USA: si è iniziato a votare e non si mette bene per Trump

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giovedì 13 ottobre 2016, 10:30
USA: si è iniziato a votare e non si mette bene per
Trump
Il voto anticipato potrebbe avere un impatto senza precedenti; l'8 novembre potrebbe già esserci il Presidente
di Redazione
Da ieri 12 ottobre, si vota in Ohio per le elezioni presidenziali statunitensi, dunque, quando arriverà l'Election Day
molti americani avranno già votato. Anche se si tratta di un 'early voting', che può essere espresso via posta o alle urne,
nel 2012 circa un terzo dei 5,6 milioni di elettori dello Stato votò prima dell'Election Day, quest'anno in
programma l'8 novembre, quando si sceglieranno anche tutti i nuovi membri della Camera e un terzo dei senatori. Qui in
Ohio, uno degli Stati chiave perchè da sempre in bilico (swing state) e perchè assegna 18 grandi elettori sui 270 necessari
per conquistare la Casa Bianca, Hillary Clinton avrebbe staccato di ben 9 punti il rivale repubblicano Donald
Trump. C'è da sottolineare che alle primarie di marzo scorso Clinton aveva battuto, qui in Ohio, Bernie Sanders,
portando a casa il 56,50 dei voti democratici. Negli Usa il Presidente non è eletto direttamente dai cittadini ma dai cosiddetti
'grandi elettori' ed ognuno dei 50 Stati dell'Unione ne esprime un certo numero in base alla popolazione. La rilevazione è
stata effettuata dal Baldwin Wallace Community Research Institute di Berea proprio in Ohio. Clinton è data al 48%
mentre il rivale è fermo al 38%. Il sondaggio è stato effettuato dopo la diffusione, ad opera del 'Washington Post', del
video del 2005 in cui Trump, allora un semplice imprenditore, si lasciava andare a commenti offensivi contro le donne e
dopo il secondo duello tv, nuovamente perso da Trump. L'Ohio è la quintessenza degli Stati in bilico, e la vittoria
passa da qui, nessun repubblicano è mai diventato Presidente degli Stati Uniti senza averlo conquistato e
nessun democratico, dal 1964, si è seduto alla Casa Bianca senza una vittoria in Ohio. Per questo, negli Stati Uniti si
è diffuso il detto: 'As Ohio goes, so goes the nation' (dove va l'Ohio, va la Nazione). Il voto anticipato quest'anno sembra
andare più di moda rispetto alle ultime elezioni presidenziali del 2012, il nome del successore di Barack Obama
potrebbe emergere ben prima dell'8 novembre. E potrebbe essere quello di Hillary Clinton. Lo scrive il 'New York
Times' ponendo l'attenzione sugli Stati determinanti per le prossime elezioni. I primi dati in arrivo dalla Florida e dal
North Carolina mostrano che l'ex Segretario di Stato era in leggero vantaggio già prima di venerdì 7 ottobre,
quando è spuntato un video del 2015 in cui un 59enne Donald Trump sessista diceva di potere fare di tutto alle donne,
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su
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anche 'prenderle per i genitali'. Nel primo caso, i democratici stanno richiedendo più moduli per votare da casa di
quanto non stesse succedendo in questa stessa fase della corsa elettorale nel 2012. Nelle aree densamente
popolate da ispanici vicino a Miami e Orlando, tali richieste sono aumentate del 50 per cento. Quanto al North Carolina,
uno Stato in cui quattro anni fa il candidato repubblicano Mitt Romney era in vantaggio nel voto anticipato, i democratici
stanno richiedendo molti più moduli per votare tramite posta rispetto al 2012. La partecipazione dei repubblicani
al voto anticipato, di contro, sta subendo un calo. In una campagna elettorale assolutamente insolita, il voto anticipato
potrebbe avere quest'anno un impatto senza precedenti. Secondo lo staff di Clinton, più del 40 per cento
dell'elettorato voterà prima dell'8 novembre nei cosiddetti Swing State. Proprio per questo il nome del prossimo
Presidente potrebbe arrivare ben prima dell'Election Day. Lo Stato più vitale è senz'altro la Florida, dove il testa a testa
sembra garantito. Là Obama vinse nel 2012 con un vantaggio di soli 73.000 voti. Non a caso i democratici hanno fatto
causa al Governatore repubblicano Rick Scott perché estendesse l'arco di tempo utile per registrarsi al voto anticipato, così
da ovviare anche ai ritardi e ai problemi causati a molti cittadini dello Stato dall'uragano Matthew. Nel Sunshine State i
repubblicani sono comunque riusciti a ridurre la distanza che avevano accumulato contro i democratici nelle
registrazioni al voto: quattro anni fa si trattava di un buco di mezzo milione di persone, che oggi si è ridotto a 274mila
circa. Un simile trend si sta verificando anche in North Carolina, Nevada e Pennsylvania. Ma potrebbe non bastare: a
meno che non ci sia un capovolgimento negli Stati in bilico, conclude il 'New York Times', se perderà la Florida, Trump
perderà del tutto.
di Redazione
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