La certificazione LEED in Italia ei possibili effetti sul

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La certificazione LEED in Italia e i possibili effetti sul merca
La certificazione LEED in Italia e i possibili effetti sul
mercato delle costruzioni
Con il volume “Leadership in Green Building”, il professor Giuliano Dall'O' analizza e raccoglie i casi
più significativi in Italia di edifici certificati LEED. Riassumiamo con lui caratteristiche, vantaggi e
percorso di questa certificazione ambientale volontaria e le prospettive che ha nel nostro paese.
Giorgia Piantanida
“Se inseriamo l’Architettura, che per definizione si orienta alla creatività compositiva, negli schemi
rigidi di un protocollo di certificazione, non corriamo il rischio di omologare l'edilizia limitando la sua
espressione?”
Con questa considerazione Giuliano Dall'O' apre il volume “Leadership in Green Building”, edito da
Edizioni Ambiente e uscito nei giorni scorsi in libreria, che analizza e raccoglie i casi più significativi
in Italia di edifici certificati LEED.
“Il risultato del lavoro svolto per raccogliere i casi più interessanti di edifici certificati LEED in Italia ci
dice esattamente il contrario. La certificazione LEED è stato piuttosto uno stimolo a trovare soluzioni
nuove. Non esiste più una netta distinzione tra architettura bioclimatica e architettura
'standard', tutto il settore si muove in questa direzione, seppur con andature diverse nei vari
comparti”, ci spiega l'autore del libro, architetto e professore associato di Fisica Tecnica Ambientale
presso il Dipartimento ABC del Politecnico di Milano.
L’effetto traino delle certificazioni verso un’edilizia sostenibile sembra per ora avere effetto
principalmente sul mercato delle nuove costruzioni, in cui, sottolinea Dall'O', “la certificazione
ambientale volontaria e quella energetica obbligatoria stanno già stimolando nei costruttori la
ricerca di prestazioni energetiche elevate, e quindi di consumi minori, una scelta accurata dei
materiali, l'integrazione delle rinnovabili negli edifici”.
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Il motivo principale, ci dice il professore, è che la qualità energetica e ambientale dell'edificio
consente al costruttore di posizionare il proprio immobile in una posizione di mercato migliore e
con un valore più elevato, oltre ad una maggiore apertura verso il mercato internazionale, più
sensibile alle certificazioni di questo tipo.
“Parallelamente - aggiunge - abbiamo però in Italia un settore dell’edilizia esistente con consumi
elevati in cui, ad esempio, la certificazione energetica, per via di barriere culturali ancora troppo
alte, è vista ancora solo come un obbligo da assolvere con il minor costo possibile, e con le
conseguenze che conosciamo sull'affidabilità dei risultati”, (QualEnergia.it, "La farsa della falsa
certificazione energetica degli edifici").
Non serve ricordare che poi, a questo step obbligatorio, dovrebbe seguire una riqualificazione
energetica dell'edificio o dell'abitazione privata. Una fase che ancora non è conseguenziale.
Un passo indietro
Prima di concentrarci sulla certificazione LEED e sulle sue caratteristiche ricordiamo, sempre con
l'aiuto di Giuliano Dall'O', la differenza tra certificazione energetica e ambientale.
“La certificazione energetica è obbligatoria ed è stata introdotta in seguito al recepimento della
direttiva 91/2002. Si sta diffondendo secondo i criteri indicati dalla normativa di riferimento ed è
arrivata alla sua seconda edizione. Il fatto che contribuisca a ridurre i consumi di energia è vero
principalmente per gli edifici nuovi, perché in fase di realizzazione si punta ad avere prestazioni
energetiche elevate. L'applicazione sugli edifici esistenti è, come ho detto, per ora percepita solo
come un obbligo, che non dà ancora una concreta spinta verso un'edilizia sostenibile”.
“La certificazione ambientale è obbligatoria solo in alcune regioni e comunque non in termini
assoluti, ma in genere funziona su base volontaria e tiene conto, non solo della qualità energetica
dell'edificio, ma anche delle caratteristiche che ne determinano la sostenibilità ambientale”, spiega
l’autore.
“Ad esempio si tiene conto della qualità dei materiali, dell'utilizzo delle rinnovabili, del consumo
dell'acqua e soprattutto del rapporto dell'edificio con l'ambiente. Si passa quindi da una visione di
edificio sostenibile a una visione di abitare sostenibile”.
