Ferrovie indiane verso l`infarto

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ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Venerdì 21 Ottobre 2016
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Pochi investimenti e troppi addetti. Gli occupati infatti sono un milione e 300 mila
Ferrovie indiane verso l’infarto
I treni merci non riescono a fare più di 24 chilometri l’ora
DI
L
ANGELICA RATTI
e ferrovie indiane sono
fra le più affollate e
sovraccariche del mondo. E lo sviluppo della
rete di binari non riesce a
soddisfare le necessità del
crescente traffico di merci e
passeggeri.
Negli ultimi 23 anni,
dal 1992 al 2015, in India
il tracciato ferroviario è cresciuto del 5,7%, niente rispetto all’incremento del traffico
merci (+165,7%) per il trasporto di materie prime, dal
carbone al ferro, fino ai fertilizzanti e al sale, in aggiunta all’esplosione del numero
milionario dei passeggeri:
+264,7%. Le ferrovie indiane hanno il maggior numero
di persone trasportate per
miglia del mondo, davanti a
Cina e Giappone.
La rapida impennata di
merci e persone ha creato
una seria congestione nel
sistema ferroviario dell’India, diventato assolutamente insufficiente tanto che il
governo di Nuova Delhi sta
investendo nelle ferrovie per
eliminare le strozzature e sostenere la crescita economica
del paese. Il primo ministro
Narendra Modi dovrà tirar
fuori 18 miliardi di dollari
(16,4 mld di euro) entro marzo per 1.700 nuove miglia di
ferrovia (2.735 chilometri) a
scartamento largo per il trasporto merci e elettrificare
1.200 miglia (1931 chilometri)
della rete esistente.
Entro il 2020 avrà speso 130 miliardi di dollari,
(118,9 mld di euro) complessivamente, per riuscire a far
arrivare i treni in orario. Una
cifra astronomica, che è più
del doppio di quanto investito
nelle ferrovie dall’India negli
ultimi dieci anni, dal 20052015. E’ il segno di quanto
scarsi siano stati gli investimenti nelle infrastrutture.
Negli ultimi due decenni il traffico merci è più
che raddoppiato, mentre
la rete dei binari è cresciuta
appena del 5%. I treni merci
non riescono a fare, in media,
più di 24 chilometri l’ora tra
continue fermate e partenze.
Ritardi e tariffe cargo tra le
più alte del mondo, decise per
mantenere basse quelle per i
passeggeri, hanno causato un
grande intasamento, e una insicurezza sulle strade.
di questi hanno ottenuto l’approvazione, secondo quanto
ha riportato il Wall Street
Journal. Lavori per i quali ci
vorranno anni.
Ad aprile, il ministero delle ferrovie aveva formato un
team per studiare il modo di
aumentare la velocità di percorrenza, come il montaggio
di freni migliori per ridurre il
tempi nei pressi delle stazioni
e la costruzione di cavalcavia
in modo che le linee ferroviarie incrocino meno le strade. I
treni, infatti, si fermano spesso per colpa delle auto che attraversano i binari.
Il traffico merci è più che raddoppiato negli ultimi
due decenni creando una fortissima congestione
L’ambizione del premier
Modi potrebbe trasformarsi in
un fiasco senza la possibilità
di ristrutturare il colosso di
stato Indian Railways, che
conta 1,3 milioni di lavoratori,
tra le più grandi società non
militari ad avere una forza
lavoro così grande. E che da
tempo ha tentato di tagliare i
propri costi e mettere a punto
piani di espansione.
Il controllo statale su 442
progetti di sviluppo ferroviario operativi a marzo 2014 ha
portato alla scoperta di ritar-
di e costi gonfiati a dismisura del 69%, cioè 16 miliardi
di dollari in più (14,6 mld di
euro) rispetto alle stime iniziali. Di questi progetti, 75
cantieri erano aperti da più di
15 anni, e tre da oltre 30 anno.
Inoltre, per 22 progetti i lavori
non erano neppure partiti.
Il ministro delle ferrovie, Suresh Prabhu, all’inizio del 2015 aveva annunciato 77 progetti per elettrificare
5.800 miglia (9334 chilometri) di linea ferroviaria e 69
Inoltre, per aumentare
il fatturato, il ministro
Prabhu sta cercando molto
gradualmente di aumentare
le tariffe passeggeri. Il governo Indiano ha perso 5 miliardi di dollari (4,5 mld di euro)
nell’ultimo anno finanziario,
con le tariffe sottocosto. I biglietti coprono soltanto il 57%
dei costi delle Ferrovie indiane.
Il ministro ha deciso di procedere imperterrito all’aumento
dei prezzi in alcune classi, nonostante l’opposizione politica, tanto che adesso qualche
tariffa del treno costa come un
biglietto aereo.
