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Martedì 18 Ottobre 2016
PRIMO PIANO
NEL PRIMO GIORNO DI COLLOCAMENTO RISERVATO AL RETAIL RICHIESTE PER 1,2 MILIARDI
Btp Italia, via col freno a mano
Rispetto all’emissione di aprile le
richieste sono circa la metà. Ma occorre
attendere giovedì per gli istituzionali
di Alberto Chimenti
MF-DOWJONES
È
partito ieri il nuovo collocamento del Btp Italia, giunto
alla decima emissione. I
primi tre giorni, che potranno essere ridotti a due in
caso di chiusura anticipata,
sono riservati ai risparmiatori
individuali e altri affini, mentre agli investitori istituzionali
è stata riservata la sola mattinata del 20 ottobre. I Btp Italia
avranno una durata di 8 anni e
continueranno a presentare le
stesse caratteristiche finanziarie di quelli già proposti a partire dal 2012. «Il tasso cedolare
(reale) annuo minimo garantito
è stato fissato allo 0,35%, in linea alla attese», sottolineano gli
strategist di Unicredit. Il volume
di domande nel primo giorno
dedicato agli investitori retail
ha raggiunto a 1,203 miliardi di
euro, ben al di sotto dei 2,308
dell’emissione dello scorso apri-
Dal governo e dalla Bei 1,2 miliardi alle Pmi del Sud
di Antonio Lusardi
U
le. «È stata una partenza fiacca,
vista anche la cedola minima allo 0,35%», più bassa rispetto a
quella dell’ultimo collocamento,
fa notare uno strategist contattato
da MF-DowJones, evidenzian-
La copertina di
Milano Finanza in edicola
do «il trend discendente delle
richieste nelle ultime emissioni
dei Btp Italia». L’esperto sottolinea comunque che per avere
una visione completa bisognerà
aspettare la fase dedicata agli
n’alleanza tra ministero dello Sviluppo Economico, Commissione Europea e gruppo Bei
a supporto delle piccole e medie imprese del sud
e delle isole italiane. È la nuova Iniziativa Pmi,
annunciata ieri a Roma nella sede del Mise e
forte di 1,2 miliardi di euro di risorse. Basata
su un programma della Commissione Europea,
l’Italia è il primo Paese a concretizzare il piano,
fondato sullo strumento della cartolarizzazione.
L’iniziativa fa parte del Piano Juncker e permette di cartolarizzare crediti esistenti per liberare
le risorse degli istituti finanziari a favore delle
piccole e medie imprese. Le obbligazioni così
is
istituzionali di giovedì.
Il nuovo Btp Italia, consideranddo i circa 6 mesi di scadenza in
ppiù rispetto a quello ad aprile
22024, «dovrebbe rendere circa
lo 0,1% in più. A tanto infatti vale l’estensione di scadenza sulla
curva dei rendimenti. Considerando poi che la cedola non sarà
dello 0,40% ma dello 0,35%, va
considerato un adeguamento di
prezzo equivalente allo 0,05% in
meno di cedola che si riceve ogni
anno», sottolineano gli esperti di
Comunicato preventivo
a norma della legge n. 28 del 22.2.2000
e della Delibera n.448/16/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni relativamente alle disposizioni di attuazione della disciplina in
materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alle campagne per il referendum popolare confermativo
relativo al testo della legge costituzionale recante “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei
parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo 5° della parte seconda
della Costituzione”, indetto per il giorno 4 dicembre 2016
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L’eventuale eccesso di prenotazioni di spazi rispetto alla capienza del giornale produrrà un’automatica riduzione proporzionale degli spazi
richiesti, così da garantire un’equa ripartizione degli spazi disponibili, assicurando così a tutti i soggetti interessati condizioni di parità ed equità.
Saranno pubblicati tutti gli annunci pervenuti nei termini e nel rispetto delle condizioni stabilite nel documento analitico depositato presso la
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ottenute saranno divise in tranche, di cui le due
più rischiose saranno sottoscritte dalla Bei e dal
Fei (Fondo Europeo per gli investimenti). Le risorse messe a disposizione dal governo italiano
sono 202,5 milioni di euro, che funzioneranno
da catalizzatore per altri fondi europei dalla Bei
da quasi un miliardo. Gli 1,2 miliardi di euro
di risorse bancarie potenzialmente liberate sarà
erogato come credito alle Pmi del Meridione, di
Sicilia e Sardegna. «Nel panorama italiano sono
le più colpite dal credit crunch», sottolinea il ministro Calenda. «Così mettiamo a disposizione
una cifra importante, che avrà effetti positivi per
le Pmi del Sud e per le persone che ci lavorano».
