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EUGENETICA E FUTURO DELL'UMANITÁ
Tutti abbiamo sentito parlare delle teorie evoluzionistiche Darwiniane anche se in realtà quelle a noi giunte sono
quelle Neodarwiniane. A molti invece sono sconosciuti i contenuti delle teorie Eugenetiche formulate da Galton,
cugino di Darwin...
Tutti abbiamo sentito parlare delle teorie evoluzionistiche Darwiniane anche se in realtà quelle a noi giunte
sono quelle Neodarwiniane. A molti invece sono sconosciuti i contenuti delle teorie Eugenetiche formulate
da Galton (ad esclusione dei lettori sempre informati di questo sito), cugino di Darwin.
Tutto sommato le teorie eugenetiche (genetica positiva e per estensione buona razza) sono piuttosto
semplici e costituiscono il parallelo in campo sociale delle teorie neodarwiniane in campo biologico. Così
come in campo biologico è in atto una continua selezione naturale con affermazione del più ‘adatto’,
sarebbe stato altrettanto possibile vedersi affermare una società migliore favorendo quei processi di
riproduzione selettiva dei soggetti ‘migliori’ e contemporaneamente limitando quelli di riproduzione fra
soggetti valutati ‘inferiori’. L’eugenetica avrebbe portato ad una società divisa in due: ‘eugenici’ e
‘cacogenici’. A quest’ultimi, i meno adatti, si sarebbe dovuto impedire per quanto possibile di riprodursi,
al fine di garantire e accelerare il processo di selezione di una razza migliore.
Molte nazioni, sia in Europa che oltreoceano, abbracciarono all’inizio del ‘900 le teorie dell’eugenetica
che culminò nel programma nazista di eutanasia, Aktion T4.
Oggigiorno il termine eugenetica è poco conosciuto (io l’ho verificato chiedendo a varie persone di cultura
universitaria se ne conoscessero il significato e quasi sempre non ho ottenuto risposta) ma la mia
convinzione personale è che l’eugenetica sia applicata nella nostra società, in maniere silente ma
pervasiva.
Prima però di dare evidenza di quanto sopra c’è anche da chiedersi se la teoria (neo)darwiniana e, di
conseguenza, quella eugenetica abbiano un fondamento scientifico. In fondo, se queste teorie fossero
corrette, l’applicazione in campo sociale dell’eugenetica (se applicate in forma ‘soft’) porterebbero a una
società migliore (non sto sostenendo che sarebbe giusto).
È chiaro che non si può liquidare la teoria neodarwiniana e l’eugenetica in due righe e probabilmente
nemmeno in un libro intero. Ma propongo alcuni aspetti a negazione della correttezza delle stesse.
Aspetti fondamentali come l’intelligenza dovevano essere unicamente intrinseci alla persona (quindi legati
ai geni secondo il neodarwinismo) e non frutto dell’ambiente in cui si era sviluppata. Oggi invece è
evidente come l’ambiente sia fondamentale nello sviluppo dell’individuo (esistono molti studi sugli
animali). Alimentazione sana, assenza di stress, ambiente stimolante sono in grado di determinare lo
sviluppo psico-fisico degli individui fin dal periodo di gestazione. Le dimensioni del cervello dipendono
molto da questi fattori e solo limitatamente dai geni. Inoltre condizioni ideali di sviluppo determinano un
cervello in continuo accrescimento anche nelle generazioni successive, ovvero sono cumulative (i geni
non cambiano per mutazione genetica occasionale nell’arco di 2 o 3 generazioni e quindi questi
miglioramenti dipendono da fattori diversi dai geni).
Piuttosto è vero che i geni ‘rispondono’ alle sollecitazione dell’ambiente e non sono così immutabili come
si sostiene, tutt'altro (si legga, ad esempio, qualche libro di Mae-Wan Ho; qui una sua breve intervista). Di
fatto i geni ‘danzano’ in un continuo adattamento all’ambiente plasmandosi sugli stimoli ambientali.
Ma i geni comunque non spiegano molte cose. Ad esempio la disposizione sulle 3 dimensioni spaziali
delle cellule che formano gli organismi non possono essere ‘cablate’ nei geni perché non sono posizioni
spaziali assolute ma relative rispetto alle altre cellule. Inoltre l’organismo si accresce velocemente durante
le fasi di sviluppo e anche le posizioni spaziali relative cambiano di conseguenza. Per non parlare delle
cellule staminali che assumono forma, funzione e posizione a seconda dell’organo in cui vanno ad
innestarsi.
In sintesi ho cercato di dare evidenza di come i geni siano solo uno dei fattori che determinano lo sviluppo
dell’organismo e che quindi pensare di selezionare la razza umana sulla base dei geni è ridicolo e dirò di
più, dannoso. Infatti se non si cura l’ambiente, l’alimentazione, l’istruzione, la stimolazione sensoriale, la
curiosità concentrandosi solo sul genoma otterremo l’effetto esattamente contrario producendo una
inversione nello sviluppo delle facoltà umane. Produrremo una società di disadattati e violenta, non solo
per mancanza di etica ma proprio per uno sviluppo dell’individuo compromesso dall’ambiente. In più le
generazioni successive si involveranno ulteriormente.
E questo mi riporta al tema dell’eugenetica.
Purtroppo sono convinto che le scelte perpetrate nella nostra società discendano direttamente dalle teorie
di Galton e stiano compromettendo il nostro sviluppo.
Quando si sceglie di dare facoltà alle aziende di licenziare liberamente, perché ‘tanto chi è bravo non
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viene licenziato’, di fatto si sta dicendo che chi è meno bravo può essere licenziato e quindi spinto ai
margini della società affinché abbia meno possibilità di riprodursi. Questa è eugenetica.
Quando si diminuiscono le prestazioni mediche gratuite, si sta dicendo che può curarsi solo chi ha i soldi
per farlo ovvero quelli che sono riusciti ad affermarsi nella società. Questa è eugenetica.
Quando si sposta l’età della pensione in avanti e contestualmente si diminuisce la durata di indennità
lavorativa se si resta senza lavoro, si sta dicendo ancora una volta che se sei bravo sai ricollocarti
altrimenti è bene che ti trovi al margine della società. Questa è eugenetica.
Quando ai malati di malattie gravi e talvolta congenite si tolgono i medicinali di sussistenza e magari il
supporto di un servizio sociale, si sta dicendo che è meglio che quegli individui non si riproducano per non
perpetrare i loro geni. Questa è eugenetica.
Dove può portare l’eugenetica?
Faccio solo una ipotesi. Quando un paese si ritiene superiore a tutti gli altri in virtù dei propri ‘geni
migliori’ (e non perché ha semplicemente beneficiato di migliori contesti ambientali in cui vivere), la
tentazione di sottomettere e magari eliminare gli altri diventa molto forte, in fondo possono giustificarsi con
l'idea che produrranno una razza migliore.
Fonte: Luogocomune
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