La fragile Italia trema ancora

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Transcript La fragile Italia trema ancora

Edizioni TRAGUARDI SOCIALI srl - Poste Italiane S.p.A. - Sped. A.P. - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma - Taxe percue - Tassa riscossa - Roma - Italy - € 2,00
ISSN 1970-4410
N. 78-79-80 SERIE 2016
Un nuovo
slancio
al disegno
europeo
Carlo Costalli (*)
N
egli ultimi tempi si è parlato spesso
dell’Europa che non c’è, delle sue
difficoltà e, talora, della sua incapacità
nell’affrontare e risolvere questioni urgenti e fondamentali. Lo spettacolo che offre
l’UE spesso è sconfortante: i tanti piccoli
egoismi, la volontà di primeggiare di alcuni, l’incapacità di assumere decisioni
ragionevoli sui grandi drammi a partire
dai profughi e dagli immigrati, la mancanza di una visione sul ruolo e sul futuro dell’Unione.
Tutto ciò ha inevitabilmente alimentato
il populismo: il nuovo spettro che si aggira
per l’Europa. Un populismo che va combattuto. Ma non si può essere timidi nella
costruzione dell’UE e poi lamentarsi della
lontananza dell’Europa, non si può inseguire o essere blandi nei confronti dell’antieuropeismo e poi utilizzare Bruxelles
come alibi politico: lo scaricabarile di tutte le cose che non vanno. Il tempo dello
scaricabarile è finito. Siamo un grande
Paese, fondatore dell’Unione e contribuente netto del bilancio comunitario e,
diciamolo chiaramente, per noi l’adesione
all’euro era, e resta, una scelta lungimirante, che ci ha salvato dal default. In Italia, abbiamo un debito pubblico
veramente esagerato che non può essere
affatto sottovaluto. Un debito pubblico che
è aumentato considerevolmente anche con
il governo Renzi, perché la politica e il sistema economico e sociale sembrano
scientificamente strutturati per spendere
soldi pubblici.
Oggi molti Stati membri hanno paura
della Germania. La crisi economica che
ha colpito l’Eurozona ha offerto alla Germania la possibilità di diventare l’indiSegue a pagina 4
Il Segretario generale della CEI
S.E. Mons. Nunzio Galantino
al Comitato Esecutivo Nazionale MCL
La fragile
Italia trema
ancora
È
la notte fra il 23 e 24 agosto, le ore 3.36
del mattino: una scossa di terremoto di
magnitudo 6.0, con epicentro fra le provincie di Rieti, Perugia e Ascoli Piceno, distrugge la valle del Tronto, riducendo in
polvere interi Comuni.
Segue a pagina 20
Parla Guido Castelli, Sindaco di Ascoli Piceno, città colpita dal terremoto del 24 agosto
“No al referendum, sì alla
cooperazione tra i livelli sociali”
A pagina 6
Intervista al Sottosegretario di Stato Gabriele Toccafondi
Istruzione e formazione
dialoghino col mondo del lavoro
SPECIALE SENIGALLIA 2016
A pagina 3
V I TA E C C L E S I A L E
Mons. Nunzio Galantino all’Esecutivo Nazionale MCL
Un invito alla conversione autentica
Marco Margrita
I
l Comitato Esecutivo Nazionale del MCL, lo scorso 22 settembre, si è
concluso con la S. Messa presieduta dal Segretario della Conferenza
Episcopale Italiana, Mons. Nunzio Galantino. Tra i concelebranti – oltre
al nostro assistente ecclesiastico, don Ernesto Lettieri, e al nostro direttore, Mons. Francesco Rosso – Mons. Fabiano Longoni, direttore dell’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro, che tanti “momenti forti” del
nostro recente percorso ha accompagnato.
Una presenza, quella del Vescovo Galantino, che conferma il Movimento nel suo essere soggetto ecclesiale e realtà cristiana organizzata nella società. Identità che viene vissuta, osando l’andare in uscita verso la
persona concreta e i suoi bisogni, come laico servizio nella fedeltà al Vangelo e al Magistero.Un segno d’attenzione e d’incoraggiamento da parte
della Chiesa italiana, questa visita che ha significativamente avuto nell’Eucarestia il suo centro, ma anche un richiamo forte alle ragioni di fondo
dell’impegno del MCL. Con il suo stile d’intensa semplicità, il segretario
Cei, in un’Omelia che ha lasciato un segno tra i partecipanti, ha indicato
come necessario “un nuovo sguardo sul mondo”. Partendo dalle letture
della liturgia del giorno (il passo del Qoelet sulla vanità di tutte le cose e
il brano del Vangelo di Luca su Erode che cerca di vedere Gesù per mera
curiosità), ha invitato a “spingersi verso orizzonti più ampi e significativi.
Guai a sposare la logica di chi non riesce più a farsi sorprendere da niente,
di chi non sa più mettersi in gioco. Che tristezza quando ci iscriviamo al
‘club degli spiriti sazi!’”. Erode – ha ancora aggiunto riferendosi alla lettura evangelica - “cerca di vedere Gesù ma lo fa nel modo sbagliato perché non è disposto a convertirsi” e “continua a guardare il mondo dal suo
palazzo”. E’ stata proposta una conversione autentica, un cambio di prospettiva e di paradigma: “Gesù è presente in coloro che fanno fatica a far
sentire la propria voce e a far rispettare i propri diritti”. In queste parole
si è sentita l’eco del ripartire dalle periferie, tanto caro al Santo Padre.
SEGNI DEI TEMPI
“…la sua misericordia per
quelli che lo temono” (Lc 1,50)
M
ancano circa 50 giorni alla “chiusura” della Porta Santa, a Roma
da parte del Santo Padre (20 Novembre); ancor meno manca alla chiusura
delle Porte Sante nelle singole Diocesi,
da parte dei nostri Vescovi (13 Novembre). Per tale motivo, sento forte e pressante la necessità di spronare
ognuno a cogliere l’occasione della Grazia giubilare, perché tutti ci
si possa accostare al Mistero della Pietà di Dio. Pur essendo perennemente in atto nella Chiesa tale Mistero, non lasciamoci sfuggire
l’occasione del Giubileo della Misericordia, per una nostra “conversione”, piccola o grande che possa essere. Al fine di rinnovare la
nostra coscienza, per una più forte consapevolezza del mistero dell’Iniquità che è in ciascuno di noi, come pure del Mistero della Pietà,
che il Padre di ogni Misericordia, attraverso il suo Figlio, Gesù, e lo
Spirito santo, elargisce continuamente a ciascuno nella Chiesa. Noi
vogliamo esultare con Maria: “di generazione in generazione la sua
Misericordia per quelli che lo temono”.
Carissimi, intanto ringraziamo il Signore del “dono” che abbiamo ricevuto come MCL, lo scorso 16 Gennaio, dell’Udienza da Papa Francesco e del passaggio della Porta Santa in Vaticano.
2
Un invito che il MCL, nel solco di una storia che fa essere i suoi aderenti
“nel mondo perché cristiani”, “cerca – ha ricordato nel suo indirizzo di
saluto il presidente, Carlo Costalli – di praticare nella quotidianità stando
a fianco della gente, vitalizzando la comunità e non chiudendosi negli
schemi di questa economia che uccide”.
La sfida posta da Mons. Galantino, e che il Movimento sente come
propria, è quella di non essere tra quanti “hanno Cristo sempre sulla
bocca e non si accorgono, chiusi nei loro schemi, di non averlo mai veramente incontrato”. Questo esigente programma, che non è riducibile a
mere mosse organizzative ma chiede un impegno di vita, riporta alla centralità le tre parole che il Papa ha consegnato nell’Udienza speciale del
16 gennaio di quest’anno: educazione, condivisione e testimonianza. Il
MCL, praticando una sana laicità e un interesse a tutto il reale, intende
essere esperienza cristiana e popolare, dando voce a chi fa più fatica e
proprio in questo vuol essere segno di Cristo.
Grazie Mons. Nunzio, per averci ridetto il valore della libertà cristiana!
Chiediamo l’intercessione di due grandi “apostoli” della misericordia, di cui da poco ne abbiamo celebrato la memoria liturgica:
Santa Teresa di Calcutta (5 Settembre – Santa dei diseredati) e San
Pio da Pietralcina (23 Settembre – Santo delle stimmate e dei malati dell’anima e del corpo). Il loro esempio ci sproni ad agire da
misericordiosi verso gli altri: “Beati i misericordiosi, perché troveranno Misericordia” (Mt 5,7). Saremo, però, certi di trovar Misericordia e di non essere ipocriti, solo quando veramente avremo
timore di Dio: “la sua misericordia per quelli che lo temono”. A mo’
del pubblicano al Tempio (cfr. Lc 18,13-14), il quale non si mette
in prima fila, ma che “a distanza”, battendosi il petto, non osa nemmeno alzare lo sguardo al cielo, chiedendo Pietà. Solo chi è timorato di Dio – veramente consapevole del Mistero di Iniquità che è
in lui – può ricevere “veramente” il Mistero di Pietà che è in Dio.
E semmai ci sentissimo consapevoli di colpa alcuna, comunque
sia, abbiamo necessità della Pietà e della Misericordia di Dio: “perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo
sono giustificato” (1Cor 4,4).
Vostro
Don Ernesto Lettieri
Assistente Ecclesiastico Nazionale MCL
TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
POLITICA E SOCIETÀ
Intervista al Sottosegretario di Stato Gabriele Toccafondi
Istruzione e formazione
dialoghino col mondo del lavoro
G
iovani e istruzione: un binomio esplosivo negli ultimi anni (forse sarebbe più corretto parlare di decenni) in Italia. Ne abbiamo ragionato con il giovane Sottosegretario di Stato all’Istruzione, Università e
Ricerca, Gabriele Toccafondi, con il quale abbiamo allagato lo sguardo
anche al campo della formazione e delle politiche europee in materia.