(riproduzione riservata)
Marzotto Sim, puntualizzando
che, tenuto conto di questi due
elementi, affinché convenga in
termini relativi il nuovo Btp Italia, quest’ultimo dovrà avere un
prezzo di sottoscrizione di 1,10
punti inferiore rispetto al vecchio
Btp Italia 0,40% al 2024. «Se il
prezzo di emissione sarà inferiore di almeno 1,10 punti rispetto
a quello del vecchio sarà conveniente acquistarlo, altrimenti meglio andare sul vecchio 2024. Per
i cassettisti, cioè coloro che lo
sottoscrivono già sicuri di detenerlo fino a scadenza, la differenza di prezzo scende a 0,80 circa
grazie al premio di dotazione dello 0,4%», concludono gli esperti.
In realtà, come spiega il numero
di Milano Finanza in edicola, è
sufficiente che l’inflazione salga
allo 0,5% per rendere il Btp Italia
più redditizio dell’omologo tradizionale specie tenendo conto
del citato bonus dello 0,4% a
favore del retail. (riproduzione
riservata)
Pagamenti, gli Stati Ue
troppo lenti ad adeguarsi
di Anna Messia
iglioramenti ci sono, ma i ritardi dei pagamenti continuano a esseM
re un problema rilevante per le imprese europee, Italia compresa.
La fotografia è contenuta nella relazione della Commissione Ue,
presentata al Parlamento, da cui emerge che a oltre tre anni dall’adozione della nuova direttiva dei pagamenti, il cui termine era il 16
marzo 2013, ci sono stati importanti progressi ma restano molti nodi
da sciogliere, specie nel settore pubblico. Circa la metà dei creditori
non esercita per esempio il diritto di applicare gli interessi di mora
e di chiedere il risarcimento dei costi di recupero, come previsto
invece dalla direttiva per chi viene pagato oltre i 30 giorni. Un trend
che riguarda anche l’Italia, osservano da Assifact, l’associazione italiane per il factoring. «L’ultimo monitoraggio realizzato tra le nostre
associate evidenzia che i termini di pagamento tra imprese si sono
contratti ma restano più alti di quanto previsto dalla legge», osserva
Alessandro Carretta, segretario generale Assifact, «ma non mancano
ritardi, specie nel settore pubblico che rappresenta un quarto dei volumi di attività delle società di factoring». Secondo la Commissione Ue,
nel settore privato le cose vanno meglio, mentre in quello pubblico
la velocizzazione dei pagamenti arranca. In più di metà degli Stati
membri gli enti pubblici non hanno ancora cominciato a rispettare il
termine dei 30 giorni e in ogni caso chi subisce il ritardo raramente
esercita i nuovi diritti previsti dalla legge. La questione riguarda da
vicino l’Italia, in cui il debito della Pa è stimato in 65 miliardi. «Le
imprese continuano ad accettare tempi più lunghi per non danneggiare i rapporti commerciali con le controparti», spiega Carretta. Gli
ultimi dati elaborati da Intrum Justitia mostrano che dal 2010 al 2015
i termini di pagamento tra le imprese sono passati in Italia da una
media di 69 a 60 giorni cui si aggiunge un ritardo medio di altri 20
giorni (che nel 2010 era ben più alto e pari a 34 giorni). Il termine
medio dei pagamenti tra imprese nel 2015 è stato quindi in Italia
pari a 80 giorni, più basso dei 103 giorni del 2010 e ben superiore
alla Francia (48) o alla Germania (15 giorni). Ma è nel pubblico che,
come detto, le cose vanno peggio: con una durata media effettiva di
131 giorni. Anche questi decisamente meglio dei 180 giorni che si
registravano nel 2010 ma ben lontani dai 58 giorni della Francia o
dai 15 della Germania. «I progressi ci sono ma sono ancora lenti»,
aggiunge Carretta e per accelerare il cambiamento, come suggerito
dalla Commissione, sarebbe utile dare incentivi reputazionali ai buoni
pagatori». Ma non solo. Per quanto riguarda i debiti della Pa, Assifact
ha già alzato l’allarme sul nuovo codice appalti che rischia di frenare
lo smobilizzo dello stock accumulato. (riproduzione riservata)