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BARTOLETTI (Fimmg).
Dopo il caos ripartiamo dal
senso di responsabilità
(Letttera a Quotidiano sanita') il 72° Congresso della Fimmg
è appena terminato che già si lavora per il Congresso
Straordinario Elettivo del 18 Novembre, chiamato ad eleggere
il nuovo Segretario ed il nuovo esecutivo, con un mandato di
circa 2 anni. È stato un congresso che ha visto per la prima
volta un segretario dimissionario, cosa che, visti i tempi in cui
si sono svolte le vicende precongressuali e congressuali ha
colto di sorpresa tutti gli iscritti e delegati, e che, salvo strascichi
legali, consegna oggi un quadro diverso da quello precedente.
La sorpresa e talora lo sconcerto tra gli iscritti è dovuto al fatto
che la vicenda si è svolta con tale velocità che non ha consentito
di poter informare o quantomeno di illustrare la situazione che si
era venuta a creare: una crisi tra l'allora segretario ed i
componenti della giunta esecutiva, crisi che il 23 settembre ha
determinato le dimissioni del segretario, correttamente comunicate
ai membri del Consiglio Nazionale, il "parlamento" della Fimmg.
È dovuta quindi, a mio avviso, una breve informativa a chi, tra gli
iscritti, non ha potuto partecipare direttamente al Congresso dove,
almeno parzialmente, c'è stata l'opportunità di formarsi un'opinione
ed a chi, pur non iscritto si chiede cosa sia successo realmente:
lotta di potere, presunti complotti, " Idi di Settembre", oppure
"semplicemente", un dissidio insanabile sulla conduzione politica
sindacale?
Antefatto: lo stallo in cui versa il rinnovo contrattuale è l'aspetto
centrale, infatti, nonostante diverse prese di posizione, sino alla
proclamazione dello sciopero, poi revocato per l'impegno assunto
dal Governo di porsi come diretto interlocutore nei confronti della
conferenza delle Regioni, la trattativa si basa ancora su una base
"isorisorse", ovvero senza alcun investimento di parte pubblica, ma
con rilevanti modifiche nell'organizzazione della medicina generale.
A ben pensare anch'esse isorisorse (per noi), ma a ben vedere con
elevato rischio di rinnovare un contratto rimettendoci di tasca nostra
e senza comprensibili vantaggi per il servizio al cittadino.
Due posizioni in campo, c'è chi vuole firmare subito, c'è chi dice, che
non serve firmare contratti, quanto firmare BUONI contratti. Buoni per
il servizio, per i cittadini, per la parte pubblica e per i medici, garanzia
di riuscita. Insomma un contratto che dia una prospettiva di sviluppo
alla medicina generale nel contesto di un sistema sanitario pubblico
che negli ultimi anni vede i cittadini sempre più mettere mano al
portafogli.
Al di là degli slogan, i temi sul tappeto sono i problemi strutturali che
affliggono, irrisolti da anni, il sistema pubblico, la diversità regionale,
legata vuoi ai piani di rientro, vuoi allo sviluppo disordinato avvenuto
dopo la riforma del titolo V, le liste di attesa, i protocolli di
collaborazione ospedale territorio, sempre vaticinati ma raramente
realizzati, le patologie croniche ed oncologiche, l'assistenza potenziata
a livello territoriale in ordine alla riorganizzazione della rete Ospedaliera,
sia in termini orari che in termini funzionali, che deve poter vedere una
organizzazione più complessa della medicina generale, salvaguardando
però il rapporto fiduciario.
Chi evoca scenari improbabili dice che si vuole cambiare la Legge
cosiddetta Balduzzi, ciò è irrealistico, pena uno stallo che nessuno
vuole nel rinnovo del contratto, piuttosto bisogna interpretarne il
contenuto in termini di miglioramento dell'organizzazione del servizio,
del miglioramento dello stesso, con una logica di omogeneità nazionale,
fatte salve le competenze regionali di "sartorializzazione" sulla base dei
diversi bisogni, evitando di proporre modelli regionali "uber alles", come
risposta semplicistica al problema della disomogeneità regionale.