Una nuova e drammatica forma di esclusione sociale sono i giovani NEET, un fenomeno in continua crescita. Quali ritiene debbano essere le strategie formative, gli attori da coinvolgere per
contrastare questa piaga?
Innanzitutto è necessario operare una distinzione e chiarire cosa si
intende per NEET. Il termine NEET, raccoglie la fascia di giovani tra i
15 e i 29 anni in cui confluiscono sia i giovani che abbandonano precocemente il percorso scolastico o formativo intrapreso (Early school leavers), sia i giovani che non sono iscritti a scuola né all’università, che
non lavorano e non seguono nessun corso di formazione o aggiornamento
professionale: “Not in Education, Employment or Training“.
Il paradosso è che abbiamo 2 milioni di NEET e le aziende stentano
a trovare professionalità di cui hanno bisogno. Nel nostro Paese abbiamo tardato a renderci conto che il mondo dell’istruzione e della formazione deve dialogare con il mondo del lavoro. Abbiamo rivisitato in tal
senso sia l’alternanza scuola lavoro sia l’apprendistato. Far fare esperienza ai nostri ragazzi è il miglior antidoto per prevenire abbandoni e
per far scoprire ai ragazzi il proprio talento e la propria vocazione. Le
esperienze in contesti di lavoro arricchiscono il curricolo degli studenti
e consentono loro di affacciarsi nel mondo del lavoro con maggiore consapevolezza di come funziona e con competenze coerenti con le richieste dalle imprese, che le imprese stesse hanno contribuito a formare.
Sappiamo che in molti casi le attività di alternanza e le sperimentazioni
in apprendistato sono state il primo passo concreto per l’inserimento
professionale dei giovani. Non sono poche le aziende che, dopo aver
sperimentato la preparazione degli studenti ospitati, hanno fatto loro
una proposta di lavoro.
La mancanza di raccordo tra il mondo del lavoro e il mondo
della formazione è uno dei punti deboli del nostro Paese e allo stesso tempo è un fattore decisivo per lo sviluppo. Quali sono stati gli
aspetti positivi e le difficoltà del programma di alternanza scuola
lavoro e quali prospettive potrà avere in futuro?
Recuperare il gap che ha separato mondo della scuola e mondo del
lavoro ha significato dover ricreare le condizioni per la ripresa del dialogo
con le imprese, siglare protocolli a livello nazionale per favorire le convenzioni con le singole scuole, far riscoprire ai ragazzi la pratica dell’esperienza in alternanza come acceleratore di maturità individuale.
Grazie alla Buona Scuola tutto questo è stato possibile rendendo obbligatoria l’alternanza scuola lavoro, abbiamo elaborato la guida operativa
per dare indicazioni alle scuole e creato il registro nazionale dell’alternanza per le imprese disposte ad accogliere i ragazzi.
Il mondo del lavoro richiede competenze qualificate, sia trasversali
sia specifiche. Stiamo lavorando affinché, scuola e mondo del lavoro, collaborino strettamente nella progettazione dei percorsi destinati ai ragazzi.
Gli aspetti positivi sono stati il fatto che si sta capendo che la finalità
non è lo svendere «la scuola all’impresa», e che è necessario lavorare in
maniera non separata sul «sapere» (scuola) e il «saper fare» (lavoro) ma
considerarli come prerequisiti non scindibili per il «saper essere». I ri-
sultati del monitoraggio, ad esempio, della sperimentazione con Enel mostrano che i ragazzi che hanno partecipato al progetto di apprendistato
hanno avuto i voti più alti agli scrutini, questo ci dimostra chiaramente
che non si fa «addestramento» in alternanza, ma scuola, ci si allena con
i saperi e le abilità per impadronirsi di competenze nella risoluzione di
problemi concreti.
Nella nostra vita di Movimento abbiamo sperimentato il positivo
ruolo svolto dalle molteplici agenzie educative, come le associazioni, nel percorso formativo dei giovani, dando loro la possibilità di
giocarsi nella concretezza della quotidianità. Ritiene che questo
ruolo possa essere valorizzato dalle istituzioni e in che modo?
Il Sottosegretario di Stato Gabriele Toccafondi
Parlare di educazione, oggi, deve necessariamente fare i conti con
una società in continua trasformazione, in cui sia i sistemi di istruzione
e formazione sia i sistemi educativi in senso lato sono inseriti. A tal fine,
scuole, agenzie educative e formative, ed enti di formazione, devono superare la propria autoreferenzialità per ricostruire un’idea di futuro che
chiede di accelerare ciò che con la Buona scuola stiamo portando avanti.
L’alternanza è, di fatto, un’innovazione che punta alla concretezza della
quotidianità. Aver ampliato i campi e i settori dell’applicazione ad associazioni di volontariato, enti no profit, oltre che alle aziende, testimonia
un modello di alternanza duttile rispetto alle competenze che possono
essere sviluppate nel terzo settore. Sono tanti i progetti pensati e realizzati dalle associazioni, ad esempio, contro la dispersione scolastica o
bandi promossi dal MIUR per promuovere il volontariato nelle scuole.
La legge 107/2015, la Buona scuola, aprendo a organismi pubblici e privati, anche del terzo settore, ha aperto le porte dell’associazionismo e
della cooperazione a significative prospettive di incontro scuola lavoro,
non solo per far sviluppare tutte quelle competenze trasversali richieste
(lavoro di gruppo, progettazione, comunicazione e competenze di cittadinanza) ma anche per trasmettere l’importante bagaglio valoriale e motivazionale che sta alla base del proprio modo di lavorare.
TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
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POLITICA E SOCIETÀ
Segue da pagina 3
La libertà di educazione è un caposaldo della nostra democrazia, eppure questo principio quando non è apertamente osteggiato,
è ridotto a un semplice slogan. Come si può, invece, renderlo attuale affinché questa libertà non sia solo appannaggio di quanti
possono permettersela, ma sia davvero per tutti?
Combattiamo i diplomifici, ma volgiamo tutta la nostra attenzione a
chi offre un servizio in quanto si deve operare positivamente all’esercizio
del diritto di scelta, per far sì che la scelta della scuola sia una scelta
vera per tutti.
Dobbiamo abbattere un aspetto culturale e ideologico che rifiuta il
concetto di parità scolastica come scelta educativa e ribadire che la scuola statale e paritaria è scuola pubblica. Siamo consapevoli della necessità
di finanziare la libertà per renderla effettiva, infatti abbiamo inserito una
rivoluzionaria norma con un contributo in favore delle scuole paritarie
che accolgono bambini e ragazzi disabili. E’ un’inversione di tendenza,
per la prima volta dalla legge Berlinguer. Sono oltre 12 milioni di euro
l’anno e andranno nella misura di mille euro a ragazzo. Stiamo muovendo
anche per la revisione del Testo Unico della scuola e in tale prospettiva
stiamo lavorando per l’introduzione di un articolo, nella prima parte del
T.U. che, nel recepire il contenuto dell’art.1 della l.62/2000 ne dia anche
concreta attuazione, prevedendo, in via generale, l’estensione della disciplina (di primo e secondo grado) prevista per le scuole statali, anche
per le scuole paritarie. Il principio costituzionale della libertà di educazione trova, infatti, realizzazione attraverso le scuole statali e le scuole
paritarie ai sensi della Legge 10 marzo 2000, n. 62. Tale riconoscimento
quindi, inserisce la scuola paritaria nel sistema nazionale di istruzione
e garantisce l’equiparazione dei diritti e dei doveri degli studenti […] e,
più in generale, impegna le scuole paritarie a contribuire alla realizzazione della finalità di istruzione e educazione che la Costituzione assegna
alla scuola. In sintesi, nel sistema nazionale dell’istruzione, le istituzioni
scolastiche sia statali che paritarie concorrono, nella loro specificità e
autonomia, a realizzare l’offerta formativa sul territorio svolgendo un servizio pubblico.
L’Unione Europea, che sembra vacillare tra la Brexit e i populismi, ha sempre indicato nella formazione europea non un sem-
plice fattore di crescita economica, ma un elemento essenziale per
lo sviluppo della casa comune. Nel contesto attuale la formazione
è ancora strategica e in che modo?
Forse in questo momento, l’importanza della formazione, in particolare
nel contesto dell’Unione Europea, lo è ancora di più.
Promuovere una “crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”
non è un concetto legato esclusivamente alla crescita economica, ma
ad un importante salto in avanti di visione che va data alle nuove
generazioni.
Il concetto stesso di “sostenibilità”, quale condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni
future di realizzare i propri, implica un grado di consapevolezza dell’altro e di educazione verso l’altro che può essere raggiunto solo attraverso la condivisione di valori comuni, di inclusione e rapporti di
scambio e formazione.
Non si può non rendersi conto e non considerare che la tecnologia
che ha accorciato lo spazio e il tempo della nostra quotidianità, e quindi
dilatato il concetto di “casa”, non influenzi ogni scelta dei nostri ragazzi,
da quella formativa a quella lavorativa, in relazione tra l’altro ad un mercato del lavoro ormai amplificato e che richiede figure professionali completamente nuove e da inventare, altamente specializzate e con
competenze trasversali elevate. Ignorarlo sarebbe togliere occasioni di
crescita ai giovani.
Il mondo del lavoro e della conoscenza non ha più confini netti, e azioni importanti quali prima il Lifelong Learning Programme poi l’ Erasmus
+, il portale European Youth, diventano luoghi fondamentali per accompagnare i ragazzi nella crescita e nella propria realizzazione. Come anche
l’alternanza e l’apprendistato aperti ad esperienze europee fanno sì che
la parola chiave “esperienza” sia volano di autoimprenditività, non soltanto come acquisizione di conoscenze quanto come sviluppo di abilità
favorite dagli ambienti di apprendimenti in situazioni diverse e lavorative
anche all’estero.
