Newsletter num.10 - Ottobre 2016

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Transcript Newsletter num.10 - Ottobre 2016

APPROFONDIMENTO
• N E W S L E T T E R •
L’azienda diventa l’ambiente ideale per acquisire
la conoscenza e la motivazione per adottare uno stile
di vita più sano
conoscenza e la motivazione necessarie
per adottare uno stile di vita più sano. Il
tema della “salute e sicurezza sul lavoro”
si evolve così verso il concetto di “lavoro
per la salute”.
Ma come fare a diffondere il wellness in
struttura di grandi dimensioni e spesso
attive non solo a livello nazionale, ma
spesso distribuite su scala globale? Un
ruolo chiave lo svolge la tecnologia: la diffusione dei dispositivi mobili e dei social
network testimonia la capacità della tecnologia di diffondersi in modo capillare e di
influenzare i comportamenti di un numero
enorme di persone, indipendentemente
da fattori quali età, sesso, livello culturale
ed economico.
Da questi presupposti nasce il concetto di
“wellness digitale”: un programma completo di nutrizione equilibrata, attività fisica
e benessere psicofisico basato sulle tecnologie di interazione digitale. Profilazione
del singolo utente in base alla rilevazione
di parametri vitali e all’analisi del comportamento, la definizione di un modello di
riferimento personalizzato per ciascuna
area di intervento (nutrizione, attività motoria, benessere psicofisico) e il monitoraggio delle attività dell’utente attraverso
diari giornalieri.
Inoltre il wellness digitale ha la capacità
di fornire suggerimenti in modo proattivo
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L’INTERVISTA
Crescere in Digitale, il
progetto che accompagna
giovani e imprese nel
mondo dei digital jobs
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DALL’EUROPA
Il wellness digitale per
sviluppare la competitività
aziendale
La globalizzazione e la trasformazione digitale del business hanno cambiato l’economia e stanno cambiando anche la vita
quotidiana delle persone. Per creare e distribuire ricchezza un’azienda ha bisogno
di salute: il dipendente così lavora meglio,
si assenta meno ed è meno soggetto a infortuni sul lavoro. Focalizzare l’attenzione
dell’azienda sulla salute e il benessere dei
dipendenti vuol dire migliorare la loro produttività e quindi la competitività dell’impresa.
A dirlo è l’Organizzazione Mondiale della
Sanità a dirlo: oltre 2 milioni di persone
nel mondo muoiono ogni anno di sedentarietà.
Salute e wellness un binomio indivisibile fondato su uno stile di vita orientato a
un regolare esercizio fisico, una corretta
alimentazione e un approccio mentale positivo. Il luogo di lavoro, costituisce
così l’ambiente ideale per acquisire la
Il lavoro del futuro?
Senza luogo e con
orari ultra-flessibili
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n°10 - ottobre 2016
Europei alla ricerca
dell’equilibrio tra
vita e lavoro
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Web, social & tech
IN APERTURA
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Vivere e lavorare da
ogni parte del mondo:
cosa significa essere
nomadi digitali?
agli utenti (tecnologie “push”) e infine, una
piattaforma di wellness digitale che consente di integrare e correlare dati e suggerimenti relativi a tutti e tre i principali ambiti del benessere, ovvero attività fisica,
alimentazione ed equilibrio emotivo.
Il mercato si sta già muovendo in questa
direzione anche se le soluzioni realmente
efficaci e validate sono poche. Tra queste
ci sono esempi di eccellenze italiane che
possono divenire un punto di riferimento
per un nuovo modello di welfare aziendale, basato non più su un approccio meramente assistenziale, ma su un modello
premiante basato sulla partecipazione e
la responsabilizzazione dei dipendenti nel
mantenersi in buona salute.
APPROFONDIMENTO
Cambierà anche il
reclutamento e arriveranno
sistemi per incrociare le
esigenze delle aziende
con le skills dei lavoratori
sviluppando così insieme
progetti ‘on demand’ con
Amazon e Upwork apripista
Il lavoro del futuro? Senza luogo e con orari
ultra-flessibili
Ricerca conferma come internet stimoli l’impiego. Per ogni posto perso la tecnologia
ne crea 2,6 di nuovi
Senza confini di spazio e di tempo. Ecco
come sarà secondo gli esperti, il lavoro del
futuro.