C'è da capire piuttosto come il termine "isorisorse", allora "passaporto"
di promulgazione della Legge da parte degli organismi di controllo
economico contabile dello Stato, possa essere coniugato con
innovazione, potenziamento, miglioramento, che per definizione hanno
bisogno di investimenti.
Invece di ragionare sulle sole risorse della medicina generale, forse
bisognava allora allargare le vedute su tutto il sistema sanitario,
indicando il termine "saldo invariato" relativamente a tutte le spese del
sistema (amministrazione, Ospedaliera etc.), intendendo la medicina
generale come strumento per la soluzione dei problemi di sostenibilità
del servizio pubblico, piuttosto che "di osso da spolpare."
Il tema sul tappeto è questo, c'è necessità di fare un passo avanti nella
proposta di un servizio che dia dignità clinica e di ruolo alla medicina
generale, lasciando le secche della burocrazia, dell'avvilimento
quotidiano derivante da pressioni dell'apparato amministrativo che
stanno erodendo il rapporto fiduciario con i nostri cittadini, senza
limitarsi a giocare di rimessa su aspetti meramente contrattualistici,
ma rilanciando tutta la potenza della medicina generale sul ruolo
medico e sul miglioramento del servizio pubblico.
Altro tema i giovani: inaccettabile la diversità di trattamento con i
colleghi specializzandi. Inaccettabile la logica di usare come serbatoio
occupazionale la medicina generale in deroga alle norme che
dispongono la necessità di una formazione specifica.
Questi sono obiettivi su cui c'è bisogno di coesione, di partecipazione,
di spinta propulsiva, cose non più possibili in una situazione che si era
venuta a creare focalizzata in ambiti di competenza diversi dal fare
politica del contratto e della professione. Ambiti sui quali non voglio
entrare ma che sono ampiamente noti.
Oggi c'è necessità assoluta di presentare una proposta contrattuale
condivisa e partecipata, da chiudere in tempi rapidi, se ci sono le
condizioni, grazie ad una azione coordinata da parte di tutti i dirigenti
a tutti i livelli.
Si era venuta a creare quindi una "diastasi" irrecuperabile tra chi pensa
che la Fimmg debba esclusivamente tendere alla proposizione di modelli
di miglioramento del servizio al cittadino attraverso lo sviluppo di una
medicina generale clinicamente qualificata e chi invece pensava che
il miglioramento fosse nei servizi offerti.
Il voto espresso dal Consiglio nazionale a larghissima maggioranza,
più dell'80% a fronte di alcune astensioni, nessun voto contrario,
testimonia la volontà di voltare pagina, andando dritti verso il rinnovo
della dirigenza.
Ripartiamo da qui, dalla partecipazione degli iscritti alla definizione
di una proposta contrattuale chiara, comprensibile, che rilanci il
ruolo professionale, l'autonomia organizzativa, il ruolo fiduciario,
l'eccezionale flessibilità di una figura come il medico di famiglia
profondamente inserito nel tessuto sociale del paese.
Con una grande attenzione ai giovani, alla necessità di un ricambio
vista sia l'età media della medicina generale che l'incipiente gobba
In sintesi quindi, una frattura insanabile sulla visione e sulla gestione
pensionistica, che vedrà migliaia di medici di famiglia in pensione da
di una associazione come la Fimmg che è sempre stata, nella sua
qui al 2020. Per far questo è necessario un grande senso di
complessità e nella sua storia, elemento di stabilità nel mondo medico responsabilità, che si traduca in uno spirito di servizio finalizzato
italiano, ed interlocutore credibile e responsabile nei confronti dei propri all'obiettivo di un Associazione come la Fimmg che nei più di 70
iscritti e dei cittadini.
anni di storia ha contribuito a difendere e salvaguardare non solo il
ruolo del medico di famiglia, ma anche il servizio pubblico ed i
servizi al cittadino, e che è composta da chi, tutti i giorni, nel proprio
studio ci mette la faccia.
Dr. Pier Luigi Bartoletti
Segretario Generale Provinciale di Roma
Vice Segretario Nazionale FIMMG