Atti Parlamentari - Camera dei Deputati

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Atti Parlamentari
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XVII LEGISLATURA
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DISCUSSIONI
Camera dei Deputati
I
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016
RESOCONTO STENOGRAFICO
690.
SEDUTA DI MARTEDÌ 11 OTTOBRE 2016
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO
INDI
DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI
INDICE
RESOCONTO STENOGRAFICO ......................
1-56
PAG.
Missioni ............................................................
Presidente .....................................................
1
1
Interrogazioni (Svolgimento) .........................
1
Presidente .....................................................
1
(Iniziative di competenza presso le autorità del
Marocco con riferimento alla recente vicenda relativa al sequestro di materiali e al
PAG.
trattamento riservato ad alcuni reporter
della trasmissione televisiva « Le Iene » –
n. 3-02535) ...................................................
Presidente .....................................................
Amendola Vincenzo, Sottosegretario di
Stato agli Affari esteri e alla cooperazione
internazionale ...............................................
Locatelli Pia Elda (Misto-PSI-PLI) ............
1
1
1
2
N. B. Il RESOCONTO SOMMARIO è disponibile on line già nel corso della seduta, alla pagina “Resoconti”
del sito della Camera dei deputati. Il Resoconto Sommario è corredato di collegamenti ipertestuali
verso il Resoconto Stenografico (Vedi RS) ed ai documenti di seduta (Vedi All. A).
N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: Partito Democratico: PD; MoVimento 5 Stelle: M5S; Forza Italia - Il Popolo della
Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL); Area Popolare (NCD-UDC): (AP); Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia
Libertà: SI-SEL; Scelta Civica per l’Italia: (SCpI); Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini:
(LNA); Democrazia Solidale-Centro Democratico (DeS-CD); Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto; Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all’Estero:
Misto-ALA-MAIE; Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling; Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) Liberali per l’Italia (PLI): Misto-PSI-PLI; Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P; Misto-Conservatori e
Riformisti: Misto-CR; Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA; MistoFARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri; Misto-Movimento PPA-Moderati: Misto-M.PPA-Mod.
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DISCUSSIONI
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II
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
Camera dei Deputati
2016 —
N.
690
PAG.
(Iniziative per garantire la continuità didattica
presso il liceo artistico e musicale « Foiso
Fois » di Cagliari – n. 3-02536) ................
Presidente .....................................................
Pili Mauro (Misto) .......................................
Toccafondi Gabriele, Sottosegretario di Stato
all’Istruzione all’università e alla ricerca ......
3
3
4
3
(Iniziative per garantire un adeguato organico
di insegnanti di sostegno nelle scuole di
ogni ordine e grado della provincia di
Cagliari – nn. 3-02537 e 3-02538) ...........
6
Presidente .....................................................
6
Pili Mauro (Misto) .......................................
Toccafondi Gabriele, Sottosegretario di
Stato all’Istruzione all’università e alla ricerca ..............................................................
PAG.
Capelli Roberto (DeS-CD) ..........................
Farina Daniele (SI-SEL) .............................
Ferraresi Vittorio (M5S) .............................
Lauricella Giuseppe (PD) ...........................
Longo Piero (FI-PdL) ..................................
Marotta Antonio (AP) .................................
Menorello Domenico (SCpI) .......................
Molteni Nicola (LNA) .................................
21
21
23
24
22
21
21
21
(Correzioni di forma – A.C. 2664-A) ............
25
Presidente .....................................................
25
6
Vazio Franco (PD), Vicepresidente della II
Commissione .................................................
25
6
(Coordinamento formale – A.C. 2664-A) ......
25
Presidente .....................................................
25
(La seduta, sospesa alle 10,30, è ripresa alle
14) ..................................................................
7
(Votazione finale ed approvazione – A.C.
2664-A) ..........................................................
25
Missioni (Alla ripresa pomeridiana) ............
8
Presidente .....................................................
25
Presidente .....................................................
8
Preavviso di votazioni elettroniche ..............
8
(La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle
17,30) .............................................................
25
Presidente .....................................................
8
Mozioni Vito ed altri n. 1-01346, Cozzolino
ed altri n. 1-01384, Fiano, Pizzolante,
Monchiero, Fauttilli ed altri n. 1-01385 e
Piras ed altri n. 1-01386 concernenti iniziative per il rinnovo dei contratti dei
comparti dei vigili del fuoco, delle forze
dell’ordine e delle forze armate (Seguito
della discussione) .........................................
26
Presidente .....................................................
26
(Parere del Governo) .......................................
26
Presidente .....................................................
26
Madia Maria Anna, Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione ......
26
(Dichiarazioni di voto) ....................................
27
Presidente .....................................................
27
Binetti Paola (AP) .......................................
35
Cirielli Edmondo (FdI-AN) ........................
30
Cozzolino Emanuele (M5S) ........................
40
(La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle
14,30) .............................................................
8
Proposta di legge: Lauricella ed altri: Modifiche al codice penale e al codice di
procedura penale in materia di furto di
materiale appartenente a infrastrutture
destinate all’erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di
altri servizi pubblici (A.C. 2664-A) (Seguito
della discussione ed approvazione) ..........
8
Presidente .....................................................
8
(Esame dell’articolo unico – A.C. 2664-A) ...
8
Presidente .....................................................
8
Berretta Giuseppe (PD), Relatore ......
10, 13, 15
Farina Daniele (SI-SEL) ............................. 10, 17
Ferraresi Vittorio (M5S) .......
11, 12, 14, 16, 19
Ferri Cosimo Maria, Sottosegretario di
Stato alla Giustizia ......................................
10
Longo Piero (FI-PdL) ..................................
20
Molteni Nicola (LNA) .................................
9, 15
Vazio Franco (PD) ......................................
18
(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2664-A)
20
Presidente .....................................................
20
Ferri Cosimo Maria, Sottosegretario per la
giustizia .........................................................
21
Faenzi Monica (Misto-ALA-MAIE) ............
27
Fauttilli Federico (DeS-CD) .......................
31
Fiano Emanuele (PD) .................................
43
Madia Maria Anna, Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione ......
37
Maestri Andrea (Misto-AL-P) ....................
28
Molteni Nicola (LNA) .................................
33
Monchiero Giovanni (SCpI) .......................
32
Piras Michele (SI-SEL) ...............................
37
(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2664-A)
21
Rizzetto Walter (FdI-AN) ...........................
28
Presidente .....................................................
21
Vito Elio (FI-PdL) .......................................
39
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DISCUSSIONI
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III
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
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N.
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PAG.
(Votazioni) .........................................................
Presidente .....................................................
44
44
Commissione parlamentare per l’attuazione
del federalismo fiscale (Modifica nella
composizione) ...............................................
46
Presidente .....................................................
46
Interventi di fine seduta ................................
47
Presidente .....................................................
47
D’Arienzo Vincenzo (PD) ...........................
48
Duranti Donatella (SI-SEL) .......................
48
Iori Vanna (PD) ...........................................
47
PAG.
Locatelli Pia Elda (Misto-PSI-PLI) ............
Rizzetto Walter (FdI-AN) ...........................
47
48
Ordine del giorno della seduta di domani ......
49
Testi degli interventi di cui è stata autorizzata la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna:
Roberto Capelli, Domenico Menorello,
Antonio Marotta e Giuseppe Lauricella
(A.C. 2664-A) ...............................................
49
Segnalazioni relative alle votazioni effettuate
nel corso della seduta ................................
56
Votazioni elettroniche (Schema) .... Votazioni I-XXVI
N. B. I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula sono
pubblicati nell’Allegato A.
Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scritte alle interrogazioni sono pubblicati
nell’Allegato B.
SEDUTA PRECEDENTE: N. 689 — LUNEDÌ 10 OTTOBRE 2016
PAGINA BIANCA
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RESOCONTO STENOGRAFICO
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
LUIGI DI MAIO
municazioni all’Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).
La seduta comincia alle 10.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare
lettura del processo verbale della seduta
precedente.
DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il
processo verbale della seduta del 7 ottobre
2016.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi
dell’articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Baretta,
Baruffi, Stella Bianchi, Franco Bordo,
Braga, Caruso, Catania, Cenni, Cicchitto,
Cominelli, D’Ambrosio, Damiano, Epifani,
Fantinati, Faraone, Giampaolo Galli, Gallinella, Garofalo, Gentiloni Silveri, Mazziotti Di Celso, Meta, Mongiello, Pastorelli,
Pes, Piccoli Nardelli, Russo, Scanu, Schullian, Senaldi, Sereni, Vignaroli e Zolezzi
sono in missione a decorrere dalla seduta
odierna.
I deputati in missione sono complessivamente centoventuno, come risulta dall’elenco depositato presso la Presidenza e
che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori co-
Svolgimento di interrogazioni.
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca
lo svolgimento di interrogazioni.
(Iniziative di competenza presso le autorità del Marocco con riferimento alla
recente vicenda relativa al sequestro di
materiali e al trattamento riservato ad
alcuni reporter della trasmissione televisiva « Le Iene » – n. 3-02535)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza all’ordine del giorno, Cimbro
ed altri n. 3-02535 (Vedi l’allegato A –
Interrogazioni).
Il sottosegretario di Stato per gli affari
esteri e la cooperazione internazionale,
Vincenzo Amendola, ha facoltà di rispondere.
VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale. Presidente, ringrazio innanzitutto gli onorevoli interroganti
per avermi dato la possibilità di fornire
tempestivi chiarimenti su quanto avvenuto
due settimane fa ai due inviati della trasmissione de Le Iene, Luigi Pelazza e
l’operatore Mauro Pilai, e che, grazie all’assistenza prestata dalla rappresentanza
diplomatica italiana nel Paese, si è concluso nell’arco di appena 24 ore. I due
inviati erano giunti in Marocco il 26 settembre scorso per realizzare un servizio
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televisivo sul fenomeno della prostituzione
minorile in quel Paese; due giorni dopo
sono stati sottoposti a fermo dalle autorità
locali di polizia mentre stavano intervistando un minore marocchino all’interno
di un appartamento situato nella città di
Marrakech.
Pur comprendendo le lodevoli finalità
del servizio che « Le Iene » intendevano
realizzare, la situazione in cui si erano
trovati, oltretutto senza autorizzazioni
(così almeno asseriscono i marocchini), ha
consentito alle autorità di intervenire immediatamente per compiere tutti gli accertamenti previsti dalla legge del Paese.
Al momento del fermo i due reporter
italiani sono stati privati dei telefoni cellulari, delle telecamere e del materiale
registrato, che sono stati posti sotto sequestro dalla polizia, al fine probabilmente di accertarne i contenuti fotografici,
audio e video. Una volta tornati in possesso dei propri telefoni, il signor Pelazza
e il signor Pilai si sono messi in contatto
con l’ambasciata d’Italia a Rabat, che da
quel momento si è immediatamente attivata, anche attraverso il consolato generale d’Italia a Casablanca, per prestare
loro la massima assistenza e anzitutto per
accertarsi delle loro condizioni e per valutare le loro specifiche necessità.
Anche a seguito dell’interessamento
della nostra rappresentanza diplomatica,
nella tarda sera del 28 settembre i connazionali sono stati condotti dalle autorità
di polizia locale all’aeroporto di Marrakech in vista dell’esecuzione di un provvedimento di espulsione. Su incarico del
consolato generale a Casablanca, il viceconsole onorario a Marrakech li ha prontamente raggiunti sul posto e provveduto a
fornire loro viveri e beni di prima necessità, considerato che tutti gli esercizi commerciali presenti in aeroporto erano chiusi
per la tarda ora, ed intercedendo altresì
presso le autorità sul posto al fine di
garantire loro ogni possibile facilitazione.
I connazionali sono dunque rimasti in
aeroporto in attesa del volo di rientro in
Italia, fissato inizialmente per venerdì 30
settembre. Per tutta la notte tra il 28 e il
29 settembre il consolato generale d’Italia
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a Casablanca e l’ambasciata d’Italia a
Rabat hanno continuato a monitorare la
situazione. Il signor Pelazza e il signor
Pilai hanno potuto fare rientro in Italia
anticipatamente, già il 29 settembre, imbarcandosi su un volo per Monaco di
Baviera alle ore 8,20 locali.
Come dicevo all’inizio del mio intervento, la vicenda si è risolta in sole 24 ore,
il che era tutto fuorché scontato, considerate le premesse alla base del fermo e gli
esiti ben peggiori con cui si sono conclusi
casi analoghi. Per quanto riguarda il materiale sequestrato, questo resta ancora a
disposizione delle autorità marocchine, secondo le quali i connazionali erano privi
di tutte le necessarie autorizzazioni a
filmare. Ove gli interessati volessero richiederne la restituzione, dovranno fare
istanza alla competente autorità giudiziaria marocchina.
Vorrei concludere assicurando gli onorevoli interroganti e i due inviati delle
trasmissione de Le Iene che l’ambasciata
d’Italia a Rabat e il consolato generale a
Casablanca restano a disposizione per ogni
eventuale ulteriore forma di assistenza che
possa rendersi necessaria.
PRESIDENTE. La deputata Pia Elda
Locatelli ha facoltà di dichiarare se sia
soddisfatta per la risposta all’interrogazione Cimbro n. 3-02535, di cui è cofirmataria.
PIA ELDA LOCATELLI. Signor sottosegretario, la ringrazio per questi chiarimenti che sono arrivati anche in tempi
molto rapidi, come del resto è stato rapido
l’intervento della nostra rappresentanza in
Marocco per risolvere la questione. Avevamo presentato questa interrogazione
perché davvero volevamo conoscere l’andamento di questi fatti e volevamo essere
certi che non ci fossero state censure, che
non ci fossero stati comportamenti scorretti da parte delle autorità marocchine
nei confronti dei due inviati. E questa
nostra richiesta veniva da una preoccupazione che va al di là di questo caso: noi
vogliamo sempre, in tutte le situazioni,
affermare la libertà dei media, libertà di
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informare e quindi libertà di indagare, ma
ovviamente nel rispetto delle regole.
Allora, lei ci ha raccontato, mi pare in
modo molto trasparente, come sono andati
i fatti e le ragioni dell’espulsione: la mancanza di autorizzazioni a filmare e forse le
preoccupazioni per questi fatti. Perché ?
Sappiamo tutti che in Marocco, come in
altri Paesi, c’è un problema che riguarda
i minori, lo sappiamo bene, e immaginiamo che l’intervento di questi poliziotti
– mi pare piuttosto numerosi, perché si
parla di una decina di poliziotti – è stato
determinato da una segnalazione (di solito
capita così, perché è molto difficile che
dieci poliziotti si piazzino fuori d’un appartamento), e ci sono due possibili interpretazioni per questa segnalazione, una
positiva e una meno positiva, anzi negativa. La prima preoccupazione che ha dato
luogo a questa segnalazione può essere
stata dettata da una vera preoccupazione
per il tema della prostituzione minorile in
Marocco, una preoccupazione volta a far
emergere questo fenomeno e a bloccarlo
(questa sarebbe una ragione positiva); noi
però abbiamo anche un’altra preoccupazione, e non siamo in grado di dire quale
sia l’interpretazione giusta: la nostra
preoccupazione è che qualcuno abbia segnalato questo caso per impedire che
questo fenomeno della prostituzione minorile emerga, venga svelato, per poter
continuare questa pratica.
Ci sono queste due possibilità e noi
speriamo che sia vera la prima, ma se
fosse vera la seconda, allora dovremmo
attivarci noi, anche come rappresentanza
italiana nel Paese del Marocco, per facilitare la restituzione del materiale. Infatti,
se, da quanto affermano i due inviati de Le
Iene, si stavano trovando tracce e prove di
questa prostituzione minorile, farla emergere contribuirebbe a combattere la prostituzione minorile, che è una cosa da fare,
una cosa giusta; quindi sarebbe una sorta
di forma positiva di collaborazione con le
autorità marocchine, che dovrebbe essere
da loro apprezzata. Lei ci ha raccontato
che per avere questo materiale dovrebbero
essere le stesse « Iene » a presentare
istanza per riavere il materiale: io le
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chiedo di fare tutto quanto è possibile per
facilitare la restituzione di questo materiale, perché, anche attraverso la verifica
dei contenuti di questo materiale, possiamo verificare se questo tema, questo
dramma, si pone. Sarebbe anche il contributo che noi, come Paese, diamo proprio alla giornata internazionale delle
bambine. Certo, qui si tratta di prostituzione minorile maschile e femminile, mentre oggi è la giornata internazionale in
difesa delle bambine. Ecco, sarebbe il
nostro contributo. Ci siamo già segnalati,
come Paese, per l’attenzione ai temi della
lotta contro le mutilazioni genitali femminili; ci siamo segnalati come Parlamento
per aver approvato all’unanimità una mozione contro i matrimoni precoci e forzati,
questo sarebbe un altro contributo per
fare in modo che il nostro Paese venga
sentito come davvero amico e attore protagonista della lotta per difendere l’integrità fisica di bambini e bambine e la loro
dignità.
(Iniziative per garantire la continuità didattica presso il liceo artistico e musicale
« Foiso Fois » di Cagliari – n. 3-02536)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di
Stato all’istruzione all’università e alla ricerca, Gabriele Toccafondi, ha facoltà di
rispondere all’interrogazione Pili n. 302536 (Vedi l’allegato A – Interrogazioni).
GABRIELE TOCCAFONDI, Sottosegretario di Stato all’Istruzione all’università e
alla ricerca. Presidente, l’interrogazione riguarda la dislocazione delle aule del liceo
artistico e musicale « Foiso Fois » di Cagliari, per alcune delle quali sarebbe in
corso un’operazione di trasferimento in
zone periferiche della città, con conseguente disagio alle utenze e al corretto
svolgimento delle attività didattiche.
In base alla legge n. 23 del 1996, la
competenza circa la fornitura dei locali
per le scuole secondarie di secondo grado
è in capo alle province. Quindi, per il caso
specifico, l’Ufficio scolastico regionale per
la Sardegna sta seguendo la questione
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unitamente all’area tecnica della provincia
di Cagliari, che ha ampiamente relazionato
sull’attuale situazione della scuola, facendo comunque presente che la stessa
deve essere considerata tenuto conto delle
esigenze degli altri istituti scolastici per i
quali la provincia è parimenti tenuta a
fornire adeguate strutture.
Difatti, se, da un lato, si registra un
sensibile decremento, nell’ultimo triennio,
della popolazione scolastica in alcune istituzioni scolastiche, tanto da lasciare inutilizzati o scarsamente utilizzati alcuni
edifici, dall’altro lato, l’elevato numero di
iscrizioni in altri istituti determina l’utilizzo di più sedi staccate e la carenza di
aule, con la necessità, in alcuni casi, di
dover chiudere alcune realtà, totalmente o
parzialmente, per adeguamento o per lavori in corso. Alla luce di ciò, il piano di
utilizzazione degli edifici scolastici per
l’anno scolastico 2016-2017 della provincia
di Cagliari ha mirato a risolvere quelle
situazioni di particolare disagio che sono
localizzate soprattutto nell’area del capoluogo cagliaritano.
La situazione più problematica si è
creata per il liceo artistico « Foiso Fois » e
per l’istituto tecnico commerciale Martini.
Il liceo artistico, al momento del passaggio
nella sfera di competenza della provincia,
in base alla citata legge n. 23, era situato
negli immobili storici di proprietà del
comune di Cagliari concessi in comodato
d’uso alla provincia. Tali immobili si sono,
tuttavia, rivelati di difficile riqualificazione, soprattutto per l’impossibilità di
realizzare un efficace adeguamento alle
norme in materia di sicurezza e l’abbattimento di barriere architettoniche.
Si è pertanto ritenuto di cercare una
nuova sede, ed è stato individuato, quale
immobile di proprietà della provincia più
adatto, quello di via Sant’Eusebio, già
utilizzato dall’ITIS « Scano ». La provincia
ha pertanto provveduto ad una ristrutturazione tramite diversi interventi per una
spesa già effettuata per complessivi 2 milioni e 432 mila euro, e sono già stati
aggiudicati ulteriori lavori per 2 milioni e
99 mila euro. Certamente, l’esecuzione dei
lavori sta comportando disagi per gli stu-
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denti, per gli insegnanti e per gli uffici, ma
la scelta di convivere con tali lavori è stata
voluta dalla stessa scuola, che, anche negli
anni passati, non ha mai preso in considerazione soluzioni alternative proposte
che la portassero, anche provvisoriamente,
lontano dal centro di Cagliari.
La conclusione dei lavori è prevista
entro il prossimo mese di novembre. A
tale data, la scuola avrà ancora bisogno di
alcune ulteriori aule e dei laboratori per
l’indirizzo musicale. Per l’avvio dell’anno
scolastico la dirigente ha richiesto la disponibilità di uno stabile con 15 aule,
laboratori, palestra ed auditorium, per
corrispondere a tutte le esigenze. La provincia, come sopra evidenziato, ha dovuto
contemperare tale richiesta con le necessità, manifestate da altre scuole, per il
proprio funzionamento, in particolare
quella degli istituti tecnici commerciali. La
soluzione adottata dall’ente, dopo aver
valutato tutti gli aspetti della situazione, è
stata di assegnare al liceo « Foiso Fois »
l’edificio di via Cesare Cabras, che permette di adempiere completamente alle
esigenze manifestate dal dirigente scolastico.
In tal modo, il liceo avrà la sede al
centro di Cagliari, in via Sant’Eusebio,
quella di via Bixio a Cagliari-Pirri e la sede
periferica di via Cabras, in attesa che
entro il mese di novembre 2016 terminino
i lavori di sistemazione del tetto della sede
centrale di via Sant’Eusebio. Contemporaneamente, l’istituto tecnico commerciale
utilizzerà una sede centrale in viale Ciusa
ed una sede in zona periferica, sita anch’essa, come quella del liceo, in via Cabras. I disagi per gli alunni del liceo Fois
saranno comunque limitati, avendo essi a
disposizione il servizio di bus-navetta gratuito, che garantisce, negli orari e per il
numero di studenti indicati dalla dirigente
scolastica, il collegamento da piazza Matteotti a via Cabras.
PRESIDENTE. Il deputato Pili ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la
risposta alla sua interrogazione.
MAURO PILI. Grazie, Presidente. Non
posso che essere totalmente insoddisfatto,
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
perché il Governo, per voce del sottosegretario, ma per emanazione diretta dell’Ufficio scolastico regionale, dà una risposta che appartiene alla logica del « lava
mani », di coloro che non hanno la capacità di assumersi le responsabilità e, tantomeno, di raccontare le proprie competenze da una parte e come si sono svolti
i fatti reali su questa annosa vicenda.
Verrebbe da dire « altro che buona
scuola », se non si riesce da marzo,
quando già si conosceva l’incremento scolastico del liceo artistico « Foiso Fois », ad
effettuare la pianificazione corretta dell’utilizzazione degli stabili scolastici. Aggiungo: non si può dire che la competenza
è della provincia e, nel contempo, questo
Governo è lo sponsor principale della
cancellazione di quell’ente intermedio.
E la confusione, la mancata attuazione
di una politica attenta su quel versante, la
dice lunga sulla responsabilità politica del
Governo. E aggiungo: dovrebbe essere l’elemento cardine dell’Ufficio scolastico regionale quello di contemperare, di mettere
insieme le esigenze didattiche, di sviluppo,
di crescita, di regolare organizzazione didattica, con l’elemento cardine dell’edilizia
scolastica. Ma come è possibile che già da
marzo, dal 1o marzo, si sapesse che il liceo
artistico « Foiso Fois » avrebbe avuto quel
tipo di esigenze e si è atteso quarantotto
ore prima per consentire alla provincia,
con un ridicolo e vergognoso messaggio
WhatsApp, di comunicare al dirigente scolastico che l’istituto non avrebbe avuto le
aule che aveva già disponibili lo scorso
anno ?
Bene avrebbe fatto l’Ufficio scolastico
regionale a dire che ci sono state interferenze politiche per togliere all’artistico
quelle classi, per utilizzare il sottobosco
della politica per condizionare anche,
come è stato fatto in questa occasione, un
elemento cardine che è la continuità didattica. Ma di quale istituto stiamo parlando ? Stiamo parlando di un istituto
artistico che ha nella cultura, nella crescita, nell’habitat dove deve svolgere la
propria attività didattica l’elemento cardine stesso della sua azione educativa e
istruttiva. Nel momento in cui il Ministero
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ha la competenza della vigilanza su tutto
quello che capita negli istituti, e in particolar modo su quelli artistici, perché ne ha
una competenza diretta, è assurdo pensare
che si possa spostare l’insegnamento, la
didattica, fuori, alla periferia estrema della
città che è stata eletta dallo stesso Ministro
della cultura « città della cultura italiana ».
E, quindi, è evidente che, nel momento
in cui si fa un atto così contrario alla
logica, al buonsenso, alla costruzione di
una didattica corretta, si mettono davanti
a tutto altri interessi. L’artistico aveva già
al « Martini » le classi e le aule sufficienti
per contemperare questa divisione in tre
istituti, anch’essa davvero inaccettabile,
ma si dimenticano le prerogative specialistiche di questo istituto e si dimentica
che in questo istituto c’è una quantità di
bambini, di allievi, che hanno difficoltà
sotto ogni punto di vista e che avevano
necessità di essere maggiormente attenzionati da parte dell’istituzione scolastica.
Cosa che il dirigente scolastico regionale
non solo non ha fatto in questa occasione,
ma ha reiteratamente coperto, così come
si evince dalla risposta che il Governo dà,
copre e continua a coprire questa azione,
che è stata messa sostanzialmente, invece,
in dispregio del diritto di chi sapeva sin
dall’inizio, perché gli alunni, i docenti e i
genitori sapevano sin dall’inizio che avrebbero avuto l’accorpamento nel centro della
città, e quindi hanno fatto la scelta, anche
didattica, di iscrizione dei propri figli in
quell’istituto perché vi era quella dotazione.
Tutto questo non è stato fatto e il
Governo omette quel compito di vigilanza,
e, anzi, scarica alle province, le stesse
province che questo Governo ha voluto
cancellare, lasciando nel degrado totale la
programmazione scolastica, che, in questa
occasione, diventa assolutamente inaccettabile. La mia preghiera è che il Governo
si faccia attore di fronte a questa situazione per intervenire e per garantire al
liceo artistico ciò che gli è dovuto, né più
e né meno, e questa è la richiesta che
evidentemente non ha trovato sino ad oggi
nessuna risposta.
Atti Parlamentari
XVII LEGISLATURA
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
(Iniziative per garantire un adeguato organico di insegnanti di sostegno nelle scuole
di ogni ordine e grado della provincia di
Cagliari – nn. 3-02537 e 3-02538)
PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Pili n. 3-02537 e Murgia n. 3-02538,
che, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente (Vedi l’allegato A – Interrogazioni).
Il sottosegretario di Stato all’Istruzione,
all’università e alla ricerca, Gabriele Toccafondi, ha facoltà di rispondere.
GABRIELE TOCCAFONDI, Sottosegretario di Stato all’Istruzione all’università e
alla ricerca. Grazie, Presidente. Sul merito
della questione l’ufficio scolastico regionale per la Sardegna, sentito al riguardo,
ha chiarito che non si è verificata alcuna
situazione che vedrebbe scoperto un consistente numero di posti e che i dirigenti
scolastici sono stati dotati di tutti mezzi
previsti dalla normativa e di tutte le istruzioni per coprire tutti i posti, senza interruzioni di sorta.
Si ricorda che il sistema dei movimenti
del personale docente per l’anno scolastico
in corso è stato definito con contratto
nazionale integrativo dell’8 aprile 2016,
per quanto riguarda i trasferimenti, e del
15 giugno 2016, per le utilizzazioni ed
assegnazioni provvisorie. Ai citati contratti
vanno aggiunti gli accordi stipulati su base
regionale relativi all’assegnazione provvisoria sul sostegno per i docenti non specializzati per la Sardegna, l’accordo in
questione è stato formalizzato il 24 agosto.
In primo luogo, nei mesi di luglio e agosto
si è conclusa, quindi, la prima fase della
sequenza necessaria all’avvio dell’anno
scolastico, rappresentata dalla mobilità del
personale docente ed educativo di ruolo,
all’esito della quale, a metà mese di agosto,
erano già stati coperti 1297 posti di sostegno, rispetto ai 2083 complessivi. In
ragione dell’esigenza di immettere in ruolo
i docenti vincitori del concorso per il
corrente anno scolastico, gli uffici territoriali dell’amministrazione scolastica della
Sardegna hanno proceduto alle operazione
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di nomina nei giorni 10 settembre, per le
graduatorie di merito del concorso, e 12
settembre, per le graduatorie ad esaurimento. Solo a questo punto, dunque, gli
uffici hanno potuto effettuare le operazioni di utilizzazione e di assegnazione
provvisoria per poi procedere, tramite le
scuole-polo, al conferimento delle eventuali supplenze annuali. Nelle more del
perfezionamento delle descritte operazioni, fatta salva la salvaguardia per i
supplenti specializzati, in favore dei quali
deve essere accantonato un corrispondente
numero dei posti di sostegno, i dirigenti
scolastici hanno conferito supplenze temporanee con effetto fin dal primo giorno di
scuola, come anche ribadito dall’ambito
territoriale di Cagliari con nota 12187 del
15 settembre 2016. Il medesimo ufficio ha
poi proceduto a concludere le operazioni
di utilizzazione e assegnazione provvisoria,
portandole integralmente a conclusione,
così da permettere alle cosiddette scuolepolo di procedere alle supplenze annuali,
per ogni ordine e grado di scuola. Da tutto
quanto sopra esposto si evince che le
procedure sono state espletate nel minor
tempo possibile, tenuto conto delle tempistiche previste a livello nazionale.
Per quanto concerne la proposta di
trasformare i posti di sostegno sull’organico di fatto in posti di diritto, non
possono che ribadirsi i contingenti definiti
a livello nazionale, con decreto interministeriale, successivamente ripartiti tra le
varie regioni. Come è noto, alle ulteriori
necessità di sostegno che non è possibile
soddisfare con le ordinarie risorse organiche viene, comunque, fatto fronte mediante posti in deroga e ore aggiuntive, in
applicazione di quanto statuito dalla Corte
costituzionale con la sentenza n. 80 del
2010.
PRESIDENTE. Il collega Pili ha facoltà
di dichiarare se sia soddisfatto per la
risposta alla sua interrogazione.
MAURO PILI. Grazie, Presidente. Questa risposta, invece, rispetto alla precedente, lascia interdetti, perché basterebbe
guardare l’excursus della risposta del Go-
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
verno per capire in che mani siamo e quali
sono le procedure per assegnare ad alunni
diversamente abili i propri docenti. Basterebbe questo excursus temporale di temporaneità che viene affidata a un bambino
che dovrebbe avere la continuità affettiva
e didattica assegnata a un insegnante di
sostegno, e invece qui c’è la roulette russa
che il Governo, prima, con la legge cosiddetta della « buona scuola », ha messo in
campo e, poi, gli uffici scolastici regionali
che dicono soltanto balle.
Le affermazioni contenute, richiamate
qui, sono false, perché c’è una dichiarazione resa dal responsabile provinciale
dell’ufficio scolastico di Cagliari che dichiara ai giornali che il 12 settembre 2016,
data dell’interrogazione, erano già coperti
1.292 posti su 2.083, con la conseguenza
che, a tale data, i posti residui da coprire
– aggiunge – sono soltanto 791. Ma di
cosa stiamo parlando ? Quando un dirigente scolastico, quando un soggetto delegato dal Governo afferma che il 12 settembre ci sono nella sola provincia di
Cagliari ancora da coprire 791 posti, significa che non sono 791 numeri, ma sono
791 alunni con diversità abile che hanno
sicuramente bisogno, non di restare a
casa, ma di essere affidati a insegnanti di
sostegno che possano svolgere questa funzione; 791 sono pochi ? Ipotizziamo che
non siano i 1.200 che ho dichiarato, ma
791 è un numero tale che è credibile che
all’inizio dell’anno scolastico non si sia
ancora adempiuto a questo onere ? È evidente che stiamo parlando di un soggetto,
che governa l’ufficio scolastico regionale e,
quindi, provinciale, che dichiara il falso
allo stesso Governo e il Governo non fa
niente di fronte a decine, forse centinaia di
casi denunciati quotidianamente, da settimane, nei quotidiani della Sardegna; si
tratta di situazioni di bambini, di genitori
che denunciano l’abbandono dei propri
figli nelle scuole, nei plessi scolastici senza
alcun tipo di coadiuvo e di sostegno all’azione didattica e di inserimento o di
reinserimento di questi alunni. Una condizione, questa, che avrebbe imposto un
intervento autorevole del Ministero; ma
quale rispetto dei tempi ? Se è vero che c’è
Camera dei Deputati
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il rispetto dei tempi, il Governo faccia
un’ispezione e dica puntualmente, vada a
verificare gli atti formali, non accetti
quello che, invece, è stato, oggi, fatto dal
Governo, che riporta pedissequamente
quello che dice l’ufficio scolastico regionale. Perché ad oggi, 11 ottobre, mancano
ancora, rispetto alle esigenze, 290 docenti,
cioè ci sono ad oggi, ad anno scolastico
abbondantemente avviato, 290 alunni disabili che non hanno il sostegno. Gran
parte di questi hanno ancora l’insegnante
di sostegno provvisorio, quindi, significa
che si gestisce la « mala scuola » non
funzionalmente, per dare una continuità
didattica, un’assistenza reale, specialistica
e specializzata a questi alunni, ma soltanto
per coprire qualche buco.
In realtà, tutto questo sta avvenendo
con una realtà e con un governo della
scuola in Sardegna davvero inaccettabile.
Basterebbe leggere quello che realmente è
successo in queste settimane per rendersi
conto che il Governo, con questa pseudoriforma della buona, ma in realtà, « mala
scuola », ha messo in ginocchio il sistema
scolastico regionale. Aggiungo: il responsabile dell’ufficio scolastico regionale ha
detto, in un recente convegno sulla didattica digitale, che non è andato in ferie per
realizzare questo risultato dell’inizio dell’anno scolastico. Ebbene, avrebbe fatto
bene ad andare in vacanza, perché, se
questo è il risultato, siamo di fronte a un
disastro concepito prima a Roma e poi
attuato a Cagliari.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all’ordine del
giorno.
Sospendiamo a questo punto la seduta
che riprenderà alle ore 14 con il seguito
della discussione della proposta di legge
recante modifiche al codice penale e al
codice di procedura penale in materia di
furto di materiale appartenente a infrastrutture destinate all’erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici.
La seduta, sospesa alle 10,30, è ripresa
alle 14.
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
ROBERTO GIACHETTI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi
dell’articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bindi, Boccia, Rossomando e Sani sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente centoventi, come risulta dall’elenco depositato presso la Presidenza e
che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Preavviso di votazioni elettroniche.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della
seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di
preavviso di cinque e venti minuti previsti
dall’articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Siccome i nostri colleghi in Commissione vigilanza stanno finendo di votare, ci
hanno chiesto di riprendere per le 14,30.
Quindi, se non ci sono obiezioni, sospendo
la seduta, che riprenderà alle ore 14,30.
La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa
alle 14,30.
Seguito della discussione della proposta di
legge: Lauricella ed altri: Modifiche al
codice penale e al codice di procedura
penale in materia di furto di materiale
appartenente a infrastrutture destinate
all’erogazione di energia, di servizi di
trasporto, di telecomunicazioni o di
altri servizi pubblici (A.C. 2664-A).
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca
il seguito della discussione della proposta
di legge n. 2664-A: Modifiche al codice
penale e al codice di procedura penale in
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materia di furto di materiale appartenente
a infrastrutture destinate all’erogazione di
energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici.
Ricordo che nella seduta del 10 ottobre
si è conclusa la discussione sulle linee
generali e il relatore e il rappresentante
del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
(Esame dell’articolo unico – A.C. 2664-A)
PRESIDENTE. Passiamo all’esame dell’articolo unico e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l’allegato A –
A.C. 2664-A).
Le Commissioni I (Affari costituzionali)
e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti
pareri (Vedi l’allegato A – A.C. 2664-A), che
sono in distribuzione.
Avverto che la Presidenza non ritiene
ammissibili, ai sensi degli articoli 86,
comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, gli articoli premissivi Molteni
01.050, 01.051, 01.052, 01.053, 01.054,
01.055 e 01.056, volti a modificare il reato
di furto in abitazione e con strappo di cui
all’articolo 624-bis del codice penale, nonché ad incidere, in relazione a tale ultima
fattispecie, sugli istituti delle notificazioni,
delle misure cautelari, dell’arresto in flagranza, dell’archiviazione per infondatezza
della notizia di reato e della concessione
dei benefici carcerari. Si tratta di proposte
emendative non previamente presentate in
sede referente e del tutto estranee rispetto
al contenuto del provvedimento, che si
limita ad introdurre il reato di furto di
materiale appartenente a infrastrutture
destinate all’erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di
altri servizi pubblici e ad apportare al
codice penale e di procedura penale le
conseguenti modificazioni.
