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Spazio Y Quadraro
Il Pane, il Sè e l’Identità ovvero sull’Artocarpus di Christian Ciampoli
di Lucia Zappacosta
«La teoria degli alimenti è di grande importanza etica e politica. I cibi si trasformano in sangue, il
sangue in cuore e cervello; in materia di pensieri e sentimenti. L’alimento umano è il fondamento
della cultura e del sentimento. Se volete far migliorare il popolo, in luogo di declamazioni contro il
peccato, dategli un’alimentazione migliore. L’uomo è ciò che mangia»1.
Ludwig Feuerbach, Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia, 1862
«Il cibo è centrale nella formazione dell’identità individuale, in ciò di cui qualsiasi determinato
individuo umano è costruito, biologicamente, psicologicamente e socialmente dal cibo che sceglie
da mangiare. La relazione umana al cibo evidentemente è complessa. Combina almeno due
dimensioni diverse. La prima passa dal biologico al culturale, dalla funzione nutritiva alla funzione
simbolica. La seconda collega l'individuo al collettivo, alla dimensione psicologica e a quella
sociale»2 . Partendo da questo complesso esame speculativo dell’antropologo francese Claude
Fischler (originale analisi dei modi nei quali il cibo è riferito alla formazione dell’identità prima
individuale e poi sociale) Christian Ciampoli apre una nuova pagina della propria ricerca
sperimentale e creativa per dar vita a una mostra-laboratorio che coinvolge il pubblico in maniera
attiva e che ha come protagonista il cibo per eccellenza: il pane, un prodotto simbolo di
quotidianità, frutto del duro lavoro nei campi, cibo spirituale e nutrimento base per il sostentamento
dell’uomo.
Con l’obiettivo di voler condividere l’“Arte bianca” della panificazione, pratica antica le cui radici
risalgono ai sumeri, Christian Ciampoli traccia un percorso che orienta lo spettatore in un processo
dialettico dove si incontrano continuamente la vita nel suo sostentamento seppur minimo (il pane e
le muffe), dove la conservazione della memoria della panificazione (appresa dalle nuove
generazioni di contadini della Tuscia che tramandano gli insegnamenti ereditati dai loro nonni) si
fonde con il suo itinerario individuale di ricerca.
Oggi che tutto attorno a noi è “Food” e il cibo dilaga in maniera esponenziale su web, tv e sui
mezzi di comunicazione, anche la pratica della panificazione ha subìto un processo di
industrializzazione che ne rende difficile la conservazione.
Siamo tutti foodteller, fotografiamo e condividiamo foto del cibo online, alla ricerca di una
definizione, di una appartenenza, di una collocazione nella società ma la nostra cultura alimentare
sembra essere diventata estranea a se stessa: l’uomo non è più ciò che mangia, non sa più cosa
mangia e neppure perché. Come a voler ribaltare questo status quo Christian Ciampoli con il suo
lavoro ci invita a riscoprire il rapporto originario tra pane, sé e identità.
L’artocarpus, l’albero del pane, nome scientifico degli alberi e arbusti della famiglia delle Moracee,
e che fa riferimento al gusto dei frutti dopo la cottura, è la performinstallazione che invade lo
SPAZIOY e che si comporrà nel corso della mostra grazie a un rituale che nasce dalla ricetta
classica per realizzare il pane a levitazione naturale, con una particolare attenzione ai passaggi
successivi che riguardano più nello specifico le tracce della cottura in forno.
SPAZIO Y si trasformerà in un vero e proprio laboratorio per imparare a fare il pane, a disposizione
farina, acqua e ovviamente un particolare lievito madre antico di 100 anni proveniente dalla terra
d’origine dell’artista: l’Abruzzo. Grazie alla collaborazione con il vicino panificio “L'antica Ciriola”
ogni partecipante potrà cucinare il suo pane all’interno delle teglie rivestite di comune carta da
forno che assorbirà lo stampo delle forme come una bruciatura indelebile legata alla storia della
realizzazione e al consumo di quel pane.
Sospese come foglie del leggero arbusto le tracce della cottura in forno verranno assemblate e
comporre l’albero del pane e mostreranno il numero dei partecipanti, l’identità di ogni singolo
panificatore mettendo in atto una costruzione area del sociale.
A fare da contraltare ai segni del cibo che sazia l’uomo una sindone organica sotto una teca di
vetro, una muffa del pane che continuerà a vivere osservando il ciclo della riproduzione della vita.
1
Ludwig Feuerbach, “Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia”, 1862
2
Fischler, Claude, “Food, Self and Identity”, 1988, Social Science Information
Spazio Y Quadraro
-Christian Ciampoli (Atri, 1980). Si diploma in decorazione all'Accademia di Belle Arti di Roma nel
2005. E' stato fondatore e curatore del progetto MACINE osservatorio dei cinema chiusi di Roma.
E' compositore e sound designer per l'etichetta indipendente di musica elettronica A/V. Ha esposto
in diverse gallerie e musei in Italia, ideato e partecipato a mostre collettive e performances.
I luoghi in cui ha esposto sono: MAXXI, Museo Nazionale delle arti del XXI secolo a Roma,
MACRO Testaccio - La Pelanda a Roma, Auditorium Parco della Musica a Roma, PAV, Parco
d'arte vivente a Torino, MAAM, Museo dell'altro e dell'altrove di Metropoliz città meticcia a Roma,
Ex Cartiera latina a Roma, Museo Casa Natale di Gabriele D'Annunzio a Pescara, Rampa
prenestina a Roma, WOW hostel, Amsterdam.
ARTOCARPUS | Progetto site specific di Christian Ciampoli
30 Settembre – 15 Ottobre 2016
SPAZIO Y, Quadraro – Roma
A cura di Lucia Zappacosta
Venerdì 30 settembre, ore 17: Impasto e avvio della lievitazione
Sabato 1 ottobre, ore 17: cottura delle forme presso il panificio “L'antica Ciriola”, adiacente
SPAZIO Y
Domenica 9 ottobre, ore 17: Impasto e avvio della lievitazione (secondo turno)
Lunedì 10 ottobre, ore 18: cottura delle forme presso il panificio “L'antica Ciriola”, adiacente
SPAZIO Y (secondo turno)
Giovedì 13 ottobre, ore 17: Impasto e avvio della lievitazione (terzo turno)
Venerdì 14 ottobre, ore 17: cottura delle forme presso il panificio “L'antica Ciriola”, adiacente
SPAZIO Y (terzo turno)
Gli appuntamenti sono gratuiti e aperti a tutti, è necessaria la prenotazione.
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