La parola chiave sarà “bricolage living”
ossia quella particolare attitudine nel costruire una vita flessibile e modulare dove
i lavoratori sapranno destreggiarsi tra contesti e luoghi lavorativi differenti con orari
di lavoro ultra-flessibili.
La tecnologia avrà nel futuro mondo del
lavoro un ruolo determinante modificando
non solo alcune delle professioni tradizionali ma creandone anche delle nuove.
Quindi nuovi mestieri che si rinnovano
periodicamente. Se non nella sostanza,
almeno nella forma e negli strumenti utilizzati.
Uno studio firmato da McKinsey sottolinea
infatti come internet stimoli l’impiego. Per
ogni posto perso la tecnologia ne crea 2,6
di nuovi. Semplicemente si tratta di mansioni e professionalità prima inesistenti o
marginali per le quali i vari mercati sono
attrezzati in misura diversa.
Un recente report curato da Ubs sottolinea inoltre come la generazione del nuovo millennio, i cosiddetti “Millennials” e le
generazioni più giovani, ossia i nati negli
anni Novanta rappresenteranno la maggioranza della forza lavoro di domani: circa i tre quarti entro il 2025. Ma molti dei
loro manager saranno invece ancora i figli
della Generazione X, cioè i nati tra gli anni
Sessanta e Settanta, con il loro carico di
individualismo da self-made.
Non è casuale infatti che il rischio di un
possibile conflitto generazionale è profon-
damente avvertito dai manager intervistati
per la ricerca. Quest’ultima approfondisce
inoltre le caratteristiche dei nuovi professionisti in arrivo, a cominciare dalla flessibilità. Si tratta di un elemento che è ormai
un dato di fatto, se si considera che il tasso
di freelance in Europa tra il 2004 e il 2013
è cresciuto del 45%.
Non si tratta di “precarietà” o “incertezza”,
ma quando si parla di “flessibilità” s’intende concretamente la preferenza di una
“presenza effettiva a una presenza costante” sul lavoro. La connettività super-veloce
darà una sorta di “ubiquità” ai lavoratori dei
prossimi decenni.
A modificarsi sarà anche il sistema di reclutamento canonico: si assisterà infatti
allo sviluppo di sistemi che permetteranno
d’incrociare le esigenze delle aziende con
le skills dei lavoratori sviluppando così insieme progetti “on demand”.
Amazon o Upwork sono già “allineate” in
tal senso: il datore di lavoro attraverso una
piattaforma sceglierà il collaboratore che
fa al caso suo, un po’ come oggi scegliamo
le puntate di una Serie Tv o un film.
Non dimentichiamo inoltre che le nuove
generazioni di lavoratori saranno le stesse persone che oggi comprano 40 milioni
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all’anno di dispositivi per monitorare la propria salute e il benessere, e che avranno la
stessa attenzione sul luogo di lavoro.
Aspettiamoci dunque la diffusione di App
come RescueTime, che monitorano lo
schermo del dipendente e suggeriscono
di prendersi una pausa, oppure Mappiness, capace di tracciare le emozioni. Da
non sottovalutare inoltre che il 65% delle
persone intervistate desidera lavorare per
aziende o organizzazioni “mosse da intenti
sociali”.
Più di otto studenti MBA su dieci “accetterebbero uno stipendio inferiore, pur di
lavorare per un’azienda che si impegni per
la società e l’ambiente” e quasi nove impiegati su dieci mostra una maggiore soddisfazione “in aziende orientate al sociale”.
Inoltre la “culture-hackers” dei più giovani,
che si sono interamente formati sul digitale
e sono abituati a ritagliarsi ogni cosa sulle
loro esigenze, porterà cambiamenti anche
al lavoro. Sarà difficile per un dirigente far
viaggiare in binari pre-codificati il dipendente, che invece “si aspetterà di avere la
libertà di prendere una decisione, nel momento in cui abbia sufficienti informazioni
ed esperienza per farlo”.
