Lamberto Bertolé Presidente del Consiglio Comunale di Milano

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Lamberto Bertolé
Presidente del Consiglio Comunale di Milano
Consegna Cittadinanza Onoraria
Sua Santità il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso
Buongiorno a tutte e tutti,
grazie per l’opportunità di svolgere questa cerimonia oggi al Teatro degli Arcimboldi.
Una cerimonia ancor più significativa perché si svolge di fronte a tanti giovani ragazzi
e ragazze.
Sua Santità,
il Consiglio Comunale di Milano le ha conferito la Cittadinanza onoraria a nome delle
cittadine e dei cittadini milanesi. E oggi ho l’onore, in qualità di presidente
dell’Assemblea, di dar corso a quella decisione e di dichiararLa ufficialmente
cittadino milanese.
Nella pergamena che oggi Milano consegna nelle sue mani è contenuta la
motivazione del riconoscimento. È una motivazione che esprime la profonda affinità
con i valori spirituali che Lei testimonia e diffonde nel mondo non solo come punto
di riferimento religioso per il popolo tibetano e per le diverse tradizioni buddiste del
pianeta, ma anche come testimone di pace e dialogo tra i popoli.
Esistono infatti valori e principi che attraversano i confini e legano gli uomini al di là
delle appartenenze geografiche e politiche. Ed esistono uomini la cui vita
rappresenta un insegnamento perché, di fronte a quei confini, si sono spesi non per
radicalizzare le differenze ma per comprenderle e superarle. Uomini che, come Lei,
hanno rifiutato il principio della guerra e del sangue a favore della non violenza e del
dialogo, che, pur nella distanza e nella diversità, trova nel sentimento di fratellanza il
valore supremo.
La storia della nostra città è una storia di pace e di dialogo. Milano ha saputo
difendere la libertà nel corso dei secoli attraverso una viva e appassionata
partecipazione alla storia del mondo, accogliendo e rielaborando le diverse istanze
culturali presenti in città in modo originale e innovativo, costruendo ogni volta
strade nuove per la convivenza.
Milano riconosce in Lei, Santità, questa stessa inesausta ricerca di dialogo e di
innovazione fondata anzitutto sulle idee, sulle culture, sulla conoscenza. Lei è un
esempio prezioso per la nostra città, nella quale convivono, oggi più che mai, culture
e sensibilità molteplici, una complessità che è importante vivere come ricchezza e
non come minaccia. E perché questo avvenga occorre vedere l’altro nel segno della
compassione e della comprensione, finanche il nostro oppositore o addirittura il
nostro nemico. È questo il grande insegnamento che Lei, Santità, può donare a noi
milanesi ed è per questo che Milano si onora di accoglierla tra i suoi cittadini, nel
segno di quel messaggio di pace e responsabilità universale che accompagna la sua
figura.
Lei è stato ed è un fautore instancabile del dialogo tra la scienza e la fede, tra
scienziati, teologi e filosofi. Dalla loro collaborazione possono e devono nascere
nuovi modelli di sviluppo per il pianeta, che includano i più deboli e riducano
l’inaccettabile livello di diseguaglianza oggi presente nel mondo.
Questa Sua attiva collaborazione con le donne e gli uomini di cultura di ogni Paese e
tradizione ha contribuito anche a mettere in dialogo le religioni con la
contemporaneità e ad evitarne la chiusura al mondo. Anche questo aspetto
conferma la profondità e l’attualità del Suo insegnamento spirituale e la sua sintonia
con la vocazione di Milano ad essere città della cultura e dell’innovazione come
strumenti di pace.
Al centro del Suo insegnamento noi tutti riconosciamo il legame indissolubile tra
dignità della persona e libertà. La Sua parola e la Sua testimonianza hanno aiutato a
far crescere nel mondo la consapevolezza del nesso tra equità, dignità e libertà.
Con l’Esposizione Universale 2015 Milano ha dimostrato di essere un centro
propulsore di idee per l’equo sviluppo e per la libertà dei popoli e di saper affrontare
con coraggio i temi più urgenti dello sviluppo mondiale attraverso il dialogo tra le
Nazioni e tra le forze della società civile, dei singoli cittadini e delle esperienze di
volontariato e di impegno sociale.
Il Suo insegnamento, Santità, ha parimenti affrontato in modo coraggioso temi quali
i pericoli e le opportunità della globalizzazione, le migrazioni e l’accoglienza, la tutela
dell’ambiente e il diritto globale alla salute e alla dignità contro il primato del
profitto. In ogni occasione lei ha sempre posto l’accento sulla pratica dell'amore,
della gentilezza e della responsabilità. Il premio Nobel per la Pace del 1989 è stata
l’espressione della gratitudine per il valore universale del suo insegnamento e della
sua azione a favore della convivenza pacifica.
Sono queste profonde ragioni spirituali a fare di Lei, Santità, un autentico milanese:
un interprete nel mondo di valori che pur legati a una cultura e a una tradizione
apparentemente lontana, si scoprono molto più vicini di quanto sembri.
Oggi sono certo di interpretare la partecipazione di tutta Milano alla consegna della
cittadinanza, a partire dai molti milanesi seguaci delle tradizioni buddiste, ma anche
di tutti gli altri, di ogni credo e convinzione. Per tutti noi la giornata di oggi è
l’occasione per rinnovare l’impegno nel cammino personale e collettivo verso una
maggiore consapevolezza e autenticità di valori, per un mondo che sia davvero la
casa comune delle donne e degli uomini decisi a costruire pace, tolleranza, giustizia.