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LICEO SCIENTIFICO SESSIONE STRAORDINARIA 2016 - PROBLEMA 2
La funzione 𝑓: β„œ β†’ β„œ è così definita:
𝑓(π‘₯) = 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) βˆ’ π‘₯ βˆ™ cos(π‘₯)
1)
Dimostra che 𝑓 è una funzione dispari, che per π‘₯ ∈ ]0, πœ‹] si ha 𝑓(π‘₯) > 0 e che esiste un
solo valore π‘₯0 ∈ ]0,2πœ‹] tale che 𝑓(π‘₯0 ) = 0. Traccia inoltre il grafico della funzione per
π‘₯ ∈ [0,5πœ‹].
La funzione è definita su tutto l’asse reale e risulta:
𝑓(βˆ’π‘₯) = 𝑠𝑒𝑛(βˆ’π‘₯) + π‘₯ βˆ™ cos(βˆ’π‘₯) = βˆ’π‘ π‘’π‘›(π‘₯) + π‘₯ βˆ™ cos(π‘₯) = βˆ’π‘“(π‘₯)
Quindi la funzione è dispari.
Verifichiamo che per 𝟎 < 𝒙 ≀ 𝝅 si ha 𝒇(𝒙) > 𝟎 .
𝑠𝑒𝑛(π‘₯) βˆ’ π‘₯ βˆ™ cos(π‘₯) > 0
πœ‹
Se 0 < π‘₯ < 2 , essendo π‘π‘œπ‘ (π‘₯) > 0 si ha: 𝑑𝑔(π‘₯) > π‘₯, che è sempre verificata:
πœ‹
Se π‘₯ = 2 si ha 1 > 0 e quindi la disequazione è verificata.
Se π‘₯ = πœ‹ si ha πœ‹ > 0 e quindi la disequazione è verificata.
πœ‹
Se 2 < π‘₯ < πœ‹, essendo 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) > 0 e π‘₯π‘π‘œπ‘ (π‘₯) < 0 risulta 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) βˆ’ π‘₯ βˆ™ cos(π‘₯) > 0
Quindi per 0 < π‘₯ ≀ πœ‹ si ha 𝑓(π‘₯) > 0 .
Sessione straordinaria 2016 – Problema 2
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Metodo alternativo.
Consideriamo la funzione 𝑓(π‘₯) = 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) βˆ’ π‘₯ βˆ™ cos(π‘₯) e notiamo che limπ‘₯β†’0+ 𝑓(π‘₯) = 0 ed
𝑓(πœ‹) = πœ‹ > 0 .
Analizziamo la derivata prima:
𝑓 β€² (π‘₯) = cos(π‘₯) βˆ’ cos(π‘₯) + π‘₯ βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) > 0 𝑠𝑒 π‘₯ βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) > 0 , che è sempre verificata se
0 < π‘₯ < πœ‹; quindi la funzione è sempre crescente nell’intervallo ]0, πœ‹]. Quanto detto
permette di concludere che la funzione è sempre positiva in tale intervallo.
Dimostriamo ora che esiste un solo valore 𝐱 𝟎 ∈ ]𝟎, πŸπ›‘] tale che 𝐟(𝐱 𝟎 ) = 𝟎.
Abbiamo già verificato che 𝑓 β€² (π‘₯) = π‘₯ βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) e risulta π‘₯ βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) > 0 se 0 < π‘₯ < πœ‹ e
π‘₯ βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) < 0 se πœ‹ < π‘₯ < 2πœ‹; pertanto la funzione è crescente in ]0, πœ‹] (come già
verificato) e decrescente in ]πœ‹, 2 πœ‹[; ma risulta 𝑓(πœ‹) = πœ‹ > 0 𝑒𝑑 𝑓(2πœ‹) = βˆ’2πœ‹, quindi
(essendo la funzione continua nell’intervallo [πœ‹, 2 πœ‹]) essa si annulla una sola volta
nell’intervallo aperto (πœ‹, 2 πœ‹); siccome in ]0, πœ‹] la funzione è sempre positiva, possiamo
concludere che esiste un solo valore x0 ∈ ]0,2Ο€] tale che f(x0 ) = 0.
Dobbiamo ora tracciare, per 𝐱 ∈ [𝟎, πŸ“π›‘], il grafico della funzione
𝑓(π‘₯) = 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) βˆ’ π‘₯ βˆ™ cos(π‘₯)
Per far ciò, in base a quanto già verificato, è sufficiente studiare la derivata prima e la
derivata seconda, dopo aver osservato che nell’intervallo di studio la funzione è continua
e che agli estremi assume i valori: 𝑓(0) = 0 𝑒𝑑 𝑓(5πœ‹) = 5πœ‹ .
