Incipit Maior 17

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Il veterinario
Incipit di Ornella Mariani
Antonio è un veterinario che ama gli animali di ogni dimensione e forma.
La sua casa è piena di animali: tre bei gatti a cui ha dato il nome di Minù, Bizè e Nanette.
Il cane Ringhio che è sempre al suo fianco anche quando Antonio lavora nel suo studio in Via del
Portico al numero 3, poco lontano dal porto di Genova.
Poi c’è la tartaruga Ninja che ama deliziare con la lattuga dell’orto; i pesci rossi Artù e Schivo,
chiamati così perché mentre il primo accorre sempre quando egli si avvicina all’acquario, con le
anfore e le alghe che ondeggiano pigramente sul fondo, Schivo si rifugia dietro il veliero che è stato
messo lì nel mezzo per offrire al pesciolino un ripario dagli occhi indiscreti.
Antonio ha provato diverse volte a farsi una famiglia sua, ma quando invitava una ragazza ad
entrare nella sua casa, quella si spaventava per via di tutto quel coro di voci: i gatti che si
precipitavano tra le gambe del padroncino miagolando, il cane Ringhio che si metteva ad abbaiare
di felicità, il pappagallo Golia che, quando si arrabbiava vedendo un estraneo entrare in casa, si
metteva a starnazzare come se lo stessero strapazzando.
Alla fine Antonio metteva tutti tranquilli, presentando loro la sua ospite e facendola sedere sulla
poltrona, piena di mangime per pappagalli tra i sedili e iniziava a parlare dei suoi animali
raccontando delle storie.
Come quando Ringhio si era spaventato per i tuoni del temporale e si era nascosto sotto il letto, non
riuscendo più ad uscire per via della sua pancia.
O quando Golia aveva fatto spaventare il postino, mettendosi a ciangottare e sbattendo le ali con
una tale foga da farlo scappare a gambe levate.
Di solito le ragazze all’inizio parevano entusiaste dell’amore di Antonio per i suoi animali, ma
quando si rendevano conto che a lui interessava di più stare a guardare la televisione con accanto i
micetti e Ringhio sulle ginocchia, cambiavano opinione su di lui e si allontanavano.
Antonio ama il suo lavoro, anche perché alle volte non solo si prende cura degli animali malati che
poi si risanano, cosa che gli dà un’immensa gioia, ma anche perché quando arriva nel suo studio un
bambino o una bambina che vuole un cane o un gatto, lui gli affida uno dei suoi trovatelli che sono i
cuccioli di cane e di gatto che lui sa senza famiglia.
Ha un elenco nel cassetto con i nomi e gli indirizzi dei suoi trovatelli e quando qualcuno cerca un
animale da compagnia lui è contento di affidarglielo, accertandosi prima della serietà dell’impegno
preso. Adottare un cucciolo infatti implica un sacco di responsabilità. È come adottare un bambino.