Avverto, inoltre, che la Commissione ha
presentato l’emendamento 1.100 che è in
distribuzione.
NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
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XVII LEGISLATURA
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
NICOLA MOLTENI. Presidente, intervengo in merito allo speech che lei ha
appena pronunciato, per insistere affinché
gli articoli premissivi che la Presidenza ha
dichiarato inammissibili siano, invece, dichiarati ammissibili o quantomeno mi sia
consentito spiegare perché abbiamo presentato quegli articoli premissivi, consapevoli che il reato di cui oggi andiamo a
discutere è il reato di furto di rame.
Noi abbiamo presentato degli articoli
premissivi sul furto in abitazione e c’è un
motivo, ovviamente, al di là del fatto che
sempre di furto si tratta, e quindi io credo
che ci siano evidentemente tutti gli elementi per riportare nel dibattito gli articoli premissivi, anche per capire qual è la
volontà politica – ripeto – rispetto a un
tema estremamente delicato, qual è il
furto in abitazione. Però, Presidente, c’è
una motivazione seria, per la quale noi
abbiamo ritenuto opportuno presentare in
questo provvedimento gli emendamenti relativi ad una proposta di legge che noi
abbiamo fatto, che abbiamo spacchettato,
presentandoli sotto forma di articoli premissivi sul furto in abitazione. Infatti,
voglio ricordare che l’aumento delle sanzioni, con riferimento al furto in abitazione, sono contenute, Presidente, in un
disegno di legge oggi fermo al Senato, che
è la famosa riforma del processo penale.
Riforma del processo penale all’interno
della quale, nella discussione alla Camera,
sono stati introdotti degli emendamenti
per aumentare le pene sul furto, alla luce
dell’emergenzialità che i furti, soprattutto
i furti in abitazione, hanno nel nostro
Paese, disegno di legge che, come prevedibile e come preventivato, al Senato si è
arenato. Siccome per noi e probabilmente
– me lo auguro e lo spero – lo è anche
per la maggioranza e per tutta l’Aula
parlamentare, il tema dei furti in abitazione è uno dei temi di grandissima attualità e di grande emergenzialità rispetto
alle esigenze del Paese, abbiamo ritenuto
opportuno presentare tali articoli premissivi, per logica e per buonsenso, e io mi
auguro che la Camera, la Presidenza,
possa rivedere l’inammissibilità appena dichiarata.
Camera dei Deputati
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Credo che questo possa essere il luogo
e questo disegno di legge possa essere lo
strumento per poter discutere di qualcosa
che invece, altrimenti, non verrà mai discusso e non verrà mai approvato. Inserire
l’aumento delle pene sul furto in un disegno di legge che è bloccato per divergenze politiche all’interno della maggioranza, tanto per rimanere in tema di
furto, credo che sia un furto ai danni dei
cittadini, credo che sia un crimine che la
politica sta commettendo al danno del
cittadino perbene. Quindi, inserire in questo dibattito gli articoli premissivi, che noi
abbiamo presentato per riportare all’attenzione il problema dei furti nelle abitazioni, problema che tocca la quotidianità
delle famiglie del nostro Paese, credo che
sia un gesto di assoluto buonsenso da
parte nostra.
E io mi auguro che, da parte della
Presidenza, non ci sia quella ottusità o
quella cecità di fronte ad un problema
che, con questo strumento normativo, relativo al furto di rame, potrebbe trovare
accoglimento, dando una risposta chiara e
certa al Paese. All’opposto, se verrà negata
l’opportunità di discutere di questi emendamenti, temo di dover pensare – e con
me anche i cittadini che in questo momento ci stanno ascoltando per radio –
che non sia materia di interesse e di
attenzione da parte della maggioranza, da
parte del Partito Democratico, da parte del
Governo e da parte di quest’Aula toccare
un tema, quello dei furti negli appartamenti, che tocca le coscienze, le sensibilità,
il portafoglio e le abitazioni di milioni di
cittadini italiani. Sicuro della sua disponibilità e della sua sensibilità, Presidente,
chiedo che gli emendamenti che lei ha
dichiarato inammissibili vengano, invece,
dichiarati ammissibili e quest’Aula si assuma la responsabilità di dare strumenti
certi e migliori ai cittadini per difendersi
in maniera opportuna almeno all’interno
delle proprie abitazioni da chi entra per
commettere un reato.
PRESIDENTE.
Onorevole
Molteni,
come lei sa, sul tema, sulle dichiarazioni di
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Camera dei Deputati
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inammissibilità non si apre una discussione, ma per i deputati c’è la possibilità,
come lei ha fatto, di argomentare, anche in
maniera larga, la richiesta di una riconsiderazione da parte della Presidenza sulla
inammissibilità degli emendamenti in questione. Debbo dirle che, non per questioni
di ottusità, ma per questione di assoluta,
evidente estraneità di materia rispetto alla
questione che abbiamo all’ordine del
giorno, che è riferita al furto di materiale
appartenente a infrastrutture destinate all’erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni e di altri
servizi pubblici, io non posso accogliere la
sua richiesta. Mentre lei parlava, abbiamo
riesaminato anche la possibilità di andare
oltre, ma non posso che confermarle le
decisioni che sono state assunte dalla
Presidenza.
Se nessuno chiede di intervenire, invito
il relatore e il rappresentante del Governo
ad esprimere il parere sulle proposte
emendative.
GIUSEPPE BERRETTA, Relatore. La
Commissione esprime parere favorevole, a
condizione che, dopo le parole: « di concerto con » si inseriscano le seguenti: « il
Ministero dell’ambiente ».
GIUSEPPE BERRETTA, Relatore. La
Commissione formula un invito al ritiro,
altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti 1.2 Daniele Farina e 1.3
Ferraresi e sugli emendamenti 1.20 Ferraresi, 1.4 e 1.6 Daniele Farina, 1.10
Ferraresi, 1.50 Molteni e 1.11 Ferraresi. La
Commissione raccomanda l’approvazione
del suo emendamento 1.100. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti
il parere è contrario, sugli emendamenti
1.51 Molteni, 1.13 Ferraresi, 1.14 Ferraresi
e 1.16 Ferraresi.
DANIELE FARINA. Grazie, Presidente.
Questo primo emendamento è un emendamento...
PRESIDENTE. Il Governo ?
COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato alla Giustizia. Grazie, Presidente. I pareri del Governo sono conformi
a quelli del relatore.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, ma essendo il provvedimento composto da un
articolo unico, dobbiamo dare il parere
anche sull’articolo aggiuntivo 1.050 Burtone.
PRESIDENTE. Il Governo ?
COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato alla Giustizia. Il parere del
Governo è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Onorevole Berretta, per
quanto riguarda la riformulazione, siccome si fa sempre riferimento al Ministro
e non al Ministero, la parola che va
inserita è « Ministro » e non « Ministero ».
Va bene ? Ok.
Passiamo alla votazione degli identici
emendamenti 1.2 Daniele Farina e 1.3
Ferraresi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione
di voto l’onorevole Daniele Farina. Ne ha
facoltà.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Farina.
Colleghi, possiamo abbassare, per favore,
un po’ il tono della voce ? Grazie. Prego,
onorevole Farina.
DANIELE FARINA. Quello che noi presentiamo è un emendamento soppressivo
dell’intero articolo 1. Vedo che in Aula
non c’è particolare attenzione, ma capisco
perfettamente, per valide ragioni. Forse
qualcuno dei colleghi ricorda quell’agosto
del 2013 in cui questa Camera neo insediata fu chiamata per l’annuncio di un
decreto del Governo. Era il decreto sul
femminicidio.
Peccato che su quel decreto poi salì un
po’ tutto: tutto quello che era nei cassetti
fu rovesciato in un provvedimento che
aveva dizione originariamente molto diversa. Allora, dentro quelle norme molto
eterogenee per materia, c’erano anche
delle disposizioni urgenti che riguardavano
il furto di rame. In quella occasione noi
Atti Parlamentari
XVII LEGISLATURA
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DISCUSSIONI
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
approvammo quel decreto, che, infatti,
diventò, da lì a poco, legge dello Stato e,
in particolare, abbiamo introdotto un’aggravante per il reato di furto e anche
un’ipotesi di ricettazione aggravata. Ora, a
distanza di tre anni e mezzo circa, torniamo esattamente sullo stesso tema, con
la stessa tecnica, che, in sintesi, è: modifichiamo il codice penale, modifichiamo il
codice di procedura, risorse zero e, quindi,
sostanzialmente poi valutiamo i risultati.
A distanza di tre anni e mezzo, valutiamo i risultati di quella tecnica, che si
ripropone oggi. I risultati sono pari alle
risorse, cioè zero, in quanto abbiamo
avuto anche modo, nel corso del tempo,
nel 2014 per l’esattezza, di istituire anche
un Osservatorio nazionale che riguarda i
furti di rame, per scoprire che cosa essenzialmente ? Differentemente da quello
che dicono i promotori di questo progetto
di legge di origine parlamentare, l’andamento dei furti di rame non segue la
riscrittura del nostro codice penale, ma
segue esclusivamente l’andamento del
prezzo del rame sul mercato internazionale: l’incremento dei reati sale fino al
2007, cala nel 2009, ha picchi nel 2012 e
adesso ha una curva più dolce e discendente. Questo che cosa significa ? Significa
che la strada intrapresa, anche questa
volta, è la strada sbagliata, che questo
provvedimento non avrà nessuna efficacia,
che dobbiamo confidare nel mercato internazionale del rame piuttosto che nel
legislatore. Scriviamo, quindi, un provvedimento utile forse a qualche trasmissione
televisiva, ma assolutamente inefficace per
quello che servirebbe, eppure parliamo di
un fenomeno che, come tutti sanno, ha
una sua gravità, perché riguarda le strutture di trasmissione e di fornitura dell’energia, riguarda il trasporto pubblico,
compreso quello dei pendolari. Forse sarebbe stato opportuno scrivere come onere
dello Stato un incremento dei mezzi, un
incremento del personale operante. Forse
avremmo potuto valutare se, in futuro, la
nostra scrittura legislativa avrebbe avuto
un qualche riscontro nei dati oppure,
come è successo nel 2013, nessuno.
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È per questa ragione che in mancanza
di sostanziali cambiamenti di questo provvedimento almeno sotto la voce « oneri » e,
quindi, « risorse », il nostro voto – posso
già dirlo adesso, senza aspettare il dibattito – non sarà un voto favorevole. È
anche un provvedimento che è indicativo
di un modo di procedere che abbiamo noi.
Su qualunque fenomeno, problema o questione, tocchiamo i codici, spesso con gran
confusione: risorse zero, efficacia nulla.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Questo nostro emendamento è più
un messaggio politico a legislatori che
vogliono intervenire molte volte – è successo in questa legislatura – con principi
e indirizzi validi, ma con metodi e strumenti decisamente sbagliati. Non ripeterò
quello che ha già detto il collega Farina.
Mi limiterò a dire che se quella di alzare
le pene e creare una nuova fattispecie è
una necessità così impellente, di certo lo
stesso risultato, in termini meramente tecnici, poteva essere raggiunto con una modifica delle norme esistenti che andavano
nella stessa direzione, senza compiere
scelte, a mio avviso, tecnicamente sbagliate; non solo secondo me, anche secondo le due uniche parti che hanno preso
una voce nel dibattito in Commissione.
Stiamo parlando dell’Associazione nazionale magistrati e dell’Unione delle camere penali, che molte volte divergono
sulle visioni che abbiamo riguardanti i
provvedimenti;
questa
volta
hanno
espresso la medesima idea, cioè che la
norma scritta, esaminata dalla Commissione, fosse una norma tecnicamente assolutamente non sostenibile.
Abbiamo visto molte volte che questo
Parlamento, questa maggioranza sono
sempre andati in questi anni nella direzione della depenalizzazione, della semplificazione, di riportare norme extra-codice
all’interno del codice penale: sempre di
andare verso la scelta di un diritto penale
minimo, con nostra contrarietà. Stavolta,
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
invece, si fa il contrario, perché c’è una
necessità, data ovviamente dall’opinione
pubblica, da dati che sicuramente vi sono;
però, se il principio in questo senso può
essere accettato come valevole di qualche
tutela, non può essere accettato il metodo
con cui viene portato a termine. Ed è per
questo che vi è questo emendamento soppressivo, anche se noi punteremo molto
sull’emendamento sostitutivo di questo articolo, che viene successivamente, e che
esprime un’altra idea di come si possono
fare le cose: possiamo andare nella stessa
direzione con due metodi diversi, l’uno che
noi riteniamo corretto, e che va anche
nella direzione di quello che gli auditi,
l’ANM, l’Unione camere penali ci hanno
riferito; e l’altro, invece, che è un metodo
sbagliato, un metodo assolutamente fuori
da ogni logica del buon legislatore, e che
viene seguito esclusivamente per cercare di
dare una risposta mediatica a determinati
eventi, ma che nel giro di poco tempo,
come già è stato ricordato, non servirà
assolutamente a risolvere i problemi.
I controlli, il personale, le risorse, la
prevenzione, argomenti che questo Parlamento, questa maggioranza e questo Governo non hanno mai minimamente toccato: sono queste le cose che impediscono
il danno di queste infrastrutture da parte
di criminali, che si avvantaggiano di tali
furti; non certo instaurare una nuova
fattispecie, non certo alzare minimamente
la pena, non certo questi interventi.
Ecco, noi crediamo che la tecnica legislativa sia importante, Presidente, e sia
importante anche il messaggio che viene
trasmesso per contrastare problemi reali,
e che molte volte viene portato avanti
tramite una tecnica legislativa sbagliata,
che non raggiunge i risultati concreti e che
è sporca, brutta: come viene affrontata
anche la Costituzione, e tante altre leggi
che vogliono essere modificate da questa
maggioranza.
Credo allora che una riflessione, soprattutto sull’emendamento successivo,
debba essere portata avanti. Nessuno dice
che il problema non esiste: il problema
esiste ed è sentito, ma secondo me dobbiamo tutti concordare sul fatto che una
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norma diversa è possibile e potrebbe raggiungere in primo luogo gli stessi risultati;
e ancor più, forse, una riflessione sulle
risorse e sulla prevenzione potrebbe raggiungerne di migliori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sugli identici
emendamenti Daniele Farina 1.2 e Ferraresi 1.3, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione
n. 1).
Passiamo alla votazione dell’emendamento Ferraresi 1.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione
di voto l’onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Presidente,
dopo le motivazioni che abbiamo dato
prima per esprimere il dissenso rispetto ad
un metodo e ad uno strumento legislativo
sbagliato rispetto all’obiettivo cui tutti tendiamo, e fatta salva ovviamente la necessità di prevenzione, di risorse e di controllo, che manca totalmente (si va solo ad
innalzare le pene, introdurre nuovi reati,
ma manca totalmente una previsione di
risorse, di strumenti nuovi per affrontare
questo tipo di crimine), noi crediamo che
lo stesso risultato che la maggioranza
vuole perseguire si potrebbe ottenere tramite una sostituzione dell’articolo 1.
Noi cosa diciamo ? Diciamo che l’aggravante, come è stato già detto in precedenza, è già stata rafforzata, c’è, potrebbe
essere utilizzata. In che modo ? Sostituendo la nuova fattispecie con una che
possa inserire all’articolo 416, quindi all’associazione a delinquere, la stessa aggravante: con lo stesso risultato si inserisce, a codice invariato, questa fattispecie
di associazione a delinquere, con l’aggravante di furto di materiale preso da in-
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frastrutture che erogano servizio, anche
servizio pubblico; e dall’altra parte eliminare il bilanciamento delle circostanze
attenuanti, che noi affermiamo non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a queste. Le diminuzioni si
operano sulla quantità di pena determinata ai sensi della predetta circostanza
aggravante.
Eliminare quindi questo tipo di bilanciamento, inserire nell’associazione a delinquere l’aggravante già presente nel nostro codice penale: si interverrebbe così in
un modo pulito, auspicato dall’Unione camere penali e dall’Associazione nazionale
magistrati. E senza introdurre interventi
assolutamente aberranti dal punto di vista
giuridico, potremmo andare nella direzione che anche questa maggioranza vuole,
ovvero di creare maggiore repressione, di
porre una norma che possa, secondo i
proponenti, arrecare danno a chi compie
questo tipo di furti, a chi lo fa con
un’associazione costituita ad hoc; ed andare quindi nella direzione di cercare di
contrastare ed innalzare il livello d’allerta
dell’ordinamento penale nei confronti di
queste dannosissime e pericolose azioni,
nei confronti di tali infrastrutture. Semplicemente, noi lo facciamo in un modo
più pulito, in un modo tecnicamente più
corretto: lo pensiamo noi, lo pensano anche, praticamente, tutti gli altri operatori
del diritto.
Se non vi piace, lo dica il relatore
Berretta, potete riformularlo tranquillamente; però non fate finta che non esista,
perché secondo me il metodo per arrivare
ad una soluzione che ci trovi tutti d’accordo, che possa essere approvata velocemente, visti anche i problemi al Senato,
c’è, è questa, e quindi non vedo il perché
non adottarla. Tecnicamente, giuridicamente il perché non c’è: non si può
affermare il contrario, perché se avvocati,
se magistrati ed anche le forze politiche
che ritengono giusto il principio ma non il
metodo ve lo dicono, secondo me una
soluzione si potrebbe trovare.
Votando questo emendamento, si può
fare. Se il Governo e il relatore ritengono
di proporre una riformulazione, siamo
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pronti a valutarla, ma non approviamo
l’ennesima norma sbagliata tecnicamente,
che vuole arrivare a principi giusti, ma
non è assolutamente adeguata dal punto di
vista tecnico-legislativo.
GIUSEPPE
BERRETTA,
Chiedo di parlare.
Relatore.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BERRETTA, Relatore. Presidente, sarò estremamente sintetico, soltanto per rispondere al collega Ferraresi.
L’obiettivo, si è sentito negli interventi che
via via si sono succeduti, è condiviso:
l’esigenza di puntare l’attenzione rispetto
ad un fenomeno che si fa via via sempre
più grave e delicato e che comporta fastidi
e danni per i cittadini e per gli utenti e
danni di carattere economico per coloro i
quali si preoccupano di erogare energia,
servizi di trasporto, telecomunicazioni ed
altri servizi pubblici, è da tutti condivisa.
È stata condivisa anche dai soggetti che
abbiamo audito, compresa l’ANM; le modalità con le quali raggiungere tale obiettivo... Mi spiace che il collega Ferraresi
ribadisca un giudizio di carattere tecnico
contrario al nostro provvedimento; noi
abbiamo voluto intraprendere la strada
del reato proprio, abbiamo voluto modificare la disciplina in tema di associazione
e fare tutta una serie di modifiche di
carattere normativo a nostro avviso strumentali all’obiettivo di perseguire con
grande attenzione e con grande forza
questi reati che reputiamo davvero gravi.
In merito al fatto che l’ANM abbia
espresso dei dubbi in ordine alla formulazione del testo: alcuni dubbi li abbiamo
recepiti, altri li abbiamo considerati non
rilevanti ai nostri fini e siamo andati
avanti con un disegno di legge che reputiamo nel suo complesso strumentale all’obiettivo che ci siamo prefissi.
Stupisce – e concludo – il fatto che il
collega Ferraresi, anziché appunto rappresentare i cittadini, come dice, si faccia
sempre ed esclusivamente portatore degli
interessi e delle critiche che provengono
Atti Parlamentari
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DISCUSSIONI
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
dall’ANM, sembra quasi un cittadino togato più che un cittadino e basta (Applausi
dei deputati del Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sull’emendamento 1.20 Ferraresi, con il parere contrario del relatore e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione
n. 2).
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sull’emendamento 1.4 Daniele Farina, con il parere
contrario del relatore e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione
n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sull’emendamento 1.6 Daniele Farina, con il parere
contrario del relatore e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione
n. 4).
Passiamo alla votazione dell’emendamento 1.10 Ferraresi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione
di voto l’onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Presidente,
solo per dire velocemente che il MoVimento 5 Stelle si fa rappresentante degli
interessi dei cittadini, molto più di questa
maggioranza. Questo dato arriva anche dal
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gradimento di questo Governo e questa
maggioranza, che ogni giorno diminuisce.
Le nostre critiche erano state avanzate
– lo voglio dire al collega Berretta – prima
che arrivassero le critiche dell’ANM e
dell’Unione camere penali, semplicemente
perché riteniamo che questo Parlamento,
che rappresenta i cittadini, debba lavorare
al meglio, soprattutto come metodo e organizzazione, perché non vogliamo più
vedere un Parlamento che, a pochi mesi, a
pochi anni dall’aver prodotto una norma
che costa ai cittadini milioni di euro,
magari ritocchi poi la norma nella stessa
legislatura, perché ci si accorge di aver
fatto un errore, come abbiamo visto in
questi anni con decreti-legge assolutamente incostituzionali, che poi vengono
ripresi dalla Corte costituzionale.
Anche lì, un risparmio per i cittadini
assolutamente ingiustificato che questo
Parlamento dà in modo errato con queste
norme, che poi appunto vengono magari
dichiarate incostituzionali; o ancora: il
MoVimento 5 Stelle si fa talmente rappresentante dei cittadini che riprende norme
per i mafiosi, come la liberazione anticipata speciale, e fa correggere al limite
queste norme in modo che proprio non
vadano ad essere un peso ulteriore per i
cittadini onesti.
Il MoVimento 5 Stelle ci pensa a queste
cose, ma pensa anche e soprattutto alla
tecnica legislativa, perché chiarezza, trasparenza e qualità delle nostre leggi vuol
dire appunto una chiarezza che viene
interpretata dai cittadini che devono leggersi le norme; un’utilità, un risparmio di
risorse che viene dato ai magistrati, che le
devono ovviamente applicare.
Allora, che messaggio stiamo dando ai
cittadini fuori ? Credo che stiamo dando
un messaggio di confusione, un messaggio
in cui il legislatore compie scelte sbagliate,
che molte volte fa recuperare i suoi errori
alla giurisprudenza, che annulla processi,
dissequestra beni di grossi evasori fiscali,
annulla sentenze per falso in bilancio a
imputati che ovviamente meriterebbero di
andare verso una conclusione certa.
Allora, noi crediamo semplicemente
che il servizio ai cittadini non sia solo un
Atti Parlamentari
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DISCUSSIONI
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
titolo, non sia solo uno slogan, non sia solo
un pensiero, ma sia anche il contenuto di
ogni singola parola, di cui ci dobbiamo
prendere la responsabilità, perché siamo
stati eletti per portare l’interesse dei cittadini non solo su titoli ma su ogni singolo
termine che utilizziamo per le leggi, perché la differenza, l’impatto su 60 milioni
di persone, la fa quello che è contenuto
nelle leggi, non la fa il titolo della legge.
GIUSEPPE
BERRETTA,
Chiedo si parlare.
—
Relatore.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE BERRETTA, Relatore. Presidente, semplicemente per dire che abbiamo dato un parere su un emendamento, mentre il collega Ferraresi ha parlato d’altro. Con l’emendamento si propone l’inserimento delle parole « a chi le
detiene », ma l’inserimento di queste parole, proprio a proposito di tecnica legislativa, renderebbe molto complessa l’identificazione del soggetto che detiene
quelle attrezzature, quindi potrebbe comportare un’obiettiva difficoltà nell’applicazione della norma.
Questa è stata la ragione del parere,
questa è la ragione per la quale stiamo
tentando di legiferare in maniera attenta,
proprio perché abbiamo tutto l’interesse a
che l’applicazione di questa norma sia
semplice, immediata e comprensibile per i
cittadini, ma anche a tutela degli interessi
dei soggetti che erogano questi servizi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sull’emendamento 1.10 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione
n. 5).
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Passiamo alla votazione dell’emendamento 1.50 Molteni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione
di voto l’onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Presidente, con
questo emendamento chiediamo l’aumento
della pena minima da uno a due anni. È
un emendamento banale ma significativo,
circa l’impatto della pena su un reato.
Presidente, credo si debba essere estremamente sinceri ed onesti: la tecnica legislativa può non piacere, la schizofrenia
della maggioranza, del Partito Democratico, in materia di giustizia criminale e
penale è evidente e lampante. Il fatto che
tre anni fa si sia introdotta la stessa
fattispecie, non come reato autonomo, ma
come aggravante, ne è la dimostrazione
evidente. Probabilmente, la destra non sa
cosa fa la sinistra, la destra e la sinistra
del Partito Democratico, però, Presidente,
credo che, nel momento in cui si va ad
individuare un problema reale, e questo, il
furto di rame, è un problema reale, che
tocca le economie del nostro Paese, e si
decide di affrontarlo seguendo quella che
è l’impostazione della destra, Presidente,
la sinistra lo deve ammettere, cioè introducete una nuova fattispecie di reato.
Quante volte, in quest’Aula, ci siamo
sentiti dire: voi del centrodestra siete
quelli che, quando non sapete cosa fare,
introducete una nuova fattispecie di reato
o aumentate le pene del reato. Ebbene,
oggi la contestazione che voi ci avete
mosso per anni è esattamente la stessa
cosa che voi fate, cioè introducete una
nuova fattispecie di reato autonoma, con
delle pene certe e chiare, e quindi quella
tecnica legislativa che spesso e volentieri ci
viene contestata e che giustamente il collega Farina, nel suo intervento, prima, ha
ricalcato, è esattamente lo strumento normativo che anche la sinistra ritiene opportuno utilizzare per poter contrastare
un fenomeno criminale serio, attuale e che
tocca il sistema economico del nostro
Paese.
Nel momento in cui viene utilizzata
una tecnica che va esattamente nella direzione che noi abbiamo sempre auspi-
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
cato, pur con tutte le differenze, pur con
gli strumenti normativi, come ha giustamente ricordato prima il collega Ferraresi,
che potevano essere utilizzati in maniera
diversa, però si va ad individuare, con una
fattispecie di reato chiara e precisa, il
tentativo di poter arginare un problema
vero. E, quindi, è evidente che noi non
possiamo essere contrari; avremmo preferito che venisse fatto meglio e in maniera
diversa, ma questo, però, non mi esenta
dal ricordare a chi ha votato in questi anni
le depenalizzazioni, perché il Partito Democratico ha riempito quest’Aula di depenalizzazioni, di particolare tenuità del
fatto, di liberazione anticipata speciale, di
« svuota carceri », di indulti mascherati,
quindi è evidente quella che è l’impostazione politica di chi oggi presenta questa
proposta di legge.
Ma è un altro tema, Presidente, che io
voglio portare all’attenzione, e ho tentato
di farlo prima, eccependo e contestando
quanto dichiarato dalla Presidenza inammissibile rispetto ai nostri emendamenti.
Parliamo di furto di rame, ma è il furto
nelle abitazioni il vero problema, il problema reale della quotidianità dei nostri
cittadini, che voi evitate di affrontare.
Ripeto: avreste potuto affrontarlo in maniera separata rispetto al processo penale.
Non lo avete fatto, e questo poteva essere
e può essere un dibattito sul tema della
sicurezza; tra l’altro, successivamente arriverà una mozione che toccherà il tema
sicurezza, che toccherà il problema criminalità, che toccherà il problema ordine
pubblico nel nostro Paese. Poteva essere
questa la giornata dove seriamente, in
maniera seria e in maniera complessa,
organica e strutturale, il Parlamento affrontava il tema della sicurezza, affrontava
un problema reale, che è il problema dei
furti nelle abitazioni, che tocca la quotidianità dei cittadini del nostro Paese.
Credo che questa sarà un’altra giornata
che verrà ricordata come una giornata
persa a beneficio della sicurezza dei cittadini e per dare un colpo importante, un
colpo mortale importante, alla criminalità
del nostro Paese.
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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Intanto, per
ricordare, Presidente, al collega Berretta –
magari glielo può ricordare lei – che,
essendo intervenuto sul mio emendamento
in prima istanza, non posso rispondere al
collega Berretta successivamente, perché
non ho la facoltà di intervenire; quindi, è
ovvio che, se intervengo la volta dopo, ma
parlando sempre della sostituzione che
avrei voluto apportare, cioè una modifica
diversa dalla norma prodotta dalla maggioranza e dal Governo, credo che sia
anche lecito rispondere a chi mi ha accusato di essere un sindacalista della magistratura, che è totalmente inappropriato
rispetto anche al tema e ai toni che sono
utilizzati.
Sto parlando di tecnica giuridica, sto
parlando di opinioni di chi deve interpretare le norme e degli avvocati che devono
difendere gli imputati. Stiamo, cioè, parlando di un sistema generale di fare
norme con il senno, e, francamente, questi
attacchi personali, non rimanendo sul merito del provvedimento, ma dando del
sindacalista dei magistrati, credo che chi
mi conosce, anche da parte della maggioranza, sa che non è così. Si cerca sempre
di fare le norme per l’interesse del Paese
e si devono sentire i responsabili di chi
applicherà, poi, le norme, perché, ovviamente, se questi soggetti che vivono la
giustizia come i giudici, che vivono la
giustizia come gli avvocati, avranno difficoltà e diranno che queste norme non
raggiungono il risultato auspicato, noi
stiamo, primo, perdendo tempo e perdendo soldi, secondo, magari, facendo
norme che potranno creare addirittura dei
problemi. Un esempio concreto lo abbiamo avuto con l’omicidio stradale: il
principio poteva essere lodevole, anche il
MoVimento 5 Stelle lo ha detto; sono i dati
che ci confermano che sono aumentate,
ovviamente, le omissioni di soccorso nei
confronti di chi cagiona lesioni gravi o
omicidi, addirittura, quindi morte sulla
strada, e la gente scappa.
Atti Parlamentari
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
Quindi, attenzione a prendere i buoni
principi e a trasformarli con un metodo
negativo, assolutamente inadeguato, in
leggi, perché, poi, si fanno i disastri.
Vorrei che si rimanesse sul merito,
sulla necessità di un provvedimento che
non è necessario, se non in altra forma,
che è stato già affrontato qualche anno fa,
e sulla pessima figura che noi facciamo
come legislatori e sui messaggi che noi
diamo al Paese, anche su uno sperpero di
soldi pubblici che potrebbero essere investiti in altro modo, in primis in prevenzione, e questo si ricollega anche alla
sicurezza sulla strada, e in risorse da dare
in modo da intervenire veramente su un
problema che non sarà risolto in questo
senso, e che, se doveva essere risolto, lo
dovevamo fare in modo tecnicamente più
adeguato. Noi la soluzione l’avevamo data,
però non possiamo farci niente se si parla
di sindacalista dei magistrati piuttosto che
di una norma che assolutamente non è
sufficiente per arrivare a questo obiettivo.
PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi, la
vorrei tranquillizzare sul fatto che è il
Presidente che decide chi può parlare e
come può parlare. Se il Presidente non
l’ha interrotta, evidentemente è perché
non ha ritenuto che vi fosse alcun motivo
per interromperla.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione
di voto l’onorevole Daniele Farina. Ne ha
facoltà.
DANIELE FARINA. Grazie, Presidente.
I motivi della nostra contrarietà non
stanno nella tecnica legislativa, che può
essere buona o cattiva, non stanno nella
preoccupazione un po’ strumentale per
reati inesistenti – mi riferisco ai colleghi
della Lega – tipo quello di furto di rame
in abitazione, ma stanno nell’efficacia del
provvedimento. Riteniamo che questo
provvedimento sarà inefficace perché
parte da premesse sbagliate, che valgono
qui e, purtroppo, valgono per molti dei
nostri lavori, cioè, anche in questo emendamento dei colleghi della Lega, che, però,
segue lo spirito del provvedimento al nostro esame, c’è la presunzione che ad un
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aumento delle pene o della sanzione in
generale corrisponda una riduzione dei
comportamenti delittuosi.
Ma questo non sta in letteratura, o
almeno non sta unanimemente; sta, forse,
in alcuni specifici casi. Osserviamo, invece,
altre variabili che influiscono sull’andamento dei reati, ed è per questo che è
inutile questo emendamento, con la sua
formulazione, e temiamo inutile anche
questo provvedimento nel suo complesso.
Ricordavo, fra le variabili, l’andamento del
mercato del rame; e allora dobbiamo essere ottimisti, colleghi, perché negli ultimi
cento anni il prezzo del rame è diminuito
del 50 per cento. Quindi, chissà mai, certo
intervengono altre questioni, la Cina, lo
sviluppo, eccetera, però siamo ottimisti
che ad un cattivo legislatore supplisca
l’andamento internazionale del prezzo del
rame.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sull’emendamento 1.50 Molteni, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione
n. 6).
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sull’emendamento 1.11 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione
n. 7).
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sull’emendamento 1.100 della Commissione, con il
parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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DISCUSSIONI
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione
n. 8).
Passiamo alla votazione dell’emendamento 1.51 Molteni. Se nessuno chiede di
intervenire... Siamo all’emendamento 1.51,
onorevole Molteni, va bene ? Abbiamo votato l’emendamento 1.100 della Commissione e adesso siamo all’emendamento
1.51. Siamo d’accordo ? Bene; vuole intervenire ? No.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sull’emendamento 1.51 Molteni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione
n. 9).
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sull’emendamento 1.13 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione
n. 10).
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sull’emendamento 1.14 Ferraresi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione
n. 11).
Passiamo alla votazione dell’emendamento 1.16 Ferraresi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione
di voto l’onorevole Vazio. Ne ha facoltà.
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FRANCO VAZIO. Grazie, Presidente.
Solo per una precisazione a fronte di
questi emendamenti presentati dall’onorevole Ferraresi, che si distinguono per una
sopraffine finezza legislativa, faccio riferimento anche agli interventi un po’ « omnibus » dell’onorevole Ferraresi, che a
volte si contraddistinguono per uno squisito senso di giustizialismo e, altre volte,
per uno squisito senso di garantismo.
Ora non so dove si traggano le convinzioni dell’onorevole Ferraresi in merito al
fatto che tutte le leggi che vengono approvate in questo Parlamento vengano cassate dalle sezioni della Cassazione ovvero
vengano dichiarate tutte incostituzionali, a
me non risulta che vi sia questa proliferazione di sentenze della Cassazione che
trancino le nostre leggi o le nostre disposizioni approvate, così come non mi risulta
che tutte le dichiarazioni fatte dall’onorevole Ferraresi o dal MoVimento 5 Stelle
conducano poi ad un fine, rispetto alla
Corte costituzionale, che pregiudica irreversibilmente queste disposizioni. Io vorrei
avere l’elenco di queste leggi che, in questi
tre anni, sono state caducate dalla Corte
costituzionale.
Lo dico per tranquillizzare l’Aula, perché sembra che qua si facciano solamente
norme incostituzionali o norme che vengono poi cassate. E allora, forse, bisognerebbe fare anche il rendiconto di quello
che uno afferma via, via in tutti gli interventi che fa e anche riconoscere che
sovente si ha torto e si dicono anche delle
stupidaggini...
PRESIDENTE. Onorevole Vazio... Onorevole Vazio... Possiamo tranquillamente
dire che ognuno dice quello che pensa, ma
il tema che si dicano delle stupidaggini,
magari...
FRANCO VAZIO. Certo, mi scusi, Presidente. Faccio presente, e mi avvio a
concludere questa precisazione, che oggi,
con questo emendamento, si vuole togliere,
in buona sostanza, la facoltà di arresto
obbligatorio in flagranza, che fa a pugni
con lo spirito garantista precedentemente
illustrato... giustizialista. Ora voglio dire, o
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DISCUSSIONI
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
l’uno o l’altro; Qua stiamo parlando di un
reato di una filosofia di un certo tipo e mi
pare che l’arresto obbligatorio in flagranza
sia assolutamente ragionevole e sensato.
Mi sarebbe piaciuto che il MoVimento 5
Stelle e l’onorevole Ferraresi ci avessero
spiegato le ragioni per le quali hanno
promosso e proposto questo tipo di emendamento.
Non abbiamo questa risposta; diversamente, abbiamo avuto, invece, il sentimento che in moltissimi casi di reati la
gente scappa dai luoghi dell’incidente; e
anche in questo caso ci è ignota e sconosciuta la fonte di queste convinzioni che
vengono maturate, che sono maturate da
questa forza politica.
