No a interventi traumatici sul personale

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Transcript No a interventi traumatici sul personale

Corriere di Novara
SABATO 8 OTTOBRE 2016
CRONACA
7
ESUBERI BANCO POPOLARE ALBERTO MAURO, DIRETTORE DELLA DIVISIONE NOVARA, RASSICURA
«No a interventi traumatici sul personale»
Alberto Mauro nel suo ufficio a Palazzo Bellini
che un sostegno alla Fondazione Banca popolare di Novara per il territorio: alle iniziative della Fondazione potrà andare - se deliberato dall’assemblea - il 13,5% della quota dell’utile netto di esercizio (non
superiore al 2,5%), che potrà
essere destinato a finalità di assistenza, beneficenza e pubblico interesse sui territori di riferimento.
Tutto questo, al netto ovviamente del positivo esito della
fusione. Il “count down” verso
il 15 ottobre sta scorrendo: tra
una settimana esatta si saprà se
il lavoro svolto per poco meno
di un anno sull’asse VeronaMilano dai vertici di Banco e
Bpm porterà effettivamente
alla nascita del terzo gruppo
italiano, che si pone in posizione leader nelle aree più ricche
del Paese.
Mentre infatti a Verona il voto
favorevole sembra pressoché
scontato, dal momento che i
soci del Banco hanno aderito
in massa a un pesante aumento
di capitale proprio per rendere
possibile questa fusione e dunque un “no” dell’ultimo minuto sarebbe davvero un “colpo
di scena”, tutti gli occhi sabato
mattina saranno puntati su
Rho Fiere.
Il risultato di Milano non è as-
solutamente certo: da tempo i
pensionati hanno annunciato
la loro contrarietà al progetto
di fusione e si teme che il loro
voto possa pesare su un’eventuale bocciatura, dal momento che da statuto possono raccogliere dieci deleghe ciascuno, mentre i dipendenti possono al massimo presentarsi in
assemblea con la delega dei figli minorenni. Per questo l’ad
Castagna ha avviato già da diversi giorni un “road show”
per presentare i vantaggi del
progetto e sta invitando i soci
dipendenti, che possono contare su circa 5.000 voti, a partecipare in massa all’assemblea.
Per non correre il rischio, come dichiarato in un’intervista
al “Sole 24 Ore”, che Bpm (come peraltro il Banco), una volta trasformata in una società
per azioni, diventi facile preda
di tentativi di scalata, mettendo da parte tutte le decisioni
prese fin qui collegialmente.
Il matrimonio si farà? Alle assemblee l’ardua sentenza.
Laura Cavalli
n Il nuovo Gruppo servirà oltre 4 milioni di
clienti attraverso una
rete distributiva composta da circa 2.500 filiali affiancata da un
modello distributivo
multicanale e beneficiando
di una
posizione
di
leadership nel
Nord
Italia.
n La fusione
creerà il
terzo operatore in Italia (per numero di filiali, crediti netti verso la
clientela e raccolta diretta ed indiretta), con
totale attivo di oltre
171 miliardi di euro;
raccolta diretta pari a
120 miliardi a fronte di
impieghi per 113 miliardi; raccolta indiretta di
105 miliardi di euro, di
cui 56 miliardi gestita;
oltre 25.000 dipendenti.
n La società Banco Bpm
spa avrà
due headquarters,
uno a Verona
e
uno a Milano. La
sede legale sarà a
Milano e
la
sede
amministrativa a Verona.
A Verona, Lodi, Novara
e Bergamo saranno ubicate le strutture di vertice delle rispettive Divisioni Territoriali e a Milano la struttura di vertice della Banca beneficiaria dello scorporo.
.
n «Come ha già ribadito in più
di una circostanza l’amministratore delegato del Banco
Popolare Pierfrancesco Saviotti, la voce licenziamenti
non fa parte del vocabolario
del Banco Popolare». A pochi
giorni dall’assemblea che sabato 15 ottobre chiamerà i soci
ad approvare la fusione con
Bpm, il direttore della Divisione Banca Popolare di Novara
del Banco Popolare, Alberto
Mauro, sgombra il campo dai
timori che in questi giorni, da
più parti (non ultimo il Consiglio comunale, vedi servizio a
pagina 6) sono stati sollevati
sulla questione-esuberi: 1.800
in tutto, quelli annunciati sul
“perimetro” della nuova spa
Banco Bpm che nascerà dopo
la fusione. «Posso ancora una
volta ribadire - puntualizza
Mauro - che non ci saranno interventi traumatici sul personale. Non faremo nulla che
non sia concordato con i sindacati, come sempre avvenuto
in questi anni sotto la guida di
Saviotti. Una linea, questa, che
è stata ribadita anche da Castagna, ad della Banca Popolare di
Milano, nel corso dell’ultimo
incontro congiunto». E precisa: «Il piano, come annunciato,
prevede l’accesso di 1.800 risorse al fondo di solidarietà
con adesione volontaria, in accordo con i sindacati».
Nel Piano industriale è specificato anche chiaramente che il
nuovo gruppo non intende venir meno al forte legame col
territorio, da sempre nel “dna”
del Banco Popolare. Tanto che
si prevede espressamente an-
QUALCHE DATO SULLA FUSIONE
«Tutto concordato coi sindacati. La voce licenziamenti non fa parte del vocabolario del Banco»
”Verso un reddito di inclusione sociale”: il ministro Poletti in città
n (l.c.) A seguito dell'introduzione da parte del Ministero del
lavoro e delle politiche sociali dello strumento di Sostegno all'inclusione attiva (Sia), primo passo per affrontare il fenomeno della povertà che, negli ultimi anni, è cresciuto in modo
esponenziale a causa della perdurante crisi economica, l’assessorato alle Politiche Sociali, Casa e Famiglia della Regione Piemonte ha organizzato per lunedì 10 ottobre (alle 17,45 al conservatorio Cantelli) un momento di riflessione e approfondimento aperto a tutta la cittadinanza. Sarà presente il ministro
del Lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti. Con lui interverranno Augusto Ferrari, assessore regionale Politiche Sociali Piemonte, e Franca Biondelli, sottosegretario all’Inclu-
sione e alle Politiche sociali.
E proprio di inclusione, diritti e sostenibilità si è ha parlato venerdì mattina a Torino nella conferenza promossa dalle Unioni sindacali regionali Cisl - Iscos - Anolf di Piemonte - Emilia
Romagna - Lombardia e Marche, in occasione della Giornata
Internazionale per il Lavoro dignitoso. L'iniziativa ha chiuso la
tre giorni sotto la Mole dedicata ai temi dell’immigrazione e al
ruolo delle imprese private nella crescita economica e sociale
dei Paesi in via di sviluppo. Un appuntamento per “attivisti internazionali” che si è svolto nella sede regionale della Cisl piemontese e che ha coinvolto operatori e dirigenti sindacali Cisl
ed esponenti di Ong e del mondo della cooperazione.