Ultimo tema non meno interessante sarà
quello delle retribuzioni. Si inizia infatti ad
intravedere un nuovo orientamento verso
una logica di tipo negoziale che supera i
canonici criteri che non favorivano la valorizzazione del contributo individuale, ma
che si limitavano a inquadrare il lavoratore
senza riconoscere il proprio contributo individuale.
L’INTERVISTA
Un percorso promosso dal
Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali all’interno
Programma ‘Garanzia
Giovani’e attuato da
Unioncamere in partnership
con Google
Crescere in Digitale, il progetto che accompagna
giovani e imprese nel mondo dei digital jobs
Crescere in Digitale è un progetto promosso dal Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali all’interno Programma
“Garanzia Giovani” e attuato da Unioncamere in partnership con Google. Nasce
con l’obiettivo di promuovere, attraverso
l’acquisizione di competenze digitali, l’occupabilità di giovani che non studiano e
non lavorano e investire sulle loro competenze per accompagnare le imprese
nel mondo di Internet. La prima parte del
progetto consiste in un corso di 50 ore e
in un test, entrambi completamente online. Dopo il superamento del test, gli ido-
nei potranno essere convocati ad uno dei
laboratori sul territorio riguardanti la formazione per accedere al mondo del lavoro e i colloqui con le imprese, successivamente selezionati dalle imprese per
accedere ai 3000 tirocini.
A rispondere alle nostre domande, tre ragazze che hanno partecipato al progetto
e ci raccontano la loro esperienza.
Anna Veronesi: 29 anni, originaria della provincia di Ferrara ma vive a Casalecchio di Reno, vicino a Bologna. Ha
studiato Lingue Orientali (triennale e
magistrale, specializzazione in cinese)
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Laura Cannarella
Maria Grazia Guerriero
Anna Veronesi
Anna, Maria Grazia e Laura ci parlano della loro esperienza e di come l’iniziativa
ha cambiato le loro prospettive
all’Università Ca’ Foscari di Venezia e ha
vissuto un anno in Cina. Da poco, anche
grazie a CiD, ha deciso di riprendere la
sua formazione come copywriter e content manager.
Maria Grazia Guerriero: 31 anni e vive
in provincia di Avellino. Ha conseguito nel
2012 la laurea magistrale in economia e
management (corso di Studi ‘’Economia
dell’impresa e dell’innovazione’’) presso
l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.
Laura Cannarella: 28 anni, di Siracusa,
ha frequentato l’Università degli Studi di
L’INTERVISTA
Un corso on line di 50 ore
e un test, poi laboratori
sul territorio, riguardanti
formazione per accedere al
mondo del lavoro, colloqui
con le imprese e tirocini
Catania dove si è laureata in Giurisprudenza nel 2015. Tra le sue innumerevoli passioni il canto, il Giappone, il balletto
classico e soprattutto il mondo del web.
Come ti sei avvicinata al progetto Crescere in digitale e con quali aspettative?
Anna - Sono venuta a conoscenza del
progetto di Crescere in Digitale proprio
tramite questa newsletter. Ho deciso di
iniziare questo percorso per accrescere
le mie conoscenze nell’ambito del web
marketing, dopo aver terminato da poco
un corso gratuito riguardante le tecniche
SEO, il social media marketing e il web
marketing.
Mi ha sicuramente attirata il fatto che fosse sponsorizzato da Google e che desse
la possibilità di accedere a un tirocinio: la
mia priorità, comunque, era quella di quella di accrescere la mia formazione.
Maria Grazia - Mi sono avvicinata al progetto in modo del tutto casuale.
Ho letto sul web di questa iniziativa del Ministero e affascinata dal mondo del digitale, senza pensarci due volte mi sono iscritta al corso. Le aspettative erano quelle di
migliorare e ampliare le mie conoscenze
e al tempo stesso ero entusiasmata dall’idea di poter fare un’esperienza professionalizzante in un’azienda.