T.S.
Segue dalla prima pagina
scussa prima potenza europea e di imporre la propria ideologia economica e politica, basata sull’austerità e su una disciplina finanziaria con caratteristiche di rigidità e di continuità. Ma fino a dieci anni
fa erano proprio i tedeschi a non fare le riforme necessarie e a trascinare in basso l’Europa. Oggi, dopo averle fatte, sembra che pretendano di imporle a tutti, senza però un orizzonte ideale sostenibile:
un progetto che tenga conto del mutato contesto economico e sociale
di questi anni di grande crisi e che interpreti fino in fondo lo spirito
di integrazione tra gli Stati membri, fondato anche sulla mutua solidarietà e non soltanto sull’ortodossia contabile della Bundesbank.
L’Europa da sempre si è confrontata con grandi sfide: sono state
tutte raccolte e sono diventate occasione di rilancio e di sviluppo.
Quest’ultima ha origine nei grandi cambiamenti indotti dal nuovo
ordine economico mondiale. Nuovi Paesi si sono affacciati sul mercato mondiale e oggi la nostra sfida è trasformare la vecchia Europa
in una potenza prospera e influente. Abbiamo bisogno di un’Europa
sociale, attenta a coloro che hanno sofferto di più per la globalizzazione. Senza una grande dimensione europea, un’alleanza ed una
solidarietà per lo sviluppo dell’economia reale e per
l’occupazione, l’obiettivo di sfidare la globalizzazione finanziaria non
può essere raggiunto.
Dobbiamo riscoprire l’economia sociale di mercato aggiornata e
rivista sulla base dei tempi che cambiano: come formula riconciliante, perché l’economia sociale di mercato non suppone solamente
un sistema coordinato ed una logica di mercato. L’aggettivo “sociale”
ci avvisa che il sistema persegue obiettivi di natura sociopolitica,
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può essere paragonato ad un triangolo che modera le tensioni esistenti fra i suoi vertici: necessità di sviluppo economico, bisogno di
libertà e di iniziativa personale, esigenza (individuale e collettiva)
della sicurezza sociale in ogni suo aspetto.
In questo tempo così complesso è principalmente di un afflato
ideale e di una ambizione intellettuale altrettanto forte che più abbiamo bisogno. E sottolineando ancora la miopia dell’UE che non
ha avuto il coraggio di inserire nella Costituzione un doveroso richiamo alle radici storico-culturali cristiane: per confrontarci con
gli altri dobbiamo sapere chi siamo, da dove veniamo e soprattutto
dove vogliamo andare.
Credo che oltre a tutte le analisi sulla “liquidità” della società in
cui viviamo, questa debba essere l’epoca di un “pensiero pesante”
oltreché lungo. Il regalo migliore che possiamo fare all’Europa, e
dunque anche all’Italia (e a noi stessi), è provare a restituire a entrambe un’anima ed una cultura politica. Il rilancio non può che essere politico: la cessione di sovranità all’UE è la sola maniera per
recuperare la sovranità nazionale e le forze di ciascuno Stato. I messaggi dei vari Le Pen, Farage (ed anche del nostro Salvini), parlano
del recupero di una grandezza nazionalista che non esiste più e tendono solo ad isolare il proprio Paese.
Questi temi saranno al centro dei due giorni (3 e 4 ottobre p.v.),
che il MCL organizza a Strasburgo e, poi, del programma futuro del
Movimento, avendo sempre presente gli insegnamenti di De Gasperi,
Adenauer e Schumann.
(*) - Presidente Movimento Cristiano Lavoratori
TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
V I TA E C C L E S I A L E
A Genova il XXVI Congresso Eucaristico Nazionale
Cercare la gioia dell’eterno
nel quotidiano
Giovanni Gut
“L’
eterno nel quotidiano”, è questa la sfida lanciata dal XXVI Congresso Eucaristico nazionale di Genova. L’esperienza
vissuta nel capoluogo ligure, in comunione con
tutta la Chiesa, ha messo in risalto il rapporto
tra il sacro e la concretezza di tutti i giorni, o
meglio, come l’irrompere dell’eterno nella vita
quotidiana sia capace di trasformare la realtà.
A un mondo che vuole relegare la fede alla
mera sfera privata, che trasforma il senso religioso in intimismo psicologico, il Congresso Eucaristico ha risposto con la forza dell’incontro
cristiano, che vive il suo culmine nell’Eucarestia. Una forza che ha una dimensione sociale,
che ha una valenza pubblica, che genera legami, che genera un modo diverso di stare assieme. Appare così come la vera sfida sia quella
di dare testimonianza all’interno dei propri ambiti, che significa per noi del Movimento Cristiano Lavoratori essere fedeli alla Dottrina
sociale e farlo nella concretezza del lavoro quotidiano.
Vivere la propria dimensione associativa in
questo modo significa dare una prospettiva nuova ed affascinate alle tante opere che nascono
nel MCL, ai nostri Servizi, alla vita dei nostri
circoli, ai tanti appuntamenti formativi che
scandiscono il nostro stare insieme.
Non a caso, il MCL ha partecipato al Congresso Eucaristico per andare al fondo delle ragioni della presenza sociale e, allo stesso
tempo, per portare l’esperienza del nostro vissuto, del nostro lavoro quotidiano. In questo
contesto sono stati toccanti i molti momenti vissuti durante il Congresso Eucaristico, in particolare la processione del Santissimo
Sacramento, “sbarcato” nel porto di Genova da
una motovedetta della guardia costiera che è
stata impegnata per molti mesi in operazioni di
salvataggio nel Mediterraneo. La processione
ha visto accompagnare il Santissimo Sacramento alla Cattedrale da un corteo in cui sono state
protagoniste le varie confraternite della città, a
testimonianza del coinvolgimento di tutte le realtà sociali della Chiesa.
Quando il cardinal Bagnasco, durante
l’Omelia della Messa conclusiva del Congresso
Eucaristico, si è rivolto ai giovani, alle famiglie,
ai diseredati, lo ha fatto esprimendo una vicinanza (e una gratitudine) reale. Davanti alle
tante famiglie festose, che hanno animato i giorni del Congresso eucaristico, ha rinnovato l’impegno missionario della Chiesa, un impegno
che si può riassumere con le parole del Cardinale: “oh, uomini che ci ascoltate: la nostra gio-
ia è grande e si chiama Gesù“. È questo il punto
di partenza di una Chiesa in cammino, che vive
nelle periferie e non ha paura di sporcarsi le
mani. È questo l’inizio di un impegno nella so-
cietà da parte di famiglie, di associazioni, di
movimenti, che non ha paura di esprimersi in
tutti gli ambiti della vita sociale, di far sentire
la propria voce nella sfera pubblica.
Così vissuto, nella sobrietà e nell’incisività
dei gesti, il XXVI Congresso Eucaristico nazionale è stato un appuntamento che non ha riguardato soltanto la Chiesa italiana in tutte le
sue componenti, ma è stato un’opportunità per
tutto il Paese per guardare al bene comune.
Perché il bene comune non è un discorso astratto come molti credono, ma è la concretezza della vita di tutti i giorni trasformata “dall’eterno
nel quotidiano”, quello a cui siamo chiamati
anche noi del Movimento Cristiano Lavoratori.
730
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TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
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AT T U A L I T À
Parla Guido Castelli, Sindaco di Ascoli Piceno, città colpita dal terremoto del 24 agosto
“No al referendum, sì alla
cooperazione tra i livelli sociali”
Marco Margrita
G
uido Castelli è, dal 2009, sindaco di Ascoli
Piceno. Di Forza Italia, può vantare la riconferma elettorale a furor di popolo, due anni
fa, vincendo al primo turno in una città che, nel
contestuale voto europeo, aveva visto dilagare
Pd e M5S. Avvocato, riveste anche il ruolo di
presidente della Fondazione Ifel. Non solo un
buon amministratore, ma anche un eclettico uomo di cultura capace di leggere e interpretare
la politica con categorie originali. Un sincero
amico del MCL e della sua capacità di presenza
sulle questioni e tra la gente.
Il nostro dialogo non poteva non partire dal
terremoto che ha sconvolto il Centro Italia (e
anche su questo punto il primo cittadino ascolano conferma di saper volare alto, partendo
dalla natura umana prima che dalle rivendicazioni). E’ stato tra i primi ad intervenire e tra
più attivi a darsi da fare per trovare soluzioni
all’emergenza.
“Di fronte al terremoto – ci spiega il primo
cittadino – sono tre le questioni che ci si parano
davanti e non possono essere sviate. La prima,
che un clima radicale di secolarizzazione e un
certo smarrimento antropologico tendono banalmente a rimuovere, è la riaffermazione del limite
strutturale dell’uomo e dell’umano. L’uomo moderno tende a voler trovare per forza un colpevole, una causa meccanica e un responsabile da
giudicare. Questo cataclisma, invece, se osservato con sincero realismo, ci dice la finitudine
dell’uomo. Questo tremendo sisma, che in una
zona ben meno antropizzata ha fatto gli stessi
morti di quello de L’Aquila, non può essere affrontato con un giustizialismo che rischia di distogliere energie preziose alla ricostruzione.
Certo, se ci sono delle responsabilità oggettive,
andranno perseguite, ma non possiamo produrci
in improprie criminalizzazioni, ad esempio, dei
sindaci. Penso al mio amico Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, che sta lavorando con un’ammirevole dedizione per non lasciar sola la sua
gente. Le indagini ci stanno, ma non possiamo
dimenticare che la natura non è nella nostra disponibilità”.
E le altre questioni che il terremoto ci consegna?
