«Sì» o «No», la campagna elettorale entra nel vivo Prof e politici a

Download Report

Transcript «Sì» o «No», la campagna elettorale entra nel vivo Prof e politici a

«Sì» o «No», la campagna elettorale entra nel vivo
Prof e politici a confronto sulle due posizioni
AOSTA (old) Nella serata di martedì scorso, 11 ottobre, si è svolto a Saint-Vincent un incontro
sulle ragioni del «No» al referendum costituzionale di domenica 4 dicembre. Nel Centro
congressi comunale il Comitato
per il No della Valle d'Aosta ha
organizzato un incontro-dibattito moderato dall'avvocato Valerci Ridda e che ha visto la
partecipazione, come relatori,
di Roberto Toniatti dell'Università di Trento e dell'ex presidente della Regione e deputato
Luciano (.'averi. «Ci troviamo
per la terza volta nella storia
dell'Italia repubblicana di fronte
ad un tentativo di revisione della
Costituzione. - ha spiegato il
professore Roberto Toniatti,
esperto d i D i r i t t o Pubblico
Comparato n o n c h é membro
della Convenzione per la modifica dello Statuto della Provincia Autonoma di Bolzano Riavvolgendo il filo della storia,
il primo tentativo fu di Bettino
Craxi, un secondo durante il
periodo Berlusconi e ora prova
Matteo Renzi. Il fil rouge è costituito dalle crisi sistemiche e
dalle ambizioni di tre leader che,
desiderosi di cambiare tutto,
non riescono a cambiare nulla.
Come studioso di comparazione
di Costituzioni, sono molto critico in particolare sull'oggetto di
revisione stessa».
Roberto Toniatti ha proseguito analizzando nello specifico i l
quesito referendario e sottolineando quelle che secondo lui
si configurano come proposizioni «fraudolente e dilettantistiche». «Pensare che la nascita
di un Senato delle Regioni, modificato in termini di compo-
sizione oltre che difunzioni, rappresenti un effettivo miglioramento del sistema sia in termini
di risparmio sia in termini di
effcenza, è decisamente fuorviante. Nella realtà - ha proseguito Roberto Toniatti - il futuro Senato, qualora vincesse il
"Sì", si troverebbe a dover svolgere molteplici funzioni, senza
però la possibilità effettiva per i
suoi componenti, già oberati dai
ruoli locali, di adempierli in maniera competente».
«L'obiettivo
primo e non
espressamente spiegato della riforma - ha aggiunto Luciano
(.'averi - è la soppressione delle
autonomie locali e la morte dell'Italia intesa come Stato regionale. Al centro della riforma infatti vi è la volontà dei suoi
artefici di togliere il potere agli
enti locali, centralizzando sempre più la gestione della "res
publica" nelle mani dell'elite romana». «Portando il discorso
sul piano della fantapolitica - ha
detto Luciano Caveri - per realtà
locali come quella valdostana, si
materializzerebbe la prospettiva
di essere inseriti all'interno di un
contesto macro-regionale. Con
la Valle d'Aosta accorpata al
Piemonte ed alla Lombardia, la
creazione di un Consiglio macroregionale con probabile sede
a Milano e la perdita di servizio
primari come la Sanità». «Les
valdótains - ha concluso Luciano Caveri - si vedrebbero inseriti all'interno della Città Metropolitana di Torino, perdendo
tutte le prerogative peculiari territoriali e di identità culturale».
A chiudere la serata la considerazione di Roberto Toniatti:
«Il futuro Senato e le prospettive
per le minoranze locali, qualora
la riforma fosse attuata, non
rappresentano
nessun passo
avanti, anzi».
Nella serata di giovedì scorso,
13 ottobre, sempre nel Centro
congressi comunale di
Saint-Vincent, è stata la volta
dei promotori del «Sì» al voto
del referendum costituzionale
del prossimo 4 dicembre. L'incontro - organizzato dalla Stella
Alpina - ha visto come relatori
Paolo Gheda docente di Storia
Contemporanea all'Università
della Valle d'Aosta, l'onorevole
Rudi Marguerettaz e i l professore Giovanni Guzzetta, docente di Diritto Pubblico Comparato all'Università di Tor Vergata
di Roma n o n c h é presidente del
Comitato Insieme si Cambia,
promotore del «Sì». «Si tratta di
una serata - spiega Carlo Marzi
segretario della Stella Alpina
n o n c h é moderatore dell'incontro - durante la quale come
Stella Alpina vogliamo ribadire
la nostra posizione i n merito al
referendum di revisione costituzionale. Una linea, quella del
Sì, che abbiamo definito già durante i l nostro congresso di
maggio».
Nello spirito d i confronto
«laico e di commento» i l professore Paolo Gheda si è soffermato i n particolare a «descrivere quella che storicamente
è sempre stata la natura dell'Italia. Il tema della riforma
costituzionale è un argomento
che si è proposto più volte. La
cultura italiana vede la Costituzione non come un punto di
partenza ma soltanto come un
punto di arrivo. Solo osservando
gli anni 2000, scorgiamo già nel
2001 una modifica del Titolo V
della Costituzione ed una conseguente modificazione nell'assetto dei rapporti Stato-Regioni». Durante i l suo intervento
l'onorevole Rudi Marguerettaz
ha sottolineato l ' o p p o r t u n i t à
che, «grazie al clima pre-elettorale ancora "tranquillo"», vi è
per tutti gli elettori di avvicinarsi
al referendum informati e con
10 spirito giusto. «Nel nuovo disegno costituzionale - ha spiegato Rudi Marguerettaz - la Valle d'Aosta si troverà ad avere due
Senatori, nominati direttamente
dal Consiglio regionale. Tra i
vantaggi qualora a vincere fosse
11 Sì vi è quindi la possibilità di
un Senato rappresentativo per
gli enti locali». A difesa delle
ragioni del «Sì» anche i l professore Giovanni Guzzetta: «Era
dai tempi della Costituente che
non vi era un dibattito così acceso in merito a ciò che siamo e
ciò che vogliamo essere». «La
riforma, nonostante non sia perfetta, - ha proseguito Giovanni
Guzzetta - rappresenta l'unica
possibilità per il momento di
cambiare la Costituzione».
Il
Professore ha continuato i l suo
intervento con un attacco al
libro «Le ragioni del No» di
Marco Travaglio: «Critiche i n fondate». A chiudere il dibattito,
dopo qualche intervento del
pubblico, una considerazione
di Giovanni Guzzetta: «Al voto
del 4 dicembre siamo chiamati a
scegliere tra due "sì"; uno di
accettazione dell'attuale certezza di ripartizione delle competenze istituzionali, l'altro verso
un nuovo futuro, legato all'ancora da definire assetto politico
ma comunque
innovativo».
Edoardo Allicci