Ecco tutti i motivi per portare l’uva in tavola:
AMORE PER IL GUSTO – Simbolo
stesso dell’autunno, il sapore dolce dell’uva
rende questo frutto un sostituto delizioso di
dolci e dessert. Alla fine dell’estate la natura
ci dona tanti frutti dal gusto intenso come
l’uva: fichi, cachi sono deliziosi spuntini per
una pausa nutriente e fresca oppure ottime
basi per un pasto veloce in cui abbinarli a un
formaggio tipico e al miele, un antibiotico
naturale.
CONTRO LA STANCHEZZA – Gli acini d’uva costituiscono una preziosa fonte di
fibre, sali minerali e vitamine. Grazie al contenuto di potassio e magnesio l’uva combatte
la stanchezza che a volte può cogliere al rientro dalle ferie, quando ci gettiamo a capofitto
nella routine piena di impegni. Secondo gli
studi mangiare uva può aiutare a prevenire
malattie degenerative e preservare la salute
delle ossa. Ecco perché è lo spuntino giusto
per ritrovare energia, a ogni età.
AIUTA LA CIRCOLAZIONE
– Grazie
al contenuto di acqua, circa l’80%, questo
frutto aiuta a mantenere la corretta idratazione e possiede un effetto drenante, in grado di
contrastare la ritenzione idrica e contribuire
all’attivazione delle funzioni epatiche e renali. Anche le foglie di vite sono ricche di proprietà, favoriscono la circolazione e contribuiscono al rafforzamento dei vasi sanguigni, lo
sapevi? È possibile utilizzarle come impacco
da applicare sulle gambe gonfie oppure assumerle come tisana.
ANTITUMORALE – Da uno studio
effettuato presso l’Università della Florida è emerso che il resveratrolo, contenuto nella buccia degli acini d’uva, presenta
proprietà antitumorali e potrebbe rivelarsi
prezioso nel trattamento della menopausa. Questa sostanza, infatti, mostra di
avere un ruolo importante nella risposta
infiammatoria dell’organismo e aiuta la
fluidificazione del sangue.
PELLE BELLISSIMA
– L’effetto
antiage dell’uva è noto. Gli antiossidanti
presenti nell’uva combattono l’ossidazione prevenendo l’invecchiamento precoce
e stimolando la produzione di collagene.
Schiaccia alcuni acini e usa l’uva fresca per
una maschera rigenerante: puoi unirla a
gel puro d’aloe insieme a qualche cucchiaio di yogurt, ideale per curare l’epidermide
arrossata o impura. Per favorire la guarigione di punture e tagli aggiungi qualche
cucchiaio di miele, in grado di aiutare la
cicatrizzazione della pelle.
Panorama
49
comportamento
I
mparare a utilizzare con intelligenza i social network può
aiutare la vita privata, ma anche
la dimensione professionale. Ormai passiamo sempre più tempo
su internet e insieme ai minuti
spesi si moltiplicano le tracce che lasciamo sul web, ecco perché iniziare a
costruire in maniera strategica la nostra identità virtuale si rivela sempre
più importante.
GRAMMATICA – Secondo
una recente indagine effettuata in Gran
Bretagna chi scrive correttamente ha più
successo sui social: usare la k al posto della
lettera c, errori di ortografia e congiuntivi
sbagliati non creano una bella impressione
in chi ci legge. Sul web il Galateo passa dalla
buona grammatica! Siete in dubbio? Copiate
la frase che avete appena scritto sul motore
di ricerca che utilizzate: è un modo semplice e
veloce per verificare eventuali errori.
INFO – Compilare bene le info non è solo
questione di sapersi presentare bene: può aiutare a conoscere persone con gli stessi interessi
e fare rete. Meglio evitare definizioni come
scuola/la strada o lavoro/me stesso, che non
spiegano nulla. Scrivete una frase chiara e semplice per spiegare il vostro lavoro e se avete un
sito web aggiungetelo, sarà utile per chi vuole
capire chi siete e che cosa fate.
