Qualche mese fa, ad Altino, con Dario Fo che diceva

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GENTE VENETA | Opinioni
Giovedi, 13 Ottobre 2016
Qualche mese fa, ad Altino, con Dario Fo che
diceva: «Mai arrendersi all'odio»
Un tam tam di messaggi e telefonate...ma ancora l'incredulità per questa notizia...un sentimento
complesso, quasi " agrodolce": amaro per la profonda tristezza di questa perdita, ma anche
carico di gratitudine per quanto Dario con la sua vita e la sua arte ci ha donato.
Un grazie ancora più intenso viene dal cuore di chi ha avuto la possibilità appena qualche mese
fa di incontrare Dario personalmente in occasione della sua visita ad Altino. E tornano alla
mente l'appassionata lezione con i giovani artisti in Villa Benetton, il pranzo insieme, le sue
parole la sera dello spettacolo del Johan Padan e poi all'inaugurazione della mostra al Museo
archeologico dei quadri realizzati dai giovani insieme a lui.
Risuonano ancora le sue parole così penetranti pronunciate con la sua voce squillante, una
persona dai modi gentili ma senza cerimonie, dalla cultura vastissima ma sempre assetata di
conoscenza, con la mente lucidissima nonostante i 90 anni e...un ottimo appetito!
Ai giovani raccomandava con passione di cercare la verità, di non accontentarsi delle narrazioni
ufficiali invitandoli a "rompere le scatole a chi ha studiato e sa", a vivere l'arte non come fine ma
come strumento per far aprire gli occhi sulle ingiustizie.
Ripensando a quella straordinaria esperienza che è stata per la nostra gente poter incontrare
così da vicino il premio Nobel ad Altino, mi rendo conto che Dario è riuscito a restituirci
attraverso la sua persona e la sua arte una sorta di immagine riflessa degli orrori a cui
potremmo andare incontro come umanità ma anche dell'energia positiva che le nostre comunità
possono esprimere.
Il lato oscuro che ci ha mostrato è racchiuso in quel detto noto fin dai tempi degli antichi romani
"Vuoi il potere? Ti darò un nemico": Dario l'ha voluto ricordare prima dello spettacolo Johan
Padan, dedicato proprio all'incontro con lo straniero, per farci riflettere su cosa spinga i
seminatori di odio a creare paure e divisioni.
Alla forza dell'essere comunità Dario ha dato un riconoscimento pubblico all'inaugurazione della
mostra, quando ringraziando ha raccontato di come solo qualche ora prima sembrava che tutto
il progetto saltasse per problemi burocratici e tecnici, ma grazie all'entusiasmo, al passaparola e
al rimboccarsi le maniche di tante persone generose - chi su una scala con martello e chiodi, chi
tagliando l'erba, chi procurando i pannelli - si è riusciti a realizzare una mostra migliore di quelle
delle più blasonate gallerie.
E a chi gli chiedeva "Dario, qui pare che vincano i seminatori di odio: che si fa?" Dario con
energia rispondeva: "Non ci si arrende".
Silvia Conte
Tratto da GENTE VENETA, n.40/2016
Articolo pubblicato su Gente Veneta
http://www.genteveneta.it/public/articolo.php?id=8852
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