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Giovedì 20 Ottobre 2016
13
Lo dice l’islamologo egiziano (insegna a Beirut) Samir Khalil Samir, gesuita come il Papa
Il Corano predica la violenza
E per esso la fede e la politica sono la stessa cosa
islamico, trovano la loro for- lo stesso Dio. Giustissimo, islamizza, i vecchi abitanti buone, ma v’è qualcosa di
za nella conoscenza diretta Dio è uno solo, presente in divengono una minoranza più importante, perché vieBassano del Grappa della lingua, della religione maniera diversa in tutte le mal sopportata. Appena ne prima ed è la condizione
di ogni incontro
è stato consegna- e dei costumi musulmani, religioni.
Tu solus Sanctus:
tra religioni dito il Premio inter- oltre che nel suo temperaverse: «riprennazionale Cultura mento insieme moderato e ma questo Dio unico
Un cattolico non criticherà mai
(mostra Khalil) viene
dere consapecattolica al gesuita Samir rigoroso.
gli atti del magistero del Papa.
Come è chiaro dal suo proposto in maniera
volezza della
Khalil Shamir. Si tratta
Ma
come
è
possibile
considerare
propria identidella 34ma edizione di un più noto libro tradotto in del tutto diversa: «A
indicazioni
di
fede
e
di
morale
le
tà, della propria
riconoscimento, che è sta- italiano: Islam e Occidente differenza del Vangechiacchierate di Bergoglio, le battutradizione, sento attribuito a personaggi (edito da Lindau). Ciò che lo nel Corano viene
te umoristiche, gli show televisivi, le
za vergognarsi
come Del Noce, Ratzinger, lo ha sempre preoccupato predicata la violenza.
della propria
Messori, Giussani, Corti è quell’atteggiamento di Non è certo un caso
improvvisazioni tra le nuvole? Parole,
concordismo e buonismo, che l’80% del terrostoria». Khalil
e Ruini.
scrive Khalil, che vanno benissimo sui
appartiene allo
Capita nel momento op- che oggi è di papa Bergo- rismo sia islamico. E
mass-media,
ma
rimangono
espressioni
stesso ordine
portuno, mentre tutto il glio, ma non mancò qualche quando vengono in
spesso
superfi
ciali
e
comunque
religioso dell’atmondo si interroga su quei volta neppure in altri papi Occidente, anziché
non
vincolanti
per
i
fedeli:
«Criticarle,
integrarsi, votuale papa, per
problemi, che
gliono imporre le
molte ragioni
Shamir, nato in
per un cattolico, non è solo un diritto,
loro regole di vita.
lo rispetta, ma
Egitto e profesma anche un dovere»
In Europa l’immigrazione islamiFin che c’è la fede
più di Platone e
sore a Beirut,
ca diviene subito occupazione,
islamica, non può
di Aristotele la
ha affrontato
il quartiere si islamizza, i vecchi
esserci integrazione. giunti nei paesi occidentali vera amica è la verità.
nell’insegnamenL’islamismo è rimasto chiedono con insistenza di
Ma il fondatore dell’orto e negli scritti
abitanti diventano una minoranza
una religione bellicosa, avere delle moschee.
(60 libri e 500
dine religioso di entrammal sopportata. Appena arrivati
aggressiva, antiquata».
Ma non è giusto che abbia- bi, Ignazio de Loyola, non
articoli scientifichiedono le moschee. È giusto che
L’immigrazione, il no le loro chiese? Giustissi- ha forse scritto: «Quello che
ci): la violenza e
le
abbiano
ma
anche
in
tutti
gli
stati
terrorismo e la prima- mo, tanto che si vorrebbe vedo bianco debbo chiamaril terrorismo che
islamici dovrebbero essere permesse
vera araba sono certo anche la reciprocità, ossia lo nero, se lo stabilisce la
insanguinano il
le chiese cristiane. La moschea non è
esperienze diverse.
che in tutti gli stati islami- Chiesa gerarchica» (Esercizi
medio oriente
Ma tutte figlie del- ci fossero permesse le chiese spirituali, regola 13)? Certo,
sono legati alla
solo una chiesa, è tutto, essa regola
lo stesso integralismo cristiane.
religione islamie senza dubbio un cattolico
le preghiere, ma anche l’intera vita
islamico.
Ma la moschea non è solo non criticherà mai gli atti
ca o appartengodel
muslim.
È
quindi
necessariamenTanto è vero (osservò una chiesa, è tutto, essa re- del magistero del Papa.
no solo ad alcune
te luogo di indottrinamento anche
Kahlil dopo gli attenta- gola le preghiere, ma anche
schegge impazziMa come è possibile conpolitico
per
il
trionfo
dell’Islam
ti di Parigi) che la loro l’intera vita del muslim. siderare indicazioni di fede
te fra i suoi federadice è proprio nel Co- Ecco perché divengono ne- e di morale le chiacchierate
li?
rano, quando considera cessariamente luoghi di di Bergoglio, le battute umoMa esiste veramente questo Islam mo- ben più coerenti e coraggiosi la fede religiosa e l’impe- indottrinamento e arruo- ristiche, gli show televisivi,
derato di cui parlano gli oc- nella difesa della tradizione gno politico come una sola lamento anche politico per le improvvisazioni tra le
cidentali? La violenza è un cattolica (non era nelle loro cosa: «Un progetto globale: il trionfo dell’Islam. Prima nuvole?