Come
usare
Facebook
&Co.
con buon
senso e
trasparenza
ampliando
la rete di
contatti e
migliorando
le amicizie
anche sul
lavoro
50
Panorama
TAG – Sono da usare con buon senso e... parsimonia! Prima di taggare amici e conoscenti in
una foto è sempre buona norma chiedere loro il
permesso. Non tutti desiderano apparire sui social: chiedere è questione di buona educazione
e rispetto. Ricordate che nelle feste come Natale e Paqua è più d’effetto ricevere un messaggio
diretto e personale, anziché veder apparire sulla propria bacheca la foto di un pupazzo di neve
con il tag di mille sconosciuti.
FONTI
– Non sempre ci si rende conto
che materiali come frasi simpatiche, disegni e
citazioni vengono diffusi da siti web per farsi
pubblicità. Prima di diffondere una notizia
verificate se è una bufala: abituarsi a navigare
fra le notizie dei siti web controllando la loro
reputazione e fondatezza aumenta la qualità
dell’informazione che passa in rete.
Il BON TON
al tempo
dei SOCIAL
BUGIA! – Chi mente su internet viene smascherato con facilità. Attenzione, quindi, a postare foto di bellezze paesaggistiche se vi siete dati
malato oppure scrivere commenti imbarazzanti
che potrebbe leggere anche il vostro datore di
lavoro. Le bacheche dei social sono allettanti e
colorate come la pagina di un diario, ma non lo
sono: trattate voi stessi come un’autorità pubblica e prima di scrivere... pensate! Su internet tutto
è visibile.
FOTO – Annosa questione: foto e contenuti
video spopolano sui social, l’importante è allenare la propria coscienza critica. Siamo davvero
certi di desiderare che chiunque possa vedere (e
magari condividere o salvare) le nostre immagini mentre siamo ubriachi a un aperitivo o le foto
dei nostri bambini nella vasca da bagno? Se desiderate un album di foto... realizzatelo con carta e forbici oppure in una cartella del computer!
Sui social meglio caricare immagini di cui non ci
si potrà pentire. No ai selfie con vista sulla doccia
di casa o scollature esagerate.
DISCREZIONE
– Il Galateo sui social
passa attraverso l’attenzione ai piccoli dettagli.
Evitate di cadere nella trappola delle discussioni interminabili, dove ognuno finisce per
insultare l’altro. Avete appena interrotto una
storia d’amore oppure volete mollare il lavoro?
Proteggete la vostra privacy... e il buon gusto.
No a frasi ammiccanti e foto sorridenti insieme
a una nuova conquista. Offendere in pubblico,
sulle bacheche, magari coinvolgendo altre persone, non è mai una buona idea.
AMICIZIA – A chi decidete di dare
la vostra amicizia? Sì alle persone che aumentano il vostro buon umore, i contatti
interessanti per il lavoro e tutti coloro che
stuzzicano il vostro entusiasmo, ampliando
la rete di ciò che conoscete. Prima di accettare la richiesta di un ex... pensateci! Spiare
il ragazzo con cui abbiamo appena rotto aumenta la frustrazione e non è utile: meglio
rivolgere l’attenzione verso chi accende la
nostra dose di felicità quotidiana.
NEGATIVITÀ – Lamentarsi è umano,
ma utilizzare i social come rifugio dove vomitare tutta la vostra rabbia e frustrazione
rischia di non farvi apprezzare il lato più
interessante e utile del web. Grazie ai social
avete la possibilità di condividere i vostri
interessi e ciò che sentite, incontrare gente
in connessione con ciò che amate, scoprire
nuove passioni e luoghi. Invece di farvi affondare dalla negatività, imparate a seguire
chi vi dà ispirazione.