Quindi, io chiudo questo mio intervento
dicendo che ci vorrebbe maggiore misura
nelle parole che uno pronuncia in quest’Aula, soprattutto dando conto, con un
minimo di razionalità, degli esiti delle
norme che vengono approvate, non dando
per scontato e facendo passare per certezza, per realtà, cose che, invece, appartengono solo alla fantasia di chi le pronuncia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Presidente,
con la legge sul falso in bilancio, per
esempio, è stata annullata la sentenza
all’ex sondaggista di Berlusconi che, ovviamente, ha ricevuto questo favore dal
Governo Renzi, che dovrebbe essere il
Governo che lotta contro il falso in bilancio, ma in realtà favorisce non solo l’evasione, non solo chi falsifica i bilanci, ma
anche, ovviamente, la parte politica che
criticava fino a 3, 4 anni fa con norme ad
personam. Eccola la sentenza, così lo sappiamo tutti.
Per quanto riguarda l’incostituzionalità
di certe norme è ovvio che la Corte
costituzionale può intervenire anche dopo
otto anni, quando ovviamente qualcuno
impugna la legge, perché non è una cosa
così scontata impugnarla, come abbiamo
visto precedentemente con il decreto –
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ovviamente non è stato vostro – sulle
Olimpiadi di Torino, che arriva dopo otto
anni, se qualcuno la impugna, la dichiara
incostituzionale.
Sull’Italicum, invece, avremo ovviamente una pronuncia che è più vicina e
vedremo se la legge elettorale perfetta, che
voi avete ideato, risponde totalmente ai
requisiti di costituzionalità oppure non
risponde ai requisiti di costituzionalità.
Sul fatto di essere garantisti o giustizialisti, la dovete smettere con questa
divisione che non serve a nessuno.
Tutti dovremmo essere garantisti e tutti
dovremmo tifare per avere una certezza
della pena che è garantita dalla Costituzione. Nessuno è giustizialista o manettaro
o forcaiolo o garantista o buonista, si deve
vedere nel merito se una legge è giusta, se
garantisce i diritti dei cittadini, se garantisce la giustizia, la vittima del reato, se
garantisce i principi di dignità, di rieducazione della pena, a questo dovremmo
tendere tutti come legislatori, non c’è il
buonista, non c’è il forcaiolo, non c’è il
garantista. Dovremmo vedere se c’è equilibrio nelle norme che noi emaniamo ed
eguaglianza rispetto ai cittadini e rispetto
alle norme che noi tutti facciamo. Questa
è la nostra responsabilità, non dividersi in
due fazioni, non dividersi in tifo di serie a
e tifo di serie b, dovremmo tutti tendere
agli interessi della collettività e non fare il
tifo per gli avvocati, per i magistrati, per
gli imputati, non dovremmo fare il tifo per
i lavoratori o gli imprenditori, non dovremmo fare il tifo per chi inquina o per
chi cerca di garantire l’ambiente contro il
lavoro, non dovremmo fare il tifo per i
manifestanti o per i poliziotti, dovremmo
garantire i diritti dei cittadini in quanto
tali senza alcuna distinzione perché è
questo che ci chiede la nostra Costituzione. Allora vergognatevi se pensate questo, noi non siamo tifosi da bar, noi
dobbiamo garantire la collettività, dobbiamo garantire 60 milioni di cittadini. Le
norme impattano su tutti, è per questo che
noi guardiamo, da opposizione severa, le
norme che voi fate e le critichiamo e molte
volte abbiamo raggiunto risultati, abbiamo
salvato la collettività da errori immani che
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Camera dei Deputati
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stavate facendo, anche con un vostro rinsavimento. E questo continueremo a fare
(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi, e
come nessuno dice stupidaggini, nessuno si
deve vergognare di quello che dice;
esprime il proprio pensiero senza bisogno
che si debba vergognare.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sull’emendamento 1.16 Ferraresi, con il parere contrario del relatore e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione
n. 12).
Passiamo alla votazione dell’articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione
di voto l’onorevole Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Signor Presidente, a
me pare – e chiedo conferma all’illustre
relatore – che in realtà questa nuova
legge, l’articolo unico, tradisce il fine. È
stata presa l’aggravante dell’articolo 7-bis
dell’articolo 625 e ne è stata fatta una
fattispecie autonoma. È rimasta identica la
pena tranne che per la pena pecuniaria,
che passa da 103 a mille, nel minimo, e da
1.032 a 5.000 nel massimo. Sennonché,
essendo diventata una fattispecie autonoma, diventa il furto di rame – di questo
si parla – nelle strutture e nelle infrastrutture meno punito di prima, perché
prima con l’articolo 625 integro, ultimo
comma, con il concorso di più aggravanti
dello stesso articolo 625, la pena passava
da tre a dieci anni. Ora, invece, essendo
l’articolo nuovo 624-ter autonomo, si applicano soltanto le aggravanti comuni. Allora si ha un beneficio da parte dei ladri
di rame, i quali prima rischiavano da 3 a
10 anni e adesso rischiano soltanto da 1 a
6, con le eventuali aggravanti comuni. È
proprio un errore di tipo metodologico.
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Quello che è stato l’oggetto che ha tratto
in inganno è l’aver coltivato con attenzione
l’arresto obbligatorio in flagranza, la sanzione per delinquere a questi fini. Allora,
quelli sono stati curati con una certa
attenzione, il testo invece è stato curato
malissimo, io esprimo pertanto a nome del
mio gruppo parlamentare il voto negativo
su questa legge buonista.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco
la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione
n. 13).
Siamo all’aggiuntivo 1.050 Burtone; la
riformulazione proposta, mi pare di aver
compreso dal relatore, è nel senso di
inserire sul testo dell’emendamento, dopo
le parole « con il Ministro dello sviluppo
economico » la virgola, e la parola « con il
Ministro dell’ambiente e della tutela del
territorio e del mare ». Mi conferma, onorevole Berretta, che è così ?
GIUSEPPE BERRETTA. Confermo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco
la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’articolo aggiuntivo
1.050 Burtone, così come riformulato, con
il parere favorevole della Commissione e
del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione
n. 14).
(Esame degli ordini del giorno
– A.C. 2664-A)
PRESIDENTE. Passiamo all’esame degli
ordini del giorno presentati (Vedi l’allegato
A – A.C. 2664-A).
Atti Parlamentari
XVII LEGISLATURA
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DISCUSSIONI
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21
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato alla Giustizia. Signor Presidente, il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno n. 3/2664-A/1
Matarrelli, n. 3/2664-A/2 Carrescia e n. 3/
2664-A/3 Ciracì, mentre il parere è favorevole sull’ordine del giorno n. 3/2664-A/4
Tino Iannuzzi. Onorevole Matarrelli Va
bene ? Va bene. Onorevole Carrescia ? Va
bene. Onorevole Ciracì ? Va bene. Iannuzzi
Tino è accolto, va bene.
PRESIDENTE. È così esaurito l’esame
degli ordini del giorno presentati. Colleghi,
ora noi abbiamo un tema, mi rivolgo ai
rappresentanti dei gruppi. Come sapete
noi dobbiamo interrompere alle 16 perché
c’è la commemorazione del Presidente
Ciampi al Senato. Possiamo sgarrare di 4
o 5 minuti. Se ovviamente c’è un accordo
tra i gruppi – io ho 8 iscritti a parlare –
e si autorizza la Presidenza a scampanellare in maniera che si contenga l’intervento di dichiarazione di voto in cinque
minuti, noi possiamo concludere questo
argomento prima della sospensione. Se
qualunque gruppo mi pone un problema,
io ovviamente mi fermo qui. Ci sono
obiezioni ? Quindi stiamo nei cinque minuti per le dichiarazioni di voto di coloro
che si sono iscritti ? Mi pare di sì.
(Dichiarazioni di voto finale
– A.C. 2664-A)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Capelli. Ne ha facoltà.
ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, io vorrei collaborare per l’ottimizzazione dei lavori e vorrei essere autorizzato alla consegna del testo.
PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto
di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Menorello. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Signor Presidente, consegniamo anche noi il testo per
brevità.
Camera dei Deputati
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N.
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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente,
consegno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Marotta. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAROTTA.
l’intervento, Presidente.
Consegniamo
PRESIDENTE. Molto bene. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione
di voto l’onorevole Daniele Farina. Ne ha
facoltà.
DANIELE FARINA. Non consegniamo,
Presidente.
PRESIDENTE. Bene, però stiamo nei
cinque minuti.
DANIELE FARINA. Abbiamo ricordato
più volte a quest’Aula che se una...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Farina.
Colleghi, abbiamo qualche minuto di tranquillità per le dichiarazioni di voto. Pregherei di fare in modo che l’onorevole
Farina possa parlare. Prego.
DANIELE FARINA. Ho già avuto modo
di testimoniare a quest’Aula che se un
Parlamento, la Camera dei deputati in
questo caso, interviene nella stessa legislatura più di una volta sul medesimo tema,
c’è qualcosa che non va, a meno che non
si sia in presenza di particolari urgenze,
emergenze ed eccezionalità. Il furto di
rame – perché di questo si tratta – nel
Paese non è una novità, ma una triste
consuetudine.
Ora noi siamo già intervenuti nell’agosto del 2013 con un decreto, cominciando
ad esaminare un decreto che parlava di
femminicidio e anche di furto di rame.
Dovremmo chiederci, a distanza di anni,
se quelle modifiche penalistiche – perché
Atti Parlamentari
XVII LEGISLATURA
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DISCUSSIONI
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22
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
solo di quello si trattava – hanno avuto
efficacia oppure no. Ma a questa domanda
non è stata data risposta da parte di chi
ha presentato questo progetto di legge. È
una cosa abbastanza singolare, anche perché noi abbiamo istituito un Osservatorio,
nel 2014, che avrebbe il compito di valutare l’andamento di questa dinamica.
La cosa che ci sembra chiara è che c’è
un errore di fondo. Questo Parlamento
procede sulla materia di giustizia, ma
anche più in generale, a varare provvedimenti a costo zero. Modificare un codice
penale...
PRESIDENTE. Onorevole Farina, lei mi
deve scusare se la interrompo, però, colleghi, non è pensabile. Se avete delle
riunioni da fare, le potete fare fuori.
L’onorevole Farina sta parlando e ha diritto di parlare in un contesto decente.
DANIELE FARINA. Dicevo, misure a
costo zero, che modificano solo i codici,
ma il cui bilancio poi è sempre costantemente negativo e va da sé. In questo caso,
se noi avessimo veramente a cuore la
prevenzione di questa tipologia di reato
che crea danno alle infrastrutture di trasporto, energetiche, eccetera, quindi ai
cittadini tutti, avremmo dovuto metterci
qualche risorsa, ad esempio irrobustire nel
2013 le forze operanti, i mezzi a disposizione, il servizio di scambio di informazioni, magari anche a livello europeo, visto
che si parla di riciclaggio anche internazionale. Di tutto questo, invece, non c’è
traccia.
Quindi, siamo facili profeti oggi, come
lo siamo stati qualche anno fa, nel dire
che il Parlamento forse sarà di nuovo
chiamato su questo tema; « forse » nel
senso che, non ottenendo alcun risultato,
qualche altro collega si sveglierà pensando
che aumentando nuovamente i massimi di
pena, eliminando il bilanciamento fra aggravanti e attenuanti, istituendo una nuova
forma di associazione a delinquere, investendo le procure distrettuali antimafia,
otterremo qualche miglior risultato. Non
sarà purtroppo così.
Allora, credo che questo sia un elemento di riflessione, perché il nostro
Camera dei Deputati
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tempo e il nostro denaro, cioè quello dei
contribuenti, è vanificato da questa direzione di marcia. Il sottosegretario Ferri,
per tentare un po’ di coprire questa deriva, che vede nella sanzione penale la
panacea dei mali d’Italia, ha parlato di
provvedimento chiaro e completo. Noi
l’abbiamo corretto in « completamente
inutile », perché è di questo che si tratta,
Presidente.
Oggi questo Parlamento non ha negato
a nessuno un’aggravante, non ha negato a
nessuno una nuova fattispecie di reato e
credo che, anche in questo caso, come mi
sembra evidente, il voto andrà in questa
direzione. Ho concluso. Questa è la XVII
legislatura e la cultura che la permea.
Sarà ricordata come una legislatura dai
provvedimenti efficaci ? Io, Presidente,
temo di no e questo provvedimento è un
po’ l’esempio delle cose fatte male e delle
direzioni sbagliate.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole
Longo. Ne ha facoltà.
PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. Ripeto quanto detto prima in maniera diversa, ma vediamo un po’ se riesco
a spiegarle. Infatti, io devo rivolgermi a lei
per questo strano Regolamento, mi devo
rivolgere a lei invece di rivolgermi ai
colleghi.
Allora, come ella sa, onorevole Presidente Giachetti, con il vecchio sistema, il
furto di rame, di cui parliamo, era aggravato sempre. Era aggravato dal comma
7-bis e dalla violenza sulle cose. Quindi, ai
sensi dell’ultimo comma dello stesso articolo, la pena detentiva andava da tre a
dieci anni. Questo è pacifico. C’era sempre
l’aggravante della violenza sulle cose, perché si tagliavano i fili e, quindi, la violenza, oppure si toglievano le viti e la
giurisprudenza della Corte di cassazione
ha detto che certamente anche svitare le
viti è violenza sulle cose.
Adesso noi abbiamo una fattispecie che
è punita meno, perché, essendo autonoma,
si applicano soltanto le circostanze aggravanti comuni e le circostanze attenuanti
Atti Parlamentari
XVII LEGISLATURA
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DISCUSSIONI
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
comuni. Se questo era lo scopo... O forse
non era questo. Si voleva punire meno, ma
arrestare subito. Allora il risultato è stato
ottenuto. Si voleva creare una estensione
dell’associazione per delinquere di un
certo tipo ? Allora lo scopo è stato raggiunto. Sul piano sanzionatorio lo scopo è
stato fallito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.
VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Sono stato attaccato proprio perché
cercavo di far capire che la tecnica legislativa è importante nelle norme ed è stato
attaccato addirittura il sindacalista dei
magistrati, giustizialista da una parte e
buonista dall’altra. È stato detto che l’importante è l’interesse dei cittadini, perché
questo è un comportamento assolutamente
riprovevole. Insomma, è stato detto di
tutto con un’arroganza fuori dalle misure
e sinceramente dai toni che io avevo
utilizzato. Avevo detto semplicemente di
fare un altro intervento, di andare nella
stessa direzione e di farlo come Parlamento. Invece, sono stato attaccato con
toni assolutamente fuori luogo, per poi
arrivare a comprendere, alla fine del dibattito – a questo serve l’opposizione: a
far capire quanto sono scritte male le
norme –, che è stata fatta una figuraccia
epocale.
Questa norma è sbagliata tecnicamente,
perché crea una fattispecie di reato autonoma, che a nulla serviva, come hanno
detto già l’Associazione nazionale magistrati e l’Unione delle camere penali e
come noi denunciavamo da tempo. Si
poteva intervenire tranquillamente sul bilanciamento delle circostanze e il risultato,
per quanto misero, sarebbe stato ottenuto
lo stesso. Non solo non si investe in
prevenzione, in risorse, in controlli che
costituiscono la vera arma da utilizzare
contro il crimine, ma si è fatto, Presidente,
addirittura il contrario, creando una
norma autonoma. La pena per quanto
riguarda questo reato rimarrà, ovviamente
al netto di un’aggravante specifica, da un
Camera dei Deputati
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anno a sei anni. Invece, l’aggravante specificata nell’ultimo comma dell’articolo
625 (circostanze aggravanti sui delitti di
furto) dice che, se concorrono due o più
delle circostanze prevedute dai numeri
precedenti, ovvero se una di tali circostanze concorre con un’altra fra quelle
indicate all’articolo 61, la pena è della
reclusione da tre a dieci anni e della multa
da 206 a 1.549 euro.
Le cito alcune circostanze aggravanti
usuali per il reato di furto di rame: per
esempio, il comma 2, se il colpevole usa
violenza sulle cose, è una cosa che può
ricorrere molto spesso nel tipo di reato di
furto di rame; oppure il comma 3, se il
colpevole porta indosso armi o narcotici
senza farne uso (un criminale del genere
armato, soprattutto in associazione a delinquere, è ovviamente una prassi); se il
fatto è commesso da tre o più persone e
anche in questo caso ci siamo; se il fatto
è commesso con destrezza. Insomma, se ci
sono più di una aggravante di questo tipo,
la pena prevista era da tre a dieci anni per
il furto di rame.
Adesso, con questa bella norma, che
voleva rafforzare la repressione contro chi
commette il reato del furto di rame, assolutamente indispensabile, si è fatto il
contrario: si è creata una norma che ha la
stessa pena precedente, ma che non potrà
essere innalzata fino a dieci anni, perché,
proprio questa maggioranza del Partito
Democratico, che voleva andare in una
direzione e addirittura ci criticavano perché loro sentivano l’interesse dei cittadini,
va nella direzione completamente opposta.
Addirittura, ci criticavano perché loro
sentivano l’interesse dei cittadini, ma va
nella direzione completamente opposta. In
più la figuraccia, ovviamente, di avere
criticato chi definiva questa tecnica legislativa scadente, una figuraccia che credo
rimarrà nei secoli dei secoli e soprattutto,
Presidente, addirittura con giustificazioni
del tipo: « Si, va bene, ma abbiamo rafforzato altre fattispecie ». Sanno tutti che
un conto è la pena, quindi la punizione e
la repressione, e un conto è, invece, l’arresto obbligatorio o non obbligatorio, che
può esserci o può non esserci, ma alla fine
Atti Parlamentari
XVII LEGISLATURA
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DISCUSSIONI
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24
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
conta veramente poco. Abbiamo visto, per
esempio, che nei casi di omicidio stradale
l’arresto obbligatorio c’è lo stesso, sia per
chi fugge sia per chi non fugge, e i danni
si vedono, visto che adesso la gente fugge
e se ne va via prima per non essere presa.
Quindi, un’ulteriore pagina di legislazione scadente e ridicola – ridicola ! – è
stata scritta da questo Parlamento, che
dovrà essere ritoccata a questo punto dal
Senato, se non si vuole andare a farsi
ridere dietro e, quindi, nella direzione
totalmente opposta rispetto a ciò che ha
voluto questa norma. Questa è un’ulteriore
descrizione di come ascoltare le opposizioni certe volte, di come scrivere norme
in modo chiaro e trasparente, anche magari fatte insieme alle opposizioni, può
essere sicuramente più utile ai cittadini
che usare le norme, gli slogan e i titoli per
arrivare a fattispecie che assolutamente e
in alcun modo possono aiutare gli stessi.
Allora, auspico che si intervenga con le
norme già esistenti e che si crei l’annullamento del bilanciamento delle circostanze. Possiamo raggiungere lo stesso risultato con altri termini, ma che si ritorni
indietro al Senato su questa norma, perché va nella direzione contraria rispetto a
quella che tutti noi auspicavamo. Certo, è
una tecnica legislativa brutta, ma addirittura arrivare al contrario credo che sia
inaccettabile (Applausi dei deputati del
gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Lauricella. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE LAURICELLA. Grazie, Presidente. L’iniziativa che abbiamo assunto
in ordine al reato di furto di materiale
sottratto alle infrastrutture energetiche e
di comunicazione, per quanto ci riguarda
nasce dal basso: nasce dal grido di allarme
di piccole aziende, magari a dimensione
familiare, che dall’oggi al domani si sono
trovate senza energia e, dunque, senza la
possibilità di continuare la loro produzione a causa dell’azione criminosa di
alcuni che rubano cavi di rame per rivenderli sul mercato nero. Si tratta di un
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materiale che è diventato prezioso e persino quotato in borsa e che ha, poco a
poco, alimentato un mercato illecito di
dimensioni enormi.
Va peraltro rilevato come la nostra
iniziativa legislativa abbia trovato la condivisione anche di tutti coloro che operano
nel mondo produttivo, nell’energia, nei
trasporti, nelle comunicazioni, dall’ENEL
alle Ferrovie dello Stato, le cui reti sono
divenute ormai da anni fonte di approvvigionamento di singoli come di associazioni criminali.
L’istituzione stessa dell’osservatorio nazionale sui furti di rame presso la Direzione centrale della polizia criminale dimostra la peculiarità e la pervasività del
fenomeno. L’osservatorio ha potuto evidenziare come il fenomeno del furto di
rame abbia prodotto enormi danni all’economia, colpendo i servizi pubblici essenziali, ma anche la vita di chi lavora in
piccole aziende e delle loro famiglie. Personalmente, ho ricevuto la richiesta disperata di aiuto da piccole realtà produttive
territorialmente periferiche, che avevano
subito un furto di cavi di rame con
conseguente blocco di ogni possibilità di
produzione.
Non siamo, dunque, di fronte a un’urgenza ma, piuttosto, ad un’emergenza,
un’emergenza sociale, economica e di tutela anche della dignità di chi lavora.
Devo, per inciso, sottolineare un dato
non ricorrente...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Lauricella. Onorevole Lainati, grazie. Prego.
GIUSEPPE LAURICELLA. ...nelle iniziative parlamentari, cioè la proposta di
legge di cui sono primo firmatario presenta la sottoscrizione e la condivisione di
vari esponenti di questa Camera in maniera trasversale. Ciò rivela non solo l’emergenza in sé, ma anche la dimensione
sociale, che non è limitata ad una categoria o ad una parte della società, perché
il fenomeno colpisce ogni settore e ogni
livello sociale e territoriale così come economico.
Per tali ragioni la proposta che oggi è
sottoposta al voto della Camera prevede
Atti Parlamentari
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DISCUSSIONI
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
che il reato in questione finisca per essere
una mera circostanza aggravante del reato
di furto e divenga una fattispecie autonoma, evitando peraltro in sede giudiziaria
– vorrei segnalare questo a chi è intervenuto prima di me – il bilanciamento con
le circostanze attenuanti. Quindi, non si
comprendono tutte le osservazioni fatte in
precedenza.
Di particolare rilievo è poi l’aver voluto
dare vita all’integrazione del reato di furto
di materiale appartenente alle infrastrutture destinate all’erogazione di servizi
pubblici con il reato di associazione per
delinquere, coordinandolo con le fattispecie di arresto in flagranza, di reato e di
ricettazione. Insomma, siamo intervenuti
sul codice penale e nel codice di procedura
penale. Una scelta certo non risolutiva –
ne siamo consapevoli – ma che dà il segno
di attenzione dello Stato nei confronti di
mutamenti sociali, ovvero di uno Stato che
è attento alle nuove esigenze della società,
sia nel senso di tutela degli interessi e dei
diritti soggettivi pubblici e privati sia nel
senso di lotta alla criminalità diffusa od
organizzata.
Per tali ragioni annuncio il voto favorevole del gruppo Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le
dichiarazioni di voto finale.
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Se non vi sono obiezioni, la proposta di
correzione di forma si intende approvata
dall’Assemblea.
(Così rimane stabilito).
(Coordinamento formale – A.C. 2664-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata
al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione
– A.C. 2664-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione
finale.
Indìco la votazione nominale finale,
mediante procedimento elettronico, sulla
proposta di legge n. 2664-A con il seguente nuovo titolo:
« Modifiche al codice penale e al
codice di procedura penale in materia di
furto di materiale appartenente a infrastrutture destinate all’erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici. Tracciabilità del rame ».
Dichiaro aperta la votazione.
(Correzioni di forma – A.C. 2664-A)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
vicepresidente della Commissione giustizia,
onorevole Vazio, per una proposta di correzione di forma, ai sensi dell’articolo 90,
comma 1, del Regolamento. Ne ha facoltà.
FRANCO VAZIO, Vicepresidente della II
Commissione. Presidente, a seguito dell’approvazione dell’articolo aggiuntivo 1.01 occorre, secondo me, modificare il titolo
della proposta di legge aggiungendo, in
fine, le parole: « tracciabilità del rame ».
PRESIDENTE. Però, l’articolo aggiuntivo era 1.050 Burtone e non 1.01. Va
bene, comunque ci siamo intesi.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione
n. 15).
Sospendo a questo punto la seduta, al
fine di consentire ai presidenti di gruppo
e ai membri dell’Ufficio di Presidenza di
partecipare alla cerimonia di commemorazione del Presidente emerito della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che avrà
luogo presso il Senato della Repubblica.
La seduta riprenderà alle ore 17,30.
La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa
alle 17,30.
Atti Parlamentari
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DISCUSSIONI
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
Seguito della discussione delle mozioni
Vito ed altri n. 1-01346, Cozzolino ed
altri n. 1-01384, Fiano, Pizzolante,
Monchiero, Fauttilli ed altri n. 1-01385
e Piras ed altri n. 1-01386 concernenti
iniziative per il rinnovo dei contratti
dei comparti dei vigili del fuoco, delle
forze dell’ordine e delle forze armate.
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca
il seguito della discussione delle mozioni
Vito ed altri n. 1-01346, Cozzolino ed altri
n. 1-01384, Fiano, Pizzolante, Monchiero,
Fauttilli ed altri n. 1-01385 e Piras ed altri
n. 1-01386 concernenti iniziative per il
rinnovo dei contratti dei comparti dei
vigili del fuoco, delle forze dell’ordine e
delle forze armate (Vedi l’allegato A –
Mozioni e risoluzioni).
Ricordo che nella seduta del 10 ottobre
2016 si è conclusa la discussione sulle
linee generali.
Avverto che sono state presentate le
mozioni Andrea Maestri ed altri n. 101387, Molteni ed altri n. 1-01388, Palese
ed altri n. 1-01389 – io andrei avanti se
non disturbo – Rizzetto ed altri n.
1-01390 e le risoluzioni Fabbri e Fiano
n. 6-00261, Mucci ed altri n. 6-00262 e Pili
e Mucci n. 6-00263 (Vedi l’allegato A –
Mozioni e risoluzioni). I relativi testi sono
in distribuzione.
(Parere del Governo)
PRESIDENTE. La rappresentante del
Governo ha la facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni e
sulle risoluzioni presentate. Prego, Ministro.
MARIA ANNA MADIA, Ministra per la
Semplificazione e la pubblica amministrazione. Sulla mozione del deputato Vito
parere favorevole. Mozione a prima firma
Cozzolino: parere favorevole subordinato
alla riformulazione del secondo impegno
del Governo, premettendo all’impegno le
seguenti parole: « a valutare l’opportunità ». Mozione del deputato Fiano: parere
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favorevole; mozione del deputato Piras:
parere favorevole; mozione Andrea Maestri: parere favorevole con tre possibili
riformulazioni, la prima al primo impegno
del Governo, in modo che si interrompa
dopo le parole « Corte costituzionale,
n. 178 del 2015 » e, quindi, con la conseguente soppressione delle parole da: « che
sancisce », fino alle parole « collettivi nazionali ». La seconda riformulazione che
proponiamo del secondo impegno del Governo: « a valutare nell’ambito dei vari
processi di riordino in atto l’opportunità
di una disciplina del trattamento retributivo e pensionistico dei Vigili del fuoco
quanto più omogeneo possibile a quello
degli altri corpi »; la terza riformulazione
che proponiamo al terzo impegno del
Governo, premettendo allo stesso le seguenti parole: « a valutare, anche compatibilmente con le nuove procedure concorsuali in corso, l’opportunità di (...) ». Mozione Molteni: parere favorevole solo con
riferimento al primo e al decimo impegno.
Per quanto riguarda gli altri impegni proponiamo lo stralcio del secondo, del terzo,
del quarto, del quinto, del sesto e del nono
impegno perché non sono in linea con il
resto degli impegni oggetto delle altre
mozioni e quindi, a giudizio del Governo,
vanno affrontati in altra sede, in sede
separata e proponiamo poi per il settimo
impegno una riformulazione, sostituendo
la formulazione appunto del settimo impegno della mozione Molteni con: « a tener
conto, in fase di ricontrattazione, anche
delle esigenze di individuazione di percorsi
di valorizzazione delle esperienze acquisite
dai cosiddetti volontari e discontinui del
Corpo nazionale dei vigili del fuoco ». Per
quanto riguarda la riformulazione, invece,
dell’ottavo impegno del Governo, premettendo all’impegno, le parole: « a valutare
l’opportunità, tenendo conto delle misure
di sblocco già adottate a decorrere dal
2016, ai sensi dell’articolo 66, comma 9-bis
del decreto-legge n. 112 del 2008 ».
Arrivo poi alla mozione a prima firma
Palese: parere favorevole. Mozione a
prima firma Rizzetto: parere favorevole
con due proposte di riformulazione. La
prima, al primo impegno del Governo, in
Atti Parlamentari
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DISCUSSIONI
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
modo che si interrompa dopo le parole:
« Forze armate » e, conseguentemente, si
sopprimano le parole: « da ciò, anche per
scongiurare » fino a: « i lavoratori pubblici ». La seconda riformulazione che proponiamo è quella di interrompere, dopo le
parole: « cosiddetti discontinui », e conseguentemente sopprimere le parole da:
« consentendo la stabilizzazione » fino a
« in altri enti ».
Arrivo adesso alle risoluzioni. Parere
favorevole alla risoluzione a prima firma
Fiano; parere favorevole alla risoluzione a
prima firma Mucci, con una proposta di
riformulazione del primo impegno del Governo, in modo che si interrompa dopo le
parole: « cosiddetti discontinui »; parere
favorevole alla risoluzione a prima firma
Pili.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Ministra, mi dovrebbe fare la cortesia, sulla
mozione Andrea Maestri, di ripetere la
formulazione sul primo impegno.
MARIA ANNA MADIA, Ministra per la
Semplificazione e la pubblica amministrazione. Allora, il primo impegno dovrebbe
interrompersi dopo le parole « Corte Costituzionale, n. 178 del 2015 » e, di conseguenza, sopprimere le parole da: « che
sancisce » fino a: « collettivi nazionali ».
PRESIDENTE. Queste seconde parole,
però, a noi non risultano nel testo, Ministra. Facciamo una verifica e poi riaggiorniamo la questione.
Intanto, saluto gli alunni e i docenti
della scuola media « Adamo Zuccarini » di
Corropoli, in provincia di Teramo, che
sono in tribuna (Applausi). Grazie di essere
venuti a seguire i nostri lavori.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto e poi chiariamo meglio questa riformulazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione
di voto l’onorevole Faenzi. Ne ha facoltà.
Camera dei Deputati
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MONICA FAENZI. Grazie, Presidente.
Le mozioni di oggi sulle iniziative per il
rinnovo dei contratti dei comparti dei
vigili del fuoco, delle forze dell’ordine e
delle forze armate devono farci riflettere
sull’importanza strategica che questi settori hanno all’interno del sistema Paese,
costituendo una vera e propria specificità
tutta italiana. Si tratta, in particolare, di
organizzazioni operative composte da personale permanente e volontario dotato di
una capillare distribuzione dei presidi sul
territorio e di un dispositivo di mobilitazione nazionale atto a garantire a tutti noi
di intervenire con tempestività in ogni
situazione di pericolo per la comunità.
In questo quadro, garantire a tutti quei
comparti le necessarie risorse per poter
svolgere in modo adeguato le proprie funzioni risulta essere un elemento imprescindibile tra i doveri dello Stato.
Oltre agli aspetti legati alla dotazione
dei mezzi operativi e delle infrastrutture,
infatti, una delle condizioni essenziali da
non sottovalutare è l’aspetto riguardante la
situazione contrattuale di coloro che, lo
ricordo in questa assise, garantiscono proprio il controllo e la sicurezza di un
territorio.
In questo caso, poi, c’è una sentenza,
quella della Corte costituzionale, ormai
divenuta famosa, la n. 178 del luglio 2015,
che ha riconosciuto come una prolungata
sospensione delle procedure negoziali e
dell’ordinaria retribuzione risulti essere in
contrasto con i principi costituzionali di
uguaglianza, di tutela del lavoro e di
proporzionalità della retribuzione al lavoro svolto.
Riteniamo, quindi, necessario che lo
Stato debba, anche a seguito di questa
sentenza, destinare al rinnovo dei contratti
dei comparti difesa e sicurezza un’adeguata e congrua dotazione finanziaria,
tenuto conto che da otto anni a questa
parte a questi lavoratori è negato proprio
l’adeguamento dei contratti.
Auspichiamo, quindi, che il Governo,
anche attraverso la previsione dello stanziamento di risorse finanziarie nel disegno
di bilancio in corso di presentazione, possa
intervenire proprio rapidamente per sa-
Atti Parlamentari
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DISCUSSIONI
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nare questa pesante situazione che si protrae ormai da diversi anni. Alleanza Liberalpopolare Autonomie voterà, quindi,
favorevolmente a tutte quelle mozioni che
andranno in questa direzione (Applausi dei
deputati del gruppo Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all’Estero).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Andrea Maestri. Ne ha facoltà.
ANDREA MAESTRI. Signor Presidente,
signora Ministro, accolgo favorevolmente
le proposte di modifica della Ministra
Madia. Tengo a sottolineare che questa
nostra mozione si colloca sulla scia di
almeno due interrogazioni che abbiamo
presentato nel corso di questi ultimi mesi
in ordine all’adeguamento contributivo e
retributivo della posizione del personale
dei vigili del fuoco rispetto agli altri corpi
ad ordinamento civile dello Stato italiano.
E sottolineiamo, quindi, l’importanza del
rispetto di tutte le previsioni della sentenza della Corte costituzionale n. 178 del
2015, in particolare in riferimento al
Corpo nazionale dei vigili del fuoco e
all’esigenza di assicurare, non solo il turnover, ma quegli adeguamenti contrattuali
che consentano di rispettare la dignità di
un personale così prezioso per la sicurezza
delle persone e delle cose nel nostro Paese,
in particolare in corrispondenza di calamità naturali e di situazioni di pericolo
per i cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Ministro, siamo ancora una volta al
dunque rispetto a questa vicenda, nel
senso che noi capiamo perfettamente la
sua buona fede e il suo istinto nel poter
dare il più alto numero di pareri favorevoli rispetto fondamentalmente a due macro aree che si vanno a delineare entro
queste mozioni o risoluzioni. Nello specifico, il collega Cirielli poi parlerà per
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qualche minuto rispetto al regime di
blocco, di fatto, della contrattazione degli
automatismi stipendiali. Ministro, in questo frangente lei ci chiede – e noi evidentemente dovremmo accettare perché a
questo punto le opposizioni devono necessariamente raccogliere le briciole rispetto
a quello che resta dei vostri tagli, anche
grafici in questo caso – di andare a
depennare nel primo impegno: « ciò anche
per scongiurare il grave danno che comporterebbe per l’erario dello Stato l’accoglimento dei ricorsi presentati per ottenere
la condanna del Governo ». C’è una sentenza della Corte costituzionale (e lei lo sa
meglio di me), la n. 178 del 2015, che va
di fatto a rimuovere i cosiddetti blocchi
stipendiali in questo senso. Abbiamo, con
un’ampia discussione, e avete, con un’altrettanto ampia discussione all’epoca,
come ricordiamo tutti, cercato di mettere
a posto ad esempio quelli che erano – e
qui ci vedo proprio un parallelismo abbastanza interessante – gli stop rispetto agli
incrementi delle pensioni volute dal Governo Monti e, quindi, dell’incremento dell’assegno pensionistico mensile sulla base,
anche in quel caso, di una sentenza della
Corte costituzionale. L’Esecutivo, per
mano del Ministro Poletti all’epoca, aggirò
di fatto costituzionalmente la sentenza
della Corte costituzionale per dare ai pensionati un cosiddetto bonus. In quel caso
qualcosa è stato bloccato. Ad oggi, invece,
per quanto riguarda il cosiddetto regime
di blocco della contrattazione degli automatismi stipendiali, non è stato fatto ancora nulla. E io vorrei porre un accento,
forse più politico che non tecnico, innanzi
a quanto ci troviamo a votare e ci troveremo a votare da qui a pochi minuti, a
poche mezz’ore. Ed è questo, Ministro...
vedo che il Ministro è impegnato e quindi
attendo...
PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto, il
Ministro è impegnato con gli uffici perché
sta risolvendo delle questioni che attengono ai nostri lavori.
WALTER
dente, ma...
RIZZETTO.
Certo,
Presi-
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DISCUSSIONI
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PRESIDENTE. Quindi, la Ministra è
sicuramente in grado di ascoltarla anche
se lavora con gli uffici. Prosegua.
WALTER RIZZETTO. ... è il titolare di
questo Dicastero. Io chiaramente non mi
attendo nulla oltre, ma lo rinnovo, Ministro: vorremmo sottolineare che politicamente e non tecnicamente noi andiamo a
posizionarci verso un voto favorevole indubbiamente innanzi a tutte le mozioni e
risoluzioni che sono state presentate, ma
questa, Ministro, non vorremmo che restasse una semplice mozione. Ci sono già
stati dei casi qui di mozioni votate ad
ampia maggioranza alla Camera dei deputati che dopo non si sono tradotte in
nulla. E, quindi, Ministro, io penso che la
prossima legge di stabilità possa essere un
appuntamento sicuramente molto importante per andare ad avallare quanto noi
stiamo dicendo, non soltanto noi, anche
altre opposizioni, rispetto a questi due
impegni di cui stiamo parlando da mesi e
mesi nelle Commissioni competenti, con la
presentazione di risoluzioni anche in esse.
