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Recensioni cinema e film | Persinsala.it
Andrea Ussia
16 ottobre 2016
Terzo film dedicato allo studioso di simbologia Robert Langdon
(protagonista dei romanzi di Dan Brown), Inferno è un puzzle
labirintico che, a differenza, delle precedenti avventure non ha
nulla a che fare con la Chiesa o il Vaticano. Un thriller che
evidenzia una trama debole e uno sviluppo poco coinvolgente.
la
Robert Langdon si risveglia in una stanza d’ospedale a Firenze. Ha una
ferita alla testa, i suoi ricordi sono confusi e quando una donna, travestita
da carabiniere, fa irruzione e cerca di ucciderlo, il professore ha un’unica
possibilità: fuggire con l’aiuto della dottoressa Brooks.
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Stavolta Langdon non buca lo schermo e l’enigma in cui è coinvolto è tutto
fuorché accattivante. Difatti Inferno (che utilizza come espedienti
narrativi lo scritto di Dante e l’illustrazione di Botticelli) è un prodotto che,
dopo aver svelato i suoi reali interessi, perde di mordente e diventa un
thriller come tanti altri, ma senza quell’alone di mistero, esoterismo o
complotto che si celava alla base dei primi due adattamenti. Difatti
nonostante ci sia stata (in passato), da parte del regista Howard, una
corposa semplificazione degli enigmi (il cinema non è la carta stampata), il
“mistero della fede” era sempre presente e interessava maggiormente lo
spettatore, che mostra spesso un rapporto conflittuale con le decisioni
perpetrate dall’uomo piuttosto che dal divino. In Inferno tutto ciò non è
presente: Dan Brown cambia terreno di studio e costruisce una vicenda
che, dal principio, si rivela sicuramente meno accattivante.
Nonostante ciò Howard fa quello che è in suo potere e, confermando la
fiducia nei confronti di Hanks, mette in piedi un’avventura caratterizzata
da un ritmo indiavolato, nella quale i continui cambiamenti non scioccano,
ma perlomeno mantengono alta l’attenzione. Insomma ciò che salta
maggiormente all’occhio è lo sforzo che Howard mette al servizio della
storia, anche se quest’ultima è decisamente povera e contraddistinta da
uno sviluppo troppo simile alle precedenti. Infatti Inferno evidenzia
doppiogiochisti e sguardi indiscreti, mentre gioca con l’ambientazione a
sua disposizione (Firenze, Venezia, Istanbul), atteggiamento utile per
attirare lo spettatore nelle bellezze di chiaro stampo europeo, che celano
ben più di un passaggio segreto o di una svolta imprevista.
Inferno immortala Firenze con passione e mette in risalto l’operato di un
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grande poeta come Dante, mentre il villain di turno (megalomane e
miliardario) terrorizza il mondo con un virus che ridurrebbe il problema
della sovrappopolazione. Di conseguenza si ha a che fare con un tema
attuale e dibattuto, che smuove un minimo d’interesse, non sufficiente
però a catalizzare l’attenzione di un vasto pubblico.
la
Inferno è l’enigma meno riuscito con protagonista Langdon, un
personaggio che cerca e trova la soluzione, nonostante si dimostri
maggiormente a suo agio negli intrighi del cattolicesimo, nei quali sguazza
senza particolari difficoltà.
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Titolo originale: Inferno
Regia: Ron Howard
Sceneggiatura: David Koepp
Attori principali: Tom Hanks, Felicity Jones, Ben Foster, Irrfan Khan,
Omar Sy, Sidse Babett Knudsen, Ana Ularu
Fotografia: Salvatore Totino
Montaggio: Tom Elkins, Dan Hanley
Musiche: Hans Zimmer
Prodotto da Columbia Pictures, Imagine Entertainment, LStar
Capital
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Durata: 121′
Genere: Azione
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