BUON ESEMPIO – Prima di regalare
ai bambini un tablet... imparate a utilizzarlo
voi! Chiedete consigli a colleghi o amici esperti. Pensate a quale immagine di voi desiderate far conoscere agli altri e andate a caccia
di ciò che è in grado di aumentare la vostra
ispirazione. Seguite i profili che vi interessano
invece di trascorrere il tempo a fare gossip o
giocare. Iniziate a dare il buon esempio, a voi
e agli altri. Usare i social con consapevolezza
è possibile.
Panorama
51
curiosità
Arrivano anche in Europa,
dopo l’America, i locali
«free phone». Ottima idea
per non sprecare tempo,
comunicazione e rapporti
umani. E per risparmiare al
momento del conto
L’
Ristoranti senza cellulare
qui si mangia con lo sconto
se rinunci al telefonino
impatto è davvero insopportabile. Entri in un ristorante, dai uno
sguardo ai tavoli, e che cosa scopri?
Una quantità di persone, tutte in
apparente compagnia, incollate al
cellulare e allo smartphone per smanettare. In questo modo la compagnia degli altri
commensali si trasforma in un gruppo di fantasmi, e si sprecano tempo, relazioni umane,
il calore di un incontro. Senza considerare la
parte estetica e lo sfregio al galateo: quei
telefonini piazzati sui tavoli, come se fossero
pistole all’epoca del Far west, sono davvero
orribili. E spesso trillano, disturbando gli altri clienti del locale, proprio come avviene,
di regola, nei vagoni dei treni quando provi a
riposare e ti sveglia di soprassalto la suoneria
del cellulare del vicino di posto.
Di fronte a questo fenomeno che abbina cattiva educazione e spreco derivante dall’uso
compulsivo degli apparecchi tecnologici, sta
crescendo una nuova, interessante tendenza:
diversi ristoratori, in tutto il mondo, invitano
i clienti a lasciare i cellulari e gli smartphone
all’ingresso e in cambio offrono perfino uno
sconto significativo sui prezzi del menù. Anche
in Italia c’è chi si sta convertendo a questo nuovo credo. Dal Friuli Venezia Giulia, passando per
Roma, fino alla Campania, la proposta dei pasti
“free phone”, sta prendendo sempre più piede.
52
Panorama
La moda in controtendenza nasce negli Usa
dove ad esempio un ristorante in Georgia
ha deciso di offrire gelato gratis a chi riesce
a mangiare senza guardare il cellulare così
come a Los Angeles dove viene proposto il 5%
di sconto a chi rinuncia al telefono. In Italia
uno su tutti che sta attirando l’attenzione dei
media è un ristorante di Teramo che offre uno
sconto del 15% a chi lascia il cellulare all’ingresso del ristorante a patto che a farlo siano
tutte le persone sedute a uno stesso tavolo e
non solo alcuni membri di un gruppo di amici
o di una famiglia. I ristoratori commentano
così la decisione: “Vogliamo contribuire, con
un piccolo ma significativo gesto, al ritorno
alla normalità dei rapporti tra le persone”.
Normalità, buona educazione, calore umano, lotta allo spreco: una buona miscela per
migliorare la qualità della vita e il proprio
benessere.
moda
G
razie alle nuove tendenze e agli
stilisti originali i vestiti resteranno
sempre attaccati agli appendiabiti,
sdraiati sul letto e accovacciati sulle
sedie. Possiamo dire addio ai cambi
di stagione che mettono a dura prova le ante
dell’armadio. Nessuno indosserà più la lana e
le pecore non verranno più tosate. Il velluto si
userà soltanto per le tende. Il feltro e il panno
li vedremo soltanto sui tappeti. Se vogliamo
che tutto rimanga come è, bisogna che tutto
cambi e infatti non cambia nulla. Siamo di
fronte ad una tendenza che spopola lungo le
strade e dentro gli armadi da un po’. Acquistare capi per tutte le stagioni è pratico ed economico ma non si può pensare di sotterrare i
tessuti ingombranti, pesanti e leggeri.
