L`assicurazione ha fame di pmi

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Mercati
Mercoledì 12 Ottobre 2016
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PER SOSTENERE I RENDIMENTI LE COMPAGNIE RIDUCONO IL PESO DEI TITOLI PIÙ SICURI
L’assicurazione ha fame di pmi
Da uno studio commissionato da BlacRock all’Economist
Intelligence Unit emerge che i tassi bassi rendono appetibile
investire in private equity, mutui ipotecari e prestiti ad aziende
di Anna Messia
lberto Tosti è pronto a prendere il timone di Sara Assicurazioni.
A
Sarà così staffetta interna per la compagnia controllata dall’Aci
dopo l’uscita del dg Alessandro Santoliquido, che lascerà a fine
di Paola Valentini
L
a scarsa crescita e i tassi
bassi stuzzicano l’appetito
per il rischio delle società
assicurative, malgrado l’incertezza geopolitica: è quanto
rivela uno studio commissionato da BlackRock e realizzato
dall’Economist Intelligent Unit
su 315 compagnie assicurative
in tutto il mondo, i cui asset
complessivi superano 12 mila
miliardi di dollari.
In un contesto di rendimenti
depressi e crescita anemica, il
quinto sondaggio annuale ha
rivelato che solo l’8% degli intervistati intende ridurre l’esposizione al rischio, mentre il 47%
ne prevede un aumento e il 46%
vuole mantenere il livello attuale
anche nei prossimi 12-24 mesi.
«Lo scenario d’investimento globale continua a porre
enormi sfide alle società di
assicurazioni. Le compagnie
assumono molti più rischi che
al passato perché alla ricerca di
fonti aggiuntive di rendimento», spiega Patrick Liedtke, responsabile della gestione per
le compagnie assicurative di
BlackRock in Europa.
La fiacca crescita globale è stata
citata come importante fattore
di preoccupazione negli ultimi
sondaggi, con il 50% circa degli
intervistati che l’ha annoverata
tra i problemi più seri alla propria strategia d’investimento dal
2014, ora aggravata dal senso di
maggiore incertezza riguardo
allo scenario politico. Il rischio
geopolitico è stato classificato
dal 51% degli intervistati tra i
rischi più critici per i propria investimenti quest’anno, dal 25%
del 2014. I persistenti bassi tassi
d’interesse rappresentano il ri-
Tosti pronto a prendere il volante di Sara
mese per guidare Amissima (le compagnie del fondo Usa Apollo).
Il candidato, attuale cfo, è stato indicato come «valida soluzione
interna» da Aci e Reale Mutua, che insieme hanno l’87% della
compagnia. La designazione, stando a risulta a MF-MilanoFinanza, sarà votata in cda il 18 ottobre. Il manager, in Sara da 19
anni, è tra coloro che hanno lavorato molto per ottenere dall’Ivass
il via libera all’utilizzo di parametri specifici che hanno permesso
a Sara di vedersi innalzare l’indice Solvency II dal 152 al 199%,
con conseguente taglio del fabbisogno di capitale di circa 100
milioni di euro. Tosti andrà affiancato da un direttore assicurativo,
da individuare nelle prossime settimane. La designazione è stata
rapida. Solo la scorsa settimana Santoliquido aveva annunciato al
cda l’intenzione di lasciare. (riproduzione riservata)
Patrick
Liedtke
schio di mercato più citato (59%
degli intervistati), seguito dalla
volatilità (57%).
Ma c’è un dilemma sull’asset allocation: la volontà delle
compagnie assicurative di assumere un rischio d’investimento
maggiore contrasta con un’ampia quota degli intervistati che
intende aumentare gli impieghi
in liquidità e titoli di Stato.
Rispetto al 36% dello scorso
anno, il 50% degli assicuratori
ha dichiarato di voler aumentare la liquidità nei prossimi mesi,
mentre il 47% degli intervistati
a livello globale intende di aumentare il peso in portafoglio
dei titoli di Stato, un record
nell’intera gamma degli asset
a reddito fisso. Ciò è indice di
assunzione di rischio selettiva
in diverse asset class. All’estremità più rischiosa, il 41% delle
compagnie assicurative intende
aumentare il peso delle obbligazioni con rating speculativo,
rispetto a un mero 26% nel
2015; inoltre, a voler aumentare gli investimenti azionari è
il 21% degli intervistati, contro
il 13% dello scorso anno. Al
contempo, è sempre più esigua
la pattuglia di assicuratori che
intende aumentare il peso in
portafoglio dei titoli a reddito
fisso di migliore qualità, quindi
meno rischiosi (21% rispetto al
45% nel 2015).
Prosegue Liedtke: «Lo scenario macroeconomico incerto
sta creando numerose tensioni e apparenti contraddizioni
nell’allocazione al reddito fisso.
Le assicurazioni sono riluttanti
a creare scorte di liquidità, perché vogliono muoversi in modo
più opportunistico nei periodi
in cui la volatilità di mercato
lo consente. Inoltre, convertono la liquidità in eccesso in
reddito aggiuntivo, acquistando
strumenti creditizi più rischiosi
e meno liquidi».