“La seconda, che è apparsa evidente sin dall’emergenza ma oggi nel dipanarsi della concreta solidarietà non è meno evidente, è quanto sia
radicato e costitutivo del nostro essere popolo il
principio di sussidiarietà: le amministrazioni comunali sono state e sono segno della possibile
prossimità delle Istituzioni e il vasto mondo
6
dell’associazionismo (per prime le forze della
Protezione Civile, non a caso organizzate in modalità federativa) è dimostrazione costante di come le comunità abbiamo capacità di risposta che
partono da una vera dedizione ideale al “bene
comune”.
La terza – aggiunge il sindaco Castelli – è
che nella ricostruzione (e ogni ricostruzione è
le di autonomia locale. Diventeremo come sceriffi di Nottingham – spiega Castelli – puri esattori per conto dello Stato. Addio all’autonomia,
ma anche alla responsabilità: le tasse locali devono essere “misurabili” (rendicontabili) dai cittadini. Se finiscono al servizio del debito
pubblico sono un esercizio prefettizio. Il sindaco
è scelto dai cittadini. Il sindaco è sottoposto al
una storia a sé) sarà fondamentale una cooperazione tra i livelli sociali e, se come è giusto si
vuole ricostruire mantenendo il volto proprio di
quei luoghi, la capacità di andare oltre le ritrosie private. Lì dove c’erano già tentazioni di abbandoni e proprietà molto frazionate, non ci si
potrà bloccare di fronte a veti particolaristi. Bisognerà saper mettere insieme, anche affievolendo certe prerogative della proprietà (guardando
a modelli tipo quelli delle società di trasformazione urbana, ad esempio). Per tutto questo, più
che le archistar, sarà necessaria la concretezza
di chi queste terre conosce, vive ed ama”.
La centralità data a temi come la sussidiarietà e questa forte rivendicazione del ruolo dei
corpi intermedi e degli Enti locali ci indirizza
quasi naturalmente a chiedere un giudizio sul
prossimo referendum. E Guido Castelli non si
sottrae.
“Il mio sarà un No chiaro e convinto, ci ho
scritto anche un libro per motivarlo (No, caro
Matteo, dEste, pagg. 122, ndr). La Costituzione
voluta da Matteo Renzi sarà una pietra tombale
sul principio di sussidiarietà e su ogni forma rea-
giudizio e al consenso. Non è un funzionario della Pubblica Amministrazione. Non si può accettare il neocentralismo che questa riforma vuole
imporre e non è accoglibile la posizione di chi
dice: ‘è pur sempre una riforma’. Una riforma
serve, ma non questa!”.
La battaglia referendaria, secondo alcuni,
potrebbe essere l’ambito di rifondazione per il
centrodestra. Come vede, un sindaco che ha saputo vincere quando tiravano venti sfavorevoli,
il futuro dell’area?
“Per superare la fase carismatica, che è
un’evidente necessità, bisogna ritrovare l’unità
sui valori (centralità della persona e della famiglia, interclassismo e sussidiarietà) e sui programmi, in una logica di coalizione ampia e
inclusiva. Serve un quadro di regole interne
chiare, che consenta una selezione della classe
dirigente che non sia mera cooptazione. Serve un
ascensore che permetta a chi ha costruito negli
Enti locali e nella società (sentire chi ha vinto
non sarebbe male, ecco) di diventare classe dirigente nazionale. Il territorio è la risorsa da cui
partire”.
TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
POLITICA E SOCIETÀ
Il dibattito sulla legge elettorale e la connessione con il referendum
Per una legge elettorale
non di parte
Pietro Giubilo - (*)
È
auspicabile che la riapertura del dibattito
sulla legge elettorale e la sua negata – da alcuni – ma stretta connessione con il referendum
sulla riforma costituzionale, non si risolvano in un
mero confronto tattico. A tal fine è importante che
il tema si apra ad un contributo propositivo oltre
l’ambito strettamente politico e partitico, impegnando anche le realtà sociali.
La perenne difficoltà che si incontra, in Italia,
nell’approvazione di una legge elettorale per l’elezione del Parlamento trova la sua spiegazione nella tendenza, non eliminabile, da parte delle forze
politiche, di indicare proposte “di parte” volte,
cioè, solo a favorirne l’affermazione, spesso limitatamente alle condizioni date.
Il sistema proporzionale, rimasto in vigore per
quasi 50 anni, era in sintonia con una forma politica di governo parlamentare ed offriva la possibilità alle Camere di una rappresentanza diffusa.
La maggioranza a sostegno del governo si costruiva con le alleanze politiche. Negli anni ’70 e ’80
si iniziò a discutere sulla possibilità di una correzione in senso maggioritario delle regole elettorali, secondo un’idea diffusa di modificare il
modello politico verso forme dirette o indirette di
presidenzialismo. Le nuove norme elettorali per i
Comuni e le Regioni andarono in questa direzione. Sempre in questo senso – cioè nella possibilità di assicurare una maggioranza intorno a un
leader o ad una coalizione di partiti – negli anni
’90 ed anche in seguito, furono approvate leggi
elettorali generali che avevano l’obbiettivo di assicurare una maggioranza stabile, anche se, per
varie ragioni di ordine politico, tale obbiettivo è
stato raggiunto assai parzialmente.
In buona sostanza, rispetto al sistema proporzionale in vigore in passato, tali nuove regole elettorali hanno consentito alle coalizioni, pur non
raggiungendo la maggioranza degli elettori, di ottenere una maggioranza dei seggi parlamentari.
Vale la pena di ricordare che l’unico tentativo negli anni ’50 di dare più stabilità alla maggioranza
parlamentare, fu quello operato nel ’53 con il premio in seggi che veniva attribuito, però, solo in
quanto la coalizione dei partiti avesse raggiunto
il 50% + 1 dei voti espressi. Vi era, quindi, una
corrispondenza tra maggioranza di voti espressi e
maggioranza parlamentare. L’attuale discrasia,
invece, non contribuisce di certo a contenere –
anzi, forse, incentiva – il distacco dell’elettore e
il crescente fenomeno dell’astensione.
Il dibattito odierno si è a tal punto deteriorato
che stiamo assistendo ad un vero paradosso, e
cioè che l’ultima legge approvata, pur non essendo stata ancora utilizzata, già risulta posta in discussione nel dibattito complessivo, per i suoi
ipotizzati effetti negativi sul sistema politico, anche se gli schieramenti tendono a variare in relazione ai risultati che si registrano nelle diverse
elezioni amministrative, in funzione o meno della
sola convenienza. Addirittura si è aggiunto un ulteriore elemento e cioè che la legge elettorale e
le sue possibili modifiche vengono chiamate in
campo per decidere circa la scelta di sostenere o
meno la nuova Costituzione.
In quasi tutte le diverse proposte si è abbandonato il principio di quella piena e necessaria
corrispondenza tra voti e rappresentanza che non
solo appare una regola democratica, ma esprime
anche una base di legittimazione politica indispensabile per dar vita a governi che siano
espressioni della sovranità popolare.
Vi è un altro aspetto che è trascurato nel dibattito in corso e cioè che, essendo le norme elettorali di rango costituzionale, i meccanismi
rappresentativi che con esse vengono introdotti
debbono essere anche in sintonia con la realtà
complessiva della società del Paese, così come si
è costruita nella sua storia e nella evoluzione sociale e culturale.
L’Italia – come si è potuto verificare anche in
presenza di sistemi elettorali maggioritari – ha
una connotazione plurale, frutto di una storia ricca di tradizioni e di influenze culturali differenti
che tendono a riemergere in ambito politico. Tale
connotazione non ha riguardato solo gli aspetti
legati al territorio – regionali e comunali – ma si
è affermata anche come cultura complessiva secondo ispirazioni differenti e diffuse. Si è trattato
di un’espressione di intensa partecipazione popolare. Il tentativo di portare il sistema politico
italiano – secondo l’ispirazione di schemi politici
di altri Paesi – verso il bipolarismo, si è risolto
nel fallimento di questo vero e proprio “letto di
Procuste”. Con l’ultima legge, poi, addirittura, si
intende privilegiare l’affermazione parziale di un
partito al quale il sistema approvato offrirebbe la
possibilità di assumere tutto il potere, al cui leader attribuendo – con la correzione del bicameralismo perfetto – un rafforzamento del potere
decisionale.
La governabilità, tanto invocata a sostegno
della legge in vigore, risulta quindi sconnessa
dalla rappresentanza, riducendosi ad un elemento
puramente di tecnica di attribuzione del premio
di maggioranza (“conoscere la sera chi ha vinto
le elezioni”), a prescindere da quanto realmente
“rappresentato”. Di conseguenza, si realizza una
governabilità autoreferenziale che, cioè, non si
fonda sulle caratteristiche antropologiche, ma su
un astratto decisionismo avulso e incapace di coagulare le diversità con il realizzarsi di una maggioranza reale.
Spiace che anche coloro che posseggono una
esperienza politica che si è consumata dal dopo
guerra lungo gran parte della storia italiana, non
colgano la carenza strutturale di una legge elet-
torale approvata con la forzatura del voto di fiducia dal governo Renzi. Napolitano, ad esempio,
ne scorge una difficoltà, anch’essa frutto di un interesse parziale. Il rischio del successo di una formazione politica considerata antisistema come il
M5Stelle è l’effetto contingente – certamente negativo – di una regola sbagliata, proprio perché
svela – a prescindere da chi “vinca” – la possibilità che una frazione di elettorato possa diventare
maggioranza parlamentare.
In sintesi, la ricostruzione della rappresentanza che riteniamo essere la vera questione istituzionale del Paese, passa anche per l’approvazione
di regole elettorali che, secondo un assioma degasperiano, sempre più valido, siano nella direzione di “portare il popolo alla guida di se stesso”
e non nell’interesse di una “parte”.