𝑓 β€² (π‘₯) = cos(π‘₯) βˆ’ cos(π‘₯) + π‘₯ βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) = π‘₯ βˆ™ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) > 0 𝑠𝑒 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) > 0, quindi la funzione è
crescente per:
0 < π‘₯ < πœ‹ , 2πœ‹ < π‘₯ < 3πœ‹, 4πœ‹ < π‘₯ < 5πœ‹ e decrescente nella parte rimanente. Inoltre:
π‘₯ = 0, 2πœ‹, 4πœ‹ sono punti di minimo relativo e π‘₯ = πœ‹, 3πœ‹, 5πœ‹ sono punti di massimo relativo.
Osserviamo che i massimi appartengono alla retta y=x ed i minimi alla retta y=-x.
Troviamo gli zeri della derivata seconda
𝑓 β€²β€² (π‘₯) = 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) + π‘₯ cos(π‘₯) = 0 ; osserviamo che se cos(π‘₯) = 0 dovrebbe essere
𝑠𝑒𝑛(π‘₯) = 0 e ciò non può essere (il seno ed il coseno non si possono annullare
contemporaneamente).
Supponiamo ora cos(π‘₯) β‰  0; si ha:
{
cos(π‘₯) β‰  0
; risolviamo questo sistema graficamente:
𝑑𝑔(π‘₯) = βˆ’π‘₯
Sessione straordinaria 2016 – Problema 2
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Abbiamo dei flessi nei punti di ascissa:
π‘₯ = 𝛼,
π‘₯ = 𝛿,
π‘π‘œπ‘›
π‘π‘œπ‘›
πœ‹
2
< 𝛼 < πœ‹ , π‘₯ = 𝛽, π‘π‘œπ‘›
7
πœ‹ < 𝛿 < 4πœ‹,
2
3
πœ‹ < 𝛽 < 2πœ‹ , π‘₯ = 𝛾, π‘π‘œπ‘›
2
9
π‘₯=πœ–,
π‘π‘œπ‘› πœ‹ < πœ– < 5πœ‹
2
5
2
πœ‹ < 𝛾 < 3πœ‹
Il grafico della funzione, nell’intervallo richiesto, è il seguente:
2)
πœ‹
Determina il valore dell’integrale definito: ∫02 𝑓(π‘₯)𝑑π‘₯ e, sapendo che risulta:
πœ‹
2
∫ 𝑓
0
2 (π‘₯)𝑑π‘₯
πœ‹3 πœ‹
=
βˆ’ ,
48 8
prova che risulta verificata la disequazione: πœ‹ 3 + 18πœ‹ < 96 anche non conoscendo il
valore di πœ‹.
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Cerchiamo una primitiva di f(x):
∫(𝑠𝑒𝑛(π‘₯) βˆ’ π‘₯ βˆ™ cos(π‘₯))𝑑π‘₯ = βˆ’ cos(π‘₯) βˆ’ ∫ π‘₯ βˆ™ cos(π‘₯) 𝑑π‘₯
Integrando per parti si ha:
∫ π‘₯ βˆ™ cos(π‘₯) 𝑑π‘₯ = ∫ π‘₯ βˆ™ (sen(x))β€² 𝑑π‘₯ = π‘₯𝑠𝑒𝑛(π‘₯) βˆ’ ∫ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯)𝑑π‘₯ = π‘₯𝑠𝑒𝑛(π‘₯) + cos(π‘₯) + π‘˜
Pertanto:
∫(𝑠𝑒𝑛(π‘₯) βˆ’ π‘₯ βˆ™ cos(π‘₯))𝑑π‘₯ = βˆ’ cos(π‘₯) βˆ’ ∫ π‘₯ βˆ™ cos(π‘₯) 𝑑π‘₯ = βˆ’ cos(π‘₯) βˆ’ π‘₯𝑠𝑒𝑛(π‘₯) βˆ’ cos(π‘₯) + π‘˜
Possiamo ora calcolare l’integrale definito:
πœ‹
2
πœ‹
2
πœ‹
∫ 𝑓(π‘₯)𝑑π‘₯ = ∫ (𝑠𝑒𝑛(π‘₯) βˆ’ π‘₯ βˆ™ cos(π‘₯))𝑑π‘₯ = [βˆ’2 cos(π‘₯) βˆ’ π‘₯𝑠𝑒𝑛(π‘₯)]02 =
0
0
πœ‹
2
πœ‹
πœ‹
= {βˆ’ βˆ’ [βˆ’2]} = 2 βˆ’ = ∫ 𝑓(π‘₯)𝑑π‘₯
2
2
0
πœ‹
Dobbiamo ora dedurre da ∫02 𝑓 2 (π‘₯)𝑑π‘₯ =
conoscere il valore di πœ‹ .