Non ultima una bagarre tutt’altro che
simpatica circa dieci giorni fa con un
collega – e qui vado al secondo impegno
– di cui io ricordo perfettamente il nome
e la faccia, che è il collega Fiano, che in
piazza – e lo rinnovo, vado e mi appropinquo verso il secondo impegno della
nostra mozione – va a fare una dichiarazione ai vigili del fuoco discontinui o
precari, che per me non sono né discontinui, né precari, in quanto hanno un
codice INPS, hanno uno stipendio, hanno
una busta paga, poca roba perché c’è gente
di cinquanta-sessanta anni che lavora pochi giorni all’anno e che prende 1.0001.200 euro non al mese ma all’anno,
rischiando la vita. Al collega Fiano, mai
occasione, per quanto mi riguarda, fu più
ghiotta di questa per potergli sottolineare
innanzi quanto sto per dire: è andato fuori
in piazza dai cosiddetti discontinui dicendo e citando testualmente (c’è un video
che lo dimostra) che « come Partito Democratico abbiamo presentato una risoluzione in Commissione per la vostra stabilizzazione o per qualcosa del genere »:
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balle ! Nel senso che non è stato presentato nulla tant’è vero che, la sera, bastava
andare a vedere l’attività parlamentare del
collega per poter capire che ci sono tre
risoluzioni da lui presentate sul sito
Openpolis sempre molto aggiornato e non
c’era nulla rispetto a quanto da lui affermato qui fuori in Piazza Montecitorio.
Ebbene abbiamo cercato di agevolare il
suo lavoro presentando in seno a questa
mozione non soltanto un impegno – lo
rinnovo – di cui parlerà dopo egregiamente il collega Cirielli conseguente alla
sentenza della Corte costituzionale ma un
impegno « a promuovere urgenti iniziative
per salvaguardare il ruolo dei vigili del
fuoco – lo ripeto – cosiddetti discontinui ». Si tratta di circa 15.000 posizioni in
Italia, 15.000 posizioni con venti-venticinque-trent’anni di attività alle spalle, di
soggetti legati alla propria divisa che rischiano la vita parecchie volte al giorno
quando lavorano – ricordo un vigile del
fuoco che mi ha scritto nel giorno di
Ferragosto dopo aver svolto circa diciottodiciannove interventi – e che dopo, per lo
Stato italiano, per il Governo, per l’Esecutivo vengono dimenticati.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
WALTER RIZZETTO. Presidente, cosa
ho un minuto ancora ? Grazie. Vado a
sintetizzare al massimo. Ministro, quando
lei va a depennare quanto da noi scritto,
ovvero « consentendo la stabilizzazione di
detto personale », va di fatto a depotenziare questo tipo di dispositivo, questo
impegno nei confronti del Governo. Comunque sia, lo ripeto: noi dobbiamo accontentarci delle briciole e quindi non
posso far altro – obbligato ma non con la
testa china – che accettare questa vostra
riformulazione confidando nel fatto che
per l’ennesima volta la mozione non resti
lettera morta ma che l’Esecutivo abbia la
possibilità, in seno al prossimo disegno di
legge di stabilità, di stabilizzare anche in
ruoli non operativi...
PRESIDENTE. Concluda.
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WALTER RIZZETTO. Chiudo, Presidente... di stabilizzare anche in ruoli non
operativi e senza limiti di età perché c’è
gente che ha cinquanta e sessanta anni e
vorrebbe andare in pensione con quel
lavoro. Ebbene, che il Governo nel disegno
di legge di stabilità riesca a stabilizzare
queste figure che effettivamente sono
troppi anni che non riescono ad entrare
tra i cosiddetti effettivi.
PRESIDENTE. Ne approfitto per salutare gli studenti e gli insegnanti dell’Istituto statale di istruzione superiore « Pitagora » di Montalbano Jonico in provincia
di Matera che assistono ai nostri lavori
dalla tribuna del pubblico e che sono
impegnati in una giornata di formazione
presso la Camera deputati. Grazie di seguire i nostri lavori (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione
di voto l’onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.
EDMONDO CIRIELLI. Presidente, colleghi, signora Ministro, mi aggiungo alle
parole del collega Rizzetto per specificare
semplicemente un punto di vista. È evidente che il blocco della contrattazione nel
pubblico impiego è sempre un errore politico e, da questo punto di vista, è un
errore stabilirlo e non c’è crisi economica
che tenga. Ma la cosa grave è, da un lato,
il fatto che per la mancata attuazione del
principio di specificità, che è stato inserito
nella scorsa legislatura dal centrodestra
quando a suo tempo fu messo in campo il
primo blocco, il blocco si allargò automaticamente anche agli appartenenti delle
forze dell’ordine e delle Forze armate, al
comparto sicurezza che comprende anche
i vigili del fuoco. Proprio per questo abbiamo voluto fortemente l’approvazione
del principio di specificità e allora è sacrosanto che dopo ben sette anni – al
punto che la Corte Costituzionale è dovuta
intervenire perché il primo blocco aveva
giuridicamente la sua legittimità, anche se
politicamente è un errore, lo ribadiamo –
il passaggio in via strutturale di tale blocco
ha provocato sicuramente una compressione dei diritti dei lavoratori e una compressione dei diritti sindacali.
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Ma nella vicenda specifica riteniamo
che la situazione che riguarda le forze
dell’ordine e le Forze armate sia particolarmente grave. Mentre ci si appresta
finalmente a mettere mano al rinnovo dei
contratti, ricordiamo che le forze dell’ordine, le Forze armate, il comparto sicurezza con i vigili del fuoco hanno una
dinamica salariale molto collegata a tutta
un’altra serie di voci. Quindi questo blocco
per loro è stato particolarmente dannoso
e per la specificità del loro lavoro, per i
rischi personali e per la vita sacrificata
crediamo che debbano ricevere sempre
un’attenzione speciale da parte del Governo. Per tale ragione chiediamo al Governo nel rinnovare i contratti innanzitutto di mettere su due binari diversi il
pubblico impiego e, in base alla specificità,
le forze dell’ordine e a tenere conto sul
piano economico anche dei danni maggiori
che queste categorie così importanti per la
nostra nazione hanno subito in questi
anni. Non è soltanto una questione di cifre
economiche che pure conta: è un modo di
procedere che le chiediamo, signora Ministro, di adottare. In base al principio di
specificità deve far sì che ogni qualvolta si
parla di pubblico impiego per le forze
dell’ordine, per le Forze armate e per quel
comparto ci sia un’attenzione specifica che
non è un favore ma dipende e discende
dalla specificità assoluta di quel lavoro che
non è come tutti gli altri perché a quelle
persone chiediamo di rischiare la vita per
il lavoro che svolgono. La mission è proprio quella: per garantire la nostra libertà,
per garantire la nostra sicurezza quelle
persone devono essere pronte a rischiare
la vita. Dunque quelle persone devono
sentirsi speciali, devono essere considerate
in maniera diversa dallo Stato: già lo solo
dai cittadini perché in tutte le classifiche,
in tutti gli indici di gradimento le forze
dell’ordine, le Forze armate sono sempre
ai primi posti ma la politica, il Governo, lo
Stato nel suo complesso, quindi Parlamento e Governo devono riconoscere concretamente questa specificità. Quindi le
chiediamo come Fratelli d’Italia, nella
trattativa che si aprirà, un’attenzione speciale, una considerazione speciale per que-
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sto mondo che è così importante – lo
ripeto – per la nostra libertà e per la
nostra sicurezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Fauttilli. Ne ha facoltà.
FEDERICO FAUTTILLI. Grazie, Presidente, Ministra, colleghi. La pubblica amministrazione in questi anni si è trovata in
situazioni sicuramente complesse anche se
comprensibili per ragioni di bilancio dovute a decisioni dei Governi che si sono
succeduti e che di fatto hanno bloccato
stipendi e turnover rendendo molto difficile l’indispensabile azione della pubblica
amministrazione stessa. Non si può non
ricordare infatti che con il decreto-legge
n. 78 del 2010 convertito con modificazioni nella legge n. 122 il Governo, allora
presieduto da Silvio Berlusconi, impose il
blocco degli stipendi degli statali non contrattualizzati per gli anni 2011, 2012 e
2013 senza dar luogo a un successivo
recupero e che lo stesso avveniva in sostanza per tutti gli altri dipendenti pubblici, mentre per quel che riguardava la
progressione delle carriere, essa avrebbe
prodotto effetti solo sul piano giuridico e
non su quello economico. Com’è noto la
decisione venne presa in risposta ai primi
sintomi della crisi economica e fu prorogata negli anni dai successivi Governi che
prorogarono il blocco anche per il 2014 e
il 2015, con slittamento del triennio contrattuale dal 2015 al 2017 e dal 2016 al
2018, mentre veniva prorogato il blocco
degli automatismi stipendiali per vario
personale della pubblica amministrazione
tra cui proprio quello militare, delle forze
di polizia e quelle dei vigili del fuoco.
Queste decisioni, secondo i dati Istat del
2014, hanno causato una vera e propria
cristallizzazione delle retribuzioni medie
pro-capite pari a poco più di 34.000 euro
con un calo di circa il 10 per cento
rispetto al 2013, mentre altri dati hanno
evidenziato tra il 2010 e il 2015 come il
dipendente pubblico abbia perso in media
4.800 euro ossia il 10 per cento della busta
paga. Va detto che l’attuale Governo si era
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impegnato già dalla prima nota sentenza,
la n. 178 del 2015 della Corte costituzionale, a ripristinare appena fosse stato
possibile la normale stagione negoziale per
ripristinare anche nel settore pubblico
un’ordinaria dinamica salariale. È comunque utile ricordare che la sentenza della
Corte dichiarava incostituzionale non il
blocco delle retribuzioni, quanto piuttosto
la proroga reiterata, cassando le norme
successive al decreto del 2010, ma solo a
partire dalla pubblicazione della sentenza
stessa in Gazzetta Ufficiale evitando
quindi pericolosi effetti retroattivi ma indicando con decisione la necessità di riprendere la normale via della contrattazione nel pubblico impiego, in particolare,
ma non solo per quei settori più delicati,
quali quelli dei Vigili del Fuoco, della
polizia e dell’esercito, che tanta importanza hanno nella vita quotidiana del
nostro Paese, come ha dimostrato in particolare anche ultimamente sempre la meritoria attività dei vigili del fuoco nelle
situazioni di emergenza, ultima appunto
quella del terremoto dello scorso agosto.
Inoltre la situazione internazionale, con i
noti rischi di attacchi terroristici, sta mettendo a dura prova le forze di polizia e
dell’esercito, che meritano quindi una particolare attenzione da parte del Parlamento e del Governo, ciascuno nelle proprie competenze, per affrontare questa
situazione così difficile. Gli impegni della
mozione unitaria di maggioranza che il
nostro gruppo Democrazia Solidale – Centro Democratico voterà convintamente, appaiono quindi come un ulteriore importante passo per rafforzare le iniziative
messe in campo sino ad oggi, però riteniamo che sia anche necessario aggiungere
che la situazione sopra ricordata non è la
sola che pesa sulla pubblica amministrazione. Infatti, Ministra, nel febbraio scorso
la Camera, con parere favorevole del Governo, aveva approvato varie mozioni, tra
cui una del nostro gruppo, nelle quali si
chiedevano iniziative per risolvere la situazione dei vincitori di concorso nella
pubblica amministrazione e degli idonei.
In particolare la mozione del nostro
gruppo, dopo aver ripercorso la vicenda
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riguardante circa 4.000 vincitori di concorso e 150.000 idonei – sono questi dati
che vengono dal suo Ministero – affermava la necessità di un rapido intervento
per riassorbire una situazione francamente inaccettabile, anche per le stesse
pubbliche amministrazioni interessate, che
avrebbero necessità di assumere personale
ma ne sono impedite da una serie di
vincoli poco comprensibili. Il Governo certamente ha intrapreso varie iniziative per
affrontare la questione, in particolare con
i decreti legislativi attuativi della legge
n. 124 del 2015, impegnandosi sia tramite
iniziative di sua competenza sia tramite il
parere favorevole alla mozione sopra ricordata a tutelare il diritto dei vincitori di
concorso ma anche, sia pure rispettando la
logica differenza di posizione, anche
quello degli idonei non assunti dalle pubbliche amministrazioni. Purtroppo però al
momento non risulta che si sia giunti ad
una soluzione soddisfacente e completa
della vicenda ricordata e questo mentre
varie sentenze, tra cui una recente del
TAR del Lazio, della Sezione Prima del
TAR, la n. 8511 del 25 luglio di quest’anno, hanno disposto che quando una
pubblica amministrazione si trovi nella
necessità di assumere personale, in particolare dirigenziale, i posti vacanti debbono
essere assegnati tenendo conto in modo
vincolante delle graduatorie in vigore al
momento delle nuove assunzioni e considerando prioritariamente gli idonei di
concorsi pubblici da pubbliche amministrazioni.
Quindi, in particolare il TAR del Lazio
ha accolto i ricorsi di molti idonei nei
confronti della Presidenza del Consiglio
annullando vari provvedimenti relativi alla
vicenda su esposta sia per quel che riguardava la non assunzione degli interessati sia per quel che riguardava la decisione di coprire questi posti resisi vacanti
non utilizzando le graduatorie vigenti nelle
quali sono inseriti anche gli idonei. Siamo
quindi, Ministra, di fronte a problematiche
in apparenza diverse rispetto a quelle
ricordate dalla mozione di maggioranza,
ma che in realtà sono tra loro strettamente correlate a causa delle gravi diffi-
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coltà che decisioni prese nell’ottica del
mero risparmio stanno causando a lavoratori, a vincitori di concorso, a idonei e
in generale alla pubblica amministrazione.
Appare quindi necessario un intervento
anche in questo campo in modo da poter
affrontare in via definitiva la questione dei
vincitori di concorso e degli idonei nella
pubblica amministrazione. Queste osservazioni aggiuntive, che troveranno anche
espressione in un atto di sindacato ispettivo, ovviamente non modificano il nostro
voto favorevole ma richiamano comunque
l’attenzione su un altro tema relativo alla
pubblica amministrazione che non può
essere trascurato e che anzi chiede di
essere risolto in tempi quanto più rapidi
possibili (Applausi dei deputati del gruppo
Democrazia Solidale-Centro Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Signor Presidente, signora Ministra, onorevoli colleghi, oggi all’esame del Parlamento c’è un
problema che negli ultimi anni è cresciuto
di gravità: le difficoltà economiche che il
Paese ha attraversato e che solo in parte
si stanno risolvendo hanno indotto i Governi che si sono succeduti nel tempo a
bloccare in vari modi e in varie forme la
spesa per il personale della pubblica amministrazione. Vi è quindi chiaramente il
blocco del turnover, il blocco delle immissioni in ruolo dei tanti vincitori di concorso comunque ritenuti idonei che nel
frattempo si sono susseguiti, come ricordava poc’anzi il collega Fauttilli. Ma la
cosa più grave è stata una misura in parte
proclamata formalmente nelle ultime leggi
di stabilità e in parte invece adottata
tacitamente, cioè il mancato rinnovo dei
contratti. Il mancato rinnovo dei contratti
del pubblico impiego assume una particolare gravità in quanto di rinvio in rinvio ci
sono categorie che non si vedono rinnovare il contratto da dieci anni o giù di lì.
Ora è chiaro che il ricorso fatto davanti
alla Corte costituzionale ha indotto il custode della legalità delle nostre norme a
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richiamare il Parlamento ad alcuni principi fondamentali. Questi principi fondamentali sono che l’artificioso blocco della
contrattazione collettiva comporta inevitabilmente un danno ingiusto per il personale interessato e, se protratto nel tempo,
viola chiaramente i diritti che la medesima
Costituzione riconosce ai lavoratori. Nella
mozione di maggioranza che noi abbiamo
convintamente sottoscritto questo principio è chiaramente richiamato e si impegna
quindi il Governo ad adottare ogni iniziativa utile, in primis attraverso una previsione adeguata di risorse finanziarie nel
disegno di legge di stabilità che esamineremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, affinché finalmente si possano
davvero sbloccare i contratti del pubblico
impiego. Poi è chiaro che ci sono situazioni e situazioni, che ci sono categorie
che godevano di trattamenti economici più
vantaggiosi e che hanno forse meglio sopportato questo lunghissimo blocco e quello
che oggi ci salta agli occhi è la situazione
particolare dei vigili del fuoco e delle forze
dell’ordine che hanno assoluta necessità
che si metta mano alla loro situazione. Noi
chiediamo al Governo di agire in questo
contesto, chiediamo al Governo di superare i blocchi di fatto, chiediamo al Governo di rimettere nelle giuste dinamiche
i rapporti contrattuali del pubblico impiego. In questo spirito naturalmente confermiamo il nostro voto favorevole alla
mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l’Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Molteni. Ne ha facoltà.
NICOLA MOLTENI. Signor Presidente,
non me ne vorrà il Ministro...
PRESIDENTE. Non me ne voglia lei,
ma forse è il caso che si sposti da quel
microfono che non funziona.
NICOLA MOLTENI. Dicevo, Presidente,
che non me ne vorrà il Ministro della
funzione pubblica che ovviamente ringraziamo per la presenza e per i pareri che
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ha dato. Però, Presidente, io credo che
oggi il dibattito e l’attesa rispetto alle
votazioni che questo dibattito porterà
avrebbe voluto, rispetto agli interlocutori
che sono interessati da questa mozione,
vedere la presenza in quest’Aula non del
Ministro della funzione pubblica, bensì del
Ministro dell’interno. Perché, Presidente ?
Perché il tema è – sì – quello dei contratti
pubblici, la richiesta di rinnovo della contrattazione collettiva nel pubblico, però il
tema principale – mi spiace che sino ad
ora nessuno l’abbia sottolineato –, il tema
di dibattito principale, che dovrebbe affrontare con serietà e impegno questo
Parlamento oggi, è un altro. È il tema della
sicurezza, è il tema dell’ordine pubblico, è
il tema di come la politica e, in modo
particolare, il Parlamento e il Governo
nell’esercizio delle proprie funzioni dovrebbero attuare delle politiche per poter
ridare al comparto sicurezza – rappresentato dalla polizia, rappresentato dai militari, rappresentato dai vigili del fuoco, che
rappresentano una vera e grande risorsa
del nostro Paese – quella dignità che in
questi anni gli è stata tolta per colpa e per
responsabilità di una politica che ha sostanzialmente cancellato dall’agenda politica il tema della sicurezza.
Noi, con la nostra mozione, che è molto
più dettagliata rispetto a quelle degli altri
e che è molto meno generica rispetto a
quelle degli altri, abbiamo voluto ampliare
il perimetro politico di indirizzo e di
intervento di questo Parlamento rispetto al
tema della sicurezza e dell’ordine pubblico
nel nostro Paese, proprio per chiedere un
impegno serio, importante, vincolante, anche con numeri, anche con risorse, anche
con cifre, rispetto a un’emergenza, anzi,
rispetto ad una esigenza sempre più impellente dei cittadini del nostro Paese, che
è quella di poter garantire sicurezza.
Come garantire sicurezza al cittadino nella
quotidianità ? Mettendo coloro i quali offrono, rischiando la propria vita, la sicurezza al cittadino nelle condizioni migliori
e ottimali per poter garantire questo servizio. Infatti, la sicurezza è un servizio e
oggi, per scelte politiche del Governo e, in
modo particolare, degli ultimi Governi, si
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è andati nella direzione esattamente opposta. Quindi, il tema del rinnovo contrattuale è sicuramente uno dei temi. Non è
certamente con le briciole dell’una tantum
e degli 80 euro che l’anno scorso sono stati
elargiti alle forze dell’ordine che si affronta il tema del rinnovo contrattuale, da
un lato, e della retribuzione degna rispetto
alle difficoltà del ruolo, dall’altro lato.
Quindi, il tema del rinnovo contrattuale
e della retribuzione che va inevitabilmente
adeguata rispetto alle funzioni, ai rischi e
ai pericoli di coloro i quali garantiscono
sicurezza al cittadino, è sicuramente uno
degli aspetti, ma non è sicuramente l’unico
aspetto che esaurisce tutto quel mondo,
tutto quel comparto che è il comparto
sicurezza, che in tutti questi anni è stato
violentato e bistrattato dai Governi. Ed è
per questo che noi ci siamo permessi di
portare all’attenzione del Governo la nostra mozione. Mi spiace che ci sia il
Ministro della funzione pubblica perché –
ripeto – non era competenza del Ministro
della funzione pubblica. Avremmo voluto
che fosse il Ministro Alfano, qua presente
in Aula, a rendere conto rispetto a questo
tema. E non è una cosa personale con il
Ministro Alfano, tutt’altro. Presidente, domani sera alcune sigle sindacali rappresentative di questo comparto, di questo
mondo, di questo variegato e importante
mondo manifesteranno, con una fiaccolata, fuori da Montecitorio. Quella sarà
un’occasione, perché le forze dell’ordine,
nelle varie sfaccettature, evidenzieranno al
Governo necessità e bisogni. Noi, come
gruppo della Lega, parteciperemo a quella
manifestazione, daremo il nostro contributo, daremo la nostra presenza, porteremo il nostro contributo di idee e di
proposte. Dio sa quanto bisogno di sicurezza ha il nostro Paese, ringraziando
ovviamente le forze dell’ordine e i vigili del
fuoco per quello che fanno, per quello che
hanno fatto e per quello che continuano a
fare nelle situazioni e nelle condizioni di
disagio.
Il problema non può essere esaurito
unicamente dal tema del rinnovo contrattuale. C’è il tema dello sblocco del turnover al 55 per cento: ogni cento poliziotti
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che vanno in pensione ne subentrano 55
ed è evidente che questo porta ad una
scopertura dell’organico importante. Io voglio ricordare al Ministro dell’interno, che
non c’è, che oggi il comparto sicurezza ha
una carenza di organico di circa 45 mila
uomini, 18 mila solo nel comparto della
Polizia di Stato, ed è una carenza importante ai fini della sicurezza dei nostri
cittadini.
Quindi, c’è il tema del rinnovo contrattuale, da un lato, il tema delle retribuzioni,
dall’altro lato, il tema dello sblocco del
turnover al 55 per cento, dall’altro lato,
ma c’è anche – tema a nostro avviso
assolutamente fondamentale per consentire alle Forze dell’ordine di poter garantire al meglio la sicurezza sui territori –
evidentemente il tema di poter garantire
mezzi, risorse, dotazioni, materiale, cioè
gli elementi minimi, affinché coloro i quali
rischiano la vita per garantire la sicurezza
al cittadino possano essere messi nelle
condizioni ottimali per garantire la sicurezza medesima.
PRESIDENTE. Onorevole Molteni, le
chiedo scusa se la interrompo. Colleghi,
vorrei pregare di abbassare un po’ il tono
della voce e di chiudere i capannelli che
sono in corso. Soprattutto mi rivolgo ai
colleghi che stanno subito dietro l’onorevole Molteni. Onorevole Fraccaro, gentilmente vi sarei grato. Prego, onorevole
Molteni.
NICOLA MOLTENI. Per non parlare,
Presidente, delle strutture stesse. Oggi abbiamo ancora sul tavolo e sul piatto un
piano del Governo per lo smantellamento
di circa 300 presidi di sicurezza. Mi riferisco alla polizia postale, mi riferisco alla
polizia di frontiera, mi riferisco alla polizia ferroviaria, cioè tutti uffici che, nell’esercizio delle loro specifiche funzioni, garantiscono sicurezza al cittadino. E questo
piano del Governo per smantellare questi
presìdi di sicurezza e di legalità rimane.
Per non parlare della situazione di disagio
di molti commissariati. L’abbiamo visto in
questi giorni per il commissariato di Ventimiglia, che rappresenta un presidio si-
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curamente importante, vista la particolare
collocazione che questo presidio ha: è un
presidio da terzo mondo.
Io credo che il dibattito politico debba
porsi tutti questi interrogativi. Deve porsi
l’interrogativo rispetto alle risorse. Questo
è il Paese che spende 4 miliardi di euro
per garantire accoglienza a profughi o finti
profughi. Sono soldi che potrebbero e
dovrebbero essere utilizzati, ad esempio,
per garantire maggiori forme di sicurezza
ai cittadini. Quindi, Presidente, bisogna
alzare il livello di sicurezza nel nostro
Paese. Per alzare il livello di sicurezza del
nostro Paese, anche a fronte del pericolo
del terrorismo islamico o a fronte della
gestione del fenomeno dell’immigrazione
regolare e clandestina, diventa necessario
che il tema della sicurezza, dell’ordine
pubblico e dei soggetti che garantiscono
ordine pubblico e sicurezza al nostro
Paese torni ad essere un tema centrale
nell’agenda politica del Governo.
È per questo, Presidente – vado a
concludere – che la nostra mozione è una
mozione molto più ampia rispetto a quelle
presentate dalle altre forze politiche. Io
credo che la mozione di maggioranza è
una mozione troppo generica, che non
affronta il problema reale, che non si
impegna in maniera seria per prevedere e
garantire le risorse necessarie e utili per il
rinnovo contrattuale nel pubblico impiego
e, in modo particolare, per quanto riguarda le Forze di polizia e i vigili del
fuoco, che non smetteremo mai di ringraziare per il lavoro e per il sacrificio ai fini
della prevenzione e della sicurezza nel
nostro Paese. Quindi, è una mozione che
non va a risolvere, che non impegna in
maniera seria il Governo ad affrontare
quello che per noi rimane un tema centrale: il tema della sicurezza, il tema
dell’ordine pubblico. Io credo che queste
mozioni non vadano nella direzione auspicata dai rappresentanti del comparto
sicurezza, che è un comparto importante,
che probabilmente, anzi sicuramente, merita più attenzione da parte del Governo e
da parte di questa maggioranza, un comparto al quale noi, invece, vogliamo dare
voce attraverso la nostra mozione (Ap-
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plausi dei deputati del gruppo Lega Nord e
Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Presidente, signora
Ministra, colleghi, la crisi economica che
ormai dal 2008 continua ad imperversare
in Italia, in Europa e nel mondo ha
comportato, tra le tante conseguenze negative, una grande perdita di posti di
lavoro, oltre che una forte diminuzione
salariale nel settore pubblico, salari che il
Governo si è sempre impegnato a voler
sostenere soprattutto oggi che la crisi
economica sembra mostrare un lieve cedimento e rallentamento. L’attuale mozione si schiera dalla parte dei vigili del
fuoco e credo che tutti gli interventi che
abbiamo ascoltato finora sono veramente
esplicitamente e dichiaratamente dalla
loro parte nel riconoscimento della qualità
del lavoro che svolgono, della necessità di
questo lavoro ma anche della grande ingiustizia a cui sono stati sottoposti per i
motivi e per le motivazioni più svariate
che si possono immaginare. Questo perché
i vigili del fuoco rappresentano l’interfaccia più immediata fra un evento drammatico e l’emergenza che ne scaturisce, quell’emergenza che ha un numero ben preciso, il 115. È dal lontano 1987 che è
attivato su tutto il territorio nazionale il
numero telefonico unico di soccorso del
Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in
ottemperanza a quanto prevedeva la legge
n. 197 del 1985. Quando un cittadino
compone il numero gratuito 115 risponde
immediatamente la sala operativa del comando provinciale nel quale si trova chi
chiede aiuto. L’unica cosa che si chiede al
cittadino è di mantenere la calma, di
comunicare la località, gli elementi di
riferimento e il recapito telefonico. Eppure, in questo modo ci si prende cura di
incendi che possono avere un carattere
domiciliare, incendi nei boschi, terremoti,
frane, alluvioni, fughe di gas, incidenti
chimici, biologici, nucleari. È incredibile la
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vastità dell’emergenza e la drammaticità
delle situazioni a cui i vigili del fuoco
possono e debbono fare fronte.
Ma per questo occorre esserci ed essere
in tanti per poter svolgere la più importante delle funzioni: la prevenzione in
funzione del preminente interesse pubblico, diretta a conseguire, secondo criteri
applicativi uniformi sul territorio nazionale, gli obiettivi di sicurezza della vita
umana, di incolumità delle persone, di
tutela dei beni e dell’ambiente, attraverso
la promozione, lo studio, la predisposizione e la sperimentazione di norme, misure, provvedimenti, accorgimenti e modi
di azione intesi ad evitare l’insorgenza di
un incendio o degli eventi ad esso comunque connessi e, in ogni caso, a limitarne le
conseguenze. Si esplica in ogni ambito
caratterizzato dall’esposizione al rischio e
in ragione della sua rilevanza interdisciplinare anche nei settori della sicurezza,
nei luoghi di lavoro, nel controllo dei
pericoli di incidenti rilevanti connessi con
determinate sostanze pericolose.
Poi, abbiamo sentito, abbiamo vissuto e
abbiamo visto in questi giorni, in occasione del terremoto di Amatrice e di tutta
la zona che comprende le Marche, l’Umbria, l’alto Lazio e gli Abruzzi, con quale
dedizione in tempo reale i vigili del fuoco
sono stati presenti sul territorio a portare
la loro collaborazione. Molti di loro sono
ancora lì, ovviamente con turni che si
sostituiscono, però sono ancora presenti e
sono presenti perché questo rischio non si
è ancora esaurito e loro fanno e svolgono
questo lavoro, quello che ci colpisce tutti,
spesso in condizioni di assoluta precarietà.
Le chiamate di soccorso che giungono
ogni anno ai centralini telefonici dei vigili
del fuoco sono stimate in almeno cinque
milioni e, a fronte di queste, sono circa
700 mila gli interventi effettuati dai comandi provinciali. Sono numeri importanti che richiedono un modello organizzativo complesso e soprattutto un rapporto di fiducia con i cittadini, un vero e
proprio patto. Eppure, molti fra i vigili del
fuoco sono ancora precari, come accennavo prima. Rischiano concretamente la
loro vita, mentre lo Stato non rischia nulla
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per loro o rischia molto, molto poco.
Anche i vigili del fuoco precari sono,
infatti, parte del personale operativo del
Corpo nazionale dei vigili del fuoco e
prestano un’indiscussa e professionale attività lavorativa, tanto da essere considerati figura strategica del comparto per un
efficace servizio di soccorso pubblico. Si
tratta di personale sempre in prima linea
che, per le attività che è tenuto a svolgere,
mette spesso a rischio la propria incolumità. Eppure, non è stata ancora riconosciuta la giusta dignità a tale categoria,
perché nel tempo è stata disattesa ogni
iniziativa, anche normativa, di inquadramento e di stabilizzazione dopo anni di
servizio. È vero: ci sono state anche sentenze a loro favore da parte della giustizia
amministrativa, che però non hanno condotto ad una risoluzione della questione
ma hanno piuttosto contribuito a mantenere uno stato di assoluta incertezza.
Un iniziale provvedimento per la stabilizzazione del personale volontario del
Corpo nazionale dei vigili del fuoco c’era
stato con il decreto ministeriale n. 3747
del 2007, con il quale il Ministero dell’interno aveva indetto una procedura selettiva fissando i relativi criteri per parteciparvi: persone iscritte in appositi elenchi
da almeno tre anni e con non meno di 120
giorni di servizio. Ma il fatto che successivamente il requisito dei tre anni fu
portato a cinque anni ha comportato l’esclusione dalla procedura selettiva di un
copioso numero di volontari del Corpo
nazionale dei vigili del fuoco, che giustamente hanno fatto ricorso. Una successiva
sentenza emessa dal Consiglio di Stato nel
2015 – la più recente, di fatto – ha
riconosciuto le ragioni dei ricorrenti annullando la loro illegittima esclusione dalle
procedure selettive per la stabilizzazione.
Ma l’ingiustizia subita dai vigili precari
mostra un’evidente violazione dei fondamentali principi di uguaglianza e certezza
del diritto che rende ancora più insostenibile la loro situazione e anche a questa
ingiustizia la mozione attuale intende
porre fine.
Per non dimenticare, sono quindi compresi tra gli interventi tecnici di soccorso
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pubblico del Corpo nazionale l’opera tecnica di soccorso in occasione di incendi,
incontrollati rilasci di energia, improvviso
e minacciante crollo strutturale, frane,
piene, alluvioni e altre pubbliche calamità,
ma anche e soprattutto l’opera tecnica di
contrasto dei rischi derivanti dall’impiego
dell’energia nucleare e dall’uso di sostanze
batteriologiche, chimiche e radiologiche.
Già con la legge di stabilità 2016 il Governo ha messo in campo risorse aggiuntive al fine di sbloccare la contrattazione
collettiva, promettendo di stanziarne altre
nel disegno di legge di bilancio che è in
corso di presentazione.
In questo quadro di sostegno alle dinamiche salariali..
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Binetti, mi scusi. Grazie, molto gentili. Prego,
onorevole Binetti.
PAOLA BINETTI. Grazie, Presidente.
In questo quadro di sostegno alle dinamiche salariali, una particolare attenzione va
riconosciuta, quindi, ai vigili del fuoco, alle
Forze armate e alle forze di polizia, in
considerazione del delicatissimo compito
che svolgono per la sicurezza dei cittadini
in un momento di alta tensione internazionale, perché è su questo elemento, che
non è solo la precarietà della situazione
dei vigili del fuoco ma è la precarietà della
sicurezza di ognuno di noi, che va posta
particolare attenzione per sanare questo
particolare frangente.
Per questi motivi con questa mozione
noi impegniamo il Governo ad adottare
ogni forma di iniziativa utile per lo stanziamento di risorse aggiuntive allo scopo
di rafforzare ulteriormente quelle già
messe in atto per il rinnovo del contratto
pubblico, con un occhio di riguardo al
rinnovo contrattuale del personale impegnato nel settore della sicurezza. L’occhio
di riguardo non è nemmeno tanto nei loro
confronti, per i quali sarebbe di giustizia,
ma quell’occhio di riguardo è proprio nei
confronti della nostra personale sicurezza
e ciò merita una risposta alta, chiara e
forte non di là da venire, ma proprio
nell’arco di questo mese in cui approve-
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remo il disegno di legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la
Ministra Madia, per precisare le riformulazioni che erano rimaste in sospeso. Ne
ha facoltà.
MARIA ANNA MADIA, Ministra per la
semplificazione e la pubblica amministrazione. Presidente, vorrei fare due precisazioni. La prima è sulla mozione Andrea
Maestri n. 1-01387: per quanto riguarda
la riformulazione, per dare parere favorevole sul primo impegno, l’impegno stesso
si dovrebbe fermare a « Corte costituzionale n. 178 del 2015 »; per quanto riguarda, invece, la risoluzione Mucci n.
6-00262, il parere è favorevole sul primo
capoverso con la riformulazione che ho
detto prima, mentre il parere sul secondo
capoverso è contrario.
PRESIDENTE. Allora, per precisione
sul primo impegno della mozione Andrea
Maestri n. 1-01387 dopo le parole: « n. 178
del 2015 della Corte costituzionale ».
Ha chiesto di parlare per dichiarazione
di voto l’onorevole Piras, scusandoci per
averlo fatto attendere. Ne ha facoltà.
MICHELE PIRAS. Grazie, Presidente.