(*) - Vice Presidente Fondazione Italiana Europa Popolare
TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
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SPECIALE SENIGALLIA
A Senigallia un Movimento in cammino verso giovani e lavoro
Lavoro, economia, Sud,
giovani. E al centro l’Uomo
Fiammetta Sagliocca
C’
è un fil rouge che lega il MCL ad alcuni grandi temi-chiave: un filo
rosso che si chiama lavoro, giovani, centralità della persona. E che
si rifà con orgoglio al Magistero sociale della Chiesa e, in particolare,
alla missione affidata da Papa Francesco al Movimento nell’incontro del
16 gennaio scorso: “educare, condividere, testimoniare”. Temi che saranno al centro anche della prossima Settimana Sociale dei Cattolici italiani, a Cagliari nel 2017.
Linee chiare di impegno, sulle quali è stato incentrato il dibattito di
inizio settembre a Senigallia – che ha segnato come ogni anno la ripresa
delle attività associative dopo la pausa estiva –, dal titolo significativo:
“Un Movimento in cammino: trasmettere la speranza, confortare con la
presenza, sostenere con l’aiuto concreto”.
8
Lo ha sottolineato a chiare lettere il presidente del MCL, Carlo Costalli: “i nostri punti di riferimento principali devono essere i giovani e
il lavoro. Se il lavoro è quanto dovremmo essere capaci di promuovere
per il futuro del Paese, seguendo i principi della Dottrina sociale della
Chiesa, i giovani sono ancora più importanti, perché rappresentano il nostro domani e vanno accompagnati in maniera concreta verso un maggiore protagonismo”. Una tre giorni di dibattito che ha visto la
partecipazione di esperti di primo piano del mondo del lavoro, come pure
del panorama ecclesiale, accademico e politico, riuniti, per dirla ancora
con Costalli, “per ragionare insieme su come costruire nuovi percorsi
produttivi che contemperino le necessità del profitto con il bene primario
e irrinunciabile della centralità della persona”.
Una tre giorni che è servita anche ad allargare lo sguardo sulle grandi
questioni che ancora ostacolano il corretto sviluppo del nostro sistema
economico, politico e sociale: dal Mezzogiorno ai corpi intermedi, alla
necessità di superare lo scontro generazionale.
Un dibattito intenso, nel quale non sono mancati spunti di riflessione,
ricette e denunce, che rappresentano un canovaccio di idee da mettere in
pratica, un filone di valori che soprattutto il mondo cattolico si sente fortemente impegnato a realizzare: da Mons. Filippo Santoro, arcivescovo di
Taranto e presidente della Commissione Cei per i problemi sociali ed il
lavoro, con le sue forti sottolineature “tra le politiche di sviluppo non vedo
misure per promuovere realmente la ripresa del Mezzogiorno partendo
dall’agricoltura, dal turismo, dal mare, dall’artigianato, che sono le nostre
risorse”; alle denunce puntuali del prof. Leonardo Becchetti, ordinario di
economia politica all’Università di Roma Tor Vergata “Il sistema economico non può funzionare senza i corpi intermedi, perché rappresentano
un importante valore di collegamento con la cittadinanza senza il quale
la società è incompleta”; a Mons. Francesco Manenti, Arcivescovo di Senigallia, che ha ricordato come quello della condivisione sia “un tema
che dovremmo riscoprire e valorizzare di più, soprattutto in tempi come
TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
SPECIALE SENIGALLIA
questi dove prevale la paura dell’altro”; alle considerazioni di Michele
Tiraboschi, professore ordinario di Diritto del lavoro all’Università di Modena e direttore del centro studi sul lavoro Adapt-Marco Biagi “Il cambiamento tecnologico non deve essere soltanto subito passivamente dalle
nuove generazioni, ma deve creare la capacità di leggere le trasformazioni
del nostro tempo”; fino alle notazioni di Piero Ragazzini, segretario confederale Cisl “Stiamo lavorando per uscire da una crisi che è più profonda
di quella semplicemente economica: dobbiamo ridare valore al lavoro e
all’impresa mettendo in discussione il capitalismo finanziario”…
Valutazioni e idee importanti, che sono strettamente correlate alla gravità e all’importanza del momento davanti al quale siamo tutti chiamati
a un rinnovato senso di condivisione e di responsabilità, come ha ricordato ancora il presidente del MCL: “La situazione stagnante dell’economia italiana è e rimane il primo problema da affrontare, ma serve quel
colpo d’ala che finora è mancato per cercare di riaccendere veramente i
motori dell’economia e del mercato del lavoro. E serve, soprattutto, un
rinnovato impegno di tutti, un nuovo senso di responsabilità”.
TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
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SPECIALE SENIGALLIA
Costalli:
“L’economia serva l’uomo
e non si serva dell’uomo”
P
ubblichiamo alcuni stralci dell’intervento del presidente MCL, Carlo
Costalli, al Seminario di Senigallia, che ha messo alcuni punti fermi
al dibattito, focalizzandolo sulla dimensione del lavoro e sulla necessità
di riaffermare il primato dell’essere umano in ogni ambito.
“Abbiamo discusso per più di un anno su questi temi partendo dal libro “Papa Francesco. Questa economia uccide” (anche qui a Senigallia
lo scorso settembre con Stefano Zamagni ed Andrea Tornielli) …
un’espressione dirompente usata da Papa Francesco, necessaria perché
la situazione determinata dalla globalizzazione e dall’egemonia dell’economia finanziaria, costituisce un unicum nella storia dell’umanità”.
“La negazione del primato dell’essere umano porta con sé il disconoscimento del valore della persona e, di conseguenza, della centralità del
lavoro che viene ridotto a semplice ‘variabile dipendente’ delle esigenze
del profitto e dei mercati, con tutte le devastazioni e tragedie che ne conseguono”.
“Nella società egemonizzata dall’economia finanziaria assieme al lavoro diminuisce anche la partecipazione sia in senso generale, sia di partecipazione politica sia di partecipazione economica. La ‘dittatura del
denaro’ svuota di ogni contenuto tanto la democrazia politica che quella
economica”.
“Essenziale e strategico il rilancio della partecipazione dei lavoratori
alla gestione dell’impresa, il rafforzamento dell’impresa cooperativa e
solidaristica, il ruolo dei corpi intermedi che qualcuno vorrebbe rottamare”.
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TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
SPECIALE SENIGALLIA
Mons. Santoro:
“Per il Sud serve una forte
strategia strutturale, utile
a tutto il Paese”
P
ubblichiamo in pillole qualche estratto dell’intervento di Mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione
Cei per i problemi sociali e del lavoro:
“Il lavoro più importante che deve svolgere un Movimento è legato
all’educazione e all’insegnamento. E il filo conduttore deve essere quello
indicato dal Papa ai vescovi durante il convegno di Firenze, quando ha
esortato a riprendere la Evangelii Gaudium, ovvero la gioia del Vangelo.
Ciò che emerge da questa esortazione apostolica è soprattutto l’importanza dell’incontro e la gioia che ne deriva. Non si tratta solo di ritrovare
la via del Signore, ma di una vera e propria cultura dell’incontro che possa curare le ferite dell’umanità contemporanea”.
“Per contrastare la crisi del Mezzogiorno è necessario andare oltre i
Patti locali, serve una forte strategia strutturale, per superare la logica
del dolore e abbracciare quella della speranza, perché non ne ricava profitto soltanto il Sud ma tutto il nostro Paese. Stanziare i fondi una tantum
è sicuramente un primo passo, ma quello che manca è una riforma complessiva che offra uno sguardo d’insieme sui problemi sociali”.
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SPECIALE SENIGALLIA
Riccardi:
“Recuperare il senso
autentico del lavoro
per il cristiano”
A
ccurato e puntuale Francesco Riccardi, giornalista di Avvenire, il
quale, avvalendosi anche del supporto di slides, ha affrontato il tema
delle nuove frontiere del mondo del lavoro, anche in relazione alla globalizzazione ed ai conseguenti rischi di disumanizzazione, per cercare
di leggere i mutamenti in una visione cristiana della vita. Ecco in sintesi
alcuni passaggi del suo intervento:
“Parlare di ‘nuovo umanesimo’ per il lavoro, in un mondo trasformato
e dominato dall’incessante progresso tecnologico, rappresenta una sfida
eccezionale e imprescindibile al tempo stesso. La digitalizzazione dei
processi, l’introduzione di robot e software sempre più sofisticati da un
lato, fenomeni come la sharing economy e il crowdworking dall’altro rischiano infatti di ‘disumanizzare’ il lavoro”.
“Il mercato del lavoro e la distribuzione della ricchezza vanno sempre
più polarizzandosi tra una minoranza di professionisti e tecnici dai redditi
elevati e una maggioranza di persone impiegate in attività a bassissimo
reddito e senza tutele”.
“In questo quadro, il ruolo di un Movimento come il MCL deve ancor
più caratterizzarsi proprio seguendo le tre parole chiave indicate dal Pontefice nell’udienza di gennaio 2016: ‘educare, condividere, testimoniare’.
In particolare, recuperando il senso autentico del lavoro per il cristiano:
non solo un mezzo di sostentamento, ma realizzazione di sé in relazione
con gli altri, in una costante tensione al bene comune”.
Becchetti:
“Il sistema economico
senza i corpi intermedi
non può funzionare”
Q
ualche spigolatura dell’apprezzatissimo intervento del prof. Leonardo Becchetti, ordinario di Economia politica all’Università di Roma
Tor Vergata e membro del Comitato per le Settimane Sociali dei cattolici
italiani: “Dobbiamo sostituire il modello a due mani (Stato-Mercato) con
quello a quattro mani (Stato-Mercato-Cittadinanza attiva- imprese socialmente sostenibili), perché il primo produce disuguaglianza”.
“La disuguaglianza economica è il grande problema del nostro secolo
e la prima conseguenza che ne deriva sono le migrazioni incontrollate;
al contrario, quando si assottiglia la diseguaglianza si assiste a una diminuzione del fenomeno migratorio”.