Lo studio ha rivelato l’intenzione di aumentare le allocazioni
in certi segmenti dei mercati di
titoli non quotati. Il 53% delle
compagnie assicurative intende
ampliare l’esposizione ai mutui
commerciali diretti, rispetto al
38% dello scorso anno, mentre
il 48% pianifica di aumentare
gli impieghi nei fondi di investimento immobiliari commerciali,
rispetto al 30% del 2015. Anche
l’interesse per il private equity
conferma tale spostamento, con
il 49% delle compagnie assicurative intenzionate ad aumentare
le risorse investite a fronte del
27% dello scorso anno. E c’è
anche un 29% interessato a finanziare direttamente le pmi
Ma ci sono dei vincoli che
impediscono alle compagnie di
aumentare gli impieghi in questi settori: in generale, le società
di assicurazione hanno riferito
di alcuni limiti alla realizzazione delle proprie ambizioni sui
mercati dei titoli non quotati
che derivano dai requisiti patrimoniali o dall’efficienza dei
capitali, una preoccupazione
comune al 46% degli intervistati. «I mercati privati offrono
un’eccellente opportunità alle
compagnie assicurative e i nostri sondaggi rivelano un forte
interesse per alcuni asset che
producono reddito e premi di
liquidità in questo settore. Tuttavia, bisogna prima superare
alcune barriere. Riteniamo che
una valutazione esaustiva di
tutti i rischi sottostanti, insieme
all’accesso al più ampio nume-
ro di operazioni, all’esperienza
specialistica e ai giusti processi di attuazione delle strategie,
siano elementi imprescindibili
per avere successo in questo
mercato», conclude Liedtke.
Senza dimenticare che «i requisiti di capitale imposti da
Solvency II sono entrati in
vigore esattamente nel periodo in cui le compagnie
assicurative stavano aumentando l’esposizione agli asset
rischiosi per sostenere i business model attuali. Nonostante
alcune differenze, le società di
assicurazioni extraeuropee si
stanno preparando a requisiti
di capitale più stringenti, ma
anche a maggiori opportunità
di diversificazione. Data l’agguerrita concorrenza fra compagnie assicurative, la gestione
intelligente ed efficiente degli
investimenti sta acquisendo
un’importanza prioritaria come chiave del successo», ha
concluso Liedtke. (riproduzione riservata)
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www.milanofinanza.it/assicurazioni
La compagnia italiana e il fondo Usa di private equity avrebbero fatto le offerte migliori per i business italiani del gruppo austriaco
Su Uniqa sarà un testa a testa Apollo-Reale Mutua
di Anna Messia
S
ull’operazione Uniqa si profila un
testa a testa tra il fondo americano
di private equity Apollo e la compagnia di Torino Reale Mutua. La lista dei
pretendenti pronti a rilevare le attività italiane messe sul mercato dalla compagnia
austriaca si sarebbe infatti assottigliata
e nei prossimi giorni è attesa la scelta
tra le due interessate rimaste in gara, per
l’aggiudicazione dell’esclusiva. Prima
dell’estate, come anticipato da MFMilanoFinanza del 30 giugno scorso, il
gruppo guidato da Andreas Brandstetter,
intenzionato a lasciare l’Italia, aveva deciso di assegnare un mandato esplorativo
a Kpmg e Unicredit, che in questi mesi
hanno avviato i contatti con il mercato,
registrando più di qualche interesse. Sul
tavolo ci sono tre compagnie: Uniqa Li- Life. Insomma una compagnia di mefe, nata dall’alleanza con Veneto Banca die dimensioni che varrebbe in tutto circa
che ne detiene il 10% (90% Uniqa Pre- 300 milioni e che ha destato l’interesse di
videnza), che tramite gli
più operatori, che hanno
sportelli dell’istituto nel
presentato offerte vinco2015 ha raccolto 443 milanti agli advisor a fine
lioni di premi, in crescita
settembre, tra cui gli imdel 20% rispetto all’anno
mancabili fondi private
precedente; a questa si
equity che hanno domiaggiunge la compagnia
nato le ultime operazioni
Danni, Uniqa Assicurasul mercato assicurativo.
zioni, che ha chiuso il
Come Cinven, che di re2015 con un utile di 10
cente ha rilevato in Italia
milioni, un risultato del
Ergo e Skandia, ma che
conto tecnico positivo
sembra non avere ancoper 8,9 milioni e premi
ra chiuso la campagna
Andreas Brandstetter
di competenza per 245
acquisti nella Penisola.
milioni. Infine, Uniqa
Ci sono poi le compaPrevidenza (ex Claris Vita) che l’anno gnie tradizionali, come Cattolica, forte
scorso ha raccolto 436 milioni e che dell’aumento di capitale da 1 miliardo recome detto controlla, il 90% di Uniqa alizzato anche ai fini di possibili acquisti.
Ma a mostrare l’interesse maggiore, con
offerte più ricche, sarebbero stati Reale
Mutua e Apollo. La prima tra l’altro si
è anche ingrandita all’estero, lo scorso
maggio, aprendo una sede in Cile tramite
la controllata spagnola Reale Seguros.
Apollo non sembra affatto voler mollare la presa su banche e assicurazioni in
Italia. Anzi. L’anno scorso ha rilevato
le assicurazioni di Carige, ribattezzate
Amissima (che presto saranno guidate
dall’ex dg di Sara Assicurazioni, Alessandro Santoliquido) e negli ultimi mesi
ha partecipato a tutte le cessioni di assicurazioni (da Skandia e Ergo a Banca
Sella). Mentre sul fronte bancario, come
noto. continua l’interesse per i npl, e il
fondo sarebbe alla finestra anche per le
quattro good bank in cerca di compratore: Banca Marche, Etruria, Carife e
Chieti. (riproduzione riservata)