Anzitutto esprimiamo soddisfazione per il
parere favorevole sulla nostra mozione da
parte della Ministra Madia e, per così dire,
per questa sostanziale pioggia di pareri
favorevoli su mozioni che hanno un filo
conduttore comune, che si assomigliano e
che esprimono una prevalente volontà di
questa Camera in favore di una rimozione
del blocco contrattuale e degli adeguamenti stipendiali ai lavoratori delle Forze
armate. Pensiamo che a questa volontà
favorevole, a questa espressione favorevole
praticamente di tutta la Camera, debba
esserci un seguito finalmente, a differenza
di quanto non abbiamo avuto modo di
riscontrare nel DEF per il 2016, degli
impegni vaghi e generici senza indicazione
di cifre nella Nota di aggiornamento del
DEF e di una cifra che a noi pare insuf-
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ficiente che è quella allo stato attuale
iscritta nel DEF, che stiamo discutendo in
queste ore nelle Commissioni. È giunta
l’ora, dopo sette anni sostanzialmente di
blocco degli adeguamenti stipendiali dei
contratti, a nove anni dall’ultimo contratto
discusso nelle pubbliche amministrazioni,
di andare oltre perché abbiamo sempre
pensato, a differenza di quanto pensano
alcune forze politiche presenti in quest’Aula, che oggi hanno espresso un concetto profondamente diverso da quello che
noi riteniamo essere il concetto giusto, che
questo blocco vada rimosso per tutta la
pubblica amministrazione perché pensiamo che, al di là della retorica che esalta
il ruolo delle forze di pubblica sicurezza e
delle Forze armate, ci sia una questione
che riguarda una profonda ingiustizia sul
piano economico e una profonda ingiustizia sul piano sociale, commessa in questi
anni in nome di una spending review che
ha colpito solo il basso della società e ha
colpito i lavoratori di un intero comparto,
di tutto il comparto della pubblica amministrazione senza distinzione alcuna. Infatti riteniamo fondamentalmente che chi
compie il proprio dovere all’interno di una
pubblica amministrazione, nelle Forze armate, nelle forze di pubblica sicurezza e di
polizia debba essere retribuito il giusto e
conseguentemente il relativo stipendio
debba essere adeguato al correre del costo
della vita, al correre dell’inflazione e al
mutare delle condizioni economiche. Noi,
nel pieno della crisi più devastante che ha
colpito questo Paese e che la storia di
questo Paese ricordi, abbiamo scelto di
fare la spending review sulle spalle dei
lavoratori e questo è stato un grossissimo
errore due volte. È stato un grossissimo
errore perché sul piano sociale ha impoverito categorie che, fino all’altro ieri, ivi
comprese le Forze armate e ivi comprese
le forze di polizia, sembravano al riparo
da qualsiasi crisi e da qualsiasi elemento
di impoverimento e che oggi si trovano
impoveriti, a dover fare i conti alla fine
del mese e a dover fare i conti con i
tagli persino all’operatività e all’esercizio
che svolgono quotidianamente. Dall’altra
parte, abbiamo prodotto e accelerato espo-
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nenzialmente una compressione dei consumi che si è riverberata su tutta l’economia nazionale e io dico, alla fine, persino sui conti pubblici perché minori consumi sono stati anche minore produzione,
un minore gettito fiscale e conseguentemente un contraccolpo su un debito pubblico che in tutti questi anni di spending
review non ha smesso mai di aumentare,
nonostante siano stati impoveriti i lavoratori di questo Paese e i lavoratori tutti. È
insopportabile continuare ad ascoltare qui
la retorica sulle Forze armate, sulla specificità delle Forze armate, anche da parte
di forze politiche che nel 2010 erano al
Governo quando è stato deciso il blocco
dei contratti e degli adeguamenti stipendiali. Venire oggi a dire che è colpa di altri
quando questo percorso è stato iniziato
precisamente da loro, quando esprimevano Ministri della difesa, quando esprimevano Ministri dell’interno, eccetera, è
davvero una cosa che non sta né in cielo
né in terra, come non sta né in cielo né in
terra dividere fra lavoratori e lavoratori.
Noi pensiamo che i lavoratori debbano
essere sempre pagati il giusto, che il contratto sia un diritto, che l’adeguamento
contrattuale sia un diritto e che non ci
debba essere nessuna ragione economica
per la quale si fa pagare ai lavoratori la
crisi indotta da altri, che è una crisi di
carattere finanziario, che deriva dagli
sprechi di uno Stato che non erano certamente quelli di stipendi di chi compie in
questo Paese in maniera determinante, o
dietro uno sportello o in strada, il proprio
dovere, quello dettato dalla propria scelta
professionale, quello dettato dalla propria
professione. Ecco, noi pensiamo sia giunto
il tempo, pensiamo che ieri e avanti ieri
fosse il tempo di fare una cosa che oggi
sembrerebbe si stia per fare. Allora, facciamolo, Ministra Madia, e mettiamo però
a disposizione le risorse adeguate anche
per risarcire quelle famiglie e quei lavoratori del danno che hanno subito fino a
oggi in nome di una spending review che
non ha revisionato alcuna spesa e che non
ha risanato alcun conto pubblico e che ci
porta ancora oggi a parlare delle medesime cose persino in maniera furbesca e in
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maniera imbrogliona, quando si parla
della riforma costituzionale e si parla di
revisione della spesa.
In questo Paese, i conti pubblici, il
disastro dei conti pubblici, gli sprechi dei
conti pubblici li hanno pagati i lavoratori
ed è giunto il momento adesso di mettere
un punto e per favore facciamolo senza
imbrogli. Destiniamo, nella prossima legge
di bilancio, le risorse adeguate per tutto il
comparto della pubblica amministrazione,
comprese le Forze armate e le forze di
polizia. Destiniamo le risorse adeguate. In
questa maniera qua, probabilmente riusciremo a trovare anche un punto d’accordo finalmente fra il lavoro che fanno le
opposizioni e il lavoro che fanno le maggioranze (Applausi dei deputati del gruppo
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Elio
Vito. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, io voglio
esprimere la soddisfazione non tanto mia
personale e del mio gruppo, del gruppo di
Forza Italia, che ha avuto l’iniziativa di
questa mozione, ma la soddisfazione credo
dell’intero Parlamento, che si accinge questa sera a votare e ad approvare degli
importanti atti di indirizzo al Governo che
– abbiamo ascoltato la Ministra Madia –
ne ha già preso atto e che non dubitiamo,
ma noi vigileremo su questo, ne darà piena
esecuzione. Si tratta di lavoratori, quelli
delle forze dell’ordine, del comparto della
sicurezza, della difesa, delle Forze armate
e del soccorso pubblico di lavoratori, che
vivono e lavorano in condizioni particolarmente disagiate, che rischiano la vita
ogni giorno, che lavorano anche di notte e
sono dei lavoratori ai quali in questo
momento lo Stato, il Governo, il Paese e il
Parlamento chiede di più per garantire la
necessaria sicurezza per lo svolgimento
della nostra attività, della vita democratica, ma anche della vita civile, della vita
industriale, di qualunque attività lavorativa, dello svolgimento della nostra possibilità di viaggiare, di vivere, di lavorare, di
andare a scuola e all’università in sicu-
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rezza. A questi lavoratori, ai quali chiediamo di più e che danno di più, è giusto
che il Governo dia il giusto riconoscimento, quel giusto riconoscimento che a
loro è negato – insieme per carità a tutti
i lavoratori pubblici – da otto anni. È
vero: fu il nostro Governo a mettere per
primo quel blocco, ma lo fece in condizioni straordinarie con una misura limitata e transitoria e la Corte costituzionale
ha dichiarato illegittimo non quel blocco
ma le proroghe successive che sono state
fatte dagli altri Governi di centrosinistra e
di sinistra perché quelle proroghe hanno
reso strutturale e definitivo il nostro
primo blocco limitato e transitorio, quel
primo blocco che, dettato da condizioni di
emergenza, noi accompagnammo con delle
misure che restato tuttora uniche a sostegno del comparto sicurezza e difesa. Il
riconoscimento della specificità del settore, che ha tanto garantito a loro, per
esempio, in termini di provvedimenti successivi sulla previdenza in tanti altri settori e con uno stanziamento una tantum a
favore del comparto che resta a tutt’oggi il
principale stanziamento a favore del comparto sicurezza e difesa che sia mai stato
dato dai Governi successivi. Quindi è giusto che si passi al rinnovo del contratto
per questi lavoratori, è giusto che si riprenda – signora Ministra – la contrattazione e il confronto con questi lavoratori, con i rappresentanti di questi lavoratori, che devono, non ce ne voglia,
innanzitutto essere ricevuti a Palazzo
Chigi. Si tolga la polvere dalla Sala Verde
e la si riapra per il confronto con i
rappresentanti delle forze dell’ordine e
con i rappresentanti dei COCER militari.
Noi esprimiamo quindi soddisfazione
perché queste mozioni, le mozioni di tutto
il Parlamento, perché non è un tema che
possa essere strumentalizzato, vengano approvate e il riconoscimento e il tributo che
il Parlamento e tutte le forze politiche
danno allo straordinario lavoro di queste
donne e uomini e l’impegno – perché
questo noi stiamo facendo, stiamo approvando un impegno al governo – a dare
esecuzione a questa volontà del Parlamento che si passi al rinnovo del con-
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tratto. Si è dovuto attendere un po’ troppo,
signora Ministra, perché la sentenza della
Corte costituzionale è del luglio dell’anno
scorso, che ha dichiarato illegittimo questo
blocco e obbligato il Governo a procedere
al rinnovo del contratto.
Nel frattempo ci sono altri temi sul tappeto, c’è il riordino delle carriere, c’è la
necessità anche di riordinare i diritti dei
militari e dei sindacati di polizia; tutti
provvedimenti sui quali il Parlamento si
sta adoperando e tutti provvedimenti sui
quali è atteso il necessario contributo
risolutivo del Governo. Infatti, sul riordino
delle carriere il Parlamento ha già votato
e diciamo subito, signora Ministra, che un
riordino non potrà essere fatto se non ci
sono le risorse necessarie. Non si tratta di
riconoscere titoli e gradi, ma si tratta di
riconoscere dei meriti professionali che
vengono svolti ormai da diversi decenni
senza il giusto riconoscimento. Forza Italia
ha presentato per prima questa mozione,
ma ha salutato, come abbiamo detto anche
ieri in discussione generale con l’intervento della collega Polverini che ringrazio,
con soddisfazione, la presentazione di
analoghi documenti da parte di tutti i
gruppi di maggioranza e di opposizione, a
partire da quello del gruppo di maggioranza del Partito Democratico a prima
firma Fiano, a dimostrazione, quindi, che
quando lo si vuole, che quando ci sono dei
temi sui quali si riconosce l’indifferibilità
e l’urgenza vera di procedere, è possibile
che il Parlamento lo faccia in maniera
rapida e in maniera costruttiva. Noi siamo
sempre stati una forza di opposizione
responsabile, una forza di opposizione
determinata, dura, con il capogruppo Renato Brunetta, che ringrazio di essere
anche in questa occasione al mio fianco e
di avere voluto con noi che la mozione
giungesse in Aula. Ma siamo anche un’opposizione attenta agli interessi generali del
Paese e attenta all’interesse di alcune particolari categorie. Abbiamo votato i provvedimenti che riguardavano il settore della
sicurezza, della lotta al terrorismo, le
missioni internazionali di pace, non perché fossero provvedimenti che provenivano dal Governo Renzi, al quale stiamo
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all’opposizione, decisamente all’opposizione, ma perché erano provvedimenti che
volgevano all’interesse della sicurezza,
della difesa, dei valori della Patria. Continueremo a farlo perché questa è la
nostra diversità dalla sinistra che quando
era all’opposizione, invece, anche sulla
politica estera (Applausi del deputato Brunetta), anche sulla politica di sicurezza
comune, anche sulla politica di difesa, anzi
proprio su quei temi, si distingueva in
Italia ed all’estero per mettere in difficoltà,
non tanto l’immagine del nostro Governo,
ma l’immagine stessa del Paese.
Quindi, io non ho bisogno, signor Presidente, di ulteriore tempo, ma mi avvio
già alla conclusione perché attendiamo
con soddisfazione di poter vedere su quel
tabellone i voti favorevoli alla nostra, ma
anche alle altre mozioni, con l’intendimento comune che inizia con questo voto
un percorso per il quale il Parlamento dà
un indirizzo e al quale seguirà l’attività di
controllo, fino a quando il contratto non
sarà stato sottoscritto dal Governo, fino a
quando le forze dell’ordine, della sicurezza, del pubblico soccorso e le Forze
armate della difesa avranno il giusto riconoscimento per il loro prezioso lavoro.
Per adesso, vada il nostro ringraziamento
(Applausi dei deputati del gruppo Forza
Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi
Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.
EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Colleghi, il dibattito che stiamo
svolgendo oggi non è solo quanto mai
opportuno, ma è soprattutto doveroso.
Parliamo, infatti, di un tema come quello
del blocco dei contratti del pubblico impiego; un blocco che perdura ormai da sei
anni, che in concreto significa una riduzione degli stipendi dei dipendenti della
pubblica amministrazione. Su questa situazione, che oltre a toccare un gran
numero di lavoratori italiani tocca anche
i diritti sindacali, è intervenuto un evento
di grande rilievo che ha reso la stessa
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situazione ancora più grave e insostenibile.
Come è già stato più volte citato, mi
riferisco alla sentenza della Corte costituzionale, la n. 178 del 2015, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale, a far data
dalla pubblicazione della stessa sentenza
in poi, del regime di contrattazione collettiva. La sentenza della Consulta è stata
pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 20 luglio
2015. Da allora è ormai passato quasi un
anno e mezzo, è passata una legge di
stabilita, è passato anche l’ultimo DEF, sta
per passare la Nota di aggiornamento al
DEF, sulla quale ci pronunceremo a
giorni. La situazione di illegittimità costituzionale non è stata sanata dal Governo,
che è l’unico che sul punto può intervenire. La storia di come si è giunti alla
situazione attuale è nota e con essa le
responsabilità politiche. Ieri la collega Polverini nel suo intervento ha tenuto a
precisare che la sanzione di illegittimità
costituzionale non ha riguardato la prima
disposizione normativa che ha disposto il
blocco della contrattazione, bensì le proroghe successive che l’hanno resa strutturale. Del resto, anche le mozioni presentate lo spiegano chiaramente. Certo è che
per sintetizzare in maniera adeguata lo
stato dell’arte che si è venuto a creare,
parafrasando una frase storica dei tempi
che per fortuna sono passati, potremmo
dire che Tremonti è stato l’aratro che ha
tracciato il solco, ma i Governi e le maggioranze successive sono la spada che lo
hanno difeso.
Infatti, è noto che il blocco della contrattazione scaturisce da una disposizione
del decreto-legge n. 78 del 2010 che stabiliva un blocco fino al 2013 e che poi tale
disposizione è stata prorogata dalla legge
stabilità 2014 e 2015. Quando nel 2010 le
allora opposizioni si trovarono a esaminare quel decreto e la norma sul blocco
stipendiale, in particolare, nonostante ci
fosse la crisi che divampava, non furono
tenere. Il Governo non ha scelto di cancellare il ponte sullo Stretto, pur mantenendo tutte le incertezze della sua attuazione; non ha scelto di tassare di più le
rendite finanziarie e i redditi più alti; non
ha scelto alcun intervento a favore delle
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famiglie; ha scelto, invece, di colpire il
pubblico impiego, come se non fosse uno
dei settori cruciali per la stessa competitività del Paese: questo diceva nella sua
relazione di minoranza l’onorevole Baretta
che oggi è sottosegretario all’economia.
Per quanto riguarda un altro punto,
quello del pubblico impiego, voglio ricordare il carattere particolare del blocco
della contrattazione. Qualcuno potrà dire
« beh, già è stato fatto ». È stato fatto nel
passato il blocco della contrattazione del
pubblico impiego, ma non si era mai
verificato il fatto che questo blocco non
consentisse, almeno ex post, il recupero di
quella contrattazione. Qui siamo all’indennità di contrattazione che è una bassissima retribuzione che non può compensare assolutamente quella che è la previsione di questi lavoratori, che significa una
perdita secca del loro potere d’acquisto:
questo sosteneva all’epoca l’onorevole Damiano che oggi presiede autorevolmente la
Commissione lavoro. Con il blocco dei
contratti del pubblico impiego e il dilazionamento nel tempo del TFR per i
dipendenti pubblici voi le mani le mettete
nelle tasche di tutti i lavoratori dipendenti
e autonomi: questa era l’accusa tranciante
che al Governo Berlusconi nel 2010 lanciava l’onorevole Marchi. Con reazioni del
genere era lecito aspettarsi che già dalla
prima legge di stabilità del Governo Letta
qualcosa si sarebbe fatto e, invece, sono
arrivate proroghe e, dunque, la condivisione nel merito della misura. Proroghe
che poi sono giustamente finite sotto la
mannaia della Consulta. Anche l’attuale
Governo in concreto non ha fatto nulla
per andare a sanare questa situazione. La
mozione del PD cita qualche risorsa messa
sul piatto, ma si tratta sempre di misure
irrisorie. Come ho detto, il DEF sul punto
è stato silente; la Nota di aggiornamento al
DEF qualcosa dice e dedica un trafiletto
nelle premesse a pagina 11 dello stampato:
« Dopo sei anni di blocchi resi necessari
dalla drammaticità della crisi – scrive il
Governo – si procederà al rinnovo dei
contratti del pubblico impiego ». Il problema, però, sta nel fatto che nel resto del
documento il Governo non fa riferimento
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ad alcuna cifra concreta. Noi non l’abbiamo trovata questa cifra e non siamo i
soli, visto che neppure i colleghi di SEL,
come scrivono nella loro mozione, l’hanno
trovata.
Nell’ambito del pubblico impiego sono
ricompresi, pur con le loro specificità, i
dipendenti del comparto sicurezza e soccorso come le forze di polizia e i vigili del
fuoco. Anche questo personale, nonostante
la specificità e la difficoltà del lavoro
svolto, da sei anni vede bloccato l’adeguamento dei propri stipendi. Questi lavoratori, questi servitori dello Stato, dal 2010
ad oggi hanno dovuto affrontare una vasta
emergenza del settore sicurezza, aggravata
ancora di più dalla minaccia terroristica
internazionale con l’affermarsi dell’ISIS.
Hanno dovuto inoltre affrontare molteplici
situazioni di crisi sul fronte ambientale e
dei cataclismi naturali. Basterebbe citare i
due tragici terremoti del 2012 e quello di
questa estate, senza considerare che nel
frattempo tra questi due eventi vi sono
state alluvioni, tornadi e altre emergenze
ambientali che hanno visto in primo piano
nelle funzioni di soccorso il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Alle forze di
polizia da un lato e ai vigili del fuoco
dall’altro in questi sei anni si è chiesta
estrema professionalità ed efficienza, si
sono chiesti turni più lunghi, maggiore
fatica per la diminuzione di personale
prodotta negli organici dal turnover imposto sempre a fini di riduzione della
spesa. Non si è però riusciti, o molto più
probabilmente non c’è stata la volontà
politica, a prevedere almeno per questi
lavoratori lo sblocco della contrattazione.
Certamente molto dipende da chi ha in
mano i cordoni della borsa, come il Ministro dell’economia. Valeva nel 2010
quando Tremonti imponeva dei Consigli
dei ministri che da verbale duravano cinque minuti per approvare la manovra
economica e vale pure oggi. Però anche i
ministri direttamente responsabili qualcosa avrebbero potuto fare. Probabilmente, la Ministra Madia è stata troppo
impegnata nella riforma della pubblica
amministrazione per affrontare la questione col collega Padoan. Speriamo che
Camera dei Deputati
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queste mozioni siano uno stimolo. Del
Ministro dell’interno è inutile parlare perché, non avendo proferito parola quando
gli « cecchinavano » i Ministri al suo partito – penso ai colleghi De Girolamo e
Lupi –, figurarsi se andava a mettere a
rischio la poltrona per la polizia ed i vigili
del fuoco.
Concludendo, Presidente, la nostra mozione negli impegni fa cenno a un aspetto
ulteriore rispetto allo sblocco della contrattazione stipendiale: fa riferimento in
particolare al Corpo nazionale dei vigili
del fuoco. Chiediamo, infatti, di salvaguardare le due graduatorie concorsuali aperte
da tempo ai fini di nuove assunzioni; due
graduatorie nelle quali vi sono ancora
molti idonei e fra quegli idonei una categoria alla quale è giusto dare un momento
di risalto in questo dibattito nell’Aula di
Montecitorio, come hanno già fatto i miei
colleghi. Mi riferisco ai cosiddetti discontinui dei vigili del fuoco. La questione dei
discontinui meriterebbe un dibattito a
parte che in questa sede non vi è tempo di
fare e mi auguro si possa svolgere in
Commissione dove il nostro gruppo e anche altri hanno presentato apposite risoluzioni. Oggi insieme a queste mozioni è
stata presentata una risoluzione. Speriamo
che il collega Fiano la presenti anche in
Commissione.
Concludendo in sintesi, i vigili del fuoco
discontinui sono persone che in questi
anni hanno svolto un ruolo fondamentale
per garantire la funzionalità e l’efficienza
del Corpo dei vigili del fuoco ma che per
volontà politica sono stati mantenuti nel
ruolo di precari e per i quali, alla luce
della recente riforma Madia, è probabile
che vi sia sempre meno spazio. Questo è
un grosso errore che, oltre a negare i
diritti dei lavoratori, getta a mare professionalità maturate nel corso di molti anni.
Concludo dicendo che accetto comunque
la riformulazione della nostra mozione da
parte della Ministra Madia e che voteremo
favorevolmente la nostra mozione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento
5 Stelle).
Atti Parlamentari
XVII LEGISLATURA
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DISCUSSIONI
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
per dichiarazione di voto l’onorevole
Fiano. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO. La ringrazio, Presidente. Siamo nella fortunata occasione di
una convergenza su alcuni principi che
sono espressi da varie mozioni e sulle
quali il Governo, nella persona del Ministro Madia, ha espresso parere favorevole,
in alcuni casi con riformulazione.
Avremmo dovuto, immagino, decidere
dunque di parlare giustamente degli elementi che uniscono le varie mozioni che
sono state presentate cioè della necessità
di impegnare il Governo alla previsione di
uno stanziamento di risorse finanziarie,
nel disegno di legge di bilancio che stiamo
per esaminare, per proseguire il cammino
delle iniziative già messe in campo per il
rinnovo del contratto del pubblico impiego, in particolare con attenzione al
settore del comparto sicurezza anche in
conseguenza della consapevolezza che tutti
noi abbiamo dei difficili scenari internazionali e di lotta alla criminalità che
impegnano ancora di più questo comparto.
Oltre a dire di essere molto soddisfatto del
fatto che ci sia una convergenza quasi di
tutte le parti del Parlamento su questo
aspetto, non posso tuttavia esimermi, poiché tuttavia alcune forze politiche, a cominciare, signor Presidente, dal collega
Molteni della Lega, oltre a questo obiettivo
comune, hanno voluto rilanciare una polemica sull’attività di finanziamento del
comparto sicurezza da parte di questo
Governo e poiché, non so per il collega
Molteni ma per me, la fonte che più fa
fede è la Ragioneria dello Stato in termini
di analisi del bilancio nonché il bilancio
del dipartimento pubblica sicurezza del
Ministero dell’interno, non posso esimermi
dal ricordare qualche numero per ristabilire la verità. Infatti il comparto sicurezza, soccorso pubblico, difesa, onorevole
Vito, ha sicuramente bisogno del nostro
sforzo per impegnare il Governo a reperire
le risorse per il rinnovo dei contratti ma
ha anche bisogno della verità storica che
qui, da alcuni di voi, è stata plasmata a
proprio piacimento su ciò che è successo
Camera dei Deputati
2016 —
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in passato. Mi si permetta di leggere
poche, semplici righe che derivano dalla
Ragioneria di Stato e dal Ministero dell’interno: « Lo stanziamento iniziale di
competenza per il dipartimento della pubblica sicurezza nell’anno 2011 era di
7.375.220.000 euro; nel 2016 7.950.000
euro »: sono cifre non del Partito Democratico ma delle fonti di analisi del bilancio di questo settore. Il complessivo dato
della Ragioneria dello Stato nelle ultime
tre leggi di stabilità porta nel 2015 ad un
investimento in positivo sull’insieme del
complesso di questi tre comparti di
1.215.000 per il 2015, di 384 milioni in
attivo per il 2016 mentre la precedente
legge di stabilità – l’ultima del Governo
precedente – portava un valore negativo,
fonte Ragioneria dello Stato, di meno 342
milioni.
Venendo alla parte che più preme a
tutti noi perché tutti noi da qui riconfermiamo la nostra gratitudine per il coraggio, l’abnegazione e il sacrificio di tutte le
donne e gli uomini dei comparti sicurezza,
soccorso pubblico, difesa dello Stato va
però anche detto che l’insieme delle indennità accessorie che riguardano parte
significativa della remunerazione di costoro, di questi difensori della sicurezza
nostra e dell’intero Paese, assommava nell’anno 2010 – credo che l’onorevole Vito
ricordi quell’anno e in quale Governo era
in carica – a 476 milioni e nell’anno 2015,
con circa 1.500 unità in meno di servitori
dello Stato, a 100 milioni in più di indennità accessorie per costoro.
Ultimo dato che voglio citare per tornare alla questione generale perché non
voglio che si dica il contrario in quest’Aula
e senza replica, collega Molteni, rispettando molto le sue opinioni e condividendo la linea di fondo che noi abbiamo
necessità di investire sulla sicurezza, voglio
ricordarle che gli stanziamenti per le dotazioni strumentali, cioè per l’acquisto di
ciò di cui hanno bisogno le forze dell’ordine per combattere la criminalità, per
prevenire il terrorismo, per rendere più
sicura la nostra vita erano nel 2012 di 444
milioni, salite a 750 milioni nel 2016. Lo
voglio dire perché questo Governo ha
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XVII LEGISLATURA
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DISCUSSIONI
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44
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
necessità di ascoltare la voce del Parlamento che dice che anche in questo momento di difficile quadratura del cerchio
dei bilanci dello Stato e di difficili rapporti
con l’Europa sulla quadratura dei nostri
bilanci, il Governo sa che deve impegnarsi
ancora di più, Ministro Madia, sul rinnovo
dei contratti. Ma il Ministro Madia lo fa in
rappresentanza di un Governo che in
questi anni, dopo anni di tagli, ha investito
sul comparto sicurezza miliardi e miliardi
che prima erano mancati. Non lo diciamo
noi: lo dice la Ragioneria dello Stato e
intervenire, dopo tre anni di tagli consecutivi, per oltre 3 miliardi significa recuperare un buco che c’è stato. Non significa
poter investire di più, significa recuperare
un ritardo. Dell’investimento complessivo
sul settore sicurezza fanno parte l’investimento sulle dotazioni strumentali, sugli
strumenti e i mezzi di cui hanno bisogno
costoro, fa parte un ragionamento complessivo sull’organizzazione della sicurezza. Ho sentito, Presidente, il collega
Molteni parlare di alcune sedi delle forze
dell’ordine e certo anche quello si sta
facendo con il Governo: un ragionamento
sulla dislocazione delle forze dell’ordine in
maniera più razionale, più efficiente ed un
impiego migliore, più legato alla possibilità
di successo nella prevenzione del crimine
e sicuramente di questo fa parte anche il
rinnovo dei contratti che, oltre ad essere
una scelta politica è un diritto delle lavoratrici e dei lavoratori di questo settore.
Noi sentiamo di avere, signora Ministro,
signor Presidente, la coscienza a posto per
il lavoro fatto in questi anni. Nulla è mai
sufficiente, di più si può sempre fare: ora
è il momento dell’investimento del Governo sul rinnovo dei contratti. Anche le
questioni che qui il collega Cozzolino ha
citato che, come sa, abbiamo trattato varie
volte anche con difficili elementi procedurali nella Commissione affari costituzionali e che riguardano l’insieme del ragionamento sul comparto del soccorso pubblico, sul Corpo nazionale dei vigili del
fuoco con le collegate vicende che riguardano i cosiddetti discontinui che citava il
collega Cozzolino e la questione degli idonei non assunti, sono questioni che anche
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a noi stanno a cuore e sulle quali non solo
proseguirà la discussione in Commissione
affari costituzionali ma sulle quali abbiamo presentato anche una risoluzione in
Assemblea esattamente sul punto della
richiesta al Governo di una proroga dei
termini di validità delle graduatorie sul
concorso bandito, per andare nella direzione, come già fatto in altri corpi dello
Stato, di un utilizzo delle graduatorie degli
idonei non assunti e anche per gli impegni
da prendersi sul tema dei discontinui.
Ritengo che sia un esito positivo quello che
potrà avvenire dai voti magari anche comuni su alcune mozioni, signor Presidente,
che sono state presentate qui in quest’Aula. Il lavoro non finisce certo con
l’impegno del rinnovo del contratto: vi è
un’altra questione importante sulla quale
il Governo ha già detto parole chiare che
è il riordino delle carriere. Tutte queste
vicende, l’aumento degli investimenti, l’investimento sul rinnovo dei contratti, l’avere a cuore la questione del riordino del
Corpo dei Vigili del fuoco e il l’investimento complessivo sui comparti sicurezza,
soccorso pubblico e difesa dello Stato sono
un cambiamento radicale che questo Governo ha voluto mettere nella propria
agenda segnalando la centralità del tema
della sicurezza e dell’investimento per la
sicurezza di tutti i cittadini del nostro
Paese (Applausi dei deputati del gruppo
Partito Democratico).
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Come
da prassi le mozioni e le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non
assorbite e non precluse dalle votazioni
precedenti.
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sulla mozione
Vito ed altri n. 1-01346 su cui il Governo
ha espresso parere favorevole.
La votazione è aperta.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione
n. 16).
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sulla mozione
Atti Parlamentari
XVII LEGISLATURA
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DISCUSSIONI
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
Cozzolino ed altri n. 1-01384, come riformulata su richiesta del Governo e per
quanto non assorbita dalla votazione precedente, su cui il Governo ha espresso
parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione
n. 17).
Passiamo alla votazione della mozione
Fiano, Pizzolante, Monchiero, Fauttilli ed
altri n. 1-01385. Avverto che ne è stata
chiesta la votazione per parti separate, nel
senso di votare la premessa distintamente
dal dispositivo. Analogamente a quanto già
fatto in precedenti occasioni, costituendo
la premessa un elemento complementare
ed accessorio rispetto al dispositivo, procederemo dapprima alla votazione del dispositivo e successivamente, solo nel caso
in cui il dispositivo risulti approvato, alla
votazione della premessa.
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sulla mozione
Fiano, Pizzolante, Monchiero, Fauttilli ed
altri n. 1-01385, limitatamente al dispositivo, per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha
espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione
n. 18).
A seguito dell’approvazione del dispositivo della mozione Fiano, Pizzolante,
Monchiero, Fauttilli ed altri n. 1-01385, ne
verrà ora posta in votazione la premessa.
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sulla mozione
Fiano, Pizzolante, Monchiero, Fauttilli ed
altri n. 1-01385, limitatamente alla premessa, su cui il Governo ha espresso
parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
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Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione
n. 19).
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sulla mozione
Piras ed altri n. 1-01386, per quanto non
assorbita dalle votazioni precedenti, su cui
il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione
n. 20).
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sulla mozione
Andrea Maestri ed altri n. 1-01387, come
riformulata su richiesta del Governo e per
quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso
parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione
n. 21).
Passiamo alla votazione della mozione
Molteni ed altri n. 1-01388. Avverto che i
presentatori di tale mozione hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo con riferimento ai capoversi settimo
e ottavo del dispositivo, mentre non hanno
accettato l’espunzione dei capoversi secondo, terzo, quarto, quinto, sesto e nono
del dispositivo e pertanto il parere del
Governo su tali capoversi deve intendersi
contrario. Avverto inoltre che i presentatori ne hanno chiesto la votazione per
parti separate, nel senso di votare le parti
su cui il parere del Governo è favorevole
distintamente da quelle su cui il parere del
Governo è contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sulla mozione
Molteni ed altri n. 1-01388, come riformulata su richiesta del Governo e per
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XVII LEGISLATURA
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DISCUSSIONI
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, ad eccezione dei capoversi secondo, terzo, quarto, quinto, sesto e nono
del dispositivo. Il parere del Governo è
favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Camera dei Deputati
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Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sulla risoluzione
Fabbri ed altri n. 6-00261, per quanto non
assorbita dalle votazioni precedenti, su cui
il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione
n. 22).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione
n. 26).
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sulla mozione
Molteni ed altri n. 1-01388, limitatamente
ai capoversi capoversi secondo, terzo,
quarto, quinto, sesto e nono del dispositivo. Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sulla risoluzione
Mucci ed altri n. 6-00262, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto
non assorbita dalle votazioni precedenti,
su cui il Governo ha espresso parere
favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione
n. 23).
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sulla mozione
Palese ed altri n. 1-01389, per quanto non
assorbita dalle votazioni precedenti, su cui
il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione
n. 24).
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sulla mozione
Rizzetto ed altri n. 1-01390, come riformulata su richiesta del Governo e per
quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso
parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione
n. 25).
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione
n. 27).
Indìco la votazione nominale, mediante
procedimento elettronico, sulla risoluzione
Pili e Mucci n. 6-00263, per quanto non
assorbita dalle votazioni precedenti, su cui
il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione
n. 28).
Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l’attuazione
del federalismo fiscale.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato della Repubblica ha
chiamato a far parte della Commissione
parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale il senatore Antonio D’Alì in
sostituzione del senatore Andrea Mandelli,
dimissionario.
Atti Parlamentari
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DISCUSSIONI
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Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Ora vi pregherei di
uscire pacatamente e in silenzio, perché ci
sono cinque colleghi che hanno chiesto di
intervenire per interventi di fine seduta, a
cominciare dall’onorevole Pia Locatelli.
Quindi, per favore uscite in silenzio, grazie. Prego, onorevole Locatelli.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor
Presidente. Oggi si celebra la Giornata
internazionale delle bambine e delle ragazze, un’occasione per ricordare che c’è
ancora molto da fare per combattere le
numerose violazioni dei loro diritti, contrastare le varie forme di violenza e discriminazione che subiscono e le norme
sociali che ne condizionano la libertà di
scelta, l’integrità del corpo e la dignità.
Sono 62 milioni i minori, bambini e bambine, che vivono in aree di grave conflitto,
vittime di soprusi, di diritti negati, di
infanzia calpestata. Tra questi 62 milioni,
i danni maggiori sono quelli subiti dalle
bambine e dalle ragazze: stupri, mutilazioni, riduzione in schiavitù. Ma anche
fuori dai teatri di guerra la sottomissione
e i soprusi continuano, perché l’assenza di
istruzione, l’estrema povertà, una cultura
familiare profondamente patriarcale, che
supera e ignora le leggi, quando ci sono,
cancellano i più elementari diritti delle
ragazze e delle bambine. Si tratta di una
drammatica situazione che è stata ricordata dalla ONLUS Terre des hommes, che
nella giornata di oggi ha rilanciato la
campagna « Indifesa », per garantire alle
bambine di tutto il mondo istruzione,
salute, protezione da violenza, discriminazioni e abusi. L’Italia è sensibile a questo
tema. Lo dimostra la recente approvazione
di una mozione parlamentare per eliminare i matrimoni precoci e forzati delle
bambine; tema al quale ci siamo dedicati
in collaborazione con AIDOS (Associazione italiana donne per lo sviluppo). Lo
dimostra l’impegno già mostrato per la
campagna contro le mutilazioni genitali
femminili. Continuiamo del nostro sforzo,
in linea con gli obiettivi stabiliti dalle
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Nazioni Unite per il 2030, per un mondo
dove le ragazze e le bambine possano
vivere libere dalla violenza e sviluppare
appieno le loro potenzialità e i loro talenti
(Applausi dei deputati del gruppo Partito
Democratico).
VANNA IORI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VANNA IORI. Grazie, Presidente. I dati
forniti oggi dall’UNICEF, in occasione
della Giornata mondiale delle bambine e
delle ragazze, sono drammatici. Nel
mondo ci sono oltre 700 milioni di donne
che si sono sposate in età minorile e, ogni
anno, in un matrimonio su tre la sposa è
una bambina che aveva meno di quindici
anni. Altri dati diffusi da Save the children
o da Terre des hommes ci indicano, inoltre, che l’analfabetismo, i maltrattamenti,
gli abusi, le mutilazioni genitali, le violenze
fisiche e psicologiche che subiscono le
bambine cancellano il loro diritto all’infanzia in molti Paesi del mondo e anche
nel nostro, negando la loro esistenza come
persone, e cancellano il diritto alla speranza, all’istruzione, alla dignità perché
condizionano negativamente lo sviluppo di
una bambina che sogna e spera di diventare una donna adulta, equilibrata, sana,
libera e istruita. Dobbiamo contrastare
questi fenomeni con ogni mezzo possibile.
Pensiamo che si stimano in 35 mila nel
nostro Paese le donne che hanno subito
mutilazioni genitali. Dobbiamo sostenere i
progetti e i programmi di cooperazione
internazionale, di prevenzione e di contrasto. Il supporto, anche in Italia, deve
essere culturale ed economico per non
cadere nel rischio che l’indignazione suscitata da questi dati sia solo un’indignazione temporanea e rimanga una mera
dichiarazione di intenti, ma davvero ci si
adoperi per attuare condizioni di dignità e
diritti (Applausi dei deputati del gruppo
Partito Democratico).
VINCENZO
parlare.
D’ARIENZO.