Non possiamo rinunciare ai cappotti di lana
e ai cappelli di paglia. Possiamo reinventare
Reinventiamo il nostro
stile creando outfit
che ci permettano
di indossare gli stessi
capi tutti i mesi
il nostro stile creando outfit che ci permettono di indossare gli stessi capi tutti i mesi.
L’importante è combinarli con i tessuti della
stagione corrente. Per l’appunto vengono
riproposti in chiave millennials blazer larghi
e maschili, gonne di tutte le lunghezze e le
forme, molte sono a ruota. Per realizzarle
richiedono un mix di tessuto e fili che neanche la Maga Magò riuscirebbe a capire la loro
stagione, per questo vanno bene sempre. Ed
ancora pantaloni meno stretti e più morbidi.
Caratteristica dettata dall’uso della viscosa,
del poliammide e dell’acetato.
I vestiti per la loro praticità sono quelli più
richiesti. Effettivamente si tratta di un capo
che potete abbinare con tutto quello che
vi pare, tranne i pantaloni, ma qualcuno ci
prova lo stesso. Giocate con le stoffe che caratterizzano una stagione, come il cotone, e
scoprirete che vestirsi non sarà più un dovere
ma un gioco al massacro per il portafoglio.
Un consiglio per non cadere nel falso mito
dei capi per sempre: non spendete troppo,
perché i tessuti non cambiano, ma le fantasie e i motivi sì. I vestiti di viscosa leggera, ad
esempio, potete tenerli sempre a portata di
mano se optate per i colori evergreen. Aggiungete, poi, una giacca dello stesso tessuto o di cotone per una fiammante stagione
fashion. Al contrario d’inverno scegliete cappotti di lana, giacche di pelle ma, se soffrite
il freddo, mettete sotto al vestito una calda
maglia della salute. Non sottovalutate il suo
contributo contro l’influenza. Qualcuno inorridirà al pensiero di mettere la maglia di lana
sotto tutto, ma la canotta ha accompagnato
la nostra infanzia, riprendiamocela per la
salute.
Basta ingorghi
dentro il guardaroba
Panorama
53
Jeans m
anche la prossima
G
ià dalla scorsa stagione il jeans
aveva fatto la sua comparsa
sulle passerelle dei grandi stilisti e anche nelle ultime sfilate
invernali ha regnato incontrastato. Perché il jeans non tramonta, si
reinventa, si utilizza puro, lavorato, lava-
ccNon solo capi in jeans
ma anche scarpe ed altri
accessori...
54
Panorama
to, sdrucito, liso... et voilà ecco la magia!
Potere dei creativi e delle stuole di artigiani che trasformano le idee e la materia
con giochi di stile sempre diversi. Anche il
jeans si rivisita, sia il tessuto che le lavorazioni studiate per abbellire, arricchire,
rendere distintivo e unico, andando a ri-
mania
a stagione è denim
prendere anche l’allure anni ‘90.
Il jeans fu inventato dal sarto Jacob Davis
nel 1871 per essere brevettato con Levi
Strauss il 20 maggio 1873 e nasce come
tela da lavoro. Per la grande diffusione dei
blue jeans si devono attendere gli anni
Settanta: da allora il jeans si può defini-
Altro che
monotonia,
è quasi un
mondo magico:
una creatività
incontenibile
trasforma le
idee e la materia
con giochi di
stile sempre
diversi
re il Re del casual. Infatti si ripropone in
dettagli sofisticati anche nell’alta moda
regalando una “raffinatezza spartana” alle
linee più eleganti. Intramontabile compagno del nostro look ci accompagnerà
anche nella prossima stagione. Come
sempre, denim mania.
Nell’autunno-inverno 2016-2017, quindi,
non mancheranno i capi e gli accessori in
jeans. I pantaloni e salopette giocano con
le forme e le dimensioni. Quest’autunno
rivivremo i magici anni Settanta con il taglio a zampa di elefante. Abiti, tute e longuette in total denim arricchiti con preziosi ricami sartoriali. I minidress sfideranno
le temperature dell’inverno, non mancano
le proposte allegre di jeans alternato a tessuto in fantasia, un antidoto alla tristezza
della brutta stagione.