“Non possiamo limitarci a enunciare i nostri ideali. Noi sappiamo
creare beni e servizi, ma la loro distribuzione è devastante. Dobbiamo
chiederci per quale motivo la democrazia non ha ridotto le disuguaglianze. La soluzione è tutta nella società civile, nella centralità dell’uomo,
nell’affrontare i problemi uno alla volta, sapendo che sono tutti collegati
fra loro”.
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TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
SPECIALE SENIGALLIA
Tiraboschi:
“Giovani e lavoro:
serve un sistema
di condivisione per
guidare il cambiamento”
M
ettere al centro la persona e creare un sistema di condivisione che
possa guidare il cambiamento: è quanto in estrema sintesi ha affermato a Senigallia Michele Tiraboschi, professore ordinario di Diritto del
Lavoro all’Università di Modena e direttore del Centro Studi sul lavoro
Adapt-Marco Biagi.
“I giovani e il lavoro hanno troppe difficoltà a incontrarsi nel nostro Paese e forse la colpa è anche delle riforme non propriamente
eccellenti messe in atto in questi anni dai nostri Governi. L’impegno
in aiuto dell’occupazione non può tradursi solo in tecnicismi o in meri
strumenti legislativi e normativi senza tenere presenti i reali bisogni
delle persone”.
“Il cambiamento tecnologico non deve essere soltanto subìto passivamente dalle nuove generazioni, ma deve creare la capacità di leggere
le trasformazioni del nostro tempo. Il problema dei nostri giovani è che
ormai hanno perso l’entusiasmo, ecco perché Papa Francesco fa bene a
ricordare loro che non devono farsi rubare la speranza. E’ necessario però
che le riforme occupazionali, non solo da un punto di vista tecnico, tornino a occuparsi delle persone in maniera concreta, ascoltando in primis
i problemi che emergono dalle fasce più deboli della popolazione”.
TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
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V I TA D I M O V I M E N TO
A dicembre la Conferenza Nazionale dei Servizi del Sistema MCL
Verso un nuovo sistema
di tutele
Vincenzo Massara – (*)
C
ome più volte abbiamo ripetuto in questi ultimi mesi, oggi è il tempo
di ripensare un sistema di servizi che sia sempre più rispondente ai
bisogni sociali, soprattutto quelli emergenti.
Da una parte la crisi del Welfare, diretta conseguenza della progressiva riduzione delle risorse economiche finanziarie messe a disposizione
dallo Stato in favore delle politiche sociali, dall’altra la persistente crisi
economica che ha originato nuovi bisogni all’interno di un quadro di vecchie e nuove povertà, induce a un ripensamento dell’attuale sistema del
Welfare, il cui carattere sussidiario diventa ineludibile.
Un nuovo Welfare partecipativo, che trovi fondamento in una base sociale allargata, che tenga conto del valore dei corpi intermedi, del terzo
settore, mediante un coinvolgimento nei processi decisionali e attuativi,
secondo i principi di sussidiarietà, solidarietà ed efficienza.
All’interno di questo quadro economico e sociale, si inserisce il percorso già avviato che porterà alla celebrazione della Conferenza
Nazionale dei Servizi del Sistema MCL, che si terrà a Bari il 2 e 3 dicem-
bre prossimi. Un percorso di ascolto, di coinvolgimento dei territori, dei
dirigenti locali, degli operatori che con passione e professionalità rispondono alle istanze e ai bisogni dei cittadini.
Una conferenza fortemente voluta dalla presidenza del Movimento, i
cui servizi rappresentano le radici popolari nella società, un costante
punto di riferimento per i cittadini e le loro famiglie, laddove un sistema
troppo burocratizzato impedisce di offrire loro risposte adeguate.
Oggi è il tempo di ripensare un sistema di servizi che sappia offrire
risposte e tutele al passo con i nuovi bisogni dei lavoratori e delle loro
famiglie.
Un’attenzione sempre maggiore va rivolta alle decine di migliaia di
cittadini extracomunitari, in buona parte stabilizzati nel nostro Paese, a
tutte quelle categorie di lavoratori fino a ieri ritenuti “al sicuro” all’interno del nostro sistema di tutele: il popolo delle partite Iva, gli artigiani,
i lavoratori del commercio, il mondo dell’agricoltura, ampie fasce di lavoratori che necessitano di un percorso di riqualificazione per non rimanere definitivamente esclusi dal sistema.
Occorre incentivare e favorire il dialogo e il confronto con gli enti locali, Regioni e Comuni, cui è affidato un ruolo strategico nella gestione
delle politiche sociali.
E’ noto che i finanziamenti ai servizi di Caf – Patronato – CAA – negli
ultimi anni sono nettamente diminuiti per una precisa scelta politica.
Per continuare ad essere competitivi c’è bisogno di una nuova e più
forte presenza sul territorio, una partecipazione ai tavoli del partenariato
sociale attraverso una presenza nella redazione dei Piani di Zona, dove
Caf e Patronato diventano attori fondamentali nella gestione e offerta dei
servizi sociali, e dove importanti risorse vengono messe a disposizione
dall’Unione Europea e dalle Regioni.
I servizi MCL non possono rimanere fuori da questo circuito.
Da sempre i nostri servizi hanno assicurato agli iscritti ed ai cittadini
tutti un sistema di tutele individuali e familiari nel corso delle varie fasi
della vita lavorativa e familiare.
I nostri uffici devono sempre più diventare degli “Sportelli per la
Tutela e i Diritti dei Cittadini”.
Il patrimonio di professionalità ed esperienza rappresentato dai servizi
storici del Movimento (dal Patronato SIAS al Caf MCL, dall’Efal alla Feder.Agri e all’ALS – l’Associazione Lavoratori Stranieri), agevoleranno il
percorso di promozione di nuovi servizi, innovativi ed efficaci, in linea
con le nuove tecnologie capaci di offrire risposte alle crescenti esigenze
di tutele, consapevoli che l’auspicato sistema di digitalizzazione della
Pubblica Amministrazione non riuscirà, almeno nel medio termine, a superare l’attuale divario digitale.
E’ una scommessa e una sfida che i dirigenti del Movimento e dei
Servizi, insieme a tutti i collaboratori, raccolgono con entusiasmo perché
il cambiamento e l’innovazione, anche in tempi più difficili, non hanno
mai scoraggiato.
(*) – Vice Presidente Nazionale MCL
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TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
V I TA D I M O V I M E N TO
Prosegue il Progetto “Alla luce del sole”
Il MCL contro il caporalato
Stefano Ceci
I
l progetto sperimentale nazionale realizzato
ai sensi della legge 383/2000, dal titolo “Alla
luce del sole”, avviato il 1° di luglio di quest’anno, si prefigge di studiare, attivare sportelli ed
iniziative per contrastare (non solo a parole) il
gravissimo fenomeno dell’impiego irregolare di
manodopera.
Denunciare il caporalato ora è quasi scontato. Ora che le sollecitazioni della società civile
e dei corpi intermedi, unici soggetti ai quali si
deve questa spinta propulsiva, hanno finalmente portato l’Esecutivo a licenziare un disegno di
legge. Se si fosse sollevata solo ora, la nostra
potrebbe essere l’ennesima voce che si leva da
una pletora di invocazioni sdegnate per l’orrore
che si consuma ogni giorno.
Ma se potessimo riportare le lancette dell’orologio esattamente ad un anno fa, ci accorgeremmo che allora nessuno parlava di
caporalato: dai più veniva considerato un fenomeno marginale, che si voleva far credere interessasse solo gli immigrati irregolari, ed a causa
della complicità e copertura di molti lo si faceva
percepire poco rilevante, mentre le violenze
sessuali nei confronti delle lavoratrici straniere,
gli interessi diffusi nella produzione e relativa
filiera delle mafie, finivano per essere considerati frutto dell’ennesima esagerazione giornalistica o sindacale.
Il Ministro del Lavoro Poletti, consapevole
che questa era una battaglia che le istituzioni
non potevano vincere da sole, nel bando ex legge 383/00 per l’anno 2015 fra le varie linee di
indirizzo fece inserire anche la possibilità di finanziare iniziative tese a contrastare il fenomeno del caporalato, certo di una partecipazione
qualificata e massiccia dei corpi intermedi.
Probabilmente molte organizzazioni ci hanno riflettuto lungamente, ma poi hanno declinato l’invito. Noi del MCL non ci abbiamo
riflettuto affatto: l’abbiamo letto, il Presidente
ha deciso ed eravamo già operativi.
Pur nel suo carattere fortemente innovativo
“Alla luce del sole” altro non è che una tappa di
un percorso che ha avuto, per il Movimento Cristiano Lavoratori, inizio fin dal 1972, ed è stato
pensato con lo scopo di rafforzare e specializ-
zare “la rete” che il MCL ha già da tempo operativa sul territorio nazionale, consistente in iniziative quali consultori, centri di accoglienza e
sportelli per favorire l’integrazione e l’inclusione degli immigrati.
Attività, queste, che vengono svolte in tutta
Italia e in maniera più capillare nei luoghi fortemente interessati dal fenomeno dell’immigrazione: in particolare in Sicilia, Calabria,
Campania, Abruzzo, Piemonte e Puglia – regione, questa, nella quale la rete di servizi MCL
sul territorio ha raggiunto livelli di vera eccellenza –.
In Sicilia sono già operativi esperimenti pilota che fanno capo al MCL, soprattutto nella
zona di Marsala, attraverso cooperative sociali
grazie alle quali si stanno inserendo nel mondo
del lavoro giovani immigrati che sono passati
per i nostri centri di accoglienza.