Chiedo
di
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DISCUSSIONI
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VINCENZO D’ARIENZO. Grazie, Presidente. Banco Popolare, Unicredit e Ubi
Banca hanno aumentato i costi dei conti
correnti per rientrare dei costi che hanno
affrontato per il Fondo nazionale di risoluzione, come è noto, utilizzato per la
risoluzione di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara: 12 milioni e
mezzo di famiglie e di imprese pagheranno una tassa voluta da queste banche
e mai prevista dal Governo. Perché i costi
per la risoluzione di quelle banche mal
gestite devono essere accollati ai clienti e
non solo al sistema bancario, come prevede la legge di stabilità del 2016 ? Di fatto
queste banche scaricano sui clienti il costo
dei salvataggi bancari di questi ultimi
mesi. Una « stangatina » sui conti correnti
inaccettabile.
Alcuni hanno informato correttamente
i clienti del vero motivo; altri istituti si
sono inventati di tutto e di più, ma ciò non
toglie che sia una scelta sbagliata e ingiusta perché li tassa per qualcosa di cui non
hanno alcuna responsabilità. È sgradevole
la sensazione, peraltro, per cui, mentre gli
espropriati aspettano i rimborsi, le banche
fanno finanziare ai correntisti i costi dei
salvataggi. Non era questa la volontà del
Parlamento e, anzi, ho presentato un’interrogazione al Ministro Padoan, il Ministro dell’economia e delle finanze, al quale
ho chiesto di agire per fermare questi
prelievi, impedire che altre banche facciano la stessa cosa e per sapere quali
iniziative intende assumere per evitare la
sgradevole certezza degli italiani che a
pagare le malefatte del sistema bancario
siano loro che non c’entrano nulla rispetto
a quelle banche mal gestite e, quindi,
liquidate (Applausi dei deputati del gruppo
Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Duranti. Ne ha facoltà.
DONATELLA DURANTI. Grazie, signor
Presidente. Questo mio intervento di fine
seduta è per portare all’attenzione sua e
dell’Aula la vertenza dei lavoratori della
Camera dei Deputati
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Cementir, stabilimento di Taranto, e per
chiedere di farsi interprete della loro richiesta di apertura di un tavolo di confronto presso il MISE per affrontare finalmente e risolvere positivamente la loro
problematica. Si tratta della decisione di
Cementir di avviare 106 licenziamenti in
tutti gli stabilimenti, di cui 47 in quello di
Taranto. Voglio ricordare che la Cementir
nel capoluogo ionico svolge la sua attività
da circa sessant’anni e che nel tempo i
lavoratori hanno subito esuberi e tagli al
posto di lavoro e lunghi periodi di cassa
integrazione.
Mi scusi se insisto, signor Presidente,
ma credo che bisogna chiedere immediatamente un intervento diretto del Governo
attraverso, appunto, il MISE perché va
scongiurato il preannunciato licenziamento di questi lavoratori che oggi sono in
sciopero, si sono organizzati in un sit-in
sotto la sede della prefettura di Taranto e
hanno chiesto al prefetto di Taranto di
interessare il Ministro dello sviluppo economico.
L’intervento è urgente, va fatto con
urgenza perché il 18 di questo mese, se
non si riaprirà il confronto, l’azienda ha
già dichiarato di voler procedere nel suo
intento, che è quello di lasciare drammaticamente a casa 47 lavoratori in un
territorio già colpito così duramente dalla
disoccupazione e dalla mancanza di un
posto di lavoro buono e soprattutto di un
posto di lavoro sicuro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra
Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. È notizia di qualche giorno fa che
nella città di Trieste sono stati richiamati
di fatto circa 3.500 minori, poiché la
pediatra operante in ospedale è stata trovata ammalata di tubercolosi, quindi di
TBC. Con la collega Sandra Savino, di
Forza Italia, che tra l’altro vive nella città
di Trieste, abbiamo presentato un’interrogazione urgente al Ministero della salute, e
quindi al Ministro Lorenzin, affinché la
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DISCUSSIONI
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
stessa ci risponda rispetto alla profilassi
che coloro che operano in un certo tipo di
ambito, in un certo tipo di settori, i medici
e, in questo caso, soprattutto i medici che
hanno che fare con i minori, vengano
sottoposti a controlli piuttosto rigidi per
quanto riguarda questo tipo di patologie e
anche per quanto riguarda la trasmissione
di questo tipo di patologie ai minori, come
prima ho detto.
Quindi, in primo luogo sollecitiamo la
risposta del Ministero della salute innanzitutto rispetto – lo rinnovo – alla profilassi e anche rispetto alle notizie che di
fatto ci sono anche in quei territori, ovvero
– e senza voler fare un certo tipo di
ragionamento – notiamo che in provincia
di Trieste e comunque in Friuli-Venezia
Giulia ci sono centinaia, se non migliaia, di
ingressi anche di cosiddetti richiedenti
asilo e vorremmo capire qual è la profilassi, cioè esattamente quella profilassi che
viene loro eseguita poiché evidentemente
c’è stato qualche problema. Lo stesso problema viene evidenziato in una notizia di
circa 48 ore fa quando – e vado a citare
il giornale locale – c’è un bambino che di
fatto tra questi 3.500 è stato contagiato.
Quindi, sollecitiamo in modo forte l’interrogazione presentata da me e dalla
collega Savino il 29 settembre scorso.
Ordine del giorno
della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l’ordine del
giorno della seduta di domani.
Mercoledì 12 ottobre 2016, alle 9:
1. – Comunicazioni del Presidente del
Consiglio dei ministri in vista del Consiglio
europeo del 20 e 21 ottobre 2016.
(ore 15)
2. – Svolgimento di interrogazioni a
risposta immediata.
Camera dei Deputati
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(ore 17)
3. – Esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis).
La seduta termina alle 19,25.
TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È
STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA:
ROBERTO CAPELLI, DOMENICO MENORELLO, ANTONIO MAROTTA E GIUSEPPE LAURICELLA (A.C. 2664-A)
ROBERTO CAPELLI. (Dichiarazione di
voto finale – A.C. 2664-A).
Il fenomeno criminale dei furti di
rame, fenomeno che deve essere ricondotto nell’ambito di quello più generale
dei furti di materiali sottratti ad infrastrutture energetiche e di comunicazione,
provocano interruzioni di pubblici servizi
essenziali e gravi danni economici e sociali, con anche rischi per la sicurezza e
l’ordine pubblico; il rame in particolare è
un materiale estremamente prezioso, tanto
da venir chiamato « oro rosso », arrivando
anche a valere sul mercato 5.28 2016 al
chilo. Una quotazione destinata ad aumentare ancora, visto che il bene è sempre più
scarso e sempre più ricercato, soprattutto
dalle grandi potenze emergenti come India, Cina e Brasile.
Formidabile conduttore elettrico e termico, resistente, non magnetico, facilmente lavorabile per la sua malleabilità, il
rame è davvero merce preziosa. Per averla
c’è chi è disposto a chiudere un occhio
sulla sua provenienza. E per guadagnarsi
la giornata c’è chi è disposto a morire pur
di portare via qualche treccia. Esiste infatti una filiera illegale vastissima e sempre più organizzata che ha un solo scopo:
rubare più rame possibile per rivenderlo
all’estero. Alla base ci sono i piccoli ladruncoli (nel 2015 sono italiani 42 per
cento, gli altri quasi tutti romeni dell’est
europeo 46 per cento) che lo rivendono a
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
rottamai e grossisti per 4 o 5 euro al chilo.
Da qui, il metallo viene spedito in fonderia
oppure lavorato sul posto.
A questo punto « l’oro rosso » passa
nelle mani dei « pesci grossi ». Possono
essere esportatori legali e del tutto inconsapevoli oppure criminali. Le mafie infatti
hanno fiutato l’affare e si sono tuffate in
un mercato che promette enormi guadagni
e che dopo i sequestri dei primi anni 2000
(si ricorda, in particolare quello del 2007
nei porti di Napoli e Gioia Tauro, dove
furono bloccati ben 23 container di rame
rubato dalle ferrovie) si va sviluppando
sempre più rapidamente, grazie anche alla
fusione immediata del rame rubato, che
viene reso irriconoscibile anche all’occhio
più esperto e non più identificabile con
quello esclusivo usato per le ferrovie e per
altre infrastrutture.
Dati del 2012 parlano di 19.701 furti di
rame perpetrati nel solo 2012, con un
incremento del 6,9 per cento rispetto all’anno precedente.
Si tratta, quindi, di un fenomeno
preoccupante che era già stato affrontato
per via legislativa dal decreto-legge 93/
2013, in particolare all’articolo 8, che
aveva introdotto le fattispecie di furto e
ricettazione, prevedendo specifiche aggravanti per i furti di rame e di altri materiali
sottratti ad impianti infrastrutturali destinati all’erogazione di servizi pubblici.
Successivamente era anche stato costituito presso il Dipartimento della Pubblica
Sicurezza, direzione centrale della Polizia
criminale, l’osservatorio nazionale sui furti
di rame, che è presieduto da vice direttore
generale della Pubblica sicurezza, direttore centrale della Polizia criminale, e che
ha come compiti:
monitoraggio, valutazione e analisi
del fenomeno ivi compresa l’esplorazione
degli eventuali collegamenti tra i furti di
rame e le attività delle organizzazioni,
criminali nazionali ed internazionali;
proposta di idonee strategie di prevenzione e contrasto strutturate anche con
modelli d’intervento territoriale adeguati
alle differenti realtà, coinvolgendo le istituzioni nazionali e locali interessate;
Camera dei Deputati
2016 —
N.
690
proposta di iniziative finalizzate ad
idonei interventi legislativi;
promozione, qualora necessario, di
apposite campagne pubblicitarie atte a
diffondere la conoscenza del fenomeno, i
suoi impatti negativi sull’erogazione dei
servizi essenziali (trasporto energia e telecomunicazioni), le misure per prevenirlo
e contrastarlo, comprese le iniziative a
livello centrale.
Abbiamo quindi già oggi strumenti utili
per la lotta contro il fenomeno ricordato,
ma nonostante questo, si è ritenuto necessario intervenire ancora per via legislativa per rafforzare il contrasto al furto di
rame, introducendo una nuova fattispecie
di reato, prevista dal nuovo articolo 624ter del codice penale, ricalcando l’aggravante prevista dal 625 comma 1, n. 7-bis
per quel che riguarda la pena detentiva
(da 1 a 6 anni di reclusione) e aumentando
quella pecuniaria fissata in un minimo di
1000 ed in un massimo di 5000 euro. Visto
che spesso i reati sono commessi da vere
bande criminali, dedite proprio ai furti, è
stata, inoltre, introdotta la fattispecie dell’associazione a delinquere, aggiungendo
un ottavo comma all’articolo 416 codice
penale, prevedendo la punibilità con la
reclusione da 3 a 8 anni per l’associazione
a delinquere volta, appunto, al furto di
rame o di altri materiali. Inoltre, è stata
attribuita alla procura distrettuale il compito di indagare sul nuovo reato, confermando il già previsto (dal decreto del
2013) arresto obbligatorio in flagranza di
reato.
Come detto, si tratta di un fenomeno
grave e pericoloso, che ha già visto interventi di contrasto. Ci si può domandare se
sia davvero necessaria un’altra legge, con
una specifica per un reato di fatto già
previsto. E ci si può domandare se non sia
un po’ ingenuo (quantomeno !) ritenere
che, in questo come in altri casi, sia
davvero valida una impostazione che aggiunge fattispecie di reato, o che, invece,
non si dia l’impressione di emanare « grida
manzoniane » non essendo in grado di
stroncare con le armi che già si hanno il
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
fenomeno criminale. Sono dubbi che crediamo legittimi, ma che non possano certo
portare ad un voto contrario ad un provvedimento che si pone come obiettivo
quello di rafforzare il contrasto ad una
fattispecie criminale troppo diffusa e pericolosa.
Per questo, non nascondendo i dubbi
sopra esposti, il Gruppo Democrazia Solidale – Centro Democratico esprime il
suo voto favorevole al provvedimento augurandosi una rapida approvazione anche
da parte dell’altro ramo del Parlamento, in
modo da fornire un altro strumento utile
al contrasto della criminalità che si incentra sul furto dell’oro rosso.
DOMENICO MENORELLO. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2664-A).
Signor Presidente, Rappresentanti del
Governo, Onorevoli Colleghi, il fenomeno
criminale dei furti di rame colpisce società
operanti nel settore dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni, nonché
aziende elettrotecniche ed elettroniche attive nella produzione e nell’utilizzazione di
beni prodotti con l’impiego di tale materiale.
Il progetto di legge in esame propone di
ascrivere tale fenomeno fra le fattispecie
delittuose tipizzate dal codice penale.
In materia era già intervenuto il decreto-legge n. 93 del 2013 (legge di conversione 119/2013), che ha novellato le
fattispecie penali di furto e di ricettazione,
prevedendo specifiche aggravanti quando i
fatti abbiano ad oggetto materiali sottratti
da impianti e infrastrutture destinate all’erogazione di servizi pubblici. Il decretolegge ha inoltre previsto, nelle medesime
ipotesi, l’arresto obbligatorio in flagranza.
L’articolo unico della proposta in
esame, inserendo nel codice penale un
nuovo articolo 624-ter, vuole ora rendere
il furto di rame autonoma fattispecie di
reato.
La formulazione di tale fattispecie ricalca – soprattutto dopo la modifica approvata dalla Commissione Giustizia –
quella della citata aggravante di cui all’articolo 625, primo comma, n. 7-bis, codice
penale, lasciando inalterata anche l’entità
Camera dei Deputati
2016 —
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della pena detentiva (reclusione da 1 a 6
anni).
Viene, invece sensibilmente aumentata
la pena pecuniaria.
Sotto un profilo pratico, l’effetto della
introduzione di un’autonoma fattispecie di
reato è che la determinazione della pena
da parte del giudice viene sottratta al
bilanciamento delle circostanze.
La spontanea obiezione alla proposta
che la Camera oggi esamina poggia sulla
comprensibile diffidenza circa la potenziale trasformazione in reato autonomo di
qualunque fenomeno negativo, nonostante
esso possa già essere sussunto in categorie
penali esistenti. Una siffatta tendenza potrebbe, in effetti, moltiplicare all’infinito i
reati, rincorrendo semplicisticamente e demagogicamente ogni emergenza con il roboante strumento di una specifica prescrizione penale.
Si deve indagare, allora, se il caso in
esame abbia tratti così peculiari rispetto a
quelli che già caratterizzano una ordinaria
fattispecie di furto aggravato, da giustificare la grave decisione di individuare un
nuovo reato.
Perciò, nel tentativo di rispondere a
tale domanda di fondo ci permettiamo di
offrire alla riflessione tre fattori che riteniamo utili per la decisione che il legislatore è chiamato ad assumere votando la
presente proposta di legge.
1) L’entità del fenomeno.
Innanzitutto, non possiamo trascurare
il netto favore con cui le associazioni di
categorie delle imprese edili guardano alla
presente iniziativa, così testimoniando,
purtroppo, la diffusione capillare del fenomeno dei furti di rame nei cantieri,
anche di ridotte dimensioni, operanti nei
territori del nostro Paese.
D’altronde, se viene chiamato « oro
rosso », un motivo c’è: sui mercati il rame
è arrivato a valere 7,5 euro al chilo: una
quotazione destinata ad aumentare ancora, visto che il bene è sempre più scarso
e sempre più ricercato, anche nei mercati
internazionali.
Così il furto del cosiddetto « oro rosso »
ha raggiunto in pochissimi anni dimen-
Atti Parlamentari
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
sioni allarmanti, colpendo sia le aziende
che le infrastrutture. I primi casi si sono
registrati nel 2008, con un’impennata già
nel 2010 dovuta ad un aumento del prezzo
del rame. Nel 2012, i furti di rame sono
stati 19.701, le persone denunciate 3.431
(di cui 2.092 in stato d’arresto), i delitti
scoperti 1.641. Nel 2013 si è rilevato il
maggior numero di « colpi » (20,083), mentre nel 2014 e nel 2015 si è registrata una
diminuzione pari, rispettivamente, a -10
per cento rispetto al 2013 e a -20 per
cento nel 2014, sintomo che l’introduzione
dell’aggravante penale di cui al decretolegge n. 93 del 2013 ha ottenuto una
qualche efficacia nel combattere il fenomeno.
Diffusissimo il numero di aziende colpite, fra cui soprattutto quelle operanti nei
piani di lottizzazione e nella realizzazione
di opere di urbanizzazione. I player maggiormente coinvolti sono Telecom Italia,
Ferrovie dello Stato e Enel, la quale – in
occasione della giornata mondiale per la
Sicurezza e la Salute – ha persino lanciato
una particolare campagna intitolata « Il
rame ti ruba la vita », un messaggio importante per sensibilizzare il grande pubblico sui gravi rischi legati al furto di
rame.
2) La dimensione organizzativa.
Fissate le macroscopiche dimensioni
del fenomeno, si deve attirare l’attenzione
sull’elemento « associativo » che emerge
costantemente in occasione dei furti in
questione, il che dimostra la presenza di
vere e proprie organizzazioni dedite a tale
attività criminosa, che utilizzano piccole
bande di ladri, cui succedono rottamai e
grossisti, che fondono il rame rubato,
creando barre facilmente rivendibili anche
all’estero, soprattutto nei Paesi dell’est Europa.
In effetti, la casistica raccolta dall’apposito osservatorio del Ministero dell’interno dimostra, senza tema di smentita, il
fisiologico carattere fisiologico « associativo » della fattispecie in questione.
Sintomatico, fra i tanti casi citabili e
ben catalogati dal citato osservatorio, sono
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gli esiti investigativi cui sono giunti gli
inquirenti dopo gli 11 arresti operati a
Padova il 29 aprile 2014, che condussero
alla individuazione – citiamo testualmente
– di una « organizzazione transnazionale
composta da cittadini rumeni ed italiani
dedita a razzie e furti di notevole entità ai
danni di ditte ed attività commerciali che
lavorano metalli (rame ed ottone), ai danni
di furgoni ed autobetoniere, di bar, nonché
di cimiteri e cantieri stradali. L’associazione a delinquere, prosegue la nota del
Viminale, composta prevalentemente da
cittadini dell’est Europa suddivisi in varie
batterie, aveva compiuto vari colpi non
solo nella provincia padovana, ma soprattutto in Lombardia, Veneto e Piemonte. Il
gruppo annovera vari ricettatori (prevalentemente italiani) nonché basisti per l’indicazione di luoghi, orari, allarmi antiintrusione ed aveva contatti e diramazioni
in altri Paesi europei quali Francia, Germania, Romania e Ucraina ».
3) I gravi riflessi pubblicistici.
Attestato che il fenomeno rappresenta
una vera e propria piaga in danno di ampi
segmenti del tessuto imprenditoriale italiano e che vi è la necessità di smantellare
significative realtà organizzate dedite a
tale attività delittuosa, si deve, ora sottolineare un ulteriore ed essenziale profilo,
che distingue il cosiddetto « furto di rame »
da altre tipologie di delitti contro il patrimonio già presenti nella legislazione
penale.
Ci si riferisce al fatto che il furto di
cavi di rame arreca quasi sempre anche
pregiudizi molto gravi a servizi pubblici
essenziali, quali l’illuminazione pubblica, a
loro volta funzionali alla vivibilità e, soprattutto, alla sicurezza dei luoghi pubblici, essendo anche capitato che interi
quartieri siano rimasti per giorni completamente al buio.
Arginare il problema diventa quindi
una priorità, non solo per i player economici coinvolti, ma anche nell’interesse
della popolazione beneficiaria dei servizi
pubblici danneggiati.
Pertanto, come già sottolineato in Aula
durante la discussione sulle linee generali,
Atti Parlamentari
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
la risposta che oggi si chiede di esprimere
al legislatore penale è del tutto opportuna
è giustificata.
In primis, infatti, l’introduzione dell’autonoma fattispecie di furto in danno di
infrastrutture energetiche e di comunicazioni risponde sul piano simbolico a un
fenomeno che, considerati i tre elementi
riferiti, e per la sicurezza, ha caratteri di
novità e specificità che meritano la perimetrazione di una nuova fattispecie penale.
Secondariamente, il legislatore ha il
dovere di offrire agli operatori anche una
risposta pratica, al fine di evitare, cioè, che
la gravità del furto di rame, se considerata
una mera aggravante, possa essere poi
annullata da una compensazione tecnica
sul piano processuale con altre circostanze
attenuanti.
Per tutte queste ragioni, il gruppo
Scelta Civica per l’Italia dichiara il proprio
voto favorevole al provvedimento in
esame.
ANTONIO MAROTTA (Dichiarazione di
voto finale – A.C. 2664-A)
Il fenomeno dei furti di rame crea
particolare disagio, dal momento che esso
provoca l’interruzione di servizi pubblici
essenziali con ripercussioni di natura economica e sociale di particolare rilievo,
oltre che possibili implicazioni di ordine e
sicurezza pubblica.
In tale quadro, la Direzione Centrale
della Polizia Criminale ha promosso e
redatto il protocollo istitutivo dell’Osservatorio nazionale sui furti di rame, che si
propone di favorire le migliori sinergie tra
Forze dell’Ordine, Agenzia delle dogane e
le società ed aziende maggiormente esposte al fenomeno dei furti (Ferrovie dello
Stato Italiane, Telecom Italia, ENEL e
Federazione delle imprese elettriche ed
elettroniche).
(N.B.: l’Osservatorio nazionale sui furti
di rame si è fatto promotore di una
proposta normativa, tesa ad inasprire le
pene per chi ruba il rame. La proposta è
stata accolta dal decreto-legge n. 93 del 14
agosto 2013, convertito in legge il 15
ottobre 2013).
Camera dei Deputati
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4.163 depositi controllati, (191.703 kg
di materiale trafugato recuperati, 802 persone indagate, di cui 171 arrestate: questi
sono i numeri principali della strategia
adottata dalla Task Force a difesa del
rame utilizzato per l’erogazione dei servizi
di trasporto ferroviario, composta dal personale di Protezione Aziendale del GruppoFS Italiane e dalle Forze dell’Ordine, in
particolare dalla Polizia Ferroviaria.
Positivi risultati sono stati conseguiti
grazie alle nuove azioni coordinate e condivise di prevenzione e contrasto ai furti di
rame, nonché alla scelta delle Forze dell’Ordine di incidere sul secondo livello
delle organizzazioni criminali, ossia quello
della ricettazione.
Quello dei furti di rame non è un
problema solo italiano. Il rame è il miglior
conduttore elettrico, dopo l’argento, è resistente alla corrosione ed è interamente
riciclabile.
È per questi motivi che esso viene
ampiamente usata sull’intera infrastruttura ferroviaria: in particolare, viene impiegato negli impianti tecnologici, nei sistemi di segnalamento ed alimentazione
elettrica dei treni e negli impianti di
telecomunicazione.
I rischi derivanti dal fenomeno del
furto di rame possono essere ricompresi
nei disagi che esso provoca alla circolazione dei treni con relativi ritardi), ovvero
all’interruzione del servizio pubblico, alle
implicazioni all’ordine ed alla sicurezza
pubbliche ed alle ripercussioni economicosociali.
I danni economici ammontano a ben
26.000.000 di euro, di cui 12 milioni solo
di costi di ripristino.
Ad oggi, al fine di combattere questo
fenomeno sempre più diffuso, sono stati
aumentati i controlli tecnici sulle linee
ferroviarie più colpite, si è provveduto alla
sostituzione del rame con materiali alternativi, si è proceduto ad introdurre recinzioni, blindature e sistemi d’allarme.
Soltanto nei primi otto mesi del 2016,
ben 1624 treni sono rimasti coinvolti dal
furto di rame, accumulando un ritardo
complessivo che ammonta a ben 20,7
giorni (ovvero 29.834 minuti).
Atti Parlamentari
XVII LEGISLATURA
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
Di positivo c’è che, rispetto al 2014
(quando i treni coinvolti sono stati 10.261
con 112,79 giorni di ritardo), e rispetto al
2015 4.546 treni coinvolti con 63,5 giorni
di ritardo), il numero di casi di treni
coinvolti in questo fenomeno è sceso drasticamente, pur restando ancora su livelli
elevati.
Anche sul fronte dei danni economici,
sono stati compiuti dei progressi, sebbene
il contrasto al fenomeno sia ben lungi
dall’essere terminato.
Infatti, se nel biennio 2014/15 il totale
di rame trafugato è stato di 1.128.723 kg
per un danno (diretto e manutentivo) di
12.201.281 euro, nel 2016 il totale di rame
trafugato ammonta a 165.218 kg, per un
danno che si aggira sul 1.514.225 euro.
Con la presente legge il reato di furto
di rame diventa una ipotesi autonoma di
reato e quindi sottratta al bilanciamento
delle attenuanti.
La competenza viene trasferita alla
procura distrettuale proprio per accertare
la presenza della criminalità organizzata
alle spalle di questa attività.
GIUSEPPE LAURICELLA (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2664-A).
L’iniziativa, che abbiamo assunto in
ordine al reato di furto di materiale sottratto ad infrastrutture energetiche e di
comunicazione, nasce dal basso.
Nasce dal grido di allarme di piccole
aziende, magari a dimensione familiare,
che, dall’oggi al domani, si sono trovate
senza energia e, dunque, senza la possibilità di poter continuare la produzione e
di lavorare, a causa dell’azione criminosa
di alcuni, che rubano cavi di rame per
rivenderli nel mercato nero.
Un materiale che è diventato prezioso
– persino quotato in borsa – e che ha,
poco a poco, alimentato un mercato illecito di dimensioni enormi.
Va, peraltro, rilevato come la nostra
iniziativa legislativa abbia trovato la condivisione anche di tutti coloro che operano
nel mondo produttivo, nell’energia, nei
trasporti, nelle comunicazioni, dall’Enel
alle Ferrovie dello Stato, le cui reti sono
divenute – ormai da anni – fonte di
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approvvigionamento di singoli come di
associazioni criminali.
L’istituzione stessa dell’osservatorio nazionale sui furti di rame, presso la direzione centrale della polizia criminale, dimostra la peculiarità e la pervasività del
fenomeno. L’osservatorio ha potuto evidenziare come il fenomeno del furto di
rame abbia prodotto enormi danni all’economia, colpendo i servizi pubblici essenziali, ma anche la vita di chi lavora
(magari) in piccole aziende e delle loro
famiglie.
Personalmente, ho ricevuto la richiesta
disperata di aiuto da piccole realtà prodaUve, territorialmente periferiche, che avevano subito un furto di cavi di rame, con
conseguente blocco di ogni possibilità di
produzione.
Proprio due anni fa, a sei, intervenni,
qui, alla Camera, in aula, per portare alla
ribalta nazionale quell’allarme. Il problema non era poi così sconosciuto, anzi.
Seguì la nostra iniziativa legislativa, che
oggi giunge al voto finale di questa Camera.
Iniziativa che ha voluto, principalmente, essere una risposta immediata a
quella parte di società che lavora e fatica
per mantenere in vita un’attività produttiva.
Per quanto mi riguarda, si è trattato di
dare un segno di attenzione. Il segno che
lo Stato e le istituzioni sono sensibili nei
confronti di coloro che lottano quotidianamente e onestamente.
Per tali ragioni, è inaccettabile che chi
agisce a danno della società e soprattutto
a danno di chi lotta quotidianamente per
vivere, non debba risponderne in modo
adeguato.
Non siamo, dunque, di fronte ad un’urgenza ma – piuttosto – ad un’emergenza.
Una emergenza sociale, economica e di
tutela della dignità di chi lavora.
Il fenomeno dei furti di rame è, sensibilmente, aumentato, sia in termini
quantitativi, sia in termini di diffusione sul
territorio nazionale.
Dati che sono confermati anche dal
Ministero dell’Interno, sulla base delle attività svolte dalle forze di polizia.
Atti Parlamentari
XVII LEGISLATURA
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DISCUSSIONI
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
Devo – per inciso – sottolineare un
dato non ricorrente nelle iniziative parlamentari: la proposta di legge, di cui sono
primo firmatario, presenta la sottoscrizione e la condivisione di vari esponenti di
questa Camera, in maniera trasversale.
Ciò rivela non solo l’emergenza in sé,
ma anche la dimensione sociale, che non
è limitata ad una categoria o ad una parte
della società. Il fenomeno colpisce ogni
settore ed ogni livello sociale, territoriale
ed economico.
Dunque, come è, per un verso, opportuno perseguire l’obiettivo della depenalizzazione di fattispecie di reato che non
presentino più un certo allarme sociale,
ritengo sia, per altro verso, opportuno
rendere più incisiva la reazione dello Stato
e dell’ordinamento di fronte a situazioni e
condotte che si manifestano più gravi per
gli effetti che producono nella società e
nell’economia reale del Paese.
Certo, potranno essere previsti strumenti tecnici e di controllo sul territorio
capaci di fronteggiare il fenomeno. Questo
è un altro aspetto.
Non possiamo continuare a trattare il
furto in danno di infrastrutture energetiche e di comunicazione come mera o
semplice aggravante del reato di furto.
Non si tratta più, soltanto, di una
pratica criminale posta in essere da singoli
soggetti, che occasionalmente rubano qualche cavo di rame per rivenderlo al primo
ricettatore d’occasione. Oggi, il fenomeno
ha assunto la forma di un vero e proprio
traffico illecito, con un suo mercato, anche
oltre i confini nazionali, predisposto e
Camera dei Deputati
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N.
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gestito dalla criminalità organizzata, costituendo una strutturata « filiera » che va
dal furto alla ricettazione, alla rivendita e
alla reimmissione del materiale sottratto
perfino nel mercato lecito, supportato da
falsa documentazione.
Per tali ragioni, la proposta che oggi è
sottoposta al voto della Camera prevede,
innanzitutto, che il reato in questione
finisca d’essere una mera circostanza aggravante del reato di furto e divenga una
fattispecie autonoma, evitando, peraltro, in
sede giudiziaria, il bilanciamento con le
circostanze attenuanti.
In secondo luogo, prevede che il reato
venga punito non solo con una pena
detentiva adeguata ma anche con una
sanzione pecuniaria più significativa.
Di particolare rilievo è, poi, l’aver voluto dare vita alla integrazione del reato di
furto di materiale appartenente a infrastrutture destinate alla erogazione di servizi pubblici e di energia con il reato di
associazione per delinquere, coordinandolo con le fattispecie di arresto in flagranza di reato e di ricettazione.
Dunque, si interviene nel codice penale
e di procedura penale.
Una scelta non risolutiva, certo, ma che
dà il segno di attenzione dello Stato nei
confronti dei mutamenti sociali. Ovvero, di
uno Stato che è attento alle nuove esigenze
della società, sia nel senso di tutelategli
interessi e dei diritti soggettivi, pubblici e
privati, sia nel senso di lotta alla criminalità diffusa o organizzata.
Per tali ragioni annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito democratico.
Atti Parlamentari
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XVII LEGISLATURA
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DISCUSSIONI
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
Camera dei Deputati
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SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI
EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in
ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 1 il deputato Zan ha segnalato che non è
riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 5 la deputata Albanella ha segnalato che non
è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 14 il deputato Arlotti ha segnalato che non
è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 15 il deputato Fauttilli ha segnalato che non
è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 16 la deputata Argentin ha segnalato che non
è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni nn. 19 e 27 il deputato Impegno ha segnalato che
non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
IL CONSIGLIERE CAPO
DEL SERVIZIO RESOCONTI
ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE
DOTT. RENZO DICKMANN
Licenziato per la stampa alle 20,30.
Atti Parlamentari
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XVII LEGISLATURA
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DISCUSSIONI
Votazioni I
—
Camera dei Deputati
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SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione
Risultato
O G G E T T O
Num
Tipo
Esito
Pres
Vot
1
Nom. Pdl 2664-A - em. 1.2, 1.3
362
362
2
Nom. em. 1.20
365
334
3
Nom. em. 1.4
367
4
Nom. em. 1.6
5
Ast
Magg
Fav Contr Miss
182
95
267
114 Resp.
31
168
71
263
114 Resp.
366
1
184
85
281
114 Resp.
370
369
1
185
88
281
114 Resp.
Nom. em. 1.10
380
360
20
181
96
264
114 Resp.
6
Nom. em. 1.50
396
331
65
166
38
293
112 Resp.
7
Nom. em. 1.11
386
366
20
184
105
261
112 Resp.
8
Nom. em. 1.100
399
320
79
161
317
3
112 Appr.
9
Nom. em. 1.51
399
336
63
169
37
299
112 Resp.
10
Nom. em. 1.13
378
352
26
177
91
261
112 Resp.
11
Nom. em. 1.14
389
369
20
185
126
243
112 Resp.
12
Nom. em. 1.16
392
372
20
187
108
264
112 Resp.
13
Nom. articolo 1
388
283
105
142
237
46
112 Appr.
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in
missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato
il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene
fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l’oggetto, il risultato e l’esito di ogni singola votazione.
Atti Parlamentari
—
XVII LEGISLATURA
—
Votazioni II
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione
Risultato
O G G E T T O
Num
Tipo
Esito
Pres
Vot
Ast
Magg
Fav Contr Miss
14
Nom. articolo agg. 1.050 rif.
388
252
136
127
249
3
112 Appr.
15
Nom. Pdl 2664-A - voto finale
399
303
96
152
248
55
111 Appr.
16
Nom. Moz. Vito e a. 1-1346
406
406
204
406
17
Nom. Moz. Cozzolino e a. 1-1384 rif.
401
401
201
400
18
Nom. Moz. Fiano e a. 1-1385 p.I
405
390
15
196
390
19
Nom. Moz. Fiano e a. 1-1385 p.II
405
366
39
184
289
77
97 Appr.
20
Nom. Moz. Piras e a. 1-1386
402
386
16
194
385
1
97 Appr.
21
Nom. Moz. Maestri A. e a. 1-1387 rif.
405
388
17
195
388
22
Nom. Moz. Molteni e a. 1-1388 rif. p.I
398
381
17
191
379
2
97 Appr.
23
Nom. Moz. Molteni e a. 1-1388 p.II
405
392
13
197
118
274
97 Resp.
24
Nom. Moz. Palese e a. 1-1389
404
404
203
404
25
Nom. Moz. Rizzetto e a. 1-1390 rif.
403
384
19
193
383
26
Nom. Ris. Fabbri e a. 6-261
401
387
14
194
387
98 Appr.
1
97 Appr.
97 Appr.
97 Appr.
97 Appr.
1
97 Appr.
97 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28)
Votazione
Risultato
O G G E T T O
Num
Tipo
Esito
Pres
Vot
Ast
Magg
Fav Contr Miss
27
Nom. Ris. Mucci e a. 6-262 rif.
