Scarica il pdf - Milano Finanza

Download Report

Transcript Scarica il pdf - Milano Finanza

11
Martedì 18 Ottobre 2016
MERCATI
Con l’edizione
Italiana de
© 2016 Dow Jones & co. Inc.
All Rights Reserved
ALMENO DUE MORTI NELL’ESPLOSIONE. NON È TERRORISMO. IL TITOLO PERDE SOLO L’1,2%
Basf resiste al doppio incidente
Ancora difficile quantificare i danni. Ma dopo gli scandali Volkswagen e Deutsche Bank è un altro
episodio che mette a nudo la fragilità del sistema tedesco. E ora Berlino è tentata dal protezionismo
di Marcello Bussi
80
D
ue morti, sei feriti e due
dispersi. Questo è il bilancio provvisorio delle
vittime di un’esplosione
avvenuta ieri alle 11,30 nell’impianto chimico della Basf a Ludwigshafen, nell’area della città
tedesca di Mannheim, nel sudovest della Germania, che ha costretto la società a interrompere
14 linee di produzione. L’esplosione è stata causata dalla rottura di una condotta utilizzata per
scaricare sostanze infiammabili,
come hanno ammesso gli stessi
responsabili di Basf, senza però indicare di quale sostanza si
trattasse, da una nave attraccata
al bacino fluviale dello stabilimento sul Reno nelle torri dello
stabilimento. I vigili del fuoco
hanno esortato la popolazione a
restare chiusa in casa, mentre la
polizia ha ben presto chiarito
che non si è trattato di terrorismo. Il sito industriale, a circa
80 chilometri da Francoforte, è
il più grande impianto chimico
del mondo, con un’area di 10
chilometri quadrati e 39 mila
dipendenti.
In un altro impianto Basf a
Lampertheim, sempre ieri in
un’esplosione di gas quatto
persone sono rimaste ferite. La
società ha chiuso il sito, che produce additivi per plastiche, dopo
l’esplosione avvenuta alle 8,30
del mattino. Alla borsa di Francoforte il titolo Basf ha chiuso in
ribasso dell’1,2% a 78,28 euro.
L’incidente che ha coinvolto il
colosso della chimica tedesca
è solo l’ultimo episodio di una
serie davvero negativa per i principali gruppi tedeschi. Il tutto è
iniziato l’anno scorso con lo scoppio
negli Stati Uniti del
quotazioni in euro
dieselgate, con Volkswagen che aveva
equipaggiato 11 milioni di suoi veicoli
con un software per
taroccare i test sulle
emissioni di scarico. Il mese scorso è
17 ott ’16
poi scoppiato il caso
Deutsche Bank, con
la proposta del Dipartimento
di Giustizia degli Stati Uniti di
pagare 14 miliardi di dollari per
chiudere l’indagine sui mutui
subprime. Ieri è toccato a Basf. È ancora difficile stimare i
danni delle esplosioni, ma di
BASF
IERI
76
78,28 €
-1,24%
72
68
17 lug ’16
L’incendio negli stabilimenti Basf vicino a Francoforte
Apple blocca il progetto dell’auto senza pilota
di Barbara Pianese
pple ha temporaneamente messo da parte il
A
progetto per la costruzione di un’auto elettrica senza guidatore. Lo ha reso noto ieri l’agenzia di stampa Bloomberg, secondo la quale centinaia di addetti legati al progetto, denominato
Titan, si sono dimessi o sarebbero stati spinti
ad andarsene negli scorsi mesi. In particolare,
circa 120 ingegneri del software e centinaia
di addetti impegnati nel progettare scocche,
sospensioni e telai stanno lasciando Apple,
che da due anni era impegnata in ricerche e
investimenti nella tecnologia dell’auto senza
conducente. Nel settembre 2015 indiscrezioni
del Wall Street Journal avevano assicurato che
l’auto progettata dal colosso tecnologico americano sarebbe stata pronta entro il 2020. Ora
invece, secondo Bloomberg, la società intende
ancora sviluppare le tecnologie di guida autonoma ma avrebbe rinunciato alla costruzione
di un’auto propria. Secondo indiscrezioni, i top
manager della Mela avrebbero fissato la fine
dell’anno prossimo come termine ultimo per
mettere alla prova la fattibilità del progetto e
prendere una decisione finale in merito. Tutto
ciò arriva dopo mesi di disaccordo sulla strategia all’interno dei laboratori di veicoli Apple a
Sunnyvale, in California, a poca distanza dalla
sede aziendale di Cupertino. Apple non è il primo gruppo a rendersi conto che la padronanza
dei dispositivi mobili e degli aggiornamenti del
software non sono garanzia di successo nel settore automobilistico. Alphabet Inc. di Google,
il cui progetto sulle auto a guida autonoma ha
anch’esso sofferto all’inizio, ha già valutato nel
dettaglio le difficoltà legate alla costruzione in
proprio dei veicoli e si è messa alla ricerca di
partner nel settore delle quattroruote. Anche
gli investitori del comparto tecnologico hanno
dubbi, essendo abituati ad alti margini di profitto mentre le case automobilistiche sopravvivono con margini netti ben inferiori al 10%.
La mossa di Apple insomma rappresenta una
decisione su cui il comparto dovrà riflettere,
sebbene fino a qualche mese fa sembrasse procedere spedito verso la progettazione di auto
senza pilota. (riproduzione riservata)
certo l’incidente di ieri scalfisce ulteriormente l’immagine
di efficienza che da sempre la
Germania vuole trasmettere.
Che il sistema si stia indebolendo lo dimostrano poi le tendenze protezionistiche sempre più
evidenti. Non c’è solo il fatto
che le manifestazioni più imponenti contro il Ttip, il trattato di
libero commercio tra Usa e Ue,
abbiano avuto luogo proprio
in Germania. Due giorni fa il
Welt am Sonntag ha scritto che
il vice ministro dell’Economia
Matthias Machnig ha presentato ai membri del governo un
documento in cui chiede di proteggere le società hi-tech tedesche dalle opa ostili di imprese
extra Ue possedute in tutto o in
parte dallo Stato. La proposta
arriva dopo una serie di operazioni che hanno coinvolto società cinesi: recentemente Midea ha acquistato il produttore
tedesco di robot Kuka, mentre
ieri Sanan Optoelectronics ha
annunciato di essere in contatto
con il gruppo dell’illuminazione Osram per una potenziale
acquisizione o un accordo di
collaborazione. Un portavoce
del dicastero dell’Economia ha
dichiarato che il ministro Sigmar Gabriel «ha ripetutamente
chiarito che vorrebbe sondare
tutte le opzioni, anche a livello
europeo, per rendere possibile
una competizione leale, specialmente in relazione alle imprese estere sovvenzionate dallo Stato, e rimanere allo stesso
tempo aperti agli investimenti».
(riproduzione riservata)
Quotazioni, altre news e analisi su
www.milanofinanza.it/basf