Non solo pantaloni o gonne in stile anni
’90, anche i soprabiti si reinventano con
questo tessuto. Proposte classiche ma
anche irriverenti, extra long ed extra
large. Qualche idea? Il trench lunghissimo arriva sino alle caviglie, la giacca è
over size. Copricapi total denim oppure
proposti con dettagli in jeans, modelli
patch da abbinare a gonne o pantaloni in
fantasia. Giacchini classici street style in
alternativa a capi originali di cappotti effetto tye & die. Tornano anche la giacche
con profili a contrasto.
Must have immancabile nel vostro armadio sarà la camicia denim in taglio maschile. Per i nostalgici degli anni Novanta il
bomber con ricami colorati o con colletto a
contrasto. Completiamo il look con le calzature, le romantiche ballerine in denim
con il nastro da avvolgere alla caviglia oppure i tronchetti in tessuto jeans decorato
per un outfit più frizzante.
Panorama
55
multimedia
C
on milioni di app disponibili sul Play Store,
scegliere quali meritano
di equipaggiare il proprio smartphone non è
un compito semplice né
scontato. Per facilitare in questa selezione, PcProfessionale.it ha raccolto quelle migliori per Android o, per
così dire, le app “essenziali” e suddivise per tipologia, al fine di renderne più chiara la consultazione.
fMessaggistica
e social
WHATSAPP MESSENGER – È una delle app più popolari per tenersi in contatto gratuitamente con amici e famigliari.
Le sue funzionalità non si limitano
allo scambio di messaggi di testo:
si possono infatti inviare e ricevere foto, video, documenti e note
vocali.
Facebook Messenger
– Il client per scambiarsi messaggi
e chiamare via VoIP tutti i propri
contatti di Facebook non ha bisogno
di troppe presentazioni. Un suo indiscutibile vantaggio è che si tratta
di un’app standalone, pertanto, per
fruire delle sue funzionalità, non è
indispensabile installare sul proprio
telefono anche l’applicazione ufficiale di Facebook.
Telegram – Nota alternativa
a Whatsapp è l’applicazione Android
pensata per portare la comunicazione su un nuovo livello, sincronizzandola su tutti i dispositivi. Il client
può infatti essere installato anche
su PC, tablet e persino sul browser
Chrome.
Skype – È una delle app Android
per messaggi e video-chiamate tra
le più utilizzate al mondo. Permette,
inoltre, di effettuare chiamate su
numeri fissi e di telefonia mobile
a tariffe convenienti, utilizzando il
proprio credito Skype ricaricabile.
56
Panorama
Le migliori App
a cura di Igor Kramarsich
Avete appena
acquistato
un nuovo
smartphone?
Scoprite come
ottenere il
massimo dal
vostro device
Avere a disposizione
lo strumento giusto
al momento giusto è
molto utile, non solo
per poter sfruttare al
meglio le potenzialità
del telefono, ma anche
per poter gestire al
meglio ogni occasione
gratuite
fProduttività
Dropbox – Leader del file
storage è l’app per Android che vi
consente di archiviare tutti i vostri
file in cloud e di accedervi da diversi
dispositivi. Offre uno spazio gratuito
da 2 GB, espandibile a pagamento o
invitando i propri amici ad iscriversi
al servizio.
K-9 Mail – Semplice e funzionale è uno dei migliori client
di posta per Android. Permette di
creare nuove cartelle e di gestire i
messaggi di posta in maniera personalizzata, applicando filtri o tag, e di
associare una particolare suoneria ai
vostri contatti preferiti.
Evernote – È la soluzione
gratuita per prendere appunti,
catturare immagini dal web, stilare liste di cose da fare e registrare
promemoria vocali. Suo punto di
forza è la sincronizzazione con tutti
i dispositivi sui quali il programma è
installato.
