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PRIMO PIANO
Giovedì 20 Ottobre 2016
Euforia dal centro di controllo dell’Esa. Il lander Schiaparelli manda segnali forti e chiari
Missione made in Italy su Marte
Call center, ultima chiamata. Ruby-ter, 23 a giudizio. Si riapre il caso Alpi
FRANCO ADRIANO
GIAMPIERO DI SANTO
DI
E
E
uforia dal centro di
controllo dell’Esa per
la missione spaziale,
in gran parte made in
Italy, che ha toccato il suolo
di Marte. A Roma nel Palaexpo applausi e abbracci.
Motivo d’orgoglio per tanti:
«Realizzato da noi oltre 40%
della navicella», mette in
chiaro l’ad di Leonardo-Finmeccanica Mauro Moretti.
Il lander Schiaparelli manda
segnali forti e
chiari, intanto
cresce la febbre
marziana dopo
l’«ammartaggio»
e la realizzazione di questo
esperimento in
cui tanta parte
ha avuto l’Italia.
A raccontarne
da Esoc, in Germania, al centro
di controllo della missione, era
stata Francesca
Ferri, del Cisas
di Padova, responsabile scientifica dell’esperimento Amelia.
In meno di sei
minuti la velocità di Schiaparelli
è scesa da 21mila
chilometri orari
a zero. Sei minuti che tutti gli
scienziati e gli ingegneri della
missione non vedevano l’ora
terminassero. Perché il nome
Amelia per l’esperiumento?
«Sono le iniziali di Atmospheric Mars Entry and Landing
Investigations and Analysis
e quando è emerso ci è piaciuto subito. Perché Amelia,
nel mondo di Paperopoli, è
la protagonista italiana: la
strega che abita alle pendici del Vesuvio, in compagnia
di un corvo, Gennarino, che
vola seduto dietro di lei sulla
scopa. Insomma, una strega
italiana che vola c’è parso
che potesse rappresentare
bene il nostro esperimento». Dagli Usa raccoglie il
trionfo europeo che parla
italiano anche il presidente
del consiglio, Matteo Renzi, che sulla guida italiana
della missione Ue su Marte
scrive: «Il nostro paese vive
un’altra pagina di orgoglio.
L’Europa infatti arriva su
Marte, con una missione a
leadership italiana e la sonda Schiaparelli. È un grande
sogno europeo, reso possibile
dalla straordinaria qualità
dei ricercatori italiani che
ho incontrato qualche giorno fa a Torino». «Viva chi ci
prova, viva chi si mette in
gioco, viva chi innova», è la
conclusione del presidente del
consiglio.
Call center, allarme
dei sindacati
zione, questa Europa avrà
meno potere».
Nel settore dei call center,
senza interventi normativi
rapidi, si rischia di perdere
70/80 mila posti di lavoro,
«una vera bomba sociale». È
l’allarme lanciato dai sindacati, a margine di un’audizione informale al Senato sulla
vertenza Almaviva. «Se non
si interviene, in pochi mesi ci
ritroveremo di fronte a una
situazione drammatica con
Ruby-ter, Karima e la sen.
Rossi rinviate a giudizio
L’accusa è quella di corruzione in atti giudiziari. Sul
banco degli imputati in tutto
23 persone, comprese le olgettine. Stralciata la posizione
di Silvio Berlusconi. Dieci
milioni di euro per corrompere i testimoni, di cui sette, in
quattro anni, alla sola Kari-
Vignetta di Claudio Cadei
problemi di ordine pubblico»,
avvertono i sindacati. I punti
da affrontare urgentemente, hanno spiegato Giorgio
Serao della Fistel, Riccardo Saccone della Slc Cgil e
Pierpaolo Mischi della Uilcom, sono «un intervento contro le gare al massimo ribasso
rispettando i minimi contrattuali, un serio contrasto alla
delocalizzazione (la norma è
contenuta nel ddl Concorrenza
ancora non approvato) e sanzioni per chi porta all’estero
i call center, ammortizzatori
sociali ordinari per il settore e
non in deroga come sono attualmente».
Renzi sfida l’Europa
sull’immigrazione
«L’Europa in grado di andare su Marte non è in grado
di rispondere all’ondata migratoria. Ogni Consiglio Europeo ricevo complimenti per
lo sforzo italiano, ma nessuno
apre le proprie porte. Aprono le bocche, non le porte».
Il presidente del Consiglio
Matteo Renzi ha fato un
collegamento, nel suo intervento alla Johns Hopkins
University, tra l’atterraggio
della sonda Schiaparelli su
Marte e lo scontro in Europa
sull’accoglienza dei migranti.
«Se rimane in questa situa-
ma el Marough, detta Ruby.