Laura - Dopo essermi laureata in Giurisprudenza ho scoperto tramite il passaparola il progetto Crescere in Digitale e, nonostante non avesse molto in comune con
l’ambito dei miei studi, ho subito pensato
che fosse un’ottima occasione per arricchire le mie competenze nel settore web.
Non appena ho realizzato il valore immenso del progetto, 3000 tirocini o l’accesso a
percorsi per l’autoimprenditorialità e l’autoimpiego, ho studiato con determinazione con la consapevolezza di avere una
grande opportunità a disposizione che
non avevo alcuna intenzione di sprecare.
In che cosa è consistito e come è stata
l’esperienza del tirocinio?
Anna - Ho avuto la fortuna di essere stata selezionata da una web agency (anche
se amiamo maggiormente definirci come
“agenzia di consulenza in ambito web”),
una realtà, quindi, che non ha bisogno di
un digitalizzatore vero e proprio, ma che
ha già un ampio bagaglio di conoscenze
in ambito digitale che poteva, quindi, proseguire la mia formazione. L’esperienza è
stata soddisfacente: sento che la mia professionalità sta crescendo. Mi sto formando come copywriter e come content manager: professioni adatte a esaltare la mia
creatività.
Maria Grazia - La mia esperienza di tirocinio si è svolta ad Avellino presso una
scuola professionale innovativa che ha rivoluzionato la formazione nell’ambito del
food. Il mio ruolo è stato quello di migliorare, attraverso svariate attività di marketing
e di analisi, i contenuti e la reputazione
aziendale sul web. Un’esperienza più che
positiva, ho potuto infatti mettere in pratica
le conoscenze acquisite e al tempo stesso apprendere e migliorare ogni giorno,
grazie anche al supporto e all’aiuto della
Community ufficiale di CID.
Laura - Ho curato la gestione dei social
media per una start-up che si occupa della vendita di accessori per il matrimonio.
L’azienda mi ha accolto in modo molto
professionale ma anche gentile, mi sono
sentita presto valorizzata e incentivata.
Ho imparato tanto e per me è stata un’inaspettata ed incredibile occasione di entrare nel mondo del lavoro. Sono davvero felice ed orgogliosa di aver svolto il ruolo di
social media manager presso una start-up
giovane e vincente che, tra l’altro, mi ha
permesso di restare nella mia bellissima
città, Siracusa.
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Crescere digitale ha cambiato le tue
prospettive professionali? Se si, in che
modo vedi il tuo futuro professionale
ora?
Anna - Crescere in Digitale ha confermato che il percorso lavorativo che desidero
intraprendere sarà strettamente legato al
mondo digitale. Il primo corso di web marketing mi aveva già indirizzata su questa
strada, CiD è stata una conferma.
A malincuore in questi giorni ho dovuto interrompere il tirocinio con un mese di anticipo perché sono stata selezionata per un
Master Universitario in Digital Commerce:
ho scelto di tornare “sui banchi di scuola” grazie anche a CiD, che mi ha spinta
a credere al massimo in un futuro sempre più digitale del mondo del lavoro. Vedo il mio futuro come libera professionista
nell’ambito del copywriting e della consulenza strategica per la digitalizzazione
d’impresa.
Maria Grazia - Crescere in Digitale ha
cambiato il mio futuro professionale. Grazie a questa iniziativa, il 26 settembre
2016, dopo i sei mesi di tirocinio, ho firmato il mio contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Oggi il mio futuro è in un’azienda giovane
e innovativa, che ha creduto sin dall’inizio
nelle mie potenzialità.
Laura - Ora che ho una buona formazione nell’ambito del marketing digitale,
grazie ad un corso online molto chiaro, e
un tirocinio come social media manager
della durata di sei mesi, sono sempre più
convinta che il progetto Crescere in digitale abbia realmente ampliato le mie prospettive lavorative.
Spero di riuscire a trasformare questa
esperienza come punto di partenza di un
futuro lavorativo in ambito digitale, anche
grazie alla mia volontà di continuare a tenermi costantemente aggiornata su questo settore in grande crescita.