Perfect Viewer – Nata
come app Android per la lettura di
fumetti funziona anche come lettore PDF, ebook reader e visualizzatore
di immagini. L’app può essere connessa anche agli account Google
Drive, Dropbox e OneDrive, così da
accedere alla propria libreria personale in qualsiasi momento.
aCalendar – Altamente
personalizzabile, a partire dalla
visualizzazione (mensile, settimanale o giornaliera) è la soluzione ideale per tenere traccia dei
propri impegni e appuntamenti.
Dispone, inoltre, di un widget dedicato, per visualizzare gli eventi
in programma direttamente dalla schermata Home del proprio
smartphone.
fFoto, musica
e video
YouTube – Snella e intuitiva, l’app ufficiale porta sul vostro
smartphone tutte le funzionalità
della celebre piattaforma web destinata alla condivisione di video.
Generalmente, si trova già preinstallata sulla quasi totalità delle
versioni Android.
Spotify – È un’app di streaming musicale, supportata
da una libreria immensa e in
costante aggiornamento. Potrete accedere gratuitamente a
un’ampia selezione di brani, album o artisti in modalità shuffle,
e, qualora decidiate di passare
alla versione premium, avrete la
possibilità di scaricare la vostra
musica preferita per ascoltarla
offline ed eseguire la sincronizzazione con le playlist già presenti sul vostro PC.
Panorama
57
multimedia
Shazam – Alla radio stanno passando un brano che vi
entusiasma, ma del quale non
riuscite proprio a ricordare il
titolo? Grazie all’analisi degli
spettrogrammi questa app vi
fornisce informazioni sulla canzone e sull’artista nell’arco di
pochi secondi.
Google Foto – Spazio
di archiviazione gratuito per
foto e video con backup illimitato organizza i vostri contenuti
multimediali in maniera automatica, rendendone la ricerca
rapida e intuitiva. Gli album e le
singole foto, di default privati,
possono essere condivisi con
chiunque si desideri.
Autodesk Pixlr –
Con oltre due milioni di combinazioni di strumenti, effetti
e filtri è tra i più completi editor gratuiti di foto. Quest’app
vi permette, inoltre, di creare
collage fotografici, aggiungere
bordi o didascalie alle immagini
e rendere ogni vostro selfie impeccabile, grazie agli strumenti
di miglioramento pensati per
rimuovere macchie, occhi rossi
e altre piccole imperfezioni.
fPrivacy
sicurezza
manutenzione
AVG Antivirus Free
– Tra gli antivirus gratuiti per
Android questa app merita sicuramente un posto d’onore. Oltre
a offrire un’efficace protezione
in tempo reale da virus, malware, spyware e contenuti fraudolenti, ha un sistema antifurto
per localizzare il dispositivo in
caso di smarrimento e diversi
strumenti per la protezione della privacy, come il blocco delle
applicazioni sensibili e l’intera
58
Panorama
formattazione della scheda SD,
anche da remoto.
Clean Master – È
una suite completa pensata per
ripulire i sistemi Android e renderli più performanti, attraverso la cancellazione di dati obsoleti come la cache delle app, la
cronologia delle ricerche e i file
inutilizzati. Include anche un
task manager che calcola la CPU
utilizzata dalle app, impedendo
a queste ultime di sprecare batteria, rallentare il dispositivo e
causare surriscaldamento.
Greenify – Se siete alla
ricerca di una soluzione per aumentare la durata della batteria
dello smartphone potrebbe essere l’applicazione che fa al caso
vostro. Non si tratta di un semplice task killer, ma di un “congelatore” di app, che le iberna
e le lascia dormienti quando lo
schermo del telefono è spento,
fino al loro successivo utilizzo.
Android
Device
Manager – È l’app di Google sviluppata per proteggere
il proprio smartphone in caso
di furto o smarrimento. Oltre a
localizzare il dispositivo, registrando la posizione dell’ultimo
ritrovamento, permette di far
squillare il telefono al massimo
volume, anche qualora sia in
modalità silenzioso, e di cancellare, da remoto, i dati sensibili
eventualmente presenti.
