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20 ottobre 2016 delle ore 09:01
Parigi Art Week/ L'arte si agita al Jeu de Paume:
ecco "Soulèvements", splendida mostra curata
da Georges Didi-Huberman
Certo il tema non è facile, ma il curatore è
d'eccezione: Georges Didi-Huberman. Parliamo
di "Soulèvements", la mostra che ha aperto ieri
al Jeu de Paume. E che vi consigliamo
assolutamente di non perdere se in questi giorni
siete nella Ville Lùmiere. Il tema, appunto, è
quello dell'agitazione. Più che un tema un
concetto, che tocca politica, corpo umano che
diviene sociale, cultura, desideri. Sarebbe stato
facilissimo cadere nella retorica e invece DidiHuberman, una parete via l'altra, mette in scena
una mostra rigorosa, preziosa, in grado di
passare armonicamente da Goya a Roman
Signer a Sigmar Polke (sopra), facendoci
scoprire che - davvero e senza piaggeria - l'arte
non ha tempo ma solo, in questo caso, desideri
di lealtà, quando non di leggerezza, denuncia.
Il tutto fatto con il clima di chi cammina sul filo
del rasoio. E così si passa dall'Allevamemto di
polvere di Duchamp alle incisioni di
sconosciuti che raccontano di torrenti
rivoluzionari, dove l'impeto dell'acqua è il
tramite per un'agitazione che diviene politico
nella piccolissima tela di tale Léon Cogniet.
Una vera chicca intitolata Les Drapeaux,
firmata nel 1834, che mostra tre bandiere che
sventolano dopo i tre "giorni gloriosi" di
rivoluzione del 1830, e dove il bianco della
restaurazione monarchica, a destra, lascia
spazio all'azzurro del cielo e al colore del
sangue, a sinistra, creando in tre passi la
bandiera francese. Ci si agita per la lotta ma
anche il quotidiano può essere tragicamente il
sollevamento degli eventi, come si nota nei
video Hayfever, Floating table e Red tape di
Signer, 2006. Qui le "cose" sono mosse dalla
stessa forza di vento, sotterranea, che scardina
la quotidianità. Ma agitate sono anche le folle,
che a gran voce chiedono cambiamenti o si
allineano ai movimenti, e ci sono gli eroi come
quello strano "Don Chisciotte" ritratto da
Alberto Korda seduto su un lampione in piazza
a La Habana, le donne con la bandiera di Tina
Modotti, e allo stesso tempo gli esperimenti
domestici di Claude Cattelain (home page) che
cerca di reggersi in equilibrio su una sedia a cui
vengono aggiunti continuamente, sotto le
gambe anteriori, spessori di varia dimensione,
fino all'inevitabile ribaltamento. La stessa
azione appartiene anche a Jack Goldstein che
battendo i pugni sul tavolo crea con un
terremoto il rovesciarsi di un bicchiere colmo
di latte. E se le bocche urlano e i corpi gridano
no, non potevano mancare, al termine della
visita, le quattro immagini "malgrado tutto" che
raccontano lo sterminio, e dalle quali DidiHuberma aveva costruito il celebre saggio. Una
mostra che innalza e agita, decisamente, la
potenza dell'arte.
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