πœ‹3
48
πœ‹
βˆ’ 8 che πœ‹ 3 + 18πœ‹ < 96 immaginando di non
Osserviamo che nell’intervallo ]0; πœ‹/2] risulta 𝑓(π‘₯) ≀ 1; infatti:
𝑠𝑒𝑛(π‘₯) βˆ’ π‘₯ βˆ™ cos(π‘₯) ≀ 1: 1 βˆ’ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) β‰₯ βˆ’π‘₯ βˆ™ cos(π‘₯) che risulta verificato nell’intervallo in
questione essendo 1 βˆ’ 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) β‰₯ 0 e – π‘₯ βˆ™ cos(π‘₯) ≀ 0.
Risulta pertanto, in ]0; πœ‹/2], 𝑓 2 (π‘₯) ≀ 𝑓(π‘₯) e perciò:
πœ‹
2
∫ 𝑓
πœ‹
2 (π‘₯)𝑑π‘₯
0
2
πœ‹3 πœ‹
πœ‹
=
βˆ’ ≀ ∫ 𝑓(π‘₯)𝑑π‘₯ = 2 βˆ’
48 8
2
0
Segue che:
πœ‹3 πœ‹
πœ‹
βˆ’ ≀2βˆ’
β‡’ πœ‹ 3 + 18πœ‹ < 96 𝑐. 𝑣. 𝑑.
48 8
2
3)
Verifica che, qualsiasi sia 𝑛 ∈ β„•, risulta:
(2𝑛+1)πœ‹
∫
2π‘›πœ‹
𝑓(π‘₯)𝑑π‘₯ = 4 ,
∫
0
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𝑓(π‘₯)𝑑π‘₯ = 0.
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Risulta:
(2𝑛+1)πœ‹
𝑓(π‘₯)𝑑π‘₯ = [βˆ’2 cos(π‘₯) βˆ’ π‘₯𝑠𝑒𝑛(π‘₯)]πœ‹+2π‘›πœ‹
= βˆ’2 cos(πœ‹ + 2π‘›πœ‹) βˆ’ 0 βˆ’ (βˆ’2)) = 2 + 2 = 4
0
∫
0
2π‘›πœ‹
∫
𝑓(π‘₯)𝑑π‘₯ = [βˆ’2 cos(π‘₯) βˆ’ π‘₯𝑠𝑒𝑛(π‘₯)]2π‘›πœ‹
= βˆ’2 βˆ’ 0 βˆ’ (βˆ’2) = 0
0
0
4)
Dimostra che i massimi della funzione 𝑓 2 (π‘₯) giacciono su una parabola e i minimi su
una retta, e scrivi l’equazione della parabola e della retta.
Osserviamo che la funzione 𝑓 2 (π‘₯) è sempre β‰₯ 0, ed in particolare vale zero dove si
annulla f(x): quindi i minimi di 𝑓 2 (π‘₯) appartengono tutti all’asse x (y=0).
Siccome i massimi e minimi di 𝑓(π‘₯), come osservato precedentemente, appartengono
alle rette y=x e y=-x, possiamo dedurre che i massimi di 𝑓 2 (π‘₯) appartengono alla
parabola 𝑦 = π‘₯ 2 .
Dimostriamo quest’ultimo risultato in modo più analitico.
Studiamo la derivata di 𝑓 2 (π‘₯).
𝐷(𝑓 2 (π‘₯)) = 2𝑓(π‘₯) βˆ™ 𝑓′(π‘₯)
Essendo 𝑓 2 (π‘₯) continua e derivabile in tutto il suo dominio, i punti di massimo e di
minimo sono da ricercarsi fra i valori che annullano 2𝑓(π‘₯) βˆ™ 𝑓′(π‘₯), quindi fra i punti in cui
si annulla 𝑓(π‘₯) oppure 𝑓 β€² (π‘₯). Dove si annulla f(x) abbiamo già notato che ci sono i
minimi; i massimi sono da ricercarsi quindi fra i punti per cui 𝑓 β€² (π‘₯) = 0, π‘₯𝑠𝑒𝑛(π‘₯) = 0.
Escludendo x=0 (in cui c’è un minimo) i massimi soddisfano l’equazione 𝑠𝑒𝑛(π‘₯) = 0,
2
quindi π‘₯ = π‘˜πœ‹, con π‘˜πœ–β„€; per tale x si ha 𝑓 2 (π‘˜πœ‹) = (𝑓(π‘˜πœ‹)) = (0 βˆ’ π‘˜πœ‹ cos(π‘˜πœ‹))2 = (π‘˜πœ‹)2 :
i massimi hanno quindi coordinate (π‘˜πœ‹; π‘˜ 2 πœ‹ 2 ), quindi appartengono alla parabola di
equazione 𝑦 = π‘₯ 2 .
Con la collaborazione di Angela Santamaria
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