3G Watchdog – Monitora il traffico dati Mobile e
Internet WiFi in tempo reale,
permettendovi di impostare
una soglia massima di consumo. L’app presenta anche
grafici, rapporti e tabelle che
riassumono la cronologia del
traffico effettuato e il valore di
consumo medio.
passatempi
1
2
3
4
5
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7
8
15
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12
13
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31
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43
46
44
45
47
49
48
50
53
51
54
58
ORIZZONTALI: 1. Specialità per
schermitori - 8. Si suonano percuotendoli - 13. I sumeri meno
seri - 15. Il porro sulla pelle - 16.
Univa tutte le terre emerse della
Terra - 17. Cittadina del Piemonte
(Cuneo) - 18. È nota per i Bronzi - 19. Strada che permette di
evitare il centro urbano - 21. Non
lo concedeva Paganini - 22. Divanetto imbottito - 24. Stucchevole
33
37
39
41
14
17
19
21
57
10
16
18
34
9
- 25. Mezzo uovo - 26. Piacciono
alle scimmie - 27. Ha il corso in
Danimarca - 29. Fiume dell’Emilia-Romagna - 30. Comprendono
cose di valore - 32. Spiritelli della
mitologia nordica - 34. Effettivi...
alla corte - 36. Segnare giorno,
mese ed anno - 37. Vento caldo
che soffia da mezzogiorno - 38.
L’Emerico a Budapest - 39. Si nutrono di plancton - 40. Si tende
per usarlo - 41.
Soluzione del numero precedente
Povero e infelice
- 43. È scaduto al
contrario - 45. Si
ripetono in guerra - 46. Al fianco
della nave - 47.
Giunti a questo
punto - 48. Il
controspionaggio
USA - 49. Raffinato o adulterato -
55
52
56
59
51. Al di là - 53. Gli dei con Odino
- 54. Un ortaggio in cucina - 55. I
cartoni di Walt Disney - 57. Coda
di biscia - 58. Vi si trova la Sacra
Sindone - 59. L’acqua... solida.
VERTICALI: 1. Savona su targa
d’auto - 2. Elemento chimico 3. Altro nome del giaggiolo - 4.
Se non vola sta sul trespolo - 5.
Nota per una beffa - 6. Pacifico
anche quando s’infuria - 7. Si
ottiene dal diapason - 8. È caldo
quand’è fresco - 9. Firma i progetti (abbr.) - 10. Il re di Tiro, figlio di Poseidone - 11. I... colleghi di Pavarotti - 12. Il Nuvolari
pilota leggendario - 13. Si caccia
strillando - 14. La West tra le attrici - 16. Capitale della Polinesia
francese - 17. Roccia effusiva di
origine vulcanica - 19. Subì un
doloroso supplizio - 20. Scrisse
La cantatrice calva - 21. È nota
per la fabbricazione di ocarine 23. Bonaria senza boria - 26. Le
isole con Palma de Mallorca - 27.
Si parla a Seul - 28. È provvista
di numerosi tentacoli - 29. Quelli
d’America sono topinambur - 31.
Lo venerano i fiumani - 33. Il
simbolo del francio - 35. Le iniziali di Montesano - 36. Le sorelle di Ipermestra - 37. Il giudizio
di Dio - 39. Aperitivo amaro - 40.
Gli uccelli... cinerini - 42. Si allunga camminando più in fretta
- 44. Articolo maschile - 45. La
città ai piedi del Terminillo - 46.
Il fiume di Liegi - 47. Città delle
Marche - 48. Crollo finanziario
- 49. Umili vesti - 50. Il Grande
della Scala - 52. TeleMonteCarlo
- 55. Esclamazione di meraviglia
- 56. Il sottoscritto.
Pinocchio
Panorama
59