393
379
14
190
379
97 Appr.
28
Nom. Ris. Pili e Mucci 6-263
399
398
1
200
398
97 Appr.
Atti Parlamentari
—
XVII LEGISLATURA
—
Votazioni III
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 1 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13
DEPUTATI
1 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3
DEPUTATI
1 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3
ABRIGNANI
C C C C C C C F C C C C F BATTELLI
ADORNATO
C C C C C C C F C C C C F BAZOLI
AGOSTINELLI
F F F F F A F A A F F F A BECATTINI
C C C C C C C F C C C C F
AGOSTINI LUCIANO
C C C C C C C F C C C C F BECHIS
F F F F F C F F C F F F A
AGOSTINI ROBERTA
C
M M M M M M M M M M M M M
C C C F C C C C F BELLANOVA
AIELLO
AIRAUDO
BENAMATI
F F F F F A F A A F F F A
C C C C C C
F A F F F C F F C F F F C BENEDETTI
ALBANELLA
C C F C C
C F BENI
C C C C C C C F C C C C F
F F F F F A F A A
ALBINI
C C C C C C C F C C C C F BERGONZI
ALFANO ANGELINO
M M M M M M M M M M M M M BERLINGHIERI
ALFANO GIOACCHINO
M M M M M M M M M M M M M BERNARDO
M M M M M M M M M M M M M
ALFREIDER
M M M M M M M M M M M M M BERNINI MASSIMILIANO
F F F F F A F A A
ALLASIA
C A C C A F A F F A A A A BERNINI PAOLO
ALLI
C C C C C C C F C C C C F BERRETTA
C C C C C C C F C C C C F
ALTIERI
F C C C F F F F F F F F A BERSANI
C C C C C C C F C C C
AMATO
C C C C C C C F C C C C F BIANCHI DORINA
M M M M M M M M M M M M M
BIANCHI NICOLA
F F F F F A F A A F F F A
AMICI
M M M M M M M M M M M M M BIANCHI STELLA
C C C C C C C F C C C C F
AMODDIO
C C C C C C C F C C C C F BIANCOFIORE
ANGELUCCI
A BERGAMINI
F F A F A A F F F A
ALBERTI
AMENDOLA
F
F C C C C F
BIANCONI
M M M M M M M M M M M M M
C C C C C C C F C C C C F
C C C C C C F C C F C C
F C C C F F F F F C F F C
ANTEZZA
C C C C C C C F C C C C F BIASOTTI
ANZALDI
C
ARCHI
C C C C C C C F C C F C C BINETTI
C C C C C C C F C C C C F
ARGENTIN
C C C C C C C F C C C C F BINI
C C C C C C C F C C C C F
ARLOTTI
C C C C C C C F C C C C C BIONDELLI
M M M M M M M M M M M M M
ARTINI
M M M M M M M M M M M M M BLAŽINA
C C C C C C C F C C C C F
ASCANI
C C C C C C C F C C C C F BOBBA
M M M M M M M M M M M M M
ATTAGUILE
C C C C C F C C C C F BINDI
A F A A F A A A A BOCCADUTRI
C C C
C C F C C F C C
M M M M M M M M M M M M M
C C C C C C C F C C C C F
BALDASSARRE
F F F F F C F F C F F F A BOCCI
M M M M M M M M M M M M M
BALDELLI
M M M M M M M M M M M M M BOCCIA
C C C C C C C F C C C C F
BARADELLO
BOCCUZZI
C C C
C C C F C C C C F
BARBANTI
C C C C C C C F C C C C F BOLDRINI PAOLA
C C C C C C C F C C C C F
BARETTA
M M M M M M M M M M M M M BOLOGNESI
C C C C C C C F C C C C F
BARGERO
C C C C C C C F C C C C F BOMBASSEI
C C C C C C C F C C C C F
BARONI
F F F F F A F A F
C C C C C C C F C C C C F
BARUFFI
M M M M M M M M M M M M M BONAFEDE
BASILIO
BONIFAZI
BASSO
BATTAGLIA
F F A BONACCORSI
C C C C C C C F C C C C F BONOMO
BORDO FRANCO
C C C C C C C F C C C C F
M M M M M M M M M M M M M
Atti Parlamentari
— Votazioni IV
XVII LEGISLATURA
—
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 1 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13
DEPUTATI
1 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3
DEPUTATI
BORDO MICHELE
M M M M M M M M M M M M M CAPOZZOLO
BORGHESE
F C C C C F F F F
BORGHESI
C A C C A F A A F A A A A CARDINALE
BORGHI
1 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3
F F F CARBONE
C C C C C C C F C
C C F C C C C F CARELLA
C C F
C C C C F
BORLETTI DELL’ACQUA
M M M M M M M M M M M M M CARFAGNA
C C C C C C F C C F C C
BOSCHI
M M M M M M M M M M M M M CARIELLO
F F F F F A F A A F F F A
BOSCO
C C C C C C C F C
F F F F F A F A A F F F A
C C F CARINELLI
BOSSA
CARLONI
BOSSI
F A F F
BRAGA
F A A CARNEVALI
C C F C C C
CAROCCI
C C C C C C C F C C C C F
C C C C C C C F C C C C F
C C C C C C C F C C C C F
BRAGANTINI MATTEO
M M M M M M M M M M M M M CARRA
C C C C C C C F C C C C F
BRAGANTINI PAOLA
C C C C C C C F C C C C F CARRESCIA
C C C C C C C F C C C C F
BRAMBILLA
M M M M M M M M M M M M M CARROZZA
C C C C C C C F C C C C F
BRANDOLIN
C C C C C C C F C C C C F CARUSO
M M M M M M M M M M M M M
BRATTI
M M M M M M M M M M M M M CASATI
C C C C C C C F C C C C F
BRESCIA
F F F F A F A A F F F A CASELLATO
C C C C C C C F C C C C F
BRESSA
M M M M M M M M M M M M M CASERO
M M M M M M M M M M M M M
BRIGNONE
F F F F F C F F C F F F A CASO
F F F F F A F A A F F F A
BRUGNEROTTO
F
BRUNETTA
M M M M M M M M M M M M M CASTELLI
BRUNO
F F F A F A A F F F A CASSANO
C C C C C C F C C C C
CASTIELLO
C
CASTIGLIONE
M M M M M M M M M M M M M
BRUNO BOSSIO
C C C C C C C F C C C C
BUENO
M M M M M C C F C C C C F CASTRICONE
BURTONE
C
BUSINAROLO
M M M M M M M M M M M M M CATANOSO GENOESE
BUSTO
F F F F F A F A A F F F A CAUSI
C C A A A F F A A A A CATANIA
C F CAUSIN
CALABRIA
CECCONI
CALABRO’
CENNI
CAMANI
CAMPANA
C C A F F A F A A A A
CATALANO
BUSIN
BUTTIGLIONE
F A
C C C C C C C F C C C C F CENSORE
CENTEMERO
M M M M M M M M M M M M M
C C C C C C C F C C C C F
A F A A F F F A
M M M M M M M M M M M M M
C C C C C C C F C C C C F
M M M M M M M M M M M M M
CANCELLERI
M M M M M M M M M M M M M CERA
C C C C C C C F C C C C F
CANI
C C C C C C C F C C C C F CESARO ANTIMO
M M M M M M M M M M M M M
CAON
CESARO LUIGI
CAPARINI
CHAOUKI
CAPELLI
CAPEZZONE
C C C C C C C F C C C C F
C C C C C C C F C F C C F CHIARELLI
F C C C F F F F F A F F F
CHIMIENTI
F F F F F A F A A F F F A
CAPODICASA
C C C C C C C F C C C C F CICCHITTO
M M M M M M M M M M M M M
CAPONE
C C C C C C C F C C C C F CIMBRO
M M M M M M M M M M M M M
Atti Parlamentari
—
XVII LEGISLATURA
—
Votazioni V
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 1 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13
DEPUTATI
1 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3
CIPRINI
DEPUTATI
1 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3
DA VILLA
F F F F F A F A A F F F A
DE GIROLAMO
C C C C C F C F F C F F C
CIRACI’
F C C C F F F F F A F F
CIRIELLI
M M M M M M M M M M M M M DEL BASSO DE CARO
M M M M M M M M M M M M M
CIVATI
F F F F F C F F C F F F A DEL GROSSO
F F F F F A F A A F F F A
COCCIA
C C C C C C F C C C C F DELLAI
COLANINNO
DELL’ARINGA
COLLETTI
F F F F F A F A A F F F A DELLA VALLE
COLONNESE
F F F F F A F A A F F F A DELL’ORCO
COMINARDI
C C C C C C C F C
C C F
A
F F F F F A
DE LORENZIS
F F F F F A F A A F
DE MARIA
C C C C C C C F C C C C F
COMINELLI
C C C C C C C F C C C C
COPPOLA
C C C C C C C F C C C C F DE MENECH
CORDA
M M M M M M M M M M M M M
F F A F A A F F F A DE MICHELI
F A
C C F C C C C F
M M M M M M M M M M M M M
CORSARO
F C C C C F F F C C F A A DE MITA
COSCIA
C C C C C C C F C C C C F DE ROSA
F F F F F A F A A F F F
COSTA
M M M M M M M M M M M M M DI BATTISTA
F F F F F A F A A F F F A
COSTANTINO
F A F F F C F F C F F F C DI BENEDETTO
COVA
C C C C C C C F C C C C F DIENI
COVELLO
C C C C C C C F C C C
COZZOLINO
F F F F F A F A A F F F A DI LELLO
C C C C C C
CRIMI’
C C C C C C C F C C C C F DI MAIO LUIGI
M M M M M M M M M M M M M
DI MAIO MARCO
C C C C C C C F C C C C F
CRIMI
CRIPPA
DI GIOIA
M M M M M M M M M M M M M
F C C C C F
F F F F A F A A F F F A D’INCA’
F F F F F A F A A F F F A
CRIVELLARI
C C C C C C C F C C C C F D’INCECCO
C C C C C C C F C C C C F
CULOTTA
C C C C C C C F C C C C F DI SALVO
C
C
CUOMO
C C C C C C C F C C C C F DISTASO
F F F
F F F F F A F F A
CUPERLO
C C F C C C C F DI STEFANO FABRIZIO
C C C C C F C F F C F C C
CURRO’
C C C C C C C F C C C C F DI STEFANO MANLIO
M M M M M M M M M M M M M
DADONE
F F F F F A F A A F F F A DI STEFANO MARCO
C
DAGA
F F F F F A F A A F F F A DI VITA
D’AGOSTINO
C C C C C C C F C C C
D’ALESSANDRO
C C C C C C C F C C C C F D’OTTAVIO
C C C C C C C F C C C C F
D’ALIA
M M M M M M M M M M M M M DURANTI
F A F F F C F F C F F F C
DALLAI
C C
F F F F F A F A A F F F A
DALL’OSSO
F F F F F A F A A F F F A EPIFANI
C C C C C C C F C C C C F
DAL MORO
C C C C C C C F C
C C C C C C C F C C C C F
D’AMBROSIO
M M M M M M M M M M M M M FABBRI
C C C C C C
DAMBRUOSO
M M M M M M M M M M M M M FAENZI
C C C C C C C C C C C C F
DAMIANO
M M M M M M M M M M M M M FALCONE
D’ARIENZO
C C C
D’ATTORRE
DONATI
C C C C F C C C C F D’UVA
C C
C C F ERMINI
C C F C C C C F
F A
C C C C
C C C C F
F C
C C F
F C C C C F FAMIGLIETTI
C C C C C C C F C C C C F
F C F F F F FANTINATI
M M M M M M M M M M M M M
Atti Parlamentari
— Votazioni VI
XVII LEGISLATURA
—
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 1 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13
DEPUTATI
1 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3
DEPUTATI
1 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3
FANUCCI
C C C C C C C F C C C C F GALLINELLA
M M M M M M M M M M M M M
FARAONE
M M M M M M M M M M M M M GALLO LUIGI
F F F F F A F A A F F F A
FARINA DANIELE
F A F F F C F F C F F F C GALLO RICCARDO
C C C C C C C F C C F C C
FARINA GIANNI
C C C C C C C F C C C C F GALPERTI
C C C C C C C F C C C C F
FASSINA
FAUTTILLI
GANDOLFI
C C C C C C C F C C
FAVA
C F GARAVINI
C C
C C F C C C C F
F C F F C F F F C GARNERO SANTANCHE’
FEDI
GAROFALO
M M M M M M M M M M M M M
FEDRIGA
M M M M M M M M M M M M M GAROFANI
M M M M M M M M M M M M M
FERRANTI
M M M M M M M M M M M M M GASPARINI
C C C C C C C F C C C C F
FERRARA
F A F F F C F F C F F F C GEBHARD
C C C C C C C F C C
FERRARESI
F F F F F A F A A F F F A GELLI
M M M M M M M M M M M M M
FERRARI
C C C C C C C F C C C C F GELMINI
FERRO
C C C C C C C F C C C C F GENOVESE
FIANO
GENTILONI SILVERI
C F
M M M M M M M M M M M M M
FICO
M M M M M M M M M M M M M GHIZZONI
FIORIO
C C C C C
FIORONI
M M M M M M M M M M M M M GIACOBBE
C C C C C C C F C C C C F
FITZGERALD NISSOLI
C C C C C C C F C C C C F GIACOMELLI
M M M M M M M M M M M M M
A F F F C F F C F F F A GIACOMONI
C C C C C C C F C C F C C
FOLINO
F C C C C F GIACHETTI
C C C C C C C F C C C C F
T T T T T T T T T T T T T
FONTANA CINZIA MARIA
C C C C C C C F C C C C F GIAMMANCO
C C C C C C C F C C F
FONTANA GREGORIO
M M M M M M M M M M M M M GIGLI
C C C C C C C F C C C C F
FONTANELLI
M M M M M M M M M M M M M GINATO
C C C C C C C F C C C C F
FORMISANO
M M M M M M M M M M M M M GINEFRA
C C C C C C C F C C C C F
FOSSATI
C C C C C C C F C C C C F GINOBLE
FRACCARO
F F F F F A F F A F F F A GIORDANO GIANCARLO
FRAGOMELI
C C C C C C C F C C C C F GIORDANO SILVIA
FRANCESCHINI
M M M M M M M M M M M M M GIORGETTI ALBERTO
FRATOIANNI
A F F F C F F C F F F C GIORGETTI GIANCARLO
FREGOLENT
C C C
FRUSONE
F F F F
FUCCI
C C C F C C C C F GIORGIS
A F A A F
C F
C
F F F F F A F A A F F F A
M M M M M M M M M M M M M
C C C C C C C F C C C C
A GITTI
F F A F F A GIULIANI
C C C C C C C F C C C C F
FURNARI
GIULIETTI
C C C C C C C F C C C C F
FUSILLI
GNECCHI
C C C C C C C F C C C C F
GADDA
C C C C C C C F C C C C F GOZI
GAGNARLI
F F F F F A F A A F F F A GRANDE
GALATI
M M M M M M M M M M M M M GRASSI
GALGANO
GALLI CARLO
GALLI GIAMPAOLO
M M M M M M M M M M M M M
C C C C C C C F C
C C
C C C F C C C C F GRECO
GREGORI
M M M M M M M M M M M M M GRIBAUDO
F F C F F F C
C C C C C C C F C C C C F
Atti Parlamentari
—
XVII LEGISLATURA
—
Votazioni VII
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 1 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13
DEPUTATI
GRILLO
1 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3
M M M M M M M M M M M M M LOTTI
GRIMOLDI
GUERINI GIUSEPPE
DEPUTATI
LUPI
1 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3
M M M M M M M M M M M M M
M M M M M M M M M M M M M
C C C C C C C F C C C C F LUPO
GUERINI LORENZO
MADIA
A
A A F F F A
M M M M M M M M M M M M M
GUERRA
C C C C C C C F C C C C F MAESTRI ANDREA
F F F F F C F F C F F F A
GUIDESI
C A C C A F A A F A A A A MAESTRI PATRIZIA
C C C C C C C F C C C C F
GULLO
C C C C C C C C C C C C F MAGORNO
GUTGELD
C C C C C C C F
IACONO
C C C C C C C F C C C C F MALISANI
C C C C C C C F C C C C F
IANNUZZI CRISTIAN
F F F F F A F A A F F F A MALPEZZI
C C C C C C C F C C C C F
IANNUZZI TINO
C C C C C C C F C C C C F MANCIULLI
M M M M M M M M M M M M M
IMPEGNO
C
C C C C C C C F C C C C F
INCERTI
C C C C C C C F C C C C
INVERNIZZI
C A C C A F A A F F A A A MANTERO
F F F F F A F A A F F F A
IORI
C C C C C C C F C
C C C C C C C F C C C C F
KRONBICHLER
M M M M M M M M M M M M M MARANTELLI
C C C C C C C F C C C C F
L’ABBATE
F F F F F A F A A F F F A MARAZZITI
M M M M M M M M M M M M M
LABRIOLA
F F F F F A F A A F F F A MARCHETTI
C C C C C C C F C C C C F
LACQUANITI
C C C C C C C F C
C C C C C C C F C C C C F
LAFFRANCO
C C C C C C C F C C F C C MARCOLIN
C C F MAIETTA
C C C C C F C C C C
MANNINO
C F MANZI
C C F MARCHI
LAFORGIA
LAINATI
MANFREDI
MARCON
C C C C C C C F C C C C F MARGUERETTAZ
C C C C C C C F C C C C F
F A F F F C F F C F F F C
C C C C C C C F C C C C F
LA MARCA
MARIANI
C C C C C C C F C C C C F
LA RUSSA
M M M M M M M M M M M M M MARIANO
C C C C C C C F C C C C F
LATRONICO
F C C C F F F F F F F F
C C C C C C C F C C C C F
LATTUCA
C C C C C C C F C C C C F MARROCU
LAURICELLA
C C C C C C C F C C C C F MARRONI
LAVAGNO
C C C C C C C F C C C C F MARTELLA
C
LENZI
C C C C C C
F A F F F C F F C F F F C
LEVA
C C C C C C C F C C C C F MARTI
F F C C F F F F F A F F A
LIBRANDI
C C C C C C C F C C C C F MARTINELLI
C C C C C F C F C C F C C
LIUZZI
MAROTTA
F C C C C F MARTELLI
MARTINO ANTONIO
C C C C F C C C C
C C C C C C C C C C F C C
LOCATELLI
M M M M M M M M M M M M M MARTINO PIERDOMENICO
C C C C
LODOLINI
C C C C C C C F C C C C F MARZANA
F F F F F A F A A F F F A
LOMBARDI
F F F F F A F A A F F F A MARZANO
LO MONTE
F C C C C F MASSA
C C F C C C C F
C C C C C C
F C C C C F
LONGO
C C C C C F C F C C F C C MATARRELLI
F F F F F C F F C F F F A
LOREFICE
F F F F F A F A A F F F A MATARRESE
C C C C C C C F C C C
LORENZIN
M M M M M M M M M M M M M MATTIELLO
LOSACCO
C C C C C C F C C C C F MAURI
F
C C C C C C C F C C C C F
C C C C C C C F C C C C F
Atti Parlamentari
—
XVII LEGISLATURA
—
Votazioni VIII
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 1 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13
DEPUTATI
1 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3
DEPUTATI
1 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3
MAZZIOTTI DI CELSO
M M M M M M M M M M M M M NICCHI
F A F F F C F F C F F F C
MAZZOLI
C C C C C C C F C C C C F NICOLETTI
M M M M M M M M M M M M M
MELILLA
F A F F F C F F C F F F C NUTI
MELILLI
OCCHIUTO
C C C C C C C F C C F C C
MELONI GIORGIA
OLIARO
C C C C C C C F C C C C F
OLIVERIO
C C C
MELONI MARCO
C C C C C
MENORELLO
C C C C C C C F C C C C F ORFINI
MERLO
M M M M M M M M M M M M M ORLANDO
META
M M M M M M M M M M M M M OTTOBRE
MICCOLI
C C C C C C C F C C C C F PAGANI
MICILLO
PAGANO
MIGLIORE
M M M M M M M M M M M M M PAGLIA
MILANATO
C C C F C
C C F
M M M M M M M M M M M M M
C C C C C C C F C C C C F
F A F F F C F F C F F F C
C C C F C C F C C PALAZZOTTO
MINARDO
C C C C C C C F C C C C F PALESE
F C C C F F F F F A F F A
MINNUCCI
C C C C C C C F C C C C F PALLADINO
C C C C C C C F C C C C F
MIOTTO
C C C C C C C F C C C C F PALMA
C C
MISIANI
C C C C C C C F C C C C F PALMIERI
MISURACA
C C F C C C C F PALMIZIO
C C C F C C C C F
C C C C C C C F C C F C C
MOGNATO
C C C C C C C F C C C C F PANNARALE
MOLEA
C C C C C C C F C C C C F PARENTELA
F F F F F A F A A F F F A
MOLTENI
C A C C A F A A F A A A A PARIS
M M M M M M M M M M M M M
MONACO
C C C C
MONCHIERO
C C C C C C C F C C C C F PARRINI
C C C C C C C F C C C C
MONGIELLO
M M M M M M M M M M M M M PASTORELLI
M M M M M M M M M M M M M
MONTRONI
C C C C C C C F C C C C F PASTORINO
F F F F F C F F C F F F A
MORANI
C C C C C C C F
C C C C C C C F C C C C F
MORASSUT
C
C C F C C C C F PARISI
C C C C
PATRIARCA
F C C C C F PELILLO
MORETTO
F
C C C C C C F C C C C F
PELLEGRINO
MOSCATT
C C C C C C C F C C C C F PELUFFO
C C C C C C C F C C C C F
MOTTOLA
C C C C C C C F C C C C F PES
M M M M M M M M M M M M M
MUCCI
PESCO
MURA
C C C C
MURER
C C C C C C C F C C C C F PETRENGA
C A C C A F A A F A A A A
MURGIA
F A A A A F F F F F F A A PETRINI
C C C C C C C F C
NACCARATO
C C C C C C C F C C C C F PIAZZONI
C C C C C C C F C C C C F
NARDI
C C C C C C C F C C C C F PICCHI
C A C C A F A A A A A A A
NARDUOLO
C C C C C C C F C C C C F PICCIONE
NASTRI
C C C C A F A A F F F A A PICCOLI NARDELLI
NESCI
NESI
C C F C C
F F F F F A F A A F F F A
C F PETRAROLI
PICCOLO GIORGIO
C C C C C C C F C C C C F PICCOLO SALVATORE
C C F
C C C C C C F C C C C F
M M M M M M M M M M M M M
C C C C C C C F C C C C F
C C C C C C C F C C C C F
Atti Parlamentari
—
XVII LEGISLATURA
—
Votazioni IX
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 1 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13
DEPUTATI
1 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3
DEPUTATI
PICCONE
ROCCELLA
PIEPOLI
ROCCHI
PILI
ROMANINI
PILOZZI
ROMANO ANDREA
1 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3
F F F F A F F A
C C C C C C C F C C C C F
PINI GIANLUCA
C F C C A F A A F A A A A ROMANO FRANCESCO SAVE. C C C C C C C F C C C C F
PINI GIUDITTA
C C C C C C C F C C C C F ROMANO PAOLO NICOLO’
PINNA
ROMELE
PIRAS
F A F F F C F F C F F
PISANO
F
F F A F A A
C RONDINI
F F A ROSATO
PISICCHIO
M M M M M M M M M M M M M ROSSI DOMENICO
PISO
F A C C C F F F F A A F A ROSSI PAOLO
PIZZOLANTE
PLACIDO
ROSSOMANDO
F A F F F C F F C F F F C ROSTAN
PLANGGER
ROSTELLATO
POLIDORI
M M M M M M M M M M M M M ROTONDI
POLLASTRINI
C C C C C C C F C C C C F ROTTA
POLVERINI
PORTA
PORTAS
PRATAVIERA
F F F F F A F A A F F F A
C C F C
F C C
C A C C A F A A F F A A A
M M M M M M M M M M M M M
M M M M M M M M M M M M M
M M M M M M M M M M M M M
C C C C C C C F C C C C F
C C C C C C C F C C C C F
C C C C C C C F C C C C C
RUBINATO
C C C C C C C F C C C C F
C C C C C C C F C C C C F RUGHETTI
M M M M M M M M M M M M M
C C C C C C F C
C C
RUOCCO
F A C C A F A A F A A F A RUSSO
PRESTIGIACOMO
C C F C C F F C SALTAMARTINI
F F F F A F A A F F F A
M M M M M M M M M M M M M
C
C C A F A A F A A F A
PREZIOSI
C C C C C C C F C C C C F SAMMARCO
C C C C C C C F C C C C F
PRINA
C C C C C C C F C C C C F SANGA
M M M M M M M M M M M M M
PRODANI
F F F F F A F F A F F F A SANI
C C C C C C C F C C C C F
QUARANTA
F A F F F C F F C F F F C SANNA FRANCESCO
C C C C C C C F C C C C F
QUARTAPELLE PROCOPIO
SANNA GIOVANNA
QUINTARELLI
C C C C C C C F C C C C F SANNICANDRO
RABINO
C C
C C C C C C C F C C C C F
F A F F F C F F C F F F C
C C C C F C C C C F SANTELLI
RACITI
SANTERINI
M M M M M M M M M M M M M
RAGOSTA
C C C C C C C F C C C C F SARRO
RAMPELLI
M M M M M F A A F A A A A SARTI
RAMPI
C C C C C C C F C C C C F SAVINO ELVIRA
C C
RAVETTO
M M M M M M M M M M M M M SAVINO SANDRA
C C C C C C C F C C F C C
REALACCI
M M M M M M M M M M M M M SBERNA
RIBAUDO
F A
C C C F C C C C F SBROLLINI
C C C C C C C F C C C C F
RICCIATTI
F A F F F C F F C F F F C SCAGLIUSI
F F F F F A F A A F F F A
RICHETTI
C C C C C C C F C C C C F SCALFAROTTO
M M M M M M M M M M M M M
RIGONI
M M M M M M M M M M M M M SCANU
M M M M M M M M M M M M M
RIZZETTO
C A C C A F A A F A A
C C C C C C C F C C C C F
RIZZO
F F F F F A F A A
A SCHIRO’
F F A SCHULLIAN
C C C C C C C F C C C C F
Atti Parlamentari
Votazioni X
—
XVII LEGISLATURA
—
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 1 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13
DEPUTATI
1 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3
DEPUTATI
1 1 1 1
1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3
SCOPELLITI
C C C C C C C F C C C C F TULLO
C C C C C C C F C C C C F
SCOTTO
M M M M M M M M M M M M M TURCO
F F F F F C F F C F F F A
SCUVERA
C C C C C C C F C C
F F F F F A F A A A F F A
SECCO
C C C C C C C F C C F C C VACCARO
SEGONI
F F F F F C F F C F F F A VALENTE SIMONE
SENALDI
M M M M M M M M M M M M M VALENTE VALERIA
SERENI
M M M M M M M M M M M M M VALENTINI
SGAMBATO
C C C C C C C F C C C C F VALIANTE
SIBILIA
F F F F F A F A A F F F A VALLASCAS
F F F F F A F A A
SIMONETTI
C F C C A F A A F A A A A VARGIU
C C C C C C C F C C C C F
SIMONI
C C C
C C C C C C C F C C C C F
C F VACCA
C C C F C C C C
VAZIO
SISTO
M M M M M M M M M M M M M
VECCHIO
F F A
F C C C C F
SORIAL
F F F F F A F A A F F F A VELLA
C C C C C C C F C C F C C
SOTTANELLI
C C C C C C C F C C C
M M M M M M M M M M M M M
SPADONI
M M M M M M M M M M M M M VENITTELLI
C C C C C C C F C C C C F
SPERANZA
C C C C C
C C C C C C C F C C C C F
SPESSOTTO
F F F F F A F A A F F F A VERINI
SQUERI
VELO
VENTRICELLI
C F F F C F C C VEZZALI
STUMPO
VICO
C C C C C C C F C C C C F
C C C C C C C F C C C C F
C C C C C C C F C C C C F
TABACCI
M M M M M M M M M M M M M VIGNALI
TACCONI
C C
TAGLIALATELA
C C C C A F A A F A A A A VILLAROSA
F F F F F A F A A F F F A
TANCREDI
C C C C C C C F C C C C F VILLECCO CALIPARI
C C C C C
TARANTO
C C C C C C C F C C C C F VITO
C C C C C C C F C C F C C
TARICCO
C C C C C C C F C C C
F F C C C C C F C C C C F
TARTAGLIONE
C C C C C C C F C C C C F ZAMPA
TENTORI
C C C C C C C F C C C C F ZAN
TERROSI
C
TERZONI
F F
F F A
TIDEI
C C
C C C C F
TINAGLI
C C C C C C C F C C C C F ZARATTI
F A F F F C F F C F F F C
TOFALO
F F F F F A F A A F F F A ZARDINI
C C C C C C C
TONINELLI
F F F F F A F A A F F F A ZOGGIA
C C C C C
TOTARO
C A C C A F A A F A A A A ZOLEZZI
F F F F F A F A A F
TRIPIEDI
M M M M M M M M M M M M M
C C C C F C C C C F VIGNAROLI
F ZACCAGNINI
C C C C C F C C C C F ZANETTI
A A
A F A A
F F A ZANIN
C
F ZAPPULLA
F A
*
*
*
C C C C C C C F C C C C F
C C C C C C F C C C C F
M M M M M M M M M M M M M
C C C C C F C C C C F
C C C C C C C F C C C C F
C C C C F
F A
Atti Parlamentari
—
XVII LEGISLATURA
—
Votazioni XI
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 2 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26
DEPUTATI
1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2
4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6
DEPUTATI
1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2
4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6
ABRIGNANI
F F F F F F F F F C F F F BATTELLI
ADORNATO
F F
AGOSTINELLI
A A F F F C F F F F F F F BECATTINI
F F F F F F F F F C F F F
AGOSTINI LUCIANO
F F F F F F F F F C F F F BECHIS
F C F F F A F F F A F F F
AGOSTINI ROBERTA
F F F F F F F F F C F F F BELLANOVA
M M M M M M M M M M M M M
AIELLO
A A
F F F F F F F
BAZOLI
F F F F F F F F F F F BENAMATI
F F F F F F F F F C F F F
AIRAUDO
A C F F F A F F A C F A F BENEDETTI
A A F F F C F F F F F F F
ALBANELLA
F F F F F F F F F C F F F BENI
F F F F F F F F F C F F F
ALBERTI
A A F F F C F F F F F F F BERGAMINI
M M M M M M M M M M M M M
ALBINI
F F F F F F F F F C F F F BERGONZI
F F F F F F F F F C F F F
ALFANO ANGELINO
M M M M M M M M M M M M M BERLINGHIERI
ALFANO GIOACCHINO
M M M M M M M M M M M M M BERNARDO
ALFREIDER
M M M M M M M M M M M M M BERNINI MASSIMILIANO
ALLASIA
A A F F A C A A F F F F A BERNINI PAOLO
ALLI
F F
BERRETTA
ALTIERI
A
BERSANI
AMATO
F F F F F F F F F C F F F BIANCHI DORINA
M M M M M M M M M M M M M
BIANCHI NICOLA
A A F F F C F F F F F F F
AMENDOLA
F F F F F F F F C F F F
M M M M M M M M M M M M M
A F F F C F F F F F F F
F F F F F F F F F C F F F
AMICI
M M M M M M M M M M M M M BIANCHI STELLA
F F
AMODDIO
F F F F F F F F F C F F F BIANCOFIORE
A C
ANGELUCCI
BIANCONI
C
ANTEZZA
F F F F F F F F F C F F F BIASOTTI
A C F F F F C
ANZALDI
F F F F F F F F F C F F F BINDI
M M M M M M M M M M M M M
ARCHI
A C
F F F F F F F F F C F F F
ARGENTIN
F F
F F F F F F C F F F BINI
F F F F F F F F F C F F F
ARLOTTI
F F F F F F F F F C F F F BIONDELLI
M M M M M M M M M M M M M
ARTINI
M M M M M M M M M M M M M BLAŽINA
F F F F F F F F F C F F F
ASCANI
F F F F F F F F F C F F F BOBBA
M M M M M M M M M M M M M
ATTAGUILE
A A F F A C A A F F F F A BOCCADUTRI
F F F F F F F F F C F F F
BALDASSARRE
A C F F F A F F F A F F F BOCCI
M M M M M M M M M M M M M
BALDELLI
M M M M M M M M M M M M M BOCCIA
F F
BINETTI
BARADELLO
BOCCUZZI
F F F
F F F F F C F F
BARBANTI
F F F F F F F
BARETTA
M M M M M M M M M M M M M BOLOGNESI
F F F F F F F F F C F F F
BARGERO
F F F F F F F F F C F F F BOMBASSEI
F F F F F F F F F C F F F
BARONI
A A F F F C F F F F F F F BONACCORSI
F F
BARUFFI
M M M M M M M M M M M M M BONAFEDE
BASILIO
BONIFAZI
BASSO
BATTAGLIA
F C F F F BOLDRINI PAOLA
F F F F
F F F F F F F F F C F F F BONOMO
BORDO FRANCO
F F F F F F F F F C F F F
A F F F C F F F F F F F
F F F F F F F F F C F F F
M M M M M M M M M M M M M
Atti Parlamentari
— Votazioni XII
XVII LEGISLATURA
—
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 2 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26
DEPUTATI
1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2
4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6
DEPUTATI
1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2
4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6
BORDO MICHELE
M M F F F F F F F C F F F CAPOZZOLO
BORGHESE
F F F F F F F F F F F F F CARBONE
BORGHESI
A A F F A C A A F F F F A CARDINALE
F F F F F F F F F C F F F
BORGHI
F F F F F F F F F C F F F CARELLA
F F F F F F F F
BORLETTI DELL’ACQUA
M M M M M M M M M M M M M CARFAGNA
A C F F F F F F F F F F F
BOSCHI
M M M M M M M M M M M M M CARIELLO
A A F F F C F F F F F F F
BOSCO
F F F F F F F F
A A F F F C F F F F F F F
C F F F CARINELLI
BOSSA
BOSSI
CARLONI
A A F F A C A A F F F A A CARNEVALI
BRAGA
F F F F F F F C F F F CAROCCI
F F F F F F F
F F F F F F F F
C F F A
C F F F
F F F F F F F F F C F F F
F F F F F F F F F C F F F
BRAGANTINI MATTEO
M F F F F F F A F F F F F CARRA
F F F F F F F F F C F F F
BRAGANTINI PAOLA
F F F F F F F F F C F F
F F F F F F F F F C F F F
BRAMBILLA
M M M M M M M M M M M M M CARROZZA
F F F F F F F F F C F F F
BRANDOLIN
F F F F F F F F F C F F F CARUSO
M M M M M M M M M M M M M
BRATTI
M M M M M M M M M M M M M CASATI
F F F F F F F F F C F F F
BRESCIA
A A F F F C F F F F F F F CASELLATO
F F F F F F F F F C F F F
BRESSA
M M M M M M M M M M M M M CASERO
M M M M M M M M M M M M M
BRIGNONE
A C F F F A F F F A F F F CASO
A A F F F C F F F F F F F
BRUGNEROTTO
A A F F F C F F F F F F F CASSANO
BRUNETTA
M M M M M M M M M M M M M CASTELLI
BRUNO
BRUNO BOSSIO
BUENO
BURTONE
CARRESCIA
F F F F F F F C F F F CASTIELLO
F F F F F F F F C F F F CASTIGLIONE
F F
CASTRICONE
F A F F F C F F F F F F F
A A
M M M M M M M M M M M M M
F F F F F F F F C F F F
F F F F F F F F C F F F CATALANO
BUSIN
A A F F A C A A F F F F A CATANIA
BUSINAROLO
M M M M M M M M M M M M M CATANOSO GENOESE
BUSTO
A A
BUTTIGLIONE
F F F F F F F F F C F F F CAUSIN
M M M M M M M M M M M M M
CAUSI
F F F F F F F F F C F F F
CALABRIA
F F F F F F F F F F F CECCONI
A A F F F C F F F F F F F
CALABRO’
F F F F F F F C F F F CENNI
M M M M M M M M M M M M M
CAMANI
CAMPANA
F F F F F F F F F C F F F CENSORE
CENTEMERO
F F F F F F F F F C F F F
M M M M M M M M M M M M M
CANCELLERI
M M M M M M M M M M M M M CERA
F F F F F F F F F C F F F