© Riproduzione riservata
OLTRALPE L’AUTORITÀ PER LA CONCORRENZA INDAGA SU TUTTI, DA AFFLELOU A GRAND VISION, DA SAFILO A LUXOTTICA
L’Antitrust francese mette sotto accusa i colossi degli occhiali
per l’accordo con i distributori sui prezzi delle montature
da Parigi
GIUSEPPE CORSENTINO
S
ono state le procedure per la
quotazione alla Borsa di Parigi di una delle più grandi
aziende francesi di occhialeria,
la Afflelou di Bordeaux ( giro d’affari
di 639 milioni di euro e 9mila negozi
affiliati) a far scoprire l’ultimo intervento dell’Antitrust, l’autorità per la
tutela dei mercati e della concorrenza,
rimasto finora segreto.
Sono stati gli analisti finanziari
a scoprire nelle carte e nei prospetti presentati da Afflelou all’Amf, l’Autorité des marchés financiers, l’equivalente della Consob, un documento
da cui risulta che l’Autorità guidata
(fino a qualche settimana fa, prima
del passaggio al Consiglio di Stato)
da Bruno Lassère, più di un anno
fa, nel maggio 2015, aveva aperto una
procedura di contestazione per alterazione delle regole di mercato contro i
maggiori produttori e distributori di
occhiali, francesi e internazionali.
Nel mirino del géndarme du
marché sono finiti, oltre ad Afflelou
(che, per mettersi al sicuro ha già
appostato in bilancio una riserva
di 12,5milioni di euro da utilizzare nel caso fosse costretta a pagare
una multa), colossi globali come il
Tutti, da Afflelou a
Grand Vision, da Luxottica a Safilo, sono accusati di «pratiques anticoncurrentielles relatives aux
prix de certaines montures
des lunettes presumées être
intervenues dans les années 2000 entre certaines
producteurs et certains distributeurs». Detto in altre
parole: di aver messo in piedi un cartello tra industriali
e distributori (anche se nel
settore degli occhiali le due
funzioni spesso si confondoBruno Lassère, ha aperto l’indagine
no
e i produttori controlladell’Antitrust francese. Da qualche settimana
no ampie reti commerciali
è stato trasferito al Consiglio di Stato
in franchising) per evitare
di farsi troppa concorrenza
gruppo finlandese Grand Vision,
3,2 miliardi di fatturato, negozi in sui prezzi delle montature.
Questo accordo di cartello risalirebtutto il mondo, controllato da Hal,
una holding che ha in portafoglio be, addirittura, all’inizio di questo depure l’italiana Safilo della famiglia cennio e quindi, dice ancora l’Autorità
Tabacchi, finita anch’essa sotto di Rue de l’Echelle (è qui, nel cuore di
i riflettori dell’Antitrust francese. Parigi, che hanno sede i suoi temutisInsieme con il gigante dei giganti simi uffici), è lecito immaginare che
dell’occhialeria, la Luxottica della abbia prodotto utili rilevanti che non
famiglia Del Vecchio, leader as- ci sarebbero stati se si fosse lasciato lisoluto con 4,8 miliardi di fatturato bero il mercato di fissare i prezzi sulla
nel primo semestre di quest’anno base di una naturale concorrenza tra i
(in leggera crescita, +1,6%) rispetto diversi player dell’occhialeria.
allo stesso periodo del 2015 ma con
utili operativi in calo (a 857milioni
Si tratta, quindi, di un dossier
di euro a cambi correnti e quindi con important compte tenu des entreprises
-2,5% rispetto all’anno scorso).
concernées, di una procedura impor-
tante e delicata, dice una fonte interna dell’Antitrust, che interessa uno
dei settori della moda che un questi
anni ha registrato i tassi di crescita
più alti come dimostra, in modo certamente empirico, l’enorme numero
di negozi di ottica in tutte le grandi
città francesi.
Per i produttori e i distributori di occhiali le multe si annunciano molto pesanti, nell’ordine di
decine di milioni di euro per azienda
come dimostra la riserva finanziaria
appostata per prudenza da Afflelou
alla vigilia del suo rientro in Borsa
(dov’era quotata fino al 2003 e poi ne
è uscita).
La stessa prudenza che ha avuto il
grande capo di Safilo che è una spagnola nata e cresciuta in Svizzera, Luisa Deplazes de Andrade Delgado,
arrivata alla testa dell’azienda italiana su indicazione della holding Hal
(la stessa che controlla Grand Vision,
come s’è detto). La riserva di Safilo per
coprire i costi di un’eventuale multa
dell’Antitrust è di 17 milioni, una cifra
considerevole in rapporto ad un fatturato di circa un miliardo. Luxottica, al
contrario, è sicura del fatto suo e non
ha messo da parte in bilancio nessuna
cifra. Vedremo chi avrà ragione o torto
quando le carte dell’Antitrust saranno
rese pubbliche.
@pippocorsentino