DALL’EUROPA
La risposta alla ‘roadmap’
e alla consultazione
pubblica ‘Un nuovo inizio
per fronteggiare le sfide del
work-life balance affrontato
da famiglie di lavoratori’
lanciata lo scorso anno dalla
Commissione europea
Europei alla ricerca dell’equilibrio tra vita
e lavoro
Il Parlamento europeo sollecita un intervento della Commissione per la parità di genere
Commissione e Parlamento europeo insieme lo scorso 9 settembre per discutere
di conciliazione tra vita e lavoro dei cittadini europei. Si tratta di una relazione che
il Parlamento europeo ha deciso di redigere per far gravitare maggiore attenzione sul tema e sollecitare la Commissione
europea a intensificare i lavori in merito al
raggiungimento di un pieno equilibrio tra
vita e lavoro per migliorare l’attuale disuguaglianza di genere.
Una risposta quindi, alla “roadmap” e
alla consultazione pubblica intitolata “Un
nuovo inizio per fronteggiare le sfide del
work-life balance affrontato da famiglie di
lavoratori” lanciata lo scorso anno dalla
Commissione europea.
Consultazione nata con l’obiettivo di sostenere l’accesso delle donne al mercato
del lavoro attraverso uno svecchiamento
e un adeguamento del quadro giuridico e
politico europeo alle dinamiche che contraddistinguono l’attuale mercato del lavoro, alleggerire il carico dei genitori con
bambini e/o altri parenti per un migliore
equilibrio tra vita familiare e vita lavorativa
e promuovere la parità di genere nel mercato del lavoro.
Qual è la situazione in Europa oggi? Solo
undici Stati membri hanno raggiunto il primo degli “obiettivi di Barcellona”: nel 2002
i servizi di cura per l’infanzia accessibili
al 90% dei bambini tra i tre anni e l’inizio
dell’obbligo scolastico; mentre solo dieci
Stati membri hanno raggiunto il secondo
obiettivo ossia servizi di cura per l’infanzia
accessibili al 33% dei bambini di età inferiore ai 3 anni.
Il gender pension gap ossia il divario pensionistico europeo tra uomini e donne si
attesta al 39% più del doppio del gender
pay gap, il divario salariale europeo tra
uomini e donne, che invece si attesta al
16%. I congedi legati a motivi familiari
sono ancora motivo di discriminazione
per uomini e donne, nonostante il quadro
normativo esistente a livello europeo. Infatti, l’utilizzo dei congedi parentali è molto spostato a favore delle mamme lavoratrici. Solo il 10% dei padri europei utilizza
almeno un giorno di congedo di paternità.
Il 97% delle donne invece usa il congedo
parentale disponibile per entrambi i genitori. 3,3 milioni di cittadini europei tra i 15
e i 34 anni hanno dovuto rinunciare al lavoro a tempo pieno per mancanza di servizi di cura per i propri figli o altri parenti a
carico. Anche nel campo dei servizi, gli in-
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vestitori e le aziende del settore dovranno
rispettare le normative europee ed essere
sottoposti allo stesso numero di controlli.
Centrale, si legge nella relazione parlamentare presentata, è la necessità di
garantire ai bambini il raggiungimento del
pieno potenziale fornendo loro un’istruzione di alta qualità e servizi di cura per
la prima infanzia, accesso ad attività ricreative, culturali e sportive e, soprattutto,
tempo con i loro genitori.
La parola chiave per il pieno raggiungimento di questo equilibrio è “flessibilità”
sottolinea il Parlamento europeo, intesa
come necessità di disegnare per ogni
persona una soluzione ad hoc, sulla base
delle esigenze personali e familiari del
singolo lavoratore e allontanando soluzioni pre-confezionate e generalizzate.