L’esperienza maturata ci ha fatto comprendere che le informazioni che si andranno a veicolare, come pure la conoscenza, dovranno
rappresentare il vero valore aggiunto dell’iniziativa, perché è proprio sulla mancata conoscenza
che si radica il “caporalato”: il lavoro agricolo è
quello che offre più opportunità agli stranieri,
siano essi stanziali che migranti, perché non richiede quasi nessun tipo di formazione. Per
questo “Alla Luce del Sole” affianca a un’informazione nei confronti degli immigrati anche un
importante e consistente intervento formativo rivolto alla popolazione, con particolare riferimento ai potenziali datori di lavoro operanti nel
settore agricolo, informandoli sulla piaga dello
sfruttamento di manodopera, sulle implicazioni
socio-umanitarie ad esso connesse, nonché sulle
sanzioni previste dalla legge per coloro i quali
utilizzano manodopera illegalmente e su come
tali comportamenti non determinino nei fatti
reali risparmi fiscali ma, al contrario, espongano
l’azienda e l’imprenditore a pesantissime sanzioni anche di natura penale.
Per il MCL perciò sarà strategico ed assolutamente innovativo il coinvolgimento di soggetti rappresentati del mondo datoriale
(Feder.Agri) e di quello dei lavoratori stranieri
regolarmente impiegati (ALS), per stimolare i
primi ad assumere comportamenti responsabili ed i secondi a testimoniare che lavorare assieme e nella legalità si può e si deve fare,
facendo in modo che il soggetto promotore di
questo percorso di sviluppo sia tutta la comunità, sperimentando modalità innovative di relazione, finalizzate al rispetto delle regole, non
solo, ma a rendere evidente che rispettare le
regole determina anche evidenti vantaggi da
un punto di vista fiscale e, allo stesso tempo,
promuove l’etica dell’impresa.
Le reti, ma soprattutto gli sportelli per la erogazione del servizio, partendo dall’esperienza
già maturata, saranno così organizzati: attività
di assistenza legale; attività di supporto linguistico; servizio di orientamento e consulenza lavorativa; interventi di socializzazione.
Va sottolineato, e non senza un pizzico di
soddisfazione per il nostro Movimento, che in
questo progetto il MCL è stato in qualche modo,
ancora una volta, il coraggioso ‘apripista’ di un
impegno che pian piano sta aggregando una vasta rete di associazioni: su iniziativa congiunta
dei dicasteri del Lavoro, Agricoltura ed Interni
è stata promossa infatti la sottoscrizione di un
protocollo contro il caporalato, cui stanno aderendo varie organizzazioni rappresentanti di categoria nel mondo dell’agricoltura.
Inoltre il Ministro del Lavoro Poletti, il 26
luglio, ha personalmente partecipato all’avvio
delle attività presso la sede MCL di Taranto, in
una giornata che ha visto coinvolte anche le
istituzioni del territorio per celebrare un’iniziativa nella quale il Ministro ha dichiarato di aver
riposto grandi aspettative e che, nel suo svolgersi, ha pienamente intercettato gli scopi prefissati dalle istituzioni coinvolte.
TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
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ESTERO E MIGRAZIONI
A Strasburgo il Seminario di Studi Europei dei Giovani MCL
Costruiamo l’Europa
sociale che sogniamo
Pier Giorgio Sciacqua – (*)
S
e il dibattito sul futuro dell’Europa può sembrare, per gli attenti osservatori, una costante che ha accompagnato da sempre il percorso
di integrazione, oggi ,anche alla luce della Brexit, abbiamo tutti il dovere di partecipare attivamente ad una discussione che ha come suo
fine primario lo sviluppo sostenibile e la strategia per favorire, anche nei prossimi decenni,
un cammino di pace e di democrazia.
Se dopo il fallimento dell’approvazione del
progetto di Costituzione Europea si è affermata
una decisa crisi di identità, diventa ancor più
essenziale ripartire, con intelligente azione politica, sulla strada dello sviluppo anche alla luce dell’insegnamento di Papa Francesco.
Dobbiamo tutti convivere con la sfida della
lotta ai cambiamenti climatici e quella per l’occupazione, per un lavoro degno per l’uomo. E’
un percorso, questo, che ci coinvolge tutti: la
positiva risposta può determinare la qualità della nostra vita, il suo fallimento apre la strada al
disastro.
Abbiamo davanti una nuova stagione di impegno: dobbiamo smettere di accodarci al populismo – di varia matrice – che circonda di
negatività ogni giudizio sull‘Europa e dobbiamo fare di più anche per migliorare ...nel nostro Paese. Dobbiamo migliorare la nostra
economia: i debiti che abbiamo li abbiamo fat-
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ti noi e pesano come un macigno sul futuro dei
nostri giovani.
E’ giunto il tempo, davvero, di spingere verso una maggiore unità: in campo militare e di
difesa, contro il terrorismo, in materia fiscale e
sul terreno sociale è necessario più coraggio per
superare la difficile congiuntura e armonizzare
le troppo diverse sovranità nazionali.
La coesione sociale è il frutto di un vero e
profondo dialogo sociale, quel dialogo che in
Italia sembra essere ritenuto la causa di ogni
male: attraverso questo pilastro, l’UE può, unita, avviare le premesse per un nuovo sviluppo.
I valori dell’umanesimo cristiano sono il
cuore del processo di integrazione e Papa Francesco più volte, parlando alla “nonna Europa”,
ha invitato tutti alla loro riscoperta e ad un‘autentica promozione di questo patrimonio per costruire una nuova società che sappia
“recuperare lo spirito dei Padri fondatori”.
Oggi è urgente saper ritornare a “integrare”:
e in questa direzione la città diventa il primo luogo ove va ripensata la convivenza, per diventare
città che accoglie – anche gli stranieri – e che si
fonda sulle nostre radici mentre queste, attraverso il dialogo, consolidano in un legame forte le
varie culture. La citta multiculturale vince, nel
rispetto dell’uomo, le tentazioni unilaterali e, rafforzando la cooperazione, vede il dialogo diventare lo strumento per la pace: il dialogo sempre,
anche nei momenti più difficili.
L’UE ha permesso all’Europa la più lunga
stagione di pace tra gli europei, ma la pace non
è mai un fatto scontato: Sarajevo lo insegna a
tutti, una città che si costruisce ogni giorno partecipando al presente.
I giovani sono chiamati a costruire l’Europa.
La ‘generazione Erasmus’ già riesce ad essere
identificata come tale, e questo è il segno che
un’Europa onesta ha saputo fare proposte aperte e lungimiranti ad una generazione che ora è
chiamata a dare un impulso più forte a questo
processo di promozione e tutela dei diritti di
ogni persona.
Il MCL, fedele all’azione di De Gasperi e di
Giovanni Bersani, continua il suo percorso formativo e anche questo anno si ritroverà a Strasburgo – dove festeggeremo anche i 40 anni
della nostra presenza con l’apertura di un nuovo
Circolo in quella città –: parleremo dei valori
fondanti l’UE, ma il nostro sguardo oggi è teso
verso l’Europa sociale.
Il lavoro è alla base della nostra preoccupazione: al lavoro vogliamo dedicare tutte le nostre forze, certi che insieme si può vincere
questa sfida politica.
L’Europa è ancora motivo di grande speranza e di grandi opportunità: portiamo “il nostro
mattone” e avviciniamo la gente al senso profondo di questa grande opportunità.
(*) - Vice Presidente Nazionale MCL
TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
ESTERO E MIGRAZIONI
P
R
O
G
R
A
M
M
A
“I paesi del Mediterraneo e l’immigrazione:
le problematiche della Spagna”
RAFAEL RODRIGUEZ y PONGA
H&D, Spagna
VENERDÌ 14 OTTOBRE
h.15.30
Apertura dei lavori
CARLO COSTALLI
Presidente MCL
“Storicità del lavoro in agricoltura nel Mediterraneo
e le sfide odierne”
GIUSEPPE FERRO
Presidente Consorzio Olivicoltori, Italia
ALFONSO LUZZI
Segretario Generale Feder.Agri.
h. 15.00
RAFFAELE BALDASSARRE
Presidente MCL Lecce
“Agricoltura e lavoro: educare alla legalità per superare
lo sfruttamento dei lavoratori”
“Le nuove politiche agroalimentari nella PAC:
problemi e prospettive”
LUIGI SBARRA
Segretario Generale FAI CISL, Italia
Introduce:
ANTONIO DI MATTEO
Vice Presidente MCL, UELDC
SILVIU ISPAS
IFES, Romania
“I cambiamenti nelle politiche agricole:
le problematiche dell’agricoltura nei paesi del mediterraneo”
JASON AZZOPARDI
Parlamentare, Malta
h. 19.00
Tavola Rotonda
FATIMA ZAHRA EL-MOURTADI
Vice Presidente ALS-MCL, Italia
Termine sessione
BILBIL KASMI
SAUATT, Albania
SABATO 15 OTTOBRE
h. 9.00
Presiede:
PIERGIORGIO SCIACQUA
Copresidente di EZA
“Lavoro e occupazione giovanile e femminile:
la sfida generazionale”
DIOMIDES DIOMIDOUS
Presidente del Sindacato Deok, Cipro
ELVIRA VELASCO MORILLO
Vice Presidente di Femur, Spagna
PANAGIOTIS GKOLFIS
DAKE, Grecia
h 18.00
Termine sessione
DOMENICA 16 OTTOBRE
h. 9.00
Valutazione del seminario
h. 12.00
Chiusura dei lavori
TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
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TA C C U I N O
LA SCOMPARSA DI CARLO AZEGLIO CIAMPI
La mattina del 16 settembre ci ha lasciato
Carlo Azeglio Ciampi: aveva 95 anni.
E’ stato presidente della Repubblica dal
1999 al 2006, per quattordici anni governatore della Banca d’Italia e presidente
del Consiglio nel 1993. Inoltre, ha ricoperto numerosi incarichi di rilevanza internazionale.
