Omicidio di Giulia Ballestri: la vittima aveva paura del marito e un

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Omicidio di Giulia Ballestri: la vittima aveva paura del marito e
un tassista mette nei guai Cagnoni
Venerdì 14 Ottobre 2016
Giulia Ballestri
I quotidiani di Ravenna oggi in edicola - Il Resto del Carlino e Corriere di Romagna - riportano alcune rilevanti novità emerse
nell'indagine sull'omicidio di Giulia Ballestri, di cui è accusato il marito Matteo Cagnoni ancora in carcere a Firenze. Le novità
sostanziali sono due. La più importante è che ci sarebbe un testimone - un tassista - che avrebbe raccontato agli
inquirenti di avere accompagnato l'uomo dall'avvocato penalista che oggi lo difende, Giovanni Trombini, poche ore
prima che fosse scoperto il cadavere della moglie nella villa di Via Genocchi in centro a Ravenna.
Se questa testimoninanza è attendibile viene a cadere la versione finora fornita da Matteo Cagnoni, il quale ha sostenuto di
essersi sì recato domenica 18 settembre da un avvocato a Bologna ma per parlare del divorzio. E non si tratterebbe in ogni
caso del Trombini. Invece il tassista avrebbe testimoniato di avere caricato sul suo taxi due persone - una più giovane e una
più anziana - al civico numero 30 di Via Barberia a Bologna, dove ha sede lo studio dell'avvocato penalista difensore di
Cagnoni, Giovanni Trombini. Erano le 22 di domenica 18 settembre e la descrizione delle due persone potrebbe
corrispondere a quella di Matteo Cagnoni e del padre Mario. Se le cose stessero così, Cagnoni avrebbe consultato il suo
difensore ancora prima che si scoprisse il cadavere della moglie (ritrovato solo il giorno successivo) e la circostanza
appare più che sospetta.
La seconda novità rilevante è che emerge sempre più chiaro un quadro di disagio e di paura, se non di terrore, in cui
pare si dipanasse la vita tormentata di Giulia Ballestri negli ultimi tempi. Come riportano i quotidiani in edicola, emergono dagli
sms della vittima al nuovo compagno tutta una serie di frasi e affermazioni in cui Giulia parla del marito come di un uomo
incattivito e trasformato in "iena", che la vessava e in qualche modo la minacciava al punto che lei temeva per la sua
incolumità e ammetteva di avere paura. Ciononostante, Giulia Ballestri non pensava di essere in pericolo di vita: riteneva che
il marito fosse un "debole" e in fondo non lo considerava in grado di gesti estremi. Per cui lo ha seguito nella villa. Quella villa
che è diventata di fatto la sua tomba.
Cronaca
Romagnanotizie