Va da sé che allora un edificio altamente efficiente dal punto di vista energetico, ma posizionato in
una zona isolata che costringe ad esempio ad usare un mezzo di trasporto privato, sarà considerato
meno compatibile con l'ambiente rispetto a un edificio efficiente posizionato in un centro urbano,
con piste ciclabili e servito dai mezzi pubblici di trasporto.
La certificazione LEED
In estrema sintesi la certificazione ambientale volontaria LEED, riconosciuta a livello
internazionale e nata negli Stati Uniti nel 1998, attesta che un edificio è rispettoso dell'ambiente e
che costituisce un luogo salubre in cui vivere e lavorare. Prevede una verifica da parte di terzi
delle performance di un intero edificio (o parte di esso) o di intere aree urbane.
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“Il sistema di rating LEED - ci spiega Giuliano Dall'O' - è articolato in 7 sezioni organizzate in
prerequisiti e in crediti. I prerequisiti delle varie sezioni sono obbligatori per l'accesso alla
certificazione, mentre i crediti vengono assegnati in base alle caratteristiche del progetto. Dalla
somma dei punteggi dei crediti deriva naturalmente il livello di certificazione, diviso in base, argento,
oro e platino”.
Ecco l’elenco: Sostenibilità del sito; Gestione delle Acque; Energia e Atmosfera; Materiali e Risorse;
Qualità Ambientale interna; Innovazione nella progettazione e Priorità Regionale. “Le ultime due non
hanno prerequisiti, ma sono state introdotte per rendere la certificazione più legata alle
problematiche del territorio e per spingere l'innovazione” dice Dall’O’.
La certificazione LEED è divisa poi in diversi protocolli per le diverse tipologie di edificio: le nuove
costruzioni (Building Design & Construction – Schools – Core & Shell), edifici esistenti (EBOM Existing Buildings Operation & Maintenance), piccole abitazioni (GBC Italia Home), per aree urbane
(ND - Neighborhood), mantenendo però un’impostazione di fondo coerente tra i vari ambiti.
Il LEED in Italia
Dal suo arrivo in Italia nel 2008, anno di nascita del Green Building Council Italia, la certificazione
ambientale LEED ha mantenuto sul territorio nazionale una crescita costante (vedi grafico)
arrivando oggi a 350 richieste di certificazione, per una superficie complessiva di circa 4,8 milioni
di m2. Di questi, 130 hanno già ottenuto la certificazione, per un totale di 2,2 milioni di m2 .
La distribuzione geografica degli edifici certificati LEED è tutt'altro che uniforme. Come mostra
chiaramente l'immagine qui sotto, realizzata dal Green Building Council Italia, il 78% degli edifici
LEED si trova nel nord Italia, il 29% al centro e solo il 3% al sud.
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“La maggiore densità si ha nelle aree in cui le amministrazioni pubbliche hanno sposato la
sostenibilità in termini strategici, adottando strumenti di indirizzo o regolazione specifiche in favore
dei rating systems LEED e nelle aree in cui è maggiormente presente sul mercato il ruolo importante
delle committenze con respiro internazionale”, ci spiega Giuliano Dall'O'.
In prospettiva
“Quello che emerge dalla lettura complessiva di casi studio italiani - sottolinea - è che gli edifici più
importanti realizzati negli ultimi 5-10 anni hanno deciso di farsi certificare LEED. Questo indica che,
soprattutto nel terziario, l'elemento della competitività nel mercato del proprio edificio è un
fattore importante nella scelta di dotarsi di questa certificazione. Dalla sede dell'Università di
Venezia Ca' Foscari, un edificio di 557 anni, al recente bosco verticale di Milano”.
Ma non bisogna dimenticare che il settore dell'edilizia è ancora in crisi, anche se sta dimostrando
di saper trarre da queste difficoltà nuovi stimoli per rinnovarsi e trovare le strategie giuste per
ripartire.
“Dovremmo però ragionare di meno a livello di singolo edificio e più sulla rigenerazione urbana.
Questa è la strada. Le nostre città devono cambiare. Non a caso il GBC italia, come è già successo in
America, ha introdotto la certificazione GBC quartieri. La politica dovrà fornire i mezzi economici, le
associazioni, come l'ANCE, dovranno supportare le imprese e favorire un dialogo costruttivo con i
decisori politici per raggiungere questo obiettivo”, conclude Giuliano Dall'O'.
Giorgia Piantanida
URL di origine (Salvata il 17/10/2016 - 13:37):
http://www.qualenergia.it/articoli/20161013-la-certificazione-leed-italia-e-i-possibili-effetti-sulmercato-delle-costruzioni
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