“L’essere chiamato a rappresentare l’Italia,
a essere garante della sua Costituzione, l’ho
vissuto non solo come un altissimo mandato, ma soprattutto come un dovere, una missione. Per questo ho voluto abitare, con mia
moglie, sin dal primo giorno, nel Quirinale:
da sette anni è la mia casa, la casa del presidente della Repubblica, la casa degli italiani”. Così Ciampi parlava agli italiani
nel tradizionale messaggio di fine anno del
2005: l’ultimo del suo settennato ai vertici
dello Stato.
E’ stato un uomo delle Istituzioni, schivo e
riservato, che ha servito con grande passione
l’Italia. Un padre della Patria che ha difeso
la Costituzione e tutelato l’unità del
Paese in anni di grandi trasformazioni e
criticità nel quadro politico ed economico
dell’Italia.
A lui va il nostro commosso saluto e ringraziamento.
GRAVE LUTTO PER ANNAMARIA
FURLAN: LA VICINANZA DEL MCL
Il Movimento Cristiano Lavoratori si unisce
con affetto al dolore di Annamaria Furlan,
Segretario Generale della CISL, per la recente perdita della mamma.
Com’è noto l’attendevamo in qualità di relatore al Seminario di Studi e Formazione
di Senigallia lo scorso 10 settembre, ma proprio l’aggravarsi delle condizioni di salute
della madre non le hanno consentito all’ultimo momento di partecipare, delegando in
sua vece il Segretario Confederale Piero Ragazzini. Il Movimento tutto vuole esprimere
ad Annamaria Furlan la sua vicinanza e le
più sentite condoglianze per la sua grave
perdita.
nuova casa MCL a Bucarest nonché la programmazione di una prossima visita in Romania da parte di una delegazione del
Movimento.
INCONTRO A ROMA FRA LA SEGRETARIA GENERALE DI EZA E
LA DIRIGENZA MCL
Si è conclusa – con l’impegno di rafforzare
la cooperazione con il MCL, con la
Feder.Agri e l’Efal – la visita della Segretaria Generale di EZA a Roma, dal 19 al
20 settembre, che ha anche incontrato il
Presidente del MCL, Carlo Costalli, ed altri
dirigenti della Presidenza.
Sigrid Schraml ha chiesto di rafforzare le
occasioni di incontro per sostenere il dialogo
sociale europeo “vere premesse per la coesione sociale” e pilastro dell’Europa sociale.
Il MCL, che in oltre 25 anni di appartenenza ad EZA ha promosso più di 50 seminari
internazionali di studi, proprio per implementare il “concetto di dialogo sociale e per
sostenerlo, si sta facendo carico di un impegno nell’area mediterranea per favorire il
dialogo ad ogni livello”.
Carlo Costalli ha evidenziato “come il ruolo
del MCL sia sempre più concentrato anche
sulle politiche di allargamento UE ai Balcani occidentali” – Albania, Montenegro,
Serbia, Macedonia, Bosnia Erzegovina –
sottolineando come questi Paesi “non possono restare a lungo fuori dall’Unione. Insieme dobbiamo lavorare per far assumere
alle politiche euro-mediterranee un nuovo
ruolo, anche per riuscire a governare il fenomeno migratorio che con il lavoro sintetizza due delle sfide più grandi che
dobbiamo affrontare”.
La cooperazione con EZA potrà favorire la
costruzione di un’Europa sociale che rafforzi
la coesione e sostenga con lo sviluppo una
stagione di rinnovata qualità democratica.
A MARSALA I CENTRI DI ACCOGLIENZA MCL
Da tempo sono operativi a Marsala i centri
di accoglienza gestiti dalla cooperativa sociale L’Arca in collaborazione con l’ALS
MCL, l’Efal, la Feder.Agri, il Patronato
Sias, il Caf MCL.
I centri, finalizzati all’accoglienza di cittadini stranieri (che richiedono protezione
internazionale), forniscono servizi di assistenza sociale, psicologica e sanitaria, tutela legale e mediazione linguistico-culturale per favorire l’orientamento e l’inserimento sociale degli ospiti. Molto viene speso in attività formative ed educative,
prima fra tutte l’apprendimento della lingua italiana: catalizzatore del processo
d’integrazione e di inserimento lavorativo.
Inoltre, viene valutato il tipo di offerta
formativa specifica alle necessità degli
ospiti con corsi di mediazione linguisticoculturale, corsi per integrare le competenze professionali e sugli “antichi mestieri”,
solo per citarne alcuni. E, per quanto attiene l’inserimento lavorativo, vengono
valutate le opportunità del mercato lavorativo territoriale che meglio rispondono
alla competenze curriculari delle persone
accolte.
E’ infatti fondamentale che gli ospiti, in attesa della definizione dello status giuridico,
impegnino questo tempo in modo costruttivo
finalizzato al loro futuro inserimento sociale
e lavorativo.
Nei centri sono anche previsti percorsi sportivi, attività ludiche e laboratori mirati non
solo al sostegno della condizione fisica e psico-emotiva, ma soprattutto alla socializzazione e aggregazione per rompere l’isolamento sociale vissuto dai cittadini stranieri
nel primo periodo di presenza in Italia.
I VERTICI DEL MCL INCONTRANO
IL SEGRETARIO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ROMENA,
PADRE UNGUREANU
Si terrà il prossimo 7 ottobre l’incontro programmato da tempo fra il Presidente del
MCL, Carlo Costalli, il Vice Presidente Antonio Di Matteo, e il Segretario della Conferenza Episcopale Rumena, Padre Francisc
Ungureanu.
L’incontro – che si inserisce in una fitta rete
di relazioni e di sostegno concreto che da
tempo il MCL va intessendo con i vertici ecclesiali e con la popolazione rumena – servirà a fare il punto sullo stato di
avanzamento dei lavori di costruzione della
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TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
TA C C U I N O
In cammino
alla luce
della speranza
cristiana
U
na riflessione su “Senigallia” mi pare doverosa. Quest’anno si è confermato che questo importante momento associativo offre a tutti, presenti e
non, l’opportunità di riprendere il nuovo anno con impegno e con rinnovata
voglia di testimonianza nella nostra vita quotidiana e associativa. La conferma
di questa visibilità è data, intanto, dalla presenza di qualificati oratori, dalla
presenza di tanti nostri operatori, dalla presenza di tanti giovani. La ricchezza
dei contenuti e la varietà degli interventi ha permesso di fare una verifica seria, come viene riportato nella cronaca e nelle relazioni, ma soprattutto è la
lungimiranza dei progetti maturati che consente di dare comunque a questo
momento associativo una priorità assoluta.
Ci siamo detti tante cose, ci siamo incontrati anche nei momenti di convivialità, ci siamo scambiati più opinioni, siamo ripartiti dando la certezza a chi
ci ha letto nelle cronache dei giorni che siamo cresciuti, che continuiamo a
crescere e che abbiamo anche il dopo, confermato dalla presenza dei nostri
giovani. Ancora una volta abbiamo pregato insieme, e la presenza di molti nostri assistenti è la conferma che camminiamo alla luce della speranza cristiana, testimoni di fede, e operiamo ispirandoci a ciò che il Magistero della
Chiesa ci propone.
L’incontro associativo di quest’anno si è prefisso di dare la priorità di dibattito su quanto Papa Francesco ci ha detto nell’incontro del 16 gennaio scorso. Nell’incontro, oltre ad aver appagato un nostro desiderio e ad esserci
proposti al Papa come Movimento ecclesiale di testimonianza evangelica, abbiamo colto le sue ansie di “Pastore” per dare corpo ad una testimonianza
personale e associativa, sollecitare il modo di offerta di lavoro alle necessità
della persona, con una particolare attenzione ai giovani che hanno diritto di
affermarsi nel “loro tempo” con la serietà di chi vuole collaborare alla crescita
della società.
Che cosa rimane: la voglia di ricominciare, la voglia di capire a che cosa
siamo chiamati, la voglia di ritrovare la gioia dell’appartenenza e riappropriarci di quella profezia che ci ha messo in cammino scrivendo meravigliose pagine di storia. Non fermiamoci al desiderio, trasformiamolo in concretezza con
l’impegno nella nostra vita che, come dice il Papa, si fa servizio verso gli ultimi, anche tra noi.
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TRAGUARDI SOCIALI SETTEMBRE-OTTOBRE 2016
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Periodica Italiana
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AT T U A L I T À
La fragile Italia trema ancora
È
la notte fra il 23 e 24 agosto, le ore 3.36 del
mattino: una scossa di terremoto di magnitudo 6.0, con epicentro fra le provincie di Rieti,
Perugia e Ascoli Piceno, distrugge la valle del
Tronto, riducendo in polvere interi Comuni.
Duecentonovantasette vite spezzate – questo il
bilancio, speriamo definitivo – macerie, corpi
straziati e rovine: le immagini ancora scorrono
davanti ai nostri occhi, fin troppo somiglianti a
una guerra stavolta non decisa dall’uomo.
Viene da chiedersi, mentre ancora piangiamo i nostri morti, quali siano le cause. Costru-
zioni non in grado di reggere l’impatto sismico?
Piani regolatori che non tengono conto delle
fragilità del territorio? L’avidità dei furbetti del
mattone? Sono tante le domande ancora aperte
(come ci ha raccontato anche il Sindaco di
Ascoli Piceno, Guido Castelli, nell’intervista
in questa pagina). Su tutte va la nostra preghiera per i defunti e gli aiuti concreti per i sopravvissuti. E un impegno solenne come cattolici:
quello di proteggere l’ambiente, di rispettarlo,
di agire responsabilmente in ogni ambito decisionale – dalla politica alle attività imprenditoriali – per far sì che eventi come questo, sia
pure indipendenti dalla volontà umana, non
continuino a creare devastazioni e lacrime.
Troppe ne abbiamo già piante: dal Belice all’Irpinia, dall’Emilia a L’Aquila e, ora, ad
Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto, Pescara del Tronto.
AMATRICE
ARQUATA
ACCUMOLI
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