placido scandurra

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Placido Scandurra, pittore e incisore. Nato a S. Ma-
ria di Licodia (CT) nel 1947. Vive ed opera a S. Polo
dei Cavalieri (RM).
Negli anni Sessanta inizia la sua attività artistica a Catania, dove frequenta gli studi di artisti locali, tra cui A.
Villani e G. Nicolosi. Nel 1967 si stabilisce a Roma,
dove compie gli studi all'istituto centrale di Restauro
e più tardi si diploma all'Accademia di Belle Arti. Dal
'77 al '78 segue i corsi sperimentali alla Calcografia
Nazionale di Roma. Mantiene numerosi contatti con
esponenti dell'ambiente culturale romano ed espone
in personali e collettive in Italia (Roma, Palermo, Matera, Torino, Perugina Corciano etc.) e all'estero (Parigi,
Dublino, Brugge, Damasco, Amburgo, Blaj etc.). Negli
anni Ottanta, spinto dallo studio profondo delle teorie
di Jung, si fa sempre più forte l'interesse per un'arte introspettiva. L'immergersi nelle culture orientali lo
induce a accostarsi al mondo esoterico spirituale e a
realizzare opere d'arte di stampo alchemico surreale.
IL GIRASOLE EDIZIONI
LE FARFALLE
E-mail: [email protected]
Sito: www.placidoscandurra.it
PLACIDO SCANDURRA
Opere grafiche
Libreria Antiquaria Prampolini
Via Vittorio Emanuele II, 333 - Catania
Tel. 095 321099
orari:
lunedì 17-19 / gli altri giorni 9-13, 17-19 / sabato 9 -13
16 Settembre - 31 Dicembre 2016
Le incisioni calcografiche di
Placido Scandurra
dal paesaggio all'introspezione archetipica
La ricerca grafica di Placido Scandurra si è evoluta
per tematiche: si susseguono paesaggi, omaggi ai
maestri storici, pastorali, ecologia, bagnanti, ritratti,
bestiari, archetipi e illustrazioni di libri.
Il suo percorso come incisore comincia nel 1968
quando frequenta il corso triennale di incisione calcografica alla Scuola delle Arti Ornamentali del Comune
di Roma tenuto dal maestro Attilio Giuliani il quale propone come esercizio didattico di apprendimento uno
studio sul segno ispirato ai maestri storici (Piranesi,
Callot, Della Bella, Rembrandt, Bartolini e Morandi).
L'artista perfeziona in seguito la sua tecnica incisoria
negli anni '70 quando frequenta alla Calcografia Nazionale di Roma i corsi sperimentali tenuti da Santoro, Strazza, Patella e Aragno, artisti contemporanei
con il supporto storico artistico dell'allora direttore
prof. Carlo Bertelli. Il lavoro che Scandurra sviluppa
in questi anni 76/77 è "l'analisi dello strumento" che
consiste nel lavorare su una lastra di zinco eseguendo pochi segni dal primo stato fino al ventunesimo
stato con segni più complessi per arrivare alla fine
alla distruzione della lastra. Stampando di tutti gli stati
alcune copie vengono documentati tutti i vari passaggi tecnici per testimoniare così il continuo processo di
trasformazione e modificazioni metamorfiche.
Attualmente l'interesse dell'artista è rivolto alla memoria dell'inconscio collettivo e alle forme archetipali
dove i segni e la materia si fondono suscitando nuove emozioni ed inquietanti stati d'animo che affliggono la società attuale.
In questa piccola mostra (che è la sua prima a Catania) sono esposte opere delle quali alcune raccontano la Sicilia, la terra dove Scandurra vive fino alla fine
degli anni '60 - Santa Maria di Licodia e la periferia di
Catania (Nesima) - mentre le altre accolgono lavori
del periodo romano, dall'inizio degli anni '70 fino al
2003, che raggruppano bagnanti, pastorali, metamorfosi e introspezioni archetipiche.
M.H. Sonja Peter
Ettore e Andromaca
Ettore e la moda Del Pianto
E sulla pietra diavoli
dipinsero sorrisi.
La fila dei visitatori
si allungò
come a toccare il limite.
Poi si sentirono
canzoni, rumori di catene;
la vecchia cosparse di sale
il cortile e il vicinato;
ognuno inventò, all'alba,
una filastrocca, una preghiera.
I meccanismi che pulsavano
resero gravida la megèra;
il sole brilla
ma Ettore non ha onori di pianto.
Andromaca concede l'ultimo ballo
nel salone dei ricevimenti:
il cavallo d'Ulisse è messo al bando.
A mantenere l'ordine nei viali
resta Cassandra e qualche eroe.
Angelo Scandurra