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14 ottobre 2016 delle ore 00:11
Fino al 17.X.2016
Miroslaw Balka, Emplacement
The British School at Rome, Roma
Con la personale di Miroslaw Balka (Varsavia,
1958) si rinnova l’appuntamento del ciclo di
mostre e conferenze Meeting Architecture,
curate da Marina Engel. Quest’anno il
programma è rivolto a investigare l’area
dell’Europa Centrale e dell’Europa dell’Est
avendo come riferimento il concetto di
frammento come rovina urbana, piccola parte
sottratta a un tutto, con le implicazioni che
questo porta con sé. Con "Emplacement”,
l’artista riflette, attraverso un attento
riferimento teorico al filosofo Michel Foucault
e al concetto di eterotopia, sul ruolo avuto dal
Modernismo nella società polacca durante la
Seconda Guerra Mondiale. Il risultato è una
mostra secca, senza nessun orpello né artificio
retorico. Con pochi lavori in mostra molto
distanziati gli uni dagli altri, appartenenti a un
arco cronologico molto vasto, complice un
allestimento più che essenziale, Miroslaw
Balka crea un’atmosfera di raccoglimento,
come nelle veglie funebri in cui la sensazione
di un profondo senso di vuoto si fa insostenibile.
L’allusione alla presenza di corpi umani e ai
resti di edifici diventa regola per un linguaggio
basato sulla sottrazione e il silenzio. La
memoria, come i ruderi, si frammenta in piccole
parti e si manifesta qua e là nei lavori esposti.
Così nella serie di litografie A Crossroad in A,
tratte da alcune fotografie scattate nel campo di
concentramento di Auschwitz, l’eliminazione
degli edifici, di cui resta un alone blu, lascia
spazio solo alla visione della natura e del vuoto.
delle riprese che decostruiscono le immagini
focalizzandosi solo su alcuni dettagli (il
pavimento delle docce dei campi di
concentramento, una parete bianca, la lettera B
capovolta della scritta ARBEIT MACHT FREI
posta sopra il cancello di Auschwitz),
destabilizzano e suscitano nello spettatore un
forte senso di malessere mentre nei video della
serie nachtgesichten, lunghe riprese notturne
nei luoghi familiari all’artista, perdono
consistenza fisica lasciando che l’oscurità del
buio prenda il sopravvento. Citando lo storico
e critico dell’architettura Joseph Rykwert
(Varsavia, 1926): «Non ci può essere luogo
senza memoria evocata ed esperita attraverso i
sensi». "Emplacemnet", nella sua complessità,
di fatto funziona, come le eterotropie
Foucaultiane: investe l’ambiente con la sua
carica simbolica aprendosi alla pluridimensionalità
dello spazio vissuto. A chiusura della mostra, il
17 ottobre, si terrà una conferenza che vedrà la
partecipazione dell’artista Miroslaw Balka e
dello studioso Joseph Rykwert che si
confronteranno sul tema della memoria.
Marta Leteo mostra visitata il 26 settembre
Dal 26 settembre al 17 ottobre 2016 Miroslaw
Balka, Emplacement The British School at
Rome Via Gramsci 61, Roma Orari: dal martedì
al sabato, dalle 16.30 alle 19.30 Info: http://
www.bsr.ac.uk/
I tragici eventi polacchi s’incontrano
nuovamente con il pensiero Modernista nel
disegno Modulor\AF\1944, dove un intreccio
di "griglie” sottolinea il fallimento dell’utopia
del Modernismo facendo emergere l’assurdità
delle ideologie fine a se stesse. L’ultima altezza
di Anna Frank, segnata sullo stipite della porta
prima della deportazione nazista, si confonde e
si fonde con il Modulor, la scala di proporzioni
basate sulle misure dell’uomo inventata
dall'architetto svizzero-francese Le Corbusier
come linea guida di un'architettura a misura
d'uomo. 50 x 50 x 91 (Paint relief), invece, una
scultura di cemento con incorporate tre aspirine
Bayer, assurge ad emblema totemico votato al
progresso, unico rimedio per esorcizzare le
paure contemporanee. Il doloroso peso della
memoria e della Storia torna nei video B, GPS
free e Bottom, proiettati insieme in una grande
sala, complici i movimenti ripetitivi e veloci
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