ALFREDO PIZZONI

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ALFREDO PIZZONI
Con Alfredo Pizzoni, spentosi il 3 gennaio 1958, all’ età di 64 anni, la Resistenza
italiana perde uno dei suoi più luminosi esponenti.
Valoroso combattente già nella prima guerra mondiale, Alfredo Pizzoni assimilò
ancora nella casa paterna lo spirito dell’ antifascismo liberale. 11 padre, generale Pietro
Paolo Pizzoni, non faceva mistero della sua avversione al fascismo, all’epoca della
Marcia su Roma, e tenne vigorosamente testa alle camicie nere, quando ne fu pròvocato.
Alto funzionario di Banca, Alfredo Pizzoni raggiunse il suo reggimento dei ber­
saglieri, nel 1940, e si guadagnò per il suo coraggio e le sue capacità di comando,
dimostrate anche durante il naufragio, il 23 gennaio 1942, del piroscafo Victoria, che
trasportava la sua unità, la promozione a tenente colonnello e una medaglia d ’ar­
gento al valore.
I tragici eventi dell’ agosto-settembre 1943 lo trovarono a Milano. Egli non ebbe
esitazioni. Vestito ancora in divisa militare, si mise a disposizione del Comitato dei
partiti antifascisti che, apprezzandone le doti di organizzatore, lo cooptarono imme­
diatamente nel loro seno. Al momento dell’ armistizio dell’8 settembre, Alfredo Piz­
zoni, al quale il Comitato stesso affidò la sua Presidenza, diresse le trattative con i
Comandi militari che avrebbero dovuto provvedere alla difesa della Lombardia contro
1 tedeschi, e prese parte ai primi tentativi di organizzare la Resistenza a Milano.
L ’organismo presieduto da Pizzoni si trasformò ben presto, nel fuoco della lotta
contro i nazisti e i fascisti rimasti al loro servizio, in Comitato di Liberazione Nazio­
nale per l’Alta Italia. In stretta collaborazione con Ferruccio Parri e poi con il gene­
rale 'Raffaele Cadorna, e anche con Luigi Longo, che furono alla testa delle forma­
zioni partigiane, Alfredo Pizzoni organizzò gli uffici di presidenza e segreteria del
C .L .N .A .I., curò il finanziamento del movimento di Liberazione, lo rappresentò nei
confronti degli Alleati, recandosi più volte, clandestinamente, in Svizzera, per incon­
trare gli inviati, tenne i collegamenti con i C .L .N . delle varie regioni settentrionali
e con il C .L .N . centrale di Roma. La sua opera, che tutti i partiti del C .L .N . apprez­
zavano per la devozione alla causa della libertà, la fierezza e l’ indipendenza che l’ ani­
mava, ebbe grande importanza in alcuni dei problemi decisivi che la Resistenza do­
vette affrontare. Con la missione che compì a Trieste (ove aveva risieduto in passato),
al principio del 1944, si riannodarono le fila, spezzate dagli arresti, del movimento di
Liberazione triestino, deciso a difendere l’appartenenza all’ Italia della grande città
giuliana con la presenza dei suoi migliori figli nella lotta contro i nazisti. Fu pure
Pizzoni a valorizzare il movimento democratico italiano di Trieste presso gli angloamericani, inaugurando così la battaglia politica che doveva concludersi (nonostante la
dolorosa perdita dell’Istria) con la salvezza dell’ italianità di Trieste stessa. Nel dicem­
bre 1944, Pizzoni e Parri, coadiuvati da Giancarlo Pajetta e E. Sogno, negoziarono
con l’Alto Comando Alleato gli accordi politici, militari e finanziari, che sancirono il
riconoscimento del C .L .N . per l’Alta Italia come organo di governo e di ammini­
strazione nel territorio che i partigiani avrebbero liberato e del Corpo dei Volontari
della Libertà come di una forza armata della guerra di Liberazione, che l ’Italia aveva
dichiarato al fianco delle Nazioni democratiche.
Ai problemi politici e organizzativi sollevati dall’unificazione delle forze parti­
giane e dall’assunzione delle responsabilità di governo e di amministrazione da parte
dei C .L .N ., Alfredo Pizzoni, che continuò a presiedere, fino alla fine dell’occupa­
zione tedesca, il massimo organismo della Resistenza, diede il concorso della sua in­
telligenza, del suo tatto e della sua energia. Ma è doveroso soggiungere che il suo
contributo fu non meno prezioso nel creare l’unanimità del C .L .N .A .I. sulle posizioni
Necrologio
«
della fermezza, e occorrendo intransigenza, contro gli allettamenti dell 'attendismo,
nella solidarietà con la lotta delle masse popolari, espressasi negli scioperi generali
antifascisti e nella direttiva suprema: l’insurrezione nazionale.
Membro della Consulta Nazionale nel 1945-46, Alfredo Pizzoni ebbe più volte
l’ incarico di difendere, in brevi missioni politiche, in Inghilterra e negli Stati Uniti,
i cui dirigenti militari e politici gli avevano tributato alti riconoscimenti (e decora­
zioni) per la sua collaborazione del tempo della guerra di Liberazione, il buon diritto
dell’Italia democratica. N el decimo anniversario dell’insurrezione nazionale, fu ancora
(Alfredo Pizzoni a celebrare a Milano, in piazza del Duomo, il 25 aprile del 1955,
l’ epopea che ha restituito libertà e dignità all’Italia.
L. V .