Visualizza in PDF

Download Report

Transcript Visualizza in PDF

8
PRIMO PIANO
Giovedì 13 Ottobre 2016
In Campania l’Udc si mette contro la riforma. De Luca potrebbe fare fuori il loro assessore
Referendum, De Mita guastafeste
Ciriaco e il nipote Giuseppe combatteranno per il No
DI
GIOVANNI BUCCHI
C
i mancava solo la
famiglia De Mita
a mettere i bastoni tra le ruote alla
riforma Renzi-Boschi. Zio
e nipote non si limitano a
esprimere il loro dissenso,
ma girano l’intera Campania per sostenere le ragioni
del No al referendum costituzionale del 4 dicembre,
mandando su tutte le furie
lo stato maggiore renziano del Pd locale, a partire
da Vincenzo De Luca. E
dire che era stato proprio
il governatore a stringere
un accordo di ferro (il cosiddetto patto di Marano)
con lo storico leader democristiano Ciriaco De Mita,
ora sindaco di Nusco, e il
deputato di Area Popolare
Giuseppe De Mita, commissario dell’Udc in Campania. Nel corso di una
rocambolesca nottata della
primavera 2015, i feudatari
dello scudocrociato in Campania avevano voltato le
spalle a Stefano Caldoro,
nonostante avessero governato con lui per ben 5 anni,
per saltare sul
carro deluchiano e condurlo
alla risicata
vittoria ottenuta anche grazie
al pugno di voti
portato in dote
dalle truppe
centriste. Nel
tempo poi i due
De Mita sono
riusciti a strappare qualche
poltrona, come
quella di assessore regionale
al Turismo che
De Luca ha affidato a Corrado
Matera, avvocato già vicepresidente del Parco del
Cilento e cugino di Luigi
Cobellis, ex capogruppo
regionale dell’Udc e segre-
tario provinciale del partito a Salerno, la terra deluchiana per eccellenza. Non
solo, pure Biagio Iacolare,
ex consigliere regionale
Ciriaco De Mita
dell’Udc, è stato nominato
consigliere delegato del presidente di Regione con delega al Demanio. Stando alle
cronache campane (in par-
ticolare, a un’indiscrezione
rilanciata da La Città, quotidiano di Salerno) De Luca
avrebbe già in programma
un rimpasto di giunta da
attuare dopo il
referendum, nel
quale sacrificare
proprio l’assessore Matera visto il
trattamento subito dai De Mita.
L’attivismo di zio
e nipote democristiani (in particolare dopo l’intervista di De Mita
senior al Corriere
della Sera) sta creando imbarazzo e
insofferenza a Palazzo Santa Lucia,
sede della giunta
regionale. E si sa,
De Luca è uno che
non perdona, soprattutto
quando si sente tradito.
Dal canto suo, De Mita
junior porta avanti a
spron battuto la battaglia
per il No. Nel weekend scorso a Pietrastornina, in terra
irpina, ha snocciolato alcune ragioni che lo inducono a
contrastare questa riforma:
«Quando il Pd dice che dalla
parte del Sì ci sono i buoni
e dall’altra parte ci siono i
cretini, allora questa risposta ci impone di scegliere
no« è una delle sue frasi
riportate dal Mattino. «Se
con Renzi ci sono Verdini
e Casini – ha poi argomentato il deputato centrista –
e tutto il resto delle forze
politiche è contrario, è un
segnale buono per dire No
alla riforma». Più netto sul
merito del provvedimento
è stato lo zio Ciriaco; per
lui addirittura l’Italicum
“«i porta alla fine della
democrazia parlamentare,
dato che con quella legge
«eleggiamo il capo, non il
presidente del Consiglio. Il
premio di maggioranza altera la rappresentanza».
© Riproduzione riservata
ON THE ROAD, NOTE DI VIAGGIO FRA I MEDIA DI MARIO SECHI
Il fossato tra Milano e Roma è diventato incolmabile
DI
MARIO SECHI
Titoli. Follow the money, segui
i soldi. Per sapere, per capire la
parabola della renzinomics bisogna osservare cosa fa, cosa dice (e
cosa non dice) Pier Carlo Padoan. Il ministro dell’Economia ha
presentato il Def qualche giorno
fa e le previsioni di crescita sono
state prese per visioni da Bankitalia e Ufficio parlamentare di
bilancio (che ieri ha confermato
la bocciatura del Def). Padoan ha
rivelato i numeri della manovra ed
è apparso chiaro che il governo sta
bruciando le tasse degli italiani,
l’austerità di cui parla Renzi è finita con il suo governo, da un pezzo: la manovra è in deficit per 13,3
miliardi su un totale di 24,5.
La pagina a destra del libro
contabile, quella delle spese, è la
sintesi della cultura, del testo e
del sotto-testo della politica economica: 15 miliardi sono impegnati