È questa l’ipotesi del procuratore aggiunto Piero Forno
e dei pm Tiziana Siciliano
e Luca Gaglio nell’ambito
dell’inchiesta Ruby-ter, vicenda per la quale la stessa
Ruby e altre 22 persone andranno a processo a partire
dall’11 gennaio. L’indagine
nasce dalle motivazioni delle
sentenze di due processi di
primo grado: il processo Ruby
a carico di Berlusconi (assolto
con sentenza passata in giudicato) e il Ruby-bis a carico
di Lele Mora, Emilio Fede
e Nicole Minetti (di cui deve
essere ricelebrato l’appello
dopo il rinvio della Cassazione). Era stato il procuratore
capo Edmondo Bruti Liberati ad annunciare l’apertura
dell’inchiesta Ruby-ter parlando di «atto dovuto», nata
dalla decisione di trasmettere
alla Procura gli atti dei processi Ruby e Ruby-bis.o.
Il caso Alpi riparte da zero
Il somalo, unico imputato dell’omicidio dell’inviata
del Tg3 e del suo operatore è libero dopo 16 anni di
carcere. Ha abbracciato la
madre della giornalista che
gli ha detto: «Volevo anch’io
l’assoluzione». La Corte
d’appello di Perugia ha as-
solto il somalo Hasci Omar
Hassan dall’accusa di avere
partecipato all’omicidio della giornalista del Tg3 Ilaria
Alpi e dell’operatore Miran
Hrovatin, a Mogadiscio nel
marzo ‘94. La sentenza è arrivata al termine del processo di revisione. Omar Hassan
si è sempre proclamato innocente. Ha scontato in carcere
16 dei 26 anni che gli erano
stati inflitti. Oggi Hassan era
in aula insieme alla madre di
Ilaria Alpi, Luciana, che ha
sempre sostenuto la sua estraneità al duplice
delitto. «Oggi
mi sento male»,
ha dichiarato la
madre di Ilaria,
«sono offesa,
amareggiata.
Dovrebbero avere un po’ di vergogna tutti questi magistrati
che si sono susseguiti nelle indagini di Ilaria
ad essere a questo punto dopo
23 anni. Dopo le
battaglie che abbiamo fatto mio
marito e io. Dai
giudici non mi
aspetto niente».
La signora Alpi
ha quindi evidenziato come
Omar Hassan
sia stato assolto «grazie a una
giornalista». «Non grazie alla
procura di Roma», ha aggiunto, «o a un’altra ma grazie a
lei. Perché se non ci fosse
stata Chiara Cazzaniga (la
giornalista di Chi l’ha visto
che ha rintracciato e intervistato il supertestimone ndr)
probabilmente Hasci sarebbe ancora in carcere. Questo
glielo dobbiamo anche perché
spesso si parla male dei giornalisti e invece spesso fanno
più del loro dovere». Era stato
il sostituto procuratore generale Dario Razzi, al termine
della sua requisitoria a chiedere l’assoluzione diHassan.
«Se è vero che Hassan è stato
condannato dobbiamo avere
anche il coraggio di ammettere che possa essere innocente» ha detto il magistrato.
Secondo il sostituto procuratore, dall’analisi delle prove
emerse nei confronti di Omar
Hassan « deriva un quadro
bianco senza immagini, senza niente». «E quindi», ha
detto Razzi, «la mia conclusione non può che essere una
richiesta di assoluzione per
non aver commesso il fatto».
Referendum, B., Meloni e
Salvini: test su Renzi
Alla fine il vertice con
il documento unitario tra
i leader del centrodestra
c’è stato. «La prova referendaria», si legge in una
nota, «ha anche un indubbio valore politico, poiché
attraverso di essa il presidente del consiglio, il terzo
premier consecutivo non
eletto dagli italiani, cerca
una legittimazione che non
merita, visti i fallimenti del
suo governo in ogni settore,
dall’economia all’occupazione, dalla politica internazionale alla sicurezza
dei cittadini, al contrasto
all’immigrazione clandestina». Sul fronte del Sì , invece, c’è da registrare la presa
di posizione di Rodolfo De
Benedetti:«Qualunque sia
l’esito del voto ‘‘non sarà la
fine del mondo’’. Il referendum del prossimo 4 dicembre «è una scelta tra cambiamento e conservazione»,
ha dichiarato il presidente
di Cir, al Financial Times,
sottolineando la ragione del
suo «sì» alla riforma costituzionale. Naturalmente,
ha aggiunto De Benedetti,
qualunque sia l’esito del
voto, «non sarà la fine del
mondo».
© Riproduzione riservata
PILLOLE
di Pierre de Nolac
Roberto Benigni, da
Tele Vacca alla Casa
Bianca.
Dalla stalla alle stelle.
***
enigni: “Sto cercando
una casetta nell’orto di
Michelle”.
Quella del popolo.
***
Renzi: “L’Europa arriva
su Marte”
Anche lì si parla del
referendum?
***
Renzi: “Viva chi si
mette in gioco”.
Il solito azzardo.
***
Migranti, i controlli ora
sono più efficaci.
Sono già arrivati tutti.
***
Arriva
lo sconto
per pagare le multe.
Contestarle
non conviene più.