CANI
F F F F F F F F F C F F F CESARO ANTIMO
M M M M M M M M M M M M M
CAON
CAPARINI
CAPELLI
CAPEZZONE
CESARO LUIGI
F F A A A A F F F F F CHAOUKI
F F F F F F F F F C F F F CHIARELLI
CHIMIENTI
F F F F F F F F F C F F F
A A
F F F F F F F F F
A A F F F C F F F F F F F
CAPODICASA
F F F F F F F F F C F F F CICCHITTO
M M M M M M M M M M M M M
CAPONE
F F F F F F F F F C F F F CIMBRO
M M M M M M M M M M M M M
Atti Parlamentari
— Votazioni XIII
XVII LEGISLATURA
—
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 2 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26
DEPUTATI
1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2
4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6
CIPRINI
DEPUTATI
DA VILLA
CIRACI’
A F
F
F F F A
F F DE GIROLAMO
1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2
4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6
A A F F F C F F F F F F F
A C
CIRIELLI
M M M M M M M M M M M M M DEL BASSO DE CARO
M M M M M M M M M M M M M
CIVATI
F C F F F A F F F A F F F DEL GROSSO
A A F F F C F F F F F F F
COCCIA
F F F F F F F F F C F F F DELLAI
M M M M M M M M M M M M M
COLANINNO
DELL’ARINGA
F F F F F F F F F C F F F
F F F C F F F F F F F DELLA VALLE
A A F F F C F F F F F F F
COLLETTI
A
COLONNESE
A A F F F C F F F F F F F DELL’ORCO
COMINARDI
DE LORENZIS
A F
F F F
A A F F F C F F F F F F F
COMINELLI
F F F F F F F F F C F F F DE MARIA
F F F F F F F F F C F F F
COPPOLA
F F
F F F F F F F F
CORDA
A A F F F C F F F F F F F DE MICHELI
CORSARO
A
DE MITA
COSCIA
F F
DE ROSA
COSTA
M M M M M M M M M M M M M DI BATTISTA
COSTANTINO
A C
COVA
F F F F F F F F F C F F F DIENI
COVELLO
DE MENECH
C F F F
M M M M M M M M M M M M M
A A F F F C F F F F F F F
A A F F F C F F F F F F F
DI BENEDETTO
A F F F C F F F F F
F
F F F F F F F F C F F F DI GIOIA
M M M M M M M M M M M M M
COZZOLINO
A A F F F C F F F F F F F DI LELLO
F F F F F F F F F C F F F
CRIMI’
F F F F F F F F F C F F F DI MAIO LUIGI
M M M M M M M M M M M M M
DI MAIO MARCO
F F F F F F F F F C F F F
CRIMI
CRIPPA
A A F F F C F F F F F F F D’INCA’
A A F F F C F F F F F F F
CRIVELLARI
F F F F F F F F F C F F F D’INCECCO
F F F F F F F F F C F F F
CULOTTA
F F F F F F F F F C F F F DI SALVO
CUOMO
F
CUPERLO
F F F F F F F F F C F F F DI STEFANO FABRIZIO
CURRO’
F F F F F F F F F C F F F DI STEFANO MANLIO
M M M M M M M M M M M M M
DADONE
A A F F F C F F F F F F F DI STEFANO MARCO
F F
DAGA
F A F F F C F F F F F F F DI VITA
A A F F F C
D’AGOSTINO
DISTASO
F F F F F F F C F F F
A A F F F F F F F F F F F
F F F F F F F C F F F DONATI
F F F F F F F F F C F F F
D’ALESSANDRO
F F F F F F F F F C F F F D’OTTAVIO
F F F F F F F F F C F F F
D’ALIA
M M M M M M M M M M M M M DURANTI
A C F F F A F F A C F A F
DALLAI
F F F F F F F F F C F F F D’UVA
A A F F F C F F F F F F F
DALL’OSSO
A A F F F C F F F F F F F EPIFANI
F F
DAL MORO
F F F F F F F F F C F F F ERMINI
F F F F F F F F F C F F F
D’AMBROSIO
M M M M M M M M M M M M M FABBRI
F F F F F F F F F C F F F
DAMBRUOSO
M M F F F F F F F C F F F FAENZI
F F F F F F F F F C F F F
DAMIANO
M M M M M M M M M M M M M FALCONE
D’ARIENZO
F F F F F F F F
D’ATTORRE
A
C F F F FAMIGLIETTI
F F F A F F A C F A F FANTINATI
F F F F F F F F F C F F F
M M M M M M M M M M M M M
Atti Parlamentari
—
XVII LEGISLATURA
—
Votazioni XIV
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 2 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26
DEPUTATI
1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2
4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6
DEPUTATI
1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2
4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6
FANUCCI
F F F F F F F F F C F F F GALLINELLA
M M M M M M M M M M M M M
FARAONE
M M M M M M M M M M M M M GALLO LUIGI
F A F F F C F F F F F F F
FARINA DANIELE
A C F F F A F F A C F A F GALLO RICCARDO
F C F F F F F F F F F F F
FARINA GIANNI
F F F F F F F F F C F F F GALPERTI
FASSINA
F F F F F
F F C F F F
GANDOLFI
F F F F F F F C F F F
F F F F F F F C F F F GARAVINI
F F F F F F F F F C F F F
FAUTTILLI
F
FAVA
A C F F F A F F
GARNERO SANTANCHE’
FEDI
GAROFALO
M M M M M M M M M M M M M
FEDRIGA
M M M M M M M M M M M M M GAROFANI
M M F F F F F F F C F F F
FERRANTI
M M M M M M M M M M M M M GASPARINI
F F
FERRARA
A C F F F A F F A C F A F GEBHARD
F F F F F F F F F C F F F
FERRARESI
A A F
M M M M M M M M M M M M M
FERRARI
F F F F F F F F F C F F F GELMINI
FERRO
F F F F F F F F F C F F F GENOVESE
FIANO
FICO
F C F F F F F F F GELLI
F F F F F F F C F F F GENTILONI SILVERI
M M M M M M M M M M M M M GHIZZONI
FIORIO
F F F F F F F C F F F GIACHETTI
M M M M M M M M M M M M M
F F F F F F F F F C F F F
T T T T T T T T T T T T T
FIORONI
M M M M M M M M M M M M M GIACOBBE
F F F F F F F F F C F F F
FITZGERALD NISSOLI
F F F F F F F F F C F F F GIACOMELLI
M M M M M M M M M M M M M
FOLINO
A
GIACOMONI
A C F F F F F F F F F F F
FONTANA CINZIA MARIA
F F F F F F F F F C F F F GIAMMANCO
A C F F F F F F F F F F F
FONTANA GREGORIO
M M F F F F F F F F F F F GIGLI
F F F F F F F F F C F F F
FONTANELLI
M M M M M M M M M M M M M GINATO
F F F F F F F F F C F F F
FORMISANO
M M F F F F F F F C F F F GINEFRA
F F F F F F F F F C F F F
FOSSATI
F F
FRACCARO
A A F F F C F F F F F F F GIORDANO GIANCARLO
FRAGOMELI
F F F F F F F F F C F F F GIORDANO SILVIA
FRANCESCHINI
M M M M M M M M M M M M M GIORGETTI ALBERTO
FRATOIANNI
A C F F F A F F A C F A F GIORGETTI GIANCARLO
FREGOLENT
F F F F F F F F F C F F F GIORGIS
FRUSONE
FUCCI
A F F F
GINOBLE
F F
F F F F GITTI
A A F F F F F F F F F
F GIULIANI
C F F F A F F C C F A F
A A F F F C F F F F F F F
M M F F A C A A F F F F A
F F F F F F F C F F F
F F F F F F F C F F F
F F F F F F F F F C F F F
FURNARI
GIULIETTI
F F F F F F F F F C F F F
FUSILLI
GNECCHI
F F F F F F F F F C F F F
GADDA
F F F F F F F F F C F F F GOZI
GAGNARLI
A A F F F C F F F F F F F GRANDE
GALATI
M M M M M M M M M M M M M GRASSI
GALGANO
F F F
GALLI CARLO
GALLI GIAMPAOLO
C F F
M M M M M M M M M M M M M
F F F F F F F F C F F F
GRECO
GREGORI
M M M M M M M M M M M M M GRIBAUDO
A C F F F A F F A C F A F
F F F
F F F F F C F F F
Atti Parlamentari
—
XVII LEGISLATURA
—
Votazioni XV
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 2 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26
DEPUTATI
GRILLO
1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2
4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6
M M M M M M M M M M M M M LOTTI
GRIMOLDI
GUERINI GIUSEPPE
DEPUTATI
LUPI
F F F F F F F F F C F F F LUPO
GUERINI LORENZO
F F F F F F F C F F F MADIA
C F
F MAESTRI ANDREA
1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2
4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6
M M M M M M M M M M M M M
M M M M M M M M M M M M M
A A F F F C
M M M M M M M M M M M M M
GUERRA
F F F F F F F F
A C F F F A F F F A F F F
GUIDESI
A A F F A C A A F F F F A MAESTRI PATRIZIA
GULLO
F F F F F F F F F F F F F MAGORNO
GUTGELD
F F F F F F
IACONO
F F F F F F F F F C F F F MALISANI
F F F F F F F F F C F F F
IANNUZZI CRISTIAN
A A F F F A F F F A F F F MALPEZZI
F F F F F F F F F C F F F
IANNUZZI TINO
F F F F F F F F F C F F F MANCIULLI
M M M M M M M M M M M M M
F F F F F F F F F C F F F
F F C F F F MAIETTA
IMPEGNO
F F F F
F F F C F F F MANFREDI
INCERTI
F F F F F F F F C F F F MANNINO
F F F F F F F F F C F F F
INVERNIZZI
A A F F A C A A F F F F A MANTERO
A A F F F C F F F F F F F
IORI
F F F F F F F F F C F F F MANZI
F F F F F F F F F C F F F
KRONBICHLER
M M M M M M M M M M M M M MARANTELLI
F F F F F F F F F C F F F
L’ABBATE
A A F F F C F F
F F F F MARAZZITI
M M M M M M M M M M M M M
LABRIOLA
F A F F F F F F F F F F F MARCHETTI
F F F F F F F F F C F F F
LACQUANITI
F F F F F F F F F C F F F MARCHI
F F F F F F F F F C F F F
LAFFRANCO
A C F F F F F F F F F F F MARCOLIN
F F F F F F F F F
LAFORGIA
LAINATI
MARCON
F F F F F F F F F C F F F MARGUERETTAZ
F F
A C F F F A F F A C F A F
F F F F F F F F F C F F F
LA MARCA
MARIANI
F F F F F F F F F C F F F
LA RUSSA
M M M M M M M M M M M M M MARIANO
F F F F F F F F F C F F F
LATRONICO
A
F F F F F F F F F C F F F
LATTUCA
F F F F F F F F F C F F F MARROCU
LAURICELLA
F F F F F F F F F C
LAVAGNO
F F F F F F F F F C F F F MARTELLA
LENZI
F F F F F F
LEVA
F F F F F F F F F C F F F MARTI
A A
LIBRANDI
F F F F F F F F F C F F F MARTINELLI
A
LIUZZI
F F F F F F F F F F F MAROTTA
F F MARRONI
F F C F F F MARTELLI
A F F F C F F F F F F F MARTINO ANTONIO
F F F F F F F F C F F F
A C F F F A F F A C F A F
A C
LOCATELLI
M M F F F F F F F C F F F MARTINO PIERDOMENICO
F
LODOLINI
F F F F F F F F F C F F F MARZANA
A A F F F C F F F F F F
LOMBARDI
F A F F F C F F F F F F F MARZANO
LO MONTE
F F
MASSA
F F F F F F F F F C F F F
LONGO
A C
MATARRELLI
F C F F F A F F F A F F F
LOREFICE
A A F F F C F F F F F F F MATARRESE
LORENZIN
M M M M M M M M M M M M M MATTIELLO
F F F F F F F F F C F F F
LOSACCO
F F
F F F F F F F F F C F F F
MAURI
F F F F F F F C F F F
F F F F F F F F
C F F F
Atti Parlamentari
—
XVII LEGISLATURA
—
Votazioni XVI
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 2 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26
DEPUTATI
1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2
4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6
DEPUTATI
1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2
4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6
MAZZIOTTI DI CELSO
M M M M M M M M M M M M M NICCHI
A C F F F A F F A C F A F
MAZZOLI
F F F F F F F F F C F F F NICOLETTI
M M M M M M M M M M M M M
MELILLA
A C F F F A F F A C F A F NUTI
MELILLI
OCCHIUTO
A C F F F F F F F F F F F
MELONI GIORGIA
OLIARO
F F F F F F F F F C F F F
MELONI MARCO
F
F F F F C F F F OLIVERIO
F F F F F F F F F C F F F
MENORELLO
F F F F F F
F F A F F F ORFINI
F F F F F F F C F F F
MERLO
M M M M M M M M M M M M M ORLANDO
M M M M M M M M M M M M M
META
M M M M M M M M M M M M M OTTOBRE
F F F F F F F C F F F
MICCOLI
F F F F F F F F F C F F F PAGANI
MICILLO
PAGANO
F
F F F F F F F C F F F
MIGLIORE
M M M M M M M M M M M M M PAGLIA
MILANATO
A C
MINARDO
F F F F F F F F F C F F F PALESE
A A F F F F F F F F F F F
MINNUCCI
F F F F F F F F F C F F F PALLADINO
F F
MIOTTO
F F F F F F F F F C F F F PALMA
F F
MISIANI
F F F F F F F F F C F F F PALMIERI
MISURACA
F
MOGNATO
F F F F F F F F F C F F F PANNARALE
MOLEA
F F
MOLTENI
A A F F A C A A F F F F A PARIS
M M M M M M M M M M M M M
MONACO
F F F F F F F F F C F F F PARISI
F F F F F F F F F C F F F
MONCHIERO
F F F F F F F F F C F F F PARRINI
PALAZZOTTO
PALMIZIO
PARENTELA
A C F F F A F F A C F A F
C F F F A F F C C F C F
A C F F F F F F F F F
A A F F F C
F
F F F F F F
F F F F F F F F C F F F
MONGIELLO
M M M M M M M M M M M M M PASTORELLI
M M M M M M M M M M M M M
MONTRONI
F F F F F F F F F C F F F PASTORINO
F C F F F A F F F A F F F
F F F F F F F C F F F PATRIARCA
F F F F F F F F F C F F F
MORANI
MORASSUT
MORETTO
F F F F F F F F F C F F
PELILLO
F F F F F F F F F C F F F
F F F F F F F C F F F PELLEGRINO
MOSCATT
F F F F F F F F F C F F F PELUFFO
F F F F F F F F F C F F F
MOTTOLA
F F F F F F F F F C F F F PES
M M F F F F F F F C F F F
MUCCI
PESCO
A A F F F C F F F F F F F
MURA
F F F F F F F F F C F F F PETRAROLI
MURER
F F F F F F F F F C F F F PETRENGA
A A F F F A F F F F F F F
MURGIA
C A F F F F F F F F F F F PETRINI
F F F F F F F F F C F F F
NACCARATO
F F F F F F F F F C F F F PIAZZONI
F F F F F F F F F C F F F
NARDI
F F F F F F F F F C F F F PICCHI
A A
NARDUOLO
F F F F F F F F F C F F F PICCIONE
F F F F
NASTRI
A A F F F A F F F F F F F PICCOLI NARDELLI
M M M M M M M M M M M M M
NESCI
NESI
PICCOLO GIORGIO
F F F F F F F F F C F F F PICCOLO SALVATORE
F F F F C F F F
F F
F F F F F F F F F C F F F
Atti Parlamentari
— Votazioni XVII
XVII LEGISLATURA
—
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 2 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26
DEPUTATI
1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2
4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6
DEPUTATI
PICCONE
ROCCELLA
PIEPOLI
ROCCHI
PILI
F F F A F F F F F F F ROMANINI
PILOZZI
1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2
4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6
A A F F A C A A F F F F F
F F F F F F F F F C F F F
ROMANO ANDREA
PINI GIANLUCA
F A F F A C A A F F F F A ROMANO FRANCESCO SAVE. F F
PINI GIUDITTA
F F F F F F F F F C F F F ROMANO PAOLO NICOLO’
PINNA
F F F F F F F C F F F ROMELE
A A F F F C F F F F F F F
A C
F F F F F F F F
PIRAS
A C F F F A F F A C F A F RONDINI
A A F F A C A A F F F F A
PISANO
A A
M M M F F F F F F C F F F
F F F F F F ROSATO
PISICCHIO
M M F F F F F F F C F F F ROSSI DOMENICO
PISO
A
PIZZOLANTE
PLACIDO
F F F F F F F C F F F ROSSOMANDO
A C F F F A F F A C F A F ROSTAN
PLANGGER
M M M M M M M M M M M M M
F F A A A A F F F F F ROSSI PAOLO
F F C F F F
F C F F F ROSTELLATO
POLIDORI
M M M M M M M M M M M M M ROTONDI
POLLASTRINI
F F F F F F F F F C F F F ROTTA
POLVERINI
M M M M M M M M M M M M M
F F F F F F F F F C F F F
F F F F F F F F F C F F F
A C F F F F F F F F F F F
RUBINATO
F F F F F F F F F C F F F
PORTA
F F F F F F F F F C F F F RUGHETTI
M M M M M M M M M M M M M
PORTAS
F F F F F F F F C F F F RUOCCO
A A
PRATAVIERA
F F F F F F F A F F F F F RUSSO
M M M M M M M M M M M M M
PRESTIGIACOMO
A C F F F F F F F F F F F SALTAMARTINI
A A F F A C A A F F F F A
PREZIOSI
F F F F F F F F F C F F F SAMMARCO
F F
PRINA
F F F F F F F F F C F F F SANGA
M M F F F F F F F C F F F
PRODANI
A F F F F A F F F F F F F SANI
F F
QUARANTA
A C
F F F F F F F F F C F F F
QUARTAPELLE PROCOPIO
SANNA FRANCESCO
F F F F F F F C F F F SANNA GIOVANNA
QUINTARELLI
F F F F F F F F F C F F F SANNICANDRO
RABINO
F F F F F F F F F C F F F SANTELLI
RACITI
SANTERINI
F F F F F F F F F C F F F
A C F F F A F F A A F A
M M M M M M M M M M M M M
RAGOSTA
F F F F F F F F F C F F F SARRO
C F F F F F F F F F F F
RAMPELLI
A A F F F A F F F F F F F SARTI
A A F F F C F F F F F F F
RAMPI
F F F F F F F F F C F
A C F F F F F F F
RAVETTO
M M M M M M M M M M M M M SAVINO SANDRA
REALACCI
M M F F F F F F F C F F F SBERNA
RIBAUDO
F F
SBROLLINI
F F F F F F F F F C F F F
RICCIATTI
A C F F F A F F A C F A F SCAGLIUSI
A A F F F C F F F F F F F
RICHETTI
F F F F F F F F F C F F F SCALFAROTTO
M M M M M M M M M M M M M
RIGONI
M M M M M M M M M M M M M SCANU
M M M M M M M M M M M M M
RIZZETTO
A A F F F A F F F F F F F SCHIRO’
F F F F F F F F F C F F F
RIZZO
A
F F F F F F F F F C F F F
F SAVINO ELVIRA
F F F C F F F F F F F SCHULLIAN
F F F
A C F F F F F F F F F F F
Atti Parlamentari
— Votazioni XVIII
XVII LEGISLATURA
—
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 2 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26
DEPUTATI
1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2
4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6
DEPUTATI
1 1 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 2
4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6
SCOPELLITI
F F F F F F F F F C F F F TULLO
F F F F F F F F F C F F F
SCOTTO
M M M M M M M M M M M M M TURCO
A C F F F A F F F A F F F
SCUVERA
F F F F F F F F F C F F F VACCA
A A F F F C F F F F F F F
SECCO
A C F F F F F F F F F F F VACCARO
SEGONI
A C F F F A F F F A
SENALDI
M M M M M M M M M M M M M VALENTE VALERIA
SERENI
M M M M M M M M M M M M M VALENTINI
SGAMBATO
F F F F F F F F F C F F F VALIANTE
SIBILIA
A A F F F C F F F F F F F VALLASCAS
A A F F F C F F F F F F F
SIMONETTI
A A F F
F F F F F F F F F C F F F
C A
F F F
SISTO
F F F F F F F
SORIAL
SOTTANELLI
SPADONI
F F VALENTE SIMONE
F F F F A VARGIU
SIMONI
F F F F F F C F F F
F F F C F F
VAZIO
F F F VECCHIO
M M M M M M M M M M M M M
F F F F F F F F F C F F F
F F F F F F F F F C F F F
A A F F F C F F F F F F F VELLA
A C F F F F F F F F F F F
C F F F F F F F C F F F VELO
M M M M M M M M M M M M M
M M M M M M M M M M M M M VENITTELLI
SPERANZA
VENTRICELLI
F F F F F F F F F C F F F
F F F F F F F F F C F F F
SPESSOTTO
A A F F F C F F F F F F F VERINI
F F F F F F F F F C F F F
SQUERI
A C F F F F
C F F F F F F F F C F F F
F F F F F F VEZZALI
STUMPO
F F F F F F F C F F F VICO
F F F F F F F F F C F F F
TABACCI
M M F F F F F F F C F F F VIGNALI
M M F F F F F F F C F F F
TACCONI
F F F F F F F F F C F F F VIGNAROLI
F F F C F F F F F F F
TAGLIALATELA
A A F F F A F F F F F F F VILLAROSA
A A F F F C F F F F F F F
TANCREDI
F F F F F F F F F C
F F F F F F F F F C F F F
TARANTO
F F F F F F F F F C F F F VITO
A C F F F F F F F F F F F
TARICCO
F F F F F F F F F C F F F ZACCAGNINI
F F F F F F F F F C F F F
TARTAGLIONE
F F F F F F F F F C F F F ZAMPA
F F F F F F F F F C F F F
TENTORI
F F F F F F F F F C F F F ZAN
F F F F F F F F F C F F F
TERROSI
F F F F F F F F F C F F F ZANETTI
M M M M M M M M M M M M M
TERZONI
F A F
F F F F F F F F F C F F F
TIDEI
F F
TINAGLI
F F F F F F F F F C F F F ZARATTI
A C F F F A F F A C F A F
TOFALO
A A F F F C F F F F F F F ZARDINI
F F F F F F F F F C F
TONINELLI
A A F F F C F F F F F F F ZOGGIA
TOTARO
A A
TRIPIEDI
A A F F F C F F F F F F F
F F VILLECCO CALIPARI
F C F F F F F F F ZANIN
ZAPPULLA
ZOLEZZI
*
*
*
F F F F F F F F F C F F F
F
F F F F F F F C F F F
F A F F F C F F F F F F F
Atti Parlamentari
—
XVII LEGISLATURA
—
Votazioni XIX
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 3 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28
DEPUTATI
ABRIGNANI
2 2
7 8
F F
ADORNATO
DEPUTATI
BATTELLI
2 2
7 8
F F
BAZOLI
AGOSTINELLI
F F
BECATTINI
F F
AGOSTINI LUCIANO
F F
BECHIS
F F
AGOSTINI ROBERTA
F F
BELLANOVA
M M
AIELLO
F F
BENAMATI
F F
AIRAUDO
F F
BENEDETTI
F F
ALBANELLA
F F
BENI
F F
ALBERTI
F
BERGAMINI
M M
ALBINI
F F
BERGONZI
F F
ALFANO ANGELINO
M M
BERLINGHIERI
F F
ALFANO GIOACCHINO
M M
BERNARDO
M M
ALFREIDER
M M
BERNINI MASSIMILIANO
F F
ALLASIA
A F
BERNINI PAOLO
ALLI
BERRETTA
ALTIERI
BERSANI
AMATO
F F
AMENDOLA
BIANCHI DORINA
M M
BIANCHI NICOLA
F F
AMICI
M M
BIANCHI STELLA
AMODDIO
F F
BIANCOFIORE
ANGELUCCI
F F
BIANCONI
ANTEZZA
F F
BIASOTTI
ANZALDI
F F
BINDI
M M
ARCHI
F
BINETTI
F F
ARGENTIN
F F
BINI
F F
ARLOTTI
F F
BIONDELLI
M M
ARTINI
M M
BLAŽINA
F F
ASCANI
F F
BOBBA
M M
ATTAGUILE
A F
BOCCADUTRI
F F
BALDASSARRE
F F
BOCCI
M M
BALDELLI
M M
BOCCIA
BARADELLO
BOCCUZZI
BARBANTI
F F
BOLDRINI PAOLA
F F
BARETTA
M M
BOLOGNESI
F F
BARGERO
F F
BOMBASSEI
F F
BARONI
F F
BONACCORSI
BARUFFI
M M
BONAFEDE
BASILIO
BASSO
BATTAGLIA
F F
BONIFAZI
F F
BONOMO
F F
BORDO FRANCO
M M
Atti Parlamentari
—
XVII LEGISLATURA
—
Votazioni XX
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 3 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28
DEPUTATI
2 2
7 8
DEPUTATI
2 2
7 8
BORDO MICHELE
F F
CAPOZZOLO
BORGHESE
F F
CARBONE
BORGHESI
A F
CARDINALE
BORGHI
F F
CARELLA
BORLETTI DELL’ACQUA
M M
CARFAGNA
F F
BOSCHI
M M
CARIELLO
F F
BOSCO
F F
CARINELLI
F F
BOSSA
CARLONI
F F
F F
F
BOSSI
A A
CARNEVALI
F F
BRAGA
F F
CAROCCI
F F
BRAGANTINI MATTEO
F F
CARRA
F F
BRAGANTINI PAOLA
F F
CARRESCIA
F F
BRAMBILLA
M M
CARROZZA
F F
BRANDOLIN
F F
CARUSO
M M
BRATTI
M M
CASATI
F F
BRESCIA
F F
CASELLATO
F F
BRESSA
M M
CASERO
M M
BRIGNONE
F F
CASO
F F
BRUGNEROTTO
F F
CASSANO
BRUNETTA
M M
CASTELLI
BRUNO
F F
CASTIELLO
BRUNO BOSSIO
F F
CASTIGLIONE
M M
CASTRICONE
F F
BUENO
BURTONE
F F
CATALANO
BUSIN
A F
CATANIA
BUSINAROLO
M M
CATANOSO GENOESE
BUSTO
F F
M M
CAUSI
BUTTIGLIONE
F F
CAUSIN
F F
CALABRIA
F F
CECCONI
F F
CALABRO’
F F
CENNI
M M
CAMANI
F F
CENSORE
F F
CAMPANA
CENTEMERO
M M
CANCELLERI
M M
CERA
F F
CANI
F F
CESARO ANTIMO
M M
CAON
CESARO LUIGI
CAPARINI
A F
CHAOUKI
F F
CAPELLI
F F
CHIARELLI
F F
CHIMIENTI
F F
CAPEZZONE
CAPODICASA
F F
CICCHITTO
M M
CAPONE
F F
CIMBRO
M M
Atti Parlamentari
—
XVII LEGISLATURA
—
Votazioni XXI
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 3 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28
DEPUTATI
2 2
7 8
CIPRINI
DEPUTATI
DA VILLA
2 2
7 8
F F
CIRACI’
F
DE GIROLAMO
CIRIELLI
M M
DEL BASSO DE CARO
M M
CIVATI
F F
DEL GROSSO
F F
COCCIA
F F
DELLAI
M M
DELL’ARINGA
F
DELLA VALLE
F F
DELL’ORCO
F F
DE LORENZIS
F F
DE MARIA
F F
DE MENECH
F F
DE MICHELI
M M
COLANINNO
COLLETTI
COLONNESE
F
F F
COMINARDI
COMINELLI
F F
COPPOLA
CORDA
F F
CORSARO
DE MITA
COSCIA
DE ROSA
F F
DI BATTISTA
F F
COSTA
M M
COSTANTINO
DI BENEDETTO
COVA
F F
DIENI
F F
COVELLO
F F
DI GIOIA
M M
COZZOLINO
F F
DI LELLO
F F
CRIMI’
F F
DI MAIO LUIGI
M M
DI MAIO MARCO
F F
CRIMI
CRIPPA
F F
D’INCA’
F F
CRIVELLARI
F F
D’INCECCO
F F
CULOTTA
F F
DI SALVO
F F
CUOMO
F F
DISTASO
F F
CUPERLO
F
DI STEFANO FABRIZIO
CURRO’
F F
DI STEFANO MANLIO
DADONE
F F
DI STEFANO MARCO
DAGA
F F
DI VITA
D’AGOSTINO
F F
DONATI
F F
D’ALESSANDRO
F F
D’OTTAVIO
F F
D’ALIA
M M
DURANTI
F F
DALLAI
F F
D’UVA
F F
DALL’OSSO
F F
EPIFANI
DAL MORO
M M
F
ERMINI
F F
D’AMBROSIO
M M
FABBRI
F F
DAMBRUOSO
F F
FAENZI
F F
DAMIANO
M M
FALCONE
D’ARIENZO
F F
FAMIGLIETTI
F F
D’ATTORRE
F F
FANTINATI
M M
Atti Parlamentari
— Votazioni XXII
XVII LEGISLATURA
—
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 3 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28
DEPUTATI
2 2
7 8
DEPUTATI
2 2
7 8
FANUCCI
F F
GALLINELLA
M M
FARAONE
M M
GALLO LUIGI
F F
FARINA DANIELE
F F
GALLO RICCARDO
F F
FARINA GIANNI
F F
GALPERTI
F F
GANDOLFI
F F
GARAVINI
F F
FASSINA
FAUTTILLI
F
FAVA
GARNERO SANTANCHE’
FEDI
GAROFALO
M M
F F
FEDRIGA
M M
GAROFANI
FERRANTI
M M
GASPARINI
FERRARA
F F
GEBHARD
F F
FERRARESI
F F
GELLI
M M
FERRARI
F F
GELMINI
FERRO
F F
GENOVESE
FIANO
F F
GENTILONI SILVERI
M M
FICO
M M
GHIZZONI
F F
FIORIO
F F
GIACHETTI
T T
FIORONI
M M
GIACOBBE
F F
FITZGERALD NISSOLI
F F
GIACOMELLI
M M
GIACOMONI
F F
FOLINO
FONTANA CINZIA MARIA
F F
GIAMMANCO
F
FONTANA GREGORIO
F F
GIGLI
F F
FONTANELLI
M M
GINATO
F F
FORMISANO
F F
GINEFRA
FOSSATI
FRACCARO
F
GINOBLE
F
GIORDANO GIANCARLO
F F
F F
FRAGOMELI
F F
GIORDANO SILVIA
FRANCESCHINI
M M
GIORGETTI ALBERTO
FRATOIANNI
F F
GIORGETTI GIANCARLO
A F
FREGOLENT
F F
GIORGIS
F F
FRUSONE
F F
GITTI
F F
FUCCI
F F
GIULIANI
F
FURNARI
GIULIETTI
F F
FUSILLI
GNECCHI
F F
M M
GADDA
F F
GOZI
GAGNARLI
F F
GRANDE
GALATI
M M
GRASSI
GALGANO
F F
GRECO
GALLI CARLO
GALLI GIAMPAOLO
M M
F F
GREGORI
F F
GRIBAUDO
F F
Atti Parlamentari
—
XVII LEGISLATURA
—
Votazioni XXIII
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 3 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28
DEPUTATI
GRILLO
2 2
7 8
M M
GRIMOLDI
GUERINI GIUSEPPE
F F
GUERINI LORENZO
F
DEPUTATI
2 2
7 8
LOTTI
M M
LUPI
M M
LUPO
MADIA
M M
GUERRA
F F
MAESTRI ANDREA
F F
GUIDESI
A F
MAESTRI PATRIZIA
F F
GULLO
F F
MAGORNO
GUTGELD
F F
MAIETTA
IACONO
F F
MALISANI
F F
IANNUZZI CRISTIAN
F F
MALPEZZI
F F
IANNUZZI TINO
F F
MANCIULLI
M M
MANFREDI
F F
IMPEGNO
F
INCERTI
F F
MANNINO
INVERNIZZI
A
MANTERO
F F
IORI
F F
MANZI
F F
KRONBICHLER
M M
MARANTELLI
F F
L’ABBATE
F F
MARAZZITI
M M
LABRIOLA
F F
MARCHETTI
F F
LACQUANITI
F F
MARCHI
F F
LAFFRANCO
F F
MARCOLIN
F F
MARCON
F F
MARGUERETTAZ
F F
MARIANI
F F
LAFORGIA
LAINATI
F F
LA MARCA
LA RUSSA
M M
MARIANO
F F
LATRONICO
F F
MAROTTA
F F
LATTUCA
F F
MARROCU
LAURICELLA
F F
MARRONI
LAVAGNO
F F
MARTELLA
F F
LENZI
F F
MARTELLI
F F
LEVA
F F
MARTI
LIBRANDI
F F
MARTINELLI
LIUZZI
F F
MARTINO ANTONIO
LOCATELLI
F F
MARTINO PIERDOMENICO
LODOLINI
F F
MARZANA
LOMBARDI
F F
MARZANO
F F
LO MONTE
MASSA
F F
LONGO
MATARRELLI
F F
LOREFICE
F F
MATARRESE
F
LORENZIN
M M
MATTIELLO
F F
LOSACCO
MAURI
F
Atti Parlamentari
— Votazioni XXIV
XVII LEGISLATURA
—
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 3 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28
DEPUTATI
2 2
7 8
DEPUTATI
2 2
7 8
MAZZIOTTI DI CELSO
M M
NICCHI
F F
MAZZOLI
F F
NICOLETTI
M M
MELILLA
F F
NUTI
MELILLI
OCCHIUTO
F F
MELONI GIORGIA
OLIARO
F F
MELONI MARCO
F F
OLIVERIO
F F
MENORELLO
F F
ORFINI
F F
MERLO
M M
ORLANDO
M M
META
M M
OTTOBRE
F F
MICCOLI
F F
PAGANI
F F
MICILLO
MIGLIORE
PAGANO
M M
MILANATO
PAGLIA
F F
PALAZZOTTO
F F
F F
MINARDO
F F
PALESE
MINNUCCI
F F
PALLADINO
MIOTTO
F F
PALMA
MISIANI
F F
PALMIERI
MISURACA
MOGNATO
PALMIZIO
F F
MOLEA
F F
PANNARALE
PARENTELA
F F
MOLTENI
A F
PARIS
M M
MONACO
F F
PARISI
F F
MONCHIERO
F F
PARRINI
F F
MONGIELLO
M M
PASTORELLI
M M
MONTRONI
F F
PASTORINO
F F
MORANI
F F
PATRIARCA
F F
PELILLO
F F
MORASSUT
F
MORETTO
F F
PELLEGRINO
MOSCATT
F
PELUFFO
F F
MOTTOLA
F F
PES
F F
PESCO
F F
MUCCI
MURA
F F
PETRAROLI
MURER
F F
PETRENGA
F F
MURGIA
F F
PETRINI
F F
NACCARATO
F F
PIAZZONI
F F
NARDI
F F
PICCHI
NARDUOLO
F F
PICCIONE
F F
NASTRI
F F
PICCOLI NARDELLI
M M
NESCI
NESI
PICCOLO GIORGIO
F F
PICCOLO SALVATORE
F F
Atti Parlamentari
—
XVII LEGISLATURA
—
Votazioni XXV
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 3 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28
DEPUTATI
2 2
7 8
DEPUTATI
PICCONE
ROCCELLA
PIEPOLI
ROCCHI
PILI
F F
PILOZZI
ROMANINI
2 2
7 8
F F
F F
ROMANO ANDREA
PINI GIANLUCA
A F
ROMANO FRANCESCO SAVE.
PINI GIUDITTA
F F
ROMANO PAOLO NICOLO’
F F
PINNA
F F
ROMELE
F F
PIRAS
F F
RONDINI
A F
PISANO
F F
ROSATO
F F
PISICCHIO
F F
ROSSI DOMENICO
M M
PISO
F F
ROSSI PAOLO
PIZZOLANTE
F F
ROSSOMANDO
M M
PLACIDO
F F
ROSTAN
F F
PLANGGER
F F
ROSTELLATO
F F
POLIDORI
M M
ROTONDI
F F
POLLASTRINI
F F
ROTTA
POLVERINI
RUBINATO
F F
PORTA
F F
RUGHETTI
M M
PORTAS
F F
RUOCCO
PRATAVIERA
F F
RUSSO
M M
PRESTIGIACOMO
F F
SALTAMARTINI
A F
PREZIOSI
F F
SAMMARCO
PRINA
F F
SANGA
PRODANI
F F
SANI
QUARANTA
F F
SANNA FRANCESCO
F F
QUARTAPELLE PROCOPIO
F F
SANNA GIOVANNA
F F
QUINTARELLI
F F
SANNICANDRO
F F
RABINO
F F
SANTELLI
RACITI
SANTERINI
M M
RAGOSTA
F F
SARRO
F F
RAMPELLI
F F
SARTI
F F
RAMPI
F F
SAVINO ELVIRA
F F
RAVETTO
M M
SAVINO SANDRA
F F
REALACCI
F F
SBERNA
RIBAUDO
SBROLLINI
F F
F
RICCIATTI
F F
SCAGLIUSI
RICHETTI
F F
SCALFAROTTO
M M
RIGONI
M M
SCANU
M M
RIZZETTO
F F
SCHIRO’
F F
RIZZO
F F
SCHULLIAN
F F
Atti Parlamentari
— Votazioni XXVI
XVII LEGISLATURA
—
DISCUSSIONI
—
Camera dei Deputati
—
SEDUTA DELL’11 OTTOBRE
2016 — N. 690
ELENCO N. 3 DI 3 - VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28
DEPUTATI
2 2
7 8
DEPUTATI
2 2
7 8
SCOPELLITI
F F
TULLO
F F
SCOTTO
M M
TURCO
F F
SCUVERA
F F
VACCA
F F
SECCO
F F
VACCARO
F F
SEGONI
F F
VALENTE SIMONE
SENALDI
M M
VALENTE VALERIA
SERENI
M M
VALENTINI
SGAMBATO
F F
VALIANTE
SIBILIA
F F
VALLASCAS
F F
SIMONETTI
A F
VARGIU
F F
SIMONI
F F
VAZIO
F F
SISTO
F F
VECCHIO
F F
SORIAL
F F
VELLA
F F
SOTTANELLI
F F
VELO
M M
SPADONI
M M
VENITTELLI
F F
VENTRICELLI
F F
SPERANZA
SPESSOTTO
F
M M
VERINI
F F
SQUERI
F F
VEZZALI
F F
STUMPO
F F
VICO
F F
TABACCI
F F
VIGNALI
F F
TACCONI
F F
VIGNAROLI
F F
TAGLIALATELA
F F
VILLAROSA
F F
TANCREDI
F F
VILLECCO CALIPARI
F F
TARANTO
F F
VITO
F F
TARICCO
F F
ZACCAGNINI
F F
TARTAGLIONE
F F
ZAMPA
F F
TENTORI
F F
ZAN
F F
TERROSI
F F
ZANETTI
M M
TERZONI
F
ZANIN
F F
ZAPPULLA
F F
F F
TIDEI
TINAGLI
F F
ZARATTI
TOFALO
F F
ZARDINI
TONINELLI
F F
ZOGGIA
F F
ZOLEZZI
F F
TOTARO
TRIPIEDI
F F
F
Stabilimenti Tipografici
Carlo Colombo S. p. A.
*17STA0006960*
*17STA0006960*