per bloccare l’aumento dell’Iva;
3 miliardi sono alla voce «nuove
politiche sociali», cioè pensioni
e dipendenti pubblici; 5 miliardi
sono catalogati alla voce sviluppo
e politiche vigenti, in pratica un
po’ di iper-ammortamenti, credito
di imposta su ricerca e sviluppo,
qualche opera pubblica e interventi anti-sismici. La situazione,
per riassumere, è questa: deficit
fino a 13,3 miliardi, nuove entrate
fissate a 8,5.
Significativa la lettera che il
presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, Giuseppe
Pisauro, ha inviato ai presidenti
delle camere al termine dell’audizione del ministro Padoan, dove si
esplicita ancora una volta che «vi è
quindi una divergenza di opinioni
con il governo» e si ricorda «che
il principio del comply or explain scita perfino il blocco dell’aumento
sotteso dall’articolo 18, comma 3, dell’Iva, presenta un quadro ecodella legge n. 243 del 2012, non ob- nomico sul futuro che non tiene
bliga il governo ad adeguarsi ma conto di molti fattori di rischio e
richiede che esso illustri i motivi per la crescita la parola chiave è
per i quali ritiene di confermare le peanuts, noccioline. Come tutto
proprie valutazioni ovvero ritiene questo possa produrre un rialzo
di conformarle a quelle dell’Uffi- del pil dell’1 per cento nel 2017
cio».
resta francamente un mistero.
Padoan ha deciso di tirare Siamo nelle mani della Fortuna,
dritto in un confronto che con così descritta nel vocabolario della
l’andare dei mesi si farà sempre Treccani: «Nella fantasia popolapiù scartavetrato. Il governo ha re come un essere soprannaturale
ribadito la sua linea, l’Upb ha a cui si attribuisce il merito o la
mostrato un’autonomia salutare colpa di avvenimenti inaspettati e
per le istituzioni. La manovra sarà di improvvisi mutamenti di stato,
presentata sabato, il luna park raffigurata come una giovane dondei titoli dei giornali è aperto. La na bendata, con un piede su una
Stampa registra il numero:«Pronta ruota, simbolo della sua instabilila manovra, sale a 24,5 miliardi»; tà». Tanti auguri.
il caffè al vetro e il Messaggero
Il problema italiano? Alla
non schiariscono l’orizzonte: «Ta- cassa. Mettiamo insieme un po’ di
gli e crescita, ecco la manovra»; titoli sparsi, li prendiamo da quelil Mattino introduce la variante lo che viene chiamato «territorio».
Villa Arzilla: «Pensioni e crescita, Bene, signore e signori, il problema
ecco i fondi», dove le
due parole insieme
SCOVATI NELLA RETE
(pensioni e crescita)
sono il nostro drammatico gioco al mordi
la coda; Il Gazzettino
ritrae il fiero gladiatore, Padoan, che
agita la sua spada nel
Colosseo del deficit:
«Crescita, Padoan va
allo scontro». Siamo
all’epica.
Sintesi, la manovra è influenzata
dal clima elettorale (referendum), per
queste ragioni scommette su un paese per
vecchi (dipendenti
pubblici, pensionati e
pensionandi), valuta
come spinta alla cre-
è alla cassa, in banca. La Verità sul
crac della Popolare di Vicenza: «Il
massacro della giudice che voleva
far processare Zonin». Dal Gazzettino arriva un’instagrammata sul
miracolo del nord est: «Popolare
Vicenza, via libera alle cause contro Zonin & C.». Sotto la Lanterna
hanno invece un altissimo esempio
di come perdere denaro chiamato
Carige, titolo di taglio sul Secolo
XIX: «Carige chiama Pericu e accelera sui deteriorati». Basta mettere insieme i titoli, non serve altro
per scoprire quanto è bello andare
a spasso nel territorio: gli sportelli
bancari sono come le buche della
giungla vietnamita.
Italy Italy. Roma-Milano. Un
titolo della Gazzetta dello Sport:
«Malagò spegne il sogno olimpico
e lancia Milano». Uno di Libero:
«Un boom della Madonnina». Uno
del Messaggero: «Muraro, la procura verso la richiesta di rinvio a
giudizio». Roma senza
Giochi Olimpici a causa del no dei grillini,
Roma ad anni luce di
distanza dall’efficienza e contemporaneità
di Milano, Roma e la
sua giunta impiccata
alla forca issata dagli
stessi pentastellati. È
il trittico di un declino
inesorabile e dell’Italia spaccata in due:
la vibrante Milano è
in Europa, Roma è in
una dimensione extraterrestre, circondate
dalle scie chimiche
dell’ignoranza, confine di un Mezzogiorno
dove comincia un altro
paese.
Il Foglio.it. List