xxviii domenica del tempo ordinario

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XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Introduzione:La liturgia della Parola di questa Ventottesima domenica del
Tempo Ordinario apre l’orizzonte sulla virtù della riconoscenza. La
celebrazione dell’Eucaristia che ci accingiamo a celebrare è l’atto più sublime
di ringraziamento a Dio per i suoi infiniti benefici che sia dato di compiere
dalla Chiesa e dai suoi membri.
Prima lettura: L’episodio del risanamento dalla lebbra compiuto dal profeta
Eliseo, a beneficio del comandante dell’esercito del re della Siria, converge
sull’atto di fede espresso nel Dio vero da questo comandante pagano, come
effetto della sua riconoscenza per la grazia ricevuta.
Seconda lettura: Scrivendo al discepolo Timoteo, Paolo lo esorta a ravvivare
in lui il senso del Mistero pasquale di Cristo, per il quale sta soffrendo la
prigionia, con la consapevolezza però che la Parola di Dio non può essere
incatenata. Lo esorta pure a restare a Lui fedele.
Vangelo: Dopo aver evidenziato la guarigione, detta purificazione nella
cultura ebraica, di dieci lebbrosi da parte di Gesù, l’evangelista Luca fa notare
la tristezza di Gesù. La causa è nel constatare come solo uno ha sentito il
bisogno di tornare ad esprimergli la propria gratitudine.