Infine, la relazione sottolinea che le condizioni favorevoli per l’equilibrio vita-lavoro
nel mercato del lavoro e una soddisfacente qualità di vita possono essere raggiunti solo se le persone posso ritagliarsi al
di fuori dell’orario di lavoro del tempo da
dedicare al proprio sviluppo personale,
attraverso l’istruzione e la formazione o
delle ore di tempo libero per se stessi. La
Commissione dovrebbe pertanto intensificare le sue azioni nei confronti degli Stati
membri che non applicano correttamente
la direttiva sull’orario di lavoro. Inoltre, gli
Stati membri sono incoraggiati a mettere
in atto misure di sostegno ai congedi per
scopi di istruzione e formazione e ai cosiddetti “carrier breaks” per consentire ai
lavoratori di prendersi cura di persone a
carico.
Web, social & tech
L’espansione dell’e-commerce
e del dropshipping, ad esempio,
conciliano perfettamente
la possibilità di lavorare e
viaggiare rinunciando alla
vicinanza al proprio Paese
Vivere e lavorare da ogni parte del mondo: cosa
significa essere nomadi digitali?
Sfruttare ogni mezzo per creare e coltivare legami a distanza e rendersi raggiungibili
anche da località remote
fare un progetto dettagliato di tutti gli aspetti organizzativi e avere tanta costanza: la decisione deve essere consapevole e affrontata con determinazione, spirito di sacrificio ed entusiasmo.
Bisognerà calcolare i costi che una vita da “girovago” può comportare, affinché la gestione quotidiana di guadagni e risparmi
sia sostenibile nel lungo periodo e permetta di ricavare quanto
serve per spostamenti, alloggio e connessione internet.
La Rete non rappresenta solo l’ambiente ideale per l’avvio di
nuovi business ma è anche il luogo ideale in cui costruire una
rete di contatti professionali. Ecco perché i nomadi digitali devono sfruttare ogni mezzo per creare e coltivare legami a distanza
e rendersi raggiungibili anche da località remote e con significative differenze di fuso orario.
L’arrivo di internet e dei dispositivi mobili ha rivoluzionato la
Mai sottovalutare la propria capacità di adattamento e l’abilità
vita di quanti, trovando restrittivo lavorare all’interno di un uffi-
nel trasformare il computer in una finestra aperta sul mondo che
cio tradizionale, hanno deciso di trasformarsi in nomadi digitali”.
consenta di aggiornarsi e mostrare chi siamo e cosa sappiamo
L’espressione “nomadismo digitale” si riferisce infatti a chi ha
fare: il nomadismo digitale implica infatti un maggiore impegno
liberamente scelto di lavorare girando il mondo, mantenendo al
nelle attività di personal branding per valorizzare la propria im-
contempo i propri clienti o creando un nuovo business.
magine online, competenze e punti di forza.
La crescita del fenomeno si accompagna alla nascita di nuove
Le professioni del web obbligano alla continua ricerca di stra-
professioni digitali. L’espansione dell’e-commerce e del drop-
tegie efficaci per promuovere la presenza sul web, soprattutto
shipping, ad esempio, conciliano perfettamente la possibilità di
perché, nel caso dei nomadi digitali, quella fisica non è affatto
lavorare e viaggiare rinunciando alla vicinanza al proprio Paese
scontata.
di origine e ai propri cari e ai vantaggi di un alloggio “stabile”, per
• N E W S L E T T E R •
avere la possibilità di esercitare una professione in modo autonomo, entrare a contatto con culture differenti, potenziare l’uso
delle lingue straniere e modificare le proprie routine.
Si tratta di un’estremizzazione del concetto di lavoro freelance,
perché essere nomadi digitali può comportare che il contatto
n°10 - OTTOBRE 2016
con i clienti avvenga esclusivamente a distanza tramite video-
COLOPHON
Redazione Cliclavoro
chiamate, email, chat e telefonate e che il confine tra vita privata
e vita professionale sia ancora più labile.
Ma come si diventa nomadi digitali? Innanzitutto è necessario
Direzione Generale dei Sistemi
Informativi, dell’Innovazione
Tecnologica e della Comunicazione
Via Fornovo, 8 - 00192 Roma
riorganizzare il proprio lavoro e riflettere sui grandi cambiamenti
che questa scelta comporta. Prima di partire bisogna studiare le
strategie da impiegare nella fase di lancio del proprio business,
[email protected]
www.cliclavoro.gov.it
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