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India: in migliaia verso il Buddismo alla ricerca della mobilità
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giovedì 13 ottobre 2016, 12:15
India: in migliaia verso il Buddismo alla ricerca della
mobilità sociale
I Dalit, la casta degli intoccabili, cambiano religione con la speranza di un futuro migliore
di Redazione Video / a.p.
Sono almeno duemila i Dalit, gli intoccabili indiani, che hanno abbracciato la religione buddista nell'ultimo anno, col fine
di ottenere i pieni diritti civili e politici e poter auspicare una scalata sociale, abbandonando così l'ultima casta che
caratterizza l'India. I Dalit, gli impuri, sono sono coloro che esercitano in India professioni che hanno a che fare con la
nascita, con la morte o che hanno contatti con la sporcizia (quindi ostetriche, dottori, crematori ma anche macellai,
lavandaie o netturbini). Sono isolati dalla comunità (in quanto possono rendere impuro un membro delle caste superiori) e
vivono ai margini delle città e della vita civile e politica del Subcontinente indiano. Dal 1950 godono di status e diritti
particolari, sanciti nella Costituzione dell'India e che prevedono una quota di loro garantita sia nei posti pubblici sia nel
parlamento: ma questi diritti valgono solo per i Dalit induisti e buddisti, mentre quelli musulmani e cristiani sono ancor
più discriminati e marginalizzati. Questo il retroterra che spiega il gran numero di Dalit cristiani e musulmani convertiti
alla religione buddista, almeno duemila solo nell'ultima Cerimonia di Stato (Dhamma Dheekshe) organizzata il 24 maggio.
Ma come puntualizza il monaco Sri Vishweshateertha Swamiji, bramino buddista a capo del monastero di Pejavar, la
conversione «non darà alcun vantaggio ai fuoricasta. Ad esclusione dei dalit, i buddisti in India sono pochi. La questione
dell’intoccabilità è indipendente dalla religione» (video tratto dal canale youtube di Al Jazeera English)
di Redazione Video / a.p.
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su
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