insegnamento del Corano o intenzioni, obietta Khalil). spirituale, sociale, intellet- cosa la preghiera, ma in
Pa r o l e, s c r i v e K h a l i l ,
una offesa a Maometto?E Come papa Wojtyla, quan- tuale, familistico, economico base ad essa anche la propa- che vanno benissimo sui
cosa debbono fare i cristia- do baciò il Corano, o papa e militare. Include il modo ganda. Non a caso tante mo- mass-media, ma rimangono
ni per difendersi, senza con Ratzinger, quando pregò a di mangiare, di vestirsi, di schee in Europa sono pagate espressioni spesso superficiò abbandonare la volontà mani giunte nella Moschea stare con gli altri, di vivere. da stati islamici favorevoli ciali e comunque non vincoal terrorismo.
di dialogare e anche collabo- Blu di Istanbul.
lanti per i fedeli: «Criticarle,
Entra in ogni cosa».
Un atteggiamento esaMa allora la reciproca per un cattolico, non è solo
rare con l’Islam?
Ecco perché in tante
Le risposte di Shamir, sperato da papa Bergoglio, città europee l’immigrazio- fraternità, l’ecumenismo, un diritto, ma anche un doche fu consigliere di Be- in base alla sua certezza che ne diviene necessariamente la solidarietà, su cui tanto vere».
nedetto XVI per il mondo cristianesimo e islam hanno occupazione, il quartiere si insiste Bergoglio? Tutte cose
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DI
GIANFRANCO MORRA
A
IL SUO GESTO UFFICIALE METTE IN ALLARME LA COMUNITÀ CINESE IN ITALIA MA ANCHE IL VATICANO
L’arvcivescovo di Milano Angelo Scola
sbaglia a incontrare il Dalai Lama in Vescovado
DI
F
ANTONINO D’ANNA
arà bene il cardinale arcivescovo (uscente) di Milano
Angelo Scola a incontrare stamattina, 20 ottobre,
il Dalai Lama nel salone d’onore
dell’Arcivescovado in Piazza Fontana? E questo non metterà a repentaglio la trattativa tra il Vaticano e
la Cina sulla questione della libertà
religiosa dei cattolici e il modus vivendi tra due realtà che non hanno
rapporti ufficiali dal 1951? Sono in
tanti a chiederselo, dal momento
che la scelta di accogliere il leader
spirituale (e politico) tibetano non
è andata giù alla comunità cinese
meneghina, presente da un secolo
sul territorio, e messo in imbarazzo
non solo la diplomazia vaticana ma
anche la stessa politica milanese,
sorpassata (a destra o sinistra, fate
voi) dal gesto del cardinale.
Sì, perché il Dalai Lama è stato
invece incontrato dal sindaco di
Milano, Giuseppe Sala, all’aeroporto di Linate. Niente ufficialità,
dunque (immaginatevi se fosse stato
accolto a Palazzo Marino), per un gesto – la concessione della cittadinanza onoraria a Tenzin Gyatso, Sua
Santità il Dalai Lama. Una scelta
– come ha ricordato Paolo Panerai
nell’Orsi&Tori del 15 ottobre scorso
su ItaliaOggi, frutto di una decisione
di Giuliano Pisapia, predecessore
di Sala, e che ha già dato i suoi primi
effetti negativi. Il ministro della Tecnologia, Wan Gang, avrebbe dovuto
visitare la città, ma ha cambiato itinerario dopo la notizia della cittadinanza al Dalai Lama: niente più
Milano, nel suo programma resta Torino. Peccato perché l’Expo 2015 ave-
va favorito i contatti e legami tra la
capitale morale d’Italia e l’ex Celeste
Impero, per quanto Pechino continui
a guardare a Roma come ad un Paese amico (e magari nei confronti del
quale aprire il portafogli per salvare
qualche banca in pericolo).
E la protesta viene espressa
anche dalla comunità cinese, che
fa sentire la sua voce in ogni modo.
Perché quest’attivismo? Perché,
come spiegano a ItaliaOggi dalla
Chinatown milanese, le comunità
cinesi nel mondo sono sempre state
considerate avamposti dal governo
di Pechino. E le comunità sentono
un forte legame con la madrepatria,
espresso, ad esempio, dal fatto che,
all’ombra della Madunina, i cinesi
contribuiscono volentieri alle spese
del Consolato; e il legame si salda
poi a Roma, con l’Ambasciata. Non
solo: l’ex Celeste Impero, come un
genitore severo ma giusto, è sempre pronto, nel caso, a finanziare
nuove iniziative delle sue comunità, ovviamente specie nel settore del
business. E questo suggerisce una
vicinanza di pensiero e di intenti di
queste realtà. Del resto Pechino ha
sempre sostenuto che il Dalai Lama
è prima di tutto un leader politico di
una teocrazia «liberata» dalla Cina
nel 1959, e che avrebbe voglia di tornare a esercitare la sua teocrazia in
loco (ma lui ha detto nel settembre
scorso di non volere la separazione
politica del Tibet dalla Cina).
È davanti a tutto questo che
cade il gesto del cardinale Scola.
E a questo punto non è detto che,
il 25 marzo 2017, il Papa possa essere presente a Milano «di persona
personalmente», ipotizza qualcuno
in Curia.
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